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Scittura, Tradizione e Magistero

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    ulisseitaca
    00 12/11/2012 18:38

    Scrittura, Tradizione e Magistero sono così connessi fra di loro che stanno insieme o insieme cadono

    Quesito

    Buon  pomeriggio Padre Angelo,   spero  che stia bene e che sia soddisfatto del suo cammino verso Dio.   Volevo  chiederle delucidazioni relative a cosa s'intende esattamente per tradizione.   Le  espongo quello che sono riuscito a capire.   1)  Abbiamo la Tradizione degli apostoli, cioè quello che ci hanno trasmesso e che  non sono solo i testi ispirati del canone del nuovo testamento, poiché anche  questi sono frutto della tradizione di chi li ha ritenuti ispirati. Sempre  dalla tradizione antica abbiamo ricevuto altre cose, come le riflessioni dei  padri della Chiesa o il Simbolo degli apostoli, che riassume le verità della  nostra fede.   2) La  tradizione vivente è infallibile quando ritiene vera una certa dottrina, quando  cioè dal papa all'ultimo fedele battezzato sono concordi nel ritenere vera una  dottrina. In questo caso non dovrebbe contare il numero di persone in senso di  quantità, ma la qualità delle persone che deve rappresentare ogni membro della  Chiesa (papa, cardinale,vescovo, sacerdote, diacono, uomini e donne sposate,cresimati  e semplici battezzati) e per ciascuna categoria non ci deve essere una sola  persona, poiché Cristo è in mezzo a due persone o più..   3) La  tradizione vivente è garantita da Cristo ed è una conferma al magistero della  Chiesa per mezzo dello Spirito Santo, perché se il magistero (i pastori, la  gerarchia) guidano il popolo di Dio, anche il popolo di Dio deve aderire  all'insegnamento dei loro pastori e questo può avvenire solo grazie allo  Spirito; ed anche in questo caso dal Papa fino all'ultimo fedele battezzato si  ritiene infallibile il magistero e pertanto lo si accetta: quindi si può dire  che dalla tradizione nasce anche il magistero, assieme al canone delle  scritture, anche se poi dopo ognuno è autonomo nel suo ambito?   Grazie  per l'attenzione. Francesco


    Risposta del sacerdote

    Caro  Francesco, 1. si  può dire, sì, che dalla Tradizione nasce il magistero, ma si può dire anche che  il Magistero fissa la Tradizione. In  realtà Scrittura, Tradizione e Magistero sono così connessi fra di loro che  stanno insieme o insieme cadono, come ricorda la Dei Verbum del Concilio Vaticano II.

    2. Ecco  il testo della Dei Verbum: “E'  chiaro dunque che la sacra tradizione, la sacra scrittura e il magistero della  chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e  congiunti che non possono indipendentemente sussistere, e che tutti  insieme, ciascuno secondo il proprio modo, sotto l'azione di un solo Spirito  santo, contribuiscono efficacemente alla Salvezza delle anime” (DV 10).

    3. Infatti la Sacra Scrittura ci è data dalla Tradizione ed  è garantita dal Magistero.   La Scrittura rimanda alla tradizione per la sua corretta  interpretazione e fonda il Magistero.   Il Magistero a sua volta dichiara ciò che appartiene alla  Sacra Scrittura e alla Sacra Tradizione.

    Ti saluto, ti ricordo al Signore  e ti benedico.   Padre Angelo

    da amicidomenicani

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    Credente
    00 13/11/2012 13:15
    Caro Ulisse,
    su questo tema, posso fornirti un contributo di G.Cattafesta che mi pare molto esplicativo.

    Tradizione = trasmissione di una cosa (dottrina) da una persona all'altra. La tradizione di dottrina si può fare tanto oralmente quanto per iscritto. "Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così della nostra parola, come dalla nostra lettera" (2 Tess 2,15).

    Quando i Cattolici si appellano alla tradizione, come fonte di rivelazione, intendono parlare di quella dottrina che non è scritta nella Bibbia, ma che agli inizi fu trasmessa oralmente e ben presto fu fissata per iscritto, per meglio conservare la memoria. La tradizione può essere umana o divina, secondo che l'autore è stato l'uomo oppure Dio.

    Quando Dio comunica una Rivelazione agli uomini senza dare l'espresso ordine di scriverla, questa è una vera e propria Tradizione. La trasmissione successiva di quella data rivelazione può farsi oralmente o per iscritto: quello che importa è che la Rivelazione parta da Dio.

    Quale tradizione Cattolica non si deve intendere ogni tradizione esistente nella Chiesa, ma solo quella che riguarda la Fede e la Morale. La tradizione ufficiale della Chiesa quale fonte di Rivelazione è rappresentata da quel complesso di verità che sempre e da tutte le testimonianze ecclesiastiche sono state presentate quale oggetto da credere e programma pratico da vivere.

    Soltanto nelle prime decadi dell'era cristiana si tramandarono a viva voce le cose appartenenti alla fede: in seguito si fissarono per iscritto. Grazie a questi documenti scritti ci è lecito scoprire sicuramente quale sia stato l'insegnamento della chiesa attraverso i tempi.

    Le principali fonti dellla Tradizione cattolica sono:

    a) Simboli o professioni di fede. Il più antico e più noto è quello che risale al tempo degli Apostoli = Simbolo Apostolico; seguono quello Niceno-Costantinopolitano (325 d.c.) e (381d.c.) (Concilio di Nicea e di Costantinopoli).

    b) Liturgia della messa

    c) Concili

    d) Padri della Chiesa,dalle seguenti note: dottrina ortodossa, santità di vita, riconoscimento della chiesa, antichità; l'epoca dei Padri è ritenuta chiusa in Oriente con S. Giovanni Damasceno (749) e in occidente con S. Isidoro di Siviglia (636). La "Dei Verbum" insegna che la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirasti, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei tempi. Gli Apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli di attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per lettera (cfr 2Tess 2,15) e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre: "Carissimi, avevo un grande desiderio di scrivervi riguardo alla salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte" (Ind 3).

    Ciò che fu trasmesso dagli Apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede, e così, la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Questa tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità.

    Le asserzioni dei Padri attestano la vivificante presenza di questa tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. E' la stessa tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei Libri Sacri e in essa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse Sacre Lettere. La Sacra Tradizione dunque e la Sacra Scrittura sono strettamente tra loro congiunte e comunicanti.

     

    Poichè ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo una cosa sola e tendono allo stesso fine. Infatti la Sacra Scrittura è Parola di Dio, affidata da Cristo e dallo Spirito Santo agli Apostoli, viene trasmessa integralmente dalla sacra Tradizione ai loro successori, affinchè questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongono e la diffondano; accade così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura. Perciò l'una e l'altra devono essere accettate con pari sentimento di pietà e riverenza.

    La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa. La predicazione di Gesù fu una esposizione orale. Gesù ha predicato e non ha scritto. Ai suoi Apostoli ingiunge di predicare e non di scrivere: "Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28,18). Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15). "Nel mio nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati" (Lc 24,47): "Io ho dato a loro la tua parola" (Gv 17,14).

    Gli Apostoli per vari anni (15 o 20) predicarono il vangelo: "Allora essi partirono e predicavano dappertutto" (Mc 16,20); "Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri undici, parlò a voce alta" (At 2,14) "Vedendo ciò, Pietro disse al popolo ...." (At 3,12); "Stavano ancora parlando al popolo, quando...." (At 4,1) "E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessarono di insegnare e di portare il lieto annuncio" (At 5,42). Il vangelo e gli Atti riassumono l'attività degli Apostoli designandola una predicazione.

    Il messaggio di Gesù è dunque garantita da una autorità viva, parlante e non fissata in un codice. La esplicita ingiunzione da parte di Dio di porre in iscritto la troviamo soltanto nell'Apocalisse (dopo circa 60 anni dalla morte di Cristo) ed a proposito di una dottrina particolare: "Poi udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: beati d'ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perchè le loro opere li seguono, (Ap 14,13)

    La composizione scritta dei vangeli è cominciata almeno 20 anni dopo la morte di Gesù e S. Giovanni scrisse dopo circa 60 anni, mentre la dottrina era gi° stata predicata ed annunziava la remissione dei peccati e la salvezza per la fede in questo vangelo predicato: "Pietro disse: pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati" At 2,38.

