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Preghiera e pensiero di oggi

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    ulisseitaca
    00 08/07/2013 14:14
    Il Signore è la forza del suo popolo

    8.07.2013
    Gs 11,15-23; Sal 27; Lc 9,37-45

    Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: “Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. (Lc 9,43-44)

    La traduzione letterale del testo evangelico direbbe: “Mettetevi nelle vostre orecchie queste parole”: imperativo chiaro di Gesù che esprime l’urgenza e la serietà di un’azione, quella di metterci queste parole nelle orecchie, indispensabile per non rimanere accecati dalla luce del miracolo. Sì, perché la possibilità di vedere bene dipende dal-le parole che ci mettiamo nelle orecchie, cioè che ci impegniamo ad ascoltare, a lasciarci ripetere, a trattenere nella memoria.
    Gesù dice di sé che sta per essere consegnato: la formula passiva allude a Dio come colui che lo consegna. Qui ci è aperto uno spiraglio sulla fede di Gesù, il Figlio che si sa inviato dal Padre per compiere la sua opera e lasciandosi consegnare nelle mani degli uomini dice “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” .
    Ascoltiamolo oggi mentre ci ripete che di fronte al miracolo non dobbiamo dimenticare la croce perché l’uno e l’altra sono segni del suo amore per noi e che la nostra salvezza sta nell’attaccarci non all’uno né all’altra ma a lui solo.

    Preghiamo col Salmo

    Il Signore è mia forza e mio scudo,
    in lui ha confidato il mio cuore.
    Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
    con il mio canto voglio rendergli grazie.
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    ulisseitaca
    00 09/07/2013 14:39
    Il Signore è la forza del suo popolo

    9.07.2013
    Gs 24,29-32; Sal 33; Lc 9,46-50

    “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito perché non ti segue insieme con noi”. Gesù rispose: “Non lo impedite”. (Lc 9,49-50a)

    Tentazione antica quella di tracciare confini, circoscrivere spazi, cercare un nome individuale o collettivo dal quale trarre privilegi e potere! Già Mosè si era trovato in una circostanza simile a quella narrataci da Luca (Nm 11,25-29) e aveva risposto auspicando l’effusione dello Spirito su tutto il popolo perché tutti potessero agire da profeti del Signore, ossia nel nome del Signore (profeta = chi parla a nome di…).
    Possiamo credere che l’esorcista anonimo del vangelo rappresenti la risposta di Dio all’auspicio di Mosè: veramente lo Spirito è stato effuso su tutti! Rimettiamoci dunque al nostro posto, con i Dodici, cioè dietro a Gesù, e lasciamoci ripetere: “Forse la Parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a voi?” (1 Cor 14,36).
    “Lo Spirito soffia dove vuole” (Gv 3,8) e “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio” (Rm 8,14). Infatti “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scac-ceranno i demòni” (Mc 16,17): pertanto “Non lo impedite”, dice Gesù.

    Preghiamo col Salmo

    Molti sono i mali del giusto,
    ma da tutti lo libera il Signore.
    Custodisce tutte le sue ossa:
    neppure uno sarà spezzato.
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    ulisseitaca
    00 10/07/2013 15:13
    Il Signore è la forza del suo popolo

    10.07.2013
    Gdc 2,18-3,6; Sal 105; Lc 9, 51-56

    Quando videro ciò i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Gesù si voltò e li rimproverò. (Lc 9,54-55)

    Giorno di importante decisione per Gesù: è tempo di incamminarsi verso Gerusalemme. Da poco, sul monte, con Mosè ed Elia ha parlato del suo esodo che lì si sarebbe compiuto (Lc 9,28-36) e quella conversazione, sintesi del suo dialogo costante con le Scritture, fa luce sulla meta e gli dà forza per “decidere nel suo cuore il santo viaggio” (Sal 83,6).
    Non così Giacomo e Giovanni, pure testimoni della Trasfigurazione: essi non si sono messi bene nelle orecchie la parola di Gesù “Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato” e i loro occhi, di conseguenza, sono incapaci di riconoscere i tempi di Dio. Vorrebbero annientare i samaritani che negano l’ospitalità a Gesù perchè è diretto a Gerusalemme, quando loro stessi si ostinano nel rifiuto di ospitare nel loro cuore la necessità della croce... Ma Gesù, voltandosi, cioè mostrando il suo volto fermo nella decisione del dono incondizionato di sè fino alla fine, li rimprovera: senza parole (il testo non ce ne riferisce), come a chiedere che ora questo volto divenga la luce nella quale camminare verso Gerusalemme.

