11/02/2013 15:21

Lo scienziato Luc Montagnier, e i miracoli di Lourdes

Strano dialogo quello fra un premio Nobel per la Medicina, celebre per aver scoperto il virus dell’Hiv, e un monaco cappellano per lunghi anni a fianco di reclusi di Francia. Un uomo di fede e uno di scienza uniti da una comune vocazione: la ricerca, l’uno della verità terrena, l’altro della verità eterna. Preoccupati entrambi per la dignità dell’uomo e per l’auspicio di un’alleanza positiva tra uomini di scienza e di fede.

Lo scienziato è Luc Montagnier, già direttore dell’Istituto Pasteur e Nobel per la medicina nel 2008, quello di fede è padre Michel Niaussat, monaco cistercense. I loro dialoghi sono raccolti nel testo appena uscito Oltralpe, Le Nobel et le Moine. Sollecitati dalle domande del giornalista Philippe Harrouard, hanno messo a confronto le loro posizioni su fede, scienza, etica e ricerca. Lorenzo Fazzini su Avvenirepresenta una recensione e racconta che è sopratutto l’ex “rosso” Montagnier (il quale ammette: “all’inizio ho creduto al marxismo, come molti giovani della mia epoca”) a sollevare alcune affermazioni interessanti.

Come quando ammette la natura misteriosa dei miracoli che avvengono a Lourdes«Quando un fenomeno è inspiegabile, se esso esiste veramente, non serve nulla negarlo. Molti scienziati fanno l’errore di rifiutare ciò che non comprendono. Non mi piace questo atteggiamento. Cito spesso questa frase dell’astrofisico Carl Sagan: “L’assenza di evidenza non è l’evidenza dell’assenza”. Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile. […] Io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza». Anche lui quindi è arrivato alla stessa conclusione del suo collega Nobel per la medicina, Alexis Carrel, il quale si convertì al cattolicesimo per aver assisitito direttamente e personalmente ad un miracolo durante il suo viaggio a Lourdes (il racconto dei fatti è su Cultura Cattolica).

Il Premio Nobel continua parlando del grande ruolo che il mondo cattolico svolge verso i sofferenti:«Con il mio collega americano Robert Gallo avevamo ottenuto un’udienza con il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) per parlargli del modo in cui potremmo accrescere la nostra collaborazione con il personale delle missioni cattoliche che lavorano nell’ombra in Africa. Essi curano i malati di Aids e fanno prevenzione contro la diffusione del virus». Al che il monaco ribadisce: «Molti preti, religiose e religiosi sono all’opera. Troppo spesso ci si dimentica di parlarne». Gli fa eco il medico: «Gli ordini religiosi cristiani hanno svolto un ruolo molto positivo nella presa in carico dei malati. […] Riconosco che, nel campo delle cure ospedaliere, la Chiesa è stata pionieristica».

Si passa poi alla visione teologica dei due interlocutori. Mentre Niaussat racconta l’inizio della sua vocazione, Montagnier parla della religione: «Le religioni sono fondate su testi sacri: Bibbia, Corano, Torah. Anzitutto si dice che questi testi vengono da Dio, ovvero sono la Rivelazione, e che bisogna seguirli alla lettera. Questi sono dogmi fondatori e comprendo che si esita a modificarli. Ma si potrebbe anche adattare le religioni alle conoscenze di base della scienza, conservando la credenza in Dio». Il Nobel francese però riconosce implicitamente che, se nel mondo prevalesse l’opzione religiosa, in primis quella cristiana, il nostro pianeta ne avrebbe solo da guadagnare: «Vi sono 2 miliardi di cristiani, di cui 1 miliardo e 100 milioni di cattolici. I loro buoni sentimenti sono presenti ma sfortunatamente i rapporti di forza continuano a governare il mondo. Nel nostro secolo la compassione e l’amore del prossimo guideranno il mondo? Ne dubito».

 

Agnostico e vincitore del Nobel per la Medicina riconosce: “I miracoli di Lourdes sono inspiegabili”

 

“Molti scienziati commettono l'errore di rifiutare quello che non capiscono”

Sono migliaia i resoconti di “guarigioni inspiegabili” che si verificano ogni anno nel santuario mariano di Lourdes (Francia), uno dei più frequentati al mondo. Sono tuttavia pochissime le guarigioni considerate effettivamente miracolose dalla Chiesa, che adotta criteri rigorosi per l’analisi scientifica di ogni caso.

Nonostante il rigore di questi studi, perdura da molti decenni il disprezzo di non credenti che non si prendono nemmeno la briga di sapere come la Chiesa analizza e accantona le migliaia di casi di “miracoli apparenti”. Per molta gente disinformata o male informata, qualsiasi miracolo è una mera fraudolenza priva di fondamento.

Questo atteggiamento di ignoranza camuffata da intellettualità contrasta con quello di rispetto e considerazione adottato da professionisti di noto prestigio, come il medico francese Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina che tra gli altri contributi rilevanti alla scienza è famoso per la scoperta del virus HIV.

