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LA NATURA SI'CURA

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    00 08/07/2018 16:27
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    Fegato ingrossato: sintomi, cause e rimedi naturali


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    Sintomi e rimedi naturali per il fegato ingrossato

     


    Il fegato ingrossato è una condizione abbastanza comune, che può avere numerose cause. Scopriamo insieme come riconoscere il disturbo e curarlo


    Il fegato ingrossato è una problematica abbastanza comune che determina una minore efficienza dell’organo. Il risultato? Ci si sente più stanchi, affaticati e tutto l’organismo ne risente.


    Le cause che possono portare a un eccesso di grasso nelle cellule epatiche sono diverse e più o meno gravi. Ecco quali sono le più comuni e come intervenire.


    Fegato ingrossato: come riconoscerlo


    Ma come riconoscere un fegato ingrossato? Bisogna dire che spesso questa condizione non mostra alcun segno particolare o, comunque, presenta sintomi molto comuni.


    In alcuni casi, il fegato ingrossato può accompagnarsi a un dolore localizzato nella regione addominale superiore destra, che peggiora durante la palpazione.



    Altri sintomi possono essere un senso di fatica cronica, l’ingiallimento della pelle o degli occhi, urine scure, sudorazione eccessiva, costipazione e scarso appetito. Oltre a gonfiore di stomaco costante e reflusso acido.


    In caso sospettiate di avere problemi al fegato, è importantissimo ricorrere alla consulenza di un medico che, a seguito di un esame clinico, un’ecografia e un esame ematico, potrà confermare o meno i vostri dubbi.


    Fegato ingrossato: le principali cause


    Le cause che possono portare all’ingrossamento del fegato sono varie. Tra le più comuni, un abuso di alcol, obesità o una dieta basata su un eccesso di grassi saturi e cibi confezionati.


    Ancora, alla base potrebbe esserci l’uso di alcuni farmaci, delle infezioni virali o malattie autoimmuni o epatiche come cirrosi, epatite virale, emocromatosi, cisti o tumori epatici.


    Affinché il problema possa essere risolto, è importantissimo riuscire a comprendere quale sia il fattore scatenante.


    I migliori rimedi naturali


    Bisogna innanzitutto dire che la migliore cura per il fegato ingrossato è la prevenzione. A tal proposito, è importantissimo:



    • Evitare il fumo;

    • Limitare l’assunzione di farmaci quando possibile;

    • Bere con moderazione;

    • Mantenere un’alimentazione il quanto più possibile sana;

    • Condurre uno stile di vita attivo.


    In secondo luogo, come già accennato, è essenziale risalire alle cause che hanno portato all’ingrossamento del fegato. Solo in questo modo potrete innanzitutto scongiurare la presenza di patologie gravi e, in secondo luogo, trattare al meglio questa condizione.


    Una volta che vi siete accertati che il fegato ingrossato non è collegato a problematiche importanti, potete fare affidamento ad alcuni rimedi naturali che possono migliorare la vostra condizione.


    Tra le piante migliori troviamo il cardo mariano e il tarassaco.


    Il cardo mariano, in particolare, è considerato un’erba disintossicante e quindi molto utile nella pulizia del fegato. Il tarassaco ha un’azione diuretica che vi permettevi eliminare velocemente le tossine. Ancora, potete fare affidamento sulla curcuma che supporta il metabolismo epatico.


    Agire attraverso l’alimentazione


    Essenziale è, però, agire attraverso l’alimentazione. Come? Eliminando innanzitutto i cibi tossici dalla vostra dieta. Parliamo di junk food, zuccheri raffinati, pasti precotti.


    Ricordatevi invece di consumare cibi ricchi di potassio che aiutano ad abbassare la pressione, a controllare il colesterolo e supportare il sistema cardiovascolare.


    Riducete al minimo gli alcolici ed eliminate i superalcolici. Vanno bene un bicchiere di vino o una birra ogni tanto, ma senza esagerare. Bevete molta acqua e cercate di sostituire i cereali raffinati con quelli integrali. Sostituite i grassi animali con i corrispettivi vegetali e cercate di bere succhi di verdure crude miste. Preferite carni bianche e pesce azzurro.


    Ancora, diminuite i formaggi e le carni grassi, eliminate la frittura e diminuite il numero di caffè giornalieri. Un piccolo sacrificio per un grande beneficio!



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    00 08/07/2018 16:30

    Tra le piante aromatiche più adoperate in cucina, la salvia è un ricettacolo di proprietà benefiche per la salute, capace di trattare diversi disturbi dell’organismo.


    Ad oggi, infatti, gli erboristi usano la salvia per alleviare il gonfiore, il dolore dovuto alle distorsioni, le ulcere, o come rimedio omeopatico per diversi disturbi di stagione, legati alle vie respiratorie. Sotto forma di tè o infuso, questa pianta è adoperata anche per trattare la febbre, migliorare la digestione e il benessere generale dell’organismo. Ecco alcune delle sue migliori proprietà.


    Migliora la memoria e le funzioni cerebrali


    Secondo uno studio condotto dall’università di Newcastle, in Inghilterra, la salvia potrebbe essere un utile alleato per la memoria.


    Il merito sarebbe da attribuire ad alcuni suoi composti, capaci di inibire un enzima che a sua volta degrada un composto chiamato acetilcolina, molecola fondamentale per il funzionamento del cervello che risulta diminuita nei malati di Alzheimer.


    È un ottimo antiossidante e antinfiammatorio


    La salvia contiene molti composti antiossidanti e antinfiammatori. Come il rosmarino, contiene anche acido rosmarinico, che viene facilmente assorbito e controlla la risposta infiammatoria del corpo. Foglie e stelo, inoltre, conterrebbero sostanze capaci di impedire lo stress ossidativo, tra i principali responsabili della presenza di malattie croniche.





    Potrebbe prevenire il diabete


    Gli studi a riguardo sono stati condotti per lo più su modello animale in laboratorio, ma dai risultati addotti, sembra che l’estratto di salvia sia in grado di bloccare il rilascio di glucosio immagazzinato dal fegato, abbassando i livelli di zucchero nel sangue degli animali. Alla pianta sarebbero quindi attribuiti effetti ipoglicemizzanti.


    Riduce i sintomi della menopausa


    La salvia è una pianta alleata delle donne e utile a gestire i disturbi che possono comparire ogni mese in concomitanza del ciclo mestruale. Non solo: aiuta ad alleviare i sintomi della menopausa. Il merito sarebbe da attribuire all’azione di alcuni flavonoidi in essa contenuti, capaci di riequilibrare il sistema ormonale. In menopausa, il suo aiuto più prezioso è nell’alleviare le vampate di calore e le emicranie. In tal caso va assunta sotto forma di tisana.


    salvia


    È amica dell’ umore


    Secondo uno studio condotto dalla Northumbria University Newcastle, la salvia non solo fa bene alla mente, ma aiuta anche l’umore. La ricerca ha infatti dimostrato che i volontari che assumevano l’estratto di foglie di salvia prima di una prova erano meno ansiosi, più felici e attenti durante l’esecuzione della stessa.


    Questi sono naturalmente solo alcuni dei benefici attribuibili alla salvia. Al link ne trovate altri: http://ambientebio.it/proprieta-benefiche-della-salvia/


    Controindicazioni


    La salvia è una pianta con notevoli benefici per l’organismo, ma è necessario prestare attenzione durante la sua assunzione. Innanzitutto, se si assume in concomitanza ad alcuni farmaci, è sempre necessario rivolgersi a uno specialista per valutare la presenza di particolari interazioni.


    Non va assunta in gravidanza o se si soffre di pressione alta o epilessia. Chi soffre di diabete deve monitorare costantemente i livelli di zucchero e rivolgersi a un medico di fiducia prima dell’assunzione degli estratti di questa pianta. Non va assunta prima di un intervento chirurgico. Particolare attenzione,poi, deve essere prestata se adoperata sotto forma di olio.
    Per le dosi di estratti, tinture, capsule, oli essenziali, rivolgetevi sempre a un erborista.

    Metodo di conservazione

    La salvia è una delle piante curative che possiamo facilmente coltivare in casa. Il suo principio attivo si ricava dalle foglie, che possono essere raccolte nei mesi primaverili ed estivi.

    Le infiorescenze vanno messe a essiccare in luoghi ombrosi e conservate in sacchetti di tela o carta. Quando sono pronte, vanno riposte in piccoli vasi di vetro, a riparo dalla luce.

    Al link potete approfondire l’argomento: http://ambientebio.it/3-erbe-aromatiche-da-coltivare-in-casa-in-autunno/

    (Foto: Rebecca Slegel)

     

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    00 21/07/2018 10:42
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    Pressione bassa a causa del caldo?
    Ecco 7 rimedi naturali per ritirarla su

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    Pressione bassa

    Pressione bassa, 7 rimedi naturali per prevenirla e contrastarne i sintomi – di Soluzioni Bio

    Col caldo estivo il senso di spossatezza è quasi normale. La pressione si abbassa e diventa un pericoloso fastidio per la nostra salute: anche un calo di zuccheri può causare il palesarsi dei sintomi della pressione bassa come giramenti di testa, vertigini, ronzio alle orecchie, stanchezza cronica, debolezza generale. Ecco come aiutarsi con alcuni rimedi naturali.

    1. Mangiate i cibi ricchi di sali minerali – La pressione bassa si contrasta prima di tutto a tavola, assumendo gli alimenti giusti.

    Contro l’ipotensione fate il pieno di sali minerali e acqua, consumando frutta e verdura di stagione, in particolare spinaci, patate e zucchine, ma anche mandorle, uva, pesche, banane e datteri.

    2. Bevete due litri d’acqua – L’idratazione, soprattutto d’estate, è fondamentale per tenere sotto controllo la pressione ed evitare improvvisi cali.

    Cercate di bere durante tutto l’arco della giornata, concedendovi ogni tanto un bicchiere.

    Per aumentare il quantitativo assunto, sorseggiate anche infusi e tisane e tè freddo, acque aromatizzate, perfette quando fa caldo.

    3. Sodio (ma non troppo) – Vi sentite male e avete la nausea a causa della pressione bassa?

    Provate ad aumentare i valori con un rimedio sprint. Mangiate qualcosa di salato, concedendovi una piccola porzione di parmigiano o grana.

    4. Sorseggiate il karkadè – Si tratta di un gustoso infuso di fiori di ibisco che arriva dall’Africa, dove viene utilizzato come rimedio naturale per migliorare i problemi di pressione.

    Ricca di minerali, idratante e antiossidante, questa bevanda è adatta a grandi e piccini.

    Pressione bassa, altri tre rimedi

    5. Bevete il caffè – Il caffè è uno dei rimedi più conosciuti per alzare la pressione. Basta una tazzina per contrastare l’ipotensione e sentirsi meglio.

    Il consiglio è sempre quello di non esagerare e sfruttare questo rimedio lampo soprattutto quando siete fuori casa e vi sentite spossate.

    6. Gambe in alto – L’ipotensione vi causa svenimenti? Non appena vi sentite male correte ai ripari.

    Sedetevi (o stendetevi) e sollevate le gambe in alto, favorendo la circolazione del sangue. Il sollievo sarà immediato!

    7. Liquirizia in borsetta – Soffrite di pressione bassa? Allora portate sempre con voi in borsetta un pezzo di questa radice, da assaporare quando vi sentite stanche.

    Ha molteplici proprietà: non solo fa bene a chi soffre di ulcera e gastrite, ma è anche un afrodisiaco e calma la tosse. Fonte: SoluzioniBio


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    00 01/08/2018 18:08

    COME LIBERARSI DELLE ZANZARE CON RIMEDI NATURALI

    1) Cosa ti serve

    Per realizzare questo pratico “stermina-zanzare” fai da te occorrono degli elementi che si possono trovare facilmente in casa. Infatti, basta un semplice recipiente al cui interno bisogna inserire dell’acqua miscelata con qualsiasi tipo di olio (in alternativa è anche possibile utilizzare della nafta), l’importante è che il composto appaia come un liquido omogeneo e viscoso. Ora vi spiegheremo come attivare la trappola che salverà la vostra estate!

     Come preparare la trappola

    Per incentivare le zanzare a cascare nella tua trappola, devi scegliere innanzitutto un contenitore di colore nero: le zanzare infatti prediligono i colori scuri e verranno quindi immediatamente attirate in quella direzione. Per essere certi al 100% della sua efficacia, un accorgimento in più potrebbe essere aggiungere una luce diretta sulla bacinella per far riflettere l’acqua e renderla facilmente individuabile.

     Come annienterà qualsiasi zanzara

    Appena le zanzare proveranno a deporre le uova nella trappola, si troveranno le ali appesantite dalla miscela oleosa e non avranno più scampo, rimanendo bloccate nel recipiente. Questo rimedio è capace di bonificare una zona tra i 20 e i 30 metri ed è la soluzione ideale per chi ha giardini o terrazzi dove desidera trascorrere delle serate tranquille, senza le fastidiose punture di questi insetti. Questa stermina zanzare può anche essere utilizzata in casa, basta soltanto non appoggiarla a terra ma su un piano rialzato per evitare piccoli incidenti domestici, soprattutto se si hanno bambini o animali in casa!

    2) Bottiglia di plastica ad imbuto: cosa ti serve

    Invece per questa trappola vi occorre: 1 grammo di lievito di birra, 4 cucchiai di zucchero, 200 ml di acqua, una bottiglia di plastica da 2 litri, un cartone o cartoncino nero, dello scotch. A questo punto si dovrà tagliare orizzontalmente la bottiglia di plastica ad un centimetro prima che inizi a diminuire la sua circonferenza, in modo uniforme. Poi…
     

    5) Bottiglia di plastica ad imbuto: come funziona

    Dopo aver riscaldato l’acqua e aggiunto lo zucchero, la soluzione andrà lasciata raffreddare e poi versata nella parte inferiore della bottiglia e aggiunto il lievito senza mescolarlo. A questo punto la parte superiore della bottiglia andrà capovolta, inserita come un imbuto dentro l’altra metà, sigillata con lo scotch ai bordi e rivestita con il cartoncino nero. Per l’interno di casa andrà posizionata aperta in un luogo buio ed umido. Per gli esterni basterà metterla in un angolo o appesa al soffitto, perforando il contenitore.