    Preghiamo col Salmo

    Egli vide la loro angustia,
    quando udì il loro grido.
    Si ricordò della sua alleanza con loro
    e si mosse a compassione, per il suo grande amore.
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    ulisseitaca
    00 11/07/2013 18:52
    Il Signore è la forza del suo popolo

    11.07.2013
    S. Benedetto, abate, patrono d’Europa

    Pr 2,1-9; Sal 111; 2Tm 2,1-7.11-13; Gv 15,1-8

    «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». (Gv 15,1-5)

    Gesù utilizza spesso immagini tratte dalla vita campestre, familiari agli uomini del suo tempo. In questo brano usa il paragone della vite per far capire quale relazione deve intercorrere tra sé e ogni persona. Il verbo dominante è “rimanere”: Gesù chiede di stare uniti a Lui per portare frutto.
    Il frutto qui è l’uva, da cui si ricava il vino che dà gioia e crea fraternità. Gesù si manifesta in pienezza come “vera vite” sulla croce, ove dà frutto in abbondanza, salvandoci perché noi possiamo godere la vera felicità. Come il vino rallegra il cuore dell’uomo, così il sangue di Cristo ci dona la vita beata e la possibilità di portare molto frutto.
    Lui stesso ci ha detto: «perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

    Preghiamo col Salmo

    Temete il Signore, suoi santi:
    nulla manca a coloro che lo temono.
    Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
    non sarà condannato chi in lui si rifugia.
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    ulisseitaca
    00 12/07/2013 14:23
    Il Signore è la forza del suo popolo

    12.07.2013
    Gdc 6, 33-40; Sal 19; Lc 10,1b-7a

    In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa”. (Lc 10, 5)

    In questo nostro oggi per alcuni segnato dalla partenza verso luoghi lontani dalla quotidianità, ci viene narrato l’invio dei settantadue discepoli da parte di Gesù; settantadue perché nella versione greca dei LXX tanti sono i popoli della terra (Gn 10) e ciascuno deve essere raggiunto dalla buona notizia del Regno di Dio.
    Nel bagaglio degli inviati, leggero per non appesantire il cammino e perché si parte affidati a colui che manda e a coloro che accoglieranno, non può mancare una cosa essenziale: la parola della pace. Quella pace che sulla bocca degli angeli ha segnato la nascita di Gesù sulla terra, ora sulla bocca del discepoli annuncia la sua nascita nella vita di chi lo accoglie.
    E’ il dono legato all’avvento del Messia, che il profeta descrive anche come convivenza del lupo e dell’agnello: la missione pericolosa dei discepoli, agnelli fra i lupi, ha come orizzonte questa promessa. E’ il dono del Risorto (Lc 24,36) e dello Spirito (Gal 5,22) che, ricevuto e custodito, deve essere trasmesso a tutti e prima di tutto. Procuriamo che anche nel nostro bagaglio, sia che partiamo sia che restiamo, non manchi questa pace.

    Preghiamo col Salmo

    Beato il popolo che ti sa acclamare:
    camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
    esulta tutto il giorno nel tuo nome,
    si esalta nella tua giustizia.
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    ulisseitaca
    00 13/07/2013 11:15
    Il Signore è la forza del suo popolo

    13.07.2013
    Nm 6,1-5.13-21;Sal 95; Eb 12,14-16; Lc 1,5-17

    Fratelli, cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio.(Eb 12,14)

    Un programma di vita ci danno le letture di oggi. In primo luogo è la piena consapevolezza che le vicende della vita sono sempre inserite nel disegno creativo di Dio che nullla lascia cadere nell'insignificanza. Il metodo di relazione con tutti è quello dell'armonia e della pace, via della grazia per antificare la realtà storica. L'intervento di Dio è condizionato dal nostro modo di vivere, si può ostacolare la stessa azione della grazia. e, quasi a rafforzare, la serena accettazione della vita, come testimonia il fedele Zaccaria, porta il valore della presenza di Dio nellla storia umana.

    Preghiamo col Salmo

    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    Cantate al Signore, benedite il suo nome,
    annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
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    ulisseitaca
    00 14/07/2013 10:35
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    14.07.2013
    1Sam 8,1-22a; Sal 88; 1Tm 2,1-8; Mt 22,15-22

    “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità”. “Rendete a Dio quello che è di Dio”. (Mt 22,16b.21b)

    Nonostante la perfidia delle loro intenzioni, coloro che interrogano Gesù dicono il vero: egli insegna la via di Dio, non ha altro interesse che predicare l’avvicinarsi del Regno e invitare gli uomini a cercarlo prima di ogni cosa. La questione del pagamento del tributo all’autorità romana era molto dibattuta: il denaro mostrato a Gesù portava l’immagine dell’imperatore e l’iscrizione che ne enunciava la dignità divina: per i giudei tutto questo sapeva di idolatria. Ciò nonostante essi usavano quella moneta (l’ avevano con sé a differenza di Gesù), dimostrando di avere accettato il regime di Cesare. Gesù smaschera l’inganno della loro contraddizione e li riconduce alla via di Dio: è lui l’unico Signore della storia al quale l’uomo fatto a sua immagine si deve rendere con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze. Come abitanti della città terrena dobbiamo rendere ai signori di questo mondo le cose di questo mondo; tutto il nostro essere è invece per Colui che ce l’ha donato.

    Preghiamo col Salmo

    Beato il popolo che ti sa acclamare:
    camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
    esulta tutto il giorno nel tuo nome,
    si esalta nella tua giustizia.
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    ulisseitaca
    00 15/07/2013 09:43
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    15.07.2013
    1Sam 1,9-20; Sal 115; Lc 10,8-12

    «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi». (Lc 10,8-10)

    Il vangelo non può certo essere imposto, ma solo proposto, eppure chi davvero vi ha trovato la verità per la sua vita non può tacerlo. Così fin dagli albori della storia della Chiesa, Paolo poteva dire: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio». Così anche Giovanni Paolo II che iniziò il suo pontificato con la famosa frase: «Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo». La Chiesa vuole “gridare” a tutti gli uomini che Dio si è fatto vicino in Gesù per guidarli verso un destino di pienezza. I discepoli del Signore son inviati ad annunziare e a confermare la presenza del regno di Dio e tra i loro compiti c'è quello di curare quanti sono nel bisogno, non per compiere prodigi ma per testimoniare la vicinanza reale di Dio a tutte le sue creature.

    Preghiamo col Salmo

    Che cosa renderò al Signore
    per tutti i benefici che mi ha fatto?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome del Signore.
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    ulisseitaca
    00 16/07/2013 10:53
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    16.07.2013
    1Sam 9,15-10,1b; Sal 19; Lc 10,13-16

    Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perchè se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. (Lc 10, 13)

    E’ la seconda volta che l’evangelista Luca ci riferisce dei “Guai” pronunciati da Gesù ed è bene far memoria di quei primi “guai” per gettare luce su questi. Si trattava allora di quattro “guai” che facevano da contrasto alle quattro beatitudini (Lc 6,24): non una minaccia, ma la costatazione sof-ferta della radicale infelicità a cui è esposto chi si sente soddisfatto e sazio per il possesso di beni destinati a perire. Ora Gesù si rivolge con lo stesso tono alle città nelle quali con parole e gesti ha moltiplicato l’annuncio della grazia di Dio e gli appelli alla conversione. Possiamo indovinare il suo sguardo addolorato mentre dice: “Guai”, sguardo di chi sa di aver fatto tutto il possibile, di non poter forzare la li-bertà altrui, di essere stato mandato dal Padre e a lui poter rimettere ogni giudizio, di avere come possibilità ultima per riscattarci dalla maledizione quella di divenire lui stesso maledizione per noi (Gal 3,13) al termine del suo viaggio a Gerusalemme.

    Preghiamo col Salmo

    Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato;
    gli risponde dal suo cielo santo
    con la forza vittoriosa della sua destra.
    Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
    noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
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    ulisseitaca
    00 17/07/2013 08:46
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    17.07.2013
    1Sam 18,1-9; Sal 56; Lc 10,17-24

    Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Lc 10,21b)

    La missione dei settantadue si è conclusa positivamente: essi tornano da Gesù pieni di gioia perché nel suo nome hanno sottomesso la potenza del nemico. Nessun merito e nessuna gloria personale sono connessi a questo successo: semplicemente, chi accetta di farsi servo del Signore può esultare in Dio, suo Salvatore, al vedere coi propri occhi le grandi cose fatte dall’Onnipotente (cfr Lc 1,38ss).
    E’ nella stessa lunghezza d’onda l’esultanza di Gesù per la realizzazione della volontà del Padre: Dio ha scelto ciò che per il mondo è stolto, debole, disprezzato (1Cor 1,28), ha racchiuso il tesoro dell’Evangelo in vasi di creta perché appaia che questa potenza straordinaria viene da lui e non dall’uomo (2Cor 4,7). Il suo figlio Gesù che tutto riceve da lui e in tutto a lui si rivolge, ci porta ad incontrarlo come Padre e ci mostra il cammino per divenire in verità figli, piccoli e beati.

