00 05/11/2013 08:06
XXXII DOMENICA

XXXII DOMENICA


 


Letture: 2 Maccabei 7,1-2.9-14


2 Tessalonicesi 2,15; 3,5


Luca 20,27-38


 


1. Cristo ci libera dal peccato


 


"Come abbiamo portato l`immagine dell`uomo terreno, cosí portiamo anche l`immagine dell`uomo che viene dal cielo; poiché il primo uomo, che vien dalla terra, è terreno; l`altro che vien dal cielo, celeste" (1Cor 15,49). Se faremo questo, carissimi, non morremo piú. Anche se questo corpo si corromperà vivremo in Cristo, come dice egli stesso: "Chi crede in me, anche se muore vivrà" (Gv 11,25). Siam dunque certi, sulla parola del Signore che Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti gli altti santi, sono vivi. Di questi stessi dice il Signore: "Son tutti vivi; Dio è Signore dei vivi, non dei morti" (Lc 20,38). E Paolo dice di se stesso: "Cristo è la mia vita, e il morire è un guadagno: vorrei morire e stare con Cristo" (Fil 1,21). E anche: "Nel tempo che stiamo nel corpo, camminiamo lontani dal Signore. Ci guida la fede, non vediamo direttamente" (2Cor 5,6).


Questa è la nostra fede, fratelli. D`altra parte,"se riponiamo la nostra speranza in questo mondo, siamo piú infelici di tutti gli uomini" (1Cor 15,19). La vita del mondo, come vedete da voi, o è come quella delle pecore, delle fiere, degli uccelli, o anche piú corta. E` invece proprio dell`uomo ciò che Cristo gli ha dato, attraverso il suo Spirito, cioè, la vita eterna; ma se non si pecca piú. Perché come la morte la si acquista col delitto, la si evita con la virtù; cosí la vita la si perde col delitto, la si conserva con la virtù. "Mercede del peccato è la morte; dono di Dio è la vita eterna per mezzo di Gesú Cristo nostro Signore" (Rm 6,23). Prima di tutto ritenetevi, o figli, gente data un giorno in potere delle tenebre, ma ora liberata per la potenza di Gesú Cristo. E` lui che ci redime"perdonando tutti i peccati e distruggendo la sentenza pronunziata contro di noi per la nostra disobbedienza; l`affisse alla croce; morendo ha trascinato le potenze avverse nel suo trionfo" (Col 2,13-15). Sciolse i prigionieri e spezzò le nostre catene, come dice David:"Il Signore innalza gli sconfitti, scioglie i prigionieri, illumina i ciechi" (Sal 145,7). E anche: "Hai spezzato le mie catene, ti benedirò" (Sal 115,16). Liberati dunque dalle catene, per il Battesimo, rinunziamo al diavolo, al quale avevamo servito; perché, una volta liberati dal sangue di Cristo, non serviamo piú al diavolo. Che se qualcuno, dimenticando la sua redenzione, tornasse al servizio del diavolo e alle debolezze del mondo, sarà di nuovo legato con le antiche catene e le sue condizioni saranno peggiori di prima (cf. Lc 11,26) perché il diavolo lo legherà piú strettamente... Dunque, carissimi, una volta sola ci laviamo, una volta sola siamo liberati, una volta sola entriamo nel regno immortale; una volta sola "son felici coloro i cui peccati furono perdonati" (Sal 31,1). Stringete forte ciò che avete avuto, conservatelo bene, non peccate piú. Conservatevi puri dal peccato e immacolati per il giorno del Signore. Son grandi e immensi i premi preparati per chi è fedele; premi che "né occhio mai vide, né orecchio udí, né mai alcuno ha immaginato" (1Cor 2,9). Aspirate a questi premi con azioni di giustizia e con desideri spirituali. Amen.


 


(Paciano di Barcellona, Sermo de Baptismo, 6 s.)


 


 


2. La nostra fede nella risurrezione dei morti


 


Al pari di queste cose dette, ammettete almeno la nostra testimonianza, piú di loro credenti, in Dio, noi che attendiamo di rivestire i nostri corpi, anche se abbandonati senza vita alla terra, dal momento che nulla è impossibile a Dio.


E a ben pensarci, cosa potrebbe apparirci piú credibile - se noi non possedessimo un corpo - del sentirci dire che da una piccola stilla dell`umano sperma possano derivare ossa e nervi e carni formate all`immagine che vediamo? Se, in via di ipotesi, voi non esisteste così fatti né così generati, e uno vi assicurasse categoricamente, mostrandovi da una parte il seme umano e dall`altra una immagine dipinta, che questa essere prodotta da quello, se non vedeste in atto la cosa, la credereste? No; nessuno ardirebbe contestarlo!