Ex direttore dell’Istituto Pasteur, questo importante scienziato di fama mondiale ha esposto la sua opinione sui miracoli di Lourdes nel libro Le Nobel et le Moine (Il Nobel e il Monaco), in cui dialoga con il monaco cistercense Michel Niassaut. A questo riguardo, Montagnier afferma che“non c’è motivo di negare nulla”.

A un certo punto, la conversazione ha affrontato le guarigioni senza spiegazione avvenute a Lourdes, ed è stato chiesto cosa pensa un non credente a cui è stato attribuito il Nobel.


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“Quando un fenomeno è inspiegabile, se esiste davvero non c’è motivo di negare nulla”, ha risposto Luc Montagnier.

Alla fin fine, se il fenomeno esiste che senso ha negarlo? Quello che bisogna fare è studiarlo, non fingere che non esista. Per questo, il Nobel per la Medicina, affermando che “nei miracoli di Lourdes c’è qualcosa di inspegabile”, rimprovera l’atteggiamento di alcuni colleghi, osservando che “molti scienziati commettono l’errore di rifiutare quello che non capiscono”.

“Non mi piace questo atteggiamento”, ha commentato. “Cito spesso la frase dell’astrofisico Carl Sagan ‘L’assenza di prova non è prova dell’assenza’”.

“Quanto ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo che si tratti davvero di qualcosa di inspiegabile, ha proseguito Montagnier. “Non riesco a comprendere questi miracoli, ma riconosco che ci sono guarigioni che non sono previste allo stato attuale della scienza”.

La Chiesa e l’aiuto ai malati. Un’altra cosa che il mondo cerca di evitare

Luc Montagnier ha avuto un’enorme importanza nella storia recente per la sua scoperta del virus HIV. A questo riguardo, andando contro il mondo anticattolico e i suoi preconcetti e le sue accuse infondate, riconosce l’importanza della Chiesa di fronte al dramma dei malati.

“Il mio collega statunitense Robert Gallo ha avuto un’udienza con il papa (Giovanni Paolo II) per cercare di capire come aumentare la nostra collaborazione con le équipes delle missioni cattoliche in Africa, dove si curano le persone affette da AIDS e si fa prevenzione contro la diffusione del virus (…). Gli ordini religiosi cristiani hanno un ruolo molto positivo nella cura dei malati. Riconosco che nell’ambito dell’assistenza ospedaliera la Chiesa è stata pioniera. Nel corso di questi anni di ricerca sull’AIDS, soprattutto all’inizio, ho avuto la possibilità di stare a contatto con pazienti condannati a una morte inevitabile. Spesso la fede e la vicinanza della Chiesa ci hanno aiutati ad affrontare la malattia e a far sì che i malati non si sentissero abbandonati. È per questo che ho sempre riconosciuto il contribuito pionieristico e inestimabile della Chiesa nell’assistenza ospedaliera.


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Pur se agnostico, Montagnier rivela una grande stima per la Chiesa. Si è offerto anche di combattere il morbo di Parkinson di cui soffriva papa San Giovanni Paolo II, e ritiene che il pianeta guadagnerebbe molto se i valori cristiani prevalessero nel mondo.

“Ci sono 2 miliardi di cristiani, 1,1 miliardo dei quali cattolico. I loro buoni sentimenti sono presenti”, ma non governano l’umanità. A suo avviso, sarebbe ottimo se l’amore per il prossimo guidasse il mondo.

Lourdes e i Premi Nobel

Montagnier non è l’unico vincitore di un Nobel ad avere un rapporto con Lourdes.

Alexis Carrel, Nobel per la Medicina nel 1912, si convertì al cattolicesimo grazie ai miracoli a cui assistette nella città mariana dal 1903, quando era ancora un giovane medico ateo.

All’epoca, un collega che doveva accompagnare un gruppo di pellegrini a Lourdes gli chiese di sostituirlo per cause di forza maggiore. Carrel accettò pensando di verificare di persona la falsità dei presunti miracoli, ma alla fine assistette a uno di questi.

Il medico visitò, osservò e analizzò tutti i sintomi di una donna malata di tubercolosi ormai sul letto di morte. Non c’era alcun dubbio sul fatto che sarebbe morta a breve. Quando la donna, davanti ai suoi occhi increduli, uscì dalle piscine di Lourdes, tuttavia, tutto era scomparso. Il resoconto di Carrel nel libro in cui racconta la sua conversione venne accolto con scandalo negli ambiti naturalisti scettici che dominavano allora in Francia.


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Sembra che lo “scandalo” dei miracoli non sia destinato a terminare tanto presto. Sarebbe quindi raccomandabile che gli increduli, anziché promulgare i loro dogmi di “intellettualità superiore” di fronte a quello che non capiscono, cercassero di capire la questione con maggior rigore scientifico e meno conclusioni precipitose (e antiscientifiche).

 


[Modificato da Credente 01/11/2017 21:26]