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Chi ha letto con equilibrio il materiale disponibile (compresi i documenti diplomatici di altri paesi), non può che concludere sull'assoluta erroneità della tesi circa il nesso tra Chiesa e avvento del nazismo in Germania; non che non ci fosse un clero filofascista o filonazista, beninteso; ma chi sostenesse che questo fosse l' orientamento politico e morale della Santa Sede sarebbe smentito, ancora una volta, dai documenti.  5. Nel caso di Pacelli, questi rimane in Germania fino al 1929 perché Pio XI lo nomina suo Segretario di Stato; egli dunque è a Roma, al comando della "stanza dei bottoni" vaticana. Da questa stanza escono due importanti documenti: il concordato del febbraio 1933 e l'enciclica "Mit brennender Sorge" del 1937. Il primo fu preparato nei dettagli ben prima che Hitler arrivasse al potere, ossia per tutto il 1932, con la Santa Sedepiuttosto esigente su alcune precise e irrinunciabili garanzie; il secondo documento, come tutti sanno,è il manifesto antinazista della Chiesa Cattolicacome tale venne percepito anche dai nazisti. I documenti ci dicono che nel primo caso Hitler, arrivato al potere da solo un mese, dovette accettare un negoziato già impostato ed accedere a quasi tutte le richieste della Santa Sede; mentre, nel caso dell'enciclica, sempre i documenti ci dicono che Pacelli ne fu uno degli autori e redattori. Niente male per un futuro papa filonazista.  6. I documenti, e non solo quelli vaticani, attestano che la Santa Sede non si faceva alcuna illusione sul nazismo e sulla possibilità d'imbrigliare Hitler, in un'Europa ormai abituata, dopo il 1936, ai suoi colpi di mano (sulla Renania rimilitarizzata, sull'Austria annessa, sulla Cecoslovacchia estinta); il problema stava nella salvaguardia dei cattolici tedeschi; della tutela delle prerogative della Chiesa derivanti da un concordato di cui Hitler doveva sbarazzarsi; e, dopo lo scoppio della guerra, nell'assistenza alle varie vittime nei paesi conquistati da Hitler (ebrei compresi). ...

 

..  8. Dai documenti si evince che, fra i suoi consiglieri in questioni tedesche, Pio XII scelse un gruppo di quattro vescovi tedeschi piuttosto esposti per la loro ostilità al nazismo; e che furono questi i suoi consiglieri per tutta la durata della guerra.  ....

Va comunque ricordato che chi dubiti dell'obiettività delle fonti diplomatiche vaticane può benissimo girare gli archivi europei e nel mondo per gli opportuni riscontri. Gli archivi del ministero degli esteri italiano, di quello tedesco, quelli del ministero degli esteri francese, il Public Record Office di Londra e i National Archives di Washington sono apertissimi a chiunque intenda utilizzarli per ulteriori riscontri. Senza trascurare che alcuni di questi Stati, come l'Italia, la Gran Bretagna e la Germania, hanno pubblicato diverse esaustive collane di documenti che ogni buona biblioteca storica ospita.