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San Cirillo alessandrino, Commento al vangelo di Giovanni, 11,11

Unità con Dio, unità tra di noi

Perché arrivassimo all'unità con Dio e tra noi - fino ad essere uno solo, pur restando distinti gli uni dagli altri nel corpo e nell'anima - il Figlio di Dio ha escogitato un mezzo concepito dalla sapienza e dal consiglio del Padre che gli appartengono. Benedice quelli che credono in lui facendoli misticamente partecipi di un solo corpo, il suo. Li incorpora così a sé e gli uni agli altri. Chi separerà quelli che sono stati uniti da questo santo corpo nell'unità di Cristo, o li allontanerà da quella unione di natura che hanno tra loro? Infatti se abbiamo parte a un solo pane, noi diveniamo tutti un solo corpo (1Cor 10,17). Cristo non può essere diviso. Per questo, sia la Chiesa che noi, sue membra diverse, siamo chiamati corpo di Cristo secondo l'espressione di san Paolo (cf. Ef 5,30). Siamo tutti riuniti all'unico Cristo per mezzo del suo santo corpo; e poiché lo riceviamo da lui, uno e indivisibile nei nostri corpi, è a lui più che a noi stessi che le nostre membra si uniscono...

Per l'unità nello Spirito la nostra riflessione sarà uguale, e diremo che avendo ricevuto tutti un solo e medesimo Spirito, lo Spirito Santo, siamo in qualche modo mescolati gli uni agli altri e a Dio. Infatti, benché formiamo una moltitudine di individui e Cristo stabilisca in ciascuno di noi lo Spirito del Padre e suo, non c'è tuttavia che un solo Spirito indivisibile che unisce in lui i singoli spiriti, distinti tra loro per la loro esistenza individuale, facendoli essere per così dire un solo spirito in lui.

Come la potenza della santa carne [di Cristo] unifica in un solo corpo coloro nei quali è entrata, così lo Spirito di Dio, uno e indivisibile, abita in tutti e ci unisce tutti in una unità spirituale. Da ciò questo appello di san Paolo: Con tutta umiltà e mansuetudine, con longanimità, sopportatevi gli uni gli altri caritatevolmente; studiate di conservare l'unità dello spirito nel vincolo della pace. C'è un solo corpo e un solo spirito, come una sola è fa speranza a cui siete stati chiamati per la vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti, opera in tutti ed è in tutti (Ef 4,2-6).

Se l'unico Spirito abita in noi, il Dio unico, Padre di tutti, sarà in noi e condurrà, per mezzo del Figlio suo all'unità vicendevole e all'unione con lui tutti quelli che partecipano dello Spirito.

San Fulgenzio di Ruspe, Regola della vera fede, 19

L'Eucaristia, compimento dei sacrifici antichi

Ritieni con somma fermezza e non dubitare affatto che lo stesso Verbo di Dio, unigenito e fatto carne, offrì se stesso per noi in sacrificio e ostia a Dio, in odore di soavità (cf. Ef 5,2). A lui, al tempo dell'Antico Testamento, insieme con il Padre e lo Spirito Santo, venivano sacrificati gli animali, dai patriarchi, dai profeti e dai sacerdoti; a lui ora, ai tempi del Nuovo Testamento, insieme con il Padre e lo Spirito Santo - con i quali egli ha l'identica natura divina - la santa Chiesa cattolica non cessa di offrire su tutta la terra, in fede e amore, il sacrificio del pane e del vino. Quelle vittime carnali erano una raffigurazione della carne di Cristo che egli, senza peccato, avrebbe immolato per i nostri peccati, e del sangue che avrebbe sparso in remissione dei nostri peccati.

Questo sacrificio invece è un ringraziamento e una commemorazione della carne di Cristo che egli offrì per noi, e del sangue che Dio stesso versò per noi. Di lui dice il beato Paolo negli Atti degli apostoli: Badate a voi e a tutto il gregge, in cui lo Spirito Santo vi ha posti come sovrintendenti per reggere la Chiesa di Dio, che ha acquistato con il suo sangue (At 20,28). Quei sacrifici dunque rappresentavano simbolicamente ciò che a noi sarebbe stato donato; questo sacrificio invece mostra chiaramente ciò che ci è già stato donato. Quei sacrifici annunciavano che il Figlio di Dio sarebbe stato ucciso per i peccatori, questo invece annuncia che il Figlio di Dio è già stato ucciso per i peccatori, come attesta l'Apostolo che Cristo, quando noi eravamo ancora infermi, a tempo opportuno, è morto per gli empi (Rm 5,6) e che quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio (Rm 5,10).

Contro Fabio, 28,16-21 - Eucaristia ed epiclesi

Se sai in che cosa consiste l'offerta del sacrificio, comprenderai anche perché imploriamo la venuta dello Spirito Santo... Secondo la testimonianza dell'apostolo Paolo, il sacrificio è offerto per annunciare la morte del Signore e rinnovare il memoriale di colui che ha dato la vita per noi. Il Signore stesso aveva detto: Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici (Gv 15,13). Poiché Cristo è morto per noi per amore, quando facciamo memoria della sua morte al momento del sacrificio, domandiamo che l'amore ci sia donato con la venuta dello Spirito Santo. Avendo ricevuto la grazia dello Spirito Santo supplichiamo, per l'amore stesso che ha spinto Cristo a lasciarsi crocifiggere per noi, di poter essere crocifissi al mondo e imitare la morte del Signore per camminare in una vita nuova...

Così tutti i fedeli che amano Dio e il prossimo, anche se non bevono il calice di una passione corporale, bevono però il calice della carità del Signore... Perché beve il calice del Signore soltanto chi conserva la sua santa carità, senza la quale non serve a nulla abbandonare il proprio corpo alle fiamme. Il dono della carità ci dà il potere di essere in realtà ciò che celebriamo misticamente nel sacrificio. E' quanto intende dire l'Apostolo quando afferma: Essendo un solo pane, noi siamo un corpo solo sebbene in molti, partecipando tutti allo stesso pane (1Cor 10,17).

A chiedere questo durante il santo sacrificio, ci stimola l'esempio del nostro Salvatore che desidera che noi, commemorando la sua morte, chiediamo ciò che egli stesso, il vero sacerdote, ha domandato per noi nell'ora della morte, dicendo: Padre santo, conservali nel tuo nome, che mi hai dato, perché siano una cosa sola come noi. E poco dopo aggiunge. Non per questi soltanto io prego, ma anche per quelli che crederanno grazie alla loro parola, in me, perché tutti siano una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17,11.20-21). Così, quando offriamo il corpo e il sangue di Cristo, chiediamo ciò che egli ha domandato per noi quando ha voluto offrirsi per noi.

Rileggi il Vangelo e troverai che il nostro Redentore, appena terminata questa preghiera, entrò nell'orto dove fu arrestato dai giudei. Il Salvatore la pronunciò per coloro che credevano in lui, dopo la cena, durante la quale diede ai suoi discepoli il sacramento del suo corpo e del suo sangue. Ci mostrò così che nel momento del sacrificio dobbiamo domandare innanzi tutto ciò che egli, pontefice sommo, si è degnato di chiedere quando istituì il suo sacrificio. Ora, ciò che domandiamo, cioè l'unità nel Padre e nel Figlio, lo riceviamo con l'unità della grazia spirituale che l'Apostolo ci comanda di conservare con cura, quando dice: Sopportatevi a vicenda nella carità, cercando di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace (Ef 4,2-3). Per questo domandiamo che lo Spirito Santo venga a darci la carità..