00 17/05/2012 15:04

 

CANONE DEL NUOVO TESTAMENTO

 

Libri Storici

 

1) Vangelo di Matteo 2) Vangelo di Marco 3) Vangelo di Luca 4) Vangelo di Giovanni

5) Atti degli Apostoli.

 

Libri Didattici

 

6) Lettera ai Romani 7) Prima lettera ai Corinti 8) Seconda lettera ai Corinti 9) Lettera ai Galati 10) Lettera agli Efesini 11) Lettera ai Filippesi 12) Lettera ai Colossesi 13) Prima lettera ai Tessalonicesi 14) Seconda lettera ai Tessalonicesi 15) Prima lettera a Timoteo 16) Seconda lettera a Timoteo 17) Lettera a Tito 18) Lettera a Filomene 19) Lettera agli Ebrei 20) Lettera di S. Giacomo 21) Prima lettera di S. Pietro 22) Seconda lettera di S. Pietro 23) Prima lettera di S. Giovanni 24) Seconda lettera di S. Giovanni 25) terza lettera di S. Giovanni 26) Lettera di S. Giuda

 

Libro Profetico

 

27) Apocalisse

 

 

CANONE PROTESTANTE

 

Lutero rigettò sette libri del Vecchio Testamento ossia: Tobia; Giuditta; Sapienza; Ecclesiastico;

Baruch; Primo dei Maccabei; Secondo dei Maccabei;

e sette libri del Nuovo Testamento: Lettera di S. Giacomo; Lettera di S. Giuda; Lettera agli Ebrei; Seconda di S. Pietro; Seconda di S. Giovanni; Terza di S. Giovanni; Apocalisse.

 

Calvino si conformò a Lutero solo per i libri del Vecchio Testamento. I Testimoni di Geova seguono Calvino.

 

Quale è dunque il criterio da seguire per determinare il numero dei libri ispirati e quindi sacri e componenti la Sacra Bibbia?

E' certo che la Sacra Bibbia non dà in nessun luogo l'elenco dei libri ispirati. E' vero che S. Pietro ricorda le lettere di S. Paolo, ma non dice quali e quante siano: "La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il carissimo fratello nostro Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che egli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre scritture, per la loro propria rovina" 2 Pt 3,15-16.

E' certo che non tutti i libri della Bibbia dicono di essere stati scritti per ispirazione divina. Il criterio, dunque, per determinare i libri sacri va ricercato fuori dalla Bibbia stessa.

Per i cattolici è la decisione della Chiesa docente basata sulla tradizione, cioè sul suo insegnamento che, non contenuto nella Bibbia, è passato di generazione in generazione fino a noi, sia oralmente che per iscritto. Non altrettanto chiaro è l'atteggiamento dei Testimoni di Geova. A pag. 208 del libro "La verità vi farà liberi" così si legge a proposito di quei libri che essi rispettano del canone del Vecchio Testamento: "Altri libri che dimostrano evidentemente di non essere ispirati e pertanto non veraci o non provenienti da Dio, furono nascosti dal pubblico. Perciò essi divennero chiamati "Apocrifi", che significa "nascosto" poichè sono spurii, falsi, non genuini d'ispirazione divina. Sino al giorno presente i libri apocrifi non sono stati inclusi nel Canone Ebraico". Essi non dicono in che consista quella "dimostrazione evidente" di cui parlano. A pag. 213 dello stesso libro portano come argomento contro i libri dei Maccabei il fatto che essi non sono contenuti nel Codice Vaticano (300 d.c.).

Se si basano, allora, sulla presenza o no di quei libri in qualche codice, ammettono che il criterio per stabilire il numero dei libri sacri non è nella Bibbia, ma proprio nella tradizione (Cattolica).

I Testimoni di Geova insistono col dire che è sacro quel libro che contiene profezie avveratisi o che viene citato da altri libri sacri. Ma le profezie, ad esempio, dell'Apocalisse non sono ancora avverate; tanti libri da essi accettati non sono citati in alcun altro libro sacro!

Risalendo il corso dei secoli fino ai tempi apostolici si riscontra che in maggioranza i libri furono riconosciuti sacri sempre e da tutti. Solo alcuni (i sette del Vecchio Testamento + i sette del Nuovo Testamento) furono oggetti di discussione per qualche tempo e in qualche parte della Chiesa. Per i sette libri del Vecchio Testamento negati da Lutero, i dubbi parziali cominciarono agli inizi del III secolo e dureranno fino al V secolo (dal 200 al 400): Il motivo di tale discussione era dovuto al fatto che gli Ebrei posteriori a Cristo non accettavano quei sette libri perchè o non scritti o non tramandati in ebraico, ma in greco. Giova comunque notare che accanto ai Padri che mettevano in dubbio tali libri (Origene, S: Cirillo di Gerusalemme, S. Atanasio, S. Epifanio, S. Gregorio Nazianzieno, S. Ilario e in qualche periodo, S. Girolamo) ce ne erano tanti altri che li ritenevano sacri (S. Cipriano, S. Ippolito, S. Dionigi d'Alessandria, S. Efrem, S. Basilio, S. Gregorio Nisseno, S. Ambrogio, S. Giovanni Crisostomo, S. Agostino).

Tali discussioni cessano completamente dal secolo VI. Anche a proposito dei sette libri del Nuovo Testamento negati da Lutero avvenne la stessa cosa.

Per quanto, infine, riguarda il riferimento dei Protestanti all'atteggiamento degli Ebrei, giova osservare:

1) E' certo che almeno ad Alessandria di Egitto, gli Ebrei avevano un canone identico a quello attuale dei Cattolici. Infatti l'antica traduzione greca della Bibbia, detta dei "settanta" e composta tra la metà del III secolo e la fine del II secolo a.c. contiene anche i sette libri esclusi dai Protestanti. Essi non si trovano in appendice, ma regolarmente inseriti nel corpo del codice, secondo l'ordine del Canone Cattolico.

2) E' da ritenersi che anche per gli Ebrei di Palestina avessero il canone usato da quelli di Alessandria, stando i rapporti molto cordiali tra gli Ebrei di Egitto e di Palestina.

3) Lo stesso Giuseppe Flavio, contemporaneo alla distruzione di Gerusalemme del 70 d.c., che ripetutamente protesta di non usare se non libri ritenuti sacri, si servì dei due libri dei Maccabei per la stesura della sua opera intitolata "Antichità Giudaiche".

4) Nel N.T. troviamo 350 citazioni del V.T. delle quali circa 300 riproducono il testo della versione greca dei LXX. Ciò dimostra che ai tempi di Gesù e degli Apostoli anche in Palestina traduzione degli Alessandrini godeva pieno favore, senza che troviamo alcuna traccia di riserva rispetto ai sette libri esclusi dai protestanti.

5) Non è escluso che una corrente di Ebrei di Palestina abbia scartato dal novero dei libri sacri quei sette in discussione.

Ma essi scartano anche i Proverbi, Ezechiele, il Cantico dei Cantici, l'Ecclesiaste ed Ester e solo un Sinodo degli Ebrei del 90 d.c. mise fine alle contestazioni sorte contro l'origine divina di questi libri.