Orbene, è per la stessa ragione che, per non averlo ancora visto, non credete al risorgere dei morti. Senonché, come inizialmente non avreste creduto possibile che da una piccola stilla originassero creature siffatte - eppure le vedete prodotte -, cosí dovete ammettere la non impossibilità che i corpi umani andati in dissoluzione e scompostisi a guisa di semi sulla terra, a tempo debito, per ordine di Dio, risorgano e si vestano dell`incorruttibilità (cf. 1Cor 15,53).


Quale potenza di Dio è in grado di concepire chi afferma il ritorno degli esseri allo stato da cui sorsero e la contemporanea impotenza di Dio a trascendere questa legge, è difficile poterlo stabilire; una cosa però va rilevata, che costui non avrebbe creduto mai il potersi generare esseri - e da quali elementi! - simili a se stesso e al mondo quale egli lo vede. Meglio credere perciò in cose impossibili agli uomini e alla natura, anziché non credervi al pari degli altri, ricordando l`insegnamento del nostro Maestro Gesú Cristo: "Ciò che è impossibile presso gli uomini è possibile presso Dio" (Mt 19,26; Mc 10,27; Lc 18,27). Disse pure: "Non temete quelli che uccidono il corpo e poi non possono fare altro; temete piuttosto colui che dopo avere ucciso il corpo ha il potere di gettarvi, anima e corpo, nella Geenna" (Lc 12,45; cf. 2Cor 5,4). La Geenna è il luogo dove andrà punito chi vive nell`iniquità e non crede alla realizzazione di quanto Dio ha insegnato per mezzo di Cristo.


 


(Giustino, I Apol., 18-19)


 


 


3. La coscienza della risurrezione


 


Se la risurrezione dei morti per te non esiste, perché condanni i violatori dei sepolcri? Se il corpo si dissolve e la risurrezione è senza speranza, perché chi viola il sepolcro incorre in una pena? Vedi che anche se tu neghi con le labbra, rimane piena in te la coscienza della risurrezione.


Un albero abbattuto rifiorisce e l`uomo abbattuto non rifiorisce? Ciò che è stato seminato e mietuto rimane sull`aia e l`uomo reciso da questo mondo non rimane sull`aia? I tralci della vite e i rami degli alberi completamente tagliati, trapiantati ricevono la vita e portano frutto, l`uomo, poi, per il quale le piante esistono, una volta sotterrato non risorgerà? Al confronto delle fatiche, quale è piú grande, plasmare una statua che da principio non c`era, o rifare di nuovo con la stessa forma una che si era rotta? Dio che ci fece dal nulla, non potrà di nuovo far risorgere quelli che c`erano e sono morti?


Ma tu non credi a quanto è scritto sulla risurrezione perché sei greco. Contempla dalla natura questo e rifletti sulle cose che sino ad oggi si vedono. Si semina il frumento, se piace, o qualsiasi genere di semi. Appena cade, come se morisse, va in putrefazione ed è inutile al nutrimento. Ma quello putrefatto risorge verdeggiante e caduto piccolo risorge bellissimo. Il frumento è fatto per noi. Per il nostro uso il frumento e i semi sono fatti, non per se stessi. Quelle cose che per noi sono state create, morte rivivono, e noi, motivo per i quali esse vivono, morti non risorgeremo?


E` tempo d`inverno, come vedi. Gli alberi sono come morti. Dove ora le foglie del fico? Dove i grappoli della vite? Nell`inverno questi sono morti e nella primavera verdeggianti e quando viene il tempo, allora, come dalla morte, rinasce la forza della vita. Dio guardando la tua infedeltà in queste cose fenomeniche opera ogni anno la risurrezione perché, vedendo ciò nell`inanimato, lo ritieni anche sull`animato.


 


(Cirillo di Gerus., Catech., 18, 5-7)


 


 


4. Attendiamo il giorno della risurrezione


 


Come è simile il morto a colui che si è addormentato, la morte al sonno, la risurrezione al mattino!


Un giorno splenderà in noi la verità come luce nei nostri occhi, guarderemo la morte come immagine del sonno che desta inquietudine.


Folle chi vede che il sonno finisce la mattina, e crede che la morte sia un sonno che dovrà durare in eterno!


Se la speranza ravviva i nostri occhi, vedremo ciò che è nascosto: il sonno della morte finirà un mattino.


Svanirà il meraviglioso profumo del tesoro della vita nel corpo, nella dimora dell`anima, donde era uscito.


Bellissimo sarà il corpo, diletto tempio dello Spirito, rinnovato si muterà nella casa della beata pace.


Allora squillerà la tromba sulle sorde arpe: «Svegliatevi, cantate gloria davanti allo Sposo! «.


Si sentirà un`eco di voci quando si apriranno i sepolcri, tutti prenderanno le arpe per suonare il canto di lode.


Sia ringraziato il Signore che ha esaltato Adamo, anche se poi il superbo l`ha umiliato nel baratro!


Gloria a lui quando umilia, gloria a lui quando risuscita. Anche la cetra suoni a Dio nel giorno della risurrezione!


 


(Efrem, Carmen Nisib., 70)