La Direzione spirituale si pone al confine tra questi due ambiti. A volte si può servire di supporti psicologici e psico-terapici primari ma il suo terreno e il suo fine è il miglioramento della persona nell'ambito della grazia e dunque, come punto di partenza e di arrivo ha la conversione della persona. Per questo motivo è legata spesso al Sacramento della Riconciliazione.
Ciò detto, poiché la "grazia suppone la natura" la Direzione Spirituale volgerà comunque a migliorare e a correggere quegli aspetti umani, le inconsistenze, ecc. che frenano umanamente l'azione della grazia dello Spirito.
Nessuno oggi può fare DS senza un minimo di conoscenza delle scienze umane, soprattutto psicologiche e pedagogiche.
Per iniziare il nostro discorso ci serviremo dell'ormai conosciuto schema di Johari:
Area Pubblica | Area Privata |
Area Cieca | Area Inconscia |
* l'area pubblica è conosciuta da se stessi e da gli altri * l'area privata è conosciuta da se ma non da altri
* l'area cieca sconosciuta da se, ma nota agli altri
* l'area subconscia sconosciuta a se a agli altri ma raggiungibile con una analisi psico‑analitica e una direzione spirituale approfondita e sistematica
Mentre le prime tre aree sono raggiungibili con una normale direzione spirituale, l'area subconscia non viene facilmente raggiunta, ma come sappiamo essa potrebbe limitare la risposta a Dio del soggetto... in questa area ci sono quelle tendenze emotive inconsce (come una parte dei bisogni e delle difese psicologiche, certe emozioni, certi tratti o stili psicologici) che la persona porta dentro di sè, ma ne è inconsapevole.
Esse influenzano e possono limitare la sua risposta alla grazia alla Parola di Dio (parabola del seme), e si oppongono ai desideri dello Spirito (Gal 5,13‑26), sicché la santità oggettiva (la capacità oggettiva di vivere e testimoniare i valori di Cristo nella propria vocazione) ne viene limitata, perché la libertà effettiva della persona è limitata.
La Direzione Spirituale: un itinerario per la conversione
La D.S. è un particolare servizio offerto per la crescita umano‑cristiana dell'individuo.
Tale strumento aiuta il cristiano a internalizzare i valori per passare dal conosciuto al vissuto; infatti questo è l'indice che una persona sta crescendo cioè che i valori proclamati li fa passare attraverso il cuore:
" chi ascolta le mie parole e le mette in pratica.." questo è un attaccare il cuore alla verità, dall'intelletto alla passione.
Inoltre la direzione spirituale aiuta la persona a superare le inconsistenze psichiche e a superare le nevrosi: a volte si pensa di essere ciò che si desidera di essere!
La persona chiudendosi progressivamente si assolutizza e si deforma nel modo di pensare e di volere‑‑tipico dell'adolescente.
Di fatto spesso l'età cronologica non corrisponde all'età psichica e c'è chi vive una perenne adolescenza.
Dunque nella direzione spirituale non è importante vendere i contenuti da parte del direttore o assumere contenuti da parte del diretto ma, piuttosto,
vedere l'indice di internalizzazione della persona;
* prima si guardava:
‑pietà, comportamenti, contenuti;
*ora:
‑valori, atteggiamenti, vita;
Le acquisizioni pedagogiche e pastorali odierne tuttavia non devono fare a meno o presumere dalla Pietà, i comportamenti e i contenuti, solo che bisogna andare più a fondo e vedere il grado di internalizzazione del valore evangelico.
Il giovane vive le inconsistenze in un atteggiamento di conflitto tra bisogni e valori, il cammino di direzione spirituale non vende ricette facili che eludano la fatica!
Altro concetto estremamente importante da sottolineare è che il sistema psico‑analitico cristiano crede nella possibilità di trascendenza del soggetto; mentre per Freud si rimaneva così come si era: o ti sfoghi o ti reprimi - non c'è trascendenza.
Questa concezione antropologica ha inquinato molti aspetti e prospettive della moderna psicanalisi che pone come assoluto sempre il soggetto come "sé" e non come "sé" in "relazione per" e aperto al "trascendente".
Invece nell'autotrascendenza cristiana c'è il superamento di sé e ci si apre ad una relazione sana (pensa per esempio alla desatellizzazione);
l'IO comincia a cambiare secondo una:
‑ ortodossia
‑ ortopatia
‑ ortoprassi
Come si vede c'è uno scarto tra il cosciente e l'inconscio; a volte ci sono mancanze o dissonanze che non son vere e proprie colpe ma fuoriuscita illecita di energia inconscia... accade che uno se la prende con l'altro usando varie scuse e difese... alcune difese appaiono in tutta la loro goffaggine.
La maturità, nell'antropologia di Gesù, si ha quando ci si assume l'aggressività dell'altro cioè si vive per Amore, ad immagine e somiglianza di Dio.
La psicologia, con i vari approcci (del profondo, junghiana, sistemica, ecc) ha per tanto la funzione di aiutare a crescere la persona perché l'uomo possa:
‑ conoscersi (io attuale ed io ideale);
‑ accettarsi;
‑ crescere e cambiare.
la direzione spirituale non può assolutamente fermarsi ai primi due punti proprio perché non svolge una funzione politicamente corretta ma di stimolo del soggetto verso il potenziale divino che gli è stato messo nel cuore dallo Spirito Santo. Nè si può presumere, in assoluto o per scontato, che il soggetto conoscendosi e accettandosi necessariamente migliori. Piuttosto raggiungerà un punto verso cui occorerà uno slancio della grazia tipico della "violenza evangelica". Trascendersi infatti è un'arte ed un allenamento spirituale.
- Nel discernimento vocazionale non è lecito né rispettoso accogliere chi non ha chiarito la propria identità, si gratifica di una falsa identità o comunque fugge il suo vero volto...l'atteggiamento maturo è dire senza dissonanze patologiche:
Signore che cosa vuoi che io faccia?
* nei casi palesi di dissonanze la miglior carità è la verità
- L'effetto TUNNEL:
in questa dinamica il soggetto entra in un circolo chiuso di dissonanze psichiche che lo portano a non maturare la pienezza della sua vocazione e a non utilizzare a pieno tutta la sua energia inconscia affettiva a servizio del Regno di Dio.
In tali casi la terapia psicologica e l'Obbedienza di Fede danno ottimi risultati.
- la persona è per tanto chiamata a conoscersi da quello che essa è a quello che è chiamata a diventare.