    [Modificato da Credente 01/08/2018 18:28]
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    00 12/09/2018 00:04



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    Sciatica infiammata? Ecco il rimedio naturale per curarla definitivamente



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    sciatica

    Milioni di persone soffrono di dolori dovuti alla sciatica. Ecco come liberarsene una volta per tutte


    Andare da un chiropratico può essere una buona soluzione per alleviare il dolore dovuto alla sciatica. Senza dubbio si tratta di un metodo più naturale rispetto all’utilizzo di farmaci.


     

    Secondo gli esperti la curcuma è un ottimo alleato contro la sciatica. Ancora in pochi sanno che dei recenti studi hanno dimostrato come alcune erbe siano un’ottima alternativa naturale per guarire.


    Secondo molti esperti, un ingrediente attivo della curcuma, la curcumina, può essere utilizzato come tonico per ridurre al minimo l’infiammazione cronica.


    Uno dei modi migliori per assumere la curcuma è riscaldarla nel latte (in alternativa anche del latte vegetale) con dell’olio di cocco e un pò di pepe.


    Curiosità: la piperina, presente nel pepe nero, aiuta ad assorbire le sostanze nutrienti in modo più efficace.


     

    Gli integratori in capsule di curcumina e piperina sono un’ottima alternativa per un assorbimento ottimale e un sollievo più veloce.


    Un’alternativa potrebbe essere consumare la curcuma come un tè caldo, oppure usarla in cucina come condimento nei tuoi piatti. Anche in questo caso i benefici sono garantiti.


    La curcuma contribuisce ad alleviare il dolore alla sciatica e il gonfiore perché abbassa i livelli di alcuni enzimi che alimentano l’infiammazione.


    Generalmente, il dosaggio suggerito per un adulto sano sono 300 mg di curcuma, da prendere tre volte al giorno per aiutare ad alleviare dolore e infiammazione.


     

    In caso di assunzione di farmaci, potrebbe essere necessario regolare il dosaggio. Consulta sempre il tuo medico prima.


    Tieni presente che gli integratori di curcuma spesso contengono la bromelina, un potente antinfiammatorio.


    Curcuma e sciatica: inibitore selettivo degli enzimi COX-2


    La curcuma è stata utilizzata nella medicina ayurvedica per molti secoli come trattamento contro l’artrite per via della sua efficacia nel ridurre l’infiammazione (che è spesso la causa principale del dolore lombo-sacrale e/o sciatica).


    La curcuma è meglio dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), di cui l’aspirina è l’archetipo.


     

    La curcuma è un inibitore selettivo degli enzimi COX-2. COX-1 e COX-2 sono gli enzimi che iniziano il processo infiammatorio.


    COX-1 è considerato “l’enzima buono” perché esegue un “ruolo di mantenimento” nei dintorni dell’infiammazione e mantiene la mucosa dello stomaco. COX-2 è invece l’enzima responsabile nell’aumento dell’infiammazione.


    I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), che includono l’aspirina, ibuprofene e naprossene, non agiscono in modo selettivo, andando a inibire entrambi gli enzimi COX-1 e COX-2 per fermare l’infiammazione.


    Così facendo questi farmaci vanno a intaccare l’equilibrio mantenuto dagli enzimi COX-1.


    A lungo andare questo squilibrio porterà a dei seri problemi di stomaco, ecco perché l’uso di qualsiasi farmaco deve essere sempre parsimonioso e ponderato.


    Ciò che rende unica la curcuma è che essa agisce in maniera selettiva perché inibisce soltanto gli enzimi COX-2.


    Le case farmaceutiche da anni cercano di creare in laboratorio un farmaco con questa capacità d’inibizione selettiva degli enzimi COX-2.


    Se esiste in natura un qualcosa con le suddette capacità, perché ostinarsi con dei farmaci costosi e dagli innumerevoli effetti collaterali?


     

    Per fortuna, la Curcuma è la soluzione più adatta al tuo corpo…e anche al tuo portafoglio! Fonte: Pane e Circo


    Riferimenti: www.naturalnews.com – naturalsociety.com – www.livestrong.c






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    00 16/09/2018 05:46
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    Tisana alla liquirizia: un toccasana per corpo e mente


    La tisana alla liquirizia è un ottimo rimedio naturale per migliorare corpo e mente. Ecco come prepararla e le sue preziose proprietà




     



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    Cercate un rimedio naturale che funga da toccasana per corpo e mente? La tisana alla liquirizia, semplice, economica, facile da realizzare in casa, fa proprio al caso vostro. Essa riduce la ritenzione idrica, rende più piatta la pancia, sgonfia le gambe ed è consigliata nei casi di cattiva digestione, gastrite, digestione lenta, aerofagia, intossicazioni, oltre che contro tosse e raffreddore. Rivolgetevi all’erboristeria di fiducia per procurarvi quest’antichissimo rimedio natruale, assunto sotto forma dei classici bastoncini o sorseggiato sotto forma di infusi e tisane. Dall’azione blandamente lassativa, la tisana alla liquirizia depura il fegato, ha azione detossificante per l’intero organsimo, potenzia memoria e concentrazione.


    image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2018/09/TISANA-LIQUIRIZIA-2-300x200.jpg


    Blandamente lassativa, viene preparata lasciandone in infusione, per un’ora, in un pentolino d’acqua bollente, 60 grammi. Filtrate e bevete subito, possilmente ancora calda. Avendo un sapore pungente, potrete decidere di dolcificare con 1 cucchiaino di miele. Indicata contro la pressione bassa e i conseguenti disturbi che ne derivano (giramenti di testa, naudsea e stanchezza), è consigliata nella dose di 2 tazze al giorno. Il rimedio naturale non è indicato nei casi di disturbi epatici, diabete, ipertensione e gravidanza.



    Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2018/09/tisana-alla-liquirizia-un-toccasana-per-corpo-e-mente/1150140/#XglqEfA5So3vpjXP.99

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    00 19/09/2018 18:11

    Mal di gola: scopri le possibili cause e come prevenirlo


    Il mal di gola è un malanno molto frequente in inverno, ma è comunque presente un po’ in tutte le stagioni, per motivi differenti. Scopriamo assieme le cause e come fare per prevenirlo. Esistono dei rimedi anche naturali per lenirlo, oltre ai classici farmaci.

    Cause del mal di gola


    Quali sono le cause del mal di gola? Principalmente, queste sono due. Si può avere, infatti, un mal di gola di tipo batterico oppure virale. Il primo, appunto, dipende dai batteri, ad esempio lo streptococco. In altri casi, invece, dipende da virus, come quello dell’influenza.


    cura per il mal di gola © Wikimedia mal di gola

    Dobbiamo dire, però, che il mal di gola può insorgere anche a seguito di un processo irritativo, come l’esposizione al fumo o allo smog. Questi sono, però, i casi più lievi e, in genere, non comportano febbre, mentre negli altri casi sì.


    Se la causa è un virus, in genere siamo anche in presenza di un raffreddore. Avremo occhi rossi, naso chiuso, tosse e starnuti frequenti. Potrebbe essere presente la febbre, il mal di testa, i dolori muscolari e stanchezza.


    In genere, se è di origine virale, non esiste una cura specifica, ma si deve aspettare che lo stato influenzale faccia il suo corso. Si possono assumere antiinfiammatori per lenire il dolore, spray o pastiglie apposite. Può essere coinvolta la laringe, la faringe, la trachea o le tonsille.


    Se la causa è batterica, invece, c’è bisogno di antibiotici, oltre a farmaci come gli antiinfiammatori per lenire il dolore. Esistono diversi tipi di mal di gola. Con il termine, infatti, si indica una condizione generica della zona del cavo orale. Generalmente, si può fare una distinzione tra faringite, laringite, tonsillite e tracheite.


    La faringite è il tipo di mal di gola forse più diffusa. E’ causata da virus oppure da batteri, soprattutto lo Streptococco. La faringe è lunga 13 cm e permette la transizione di aria e di cibo. E’ delimitata dalla cavità nasale e orale e poi si divide per proseguire con la laringe ed esofago.


    La tonsillite è, invece, un’infiammazione acuta delle tonsille. E’ molto dolorosa e provoca un rigonfiamento e arrossamento delle stesse, con o senza comparsa di placche. Spesso si formano “calcoli” e si gonfiano anche i linfonodi del collo.


    La laringite è, invece, locata tra la faringe e la trachea. E’ quella che permette il passaggio dell’aria e della voce, attraverso le corde vocali. L’infiammazione acuta può avere origine virale e batterica. Può essere causata da sostanze irritanti, come la polvere o l’umidità, fumo, vapori e gas.


    Come riconoscere una forma virale da quella batterica? La prima dura molto meno e scompare così nell’arco di pochi giorni. I dolori possono essere lievi o forti. Il mal di gola da natura batterica è in genere associato a febbre alta, tonsille ingrossate e coperte di placche.


    Dura un po’ di più e può comparire tosse, secca o grassa, che può perdurare per molti giorni. Anche dopo la scomparsa della febbre, può rimanere la raucedine e la tosse, anche per dieci o quindici giorni. Non è il caso di preoccuparsi, quindi. Questa regredirà spontaneamente con il passare dei giorni. Nel caso, si possono usare pastiglie per la gola e mucolitici o sedativi.


    Prevenire il mal di gola


    E’ possibile prevenire il mal di gola? La risposta è sì. Gli sbalzi di temperatura, sia in estate che in inverno, favoriscono l’insorgere del problema. In più, con il freddo sono più frequenti i virus negli ambienti. Dobbiamo stare attenti a coprirsi bene, magari con cappello e sciarpa nei giorni più freddi.


    E’ utile stare attenti ai cambi di temperatura, che insorgono anche quando si esce da un ambiente chiuso e si va all’aperto. E’ utile non sostare troppo in luoghi molto affollati e che hanno uno scarso ricambio di aria. Attenzione anche ai rapporti interpersonali diretti con una persona che manifesta sintomi come tosse o raffreddore. I bambini sono un rapido veicolo di virus e batteri in questo senso.


    Per il mal di gola di origine virale, dobbiamo stare attenti a chi tossisce, starnutisce, ma non solo. Il virus si trova prettamente sulle superfici e non nell’aria, come molti invece pensano. Dobbiamo stare attenti, quindi, a lavarci bene le mani dopo aver toccato superfici comuni, come maniglie delle porte, chiavi, telefoni o personal computer.


    E’ utile cercare di ridurre o possibilmente evitare l’esposizione al fumo di sigaretta oppure l’uso di alcool, che sono altamente irritativi per la gola. Per mantenere le mucose idratate è necessario bere molta acqua, anche in assenza di sete.


    Più le mucose sono idratate, infatti, e più i virus e i batteri “attecchiranno” meno. Infine, se dobbiamo per forza sostare in una zona chiusa e affollata, meglio soffiare il naso spesso per evitare il ristagno di batteri, lavarsi le mani spesso ed evitare di metterle in bocca, naso e occhi.


    I migliori rimedi


    Esistono molti rimedi per il mal di gola. Applicare, ad esempio, spray disinfettanti nel cavo orale velocizza la guarigione, così come fare dei gargarismi con acqua e sale, ad esempio. Si possono anche fare dei risciacqui alla gola con bevande alcoliche.


    L’alcol agisce da disinfettante e anestetico, dando un immediato sollievo. E’ necessario umidificare l’ambiente. E’ meglio mantenerlo all’umidità di 40-60%. Il risposo è utile per favorire la remissione dei sintomi in breve tempo ed è, infine, utile bere molto, come abbiamo già detto.


    Per ciò che riguarda il cosa mangiare, può essere utile il succo di limone diluito in acqua fredda. L’azione del limone, infatti, dà un sollievo immediato alla gola irritata. Il miele, magari nel latte caldo, è un rimedio naturale molto antico che serve per creare sollievo alle mucose della gola. Si può, inoltre, potenziare le difese immunitarie con fermenti lattici o probiotici. I ghiaccioli, le granite e i gelati possono dare molto sollievo alla gola irritata.


    Può essere utile bere tisane, magari calde, a base di alcune erbe amiche della gola. La camomilla, ad esempio, oltre ad essere sedativa, è battericida e antimicotica. L’echinacea è, invece, utile come immunostimolante, ma anche antivirale e antiinfiammatoria.


    La propoli è considerata, invece, un antibiotico naturale e può dare davvero sollievo alle mucose irritate. La spirea è di proprietà calmanti, con effetti antipiretici ed analgesici. Utile anche fare dei suffumigi, che costituiscono un rimedio per il mal di gola.


    Questo può essere a base di menta, che è balsamico e anticatarrale, ma anche a base di arancio amaro. L’arancio amaro, in questo modo, ha proprietà disinfettanti, antiinfiammatorie e decongestionanti delle mucose. Infine, da considerare anche l’eucalipto.


    La propoli spray, marca Equilibra, è utile per lenire le mucose irritate. Lo possiamo trovare in farmacia, ma anche nei supermercati e in erboristeria. E’ possibile acquistarla anche su internet. Il sito Amazon, ad esempio, lo mette in vendita a poco più di 7 euro, facendo risparmiare anche una considerevole somma di denaro. Il prodotto è garantito e certificato. Il sito è senza dubbio sicuro e a prova di frode.


    Le migliori cure preventive


    Quali sono le migliori cure preventive? Dobbiamo adottare tutta una serie di accorgimenti per evitare l’insorgere del mal di gola. Il caffè e le bevande che contengono caffeina non sono molto indicate. Apportano, infatti, disidratazione nel cavo orale: è ciò che è deleterio per raffreddore o mal di gola.


    Alimenti piccanti e irritanti delle mucose sono da evitare, ad esempio il peperoncino, ma anche il pepe, la noce moscata o il curry. Meglio anche non consumare cibi ricchi di grassi come le salse, le fritture.


    Altri consigli


    Chi non volesse ricorrere a metodi naturali, può pensare di usare dei farmaci. Questi devono essere spesso prescritti da un medico, come nel caso degli antibiotici.


    Gli antibiotici, ricordiamo, sono utili soltanto nelle forme batteriche, mentre non hanno alcuna efficacia nelle malattie di origine virale. Le pastiglie di zinco possono essere utili per il mal di gola associato ad altri tipi di disturbi come il raffreddore.


    In caso di accertata infezione batterica, si può assumere secondo ciò che dice il medico la Claritromicina, l’Amoxicillina o la Telitromicina. In caso di infezione micotica, ovvero da funghi, è possibile usare antifungini. Per accelerare la guarigione si possono assumere farmaci del calibro di paracetamolo, oppure ibruprofene.


    In alcuni casi, è il medico che consiglia la cura con cortisone o prednisone, che sono due farmaci che appartengono alla categoria dei corticosteoridi, indicati spesso per il mal di gola da mononucleosi.


    Quando ci troviamo in una situazione di mal di gola, è sempre meglio farsi vedere da un medico. Sarà lui a dire se la causa è batterica o virale e, nel caso, potrà dire come agire di conseguenza. Il fai da te è sempre sconsigliato, soprattutto nell’uso di antibiotici senza cognizione di causa, che possono creare effetti collaterali anche gravi.


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    00 25/09/2018 21:54

    RIMEDI NATURALI PER LA GOLA SECCA
    Uno dei fastidi più comuni durante l’anno è la gola secca. Sia per cambio di stagione o temperatura, sia per le allergie e l’uso sistematico di climatizzatori. Si produce questa alterazione che provoca una sensazione di disagio prolungato e che può degenerare in raucedine. Per ridurre o eliminare questo disturbo si può ricorrere a vari rimedi. Se naturali ancora meglio, si potranno preparare in casa senza effetti secondari e quindi senza eventualmente interagire con altri tipi di farmaci. Scopriamoli insieme uno ad uno.

    Rimedi naturali per la gola secca Rimedi naturali per la gola secca

    Che cos’è la gola secca

    Si chiama gola secca quella sensazione continua di prurito alla gola. Ci fa sentire di dover tossire o rischiararci la voce ripetutamente, oltre a sentire un formicolio e una sensazione di sabbia in gola per via dell’irritazione della stessa. Pur bevendo acqua, dopo qualche minuto riappare con gli stessi sintomi di prima.

    Cause della gola secca

    Si può avere la gola secca per varie cause. In epoca invernale o estiva, condizionatori d’aria fredda e calda tendono a togliere umidità all’ambiente, perciò possono provocare che secchezza. Durante autunno e inverno, gli ambienti freddi e la proliferazione di patologie come catarro, raffreddore e influenze sono fonti di questo sintomo. In primavera, a creare disturbi alla gola ci si mettono anche le allergie. E durante tutto l’anno il tabacco, l’inquinamento o il modo di dormire sono fattori che ne provocano l’apparizione.

    Gargarismi

    Fare gargarismi è uno dei rimedi naturali più usati per eliminare la sensazione di secchezza alla gola. Esistono varie opzioni, ma ci si può riferire a due come alle più consigliate.

    Da una parte, si possono fare gargarismi con succo di limone e miele. Si consiglia di mischiare 100 ml di acqua con il succo di due limoni e aggiungere un cucchiaio di miele alla soluzione. Si mischia finché gli ingredienti si integrano alla perfezione. Quando è pronta, si fanno gargarismi tra i 30 e i 60 secondi. Si può ripetere fino a 5 volte al giorno se necessario.

    Dall’altra parte si può utilizzare anche acqua salata per fare gargarismi. Perché? Il sale aiuta a ridurre ed eliminare l’azione e crescita di certi batteri e germi che possono provocare questo fastidio. Per alleviare la secchezza si consiglia fare gargarismi una o due volte al giorno come massimo con un bicchiere di acqua salata, un cucchiaino di sale per ogni 250 ml di acqua. Si manterrà in bocca per circa 30/60 secondi.

    Limonata tiepida con miele per la secchezza alla gola

    Come abbiamo visto poco sopra, questi due ingredienti si consigliano per alleviare il problema. Ma se vogliamo potenziarne l’effetto, invece di fare gargarismi, possiamo bere una bibita fatta di entrambi con una limonata tiepida con miele.

    Si tratta di uno dei rimedi più conosciuti, visto che l’uso di citrici aiuta ad aumentare e potenziare il sistema immunitario. Quando le difese sono basse, proliferano germi e batteri che possono provocare malattie che hanno come sintomo la secchezza alla gola. La base della limonata si può modificare, e invece dell’acqua si può usare qualunque tipo di latte, aggiungendo il succo di mezzo limone e un cucchiaio di miele. Si prende un bicchiere al mattino e uno di sera.

    Infusioni per la gola secca

    Anche l’uso di infusioni è alquanto diffuso per combattere problemi di secchezza alla gola. Ci sono varie infusioni per la gola secca cui poter ricorrere, dipendendo dai gusti e dai bisogni di ciascuna persona.

    Infusione di eucalipto

    Le infusioni che contengono eucalipto come ingrediente principale sono molto efficaci. Si consiglia di mettere in infusione tra 3 e 4 foglie di eucalipto in acqua bollente. In seguito si ritira dalla fiamma e si lascia riposare per 10 minuti. Una volta passato il tempo le foglie vanno tolte, ci rimarrà solo l’acqua. L’infusione così ottenuta si può ingerire durante il giorno, specie in quei momenti di maggior fastidio, perché genera un effetto di sollievo immediato.

    Infusione di camomilla

    La camomilla ha proprietà specifiche che ti aiuteranno ad alleviare la gola, perché disinfiamma e riduce gli eventuali patogeni che possono provocare secchezza. Prepara un’infusione con un cucchiaio di foglie e fiori secchi di camomilla e un cucchiaio di miele. Bevila 2 o 3 volte al giorno. Il miele ti aiuterà ad aumentare l’idratazione delaa gola in breve.

    Infusione di tè verde

    Il tè verde è una bevanda molto consumata in tutto il mondo, ma in questo caso sarà anche perfetta per aiutarti ad alleviare la secchezza della gola. Grazie alle sue proprietà ti farà salivare di più, migliorando l’idratazione, e calmerà l’irritazione della gola, oltre ad evitare la proliferazione di batteri e altri patogeni.

    Altri rimedi naturali per la gola

    Ci sono altre soluzioni naturali per la secchezza alla gola. In primo luogo, si raccomanda di ingerire liquidi con assiduità durante il giorno. Molte volte questo problema succede per una disidratazione continua, e quella è un modo in cui l’organismo ce ne avvisa.

    Se invece il problema si genera a causa dell’uso di condizionatori, è preferibile l’uso di umidificatori o vaporizzatori, che impediscono che l’ambiente sia troppo secco e che l’umidità contribuisca a ridurre la secchezza alla gola.

    Ci sono anche compresse e pillole che possono ridurre o eliminare questo fastidio. Si consiglia sempre di chiedere dell’uso e delle istruzioni al medico prima di consumarli, nel caso che esistessero controindicazioni nel nostro caso.


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    00 26/10/2018 13:56
    Pulizia dell’intestino: effettuiamola almeno due volte l’anno

    5 rimedi naturali per la pulizia dell’intestino
    Per mantenere l’intestino in salute (e quindi tutto il corpo) è fondamentale eseguire una corretta pulizia dell’intestino ed è possibile farlo con alcuni rimedi naturali fai da te. Vediamo insieme quali sono e come utilizzarli.

    L’intestino svolge un ruolo assolutamente fondamentale per la salute di tutto il corpo.

    Ecco perché è così indispensabile prendercene cura (e questo vuol dire anche una corretta pulizia del colon) dal momento in cui si inizia a soffrire di condizioni abbastanza spiacevoli, come stitichezza, bruciori e irritazione.

    Le persone più a rischio sono ovviamente coloro che seguono una dieta quotidiana scorretta e sbilanciata, chi mangia junk food e chi beve molti alcolici e caffè, tutte sostanze molto infiammanti.

    Un fisico così appesantito non riesce ad espellere tutte le tossine con feci e urine e così si creano dei disturbi.

    Ecco dunque che dobbiamo ricorrere a degli “alimenti pulitori” per recuperare il nostro equilibrio e benessere, meglio se con rimedi naturali.

    Pulizia dell’intestino “fai da te” con rimedi naturali
    Semi di chia e semi di lino. Ottimi per ridurre le infiammazioni e favorire il processo digestivo, i semi di chia e i semi di lino contengono fibre e grassi in grado di effettuare una pulizia del colon efficace.

    Acqua. Solitamente il primo motivo di irritazione è la disidratazione. Se il danno ormai è fatto, consumiamo almeno 2 litri di acqua al giorno, di cui almeno alcune tazze tiepida.

    Mela. Un antico “rimedio della nonna” per la pulizia del colon “fai da te” è ricorrere alle mele. Ricche di fibre e pectina, le mele sono perfette per favorire la digestione.

    Succo di carota. Ricca di antiossidanti e fibre, la carota può essere un rimedio naturale efficace per la pulizia del colon. Per consumarla occorre preparare un succo con 3 carote e mezzo bicchiere d’acqua.

    Per ottenere il succo di carota basta solamente frullare i due ingredienti tra di loro, solo dopo aver ridotto in piccoli pezzi le carote.

    Aceto di mele. Assumerlo può aiutare a ripristinare la flora batterica, oltre a limitare la produzione degli acidi.

    Occorre solamente assumere a digiuno 1 cucchiaio di aceto di mele diluito in un bicchiere d’acqua, almeno 3 volte a settimana.

    Dunque, come possiamo vedere, pulire l’intestino non è difficile, soprattutto perché sono tutti ingredienti reperibili molto facilmente.

    Quindi, almeno un paio di volte all’anno, dedichiamoci a questa pratica importantissima, che da salute a tutto l’organismo ed elimina le infiammazioni interne, fonti di tanti disturbi.

    Fonte: Soluzionibio
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    00 28/10/2018 22:29
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    Olio di canfora:
    un rimedio per tanti problemi. Vediamo insieme le sue proprietà e gli utilizzi di quest'olio straordinario

    </header>
    Olio di canfora
    Olio di canfora: tutte le proprietà.

    L’olio essenziale di canfora è da sempre noto per le sue proprietà antinfiammatorie e balsamiche, tanto da essere uno dei più utilizzati in aromaterapia. Ma cerchiamo di conoscerlo più da vicino, scoprendone le caratteristiche, le proprietà e gli impieghi.

    L’olio di canfora si ricava dalla corteccia della pianta Cinnamomum camphora, un albero sempreverde, che può vivere fino a 200 anni. È molto diffuso in Cina, in Giappone, in India, in Indonesia, ma viene coltivato anche nelle zone bagnate dal Mar Mediterraneo.

    L’estrazione dell’olio richiede diversi passaggi, fino ad arrivare alla distillazione in corrente di vapore, da cui si ricava l’olio comunemente conosciuto. È di colore giallo paglierino, ha un odore acre e pungente, ma soprattutto ha delle indiscusse proprietà positive. Vediamole una per una.

    Le proprietà dell’olio di canfora

    L’olio di canfora esercita una azione stimolante sul sistema circolatorio, con un effetto tonificante ed energizzante, soprattutto in caso di stanchezza, ipotensione, astenia, collassi e stati di shock. Inalandolo al mattino si riceve una sferzata di energia per tutta la giornata.

    È un ottimo antinfiammatorio: difatti, massaggiandolo sulla parte dolorante, contribuisce a curare contusioni, distorsioni, strappi e dolori muscolari. È consigliabile soprattutto per gli sportivi, prima dell’allenamento o della competizione, per prevenire i traumi, ma anche dopo la prestazione come defaticante.

    Ha, inoltre, una azione vasocostrittrice: è caldamente raccomandato per chi soffre di insufficienza venosa o semplicemente per chi ha le gambe stanche dopo una giornata lavorativa. Massaggiandolo sulle gambe aiuta a ridurre i disturbi circolatori, gli edemi ed i ristagni linfatici, dando sollievo alle gambe gonfie e stanche.

    È noto anche per le sue proprietà balsamiche: si utilizza come mucolitico e decongestionante in caso di raffreddore, sinusite e tosse.

    Non bisogna dimenticare, infine, l’azione antiparassitaria contro tarme, mosche e moscerini.

    Una piccola curiosità: la tradizione popolare riteneva che l’olio di canfora fosse in grado di calmare i desideri sessuali. Per questo motivo i monaci, per osservare meglio il voto di castità, ne portavano un sacchettino appeso al collo.

    Utilizzi dell’olio di canfora

    Passiamo ora agli impieghi dell’olio di canfora. Si utilizza moltissimo come olio distensivo in caso di contratture o affaticamento muscolare, abbinato all’olio di mandorle.

    Basta diluire 10 gocce di olio di canfora in 100 ml di olio di mandorle dolci per alleviare i dolori da reumatismi, slogature e contusioni.

    Sempre nell’ambito dei disturbi reumatici si usa per preparare dei bagni tonificanti: basta versarne 10 gocce nella vasca da bagno riempita di acqua calda e rimanere in ammollo per circa 20 minuti. Si favorirà così la riattivazione del sistema circolatorio.

    L’olio di canfora è molto usato anche come unguento balsamico per le vie respiratore. Combinando 5 gocce di questo olio, con 3 gocce di olio di eucalipto, 3 gocce di olio di niaouly e 50 ml di burro di karité, si ottiene un ottimo decongestionante.

    Ottimo anche nella produzione di lozioni per la pelle grassa: sono sufficienti 8 gocce di olio in 200 ml di acqua distillata. La soluzione così ottenuta va tamponata, mediante una garza sterile, sulle zone affette da foruncolosi o acne.

    L’olio puro viene adoperato come rimedio antitarme, mettendone 5 gocce su un batuffolo di cotone o su un panno di lino e ponendolo negli armadi e nei cassetti. La canfora ha però una controindicazione: ad alti dosaggi è tossica. Quindi le gravide e chi soffre di epilessia devono assolutamente evitarla. Non va poi applicata su graffi, ferite aperte e zone con escoriazioni.


    [Modificato da Credente 28/10/2018 22:31]
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    00 19/11/2018 18:47

    IL PARTENIO. LA PIANTA CHE FA SPARIRE L'EMICRANIA.

    tanaceto partenio

    Caratteristiche, usi e controindicazioni di questo prezioso rimedio naturale

    L’emicrania è uno dei disturbi più fastidiosi e diffusi tra le persone di qualsiasi età e genere. Esistono diversi rimedi naturali utili a combatterla, ma uno in particolare potrebbe risolvere questo problema: il tanaceto partenio.

