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ERRORI E VERITA
1 , L'errore:
I tdG sono del parere che la Chiesa Cattolica va contro la Bibbia
quando insegna che "non c'è colpa per quanto grave ed empia, che non
si cancelli grazie alla Penitenza; e non una sola volta, ma molte e
molte volte". Come prova citano Ebrei 10: 26, CEI: "Se pecchiamo
volontariamente dopo aver ricevuto la piena conoscenza della verità,
non rimane più alcun sacrificio per i peccati". E ancora Mar. 3: 29,
CEI: "Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono
in eterno".
La verità:
a) Ricordiamo anzitutto che è sempre Dio che perdona i peccati. La
Chiesa, tramite i suoi vescovi e presbiteri, esercita un potere
datole da Dio. Sì, la Chiesa Cattolica insegna che non c'è colpa per
quanto grave che non si cancelli con la Penitenza, e non una sola
volta, ma molte e molte volte. Ciò dicendo e facendo la Chiesa
Cattolica segue fedelmente la Bibbia dov'è detto: "Egli (Dio)
perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie" (Salmo
103 (102), 2). E altrove: "Anche se i vostri peccati fossero come
scarlatto, diventeranno bianchi come neve" (Isaia 1, 18). E a Pietro
che domandava., "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio
fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". Gesù
rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette"
cioè sempre (Matteo 18, 22). E Dio sarà meno misericordioso
dell'uomo? (cf. 2 Pietro 3, 9).
b) Questo dice la Bibbia. Questo insegna la Chiesa Cattolica. Ma sia
la Bibbia sia la Chiesa Cattolica aggiungono: "Purché il peccatore si
converta e condanni i suoi peccati" (cf. Ezechiele 18, 23; 33, 11;
Luca 15, 7.11 ecc.). Da parte sua la Chiesa Cattolica insegna: "Tra
gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa
è "il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso,
accompagnato dal proposito di non peccare più in avvenire" -. E
altrove: "Il penitente non creda di essere stato assolto per la sola
fede, senza nessuna contrizione".
c) Contro queste verità nulla provano i testi citati dai tdG. In
quanto a Ebrei 10, 26 va notato che il testo dice: "Se pecchiamo
volontariamente". Questo indica chiaramente che qui si tratta di
persone che persistono nella volontà di peccare. Non c'è in esse vera
conversione, non c'è pentimento. In effetti, l'autore di Ebrei 10, 26
parla del peccato di apostasia, che è ribellione deliberata contro
Dio (cf. Ebrei 6, 6). L'apostata rifiuta la Parola di Dio ed è sordo
ad ogni richiamo di ripensamento. La stessa Lettera (cf. Ebrei 6, 6-
8) dice che tali cristiani rinnegati crocifiggono di nuovo Gesù il
Cristo e sono come la terra che, benché imbevuta da pioggia
abbondante, produce pruni e spine. Certo, per costoro non vi può
essere perdono di peccati perché non hanno la volontà di essere
perdonati. La Chiesa Cattolica non assolve in tali situazioni.
d) Neppure Marco 3, 29 invalida la dottrina cattolica della
Confessione. Dal contesto appare chiaro perché la bestemmia contro lo
Spirito Santo non può essere perdonata. Gli scribi avevano accusato
Gesù di scacciare i demoni per mezzo del principe dei demoni (cf.
Marco 3, 22). Gesù fa notare che è impossibile che uno spirito
maligno si metta contro altri spiriti maligni. Questo equivaleva a
chiudere gli occhi davanti all'evidenza.
Gli scribi conoscevano la verità, ma non volevano metterla, e la
negavano consapevolmente, sapendo quindi di dire una menzogna in modo
esplicito e cosciente, per calunniare Gesù e allontanare il popolo
dal suo insegnamento. Ed è appunto, questa la bestemmia contro lo
Spirito Santo: