00 10/12/2012 15:54

GESÙ SIGNORE DELLA STORIA

 

 

 

Gesù è il Signore della storia”. Cosa significa questa affermazione? Cosa significa che Gesù Cristo è Signore della storia, del mondo, dell’umanità, Lui che dopo tre anni di annuncio del Vangelo è misteriosamente morto in croce? Lui che negli ultimi istanti di vita è stato abbandonato anche da suoi amici? Lui che non ha voluto eliminare il dolore, le sofferenze, le contraddizioni del mondo ma anzi, questo dolore ha dovuto viverlo tutto, fino in fondo, fino alla fine?

Non è una contraddizione? Non è contraddittorio affermare la signoria di un uomo che pur dicendosi Dio è stato ucciso e vilipeso dal mondo? E poi, perché se Lui è Dio non elimina il male, il dolore, la fatica, la sofferenza? Perché dovrebbe essere Signore se ancora oggi bambini innocenti vengono uccisi da mani criminali? Se milioni di persone ancora oggi cadono vittime della fame, della miseria, dell’indigenza in quello che i più chiamano “il Sud del mondo”? Se un’intera regione può essere spazzata via da un disastro naturale come fu oramai più di un anno fa la terribile esperienza dello tsunami nel sud est asiatico? Se soltanto poco più di mezzo secolo fa il mondo si auto-distrusse in quella che fu ritenuta l’ultima grande e sconvolgente guerra mondiale? Se ancora oggi altre guerre spazzano via intere popolazioni in Africa, un continente sempre più in crisi ed incapace di risolvere le infinite contraddizioni insite al suo interno? Se le religioni vengono ancora - e sottolineiamo ancora - usate come giustificazione per annientare chi è ritenuto nemico, chi la pensa in modo diverso da sé, o semplicemente chi è diverso da sé? E poi, ed è questo forse l’interrogativo che più di tutti ha attinenza con l’oggi: come si può dire che Gesù Cristo è il Signore della storia se un piccolo bambino di nome Tommaso viene rapito e poi barbaramente ucciso, lui innocente e senza colpe?

In questo Speciale cerchiamo di rispondere a questi interrogativi. E per questo, non possiamo fare altro che provare a dire cosa significhi davvero “la signoria di Cristo”. Perché è soltanto capendo, comprendendo la sua signoria che possiamo in qualche modo imparare a stare dentro le contraddizioni, dentro le sofferenze, come fece Cristo più di duemila anni fa. Lui, che nonostante fosse Dio, visse fino in fondo il male del mondo, lo assunse in sé, su di sé, decise di essere uomo come tutti gli uomini e di divenire anche Lui vittima innocente per la salvezza di tutti. Al male, insomma - ed è questo il significato della signoria di Cristo che da subito vogliamo svelare - anche se sembra non esserci risposta razionale, vi è una risposta. Ed è quella che dà Cristo: «Uomo - sembra dire Cristo -, io non sono venuto a togliere il male, ma a viverlo e a dirti che il male può essere vissuto come offerta a Dio, può essere vissuto per Dio perché Lui lo usi per il bene del mondo. Io, uomo, ho fatto così. Ho accettato di soffrire come te affinché la mia sofferenza venisse usata da Dio per salvare il mondo. Ho sofferto ed è stato proprio nel momento della massima sofferenza che ho mostrato al mondo la mia regalità, quella di un Dio che preferisce abbassarsi per amore, piuttosto che imporsi, farsi ultimo per tutti piuttosto che primeggiare. È così che sono Signore, perché sono, o uomo, tuo servo. Il dolore, il male, la sofferenza sono misteriosamente parte di questo mondo. Ma nel mondo il dolore può essere vissuto come offerta d’amore ed è qui che io sono stato Signore perché morendo per te ho dimostrato di possedere davvero ogni cosa perché ogni cosa ho portato a Dio, ogni cosa ho salvato, e tutto il mio dolore ho offerto nella mani del Padre».

In questo Speciale, vogliamo provare a mostrare questa signoria di Cristo sul mondo, lasciando parlare alcune persone che oggi hanno provato a dire la loro, a presentare una loro visione. Quindi intendiamo offrire una panoramica storica che copre il lungo periodo che va dal pontificato di Benedetto XV a quello oggi in corso di Benedetto XVI, per cercare di scoprire come i vari Pontefici hanno parlato al mondo della signoria di Cristo. «Gesù è Signore della storia» scrisse Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica, la Redemptor hominis. Ed egli, in tutto il suo pontificato, non mancò mai di parlare all’uomo di Cristo quale principe e Signore del mondo. La sua signoria è una signoria di amore che non disdegna di abbassarsi e di farsi ultimo per venire incontro alle miserie e alle sofferenze dell’uomo. Giovanni Paolo II mostrò bene questa signoria di Cristo non soltanto con le parole, ma anche con i fatti, con l’accettazione eroica della sofferenza e della malattia fisica negli ultimi anni della sua vita. Egli fu il Pontefice che parlò di Cristo Signore della storia in Bangladesh, tra gli ultimi della terra. Ma anche in Nicaragua, tra i sandinisti a Lui ostili, oppure tra le favelas brasiliane. Egli parlò della salvezza che viene solo e soltanto da Cristo ai capi popolo, ai governanti, ed anche ai dittatori delle varie ideologie del XXº secolo i quali, cercando di salvare l’uomo senza Dio, altro non hanno fatto che uccidere l’uomo pur senza riuscire ad uccidere Dio.

Ma in tutto il XXº secolo fino ad oggi, alba del terzo millennio, la voce dei vari Pontefici è stata faro sicuro per la vita e la fede di milioni di persone. Pur in terre vessate da atroci sofferenze o ricoperte di benessere ed opulenza, ovunque la Chiesa grazie ai successori di Pietro ha sempre ricordato chi sia il vero Salvatore e Liberatore dell’uomo e del mondo. La voce dei vari Pontefici non si è mai stancata di parlare e questa breve carrellata vuole essere un omaggio a loro, alla loro instancabile voce e, nel contempo, a tutte quelle persone (pensiamo ai missionari, ai sacerdoti, ai religiosi ma anche a tanti, e ancora tanto semplici, fedeli) che hanno avuto l’intelligenza di ascoltarla.

 

 

 

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