    Il partenio è infatti un rimedio naturale conosciuto sin dall’antichità. Poco utilizzato perché riscoperto da relativamente poco tempo, è una pianta le cui foglie sono ricche di principi attivi e antiossidanti.

    Sembra che l’assunzione dell’estratto di partenio sia capace di ridurre del 25% i casi di emicrania. Non solo: assunto durante uno degli “attacchi”, ridurrebbe significativamente i sintomi correlati, come nausea e vomito.

    Il tanaceto partenio da pianta a potente rimedio per combattere l’emicrania

    Come dicevamo, il potere del partenio è racchiuso nelle sue foglie, ricche di principi attivi. Tra quelli maggiormente presenti troviamo quelli appartenenti alla categoria dei flavonoidi, dei polifenoli e dei sesquiterpeni.

    Proprio a questi ultimi è attribuita la capacità di prevenire il mal di testa, grazie alla loro proprietà di modulare l’attività dei vasi sanguigni a livello cerebrale e alla loro capacità di regolare il sistema della serotonina. La pianta inoltre, aiuterebbe ad alleviare gli spasmi muscolari e le infiammazioni.

    In genere, per l’emicrania, il partenio viene adoperato sottoforma di integratori creati a partire dalle foglie secche.

    Anticamente, si davano 1 o 2 foglie fresche da masticare, per attenuare i sintomi dell’emicrania. Ora, invece, si predilige l’assunzione di pillole contenenti l’estratto secco.

    Come fare la tisana o infuso di partenio

    Un altro modo per sfruttare le virtù curative del partenio è l’infuso: mezzo cucchiaino di foglie essiccate da versare in una tazza di acqua bollente e lasciate in infusione per dieci minuti. Ciò che rende un po’ meno diffuso questo uso è il suo gusto amaro.

    Ingredienti per una tazza di tisana o infuso di partenio:

    • 50mg / 1,2gr di foglie / fiori secchi di partenio
    • 200 ml di acqua

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    00 21/11/2018 10:13
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    Apparato respiratorio:
    come rinforzarlo in modo naturale con timo,
    menta piperita, salvia e eucalipto

     
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    Curare la salute di polmoni e vie respiratorie, utilizzando rimedi erboristici e naturali. Abbiamo visto molte volte come, spesso, invece di abusare di antibiotici o farmaci pieni di controindicazioni ed effetti collaterali, possa essere più salutare, invece, affidarsi ad alcune soluzioni regalateci dalla natura.

    Salute dell’apparato respiratorio

    Per quanto riguarda l’ apparato respiratorio, abbiamo visto ad esempio, come ristabilire la salute di questi preziosi organi, attraverso l’alimentazione, con cibi utili a purificare il sangue e prevenire particolari malattie. Secondo recenti studi, ad esempio, l’aglio crudo è uno dei cibi migliori per prevenire l’insorgenza di tumori ai polmoni.

    Piante che aiutano a mantenerci in salute

    Oggi vedremo invece più da vicino, alcune piante ed erbe che possono aiutarci a mantenere in salute questi organi essenziali per la nostra sopravvivenza, e che possono offrire un supporto in più nella cura delle affezioni respiratorie.

    1.Radice di liquirizia

    La liquirizia è una delle erbe più consumate al mondo. Nella medicina tradizionale cinese, viene combinata ad altre piante, per aumentarne l’azione. È considerata un rimedio naturaleutile a rilassare e ad ammorbidire le mucose della gola, riducendo le infiammazioni e supportando il sistema immunitario. La glicirizzina, uno dei componenti più presenti nella liquirizia, è in grado di bloccare alcune infezioni, tra cui quelle dell’ apparato respiratorio. Inoltre, le saponine in essa contenute, aiutano il corpo a espellere il muco. Sembra che il consumo di radice di liquirizia aiuti inoltre ad alleviare gli spasmi bronchiali e a bloccare l’azione dei radicali liberi che producono l’infiammazione.

     

    apparato respiratorio
    Radice di Liquirizia

     

    2.Farfara

    Il Tussilago farfara, o più comunemente farfara, è un rimedio erboristico molto utilizzato. Questa pianta, infatti, vanta innumerevoli proprietà, utili alla cura delle infezioni delle vie respiratorie. Infusi, tinture ed estratti sono molto utilizzati come mucolitici e sedativi della tosse. Tra le proprietà medicinali attribuibili alla farfara ricordiamo quelle antitussive, espettoranti, fluidificanti bronchiali e blandamente spasmolitiche. Sembra inoltre che aiuti nella cura dell’asma, della bronchite e di altri disturbi polmonari.

    apparato respiratorio
    Farfara

    3.Timo

    Facile da coltivare in casa, il timo è una spezia ricca di proprietà. Non solo è un ottimo antisettico e antibatterico, ma è un buon rimedio contro la congestione. L’infuso di timo sembra sia stato utilizzato da tempo per prevenire e curare le infezioni del tratto respiratorio. Inoltre, secondo alcuni studi, sembrerebbe che l’olio di timo consenta di inibire l’azione dello Staphylococcus aureus, in genere resistente ad alcuni tipi di antibiotici.

    piante medicinali_timo

     

    4.Origano

    Sebbene l’origano contenga vitamine e sostanze nutritive utili a rafforzare il sistema immunitario, sembra che i vantaggi principali derivanti da questa profumatissima pianta siano dovuti essenzialmente al carvacrolo contenuto in esso. Questa sostanza, infatti, sarebbe un ottimo decongestionante naturale, con effetti positivi diretti sul tratto respiratorio e nasale. L’olio essenziale è indicato per il trattamento di alcune infiammazioni batteriche e compie la medesima azione degli antibiotici di sintesi, è infatti considerato un antibiotico naturale.

    apparato respiratorio
    Origano

    5.Lobelia

    La pianta di Lobelia era inizialmente utilizzata dagli Indiani dell’America del Nord come succedaneo del tabacco. Arrivata in Europa agli inizi del XIX secolo, fu successivamente impiegata per il trattamento dell’asma. È classificata tra gli analettici respiratori: i movimenti respiratori sono infatti rinforzati ed accelerati in seguito ad un’azione diretta sul centro del respiro a livello del bulbo. La lobelia contiene un alcaloide noto come lobelina, che fluidifica il muco, combattendo la congestione delle vie respiratorie e migliorando la salute dell’ apparato respiratorio. Inoltre, sembra che stimoli le ghiandole surrenali nel rilascio di adrenalina: questo consentirebbe di rilassare le vie respiratorie, permettendo una più facile la respirazione. È una pianta che va sempre somministrata con precise istruzioni mediche in quanto ha un azione tossica che, sotto forma di decotto, viene persa in buona parte.

    apparato respiratorio
    Lobelia

    6.Menta piperita

    La menta piperita contiene una sostanza, molto conosciuta, che si chiama mentolo. Il mentolo è un ingrediente lenitivo, che rilassa la muscolatura del tratto respiratorio e consente di respirare con più facilità. Le proprietà di questa pianta sono veramente tantissime: è un ottimo decongestionante e molte persone la usano come balsamo per liberare il petto, durante le inalazioni.
    apparato respiratorio
    Menta

    7.Salvia

    La salvia è una delle piante aromatiche che è più comune trovare sulle nostre tavole. Viene usata da secoli per le sue proprietà curative. L’infuso di salvia è un rimedio ottimo per i disturbi respiratori più comuni. Inoltre, può essere utilizzato anche contro il mal di gola e la tosse. L’olio essenziale può essere usato, invece, per l’inalazione di vapori, per dissipare sinusite e disturbi polmonari.

    Apparato respiratorio
    Salvia

    8. Eucalipto

    Originario dell’Australia, l’eucalipto, e soprattutto il suo aroma rinfrescante, è stato utilizzato da sempre per promuovere la salute dell’apparato respiratorio e lenire le irritazione della gola. L’Eucalyptus è un ingrediente comune in pastiglie e sciroppi per la tosse e la sua efficacia è dovuta ad un composto chiamato cineolo. Il cineolo ha numerosi vantaggi: è un espettorante, un decongestionante e lenisce le irritazioni del setto nasale. Inoltre, l’eucalipto contiene antiossidanti e supporta il sistema immunitario durante un raffreddore o altre malattie.

    apparato respiratorio
    Eucalipto

     fonte:
    https://www.ambientebio.it/rimedi-naturali/apparato-respiratorio-timo-salvia/ 

     

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    00 21/11/2018 10:32

    RIMEDI PER GLI ACUFENI


    L'acufene è una sensazione uditiva non provocata da alcuno stimolo esterno. Ronzii, sibili, tinniti auricolari, fischi o altri rumori possono davvero essere molto fastidiosi, ma raramente sottintendono un qualcosa di grave. Essi possono essere un sintomo di molte malattie dell'orecchio tra cui: labirintite, malattia di Ménierè, otite media, otosclerosi, ototossicità e ostruzione del condotto uditivo esterno provocata da cerume. In rari casi è un sintomo di aneurisma o della compressione di un vaso sanguigno nella testa a causa di un tumore. Semplici rimedi della nonna ed il cambiamento di alcune cattive abitudini possono alleviare il fastidio provocato dagli acufeni nei casi in cui non sia necessario un particolare intervento medico (consultare sempre il medico curante prima di utilizzare un qualsiasi rimedio fai-da-te).

     

    Acufene: cos'è? Quali sono i sintomi?

    Nelle persone con acufeni il nervo acustico trasmette impulsi al cervello non in seguito a vibrazioni prodotte da onde sonore esterne ma, per motivi non del tutto chiari, in seguito a stimoli originati nella testa o nell'orecchio stesso. L’acufene può essere provocato dall’avanzare dell’età, ma anche da una ferita, da un’infezione o da una elevata esposizione ai rumori forti. Anche orecchie scarsamente pulite, cerume e una carenza di vitamine e minerali possono dare vita al tipico rumore di sottofondo. La persona colpita da acufene percepirà la presenza di suoni acuti (tinniti) come fischi, ronzii, musiche simili ad una suoneria, suoni di grilli, rane, ruggiti, ticchettii etc. in realtà inesistenti. Questa condizione è quasi sempre associata alla riduzione dell'udito e nella maggior parte dei casi il disturbo è continuo.

    Talvolta può anche essere percepito come intermittente, poiché la tolleranza agli acufeni è individuale: molte persone accettano tale condizione, imparando a conviverci; altre ne soffrono al punto da sviluppare insonnia, ansia e depressione.

    Acufene stress e alimentazione

    L'acufene può essere esasperato e peggiorato dalle condizioni di stress [VIDEO], dunque prima di tutto adottiamo delle buone abitudini in grado di alleviare il disturbo:

    • Un rimedio molto semplice per "coprire" e rendere meno fastidioso l'acufene è quello di utilizzare un sottofondo musicale rilassante o che riproduca dei suoni naturali come quelli di un temporale o delle onde del mare, ma anche accendere un ventilatore o lasciare accesa la tv può aiutare a non concentrarsi sul tinnito auricolare;
    • Rilassarsi praticando yoga, meditazione, per scacciare via ogni fonte di stress;
    • Praticare regolare attività fisica e smettere di fumare possono alleviare i sintomi dell'acufene;
    • Ridurre l’assunzione di bevande contenenti caffeina come cola, caffè, tè e bevande energetiche, ma anche alcool [VIDEO], aspirina e sale.

    Rimedi della nonna per curare l'acufene

    Questi semplici Rimedi Naturali ci permetteranno di affrontare il fastidio del ronzii alle orecchie agendo sia dall'interno, per favorire il rilassamento psico-fisico, sia localmente, direttamente nel padiglione auricolare.

     

    Rimedi per l'acufene uso interno:

    • Infuso di biancospino: lasciare 50 g di fiori secchi in 1 l d'acqua bollente per 10 minuti; 2 tazze al giorno;
    • Infuso di melissa: lasciare 60 g di fiori e fusti secchi in 1 l d'acqua bollente, coperto, per 10 minuti; 3 tazze al giorno dopo i pasti;
    • Infuso di cedrina: 10 g di foglie in una tazza d'acqua bollente da assumere dopo il pasto serale.

    Rimedi per l'acufene uso esterno:

    • Instillare nell'orecchio, ogni mattina: 3 gocce di olio di noccioli di albicocca o di noccioli di pesca (schiacciare le mandorle e raccogliere l'olio o acquistarlo direttamente in erboristeria);
    • Mettere nell'orecchio un batuffolo di cotone imbevuto con del succo di cipolla;
    • Appoggiare sull'orecchio un sacchetto di semi di miglio torrefatti in padella e mescolati con pari peso di sale grosso.

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    00 04/01/2019 11:18
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    Alloro, il rimedio naturale di antichi greci e romani:
    ecco come lo usavano

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    alloro pianta

    Alloro, tutti i benefici di questa nobile e antica pianta – articolo tratto da Soluzioni Bio

    L’alloro (laurus nobilis) è una pianta che fin dall’antichità è stata riconosciuta come curativa e molto preziosa, utile soprattutto in caso di disturbi allo stomaco e coliche, ma anche per alleviare tosse e febbre alta.

     
     
     

    Tra Greci e Romani l’alloro era creduto anche un ottimo rimedio naturale per la regolarizzazione del ciclo mestruale e per contrastare i dolori di testa.

    Normalmente, anche in cucina, si usano le foglie, ma in realtà sono le bacche (presenti sulla pianta tra ottobre e novembre) l’elemento vegetale che contiene più olio essenziale in assoluto (ben il 10%) capace di stimolare l’appetito, aiutare la digestione e ridurre la formazione di gas nell’intestino.

    Per questa ragione l’alloro viene comunemente impiegato per alleviare le coliche e i disturbi dello stomaco (basti pensare alla famosa bevanda detta “canarino”, che si ottiene con acqua calda, alloro e limone).

     

    Le foglie hanno un alto contenuto di Vitamina C, un’eccellente anti-ossidante che contrasta i radicali liberi e stimola il sistema immunitario.

    Oltre alla vitamina C abbiamo anche buone percentuali di Vitamina A (per la vista) e vitamina del gruppo B (regolatrici del metabolismo e del sistema nervoso).

    Anche i minerali di certo non mancano, tra cui spiccano ferro, selenio, zinco, magnesio e potassio.

    Altri utilizzi della pianta di alloro

    Sia le foglie che le bacche sono utili per stimolare la sudorazione, cosa ottima in caso di febbre alta e stati influenzali; è inoltre un ottimo espettorante, indicato per eliminare il catarro bronchiale e la tosse in genere.

    Ma l’alloro non si utilizza soltanto come alimento e per ingestione, ma le sue proprietà possono essere sfruttate anche per uso topico.

     

    Con le bacche fresche possiamo preparare l’oleolito di alloro, con effetti antinfiammatori, emostatici e astringenti, estremamente efficace in caso di reumatismi, artrite, dolori muscolari, traumi di varia natura, ecchimosi ed ematomi.

    L’infuso si può usare anche per disinfettare il cavo orale e fare gargarismi in caso di infiammazioni o problemi di alitosi.

    Sempre per uso topico, l’infuso d’alloro aiuta a prevenire la caduta dei capelli e a ridurre la forfora.

    È sufficiente mettere qualche foglia in una pentola contenente acqua e portare a ebollizione.

     

    Dopo che l’infuso è diventato tiepido, possiamo utilizzarlo per risciacquare i capelli (dopo lo shampoo), massaggiando delicatamente la cute.

    Cosa da non sottovalutare, soprattutto in estate, l’olio essenziale di alloro possiede proprietà repellenti naturali contro insetti e parassiti.

    Infine una curiosità. Frizionando la cute dei nostri animali domestici con questo olio, o direttamente con foglie fresche, se ne allontanano i parassiti e gli insetti.

    L’infuso di alloro, nella misura di 2-3 contagocce pieni immersi direttamente in gola o uniti alla pappa 3-4 volte al dì, può essere utilizzato per alleviare dolori intestinali e flatulenze.Chiudiamo con un video in cui vengono svelati tanti altri segreti di questa pianta.

     

    Titolo originale Alloro, tutti i benefici di questa nobile e antica pianta. Fonte SoluzioniBio


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    00 08/01/2019 08:58
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    Mani fredde: ecco perché colpisce donne, bambini
    e solo un tipo di uomini

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    mani fredde

    Mani fredde delle donne? Ecco qual è la causa e rimedi naturali per scaldarle – di Soluzioni Bio

    Altro che mani fredde cuore caldo, dice il detto. Al proverbio ora replica la scienza: mani fredde poca massa muscolare, caratteristica che accomuna le donne e i bambini.

    A spiegare il brivido che spesso percorre gli uomini quando sfiorano le estremità femminili è una ricerca dell’università inglese di Cambridge, coordinata dalla dottoranda Stephanie Payne, ‘Young Explorer’ del National Geographic, impegnata nello studio delle popolazioni del pianeta.

    Il lavoro, pubblicato sulla rivista “American Journal of Physical Anthropology”, chiarisce anche un altro punto.

    “Abbiamo sempre pensato che fosse il grasso, agendo da isolante, a giocare il ruolo più importante nei processi di termoregolazione – ricorda Payne – invece questa funzione chiave sembra svolgerla il muscolo.

    L’esperimento. L’esperimento, condotto da un team di specialisti in antropologia biologica, viene descritto come “il primo del genere”.

     

    Ha coinvolto 114 volontari di età compresa fra i 18 e i 50 anni, disposti a immergere le mani nell’acqua ghiacciata per 3 minuti.

    Attraverso una telecamera termica, gli scienziati hanno misurato in quanto tempo le estremità così raffreddate ritornavano ‘a temperatura’.

    Mani fredde: le altre analisi dell’esperimento

    Hanno inoltre analizzato la composizione corporea dei volontari, osservando che quelli con più muscoli riuscivano a riscaldarsi prima.

    “Il nostro corpo – ne deduce Payne – è un sorprendente sistema dinamico che utilizza il muscolo per generare calore utile a mantenere alla giusta temperatura l’intero organismo, mani comprese”.

     

    Per approfondire i principi alla base della termoregolazione, gli studiosi si sono concentrati sulle mani in virtù della loro conformazione:

    avendo un rapporto elevato fra superficie e volume, quando fa freddo è più difficile mantenerle in equilibrio termico, soprattutto nelle donne e nei bambini, che gli autori della ricerca si spingono a addirittura a indicare come interessante ‘target commerciale’:

    hanno meno massa muscolare e “chi produce guanti o altri accessori anti-gelo – chiosano –dovrebbe tenerlo presente”.

    Mani fredde … ed evoluzione della specie! Che le mani siano un punto ‘termicamente critico’ lo prova anche l’evoluzione.

     

    Gli esperti ricordano per esempio che gli Inuit, indigeni delle coste artiche, mostrano periodiche pulsazioni di sangue alle estremità per contrastare il rischio di congelamento.

    Una minaccia concreta, considerando che fra i meccanismi di adattamento sviluppati da alcune popolazioni delle aree più fredde della Terra c’è anche la perdita rapida di sangue dalle mani per conservare caldo il resto del corpo.

    Quali sono i rimedi naturali per scaldare mani e piedi delle donne?

    Aumentare l’attività fisica. Con una maggiore attività fisica aumenta la massa muscolare, quindi sarebbe opportuno andare in palestra o fare sport per renderci più “muscolose”.

    Tisana allo zenzero scaldante. Lo zenzero è considerato come una spezia dal potere riscaldante.

    Per beneficiare dei suoi effetti, lo zenzero può essere grattugiato o utilizzato in polvere come condimento, ma anche impiegato per la preparazione di una tisana riscaldante.

    Per la preparazione di una tisana allo zenzero, è sufficiente grattugiare o spezzettare una fettina della sua radice e lasciarla in infusione in un litro di acqua bollente per quindici minuti, eventualmente unendo anche un pizzico di cannella.

    La tisana può essere filtrata e bevuta calda. Appoggiare le mani su di una tazza di tisana ancora bollente potrebbe inoltre contribuire ad alleviare la sensazione di freddo.

     

    Spezie scaldanti. Peperoncino fresco o in polvere e tabasco sono le spezie maggiormente consigliate al fine di stimolare la circolazione.

    Si tratta di spezie considerate in grado di riscaldare l’organismo generando una vera e propria sensazione di calore.

    Sarebbero invece da evitare caffè ed alcolici, poiché il loro effetto sulla circolazione e sull’afflusso sanguigno è considerato negativo. Fonte: SoluzioniBio


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    00 19/01/2019 14:02

    Come curare i geloni? Ecco 5 rimedi naturali







    Come curare i geloni? Ecco 5 rimedi naturali



     




    Tra gli effetti delle temperature basse sulla salute si collocano anche i geloni, inestetismi che si presentano con gonfiore e arrossamento su mani, piedi, orecchie, naso e labbra. La causa principale è l’oscillarsi tra vasocostrizione dovuta al freddo e la vasodilatazione provocata dal calore ma contribuisce anche una cattiva circolazione.


    I geloni si presentano inizialmente con una sensazione di intorpidimento, bruciore e prurito, sensazione di freddo e difficoltà ad articolare la parte interessata con cambiamento di colore della pelle da bianca a rossa, nei casi più gravi, bluastra e con l’eventuale comparsa di vescicole a seguito del riscaldamento.


    La prima cosa da fare è quella di riscaldare immediatamente e gradualmente la zona in cui sono comparsi i geloni con una fonte di calore o dei guanti morbidi. Ma esistono anche dei rimedi naturali per curarli e dare un po’ di sollievo.


     

    Patata


    Tra i primi metodi consigliati c’è sicuramente quello di massaggiare sulla parte interessata il succo di una patata cruda, dal forte potere antinfiammatorio e analgesico.


    Zenzero


    Per curare i geloni può essere utilizzato anche l’olio essenziale allo zenzero che riduce infiammazione e dolore e apporta calore alla zona colpita dai geloni. In alternativa l’olio può essere sostituito dal succo o da un infuso.


    Arnica


    E’ possibile anche ricorrere a gel, emulsioni, olio e tintura all’arnica utile per alleviare urti e lesioni ed è particolarmente indicato per i più piccoli.


    Cipolla


    Nonostante il suo odore molto forte, anche la cipolla può aiutare a rimarginare le ferite da geloni. Basta massaggiarne sopra qualche fettina o intervenire direttamente con il succo.


    Rosmarino


    Il rosmarino è tra i migliori rimedi a una scarsa circolazione. In caso di geloni, una delle migliori soluzioni sono quindi l’alcol o l’aceto di rosmarino. Se ciò dovesse causare un maggiore arrossamento si può optare anche per l’infuso concentrato di rosmarino.






    Read more at https://www.si24.it/2019/01/17/come-curare-i-geloni-5-rimedi-naturali/#2DEF3DexqXhvAkqd.99

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    00 21/01/2019 23:52
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    Carenza di ferro: ecco come riprendersi
    da uno stato transitorio di anemia

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    carenza di ferro

    Carenza di ferro? Ecco i migliori rimedi naturali  Come riprendersi da uno stato transitorio di anemia – tratto da soluzionibio.

    La carenza di ferro è uno stato in cui chiunque può venire a trovarsi, per svariati motivi; ovviamente ci sono categorie più a rischio (come ad esempio le donne che hanno un flusso mestruale abbondante), ma tutti possiamo trovarci ad attraversare un periodo transitorio di carenza di ferro (anemia) in cui ci sentiamo più stanchi e affaticati, anche magari dovuto ad una dieta alimentare quotidiana scorretta o non ben bilanciata.

    Pallore, irritabilità nervosa, secchezza e fragilità di unghie e capelli, stanchezza cronica, poca sopportazione dello sforzo muscolare e dolori di testa: sono questi alcuni dei sintomi più comuni di cui soffre una persona affetta da anemia. Ovviamente, più è grave la mancanza di globuli rossi e più tali sintomi si fanno pressanti.

    In questo articolo vedremo alcuni dei rimedi naturali e della tradizione più efficaci per riprendersi da uno stato transitorio di anemia, ovviamente non grave, perché altrimenti è necessario contattare il medico e in caso anche farsi ricoverare per approfondire la situazione organica per indagarne le cause.

    Cosa mangiare in caso di carenza di ferro (anemia)

    Uno dei metodi più efficaci per contrastare un’anemia transitoria, oltre ad inserire nella dieta alimenti ricchi di ferro, quello di incrementare l’assunzione di vitamina C, che favorisce e migliora l’assimilazione di questo minerale.

    Per risollevare il fisico da uno stato di carenza di ferro (anemia) solo tramite un cambio di alimentazione, occorrono pazienza e costanza.

    Come prima cosa è bene precisare che esiste il ferro “eme” (di più facile assorbimento e che si trova in carni rosse, tonno, salmone, crostacei e molluschi), e il ferro “non eme” (più difficile da assimilare e che si trova in cereali e verdure, e che può essere “aiutato” con l’assunzione di più vitamina C).

    Un eccellente rimedio naturale in caso di carenza di ferro può essere quello di bere tutti i giorni (per almeno 2 mesi), due bicchieri di centrifugato di barbabietola rossa, che ha ottime proprietà in fatto di ricostruzione degli elementi del sangue.

    Altra buona abitudine è quella di consumare regolarmente avena, alghe e lievito di birra. Per quanto riguarda il consumo di frutta, preferire uva e mirtilli, oltre ad albicocche, mele, limoni e datteri.

    Per quanto riguarda la dieta vera e propria, durante i pasti principali è bene non far mancare sulla tavola i seguenti alimenti: tessuto muscolare, sia di animali terrestri che acquatici. Carne equina, bovina, suina, aviaria, di pesce, molluschi interi (anche lumache di terra), crostacei interi ecc.

    Uova (soprattutto il tuorlo). Frattaglie e quinto quarto: soprattutto milza e fegato, ma anche midollo, diaframma, cuore ecc.

    (Come abbiamo detto, aiutiamo l’organismo con l’assimilazione di Vitamina C, che però, essendo termolabile, è molto meglio se la immagazziniamo tramite del cibo crudo, come frutta e verdura fresca.)

    Carenza di ferro: alcuni rimedi naturali

    In caso di carenza di ferro (anemia) il rimedio classico “della nonna” era quello della mela chiodata; ovvero infilare nella mela alcuni chiodi e attendere qualche ora affinché si arricchisse di ferro, grazie alla reazione tra esso e gli acidi alimentari.

    Acerola. L’acerola (frutto tropicale) è ricco sia di ferro che di vitamina C, quindi un rimedio perfetto per migliorare l’assorbimento del ferro.
    Aiuta a ripristinare la normale funzione del sistema immunitario, protegge le cellule dallo stress ossidativo e riduce naturalmente la stanchezza e l’affaticamento.

    Clorofilla. La clorofilla è conosciuta anche come “sangue vegetale”, in quanto ha una struttura simile all’emoglobina, la clorofilla è il pigmento di colore verde che si trova nelle piante.

    Assorbendo la luce solare permette la fotosintesi. La clorofilla è particolarmente utile per contrastare l’anemia causata da emorragie o da carenza di ferro.

    Alga Spirulina. Fra le alghe ricche di ferro e benefiche per il nostro organismo c’è sicuramente l’alga spirulina, che contiene anche magnesio, potassio, selenio e rame e le vitamine A, E e del gruppo B.

    Ortica. L’ortica è una delle piante fra le più ricche di clorofilla ed è anche un’ottima fonte di ferro naturale. Non a caso è considerata una pianta antianemica, poiché stimola la produzione di globuli rossi.

    Ottimo rimineralizzante, aiuta l’organismo a rimettersi in forze e a ritrovare il giusto equilibrio. Fonte: soluzionibio


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    00 29/01/2019 10:32
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    Molari: rimedi naturali al dolore persistente ai denti


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    molari

    Il dolore ai molari è un segnale che il corpo invia in una situazione di allarme. Questo sintomo, infatti, evidenza la necessità di intervenire su una problematica più o meno seria. E’ comune il fatto che non si riesca a recarsi subito da uno specialista, per questo è molto importante intervenire con dei rimedi, meglio se naturali, che possano alleviare il disturbo.

    Molari: cause dolore

    Le cause del dolore possono essere varie ed essere a conoscenza della motivazione personale è fondamentale per poter garantire un intervento mitrato e curare, quindi, il fastidio e la problematica ad esso connessa. Le ragioni più comuni per le quali si presenta questo disturbo sono:

    - Carie in fase avanzata

    - Ascesso al molare

    - Comparsa dei denti del giudizio

    - Dolore all’udito o sinusite

    - Rottura dente

    - Infiammazione

    In tutti questi casi è molto importante rivolgersi al prima possibile ad uni specialista affinché le cure possano essere immediate ed efficaci.

    Dolore molari: rimedi naturali

    Nel caso in cui si avverta dolore ad un dente, per prima cosa si consiglia una pulizia accurata. Un’igiene dentale effettuata in modo costante e senza superficialità, infatti, può diminuire l’incidenza di carie, ascessi o infiammazione. Oltre a spazzolino e dentifricio, è buona norma utilizzare filo interdentale e colluttorio.

    Per eliminare qualsiasi residuo alimentare intorno ad un dente molare, è necessario, con delicatezza, far passare il filo interdentale attorno al dente interessato. I residui alimentari possono causare molto dolore e disturbi. Passando il filo interdentale, è normale che le gengivesanguinino. In questo caso sarà sufficiente passare acqua e colluttorio. Quest’ultimo è un buon alleato dell’igiene dentale e può essere sempre utilizzato dopo aver lavato i denti.

    Prezzemolo

    Il prezzemolo è un diuretico eccellente e un antispasmodico. Per questo motivo, è una buona alternativa naturale per combattere il dolore. Inoltre, essendo molto semplice da procurare e consumare, viene usato frequentemente per trattare diversi disturbi e malattie. Masticare del prezzemolo varie volte al giorno può alleviare il dolore dei molari naturalmente.

    Acqua e sale

    Nel caso in cui il dolore sia causato da un ascesso dentale o ad un’infezione causata dalla presenza di un alimento fermo tra i denti, il sale diviene un grande alleato grazie al suo potere antisettico. E’ sufficiente mescolare mezzo bicchiere di acqua tiepida con un cucchiaio di sale e procedere con i gargarismi dopo ogni pasto. Questo è uno dei migliori rimedi contro il dolore in quanto aiuta a tenere sotto controllo l’infezione e diminuisce l’infiammazione.

    Chiodi di garofano

    Un’alternativa è quella di utilizzare i chiodi di garofano. Sono considerati una delle migliori piante medicinali da utilizzare in caso di dolore ai molari. Contengono una sostanza chiamata eugenolo, oltre ad altri oli e acidi essenziali, funziona come ottimo sedativo. E’ possibile applicare un chiodo di garofano direttamente sulla gengiva dolorante per pochi minuti o aggiungere alcuni chiodi di garofano a del colluttorio e sciacquare la bocca per almeno tre volte al giorno.

    Aglio e cipolla

    Aglio e cipolla sono piante che possiedono un alto contenuto di oli essenziali, vitamine, minerali, quercetina e altri flavonoidi. È soprattutto la quercetina che conferisce un forte potere analgesico, antinfiammatorio e antibatterico. E’ sufficiente applicare direttamente sul dente un po’ di aglio o cipolla freschi appena tritati.

    Tè nero

    Anche il tè nero è un buon alleato per alleviare il dolore ai molari grazie al suo contenuto di acido tannico. È un analgesico e antinfiammatorio. Affinché questo rimedio sia efficace, è necessario applicare, direttamente sul dente, una bustina di tè nero riscaldata preventivamente per risaltarne la teina. L’applicazione dovrà avvenire nel momento in cui la bustina sarà a temperatura ambiente.

    Limone

    Il limone è un citrico che contiene molta vitamina C ed altri acidi essenziali che ne conferiscono proprietà antinfiammatorie, astringenti e asettiche. Sarà sufficiente spremere il succo di un limone e farne dei gargarismi, soffermandosi nella parte interessata. E’ anche possibile aggiungere un po’ di sale per potenziarne l’effetto.

    Acqua fredda o ghiaccio

    Applicare esternamente sulla guancia un cubetto di ghiaccio o una borsa di acqua fredda può essere una valida alternativa per diminuire rapidamente il dolore e l’infiammazione. Si ricorda, però, che è necessario avvolgere sia il giaccio che la borsa fredda in un panno per evitare problematiche dovute al contatto con il freddo.

    È importante ricordare che, nonostante queste alternative naturali possano alleviare temporalmente i disturbi, è necessario rivolgersi ad uno specialista per scoprire le cause e ricevere un trattamento professionale nel caso fosse necessario.

    Questo articolo è puramente informativo, non vuole prescrivere alcun trattamento medico né realizzare una diagnosi. Ti invitiamo a rivolgerti ad un medico nel caso si presenti qualsiasi sintomo di disturbo o malessere.

    Fonte: https://www.msn.com/it-it/salute/benessere/molari-rimedi-naturali-al-dolore-persistente-ai-denti/ar-BBSQ9Pt?srcref=rss


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    00 17/05/2019 17:57
    Diabete, rimedio naturale per abbassarlo: le proprietà dell'alloro

    Abbassare il diabete con rimedi naturali

    L’alloro è da sempre un alleato del benessere grazie alle sue innumerevoli proprietà. Le foglie di alloro contengono vitamina A e C, acido folico e importanti minerali quali magnesio, ferro, zinco, calcio e potassio.

     
    Questa pianta aromatica è utilizzata per curare numerose patologie e, secondo alcuni studi scientifici, è ottima anche per abbassare il diabete.

    Diabete: come abbassarlo con l’alloro

     
    Chi soffre di diabete di tipo 2 può sfruttare le proprietà dell’alloro per tenerlo sotto controllo. Le sue foglie sono infatti ottime per tenere a bada il livello del glucosio nel sangue. Gli antiossidanti contenuti nella pianta sono in grado di regolare direttamente la produzione dell’insulina.

    Diabete, rimedio naturale per abbassarlo: infuso tiepido di alloro

    Per controllare il diabete in modo naturale esiste un rimedio molto efficace e semplice da preparare. Si tratta dell’infuso di alloro. Per prepararlo bisogna far bollire qualche foglia di alloro nell’acqua, poi lasciar raffreddare la bevanda. È consigliabile bere l’infuso prima dei pasti, almeno due volte al giorno.

    Chi preferisce può anche bere l’infuso tiepido la mattina. Per prepararlo esistono anche le foglie in polvere.

    Alloro: rimedio naturale per il diabete e per altre patologie

    Le proprietà dell’alloro non sono utili solo per chi soffre di diabete, ma anche per curare altre patologie che possono colpire l’organismo.

    Nel passato era considerato un potente antidolorifico ed oggi si presta a molteplici utilizzi. È infatti un ottimo rimedio per curare la tosse e la febbre, aiuta a prevenire ictus e infarti, è in grado di contrastare diarrea e stitichezza e aumenta le difese immunitarie. È inoltre utile per favorire il benessere dei reni ed il riposo notturno, attenua i dolori mestruali ed è consigliato anche a chi soffre di pressione alta.


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    00 09/10/2019 16:43

    ABBASSARE COLESTEROLO, GLICEMIA E PRESSIONE ALTA CON LE TISANE: TANTE BEVANDE GUSTOSE CON INFINITI BENEFICI


    Come abbassare glicemia, pressione alta e colesterolo con le tisane: un aiuto per tenere sotto controllo ipertensione, iperglicemia e ipercolesterolemia




     









    Un aiuto per abbassare i livelli di colesterolo, di glicemia e la pressione alta,  può arrivare dai rimedi naturali: tenendo sempre a mente l’importanza di un’alimentazione sana e bilanciata e dell’attività fisica, si sono alcune particolari tisane che possono diventare alleate per tenere a bada ipertensioneiperglicemia e ipercolesterolemia.


    Abbassare il colesterolo con la tisana al carciofo


    Dal carciofo si ricavano dei rimedi naturali depurativi per il fegato e per contrastare l’inibizione dell’ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso. Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo. Aiuta molto nella digestione e rappresentano un diuretico naturale che migliora la produzione dei succhi digestivi.


    image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2018/05/INFUSO-CARCIOFO-E-ZENZERO-300x200.jpg


    I principali benefici del carciofo sono: abbassare il colesterolo, depurare l’organismo e soprattutto il fegato, favorire la diuresi, migliorare la digestione, porta benefici per i reni e la cistifellea e alleggerisce il carico di lavoro del fegato. Gran parte delle proprietà sono dovute alla presenza della cinarina, un polifenolo che rende il carciofo un ottimo drenante e un valido alleato per chi soffre di cattiva digestione.
    Per la preparazione della tisana occorre un gambo del carciofo intero e si toglie la parte esterna del frutto. Le foglie (circa 30 g) vengono immesse in acqua bollente e bisogna lasciarle bollire per per circa 15 minuti. Una volta pronto l’infuso è meglio filtrare il tutto prima di bere in modo da eliminare gli eventuali residui solidi del carciofo. Nel caso in cui non si ha tempo nel preparare la tisana si può comprare in erboristeria le bustine di tisana al carciofo monodose (da circa 100 gr), da inserire nell’acqua in ebollizione.

    Tisana al ginseng: abbassa il colesterolo e i livelli di zuccheri nel sangue

    image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2018/02/TISANA-GINSENG-300x203.jpg

    Preparare la tisana al ginseng è semplice: occorrono solo 1 radice di ginseng, 1 limone, 1 cucchiaino di miele, una manciata di foglie di menta. Fate bollire un pentolino d’acqua e, nell’attesa, affettate sottilmente la radice. Una volta tolto dal fuoco, mettetela in infusione per 5 minuti nell’acqua, insaporendola con un cucchiaino di miele e una manciata di foglioline di menta per rendere la tisana più gustosa e rinfrescante, smorzando il sapore intenso dl ginseng. La tisana al ginseng è nota per combattere ansia, stress, depressione, assicurando un corretto funzionamento del sistema nervoso, oltre che per i suoi effetti tonici e dimagranti, consentendo di bruciare rapidamente i grassi in eccesso.

    Regolarizza i livelli di zuccheri nel sangue, riduce il colesterolo cattivo, assicura la salute di vene e arterie, rallenta l’invecchiamento cellulare grazie alla sua azione antiossidante, contrastando i radicali liberi. Inoltre stimola il metabolismo, rafforza le difese immunitarie, è consigliata contrinfluenza, raffreddore e altri malanni di stagione; è indicata dopo un’intensa attività sportiva, per gli studenti alle prese con ritmi mentali serrati e per convalescenti, oltre che dopo lunghe degenze ospedaliere, accelerando il processo di guarigione.

    Tisana zenzero e curcuma: un rimedio contro diabete e colesterolo

    image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2018/02/TISANA-ZENZERO-E-CURCUMA-1-300x145.jpg

    La tisana zenzero e curcuma è antinfiammatoria, antiossidante, antidolorifica, antitumorale, previene il diabete di tipo 2, agisce positivamente sul sistema nervoso, calmando ansia, stress e nervosismo, previene i mali di stagione, in particolar modo raffreddore, febbre, mal di gola, ma anche congestione nasale, catarro, sinusite. La tisana abbassa i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, riduce il reflusso gastroesofageo e attenua la sindrome del colon irritabile, esercita un’azione anticoagulante, evitando la comparsa di trombi, stimola le difese immunitarie. Depurativa, disintossicante soprattutto per il fegato, favorisce la perdita di peso. La sua azione dimagrante è dovuta alle proprietà termogeniche: riattivando il metabolismo, aiuta l’organismo a bruciare più calorie. Inoltre agevola la cicatrizzazione e rigenera i tessuti lesi.

    Per preparare la tisana occorrono 1 cucchiaino di radice di zenzero grattugiato, 1 cucchiaino di radice di curcuma grattugiata ed una tazza d’acqua: riscaldate l’acqua in un pentolino, portando a bollore; abbassate la fiamma, versando le radici grattugiate e lasciate bollire per 5 minuti per poi filtrare e bere. Lo stesso procedimento può essere effettuato con lo zenzero e la curcuma in polvere, adoperando, però, mezzo cucchiaino di curcuma e mezzo cucchiaino di zenzero. Se il sapore intenso della tisana non vi piace, insaporitela con del succo di limone o un pizzico di cannella.

    Tisana allo zenzero e limone, alleata contro il colesterolo cattivo

    image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2017/04/TISANA-ZENZERO-COP-300x240.jpg

    TISANA ZENZERO COP

    La tisana allo zenzero e limone è una bevanda molto nota e apprezzata, e sono numerose le proprietà benefiche: disintossicante, depurativa, elimina scorie e tossine, contrasta la ritenzione idrica, stimola la diuresi, accelera il metabolismo e rappresenta un ottimo alleato contro i chili in eccesso, fungendo da ottimo brucia grassi naturale.

    Zenzero e limone, oltretutto, aiutano a purificare il sangue, contrastano il colesterolo cattivo, rafforzano il sistema immunitario, proteggono dal tumore al colon retto, facilitano la digestione e rappresentano un ottimo spezza fame. La tisana, dall’azione espettorante, antibiotica, antinfiammatoria, allevia mal di gola, tosse, raffreddore, rendendo la pelle più elastica e giovane, oltre a contrastare l’alito cattivo.

    Per preparare la tisana occorrono 1 litro di acqua minerale, 20 fette di zenzero fresco sbucciato, succo di 1 limone, dolcificante naturale a piacere. In un pentolino portate ad ebollizione 1 litro di acqua, aggiungete le fette di zenzero fresco, lasciate bollire per qualche minuto per poi spegnere il fuoco. Fate riposare l’infuso per circa 10-15 minuti, filtratelo e versatelo in una bottiglia di vetro, aggiungendo il succo di un limone. Meglio consumarla a digiuno, due volte al giorno, dolcificando con del miele.

    Tisana alla cannella, una bevanda contro colesterolo cattivo, diabete e iperglicemia

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    La tisana alla cannella è una bevanda dagli infiniti benefici: anticoagulante naturale, migliora la circolazione sanguigna, combatte i dolori articolari, rafforza la memoria e la capacità cognitiva, placa gli impulsi legati alla fame nervosa, aumenta il senso di sazietà. Essa, inoltre, riduce il colesterolo cattivo, ha proprietà antibatteriche, antifungine, antisettiche, è indicata contro Escherichia coli e candida, per stimolare il sistema immunitario, contro diabete e iperglicemia. La tisana alla cannella riduce la formazione di gas addominali, facilita la digestione, sgonfia la pancia e, data la sua azione termogenica, aiuta a bruciare più in fretta i grassi, per cui facilita la perdita di peso.

