00 29/08/2012 18:35

L'ITINERARIO RELIGIOSO

PER IL PERSEGUIMENTO DI UNA AUTENTICA MATURITA’ UMANA

 

Troviamo nel Vangelo l'episodio di un giovane che chiese a Gesù quale fosse la vera via da seguire nella vita e quale fosse il bene da compiere: ED ECCO UN TALE GLI SI AVVICINO1 E GLI DISSE: "MAESTRO, CHE COSA DEVO FARE DI BUONO PER OTTENERE LA VITA ETERNA?". EGLI RISPOSE: "... SE VUOI ENTRARE NELLA VITA, OSSERVA I COMANDAMENTI" (Mt.19,16-1?). I Dieci Comandamenti, dati anticamente da Dio a Mosè sul Monte Sinai, sono dunque l'itinerario da seguire per avere "la vita".

 

SPIEGAZIONE DEI DIECI COMANDAMENTI

 

"IO SONO IL SIGNORE DIO TUO"

Questa espressione è posta all'inizio per ricordarci che Colui che parla è Dio, l'Autore della nostra vita e il nostro Salvatore. Egli ben ci conosce e ci ama» per­ciò può indicarci con tutta verità le leggi da seguire per realizzare il nostro vero bene e noi con totale fiducia gli dobbiamo obbedire.

 

 

I COMANDAMENTI CHE RIGUARDANO LA RELAZIONE CON DIO

 

1°. Non avrai altro Dio fuori di me.

Ci insegna a riconoscere Lui solo come Dio, cioè come l'Autore della vita e il Salvatore, cui si deve l'adorazione, la lode, il ringraziamento e l'implorazione. Questo non per una pretesa egoistica di Dio tendente a voler primeggiare su altri "dèi", ma semplicemente perché non vi è un altro "Dio"j qualsiasi. altra cosa non è e non può essere "dio", cioè non ha dato e non può dare all'uomo la vita e la salvezza. Questo comandamento è dato per primo perché se l'uomo non adora l'unico vero Dio cade nell'adorazione di beni .materiali o irreali: questi non potranno mai. dare vita all'uomo, ma, anzi, lo condurranno alla rovina, rendendolo schiavo del nulla e del male.

2°. Non nominare il nome di Dio invano.

Il nome di Dio è sinonimo di Dio stesso. Il comandamento ci insegna a rivolgerci a Dio sempre con grande amore e rispetto: è un'esigenza della consapevolezza di chi sia Dio, è un'esigenza dell'amore. La sua osservanza dona gioia e forza all'uomo, per la consapevolezza presente in lui della grandezza del proprio Dio. All'opposto, nominare il Nome di Dio invano (senza motivo o per scherzo), o addirittura bestemmiarlo, è segno di disprezzo e odio verso la sua Persona. Il bestemmiatore dichiara con le sue parole che Dio esiste ed egli lo offende: è una colpa estremamente grave.

3°. Ricordati di santificare le feste.

Ci insegna la necessità di dedicare i giorni di festa al riposo, alla preghiera (in particolare, per i cristiani, la S. Messa) e alle opere di carità verso il prossimo. Anche questo comando corrisponde ad un'esigenza dell'amore a Dio e, più genericamente, ad un'esigenza dell'uomo (bisogno di fermarsi per riflettere, pregare, riposare, aiutare chi ha bisogno): è perciò anch’esso fonte di pace e benessere.

 

Dopo i Comandamenti, riguardanti l'amore verso Dio ci sono i Comandamenti che incarnano l'amore verso il prossimo, e non a caso. L'amore del prossimo, infatti, deriva dall'amore di Dio: perciò non si può essere capaci di amare il prossimo se prima non si ama Dio.

 

 

 

 

I COMANDAMENTI CHE RIGUARDANO LA RELAZIONE COL PROSSIMO

 

4°. Onora il padre e la madre.

Ci insegna il rispetto, l'aiuto, l'obbedienza ai genitori in tutto ciò che non porta al male. In questo comandamento è inclusa anche l'obbedienza all'autorità civile: tuttavia, come per i genitori, l'obbedienza ovviamente deve venir meno

quando le disposizioni date dall'autorità civile sono contrarie alla Legge di Dio.

 

5°. Non uccidere.

Ci insegna a rispettare sempre "la Tita" e a volere sempre il bene per sé e per il prossimo. A questo scopo proibisce di uccidere o fare altro male fisico, come pure di offendere con parole Ingiuriose o calunnie) cioè proibisce di volere e fare del male al prossimo. La premura di non voler fare del male a nessuno deve essere unita alla necessaria prudenza ed anche fuga da coloro che cercano di indurci al male. E1 lecito, però, uccidere in caso di legittima difesa della vita.

6°. Non commettere atti impuri.

Ci insegna a vivere con purezza, riconoscendo il vero valore della sessualità ed evitando perciò tutti quegli atti che la riducono a semplice mezzo per il piacere. La purezza è espressione di un animo nobile, che vuole amare il Signore, che è padrone di sé, che ha compreso il vero valore della persona propria ed altrui: per questi motivi essa è la base dell'amore. La purezza, per essere vissuta, richiede un impegno ed una lotta costanti che concedono però ben presto grande pace e gioia; infatti ha insegnato Gesù: "BEATI I PURI DI CUORE, PERCHE1 VEDRANNO DIO" (Mt.5,8).

7°. Non rubare.

Ci insegna ad osservare la giustizia verso il pressino ed i suoi beni. .Per questo vieta di prendere e ritenere ingiustamente la roba altrui e di danneggiare in qualunque modo il prossimo nei suoi beni.

8°. Non dire falsa testimonianza.

Ci insegna ad essere sincèri nel parlare e retti nelle intenzioni) perciò vieta di testimoniare il falso, di mormorare o di calunniare, come pure di adulare.

9°. Non desiderare la donna d'altri.

Ci insegna la fedeltà nel matrimonio e la purezza anche nell'intimo, cioè nella nostra mente. I pensieri che vengono nella mente contro la purezza non sono di per sé peccati) lo diventano quando li sì cerca o vi si acconsente.

10°. Non desiderare la roba d'altri.

Ci insegna a saperci accontentare del nostro stato e a non desiderare di priva­re gli altri dei loro beni.

 

Possiamo dire, perciò, che la persona che osserva i Dieci Comandamenti acquisisce una autentica e matura personalità, poiché risulta così caratterizzata:

- crede in Dio (1°);

- ama Dio con profondo rispetto (2°);

- prega Dio e gli rende il culto dovutogli (3°);

- onora i genitori e rispetta le autorità (4°);

- ha cura della vita propria e altrui (5°);

- comprende e rispetta il valore del corpo, della sessualità e dell'amore (6°);

- pratica la giustizia, rispettando i beni del prossimo (7°);

- parla con verità ed è retto nelle intenzioni (8°);

- è puro nel pensiero (9°);

- è contento del suo stato, senza invidia per il prossimo (10°).