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XII DOMENICA

 

Letture: Zaccaria 12,10-11

Galati 3,26-29

Luca 9,18-24

 

 

1. Confessione di Pietro

 

"Ed egli disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Il Cristo di Dio»" (Lc 9,20). Non è senza interesse l`opinione della folla: gli uni credevano che fosse risorto Elia, che ritenevano dovesse tornare, altri che fosse risorto Giovanni, che sapevano che era stato decapitato, o qualcuno degli antichi profeti (cf. Lc 9,19; cf. Mt 16,14). Ma cercare i motivi di queste diverse opinioni è al di sopra delle nostre forze: diverse sono le opinioni e la prudenza di ciascuno. Del resto, se è stato sufficiente all`apostolo Paolo non conoscere altro che Cristo Gesú e questo crocifisso (cf. 1Cor 2,2), che cosa debbo desiderare io di conoscere piú del Cristo? In questo solo nome è espressa la divinità, l`Incarnazione, la fede e la Passione. E sebbene gli apostoli lo sappiano anche loro, Pietro risponde a nome di tutti: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Egli ha riassunto ogni cosa, esprimendo la natura e il nome che comprende la somma delle virtù...

Credi dunque nel modo in cui ha creduto Pietro, per poter essere anche tu beato, e meritare anche tu di sentirti dire: "Perché non la carne e il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli" (Mt 16,17). La carne e il sangue possono, infatti, rivelare solamente ciò che è terrestre; mentre chi parla in spirito dei misteri, non si fonda sugli insegnamenti della carne e del sangue, ma sull`ispirazione divina. Non appoggiarti quindi sulla carne e sul sangue, per non finire col prendere ordini dalla carne e dal sangue, e divenire tu stesso carne e sangue...

Pietro non ha aspettato di sapere l`opinione del popolo, ma ha espresso subito la sua dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Colui che è, è sempre, non comincia ad essere, né finisce di essere. Ebbene, la bontà di Cristo è grande: egli dona ai suoi discepoli quasi tutti i suoi nomi. "Io sono" - egli ha detto - "la luce del mondo" (Gv 8,12): e questo nome di cui egli si gloria, lo ha dato ai suoi discepoli dicendo: "Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,14). "Io sono il pane vivo" (Gv 6,51) ha detto, "e tutti noi siamo un solo pane" (1Cor 10,17). Ancora: "Io sono la vera vite", dice di sé (Gv 15,1), e a te dice: "Ti ho piantato come una vite fruttuosa, tutta vera" (Ger 2,21). Cristo era la pietra: "Bevevano infatti dalla pietra spirituale che li accompagnava, e la pietra era Cristo" (1Cor 10,4); e Cristo non rifiuta la grazia di questo nome al suo discepolo affinché anch`egli sia Pietro, in modo che abbia della pietra la solidità della costanza, la fermezza della fede.

Sforzati anche tu di essere pietra. Cercala in te questa pietra, non al di fuori di te. La tua pietra è la tua azione, la tua pietra è il tuo spirito. Sopra questa pietra si costruisce la tua casa, in modo che nessuna tempesta, scatenata dagli spiriti malvagi, possa rovesciarla. La tua pietra è la fede, e la fede è il fondamento della Chiesa. Se tu sarai pietra, sarai nella Chiesa, perché la Chiesa poggia sulla pietra. Se sarai nella Chiesa, le porte dell`inferno non prevarranno contro di te. Le porte dell`inferno sono le porte della morte, e queste non possono essere le porte della Chiesa.

Ma che cosa sono allora le porte della morte, ossia le porte dell`inferno, se non le diverse specie di peccato? Se tu avrai fornicato, avrai varcato le porte della morte. Se ferisci la buona fede altrui, ti apri le porte dell`inferno. Se hai commesso un peccato mortale, sei entrato per le porte della morte. Ma Dio ha il potere di farti uscire dalle porte della morte, a condizione che tu proclami le sue lodi alle porte della figlia di Sion (cf. Sal 9,14). Invece le porte della Chiesa sono quelle della castità, quelle della giustizia, che il giusto è solito varcare clicendo: "Apritemi le porte della giustizia, ed io, entrato in essa, loderò il Signore" (Sal 117,19). E come la porta della morte è la porta dell`inferno, cosí la porta della giustizia è la porta di Dio: "Questa" - infatti - "è la porta del Signore, i giusti vi entreranno" (Sal 117,20). Fuggi perciò l`ostinazione nel peccato, in modo che le porte dell`inferno non possano prevalere: se infatti il peccato sarà il tuo padrone, la porta della morte trionfa.

 

(Ambrogio, In Luc., 6, 93 s. 97-99 )

 

 

2. La rinunzia a se stesso

 

Il Signore ci dice di rinunziare alle cose nostre, se vogliamo andare con lui, perché quando andiamo alla prova della fede, dobbiamo affrontare gli spiriti maligni. Ma questi spiriti non posseggono niente di questo mondo. Dobbiamo lottare, perciò, nudi contro nudi. Perché se uno combatte vestito contro uno che è nudo, facilmente viene gettato a terra, perché ha piú modo di essere afferrato. Che cosa sono, infatti, tutte le cose terrene, se non dei vestiti del corpo? E, allora, chi va a combattere col diavolo, si spogli, se non vuol soccombere. Non possegga nulla in questo mondo, o non sia attaccato a nulla, non cerchi piaceri nelle cose periture, perché ciò di cui si copre, non diventi strumento della sua caduta. E neanche basta lasciar le cose nostre; bisogna lasciar noi stessi. Ma che vuol dire lasciar noi stessi? Dove andremo fuori di noi, se lasciamo noi stessi? O chi è che va, se uno lascia se stesso? Ma una cosa siamo nella caduta del peccato e un`altra nella genuina creazione, una cosa è ciò che abbiam fatto di noi stessi e altra è ciò che siamo stati fatti. Sforziamoci, allora, di lasciare quello che abbiam fatto di noi stessi col peccato e di restare quello che siamo stati fatti attraverso la grazia. Ecco, chi è stato superbo, se convertendosi a Cristo è diventato umile, questo ha lasciato se stesso. Se un lussurioso s`è ridotto alla continenza, questi ha rinnegato se stesso. Se un avaro ha smesso di agognar ricchezze e lui, che rapiva l`altrui, ha imparato a donare il suo, senza dubbio questi ha lasciato se stesso. E` ancora lui, quanto a natura, ma non è piú lui, quanto a peccato. Perciò fu scritto: "Converti gli empi e non saranno piú" (Pr 12,7). Gli empi convertiti non sono piú, non quanto alla loro essenza, ma quanto alla colpa di empietà. Allora, dunque, lasciamo noi stessi, quando evitiamo ciò che era il nostro uomo vecchio e ci sforziamo d`essere l`uomo nuovo. Riflettiamo come aveva rinnegato se stesso Paolo, quando diceva: "Non sono piú io che vivo" (Gal 2,20). Era finito il persecutore ed era cominciato a vivere il pio predicatore. E aggiunge subito: "Ma vive il Cristo in me"; come se volesse dire: Io sono morto, perché non vivo secondo la carne, ma essenzialmente non sono morto, perché spiritualmente vivo in Cristo. Dica, dunque, la Verità:"Se uno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso" (Lc 9,23). Se uno non rinunzia a se stesso, non s`avvicina a chi è sopra di lui e non prende ciò che è fuori di lui, se non sacrifica se stesso. I broccoli devono essere trapiantati, per sviluppare; cioè, sono sradicati per crescere. I semi marciscono in terra, per moltiplicarsi. Mentre sembra che perdano ciò che erano, ricevono ciò che non erano.

 

(Gregorio Magno, Hom., 32, 2)

 

 

3. Lascia tutto e troverai tutto

 

Sii persuaso che tu devi vivere come chi sta per morire; e che quanto piú uno muore a se stesso, tanto piú comincia a vivere per Dio. Nessuno è atto a comprendere le cose di Dio se non si sarà sottoposto a tollerare per Cristo le avversità. Nulla vi è di piú gradito a Dio, nulla vi è di piú salutare per te in questo mondo, che patire volentieri per Cristo.

E se ti fosse lasciata libertà di scelta, ti converrebbe piuttosto desiderare di soffrire contrarietà per amore di Cristo, che esser deliziato da tante consolazioni; perché, cosí, saresti piú simile a Cristo e piú conforme ai santi; infatti il nostro merito e la perfezione del nostro stato non consiste nell`avere molte soavi consolazioni, ma piuttosto nel saper sostenere i grandi dolori e le avversità...

Figlio, tu non potrai mai possedere una perfetta libertà fino a quando non avrai rinnegato te stesso completamente. Sono incatenati tutti coloro che posseggono dei beni contro la povertà; coloro che sono egoisti, avari, curiosi, girovaghi, sempre alla ricerca di ciò che è piacevole, non di ciò che si riferisce a Gesú Cristo; quelli che sempre costruiscono e compongono un edificio che non si reggerà. Perirà infatti tutto ciò che non è nato da Dio. Ritieni bene questa massima, breve ma densa: Lascia tutto e troverai tutto.

Lascia la cupidigia e troverai la quiete. Rumina bene questa cosa nella tua mente e quando l`avrai penetrata capirai tutto.

 

(De imitatione Christi, 2, 12, 14; 3, 32, 1)

 

 

4. Colloquio con Dio dal fondo del cuore

 

La mano tua che tutte le anime aduna

e crea tutti gli esseri,

a strumento di morte l`hai inchiodata,

e l`emblema della croce,

per spezzare la mia audacia

che al tuo voler mi oppone.

 

(Gregorio di Narek, Liber orat., 36, 1)