00 16/10/2013 08:27
XXIX DOMENICA

Letture: Esodo 17,8-13a
2 Timoteo 3,14; 4,2
Luca 18,1-8

1. Non molte parole nella preghiera, ma pregare sempre

Credete, o fratelli, che Dio non sappia di che abbiamo bisogno? Conosce e prevede i nostri desideri, lui che conosce bene la nostra povertà. Perciò, quando insegnò a pregare, disse anche ai discepoli di non essere verbosi nelle loro preghiere: "Non dite molte parole; il Padre vostro sa già di che avete bisogno, prima che glielo chiediate" (Mt 6,7). Ma se il Padre nostro sa di che abbiamo bisogno già prima che glielo chiediamo, che bisogno c`è di chiederglielo, sia pur brevemente? Che motivo c`è per la stessa preghiera, se il Padre sa di che abbiamo bisogno? Par che dica: Non chiedere a lungo; so già che cosa ti serve. Ma, Signore mio, se lo sai, perché dovrei chiederlo? Tu non vuoi ch`io faccia una lunga preghiera. Ma, mentre in un luogo si dice: "Quando pregate, non usate molte parole" (Mt 6,7), in un altro si dice: "Chiedete e vi sarà dato" (Mt 7,7), e perché non si pensi che sia una frase detta casualmente, viene anche aggiunto: "Cercate e troverete (ibid.)". E poi ancora, perché si capisca che la cosa è detta di proposito, dice a modo di conclusione: "Bussate e vi sarà aperto (ibid.)". Vuole, dunque, che tu chieda, perché possa ricevere; che cerchi, per trovare; che bussi, per entrare. Ma se il Padre sa già di che abbiamo bisogno, perché chiedere perché cercare, perché bussare? Perché affaticarci a chiedere, a cercare, a bussare? Per istruire colui che sa tutto? In altro luogo troviamo le parole del Signore: "Bisogna pregare sempre, senza venir mai meno" (Lc 18,1). Ma se bisogna pregare sempre, perché dice di non usar molte parole nella preghiera? Come faccio a pregar sempre, se devo finir presto? Da una parte mi si dice di pregar sempre, senza venir mai meno, e dall`altra di essere breve. Che cosa è questo? E per capire questo, chiedi, cerca, bussa. E` astruso, ma per allenarti. Dunque, fratelli, dobbiamo esortare alla preghiera noi e voi. In questo mondo, infatti, non abbiamo altra speranza che nel bussare con la preghiera tenendo per certo che, se il Padre non dà qualche cosa, è perché sa che non è bene. Tu sai che cosa desideri, ma lui sa che cosa ti giova. Pensa di essere malato - e siamo malati, perché la nostra vita è tutta una malattia e una lunga vita non è che una lunga malattia. Immagina, allora, che vai dal medico. Ti vien di chiedere che ti faccia bere del vino. Non t`è proibito di chiederlo, purché non ti faccia male. Non esitare a chiedere, non indugiare; ma se te lo nega, non ti scomporre. Se è cosí col medico della tua carne, quanto piú con Dio, Medico, Creatore e Redentore della carne e anima tua?

(Agostino, Sermo 80, 2)


2. Valore della preghiera

La preghiera è il sacrificio spirituale, che annulla gli antichi sacrifici. "Che mi serve la moltitudine dei vostri sacrifici? Ne ho fin troppo dei sacrifici dei vostri arieti e sono stanco del grasso di agnelli e del sangue di tori e di capri. Chi vi ha chiesto queste cose?" Ciò che Dio chiede, lo dice il Vangelo: "Verrà il tempo che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è spirito" e cosí vuole i suoi adoratori (cf. Gv 4,21.23). E noi siamo veri adoratori, se preghiamo in spirito e in spirito offriamo in sacrificio la nostra preghiera, come dono a Dio, appropriato e gradevole: il dono ch`egli vuole, il dono ch`egli va cercando. Questa è l`offerta che dobbiamo portare all`altare di Dio, nata dall`intimo del cuore, nutrita di fede, accomodata dalla verità, piena d`innocenza, pura di castità, coronata dall`agape fraterna, accompagnata dallo splendore delle buone opere, allietata da canti e inni; ed essa ci otterrà tutto da Dio.
Che cosa infatti Dio potrà negare a una preghiera che nasce dallo spirito e dalla verità, come lui la vuole? Quante testimonianze possiamo leggere e sentire della sua efficacia! L`antica preghiera liberava dal fuoco, dalle bestie e dalla fame, eppure non aveva ricevuto forma da Cristo. Quanto piú, dunque, può ottenere la preghiera cristiana! Non ferma l`angelo della rugiada in mezzo alle fiamme, non chiude la bocca dei leoni, non porta agli affamati il pranzo dei contadini, non porta via la sensazione del dolore; ma istruisce nella sofferenza coloro che sentono il dolore, accresce la grazia, perché la fede, comprendendo che cosa soffra per il nome di Dio, conosca che cosa riceve da Dio.
Nel Vecchio Testamento la preghiera infliggeva piaghe, disperdeva eserciti nemici, sospendeva l`irrorazione delle piogge. Ora invece la preghiera allontana ogni ira di Dio, veglia per i nemici, supplica per quelli che perseguitano. E` strano che strappi acque celesti, quella preghiera che poté far venire fuoco dal cielo? Solo la preghiera vince Dio; ma Cristo non volle che operasse alcun male, le diede solo la virtù di fare il bene. Perciò non sa far altro che richiamare i defunti dal cammino della morte, rinforzare i deboli, restaurare i malati, liberare gl`indemoniati, aprire le carceri, sciogliere le catene degli innocenti. E` la preghiera che cancella i delitti, allontana le tentazioni, pone fine alle persecuzioni, consola i pusillanimi, dà gioia ai forti, guida i pellegrini, doma le tempeste, blocca i ladri, nutre i poveri, consiglia i ricchi, rialza coloro che son caduti, sostiene quelli che stanno per cadere, consolida quelli che stanno in piedi.
La preghiera è la fortificazione della fede, armatura contro il nemico che ci aggredisce da ogni parte. Ricordiamola quando siamo di sentinella di giorno e quando vegliamo di notte. Sotto le armi della preghiera custodiamo lo stendardo del nostro imperatore, aspettiamo in preghiera la tromba dell`angelo.
Pregano anche tutti gli angeli, prega ogni essere creato, pregano le greggi e le bestie feroci e s`inginocchiano, e uscendo dalle stalle e dalle tane si voltano al cielo e a loro modo muovono il loro spirito. Anche gli uccelli, appena svegli, s`innalzano verso il cielo, stendono le ali in forma di croce e dicono qualcosa che sembra una preghiera. Che volete di piú per il valore della preghiera? Anche il Signore pregò, e a lui sia lode e benedizione nei secoli dei secoli.

(Tertulliano, De oratione, XXVIII, 1-4; XXIX, 1-4 )


3. La preghiera di Cristo

«E passò la notte in preghiera a Dio». Ecco che ti viene indicato un esempio, ti viene offerto un modello da imitare. Cosa non dovrai tu fare per la tua salvezza, mentre per te Cristo passa la notte in preghiera? Cosa ti conviene fare, quando vuoi intraprendere qualche opera buona, se consideri che Cristo, al momento di inviare gli apostoli, ha pregato, e ha pregato da solo? Se non mi sbaglio, in nessun luogo si trova che egli ha pregato insieme con gli apostoli: ovunque egli prega da solo. Il disegno di Dio non può essere disturbato da desideri umani, e nessuno può essere partecipe dell`intimo pensiero di Cristo.

(Ambrogio, In Luc., 5, 43)