    Per preparare la tisana occorrono solo una stecca di cannella o un cucchiaino di cannella in polvere e 125 ml d’acqua. In un pentolino, portate ad ebollizione l’acqua, per poi spegnerla, aggiungendo la stecca di cannella o il cucchiaino di cannella in polvere. Lasciate in infusione per 10 minuti, filtrate e bevete la tisana ancora calda, dolcificando con un cucchiaino di miele o con 1 cucchiaino di stevia, aggiungendo una rondella di arancia o di limone.

    Diabete e glicemia alta: dalla salvia un valido alleato per tenerli sotto controllo

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    La glicemia alta, la cui condizione cronica porta all’insorgenza di diabete di tipo 2, può essere controllata con una corretta, sana e bilanciata alimentazione. In quest’ottica una delle erbe aromatiche più utili a controllare la glicemia, secondo diversi studi, è la salvia.

    La salvia è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, utilizzata in genere come aroma in cucina e per il trattamento di diversi disturbi in fitoterapia, ma anche come “rimedio della nonna” e dunque di tradizione popolare. Tra le sue più importanti proprietà degna di nota è l’azione antiossidante, antinfiammatoria e antibatterica. Ha anche importanti e positivi effetti sulla memoria e sui malesseri da ciclo mestruale e da menopausa.

    Diabete mellito: le tre bevande poco note che aiutano a tenere a bada la glicemia e il colesterolo

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    Il sito britannico Express ha stilato un elenco di 3 bevande molto utili per tenere a bada la glicemia e dunque l’insorgenza di diabete:

    • Il tè nero. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, che ha preso in esame i casi di tipo diabetici nutriti con tè nero e tè verde, è stato scoperto che queste bevande hanno un effetto ipoglicemizzante. Come hanno scritto i ricercatori: “Il tè nero e verde rappresentano un agente potenzialmente poco costoso, non tossico e, di fatto, piacevole per abbassare lo zucchero nel sangue. Il tè può essere un mezzo semplice ed economico per prevenire o ritardare il diabete umano e garantire complicazioni”.
    • Il kombucha. Si tratta di un alimento fermentato ricco di probiotici e batteri benefici che hanno un ruolo importante nel mantenimento della salute dell’intestino. In una revisione di diversi studi si è scoperto che il consumo di probiotici ha un effetto sull’ipertensione. Altri esempi di cibi fermentati sono yogurt naturale, kimchi, miso e tempeh.
    • Il succo di pomodoro secondo alcuni studi potrebbe ridurre la pressione sanguigna e il colesterolo nelle persone a rischio di malattie cardiache, e dunque migliorare i livelli di glicemia nel sangue. Il licopene contenuto nei pomodori, infatti, contrasta lo stress ossidativo e il rischio cardiovascolare, in genere alto nei soggetti con diabete di tipo 2.

    Pressione alta: come abbassarla in modo naturale la tisana all’ibisco

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    Numerose persone soffrono di pressione alta: l’ipertensione è una patologia molto diffusa, spesso determinata da un’alimentazione errata, che determina un’innalzamento della pressione del sangue nelle arterie, con un conseguente aumento del lavoro del cuore.

    Normalmente la pressione arteriosa si misura tenendo in considerazione due parametri: le sistole, o la contrazione, e le diastole, il movimento di rilassamento. Di solito la pressione sistolica dovrebbe rilevare un valore compreso tra 110 mmHg e 140 mmHg, mentre la pressione diastolica dovrebbe essere compresa tra i 60 mmHg e i 90 mmHg.  

    L’ipertensione è una patologia molto pericolosa in quanto considerata un importante fattore di rischio per l’ictus, l’infarto del miocardio, l’insufficienza cardiaca, gli aneurismi nelle arterie e per la malattia arteriosa periferica. La condizione aggrava lo stato di salute di reni, fegato, arterie, cuore e sistema endocrino. Pertanto, è fondamentale cercare di prevenirla anche con una corretta alimentazione e uno stile di vita sano. Una delle cause principali dell’ipertensione è proprio da ricercarsi in una vita troppo sedentaria e in un’alimentazione eccessivamente calorica. 

    Un aiuto, spesso, può arrivare dai rimedi naturali, come ad esempio l’ibisco: la pianta, nota anche con il nome latino di Hibiscus Sabdariffa, può essere utilizzata per preparare un infuso ricco di antociani e dal forte potere antiossidante. Gli effetti benefici sarebbero legati alla capacità della pianta di determinare un’azione vasodilatatrice e di inibire l’assorbimento degli ioni calcio, la cui azione sulla muscolatura dei vasi ematici – in particolare delle arteriole – deve essere tenuta sotto controllo.
    Tra le sue proprietà rientra quindi la capacità di tenere sotto controllo i valori della pressione: uno studio messicano del 2004 ha confrontato gli effetti dell’estratto di ibisco e quelli del composto chimico captopril, utilizzato come farmaco per il trattamento dell’ipertensione (e di alcune forme di insufficienza cardiaca). I ricercatori, monitorando 75 pazienti, hanno scoperto che, in tutti i casi, l’estratto di Hibiscus Sabdariffa è risultato avere un’efficacia più duratura rispetto a quella del farmaco nella riduzione della pressione diastolica e sistolica dei soggetti analizzati, tutti con diagnosi di pressione arteriosa alta. Si consideri che lo studio ha però dei limiti oggettivi legati soprattutto al numero esiguo del campione e all’assenza del doppio cieco.

    Un team della Tuft University di Boston nel 2008 ha condotto un altro studio sulle proprietà anti ipertensive dell’ibisco, e secondo i risultati, per ottenere effetti benefici sui valori della pressione arteriosa bisognerebbe consumare circa 3 tazze al giorno dell’infuso preparato con la pianta.

    La bevanda tra l’altro comporterebbe anche altri benefici, tra cui effetti diuretici e digestivi, ed avrebbe anche proprietà antisettiche riguardanti le vie urinarie. Ottima da consumare sia calda sia fredda, la tisana di ibisco se bevuta in grandi quantità può provocare effetti lassativi.

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    ibisco teL’ibisco è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae, con i suoi fiori si prepara il karkadè, una bevanda da gustare calda o fredda che si ottiene lasciando in infusione i suoi fiori essiccati. Sono note le proprietà farmacologiche di questa pianta, è antisettico, astringente, emolliente, digestivo, diuretico, purgativo, refrigerante, calmante, stomachico e tonico. Le foglie sono emollienti, diuretiche, refrigeranti e sedative, mentre i petali, i semi ed i calici maturi presentano le proprietà diuretiche e contro lo scorbuto come lo sono anche i frutti. Le radici, invece, molto amare, hanno notevoli qualità emollienti e fanno passare la tosse.

    Utilizzato maggiormente sotto forma di infuso o frullato, il fiore dell’ibisco aiuta considerevolmente a perdere peso perché aiuta la digestione e favorisce la diuresi, ha anche funzione depurativa e leggermente lassativa. Essendo un antiparassitario, l’ibisco fa anche bene ai reni.

    E’ stato dimostrato che 1 gr di estratto di foglie aiuta a perdere peso e ad abbassare il colesterolo cattivo LDL associato però ad una dieta corretta e un adeguato esercizio fisico. I polifenoli e i flavonoidi contenuti nel fiore di ibisco aiutano a ridurre le infiammazioni croniche.

    Se applicato su tagli e ferite, l’estratto di ibisco permette una cicatrizzazione delle ferite più veloce. La presenta di vitamina C ha un forte potere antinfluenzale, fluidifica il sangue, mentre la presenza di flavonoidi e antociani, per il loro intenso colore rosso rendono la pianta vaso protettiva utile se si soffre di emorroidi, fragilità capillare, varici, couperose e cellulite.

    Contiene solo 35 calorie su 100 gr di prodotto, è un ottimo dissetante, è consigliato a tutte le età, ma attenzione a non assumerlo se si soffre di pressione bassa, inoltre è sconsigliato alle donne in gravidanza perché potrebbe stimolare l’afflusso di sangue in zone delicate.


    Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.


    Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2019/10/abbassare-colesterolo-glicemia-pressione-alta-tisane-bevande-benefici/1322261/#OAlXImQL3x3RuFu2.99

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    00 26/01/2020 18:55

    TRE PIANTINE AROMATICHE CHE FANNO BENE ALLA SALUTE E ALLA CUCINA





    Tre piantine aromatiche che fanno bene alla salute e alla cucina



    Salvia, rosmarino e timo: tre piantine aromatiche che fanno bene alla salute e alla cucina


    Nonostante vi sia un certo scetticismo generale per l’utilizzo dei rimedi naturali per la salute, devi sapere che alcune specie di piante e fiori hanno reali effetti sull’organismo. Tra queste ve ne sono alcune che si rivelano essere un vero toccasana per la salute e, assieme ai consigli di coltura di codiferro.it, oggi vedremo quali sono le più utili sia per la cucina che per la salute. Ovviamente non stiamo parlando di rimedi medici ma di piccoli aiuti per la salute che, soprattutto in cucina, possono fare la differenza. Ecco quindi le tre piantine aromatiche che fanno bene alla salute e alla cucina.


    Salvia:
    gusto e salute con una bella spadellata di burro

    La Salvia è una pianta mediterranea spontanea ed è anche una delle più coltivate in vasetto. In antichità si utilizzava per purificare l’aria dei templi ai tempi degli antichi Egizi e dei Romani. Vi era la convinzione che bruciandola prima dell’incenso questa purificasse gli ambienti dalle impurità spirituali. Oggi è utilizzata moltissimo sotto forma di olio essenziale ma anche come potente battericida. La Salvia è l’ingrediente ideale per il diabete di tipo 2 oltre che per il controllo del colesterolo. Si tratta di un alimento che contrasta le infiammazioni e che aiuta anche a risolvere i problemi di alitosi.
    In cucina l’utilizzo più conosciuto è quello dei primi a base di burro e salvia ma, se volgiamo proprio parlare di salute, questo non è propriamente il piatto più salutare che esista. In condizioni di normalità uno strappo alle regole, tuttavia, si può anche fare. Giusto? In ogni caso il sapore della salvia è così persistente che si sposa bene in arrosti e brodi dando un tocco di gusto inconfondibile ed ammaliante.

    Rosmarino:
    un classico dalle numerosissime potenzialità

    Il Rosmarino è una pianta forte e resistente, tant’è che si coltiva senza troppe attenzioni anche in vasetto. Chi lo ama e lo utilizza in cucina è solito spolverarlo un po’ su tutto: arrosti, brodi, primi e persino tisane ed insalate. Il punto è che il rosmarino dona carattere agli alimenti e da sapore senza l’utilizzo di condimenti grassi come oli, sale, burro e salse. Il sapore del rosmarino è così incisivo da cambiare totalmente l’animo di una pietanza per cui una volta iniziato ad usarlo non potrai più farne a meno.
    In salute il rosmarino è amatissimo da chi si affida alla naturopatia per migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Difatti è un ottimo ingrediente da utilizzare per l’aromaterapia, dato che riduce lo stress e le tensioni muscolari. Da un punto di vista nutritivo, invece, il rosmarino è la pianta aromatica sfiammante per eccellenza. Anch’esso si rivela un alleato per i diabetici e ha proprietà antisettiche e antibatteriche di cui godere sotto forma di decotto.

    Amato odiato timo

    Anche il timo e le sue proprietà sono note dall’antichità. Per esempio sembra che gli antichi egizi utilizzassero il timo durante il processo di imbalsamazione dei faraoni mentre gli Etruschi lo coltivavano in tantissime varietà per conservare gli alimenti e profumare le loro pietanze. Il nome della pianta è di origine greca e significa “principio vitale”. Il timo in infuso o decotto si usa per lenire i disturbi legati e bronchite, asma, sinusite e rinite dato che ha una potente efficacia antivirale. Non è indicato nei soggetti che soffrono di iper tensione ma è comunque un alleato molto valido delle vie respiratorie.
    In cucina il timo va utilizzato con attenzione perché ha un sapore davvero molto forte. Tuttavia noi lo consigliamo principalmente per la cottura delle verdure dato che è in grado di esaltarne fortemente i sapori senza appesantire il piatto con inutili calorie e grassi.

     

    Fonte Newsfood.com


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    00 05/05/2020 17:37
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    Un fantastico rimedio naturale per i dolori alle ginocchia e alle braccia


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    Le posture lavorative, l’età, lo stesso stress, un’attività sportiva non supportata da una corretta alimentazione possono portare ai dolori articolari. Nulla di più antipatico che alzarsi alla mattina e scendere dal letto accusando già dolore alle ginocchia. Primo pensiero: fare colazione e prendere un antidolorifico per lenire il fastidio. Secondo pensiero collegato, attenzione che gli antidolorifici scaricano sul fegato i propri ingredienti. Da un lato portano beneficio, dall’altro tossine. Ecco quindi un fantastico rimedio naturale per i dolori alle ginocchia e alle braccia.

    Il frullato degli sportivi


    Gli sportivi lo conoscono e lo assumono per le sue proprietà benefiche. Ma anche per il suo gusto gradevole. Ananas, avena, miele, arancia e succo di mirtillo. Una bomba salutare di salute, benessere e molteplici virtù. I suoi ingredienti, ricchi di vitamine, antiossidanti, e minerali colpiscono la zona interessata e portano ristoro dal dolore. Antinfiammatori naturali, i suoi ingredienti sono anche ricchi di fibre e carboidrati, disintossicanti ed energetici.


    Ginocchia ma anche braccia


    Questo mix salutare è dedicato ai problemi articolari delle ginocchia, che, soprattutto negli sportivi, reggono l’impalcatura del fisico e sono sottoposte a continuo stress. Distorsioni, contratture, traumi e contusioni provocano dolore e stop all’attività. Per evitare di fare ricorso ai farmaci, servirsi di un fantastico rimedio naturale per i dolori alle ginocchia e alle braccia è opportuno. Ma questo frullato agisce anche allo stesso benefico modo sulle articolazioni superiori, altrettanto sottoposte a usura, anche lavorativa. Anche solo quando si dorme male, su un fianco. Ci si alza con dolori forti al braccio rimasto anchilosato sotto il peso del corpo. Ecco quindi che assumere a colazione ananas, avena, miele, arancia e succo di mirtillo porta benessere immediato. E soprattutto naturale.


