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In sintesi
1 - I testi biblici più significativi comprovanti il conferimento del
potere di rimettere o ritenere i peccati dato dal Signore Gesù alla
sua Chiesa si trovano in Matteo 16, 19 e 18, 18 e in Giovanni 20, 22-
23. L'analisi accurata e oggettiva dei verbi usati dagli scrittori
ispirati (legare - sciogliere; rimettere - ritenere) porta alla
conclusione che il Signore Gesù ha dato alla sua Chiesa un effettivo
potere di perdonare i peccati commessi dopo il battesimo.
2 - Soggetto di questo potere non è qualunque discepolo di Gesù, ma
le guide qualificate della Chiesa, cioè gli Apostoli e i loro
successori. A questa conclusione si arriva analizzando accuratamente
e oggettivamente il contesto sia di Matteo 18, 18 che di Giovanni 20,
19-23. In Matteo la riconciliazione del fratello peccatore con Dio e
la comunità deve ,avere il sigillo delle guide qualificate della
Ekklesìa, ossia della comunità strutturata. In Giovanni 20, 19-23
l'apparizione del Risorto e il conferimento del potere di rimettere i
peccati hanno come termine il gruppo degli Apostoli: i Dodici.
3 - Per quanto riguarda Giovanni 20, 19-23 e la sua retta
comprensione è nel ricordare che nessuno degli evangelisti intende
dirci tutto sulla Risurrezione del Signore (Cf. Giovanni 20, 30; 21,
25). I loro racconti sono selezionati secondo vari punti di vista.
Luca insiste sulla oggettività o realtà della Risurrezione e la
missione della Chiesa nascente, mentre Giovanni mette più in evidenza
il conferimento del potere ai Dodici.
4 - Su quest'ultimo punto, mentre Marco non dice nulla, Luca ne parla
in modo implicito (Cf. 24, 44-47), Giovanni è più particolareggiato.
Egli racconta minuziosamente l'apparizione dei Risorto
ai "discepoli", che poi specifica essere il gruppo degli Apostoli, e
ricorda il conferimento del potere penitenziale, di rimettere cioè i
peccati commessi dopo il battesimo.
5 - Nei racconti della Risurrezione del Signore le donne hanno un
ruolo certamente non secondario: sono le prime messaggere del
glorioso evento. Ma tutto quello che esse fanno è collocato nelle ore
antimeridiane del primo giorno dopo il sabato, ossia del giorno della
Risurrezione. Poi di esse si parla solo in riferimento alla vita
comunitaria dei discepoli del Signore (cf. Atti 1, 14) e alla discesa
dello Spirito Santo (cf. Atti 2, 1.17-18).
La fede della Chiesa Cattolica
La Chiesa Cattolica ha ribadito e precisato la sua dottrina sul
Sacramento della Penitenza soprattutto al Concilio di Trento (1545-
1563) in contrapposizione agli errori di Lutero e di Calvino.
Circa l'istituzione di questo sacramento il Tridentino ha definito:
"Il Signore (Gesù) ha istituito il sacramento della penitenza
soprattutto quando, dopo la risurrezione, alitò sui suoi discepoli,
dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati
saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi"
(Giovanni 20, 22-23). Con questo gesto così significativo e parole
così chiare fu conferito agli Apostoli e ai loro legittimi successori
il potere di rimettere e di ritenere i peccati per riconciliare i
fedeli caduti in peccato dopo il battesimo... Condanna le artificiose
interpretazioni di quelli che distorcono falsamente quelle parole
contro la istituzione di questo sacramento come se si trattasse del
potere di predicare la parola di Dio e di annunciare il Vangelo di
Cristo".
"Per quanto riguarda il ministro di questo sacramento il Santo Sinodo
dichiara essere false e per nulla conformi alla verità del Vangelo
tutti quegli insegnamenti, che con grave pericolo estendono a
qualsiasi uomo oltre ai vescovi e ai sacerdoti il ministero delle
chiavi, insegnando che quelle parole del Signore: "Tutto quello che
legherete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo" (Matteo 18, 18)
e: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete resteranno non rimessi" (Giovanni 20, 23) siano rivolte
indifferentemente e promiscuamente a tutti i discepoli di Cristo, di
modo che chiunque abbia il potere di rimettere i peccati".

Riportiamo ora alcune affermazioni del Catechismo della Chiesa
Cattolica:
"1441. "Dio solo perdona i peccati" (cf. Marco 2, 7). Poiché Gesù è
il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: "Il Figlio dell'uomo ha il
potere sulla terra di rimettere i peccati" (Marco 2, 10) ed esercita
questo potere divino: "Ti sono rimessi i tuoi peccati !" (Marco 2, 5;
Luca 7, 48). Ancor più: "In virtù della sua autorità divina dona tale
potere agli uomini" (cf. Giovanni 20, 21-23) affinché lo esercitino
nel suo nome".
"1442. risto ha voluto che la sua Chiesa sia tutta intera, nella sua
preghiera, nella sua vita e nelle sue attività, il segno e lo
strumento del perdono e della riconciliazione che egli ha acquistato
per mezzo del suo sangue. Ha tuttavia affidato l'esercizio del potere
di assolvere i peccati al ministero apostolico. A questo ha affidato
il "ministero della riconciliazione" (2 Corinzi 5, 18). L'apostolo è
inviato "nel nome di Cristo", ed è Dio stesso che, per mezzo di lui,
esorta e supplica: "Lasciatevi riconciliare con Dio"" (2 Corinzi 5,
20).
"1445. Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi
escluderete dalla vostra comunione, sarà escluso dalla comunione con
Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella vostra comunione, Dio
lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la Chiesa è
inseparabile dalla riconciliazione con Dio".
"1461. Poiché Cristo ha affidato ai suoi Apostoli il ministero della
riconciliazione (cf. Giovanni 20, 23; 2 Corinzi 5, 18), i vescovi,
loro successori, e i presbiteri, collaboratori dei vescovi,
continuano ad esercitare questo ministero. Infatti sono i vescovi e i
presbiteri che hanno, in virtù del sacramento dell'Ordine, il potere
di perdonare tutti i peccati "nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo"".