    Preghiamo col Salmo

    Pietà di me, pietà di me, o Dio,
    in te si rifugia l’anima mia;
    all’ombra delle tue ali mi rifugio
    finché l’insidia sia passata.
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    ulisseitaca
    00 18/07/2013 08:59
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    18.07.2013
    1Sam 26,3-14a.17-25; Sal 72; Lc 10,25-37

    «Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui». (Lc 10,31-34)

    I Padri della Chiesa leggono nell’icona del buon samaritano la figura di Gesù chino sull’umanità sofferente per riversarvi misericordia e salvezza. I grandi testimoni della carità riconoscono nelle piaghe dell’uomo quelle stesse del Cristo nella passione. Nel patire e nel compatire, nella sofferenza e nella gratuità dell’amore si fa presente il Signore Gesù: l’Uomo per eccellenza che ha amato e sofferto. E sofferenza e amore domandano e donano prossimità.
    È il sogno di Dio: “che siano una sola cosa”. Ma c’è l’altra triste via: chi vede e passa oltre. Ci si allontana, vuoti e soli, autoescludendosi dal sogno di Dio. Chiudendo la porta del cuore al fratello, la si chiude anche a Colui che vorrebbe in tutti trovare dimora e suscitare comunione.

    Preghiamo col Salmo

    Vengono menola mia carne e il mio cuore;
    ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre.
    Ecco, si perderà chi da te si allontana:
    tu distruggi chiunque ti è infedele.
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    ulisseitaca
    00 19/07/2013 10:51
    Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    19.07.2013
    1Sam 31,1-13; Sal 49; Lc 10,38-42

    «Marta aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Ella invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”». (Lc 10,39-42)

    Luca ci consegna il messaggio della priorità dell’ascolto docile sull’agitato fare: quando Gesù bussa al nostro cuore non possiamo presentarci a Lui pieni di noi stessi, con l’autosufficienza del “so io cosa devo fare”, ma il nostro atteggiamento nei suoi confronti deve essere semmai quello del povero che si mette ai suoi piedi con le mani vuote, desiderose di essere colmate da Lui, riconosciuto nostra vera ricchezza.
    Ma ci piace anche pensare che l’episodio lasci trasparire una volta di più che il Signore non fa preferenze di persone: non ama, non stima di più Maria della sorella. E per dimostrarle tutta la sua attenzione, la sua premura, ha anche per Marta una parola del tutto personale, che bonariamente la orienta di nuovo sulla giusta via.

    Preghiamo col Salmo

    Al malvagio Dio dice:
    «Perché vai ripetendo i miei decreti
    e hai sempre in bocca la mia alleanza,
    tu che hai in odio la disciplina
    e le mie parole ti getti alle spalle?
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    ulisseitaca
    00 20/07/2013 10:28
    ei tu, Signore, la guida del tuo popolo

    20.07.2013
    Nm 14,1-24; Sal 96; Eb 3,12-19; Mt 13,54-58

    «Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. E si scandalizzavano per causa sua». (Mt 13,54-57a)

    Come mai lo stupore dei nazaretani si trasforma in scandalo? Solitamente ci si stupisce di fronte a qualcosa di inatteso, o di fronte a ciò che è bello, o che non si conosce, o che ci supera... Gli abitanti di Nazaret si sono stupiti della sapienza di Gesù e il loro stupore non sfocia in ammirazione e accoglienza, ma diventa motivo di scandalo.
    Certamente agisce l’invidia, la gelosia, ma ancor più profondamente l’ostacolo – lo scandalo, appunto – è la rigidità del giudizio su Gesù: è uno di noi, non può essere diverso da noi. La realtà va sempre “ascoltata”: è sempre in parte esuberante rispetto alle nostre regole mentali; soprattutto è sempre abitata anche dal mistero di Dio.
    Qui si trattava del mistero di Dio in persona!

    Preghiamo col Salmo

    Il Signore regna: esulti la terra,
    gioiscano le isole tutte.
    Nubi e tenebre lo avvolgono,
    giustizia e diritto sostengono il suo trono
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    ulisseitaca
    00 21/07/2013 10:49
    I giusti contemplano il tuo volto, Signore

    21.07.2013

    1Sam 16,1-13; Sal 88(89); 2Tm 2,8-13; Mt 22,41-46

    “Lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi”. (1Sam 16,13)

    Davide è il più piccolo della sua famiglia e mentre i suoi fratelli sono pronti per sedersi a mangiare, egli è fuori a pascolare il gregge. Il Signore, che va oltre l’apparenza, vede il suo cuore e cioè, più che i suoi sentimenti ed emozioni, vede la sua volontà, i suoi progetti, i suoi desideri.
    Su quel cuore lo Spirito del Signore irrompe. Cioè riconosce come sede adatta a sé il cuore di questo ragazzo e vi prende dimora; un giorno riconoscerà come sua propria, quella “terra nuova” emersa dalle acque del Giordano: Gesù. Aquila e colomba lo Spirito aleggia. Inquietudine del Dio d’amore che non ha dove posare il capo. Inquietudine del Dio Amore che è ansioso di comunicarci la sua pace.

