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CAPITOLO II. - SVILUPPO DEL LUTERANESIMO DA LESSING AI NOSTRI GIORNI


§ 1. - Lessing. Una vita movimentata.


Il deista Lessing è una strana figura. Figlio d'un pastore, e studente in teologia, s'appassiona più per il teatro che per le Sacre Scritture. Lasciati gli studi, corre la Germania come un avventuriero. Dall'Università di Lipsia passa al corso di scherma e di danza; da Lipsia va a Berlino, dove lo troviamo saltuariamente segretario di Voltaire, allora in pieno favore di Federico n; ma si separa ben presto dal suo maestro di deismo, rubandogli il manoscritto del Siede de Louis XXV, che restituisce soltanto in seguito alla minaccia d'un processo; poi diventa segretario del governo prussiano accanto al comandante generale della piazza di Breslavia, donde passa ad Amburgo, e qui lo troviamo consigliere del teatro della città e finisce a Wolfenbuttel, dove accetta il posto di conservatore della biblioteca del Granduca di Brunschwig.


A quarantadue anni lanciò la sua clamorosa provocazione contro l'ortodossia luterana, sotto l'influsso delle idee scettiche di Mendelssohn, di Spinoza e dei maestri deìl'Aufklàrung. Da Mendelssohn riteneva il disprezzo delle speculazioni religiose; da Spinoza imparò a vedere nella Bibbia soltanto un libro profano, il cui vero significato sarebbe stato alterato dai secoli; dai maestri dell'illuminismo aveva ricevuto la convinzione profonda che la ragione è fatta per continuamente elevarsi verso un indefinito progresso.


Lessing scopre Reimarus. - Proprio mentre già volge una punta aggressiva del suo pensiero contro il cristianesimo, Lessing entra in possesso di un sorprendente manoscritto del professore ebraizzante Samuele Reimarus, che aveva espresso senza reticenze le sue opinioni sulla Bibbia, sul Nuovo Testamento, sulla nozione di Rivelazione, sulle religioni rivelate, rinnegando totalmente tutte le posizioni cristiane. L'Antico Testamento è un composto disorganico di dottrine contradditorie e non può essere il libro d'una rivelazione divina; il messaggio dei Vangeli è privo di chiarezza e di coerenza tanto che i vari interpreti l'hanno compreso in modi molto differenti e perciò non è Parola d'uri Dio. Le divagazioni di Lutero sul testo biblico non meritano nessun credito e il protestantesimo è un errore grande quanto il cattolicesimo. In questo naufragio generale resta a galla soltanto il sentimento naturale dell'uomo in cerca d'una perfezione ideale che viene chiamata Infinito e che è Dio. Tale sentimento è fonte della rivelazione naturale poiché l'uomo con la sua ragione scopre in se stesso di che superare incessantemente l'uomo. La Rivelazione non è dunque altro che lo sviluppo progressivo della coscienza umana. Lessing si fece propagandista ostinato di queste empie idee, nonostante torrenti d'ingiurie che gli piovvero addosso da parte dei pastori scandalizzati, come Melchiorre Goetze e le maledizioni di quanti restavano luterani ortodossi.


Le idee direttrici di Lessing. - Nel suo libro capitale, che pubblicò nel 1780, Die Erziehung des Menschengeschlechts (L'educazione dell'umano genere), pose con tranquillo ardimento i princìpi d'una nuova religiosità. Prima di tutto occorre distinguere religione e teologia, fede e teologia. La religione è una realtà interiore, un sentimento incoercibile della natura umana, che aspira a possedere una realtà superiore degna del suo amore che s'esprime nella pietà. Religione, fede, pietà sono connesse e frutto d'una rivelazione naturale, invece teologia, scienza della lettera d'un libro sacro, speculazioni su enimmi che si vuole far credere rivelazione soprannaturale, sono anche connesse, ma son materia della critica, che ne stabilisce l'origine umana. La fede è un fatto di coscienza, anteriore alla teologia e indipendente da essa; prima che vi fosse una teologia, già c'era una religione, e scomparendo quella non cesserebbe questa. Il primato d'onore spetta quindi alla pietà e non alla dottrina.


Applicato al cristianesimo — che per Lessing rimane sempre la più alta forma che abbia mai rivestito l'aspirazione naturale dell'uomo verso un ideale di vita morale e religiosa, degno quindi d'essere trattato col massimo rispetto — tale sistema ne distrugge tutta la dommatica. Il cristianesimo viene ad essere una vita, un movimento ininterrotto dell'anima a Dio, cercato dalla ragione e non mai raggiunto, perché se l'anima possedesse il Dio che sogna, gli sostituirebbe subito una Torma più bella e lontana, oggetto dei suoi desideri esasperati. Perciò il cristianesimo non sarà una dommatica, la quale è per la vita un impaccio simile ai ferri del prigioniero. Quindi non più biblicismo, non più teologia, che ha creato i miti fallaci della predestinazione o della salute mediante la fede. Lutero e Calvino caddero nella teologia e gettarono il protestantesimo su una via completamente falsa, lo legarono al culto superstizioso della Bibbia, non riconobbero il carattere transitorio dell'Antico Testamento, o dei precetti del Nuovo. Il Cristo fu un Rivelatore perché fece comprendere agli uomini che i bisogni religiosi della loro natura dovevano ormai assumere una forma più elevata, esprimersi in formule più pure, ma né le formule né la forma possono durare eternamente; continuerà il progresso e il Vangelo eterno . è la parola misteriosa impressa in fondo ai nostri cuori, che cerca continuamente di esplicitarsi in un credo più magnifico.


 


Queste le idee direttrici di Lessing, ed è incontestabile che ciascuna di esse ha provocato nel luteranesimo prima, poi nei calvinisti stessi, reazioni profonde, che condussero la Riforma a una radicale trasformazione.


§ 2. - Schleiermacker.


La sua formazione.- Lessing suscitò Schleiermacher, piccolo pastore prussiano, che verso il 1799 impresse un'azione decisiva sull'orientamento del luteranesimo. Costui era tutto impregnato delle idee di Lessing, stimava moltissimo l'opera filosofica di Kant, e specialmente il suo trattato: La religione entro i limiti della ragione, cosi nettamente soggettivista che, anche se mancasse qual-siasi elemento oggettivo, che l'uomo comune considera il fondamento necessario della vita religiosa, la religione tuttavia sarebbe egualmente un fenomeno intelligibile, perché è l'affermazione dei bisogni del cuore, di sentimenti metafisici, d'intuizioni d'ordine soprannaturale.


Queste posizioni soggettiviste trovavano allora vigorosi difensori in Federico Schlegel e suo fratello, ambedue intimamente legati col giovane pastore. Aggiungiamo che quest'ultimo, a somiglianzà di Lessing, s'era compenetrato della filosofia di Spinoza, propizia a tutte le esagerazioni d'un soggettivismo oltranzista, e manifestava vivo entusiasmo per i Fratelli moravi, cristiani singolari che non legavano la loro fede alla lettera d'un libro sacro, sia pure la Bibbia o il Nuovo Testamento, ma alla libera espansione di sentimenti chiamati cristiani perché riguardavano Dio Padre come una fonte di bontà e il Cristo come uno dei principali rivelatori della Bontà del Padre.


La sua dottrina dell'esperienza religiosa. - Schleiermacher farà come questi precursori, seguaci d'un'esperienza soggettiva dell'esaltazione religiosa. Egli ignorerà la divina Rivelazione e i testi che ce la trasmettono, e, partendo dalla coscienza individuale, vi scopre il sentimento ineffabile della Divinità. Ogni uomo, nella propria coscienza e per questo sentimento, è in intimo contatto con Dio, lo sente, lo ama, ne afferma l'esistenza e riconosce la propria dipendenza da questo padrone invisibile, ma sensibile al cuore. Di fronte a questo Dio, l'uomo percepisce in se stesso una decadenza da cui non può sottrarsi. È questo il sentimento della caduta, del peccato, della miseria umana, che trattiene l'uomo nel suo slancio verso Dio. Di qui la tensione interiore e l'irrimediabile sofferenza di chi vuoi raggiungere Dio e ne sente la propria impotenza. Abbiamo cosi il sentimento d'un riscatto necessario, d'una redenzione postulata e reclamata dalla nostra natura.


Ora, Cristo più di tutti ha rivelato all'uomo questi diversi sentimenti, percepiti solo oscuramente prima della sua rivelazione. Egli ebbe la missione di mettere in luce ciascuno di questi bisogni, e d'insegnare che la salute consiste nella liberazione dall'angoscia crocifiggente del peccato. Il cristianesimo è quindi una rivelazione non di precetti o di dommi dettati da un Dio a intermediari, che chiamiamo profeti, ma della ricchezza spontanea della nostra natura, fatta per svilupparsi nella fede religiosa. Schleiermacher annette un'importanza fondamentale a queste diverse esperienze: quella d'un Dio immediatamente percepito, quella del peccato, quella della redenzione, quella della salute, e, per gli uomini che hanno la felicità di conoscere il messaggio di Cristo, l'esperienza di Cristo Salvatore. Gesù disse d'essere venuto in questo mondo per salvare gli uomini; chi sente in lui la virtù di tale redenzione appartiene a Cristo, e Cristo lo attira al Padre suo. Il cristianesimo non è altro che prender coscienza di questi stati profondi d'un'anima che cerca Dio.


