00 16/11/2012 20:44

XXVI LEZIONE

 

 

Capitolo 22 (continuazione)

 

 

vv. 6-21 - lettura

Come è bella la conclusione della Bibbia: "Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!" (vv. 20-21). Contiene un augurio, esprime una grande gioia.

 

In questi ultimi versetti ricomincia un dialogo che vede come protagonisti - quasi come all'inizio - Giovanni, Gesù e l'assemblea. Potremmo dire che è finita l'esposizione profetica e che adesso interviene l'assemblea con la parola conclusiva:"Amen!"(=così è).

 

Nell'ultimo capitolo vengono ripresi diversi elementi iniziali del libro: la presentazione di Giovanni come profeta, l'angelo che entra in comunicazione con lui, il Signore Gesù che parla in prima persona.

E l'assemblea, alla fine, è diventata "Lo Spirito e la sposa" (v. 17); cioè l'assemblea, istruita da quanto scritto nell'Apocalisse, è arrivata a sentire esattamente le stesse cose dello Spirito. E' quanto ci viene consigliato a livello personale:"Chiedete e vi sarà dato...". Io credo che, secondo la spiegazione fornita dagli esperti di vita spirituale, per chiedere e per ottenere ciò che vogliamo, noi dovremmo essere sintonici con Dio; dovremmo conoscere noi stessi e Lui tanto profondamente da richiedere solo quanto rappresenta il nostro bene. Quando questo accade lo Spirito e la sposa dicono:"Vieni!" (v. 17).

La nostra anima potrebbe essere paragonata alla sposa di Cristo che chiede soltanto quanto il Signore vuole già concederle. E questo vale per noi, ma anche per il mondo intero.

 

E' importante la preghiera che ci pone non solo in comunicazione, ma anche in comunione profonda con Dio. Questa sintonia, questa comunione si ha nella Messa, grande maestra di preghiera. Come disse il Papa ai giovani nell'incontro di Como: nella Messa si raggiunge in un tempo tanto limitato una perfezione assoluta di preghiera, in quanto in essa ne sono presenti tutti i tipi (la richiesta di perdono, la lode, la domanda di aiuto, il ringraziamento) riuniti in una situazione sacramentale, cioè di intima unione tra Dio e l'uomo.

Ricordiamo che lo Spirito e la sposa insieme invocano:"Vieni!". Cristo sostiene la sua sposa: (v. 16): "Io, Gesù, ho mandato il mio angelo...".

 

La Chiesa è in cammino; ma non può mai togliere gli occhi da Cristo e dai suoi inviati. La storia della Chiesa appare come un insieme di tratti agevoli, difficili e pericolosi proprio come quelli di un strada sterrata. Ma quella è la strada tracciata: la strada della nostra vita.

 

v. 14

"Beati coloro che lavano le loro vesti...". Cristo è colui che alla Chiesa dona forza e vita.

 

v. 15

Sappiamo che gli ebrei definivano "cani" i prostituti sacri, perché ritenuti - come i maiali - fra gli animali impuri per eccellenza. Per questo motivo sono elencati insieme ai "...fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna!".

 

Nei vv. 14 e 15 è presente anche il mistero dell'esclusione: sono menzionati i beati ma anche gli esclusi. Però non si può sostenere che il Signore non ci abbia avvertiti: l'essere compresi fra i beati dipende dalle nostre opere.

 

Riandiamo ora a un brano del Vangelo di Marco che riassume tutta l'Apocalisse e precisamente al cap. 1,15: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo.". Queste sono le primissime parole di Gesù nel Vangelo e l'annuncio ne sintetizza tutta l'opera.

Il tempo è compiuto. Ecco la dinamica del "già" e "non ancora"; ecco la buona notizia che però si accompagna sempre all'appello alla conversione.

Conclusione e considerazioni finali

 

 

Ho raccolto in cinque tematiche le considerazioni conclusive sull'Apocalisse.

I - La concezione di Dio

Nel nostro libro ci troviamo di fronte, prima di tutto, a un Dio trinitario: il Padre, l'Agnello immolato che siede sul trono, lo Spirito che parla alle Chiese. Un Dio "che era, che è e che viene", ma che a un certo punto diventa "Colui che era e che è". Si tratta di un Dio che compie la sua missione nella storia e che affianca a sé i suoi santi per combattere contro il male. Il Signore non è uno spettatore ma un attore che dà il suo contributo e conduce la storia. Non per nulla una delle definizioni più belle dell'Apocalisse (da noi applicata anche a Gesù) recita: "Io sono l'Alfa e l'Omega" (v. 13), ossia il primo e l'ultimo, il principio e la fine: il Vivente.