    Preghiamo col Salmo

    La tua mano, Signore, sostiene il tuo eletto.
    Un tempo, Signore,
    parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
    «Ho portato aiuto a un prode,
    ho esaltato un eletto tra il mio popolo.
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    ulisseitaca
    00 30/07/2013 11:16
    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo

    30.07.2013
    1Re 6,1-3.14-23.30-38;7,15a.21; Sal 25; Lc 11,29-30

    «Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione”». (Lc 11,29-30)

    Il segno di Giona, cioè crocifissione e risurrezione, è “segno di contraddizione”. Perché la croce, allo sguardo umano, è solo fallimento, sofferenza atroce e inutile, morte. Ma chi crede può scorgere il movente: il Crocifisso è Colui che ama e per amore arriva fino all’umiliazione, alla sofferenza e alla morte.
    Non sconfitta, ma trionfo dell’ideale più nobile: donarsi per la salvezza altrui. La croce: segno di contraddizione per l’uomo del nostro tempo che sempre più tenta di occultarla, col pretesto del rispetto della sensibilità di chi non crede. Ma questo può divenire un comodo alibi perché siamo troppo orgogliosi per riconoscerci bisognosi di un tale amore, e troppo egoisti per comprendere che il vero amore comporta il sacrificio di sé.

    Preghiamo col Salmo

    Signore, amo la casa dove tu dimori
    e il luogo dove abita la tua gloria.
    Non associare me ai peccatori
    nè la mia vita agli uomini di sangue.
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    ulisseitaca
    00 31/07/2013 10:47
    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo

    31.07.2013
    1Re 11,1-13; Sal 88; Lc 11,31-38

    "Il Signore si sdegnò con Salomone, perché aveva deviato il suo cuore dal Signore, Dio d’Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dèi, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore". (1Re 11)

    Anche Salomone lascia la retta via e si fa irretire dalla sete di ricchezza - simboleggiata dalle tante donne, mogli e concubine - e pensa di trascurare la legge del Signore e di poter decidere di testa sua. Perciò il Signore si sdegna del comportamento del re cui aveva dato fiducia e presenza amorevole, gli promette castigo, però, mitiga la sua decisione per amore del padre, il re Davide, e di Gerusalemme, e promette che il regno passerà ad altri e non al figlio.
    Gesù riprende l'antico racconto dell'incontro di Salomone e la regina di Saba per dire che alla fine dei tempi tanta saggezza e ricchezza sarà confrontata con coloro che hanno accettato di convertire il proprio cuore e dirigere la propria vita verso il Signore,come gli abitanti di Ninive, che hanno ascoltato il profeta Giona e si sono pentiti dei loro peccati, alzeranno il dito contro quanti non hanno accettato di cambiare vita e di essere giusti.

    Preghiamo col Salmo


    I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
    la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.
    Chi sulle nubi è uguale al Signore,
    chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?
    Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti?
    Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda.
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    ulisseitaca
    00 01/08/2013 11:25
    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo

    1.08.2013
    1Re 11,41-12,2.20-25b; Sal 47; Lc 11,37-44

    «Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”». (Lc 11,37-41)

    Colpisce l’assoluta libertà dalle rigide regole religiose e convenzioni sociali che fa dire a Gesù schiettamente la verità, nonostante gli obblighi dell’ospitalità consigliassero forse più prudenza. La libertà di Gesù non è quella del senso comune e superficiale dato oggi a questa parola: «Faccio quello che voglio», e non è neppure bizzarro anticonformismo.
    Gesù è un uomo libero perché totalmente obbediente. Quale paradosso per la mentalità odierna! Egli non si lascia condizionare da niente e nessuno, se non dalla volontà del Padre e dall’amore per l’uomo; due precisi punti di riferimento che coincidono e orientano gesti, parole, scelte.
    Gesù non fa quello che vuole, ma vuole quello che fa: liberamente e coscientemente vuole donare tutto se stesso, fino alla fine.

    Preghiamo col Salmo

    Come avevamo udito, così abbiamo visto.
    Gioisca il monte Sion,
    esultino i villaggi di Giuda
    a causa dei tuoi giudizi.
  • ladymira
    00 01/08/2013 16:06
    [SM=g7423] io ringrazio sempre Dio del cibo
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    ulisseitaca
    00 02/08/2013 10:42
    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo

    2.08.2013
    1Re 12,26-32; Sal 105; Lc 11,46-54

    «“Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!… Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare, voi l’avete impedito”. Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca». (Lc 11,46.52-54)

    Non siamo “dottori della Legge”, ma questo monito di Gesù ci tocca ugualmente. Siamo chiamati a crescere nella fede, ad approfondirne i contenuti. La conoscenza di Dio è un processo interiore che implica un rapporto del tutto personale con Lui, ma non può prescindere dal confronto costante con quanto la Chiesa insegna, celebra e vive.
    Il rischio altrimenti è di rimanere eternamente bambini – e non nel senso evangelico – nella fede, oppure di professare una fede “fai-da-te” basata unicamente sul proprio sentire e pensare. Rischio grave che comporta una responsabilità anche di fronte agli altri: testimoniare una fede infantile o distorta può indurre a sviare, se non addirittura allontanare o peggio scandalizzare i piccoli, i vacillanti e i non credenti.

    Preghiamo col Salmo

    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo.
    Abbiamo peccato con i nostri padri,
    delitti e malvagità abbiamo commesso.
    I nostri padri in Egitto, non compresero le tue meraviglie.
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    ulisseitaca
    00 03/08/2013 10:20
    Perdona, Signore, l'infedeltà del tuo popolo

    3.08.2013
    Dt 4,1-8; Sal 98; Rm 7,7-13; Gv 3,16-21

    Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Gv 3)

    Il tema della legge e della salvezza è sempre presente non solo nel popolo ebraico ma in genere fra coloro che si impegnano ad essere fedeli alla parola del Signore. I comandamenti del Signore non sono, e non devono essere, un giogo opprimente, ma fonte di speranza e di fiducia in Dio stesso. Sono il segno che Dio ha cura del suo popolo e lo guida verso la giusta meta, il regno di Dio.
    Come insegna Gesù a Nicodemo, Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio. Il coinvolgimento di Dio con l'umanità è totale e senza ripensamenti.
    Per i discepoli di Cristo l'unico nuovo comandamento sarà quello della carità, verso il prossimo e verso se stessi. E' infatti l'amore che muove Gesù nel mondo e gli consente di aprire le porte del regno a quanti vogliono seguirlo.

    Preghiamo col Salmo

    Esaltate il Signore, nostro Dio,
    prostratevi davanti alla sua santa montagna,
    perché santo è il Signore, nostro Dio!
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    ulisseitaca
    00 04/08/2013 09:47
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    4.08.2013
    1Re 21,1-19; Sal 5; Rm 12,9-18; Lc 16,19-31


    Fratelli la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. (Rm 12)


    Il cristiano ha un suo preciso stile di vita che dovrebbe contrassegnarlo in ogni circostanza: la carità senza finzioni, che origina affetto e stima verso gli altri, sia nella letizia che nei tempi oscuri di sofferenza.
    Sembra una linea di condotta semplice, ma da tanta semplicità ci mette in guardia la parola di Gesù che spiega come la ricchezza e il potere possano oscurare il nostro intelletto e nulla e nessuno potrà allora indurci a cambiare vita.
    La parabola del povero Lazzaro che nella vita ha sofferto molti mali e dell'uomo ricco che ha goduto senza alcun pensiero la ricchezza, ci richiama proprio alla necessità di cercare un giusto senso delle cose per non lasciarci accecare e intorpidire dalla ricerca di benessere individuale senza alcuna solidarietà verso chi soffre. Su questo il giudizio di Dio è severo.

    Preghiamo col Salmo

    Porgi l'orecchio, Signore, al mio lamento.
    Sii attento alla voce del mio grido,
    o mio re e mio Dio,
    perchè a te, Signore, rivolgo la mia preghiera
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    ulisseitaca
    00 05/08/2013 10:18
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    5.08.2013
    2Re 17,1-12; Sal 59; Lc 12,1-3


    "Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi". (2Re 17)

    Gli israeliti trovatisi nella disfatta attribuirono all'ingiustizia di Dio quanto accaduto, ma loro avevano distolto il loro sguardo dalle leggi di Dio e si erano rivolti ad altri dei. "Gli israeliti riversarono contro il Signore loro Dio parole non giuste" e dimenticarono quanto il Signore aveva fatto a loro vantaggio per liberarli dal male e dai nemici.
    Sembra facile attribuire a Dio la responsabilità dei nostri atti, ma contro l'ipocrisia ci richiama Gesù. Gesù condanna l'ipocrisia dei farisei che vorrebbero apparire perfetti senza esserlo, e afferma che il vangelo deve essere un annuncio aperto e universale. Proprio per questo solleverà anche contrasti e causerà persecuzioni.

    Preghiamo col Salmo

    Salvaci, Signore, per amore del tuo nome.
    Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
    perché vana è la salvezza dell’uomo.
    Con Dio noi faremo prodezze,
    egli calpesterà i nostri nemici.
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    ulisseitaca
    00 06/08/2013 10:40
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    6.08.2013
    Trasfigurazione del Signore

    2Pt 1,16-19; Sal 96; Eb 1,2b-9; Mc 9,2-10



    «Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù». (Mc 9,2-6)


    Festa di luce che ci rivela la realtà della vita futura, soprattutto quindi festa di speranza, certezza che la nostra vita continua in Dio. «Rabbì, è bello per noi stare qui» dicono i discepoli a Gesù. 'Essere qui', essere in Dio, è bello. Possiamo guardare alla morte con occhi diversi, con occhi di speranza, se viviamo uniti a Gesù.
    Ma Pietro dimostra anche di non avere ancora compreso cos'è la vita in Dio e propone di fare tre capanne, per stare lì in una condizione di grande privilegio, vicini a Dio, ma la vita in Dio è comunione. E la possiamo realizzare già ora, se ci lasciamo abitare e guidare dallo Spirito Santo, dono di Gesù, che ci introdurrà alla comunione col Padre.


    Preghiamo col Salmo


    Il Signore regna: esulti la terra,
    gioiscano le isole tutte.
    Nubi e tenebre lo avvolgono,
    giustizia e diritto sostengono il suo trono.
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    ulisseitaca
    00 07/08/2013 09:54
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    7.08.2013
    2Re 19, 9-22.32-37; Sal 47; Lc 12, 8b-12

    "È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio". ( 2Re 19)

    Il re Ezechia affida la sorte del suo popolo al Signore e da lui attende la liberazione, perchè il Signore è il solo Dio. E infatti, il re d'Assiria non riuscirà ad estinguere la discendenza di Giuda.
    La storia della salvezza non è in mano agli uomini, non dipende neppure da Israele, o dalla forza dell'esercito, o dall'astuzia dei politici, dipende unicamente da Dio che farà sorgere e donerà il Salvatore.
    Non bisogna dunque vergognarsi di essere testimoni di Gesù. La promessa di Gesù è di riconoscere presso il Padre quanti lo hanno riconosciuto nella loro vita. A quanti temono di non riuscire ad essere fedeli alla parola di Gesù nell'amore al prossimo e alla verità, Gesù assicura la presenza dello Spirito che sostiene quanti ricercano con sincerità la giusta via.

    Preghiamo col Salmo

    O Dio, meditiamo il tuo amore
    dentro il tuo tempio.
    Come il tuo nome, o Dio,
    così la tua lode si estende
    sino all’estremità della terra.
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    ulisseitaca
    00 08/08/2013 10:30
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    8.08.2013
    2Re 22, 1-2; 23, 1-3. 21-23; Sal 20; Lc 12,13-21


    "Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza". (2Re 23)


    Grande il contrasto tra il comportamento del re Giosia che riporta il popolo alla fedeltà e l'uomo della parabola di Gesù. Questi, infatti, sembra scaltro e lungimirante, ma è desolatamente solo. Nel suo ragionare non c’è posto né per un Dio da lodare e ringraziare per il benessere di cui gode, né tanto meno per altre persone con cui condividere le sue ricchezze.
    Questo uomo “invidiabile” in verità fa una grande tristezza. L’intervento di Dio, che lo minaccia di morte imminente, non vuole essere né punizione, né condanna, ma intende scuoterlo, richiamarlo al fatto che sta ingannando se stesso: vivere così è già condizione di morte. Inoltre l’amore non si vende e non si compra: soltanto si dona.


    Preghiamo col Salmo


    Beato chi cammina nella legge del Signore.
    Signore, il re gioisce della tua potenza!
    Quanto esulta della tua vittoria!
    Hai esaudito il desiderio del suo cuore.
    Non hai respinto la richiesta delle sue labbra.
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    ulisseitaca
    00 09/08/2013 10:39
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    9.08.2013
    S. Teresa Benedetta della Croce . patrona d'Europa - festa

    Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

    “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.” (Mt 25,13)

    Nella festa di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), compatrona d’Europa, la liturgia ci presenta il brano di Matteo che ci invita a vigilare nell'attesa del Cristo; bisogna non lasciarsi sorprendere privi dell'olio nell lampada, cioè della fede e della carità: solo con queste luci potremo riconoscere il Signore quando ci inviterà al suo convito.
    Non dobbiamo perderci d'animo, ma perseverare con costanza, nella fede, anche nelle piccole cose della vita. Dio darà certamente la la ricompenza promessa che è la sua vicinanza e l'essere sempre insieme a lui.

    Preghiamo col Salmo

    Ecco: lo Sposo viene: andiamogli incontro.
    Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
    dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
    al re piacerà la tua bellezza.
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    ulisseitaca
    00 10/08/2013 11:41
    Ascolta, Signore, il povero che t'invoca.

    10.08.2013
    S. Lorenzo, diacono e martire - festa

    Is 43,1-6; Sal 16; 2Cor 9,6-10; Gv 12,24-33

    «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». (Gv 12)

    Seguire Gesù, in questo contesto, con l’esempio del “chicco di grano”, vuol dire perdere la vita per produrre più frutto. Dopo l’espressione “mi segua”, c’è una promessa: “dove sono io, là sarà…”. Gesù è il “chicco di grano” che muore e risorge per donare a tutti una vita nuova e la nuova casa del Cielo. Noi siamo chiamati a seguirlo per servirlo, per far nostro il suo piano di salvezza. Questi pochi versetti di Giovanni sono un programma di vita per ogni cristiano, sono una speranza.
    La comunità di Corinto è invitata ad aiutare la chiesa di Gerusalemme e Dio ricompenserà questo gesto di carità che è come una seminagionr da cui ci si aspetta un raccolto abbondante.

