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"In base al contesto immediato, questo peccato consiste nel rifiuto
di riconoscere il potere che agisce tramite Gesù, attribuendo a
satana le opere che egli compie mediante lo Spirito Santo. Un simile
rifiuto di conversione si oppone al perdono (cf. Matteo 12, 23)".
e) Il peccato di cui in Marco 3, 29 si rinnova anche dopo Cristo, e
non mancano casi ai nostri giorni. La Chiesa Cattolica, anzi tutta la
Cristianità, nella maggior parte dei loro membri, sono impegnate
nella lotta contro il male, dovunque si annidi: nella vita pubblica e
privata, nel mondo degli affari, nella famiglia ecc. Eppure i tdG,
chiudendo gli occhi davanti a tanta luce, qualificano la Chiesa
Cattolica, anzi tutta la Cristianità, come agenti di satana. Non è
questa una bestemmia contro lo Spirito Santo.
2 - L'errore:
"Nella Bibbia non è riportato un solo caso in cui un apostolo abbia
ascoltato una confessione segreta e concessa l'assoluzione. Comunque,
i requisiti per essere perdonati da Dio sono esposti nella Bibbia.
Gli apostoli, sotto la guida dello spirito santo, potevano
discernere se le persone soddisfacevano tali requisiti e, su questa
base, potevano dichiarare se Dio le aveva perdonate o no. Come
esempi, vedi Atti 5, 1-11, e anche 1 Corinzi 5: 1-5 e 2 Corinzi 2: 6-
8".
La verità:
a) Come spesso avviene i tdG usano due pesi e due misure secondo che
loro conviene, per ingannare persone ingenue e ignoranti. Nel caso
presente, da una parte contestano alla Chiesa Cattolica il potere di
rimettere i peccati; dall'altra affermano che nella Bibbia sono
esposti i requisiti per essere perdonati da Dio. E aggiungono che
nella Chiesa Apostolica le guide autorizzate (gli Apostoli) potevano
dichiarare se Dio aveva perdonato o no. Questo equivale a dire che
Dio ha dato alla sua Chiesa il potere di rimettere i peccati a chi è
disposto a essere perdonato da Dio. E' sempre Dio che perdona.
Nessuno ha mai detto il contrario, anche se la propaganda maligna dei
tdG vorrebbe far credere che è il prete che perdona. Ma questa è solo
calunnia, che convince gli ignoranti. Il confessore discerne se vi
sono i requisiti secondo la Parola di Dio e concede il perdono in
nome di Dio. Questo ha fatto Paolo e gli anziani di Corinto (cf. 1
Corinzi 5, 1-5, supra pp. 35-36). La forma di esercitare questo
potere era pubblica, ma la sostanza era la stessa: ieri, oggi, sempre.
b) I tdG negano alla Chiesa Cattolica il potere di rimettere i
peccati, ma essi se lo appropriano. Due pesi e due misure
ipocritamente! Si sa che gli anziani delle loro congregazioni locali
sono, spesso costituiti giudici e assolvono o condannano per la morte
eterna quei loro seguaci che si fossero macchiati di qualche colpa,
soprattutto del peccato di apostasia. Nel gergo geovista apostasia
equivale a non voler pensare ed agire come impone il cervello della
setta, anche se si è convinti, e si hanno ottime ragioni, che la
Bibbia dice il contrario. In nome di chi assolvono e condannano?
c) Nulla prova dire che nella Bibbia non vi è un ,solo caso di
Apostolo che abbia ascoltato la confessione segreta e concessa
l'assoluzione. Infatti la Bibbia non dice tutto quello che hanno
fatto Gesù e gli Apostoli (cf. Giovanni 21, 25). Comunque, la Bibbia
dice chiaramente che il Risorto ha dato agli Apostoli il potere di
rimettere i peccati. Questo è l'essenziale. Dice pure che in diversi
casi gli Apostoli hanno esercitato questo potere. La forma in cui
l'hanno esercitato non cambia la sostanza. Quella può cambiare ed è
cambiata, questa - la sostanza - rimane sempre. (Cf. 1 Corinzi 5, 1-
5; 2 Corinzi 5, 19-20).
3 - L'errore:
San Giacomo ha scritto ai cristiani del suo tempo: "Confessate i
vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per
essere guariti" (Giacomo 5, 16). L'insegnamento è chiaro: io per il
mio fratello peccatore non posso fare altro che pregare, mai
assolvere.
La verità:
a) Sì, l'insegnamento è chiaro. Qui san Giacomo non tratta della
Confessione sacramentale e perciò non concede a tutti i discepoli di
Gesù il potere di rimettere i peccati. Qui san Giacomo richiama e
raccomanda una pia pratica in uso presso gli Ebrei e anche presso i
primi cristiani (cf. Atti 19, 18) di confessare in pubblico i propri
peccati. Era una dimostrazione pubblica di pentimento.
b) Parimenti era una pia pratica, e lo è anche adesso, il pregare gli
uni per gli altri, specie quando si ha peccato e sì ha bisogno del
perdono di Dio. E' sempre Dio che perdona. Ma la preghiera, specie
del giusto, vale molto per ricondurre "un peccatore dalla sua via di
errore" (Giacomo 5, 20). Ma queste pie pratiche - quella di
confessare in pubblico i propri peccati e pregare per gli altri,
specie per i peccatori - non distrugge ciò che la Bibbia dice altrove
molto chiaramente, vale a dire che Dio ha dato a degli uomini il
potere di rimettere i peccati (cf . Matteo 9, 8).
4 - L'errore:
Quando si pecca contro Dio, bisogna chiedere perdono solo a Lui. Solo
Dio perdona (cf. Matteo: 6, 12; Salmo 32, 5; 1 Giovanni 2, 1).
La verità:
a) Nessun cattolico ha mai detto che è il papa o il vescovo o il
presbitero che perdona i peccati, tutti i peccati, sia quelli contro
Dio sia quelli contro il prossimo. E' solo e sempre Dio che perdona
sia i peccati direttamente contro di Lui sia quelli contro il
prossimo, che sono anche contro di Lui. Ma Dio ha dato il potere agli
uomini di perdonare i peccati in suo Nome, mediante l'assoluzione,
perché voleva continuare la mediazione visibile di Cristo, attraverso
la Chiesa. E così, attraverso le parole del sacerdote, il penitente
può essere certo e sicuro che Dio lo ha veramente perdonato.
b) Nei testi citati di Matteo 6, 12; Salmo 32, 5; 1 Giovanni 2, 1 è
affermata una sola verità. che solo Dio perdona. Ma nulla è detto
contro quanto lo stesso Dio. ha voluto fare per assicurarci del suo
perdono. A tale scopo egli ha istituito il sacramento della penitenza.
Aggiungiamo infine o ripetiamo che, se il perdono di Dio deve
avvenire nel segreto, nella camera privata, a porte chiuse (cf.
Matteo 6, 6-12) e se la confessione delle proprie colpe si fa
direttamente a Dio (a Geova) (cf. Salmo 32, 5), perché gli anziani
delle "sale del regno" costringono i fratelli della setta geovista a
confessare i loro peccati (o supposti tali) davanti a tribunali di
uomini costituiti da uomini? Non sarebbe più logico lasciare a Geova
il processo e la sentenza? Ma è un'illusione trovare Iogica nei
comportamenti della società Torre di Guardia!