 

Quando preparo le letture liturgiche per i funerali scelgo volentieri quella abbinata all'espressione del salmo che dice: "In te spero, o Signore, Dio dei viventi", perché il Vivente non può essere il Dio dei morti, ma di coloro che continuano a vivere per l'eternità.

Questa è una bellissima concezione di Dio che poi scopriamo come il "Fedele" e il "Verace" (19,11). Non può che essere così il Signore della storia, che è l'unico da adorare.

 

II - La Chiesa che cammina nella storia è un'altra grande protagonista dell'Apocalisse. Come ogni comunità paga alla storia il prezzo di essere umana. E' inevitabile.

Dobbiamo abituarci ai tempi lunghi della Chiesa, che è comunque fedele al suo Signore da duemila anni, sia pure con tutti gli errori tipici degli uomini, e custode del patrimonio della fede. E questo è importante.

 

Il sangue dei martiri ha irrorato la Chiesa e l'ha aiutata a crescere. Quindi, anche oggi il sangue dei martiri appare indispensabile; occorre qualcuno che si sacrifichi per l'ideale.

 

La Chiesa è la sposa sempre bisognosa di purificazione (ma comunque scelta dal Signore) che diventa l'autentica via di salvezza. In ogni caso è sposa fedele, nonostante le infedeltà dei singoli.

E' l'unica istituzione che conta duemila anni di storia nel segno della continuità e di conseguenza può permettersi di scusarsi per il male causato agli altri. Non avviene così, ad esempio, per i crimini del comunismo e dello stalinismo in quanto manca la continuità rispetto ai passati regimi.

 

 

 

III - Il potere temporale che nell'Apocalisse gode di cattiva fama.

Il potere romano - in questo caso - e il potere temporale in generale non sono malvisti soltanto in quanto persecutori, ma anche in quanto idolatri. Portano infatti gli uomini alla menzogna e li coinvolgono nell'inganno. Credo, allora, che si debba smascherare l'inganno insito in ogni potere materialista, che diventa adoratore di se stesso e della propria potenza e che fa della menzogna il suo fondamentale stato di vita.

Notiamo, per inciso, che anche la Chiesa durante la sua storia ha subito le tentazioni del potere sia nelle sue gerarchie che nei suoi membri comuni.

 

IV - Il giudizio, tema che fa da sottofondo ai molti passi del nostro libro.

Poiché Dio guida una comunità che vive nella storia, ecco che arriva il momento supremo del giudizio. Ma stiamo attenti a non prendere in considerazione soltanto il giudizio finale. Il giudizio è anche sul bene e sul male di oggi.

Usiamo allora un termine più sfumato, che possiamo applicare a noi stessi: il discernimento, che significa capire ciò che è bene e ciò che è male per avere una condanna intransigente per il male, ma un occhio di misericordia per il peccatore.

Ed io apprezzo, anche in questo caso, l'opera spesso impopolare che la Chiesa conduce oggi in difesa di alcuni principi fondamentali. La comunità cristiana deve aggiornarsi sul modo migliore di comunicare per poter proclamare al mondo la verità.

 

V - La comunione profonda che esiste nell'Apocalisse tra l'Agnello e il cristiano.

L'Agnello versa il sangue nel quale il cristiano deve lavare la propria veste diventando un'unica cosa con Lui. L'Agnello coinvolge i santi nella preghiera e nel combattimento contro il dragone; è seduto sul trono e giudica insieme ai santi che lo circondano. Ed il cristiano è chiamato ad essere in piena comunione con l'Agnello, il quale a sua volta coinvolge con tutte le sue forze il cristiano in questa unione perfetta.

Possiamo ricordare in proposito un brano del Vangelo di Giovanni (21,15 e segg.) in cui Pietro, così debole, è perseguitato dalla grazia al punto che Gesù stesso gli affida le sue "pecorelle". Questo ci dà un'idea della comunione profonda con Cristo che ognuno di noi deve cercare corrispondendo alla grazia.