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Il " simbolo-fideismo ". - Queste teorie ebbero un'accoglienza entusiastica negli ambienti liberali. L'ortodossia non aveva allora nemmeno un campione capace di arrestare la loro propagazione che straripò come un mare. Nel 1910 e poi nel 1912 liberali e ortodossi cercarono di trovare un compromesso prima a Berlino, poi a Parigi, ma il fallimento fu totale. Dalle lezioni di Sabatier ciascuno sognava di trarre le conseguenze che si giudicavano inevitabili. Una frazione liberale segui il pastore Ménégoz, che nella religione vedeva solo un'espressione simbolista di certe aspirazioni della coscienza. Fu il tentativo del calvinismo simbolo-fideista, di cui lo stesso Ménégoz diceva: " Io sono intimamente convinto che questa dottrina è conforme all'insegnamento di Gesù Cristo ".


Attorno a lui si era molto meno convinti, e la generazione realista del 1930, dopo aver costretto Ménégoz a confessare che tutta la sua teologia era il frutto delle " sue impressioni ", si staccò da questo fideismo superato e cercò la formula religiosa che rispondesse al bisogno d'azione. Sotto il particolare impulso dei pastori Oberlin e Fallot nacque cosi " il cristianesimo sociale ".


Avvento del " cristianesimo sociale ". - Qui le preoccupazioni dominatiche sono ridotte a una tolleranza quasi generale di tutte le confessioni di fede e sinanche dei gruppi che rigettano ogni confessione di fede; ma le preoccupazioni sociali, umanitarie, sono sviluppate al massimo, come uniche capaci di rifare l'unione tra le sette così profondamente divise dalle questioni di credenza. Il cristianesimo sociale conobbe certamente giorni gloriosi; in America e nei paesi anglosassoni il movimento " attivista " s'è sviluppato al punto di minacciare gravemente il movimento Faith and Order che s’oppone al covimento Life and Work. In Svezia e nei paesi nordici l’adesione d’un vescovo del valore di Nathan Soderblom, che nel 1925 riunì a Stoccolma i cristiani sociali, impresse nuova forza al movimento. Nella stessa Germania, sotto l'azione prestigiosa di Carlo Barth, sono stati fondati gruppi di "religiosi sociali", il cui atteggiamento fu lungi dall'essere sempre brillante specie quando il cristianesimo sofferse l'assalto delle dottrine naziste. La guerra del 1989-1944 fece tacere per un po' di tempo tutte queste diverse e opposte ambizioni. Tuttavia un profondo malessere pervadeva tutta la Riforma: lo spettacolo dei suoi dissensi, delle sue rinunce, della sua progressiva decomposizione, svegliava nel cuore dei più generosi la cura di un riassetto nella fede cristiana ritrovata e riaffermata contro tutti i clamori di una critica corrosiva.


CAPITOLO IV. - VERSO UNA NUOVA RIFORMA


Tentativo d'ecumenismo protestante. - Non diciamo a verso un rinnovato calvinismo ", né " verso un luteranesimo rigenerato ". Le divergenze originali a poco a poco sono scomparse, perché le infiltrazioni del luteranesimo moderno nel calvinismo e del calvinismo moderno nel luteranesimo hanno creato una specie di dottrina intermedia, dove i partigiani dell'ecumenismo sperano di veder finalmente realizzata la riunione cosi vivamente bramata delle differenti forme del pensiero protestante.


In generale coloro che lavorano per questa riconciliazione universale si mostrano decisi avversari di tutte le teorie soggettistiche, sistemi filosofici, principi a priori, analisi psicologiche, che trascinarono la Riforma agli eccessi che abbiamo visto. Non la metafisica deve spiegare le origini del cristianesimo, né una storia subordinata alle considerazioni fìlosofiche sulle condizioni del naturale, del soprannaturale, del miracolo o delle leggi della natura. I giovani protagonisti di questo movimento vogliono un ritorno allo studio puramente oggettivo dei testi sacri, nella loro realtà, non nel loro simbolismo. L'orientamento della dommatica odierna non è più " antropocentrico ", ma a teocentrico " e specialmente " cristocentrico ".


I promotori di questa profonda rivoluzione sono in Germania Eucken, Schaeder, Heim (seguiti dal cattolico Max Scheler); in Svizzera il professor Foerster, il pastore Neesert e il prof. O. Cullmann; in Francia il pastore Marco Boegner, H. Monnier, Alex. Westphal; in Italia G. Miegge. D'altronde tutti riconoscono l'autorità di Carlo Barth, che figura decisamente come il capo.


Con essi la storia religiosa ridiviene una scienza oggettiva, liberata dalla ipotesi di Ritschl e dei suoi discepoli; il Boegner non teme di trattare come " puramente immaginari " i pretesi conflitti tra i giudeo-cristiani e i pagano-cristiani; il preteso cristianesimo paolino come pure la pretesa evoluzione della fede in Gesù attraverso le vicissitudini del cristianesimo gerosolimitano, deuteropaolinista, giovanneo, sfociante in una specie di precattolicesimo romano. Tesi queste della scuola liberale destinate a giustificare il " divenire " dell'idea cristiana, tanto caro ai discepoli di Hegel, ma contrario ai dati obiettivi della storia.


Isolamento di Goguel. - Le ultime manifestazioni di questa giovane schiera fanno sempre più sentire la stanchezza riguardo a tesi superate. Luigi Bouyer ha notato l'isolamento attuale del pastore e storico Goguel, il quale nella sua ultima opera La naissance du chrislianisme (1946), condensando i risultati d'una intera vita di ricerche, non credette far di meglio che attenersi' ai postulati di Ritschl la a cui filosofia comanda la critica storica ". I neoprotestanti ridono del suo metodo d'a interiorizzazione fino all'estremo ", e gli ricordano che la fede riposa su elementi oggettivi e che la storia fa uso di ben strane libertà, " quando trascura i documenti die si riferiscono alla concezione realista dei sacramenti nel Nuovo Testamento ". È l'ultimo saluto a un'interpretazione del cristianesimo dichiarata oggi fuori campo. Non potrebbe esservi qui il punto d'incontro dei protestanti attirati dalla figura di Cristo radiosa nella sua divinità e dei cattolici assillati dal pensiero d'un solo oVile?


G. D.


BIBLIOGRAFIA. - 1. M. Bendisciou, II luteranesimo, Istituto Editoriale Galileo Milano 1948. L'origine; la dottrina; l'organizzazione; l'influsso. P. Chiminelli, 11 calvinismo, ivi, 1948. Cai vino ; il calvinismo ; il calvinismo nel mondo e le sue incostanti fortune ; contributo del calvinismo alla civiltà contemporanea; tentativo recente di galvanizzare il calvinismo. Sono essenziali i due seguenti articoli del D. T. C. : J. Dedieu, Protestanlisme, XIII, 850-907, che presenta lo stato attuale del luteranesimo, del calvinismo, dell'anglicanesimo e i sintomi dell'opposizione all'anarchia dottrinale; L. Cristiani, Ré/orme, XIII, 3020-3097, che studia le cause e le dottrine del protestantesimo. Sulle cause si può anche vedere l'aggiornamento di J. Lortz, Wie kam es zur Reformation? Johannes Verlag, Einsiedeln 1950. In questo piccolo volume l'autore riassume quanto scrìsse più ampiamente in Die Reformation in Deutschland, 3 voli., 3 ed., Herder, Friburgo 1948. Una forte e acuta sintesi delle dottrine del protestantesimo ortodosso si ha in A. Mcehler, La simbolica, trad. dal ted., Ed. Barbié, Carmagnola 1853. Da parte protestante la più recente sintesi è quella di H. Strohl, La pensée de la Ré/orme, Delachaux et Nestlé, Neuchàtel 1951. In C. Aloermissen, La Chiesa e le Chiese, 3 ed., Morcelliana 1944, si trovano buone esposizioni sloriche dottrinali del luteranesimo e del calvinismo. Il volumetto di M. Bendiscioli, La riforma protestante, Studium, Roma 1952, è una solida sintesi storica con ricca bibliografia. Gli scritti rivoluzionari di Lutero (Del Papato romano, Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, La cattività babilonese della Chiesa, Della libertà del cristianesimo, ecc.) si trovano nel volume: M. Lutero, Scrìtti politici, U. T. E. T., Torino 1949.


