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OBIEZIONI DEI TESTIMONI DI GEOVA

 

1) Da "La verità vi farà liberi". E' dunque ragionevole che dal tempo di Adamo sino a Mosè il ricordo fu trasmesso mediante la tradizione orale, da una generazione all'altra" (pag.205)

"L'onnipotente Iddio in cui non si trova nessuna menzogna, avrebbe fatto si che il ricordo verbale o la tradizione, sarebbe stato correttamente ritenuto in mente e trasmesso da una generazione all'altra ai suddetti uomini (i Patriarchi). Egli fece proprio questo mediante il suo Spirito, o potenze invisibili (pag. 206).

I Testimoni di Geova dunque riconoscono che c'è stato un periodo di tradizione legittimata da Dio stesso; durante questo periodo ha provveduto con la sua assistenza perchè non si alterano le sue prescrizioni. L'assistenza divina garantisce la inalterata trasmissione della verità tra gli uomini.

Nel N.T. abbiamo proprio la promessa di una assistenza divina alla sua Chiesa, che deve perdurare fino alla fine dei secoli: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" Mt 28,20. La promessa di Gesù varca l'angusto limite dell'età apostolica e si spinge fino alla fine dei secoli. La scomparsa degli Apostoli non può sospendere la irrevocabile promessa di Cristo.

 

2) "Iddio mise termine alla tradizione verbale ai tempi di Mosè, quando Egli comandò Mosè di scrivere" (ivi pag 206)

I riferimenti del N.T. e il contegno degli Apostoli smentiscono questa conclusione dei Testimoni di Geova.

 

3) "I religionisti che difendono o insegnano le tradizioni degli uomini o che mettono l'astuzia sacerdotale al di sopra della parola di Dio, si giustificano dicendo che Gesù non diede nessun comando ai suoi discepoli di scrivere e perciò una Bibbia scritta non è necessario e indispensabile. Tale pretenzione significherebbe che gli Apostoli di Gesù non scrissero sotto l'ispirazione di Dio" (ivi pag 209-210).

Non è vero che la Tradizione Cattolica sia tradizione di uomini; nessun cattolico oppone tradizione a Bibbia; nessun cattolico ritiene che la Bibbia scritta non sia necessaria o indispensabile.

 

4) "Nessuno degli scrittori della Bibbia, a partire da Malachia e andando indietro fino a Mosè, fa in qualche modo menzione di una legge orale o Tradizionale esistente parallelamente alla parola scritta di Dio. In nessun luogo essi asseriscono che le tradizioni orali di uomini religiosi stiano alla pari della parola di Dio registrata o che la parola di scritta sia incompleta senza tali tradizioni orali" (ivi pag 11)

"Certo è che le antiche scritture ebraiche non insegnano a porre fede sulle tradizioni orali dei religionisti. tradizioni che poi gli uomini hanno registrate o pubblicate come essendo uguali alle Scritture ispirate o anche qualora vi sia conflitto tra entrambe" (ivi pag 13).

 

La Tradizione Cattolica non si poggia sulle scritture ebraiche V.T., quindi è perfettamente inutile parlare di esse. La tradizione Cattolica inizia dagli Apostoli.

 

5) "Il caso di Gesù di Nazareth costituisce un precedente. Esso accerta che gli uomini i quali seguono le interpretazioni religiose dei religionisti e che antepongono alle Scritture le umani tradizioni si opporranno e perseguiteranno la genuina Parola di Dio" (ivi pag 16)

L'uso che ha fatto Gesù della Bibbia non esclude che Egli abbia affidato la sua dottrina anche alla Tradizione: Egli stesso infatti lo ha fatto per primo.

 

6) "Paolo si atteneva strettamente alla Parola di Dio scritta allorchè predicava ed insegnava" (ivi pag 17). Paolo non si atteneva solo alla Parola di Dio scritta. Se predicava è segno che egli si affidava ad una Tradizione e non ad una composizione letteraria.

 

 

 

INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA

 

 

 

La "DEI VERBUM" (n 12) insegna: "poichè Dio nella Sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini e alla maniera umana, l'interprete della Sacra Scrittura, per capire bene ciò che Egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione, che cosa gli agiografi in realtà abbiano inteso significare e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.

Per ricavare le intenzioni degli Agiografi, si deve tener conto tra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti, viene diversamente proposta ed espressa nei testi in varia maniera storici, o profetici, o poetici, o con altri modi di dire. E' necessario dunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo intese di esprimere ed espresse in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso. Per comprendere infatti nel loro giusto valore ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve fare debita attenzione sia agli abituali e originali modi di intendere, di esprimersi e di raccontare agenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che allora erano in uso nei rapporti umani".

I generi letterari sono le forme di linguaggio con cui l'uomo si esprime, così il racconto, la poesia, la parabola. In tutte le letterature si trovano, ad esempio, gli storici, che narrano cose accadute con intenzione di dire la verità; i poeti, che in forma ritmica cantano idee, sentimenti e fatti; i moralisti, che intendono insegnare mediante frasi incisive o con parabole. Ognuno poi arricchisce il proprio stile con forme retoriche, quali il paradosso, l'ironia, l'iperbole, l'allegria, il paragone, ecc.

La Bibbia è piena di tutte queste cose. dal punto di vista letterario ed artistico la Bibbia può gareggiare con qualsiasi capolavoro delle altre letterature mondiali. Essa contiene anche innumerevoli profezie che predicono, spesso in forma velata e progressiva fatti che sarebbero avvenuti in un lontano avvenire.

Per questa originale indole profetica di alcuni brani biblici, troviamo nella Sacra Scrittura anche un'altra cosa del tutto estranea ai libri umani: il "tipo". Si chiamano "tipi" in linguaggio biblico quei personaggi, fatti o circostanze che furono intesi da Dio a prefigurare personaggi, fatti o circostanze future, che a loro volta si chiamano "antitipi".

Il serpente di bronzo è tipo della crocefissione di Gesù: "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perchè chiunque crede in Lui abbia la vita eterna" (Gv 3,14 = Nm 21,4-9; Sap 16,5-7)

La permanenza di Giona nel ventre del mostro marino è immagine di Gesù nel sepolcro: "Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra" Mt 12,40 = Gn 2,1. La manna è figura dell'Eucarestia: "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti.... Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno" Gv 6,48-51 = Es 16,4 ss. Elia è figura di Giovanni Battista: "e se lo volete accettare, Egli è quell'Elia che deve venire" Mt 11,14 = Mal 3,23 "ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore". Melchisedech è figura del Sacerdozio di Cristo: (Eb 7 = Gn 14,18 + Sal110,4 +Gn 14,17-20).

I libri biblici, pertanto, possono essere raggruppati in Storici - Profetici - Didattici.

L'interpretazione della Sacra Bibbia esige:

- una prudente indagine dello scopo inteso dall'autore

- una minuziosa conoscenza della lingua per stabilire il senso preciso della frase;

- non ci si può fermare su una sola frase, ignorando altri passi, che trattano dello stesso argomento

- la coerenza del passo biblico col contesto;

- il rispetto del contesto letterario e storico.