La Riforma non aveva mai osato formulare tanto arditamente la sua indifferenza suprema per gl'insegnamenti d'un testo rivelato, accolto dalla Chiesa e affermato come d'origine divina e considerato come la base fondamentale di tutta la vita religiosa. La Bibbia, che per Lutero era stata il Libro supremo, l'unico criterio della fede e dei costumi, diventava un codice supererogatorio, in cui gli uomini avevano segnato i tentativi delle loro esperienze religiose, andando da un politeismo equivoco a un monoteismo incerto, e viceversa, oscillando tra la nozione d'un Dio terribile, geloso, irascibile e vendicativo, alla nozione d'un Dio misericordioso e salvatore. Contro questi testi, dove si riflette così poco l'immagine della Divinità, saggia, e d'una saggezza immutabile, Schleiermacher esalta le intuizioni religiose del cuore, le esperienze religiose sempre più alte e il desiderio di vivere della parola di Cristo, nella quale l'uomo trova perfettamente espresse le sue aspirazioni.


Conseguenze pratiche di questi principi.- Restava solo da trarre le conseguenze pratiche da questi principi così poco luterani, ma di cui tuttavia è responsabile il riformatore tedesco. Le esperienze mistiche di Lutero sono divenute esperienze razionaliste. La mistica si appropria la Parola divina adorata nel Libro supremo; il razionalismo si libera da tutto quello che non è frutto della ragione umana. E in realtà, avendo ridotto pressoché tutto a psicologia, Schleiermacher non vede più perché si debbano conservare le realtà storielle del cristianesimo e dichiara che il Cristo intimo, percepito dalla fede, è più reale e più attivo del Cristo della storia. Che importa quanto la pietà, creatrice di leggende, ha aggiunto al messaggio di Cristo? Miracoli, discorsi pieni di sublime dottrina, apologhi, che racchiudono profonde lezioni di dommatica, tutto questo non è il pensiero essenziale di Cristo, ma è la parte della teologia, di cui il Salvatore
non si dava pensiero, e che i suoi discepoli sovrapposero al suo messaggio fondamentale, per vie laboriose, di cui la storia della dommatica cristiana ritrova le vestigia e caratterizza le tappe. È certamente utile rintracciare questo movimento' del pensiero cristiano, sorto da alcune parole e da alcuni gesti salvatori del Cristo, perché per tal via possiamo notare come in certi periodi la vita cristiana si cristallizza in formule, che si dicono dommi, e che seguono l'evoluzione della vita. Però la dommatica non è la vita stessa d'un'anima cristiana; questa consiste essenzialmente nell'apparizione e nell'affermazione dei sentimenti che abbiamo analizzato.

Da ciò Schleiermacher traeva una conseguenza estremamente grave: la dommatica non è normativa; il domina non dice quello che dev'essere, ma quello che è stato in un momento preciso dell'evoluzione della coscienza cristiana; esprime quello che la vita ha creato, richiesto, formulato; ma che fu trascinato dal flusso della vita religiosa, e rigettato dai riflussi d'una coscienza che, avanzando, si libera dalle nozioni superate, e crea continuamente nuove forme d'una dommatica in perpetua trasformazione.

L'influsso di Schleiermacher. - Questa dottrina, che esplicita con molto rigore e ardimento le formule ancora imprecise o nebulose di Lessing, è quella di Schleiermacher non cessò di sviluppare nelle sue varie opere di dommatica, ma specialmente nei Discorsi sulla Religione (1799). Egli esercitò un considerevole influsso su tutta la Riforma. Sabatier lo chiama " il Messia della nuova era b e Pullan, un anglicano molto addentro al pensiero luterano, scrisse che egli fu thè most imposing figure in German protestantism since Luther, la più grande personalità del protestantesimo tedesco dopo Lutero. Da lui derivano le attuali posizioni della Riforma riguardo alla Bibbia, considerata come un'apprezzabile testimonianza, ma molto dubbiosa, della coscienza religiosa d'un popolo fino alla venuta del Salvatore, e dove si trova un messaggio molto incompleto sulle relazioni dell'uomo con Dio, sicché qualsiasi libro a che porti un messaggio superiore sarà degno anch'esso d'essere chiamato Bibbia, e la Bibbia se lo lascierà volentieri aggiungere ".

Da lui derivano pure le posizioni relative alla dommatica considerata come lo studio non di formule di fede, che hanno un valore assoluto, immutabile e d'un'efficacia inesauribile, ma di formule transitorie, la cui virtù si esaurisce, e che continuano trasformandosi, senz'essere mai in alcun momento l'espressione della Verità stessa, che in Dio non muta ma che gli uomini raggiungono solo frammentariamente.

Da lui ancora le posizioni relative al Nuovo Testamento, considerato non come la Rivelazione divina del messaggio di Gesù, ma come la testimonianza del travaglio appassionato della pietà dei fedeli, che creano una figura divina del Cristo, taumaturgo, teologo, dottore di metafisica e di morale, del Cristo di cui la storia cerca di scoprire, sotto la leggenda, la figura autentica, trasformata dall'amore dei suoi discepoli.