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NOTE

(1) Questa situazione è stata presentata in modo molto spigliato e con stile spontaneo oltre che con gran talento letterario, da C.S. LEWIS, Fern-seed and Elephants and Other Essays on Christianity, ed. by W. Hooper, London 1975. Riflessioni molto pertinenti a proposito di questo problema si trovano anche in E. KÄSTNER, Die Stundentrommel vom Heiligen Berg Athos, Inselverlag 1956. Per una diagnosi della situazione è inoltre consigliabile l'importante opera di J. GUITTON, Silence sur l'essentiel, Paris 1986, pp. 47-58. Per una visione d'insieme della storia dell'esegesi storico-critica si può consigliare W. KÜMMEL, Das Neue Testament. Geschichte der Erforschung seiner Probleme, Freiburg 1958 (tr. it. Il Nuovo Testamento. Storia dell'indagine scientifica sul problema neotestamentario, Bologna 1976).
(2) In ambito protestante si può portare come esempio la Systematische Theologie di P. TILLICH, Stuttgart 1956-1966, in cui i riferimenti scritturistici per i tre volumi occupano due pagine appena, e non a caso. In ambito cattolico si possono citare le ultime opere di K. RAHNER o almeno il suo Grundkurs des Glaubens, Freiburg 1976 (tr. it. Corso fondamentale sulla fede. Introduzione al concetto di cristianesimo, Milano 1984/4) in cui cerca, nella misura del possibile, di mantenere le distanze nei confronti dell'esegesi (p. es. alla p. 25).
(3) Cf. GUITTON, Silence, cit. (n. 1), pp. 56 sgg., R. GUARDINI, Das Christusbild der paulinischen und johanneischen Schriften, Würzburg 1961/2, p. 15. 
(4) Così KÄSTNER, Die Stundentrommel, cit. (n. 1), p. 121, riflessioni simili si trovano in L. KOLAKOWSKI, Die Gegenwärtigkeit des Mythos, München 1973. pp. 95 sg.
(5) Vorrei rinviare particolarmente ai lavori di P. RICOEUR p. es. Le conflit des interprétations. Essai d'herméneutique, Paris 1969 (tr. it. Il conflitto delie interpretazioni, Milano 1982) e in particolare: I. Ermeneutica e strutturalismo e II. Ermeneutica e psicanalisi. Per situare lo stato attuale della questione, è utile consultare P. STUHLMACHER, Vom Verstehen des Neuen Testaments. Eine Hermeneutik, Göttingen 1986. Inoltre vi sono osservazioni importanti in P. TOINET, Pour une théologie de l'exégèse (con prefazione di I. de la Potterie), Paris 1983 si veda anche R. LAURENTIN,Comment réconcilier l'exégèse et la foi, Paris 1984 (tr. it. Come riconciliare l'esegesi con la fede, Brescia 1986), P. GRECH, Ermeneutica e teologia biblica, Roma 1986; P. GRELOT, Evangiles et histoire, Paris 1985; ID., L'origine dei Vangeli, Città del Vaticano 1990. La rivista "Theologische Quartalschrift" di Tubinga nel 1979 ha dedicato un intero fascicolo (pp. 1-71) alla discussione di questo argomento, nella forma di un dibattito attorno a un articolo di J. BLANK,Exegese als theologische Basiswissenschaft (pp. 2-23). Sfortunatamente, questo articolo è poco utile: per l'autore infatti i problemi che sorgono a proposito dell'esegesi sembrano doversi ricondurre esclusivamente a quello di un dogmatismo non ancora giunto all'altezza del pensiero storico.
(6) Le nuove forme d'interpretazione materialista e femminista della Bibbia ne sono un esemplo significativo. Cf. per es. K. FÜSSEL, Materialistische Lekture der Bibel, in Theologische Berichte. 13. Methoden der Evangelien-Exegese, Einsiedeln 1985, pp. 123-163.
(7) Il rappresentante principale di questa esegesi, che si fa strada ogni giorno di più, è E. Drewermann. Cf. G. LOHFINK-R. PESCH, Tiefenpsychologie und keine Exegese, Stuttgart 1987; cf. anche AA. VV., Tiefenpsychologische Deutung des Glaubens? Anfrangen an Eugen Drewermann (Quaestiones disputatae, 113), Freiburg 1988.