    Le lettere degli Apostoli furono destinate a chiese particolari ed occasionate da circostanze accidentali. Sarebbe sbagliato supporre che i destinatari delle lettere di S. Paolo conoscessero solo la dottrina esposta in esse. Tali lettere sono a Chiesa già costituita (ad esempio Filippesi, Colossesi, Efesini) o a persone nel pieno esercizio della loro autorità (Tito, Timoteo). Nelle lettere non vi sono allusioni a vangeli scritti, eppure i fatti principali della vita del Signore erano divulgati già. Le lettere suppongono noto tutto il materiale evangelico, senza che ne diano la minima citazione diretta.

    Durante questo periodo di predicazione apostolica sorgono le chiese organizzate con i loro Vescovi e Presbiteri; si va formando una ben precisa organizzazione che sostituisce l'autorità viva degli Apostoli: all'autorità viva degli Apostoli, succede un'altra autorità viva, quella dei Vescovi e dei Presbiteri. E' questa autorità viva che deve vigilare, redarguire, combattere ed istruire: "Ti scongiuro: annunzia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina..... vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero" 2 Tim 2,2-5.

    Perchè non accada quello che Pietro lamenta nella sua lettera 2 Pt 3,16 "gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre letture" è necessaria un'autorità viva. Entriamo così nel periodo immediatamente posteriore agli Apostoli: è una successione di persone vive che riceve il messaggio apostolico e lo trasmette alle generazioni seguenti. E' vero che le generazioni immediatamente successive agli Apostoli hanno discusso sul messaggio di Gesù, fino ad arrivare alle eresie, nella sua interpretazione errata, ma è pur vero che mai hanno contestato la leggittimità del trapasso di autorità dagli Apostoli ad altri.

    La trasmissione dunque del messaggio evangelico da Gesù agli Apostoli e dagli Apostoli ai loro successori ed incaricati è una trasmissione viva imperniata su una autorità.

    Per poter dubitare della Tradizione Cattolica bisognerebbe che essa fosse storicamente disgiunta dall'epoca apostolica (come per esempio è quella sia dei Protestanti e sia dei Testimoni di Geova).

    La promessa assistenza fino alla fine dei secoli fatta da Gesù Mt 28,20 garantisce che Egli avrebbe impedito che tale Autorità erri nella formazione ed interpretazione della sua Tradizione.

    Poichè la promessa di Gesù fu fatta ad autorità viva (Apostoli) e poichè gli Apostoli affidarono ad altri vivi l'espresso incarico di continuare la loro opera, bisogna concludere che la promessa dell'assistenza di Gesù è legata soltanto a questo genere di successione sancito dagli Apostoli.

    E' vero che durante il primo secolo compaiono i vangeli, ma in nessuno di essi e in nessun altro libro del N.T. si dice che essi soli debbano valere come norma di fede. La loro composizione non annulla la successione vivente di cui si è parlato finora.

    Abbiamo inoltre alcuni accenni di S. Paolo che accertano l'esistenza di una tradizione orale a cui l'Apostolo stesso si appella. In Rm 10.17 dice: "la fede nasce dalla parola"; "Fratelli, ritenete salde le tradizioni che avete ricevuto tanto dalla nostra viva voce, quanto per mezzo della nostra lettera" 2 Tess 2,15.

    Egli stesso, chiamato per ultimo all'apostolato, si sente vincolato alla tradizione che risale ai primi Apostoli: "Poichè io vi ho prima di tutto trasmesso ciò che io stesso ho ricevuto" 1 Cor 15,3. "Vi lodo poi perchè in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse" 1 Cor 11,2. "Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenersi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi" 2 Tess 3,6. "Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso...." 1Cor.11,23. "Molte cose avrei da scrivervi, ma non ho voluto farlo per mezzo di carta e inchiostro; ho speranza di venire da voi e poter parlare a viva voce" 2 Gv 12.

     

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    ulisseitaca
    00 13/11/2012 14:19
    grazie è sicuramente più completo era comunque un contributo che mi pareva interessante