2. In particolare sul neoprotestantesimo dalle tendenze razionalistiche e liberali. L. Perriraz, Histoire de la théologie protestante au XIX siede, a voli., H. Messelier, Neuchàtel, 1949-51. L'autore è di tendenze liberali. K. Barth, Die protestantische Théologie tra 19. Jahr-hundert. Ihre Vorgeschichte und thè Geschichte. Evangel. Verlag, Zollinkon-Zurich 1947. L'opera di tendenza antiliberale contiene 25 monografie di teologi protestanti: Rousseau, Lessing, Kant, Herder, Hegel, Schleiermacher, ecc. F. Schnabei., Storia, religiosa della Germania nell'Ottocento, Morcelliana, Brescia 1944, pp. 269-555. B. Neuheuser, La teologia protestante in Germania in Probltmi e Orientamenti di Teol. Dogmatica, pp. 581-661, Ed. Marzorati, Milano 1957.


3. Su Carlo Barth che rappresenta la più energica reazione al protestantesimo liberale. J. Hamer, Karl Barth, L'occasionalisme théologìque ds K. B., Etude sur sa méthode dogmatique. Desclée, Paris 1949. Opera di valore. E. Riverso, La teologia esistenzialistica di Karl Battìi, Ist. Edit. del Mezzogiorno, Napoli 1955. Urs von Balthassar, Karl Barth. Darstellung uni Deulung seiner Theologie, Hegner, Koln 1951. L'opera in cui Barth manifesta con più vivacità la sua reazione contro la teologia liberale, specie contro Schleiermacher, è Parole de Dieu et parale humaine, Ed. "Je sers ", Paris 1933. - Sul recentissimo pensiero protestante : Max Thurian, Les grandes orientatùms actuelles de la spiriiualité protestante, in Irenikon, 1949, pp. 368-394; Damelou, Le protestantisme dans de voies nmmelles?, inEtudes, maggio 1953, pp. 145-156. Mentre Barth e la sua scuola combattono aspramente il liberalismo, questo rispunta con forza sotto altra forma, particolarmente con R. Bultmann e seguaci che invitano a "smitizzare" il cristianesimo: rifiutano la ornitologia s del Figlio di Dio incarnato, morto per espiare i nostri peccati, e non vedono in Cristo, ridotto a semplice profeta, che uno degli interventi di Dio nella storia. Cfr. R. Bultmann, Le christìanisme primitif, Payot, Paris 1950 e particolarmente H. W. Bartsgh, Keiygma uni Mythos, 2 voli., H. Reich-Evangelischer Verlag, Hamburg-Volksdorf 1951-1953. È una raccolta di scritti di varie tendenze che trattano il tema della "demito-logizzazione " del cristianesimo. L. Malevez, Le message chrétien et le mythe. La Théologie de Rudolf Bultmann. Desclée de Br., Paris 1954. R. Marlb, Bultmann et leinterptetatìon dtt JV. Testament, Aubier, Paris 1956. G. Mieqoe, Vevangelo e il miti nsl pensiero di R. Bullmam, Ed. Comunità, Milano 1956. A. Voeqtle, Rivelazione e mito in Probi, e Orient. di Teol. Dogm., ed. cit., I, pp. 827-960.