(8) Cf. soprattutto Dei Verbum, 11 e 12; cf. anche J. GNILKA, "Die biblische Exegese im Lichte des Dekretes über die göttliche Offenbarung", in Münchener Theologische Zeitscrift, 36 (1985), pp. 1-19.
(9) Cf. GNILKA, Die biblische Exegese, cit. (n. 8), pp. 1-9, si veda anche il commento di GRILLMEIER al terzo capitolo della Costituzione, in Lexikon fur Theologie und Kirche, Ergänzugsband 2, 528-558.
(10) Cf. W. HEISEMBERG, Das Naturbild der heutigen Physik, Hamburg 1955, in particolare alle pp. 15-23 (tr. it. Natura e fisica moderna, Milano 1985).
(11) Mi riferisco a STUHLMACHER, Vom Verstehen cit. (n. 5), Ia sua risposta a questi problemi consiste in una "ermeneutica dell'accordo con i testi biblici" (pp. 222-256).
(12) R. BLANK, Analyse und Kritik der formengeschichtlichen Arbeiten von Martin Dibelius und Rudolf Bultmann(Theologische Dissertationen, 16, ed. da Bo Reicke), Basel 1981.
(13) BLANK, Analyse, cit. (n. 12), p. 72; di contro, KÄSTNER, Die Stundentrommel, cit., p. 120, parla della "superstizione... secondo la quale il complesso, ma anche ogni dettaglio, deve comprendersi a partire dalle proprie origini".
(14) BLANK, Analyse, cit. (n. 12), p. 97.
(15) Cf. BLANK, Analyse, cit. (n. 12), p. 154.
(16) BLANK, Analyse, cit. (n. 12), pp. 89-183. Questo criterio è praticamente sempre accettato. Accontentiamoci di un solo esempio, che pero è significativo: la posizione di L. Oberbnner nella sua recensione di J. CARMIGNAC, La naissance des Evangiles synoptiques, Paris 1984 (tr. it. La nascita dei vangeli sinottici, Milano 1986) apparsa inTheologische Revue 83 (1987) 194. Senza riflessione critica, egli considera come naturale che, se li si paragona a Paolo nei vangeli sinottici "vi è senza dubbio una riflessione più elaborata, per esempio in ciò ché concerne l'ecclesiologia e l'escatologia"; e ne trae, senza altre ragioni, un criterio di datazione. Ma a partire da quale criterio si può decidere quando una riflessione è più elaborata e quando lo è di meno? Evidentemente, ciò dipende innanzi tutto dal punto di vista dell'osservatore. Ed anche supponendo che questo criterio sia valido (quello del grado di elaborazione di un pensiero), chi può provare che se ne possa dedurre necessariamente la datazione più antica o più recente dl questo pensiero?
(17) BLANK, Analyse, cit. (n. 12), pp. 11-46.
(18) BLANK, Analyse, cit. (n. 12), P. 98.
(19) M. DIBELIUS, "Die Unbedingtheit des Evangeliums und die Bedingheit der Ethik", in Die Christbche Welt, 40 (1926), pp. 1103-1120, in particolare p. 1107 e 1109, dello stesso autore, Geschichtliche und übergeschichtliche Religion im Christentum, Göttingen 1925; cf. BLANK, Analyse, cit. (n. 12), pp. 66-71.
(20) Cf. R. BULTMANN, Urchristentum, Zürich 1954/2, in particolare pp. 101 sgg. (tr. It. Il cristianesimo primitivo nel quadro delle religioni antiche, Cosenza); cf. anche BLANK, Analyse, cit. (n. 12), pp. 172 sgg.
(21) Cf. BLANK, Analyse, cit. (n. 12) p. 111, 175.
(22) Cf. W. KLATT, Hermann Gunkel: Zu seiner Theologie der Religionsgeschichte und zur Entstehung der formgeschichtlichen Methode, Gottingen 1969.
(23) Si vedano i problemi derivanti dalla demitologizzazione. Gli aspetti più importanti d questa discussione si trovano nei 5 volumi curati da H.W. BARTSCH, Kerygma und Mythos, Hamburg 1948-1955.
(24) K. BARTH, Kirchliche Dogmatik, 3/2, Zurich 1959/2, p. 534 (tr. it. Dogmatica ecclesiale, Bologna), citato in BLANK,Analyse, cit. (n. 12), p. 148.
