00 30/08/2016 19:18

Poche parole scritte a mano da Charles Darwin che hanno fatto scalpore.

Si tratta di una lettera autografa del naturalista britannico, in cui afferma chiaramente di non credere nella versione della creazione offerta dalla Bibbia e dichiara il suo agnosticismo nei confronti della fede cristiana.

La lettera che sarà battuta all’asta a New York, dalla casa Bonhams, il prossimo 21 settembre, è datata 24 novembre 1880 e il suo valore è stimato tra 70.000 e 90.000 dollari (Globalist.it, 18 settembre).

“NO” A BIBBIA E GESU’

Darwin rispondeva ad una precedente lettera ricevuta da un giovane avvocato, Francis McDermott, il quale voleva sapere da lui se credeva nel Nuovo Testamento, chiedendogli di rispondere con un semplice “sì” o “no” e precisando che non avrebbe rivelato a nessuno la sua risposta. Darwin rispose con poche e nette frasi: «Mi dispiace di dover comunicare che non credo nella Bibbia come una rivelazione divina, e quindi nemmeno in Gesù Cristo come il figlio di Dio» (jobnews.it, 17 settembre).

DA GIOVANE ERA VICINO AL VANGELO

In effetti, spiega ad Aleteia il giornalista e scrittoreFrancesco Agnoli, esperto di tematiche legate al rapporto scienza e fede, «Darwin abbandona la fede nel cristianesimo». Ma liquidarlo come un ateo tout court è sbagliato. Abbandona il suo credo religioso nel tempo, perché da giovane era un convinto sostenitore della Parola di Dio. «Il suo primissimo articolo – sentenzia Agnoli – scritto insieme a FitzRoy sul South African Christian Recorder nel 1836, racconta come i missionari cristiani abbiano contribuito al bene delle popolazioni indigene allontanandoli da pratiche come quella del sacrificio umano e dell’infanticidio. A quest’epoca Darwin crede nella forza civilizzatrice del Vangelo. Con il tempo si allontanerà dalla fede nella Bibbia, e nella Rivelazione».

MAI “CONTRO” IL CREATORE

Man mano Darwin si allontanerà da questa posizione, dichiarandosi “agnostico” (mai ateo) senza però “rompere” con la dottrina cristiana. Non a caso, prosegue Agnoli, «alla fine de “L’origine della specie” cita il Creatore e in varie lettere dice che la sua teoria non è contro il Creatore. Per tutta la vita dirà di non essere in grado di capire davvero l’esistenza di Dio: “Il mio giudizio è spesso fluttuante” scrive in una lettera; altrove si definisce un agnostico, ma afferma che questa stessa definizione non è sempre giusta: penzola tra credere in un Dio Creatore, il non credere, e la sospensione del giudizio».

“NON E’ SOLO IL FRUTTO DI UNA FORZA CIECA”

Altrove afferma: “Non riesco a vederci chiaro”. “D’altra parte non posso accontentarmi di vedere questo meraviglioso Universo e soprattutto la natura dell’uomo e di dedurne che tutto è il risultato di una forza cieca. Sono propenso a guardare ad ogni cosa come il risultato di leggi progettuali (as resulting of designed laws), e che i dettagli, siano essi buoni o cattivi, risultino invece da ciò che noi possiamo chiamare caso […]. Non posso pensare che il mondo così come lo vediamo, possa essere il risultato del caso; eppure non posso guardare ogni singola cosa separata come se essa fosse il risultato di un progetto. Percepisco nel mio intimo che l’intera questione è troppo profonda per l’intelligenza umana. È come se un cane tentasse di speculare sulla mente di Newton” (C. Darwin, The Correspondance of Ch. Darwin, Cambridge UP, Cambridge 1985-1995, 224).

“VEDO UN DISEGNO INTELLIGENTE”

Inoltre va detto che sono numerose le lettere in cui Darwin dice:
«io vedo, nel complesso, un disegno intelligente nella natura, crescita di complessità della vita e della storia che non è casuale, ma nel dettaglio mi sfugge». La ragione, osserva lo scienziato, «non riesce a risolvere questo problema».


[Modificato da Credente 30/08/2016 19:22]