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L'indulgenza nelle prime comunità cristiane 


Nelle comunità cristiane originarie i peccati gravi come l'omicidio, l'adulterio e l'apostasia, ammettevano un rientro nella comunità solo a fronte di penitenze gravi e prolungate, dette Pena Canonica, che cambiavano e rieducavano in toto il  peccatore pentito. Questo assumeva lo status di penitente entrando nell'ordo poenitentium.


Nella Chiesa antica troviamo un’altra forma di indulgenza nelle lettere dei martiri.
Le lettere dei martiri (dette a quei tempi “libelli pacis”) erano lettere di raccomandazione che i martiri (condannati ai lavoro forzati...) accordavano ai “lapsi” (caduti nell’eresia) che ne facevano richiesta per essere ammessi nella Chiesa e poter partecipare nuovamente ai santi misteri prima del compimento di tutta la penitenza.
Scrive San Cipriano: “Noi crediamo che contino moltissimo dinanzi al nostro giudice i meriti dei martiri e le opere dei giusti” (I cristiani caduti, 17,16).

Il vescovo non era vincolato da queste lettere, ma accordava ordinariamente il favore richiesto.
Questi sono gli antecedenti alla pratica delle indulgenze introdotte a partire dal secolo XI: veniva concesso ai fedeli un condono della pena temporale a motivo del compimento di determinate opere buone.

Lo stato di penitente durava lunghi anni, era estremamente gravoso e molto particolare: da quel punto in poi tutto avrebbe dichiarato il suo stato a chiunque l'avesse anche solo guardato.

Di aspetto incolto, vestito di pelle di capra e con il cilicio, con il volto segnato dai digiuni sarebbe rimasto escluso da ogni carica pubblica e ecclesiastica, dal matrimonio e persino dai normali lavori. Sarebbe stato un morto civile al punto che l'ingresso nell'ordo poenitentium veniva spesso sconsigliato ai giovani e concesso solo ai vecchi o ai moribondi. Tanta asprezza indusse i penitenti a cercare una via che ne mitigasse il rigore.

Un episodio che fece particolare scalpore fu questo tipo di penitenza imposta da Aurelio Ambrogio nientemeno che all'imperatore Teodosio I, per la strage che aveva ordinato a Tessalonica (IV secolo), che naturalmente non fu così grave nella forma e nella durata come quella imposta ai cittadini comuni, ma che indica quale potenza aveva acquisito la Chiesa solo pochi anni dopo la sua accettazione da parte di Costantino I.

Nei primi secoli, alcuni peccatori gravi presero a rivolgersi a confessori che attendessero il martirio per ottenere da loro un biglietto, detto libellum pacis, che inducesse il vescovo cui sarebbe stato presentato ad abbreviare o condonare la pena in virtù del sacrificio del martire.

In altri casi era lo stesso vescovo per sua decisione a condonare in tutto o in parte la penitenza pubblica di questa o quella persona. Sino all'VIII secolo, l'indulgenza era dunque uno "sconto" sulla Pena Canonica non tanto in cambio di qualcos'altro che il penitente dovesse fare o fornire, ma per pietà nei confronti della sua sofferenza, per senso di perdono. L'indulgenza in questa fase è ad personam: il confessore o il vescovo alleviano le penitenze di questa o quella persona ben precisa a fronte del compiere questa o quella azione.

[Modificato da Coordin. 25/08/2012 14:48]