(25) Brillanti analisi della questione si trovano in P.L. BERGER, A Rumor of Angels. Modern Society and the Rediscovery of the Supernatural, New York 1969. Eccone un breve passaggio: "L'epoca attuale è apparentemente immunizzata contro ogni sorta di relativizzazione. Ci si lagna, nei confronti degli autori del Nuovo Testamento, per il fatto che avrebbero avuto una coscienza falsa, in quanto radicata nella propria epoca. Ma lo studioso moderno, senza il minimo controllo, sembra essersi fatta la convinzione che la propria epoca - la nostra epoca - sia necessariamente una benedizione integrale. In altri termini, intellettualmente parlando, un elettricista o un radioascoltatore dovrebbe essere posto al di sopra dell'Apostolo Paolo". Sulla questione della visione del mondo, si trovano riflessioni importanti in H. GESE, Zur biblischen Theologie, München 1977, pp. 202-222.
(26) Cf BLANK, Analyse, cit. (n. 12), p, 137: «Per lui [Bultmann] è logicamente conseguente che i racconti di miracolinon siano storici». Per quanto riguarda l'orizzonte filosofico e kantiano di questo punto di vista e la sua critica, cf. J. ZÖHRER, Der Glaube an die Freiheit undder historsche jesus. Eine Untersuchung der Philosophie Karl Jaspers' unter christologischem Aspekt, Frankfurt 1986.
(27) GREGORIO DI NISSA, Contra Eunomium, X, ed. W Jaeger, II, 3, pp 227, 26 (Migne PG 45, col. 828 C); cf. ancheHomilia 11 in Cantica canticorum, in Migne PG 44, col. 1013 C (tr. it. a cura di C. MORESCHINI, Omelie sul Cantico dei cantici, Roma 1988) Il KÄSTNER, Die Stundentrommel, cit. (n. 1), si esprime in una maniera simile: "...ognuno comprende intuitivamente che il risultato della scienza e della ricerca si riduce quasi a nulla quando lo si paragona con ciò che, nella loro ignoranza, seppero trovare questi scultori di legno: il vantaggio che se ne ricava con molta ingegnosità è magro. Ma l'organo con il quale essi cercavano - l'occhio - era il più nobile dei due, mentre la ricerca storica non è che un organo fatto per "prendere": essa vuole "(com)-prendere": lo dice la parola stessa".
(28) Cf. H.U. VON BALTHASAR nell'introduzione alle omelie di Gregorio di Nissa sul Cantico dei cantici: Gregor von Nyssa. Der versiegelte Ouell. Auslegung des Hohen Liedes, Einsiedeln 1984/3, p. 17.
(29) Il significato della parola greca indica appunto una spiegazione secondo i principi delle scienze naturali.
(30) GUARDINI, Das Christusbild, cit. (n. 3), p. 14. Le riflessioni metodologiche delle pagine 7-15 fanno parte, a mio parere, delle cose più importanti fino ad oggi dette a proposito del metodo d'interpretazione della Bibbia. Riguardo a tale questione, Guardini si era già espresso in modo più dettagliato all'inizio della sua attività, in un importante articolo "Heilige Schrift und Glaubenswissenschaft", in Die Schildgenossen 8 (1928) 24-57, pubblicato in traduzione italiana in questo volume, alle pagine 45-91. Sulla teoria e la pratica esegetica di Guardini una presentazione critica si trova in M. THEOBALD, Die Autonomia der historischen Kritik Ausdruck des Unglaubens oder theologische Notwendigkeit? Zur Schriftauslegang R. Guardinis in L. HONNEFELDER - M. LUTZ-BACHMANN (edd.), Auslegungen des Glaubens. Zur Hermeneutik chrislicher Existenz, Berlin-Hildesheim 1987, pp. 21-45.
(31) GREGORIO Dl NISSA, Homilia 10 in Cantica canticorum, in Migne PG 44, col. 980 b-c; nell'ed. W. Jaeger (Leiden 1960) VI 295,5-296,3. Traduzione tedesca di VON BALTHASAR, Gregor von Nyssa, cit. (n. 28) e italiana di C. MORESCHINI, Omelie, cit.
(32) GUARDINI, Das Chnstusbild, cit. (n. 3), p. 11.
(33) VON BALTHASAR, Gregor von Nyssa, cit (n 28), p. 16; dello stesso autore cf anche Présence e pensée. Essai sur la philosophe reigieuse de Grégoire de Nysse, Paris 1942.
(34) S. theol., I, q. 88, art. 1. resp.; cf. q. 84, art. 7; si veda anche q. 13, art. 6. Si consulti anche l' importante lavoro di M. ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin als Exeget, Einsielden 1971 pp, 176 e 204 , da cui prendo spunto per ciò che segue.
(35) VON BALTHASAR, Gregor von Nyssa, cit. (n. 28), pp. 10-24.
(36) ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), p. 85, vi sono anche dettagliate citazioni dagli scritti di san Tommaso.
(37) ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), p. 85; vi sono anche dettagliate citazioni dagli scritti di san Tommaso.
(38) ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), p. 106.
(39) ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), p. 107.
(40) ARIAS-REYERO,Thomas vonAquin, cit.(n.33),p. 107.
(41) ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), p. 102.
(42) Cf. J. BERGMANN - H. LUTZMANN - W.H. SCHMIDT, dabar, in G.J. BOTTERWECK - H. RINGGRENN (edd ), Theol. Wörterbuch zum AT (tr. it. in corso. Grande lessico dell'Antico Testamento, Brescia 1988), 2 (1977) 89-133; O. PROCKSCH, legô ktl, L, in G. KITTEL - G. FRIEDRICH (edd.), Grande lessico del Nuovo Testamento, VI, Brescia 1970, specialmente 166-278. Per l'unità tra parola e realtà in san Tommaso, cf. ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, cit. (n. 33), pp. 102, 246 sg. e passim.
(43) Per una esatta comprensione della teleologia, cf. R SPAEMAN - R. LÖW, Die Frage Wozu? Geschichte und Wiederentdeckung des teleologischen Denkens, München-Zürich 1981.
(44) "Officium est enim boni interpretis non considerare verba sed sensum", In Matthaeum XXVII, I, n. 2321, ed. R. Cai, Torino-Roma 1951 p 358; cf ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, Cit. (n. 33), p 161.
(45) Cf. ARIAS-REYERO, Thomas von Aquin, Cit. (n. 33), pp. 153-262.
(46) Mi sia permesso rinviare alla mia analisi del termine rivelazione in Bonaventura: J. RATZINGER, Die Geschichtstheologie des hl. Bonaventura, München-Zürich 1959, specie alle pp. 58-61; altri elementi nella mia conferenza: "Buchstabe und Geist des Zweiten Vatikanums in den Konzilsreden von Kardinal Frings", in Internationale Katholische Zeischrift, 16 (1987), pp. 251-265. Cf. anche K. RAHNER - J. RATZINGER, Offenbarung und Überlieferung, Freiburg 1965, pp. 34-38 (tr. it. Rivelazione e tradizione, Brescia 1970).
(47) M. BUBER, Zu einer neuen Verdeutschung der Schrift, Olten 1954, pp. 7 sg. e 40 sg. 
(48) H. SCHLIER, "Was heisst Auslegung der Heiligen Schrift?", in Besinnung auf das Neue Testament. Exegetische Aufsätze und Vorträdge, 2, Freiburg 1964, pp. 35-62: 62 (tr. it. Riflessioni sul Nuovo Testamento, Brescia 1976/2); cf. GNILKA, Die biblische Exegese, cit. (n. 8).
(49) GNILKA, Die bibliscbe Exegese, cit. (n. 8), p. 14.
(50) La Costituzione Dei Verbum ricorda che nell'interpretazione della Scrittura si deve essere attenti "al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura" (n. 12, 3); cfr. H. DE LUBAC, L'Ecriture dans la Tradition, Paris 1966, pp. 148-166: "Concorde des deux Testaments"; P.J. CAHILL, "The Unity of the Bible", in Biblica, 65 (1984), pp. 404-411.

*Traduzione dal francese di Natale Benazzi con revisione sul tedesco di Stefano Gennarini. Note a cura di Ambrogilo Piazzoni; testo tratto da AA.VV., L'esegesi cristiana oggi, Casale Moferrato (AL) 1991, pp. 93-125.