    Preghiamo col Salmo

    Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
    amministra i suoi beni con giustizia.
    Egli non vacillerà in eterno:
    il giusto sarà sempre ricordato.
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    ulisseitaca
    00 11/08/2013 10:47
    Ricostruisci, Signore, le mura di Gerusalemme.

    11.08.2013
    2Re 25,1-17; Sal 77; Rm 2,1-10; Mt 23,37-24,2

    Pensi tu che giudichi, di sfuggire al giudizio di Dio? Mentre giudichi l'altro, condanni te stesso perchè fai le medesime cose. (Rm 2)

    Oggi possiamo fermare lo sguardo su un quadro di grande portata che unisce le tre letture: la distruzione di Gerusalemme. Il re babilonese Nabucodonosor conquista la città dopo lungo assedio e distrugge il tempio; crollano così ideali, speranze, illusioni di supremazia, e si avverano le profezie di quanti erano stati inviati alla città per ricondurla alla fedeltà a Dio. "Gerusalemme, tu uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te", piange Gesù sulla città.
    E Paolo nella sua lettera ai cristiani di Roma, ricorda che nessuno può vantare privilegi di giustizia o di impunibilità, perchè di fatto, agli occhi di Dio, non ci sono categorie esenti da peccato e da giudizio. Considerazioni che vanno applicate ad ognuno ed in ogni tempo, pur alla luce della speranza nella misericordia inesauribile del Signore.

    Preghiamo col Salmo

    Ciò che abbiamo udito e conosciuto
    e i nostri padri ci hanno raccontato
    non lo terremo nascosto ai nostri figli,
    raccontando alla generazione futura
    le azioni gloriose e potenti del Signore.
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    ulisseitaca
    00 12/08/2013 10:48
    Ricostruisci, Signore, le mura di Gerusalemme.

    12.08.2013
    Esd 2,1-2. 61-65. 68-70; Sal 125; Lc 12, 42b-48

    "Il cristiano deve essere vigile e pronto in attesa dell'incontro con il Signore per non farsi trovare impreparato". (Lc 12)


    L'evangelo di Luca ci richiama al dovere di vigilanza per essere sempre pronti all'incontro con il Signore. Il cattivo amministratore è quello che, approfittando dell'assenza del padrone, compie ingiustizie ed approfitta della propria posizione, mentre il buon amministratore si assume la responsabilità di agire per il bene di tutti e costui sarà premiato.
    "A chi fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà chiesto molto di più". E' qui in gioco la responsabilità verso la giustizia e il bene comune. Occorre essere fedeli e saggi, propensi a servire quanti sono nella difficoltà, in nome del Signore.



    Preghiamo col Salmo


    Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
    come i torrenti del Negheb.
    Chi semina nelle lacrime
    mieterà nella gioia.
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    ulisseitaca
    00 13/08/2013 12:34
    Ricostruisci, Signore, le mura di Gerusalemme.

    13.08.2013
    Esd 4,1-16; Sal 83; Lc 12, 49-53

    L'opposizione dei Samaritani alla costruzione del tempio in Gerusalemme da parte degli esuli rimpatriati dalla Persia apre un profonda divisione tra gli israeliti. (Esd 4)

    Sembra incredibile ma la grande opera di ricostruzione del tempio a Gerusalemme, attuata dagli esuli rimpatriati dal re Ciro, che rifiutano la compartecipazione degli altri alla ricostruzione, invece di riunire le tribù d'Israele le divide ulteriormente fino a chiedere da parte delle tribù di Giuda e Beniamino l'intervento delle autorità persiane. Il motivo di fondo è di non perdere lustro agli occhi del re persiano. Se gli esuli costruiscono da soli il tempio avranno onori, mentre si vorrebbe mantenere buona luce presso il re persiano suggerendogli la possibilità di ricavarne degli utili economici.
    Anche la missione di salvezza e di fedeltà a Dio non suscita unità e condivisione. Gesù lo anticipa a proposito della sua stessa missione. Lui è venuto per costruire il Regno ma non produrrà unità e adesione di tutti, anzi determinerà divisioni e conflitti. Ciascuno dovrà decidere il cammino da intraprendere e fare delle scelte di trasparenza.

    Preghiamo col Salmo

    Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
    guarda il volto del tuo consacrato.
    Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
    che mille nella mia casa;
    stare sulla soglia della casa del mio Dio
    è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
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