4. Perseveranza nella preghiera

"Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né la mia preghiera né la sua misericordia". Sono in relazione con quel passo ove ha detto: "Venite, ascoltate, e vi racconterò, tutti voi che temete Dio, quante cose egli ha fatte all`anima mia" (Sal 65,16). Dette le cose che avete ascoltate e giunto alla fine, cosí ha concluso: "Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né le mie preghiere né la sua misericordia". In questo modo colui che parla giunge alla risurrezione, dove per la speranza siamo anche noi; o, meglio, chi pronunzia questa invocazione siamo anche noi, e tale voce è anche la nostra voce. Finché dunque siamo qui in terra, preghiamo Dio affinché non rimuova da noi la nostra preghiera né la sua misericordia: cioè, affinché con perseveranza noi preghiamo e con perseveranza egli abbia misericordia di noi. Molti infatti stentano a pregare; e, mentre all`inizio della loro conversione pregano con fervore, dopo pregano svogliatamente, poi con freddezza, e quindi con frequenti omissioni: quasi fossero divenuti sicuri! E` sveglio il nemico, e tu dormi? Il Signore stesso ci ha ordinato nel Vangelo: "E` necessario pregare sempre e non venir meno" (Lc 18,1). E propone la parabola di quel giudice ingiusto che non temeva Dio né aveva rispetto per gli uomini e al quale ogni giorno si rivolgeva, per essere udita, quella vedova. Fu vinto dalla importunità il giudice cattivo che non era stato piegato dalla compassione; e dentro di sé cominciò a dire: "Io, veramente, non temo Dio né ho rispetto per gli uomini; tuttavia, per la noia che ogni giorno mi arreca questa vedova, ascolterò la sua causa e le renderò giustizia". E aggiunge il Signore: "Se un giudice iniquo ha agito cosí, il Padre vostro non vendicherà i suoi eletti, che a lui gridano giorno e notte? Anzi, vi dico: Renderà loro giustizia al piú presto" (Lc 18,4-8). Non cessiamo dunque mai di pregare. Quanto ha promesso di darci, anche se ci viene rinviato, non ci viene tolto. Sicuri della sua promessa, non cessiamo di pregare, sapendo che anche questo è suo dono. Ecco perché dice il salmo: "Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né la mia preghiera né la sua misericordia". Quando vedrai che la tua preghiera non è allontanata da te, sta` tranquillo!, non è rimossa da te neppure la sua misericordia.

(Agostino, Enarr. in Ps., 65, 24)


5. Fine e perfezione della preghiera

Essendo [Gesú] la fonte inviolabile della santità, non aveva bisogno per ottenere la purificazione dell`aiuto della segregazione dal mondo e del soccorso della solitudine esteriore... e tuttavia "si ritirò solo sul monte a pregare" (Mt 14,23). Volle con ciò insegnarci, dandocene l`esempio, che anche noi, se vogliamo consultare Dio con cuore puro e integro negli affetti, dobbiamo del pari appartarci da ogni inquietudine e confusione delle folle, affinché, pur dimoranti ancora nel corpo, possiamo gustare in certa misura quella beatitudine che è promessa in futuro ai santi, e sia possibile almeno in parte per noi che "Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28).
Allora, infatti, si potrà dire perfettamente adempiuta in noi quella preghiera rivolta al Padre dal nostro Salvatore a favore dei suoi discepoli: "Perché l`amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv 17,26), e ancora: "Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siamo anch`essi in noi una cosa sola" (Gv 17,21). Quando quell`amore perfetto, con il quale egli ci ha amato per primo (cf.1Gv 4,10), sarà trasfuso anche nell`affetto del nostro cuore, sarà compiuta questa preghiera del Signore che noi crediamo non possa in alcun modo venir cancellata.
Se cosí avverrà, dato che ogni amore, ogni desiderio, ogni impegno, ogni sforzo, ogni nostro pensiero, tutto ciò che vediamo, quel che diciamo, quanto operiamo e speriamo avrà Dio come fine, l`unità che è ora del Padre con il Figlio, e del Figlio con il Padre, sarà trasfusa nei nostri sensi e nella nostra mente. E come Dio ci ama di un amore puro e sincero, anche noi saremo uniti a lui da carità perpetua e inseparabile; uniti a lui in tal modo, qualunque cosa speriamo, pensiamo o parliamo, sarà Dio; in lui, infatti, raggiungeremo quel fine di cui abbiamo parlato e che lo stesso Signore pregando auspica che si compia in noi: "Che tutti siano una cosa sola, come noi siamo una cosa sola, io in loro e tu in me, affinché siano anch`essi perfetti nell`unità" (Gv 17,22-23). E inoltre: "Padre, voglio che quelli che mi hai dato, dove sono io, siano anche loro con me (ibid.)". Questo il destino del solitario [monaco], tale deve essere il suo intento, sí da meritare di possedere in questo corpo mortale un`immagine della futura beatitudine, avere quaggiú in qualche modo una caparra della celeste conversazione e della gloria che qui ha il suo inizio.

(Giovanni Cassiano, Collationes, 10, 6 s.)