    Non solo antidolorifico


    Essendo ricco anche di Vitamina C e bromelina, di magnesio, ferro e silicio, il frullato rinforza anche la massa muscolare, la elasticizza. In particolare, mantiene tonici tendini e legamenti. Per la preparazione servono un paio di fette di ananas, tre cucchiai di avena, del succo di arancia, un cucchiaino di miele e un bicchiere di succo di mirtillo.



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    00 09/05/2020 21:16
    LE INTERESSANTI PROPRIETA' DELLA BROMELINA RICAVATA DALL'ANANAS

    Vi ricordate qualche anno fa quando si diceva che l’ananas “sgrassava” (che poi cosa vuol dire sgrassare?), in ogni caso si associava all’ananas un potere dimagrante. Questo effetto è in realtà dato da una sostanza presente nel frutto, soprattutto nella sua radice, ed il suo nome è bromelina. Vi anticipo subito che non fa dimagrire, purtroppo, ma ha degli effetti, meno conosciuti, molto interessanti. Vediamo di scoprire assieme quali sono.

    Immaginiamo di assistere ad un piccolo, semplice esperimento : abbiamo bisogno solamente di acqua, una provetta, una piastra riscaldante , una fonte proteica (nel nostro caso gelatina in fogli , formata da collagene) e ..una fetta di Ananas fresco! Immergiamo i fogli di gelatina in acqua riscaldata, mescolando affinchè si sciolgano bene.
    Versiamo poi la soluzione in una provetta con pezzetti di Ananas, chiudiamo e facciamo raffreddare in frigo per alcune ore.
    Risultato? Grazie all’azione della Bromelinacontenuta nell’Ananas, la soluzione non si sarà gelatinizzata ma sarà rimasta in forma liquida: questa sostanza avrà spezzettato le lunghe molecole fibrose di collagene, scomponendole in aminoacidi.

    A cosa serve la bromelina?

    Si tratta di una miscela estratta dalla polpa, ma soprattutto dal gambo del frutto fresco di  Ananas Comosus . È composta da enzimi proteolitici sulfidrilici e da una componente non proteolitica contenente perossidasi, fosfatasi, cellulasi, glucosidasi, inibitori di proteasi , calcio organico e glicoproteine.
    È instabile al calore, quindi non è possibile ottenerla dal frutto che abbia subito ,sciroppatura o essiccatura.

    L’Ananas è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Bromeliacee, originaria dell’America centrale e la cui coltura è oggi diffusa anche in Thailandia, Filippine, Hawaii, Brasile, Sud Africa, Cina, India e Kenya.*
    Fu dopo il viaggio di Cristoforo Colombo in Guadalupe, dove l’Ananas veniva chiamata  “anana” da “nana”–profumo-,che il consumo di Ananas si diffuse anche in Europa , ma le virtù di questo frutto erano già note ad Aztechi e Maya , che  ne utilizzavano gli estratti di polpa e gambo per ridurre l’infiammazione di piaghe e ferite e ne bevevano il succo per alleviare il mal di stomaco.

    La Bromelina, fu isolata chimicamente solo alla fine dell’800 e introdotta come principio terapeutico da Heinicke nel 1957.
    Negli anni il numero di studi relativi a questa sostanza è diventato degno di nota, mettendone in luce le  svariate proprietà e i possibili impieghi in ambito clinico.

    Bromelina proprietà

    La bromelina ha diverse proprietà, in generale è un co-fattore, per cui assieme ad altri principi attivi, aiuta il nostro organismo. Da sola i suoi effetti possono essere più o meno blandi (per maggiori dettagli vedi il prossimo paragrafo).

    • Facilita i processi digestivi
    • Riduce infiammazione e stati edematosi
    • Riduce i tempi di recupero dopo attività sportiva intensa e traumi associati ad essa o causati da interventi chirurgici
    • Favorisce la cicatrizzazione dei tessuti
    • Controlla il decorso clinico di varie patologie autoimmuni
    • Ha proprietà fibrinolitiche
    • Esercita un’azione mucolitica utile nei disturbi delle vie respiratorie, specie quando serve un decongestionante delle mucose come in caso di flogosi acuta catarrale, asma bronchiale e sinusite
    • Contrasta varie patologie ed inestetismi come flebite, tromboflebite, cellulite e vene varicose
    • Riduce il dolore nella dismenorrea, specie in associazione con papaina, grazie all’azione antispastica sulla cervice
    • Si è rivelata utile per alleviare i dolori articolari, riducendo i sintomi dell’osteoartrite
    • Possiede attività antimicrobica e sinergica in alcune terapie antibiotiche.
    • Potrebbe trovare impiego come coadiuvante nelle terapie antitumorali e da tempo viene utilizzata in preparati fitoterapici per il trattamento di cellulite e ritenzione idrica.

    –      Nell’industria alimentare viene impiegata per intenerire le carni in scatola, chiarificare la birra e nella preparazione di alimenti precotti

    Effetti della bromelina e possibili impieghi

    ananas bromelina

    • Aiuta la digestione

    Grazie alla capacità di restare attiva in un ampio range di pH, la Bromelina può esercitare la sua attività proteolitica sia nel distretto gastrico, che enterico e per questo viene spesso impiegata, anche in associazione  a papaina o tripsina per contrastare i disturbi legati a una digestione lenta dopo un pasto particolarmente ricco di proteine o nelle dispepsie da carenza enzimatica gastrica o pancreatica.
    Sembrerebbe attiva anche nel ridurre la dispepsia conseguente a infezione da H.Pylori e nelle sindrome del colon irritabile.

    • Attività fibrinolitica ed antinfiammatoria

    Sono anch’esse correlate alle caratteristiche dell’enzima proteolitico della Bromelina: studi in vivo e in vitro suggeriscono che sia in grado di influenzare la coagulazione del sangue, attivando il plasminogeno, precursore della plasmina, una proteasi in grado di scindere la fibrina, determinando la dissoluzione del coagulo.
    L’attività fibrinolitica ha anche il vantaggio di diminuire l’accumulo di liquidi interstiziali che caratterizzano l’edema, favorendo il riassorbimento dell’essudato e decongestionando la sede dell’infiltrazione edematosa : per questo motivo la Bromelina viene impiegata con ottimi risultati per diminuire i tempi di guarigione e il dolore post operatorio, in particolare negli interventi del cavo orale e nell’episiotomia.
    L’azione antiedemigena e analgesica è legata anche alla capacità della Bromelina di ridurre la sintesi di peptidi vasoattivi come la Bradichinina, prodotta spesso per reazione a un trauma fisico e responsabile di gonfiore, vasodilatazione e calore associato all’ infiammazione.
    Per le proprietà fibrinolitiche e antiedemigene, oltre che nel trattamento delle infiammazioni dei tessuti molli, la Bromelina viene impiegata nella cura di tromboflebiti e prima e dopo interventi di rimozione delle vene varicose. La tromboflebite è un’infiammazione della parete di una vena associata alla formazione di un coagulo ematico all’interno che può ostruire il flusso sanguigno, rendendo la vena colpita irritata, edematosa e dura al tatto. La deposizione di fibrina è responsabile anche dell’ispessimento vascolare che caratterizza le protuberanze tipiche delle varici, dilatazioni patologiche permanenti di una vena, causate da trombosi o insufficienza valvolare venosa.

    Se è vero che la fibrinolisi contribuisce alla regressione di alcuni fenomeni infiammatori, la Bromelina esplica anche un’azione antinfiammatoria più “diretta”, modulando la cascata dell’Acido Arachidonico, in maniera da ridurre selettivamente la produzione di Trombossano A2 e PGE2 (prostaglandina E2)- molecole proinfiammatorie e favorenti l’aggregazione piastrinica- e favorire quella della PGE1, dalle proprietà antiinfiammatorie e vasodilatatrici.

    La Bromelina inoltre, sarebbe in grado di legarsi a recettori di superficie sui linfociti T, interrompendo una catena di segnali proinfiammatori che hanno un ruolo anche nella patogenesi dell’artrosi.
    È nel 1964 che la Bromelina viene segnalata per la prima volta per il trattamento dell’osteoartrite e gli studi clinici per valutarne l’efficacia in questo ambito sono stati realizzati utilizzando spesso preparati contenenti diverse tipologie di enzimi proteolitici , diversi dosaggi di Bromelinae delle miscele enzimatiche, per testarne  gli effetti soprattutto in caso di artrosi della spalla e del ginocchio. Esperimenti recenti di Walker e coll ( 2004), hanno descritto un miglioramento clinico significativo in soggetti affetti da dolore acuto al ginocchio , ai quali era stata somministrata Bromelinaper un mese a dosaggi tra 200 e 400mg.
    Sempre in pazienti con artrosi del ginocchio, la somministrazione di una combinazione di Bromelina,tripsina e rutina è stata confrontata con quella del Diclofenac (noto farmaco antiinfiammatorio non steroideo) in pazienti con artrosi del ginocchio: dopo sei settimane, entrambi i trattamenti avevano mostrato  una riduzione significativa e simile del dolore e dell’infiammazione.

    Dunque la Bromelina potrebbe fornire un trattamento alternativo ai FANS, anche se allo stato attuale gli studi presentano ancora carenze metodologiche, come periodi di trattamento o follow up inadeguati a identificare un dosaggio ottimale di Bromelina e dare conferma della sua reale efficacia nel trattamento della patologia artrosica.

    • Attività immunomodulatrice

    Esperimenti in vitro hanno mostrato che il meccanismo alla base di tale proprietà sarebbe la capacità della Bromelina di modulare l’adesione di alcune molecole coinvolte nella trasmissione del segnale infiammatorio, alla superficie di cellule T, macrofagi e cellule Natural Killer, e indurre la secrezione di IL-1β, IL-6 e TNFα nelle cellule mononucleate nel sangue periferico (PBMCs: Peripheral Blood Mononuclear Cells –linfociti e monociti-): la Bromelina attiverebbe il sistema immunitario sano in risposta ad uno “ stress cellulare” e , al contrario, ridurrebbe la produzione delle stesse citochine in condizioni dove un processo infiammatorio sia già in atto, come in alcune malattie croniche intestinali quali rettocolite ulcerosa o nella Sindrome del Colon irritabile.

    • Patologie cardiovascolari

    Le malattie cardiovascolari (CVD s) comprendono infarto, ictus, ipertensione, disturbi dei vasi sanguigni e del cuore, insufficienza cardiaca e cardiopatie congenite. Già gli studi di Heinicke negli anni ‘70 avevano evidenziato come, trattando con Bromelina per via orale un gruppo di 20 volontari con storie di infarto,  ictus o alti valori di aggregazione piastrinica, si otteneva una significativa  diminuzione o normalizzazione dei valori della coagulazione.
    Ricerche successive in vivo e in vitro, hanno suggerito che la Bromelina, grazie all’attività antiaggregante piastrinica, sarebbe in grado di prevenire e minimizzare attacchi anginosi e  ischemici transitori.

    Somministrazioni prolungate di Bromelinain animali da esperimento, hanno evidenziato un effetto anti-ipertensivo, mentre il trattamento con dosaggi di Bromelinadai 400 ai 1000mg/die in pazienti con angina pectoris, ha portato alla scomparsa dei sintomi entro tre mesi massimo: dopo interruzione della terapia, gli attacchi comparivano di nuovo.

    Una riduzione nell’incidenza di infarto coronarico si è avuta dopo somministrazione di Potassio e Magnesio insieme a 120-400 mg di Bromelina/die.
    La Bromelina sarebbe anche in grado di solubilizzare le placche aterosclerotiche e aumentare la permeabilità all’ossigeno della parete vascolare.

    • Disturbi delle vie respiratorie

    La Bromelina agisce anche come mucolitico e decongestionante delle mucose nella flogosi acuta catarrale, grazie alla capacità di fluidificare e ridurre le secrezioni bronchiali, come dimostrato dal miglioramento della funzionalità polmonare dopo trattamento con tale sostanza, in pazienti sottoposti a esame spirometrico.
    Effetti positivi dopo trattamento con Bromelina sono stati riscontrati in esperimenti su topi affetti da asma acuta, con  riduzione della reattività delle vie aeree e di marcatori dell’infiammazione polmonare. Studi clinici dimostrano come il trattamento con Bromelina sia in grado di ridurre la durata dei sintomi in pazienti affetti da sinusite rispetto alle terapie standard, soprattutto in età infantile.
    Per queste proprietà la Bromelinatrova indicazione nel trattamento di infiammazioni a carico di orecchio e naso e nel mal di gola, anche nelle forme infiammatorie croniche o recidivanti, dove garantisce sicurezza di impiego, al contrario di cortisonici o Fans che nel lungo periodo possono determinare spiacevoli effetti collaterali.

    • Attività antitumorali

    I primi documenti sull’utilizzo della Bromelina in soggetti affetti da patologie tumorali, risalgono agli anni ’70: 12 pazienti con tumore alle ovaie e al seno, furono trattati con 600mg di Bromelinaal giorno, per un periodo di 6 mesi fino a diversi anni e il risultato fu la scomparsa di alcune masse tumorali e la diminuzione delle metastasi.
    Risultati positivi nella regressione di tumori è stata osservata anche dopo somministrazione di oltre 1000mg di Bromelina (la dose necessaria per avere l’effetto doveva essere di almeno 2,4 g/die) insieme a chemioterapici quali 5-Fluorouracile e Vincristina.

    Gli equilibri che regolano crescita e proliferazione cellulare, sono finemente regolati nelle cellule sane e uno squilibrio in questo ciclo può portare alla trasformazione in cellule cancerose. Allo stesso modo, i normali meccanismi di apoptosi (morte cellulare programmata),  sono fondamentali per impedire la crescita delle cellule tumorali.
    La Bromelina sembrerebbe in grado di indurre selettivamente l’apoptosi nelle cellule tumorali mediante sovraregolazione dell’espressione di un fattore di trascrizione (p 53) e di ridurre l’attività di sostanze come Akt (attivatrice di vie biochimiche che portano alla crescita cellulare e alla resistenza all’apoptosi), che regolano la sopravvivenza delle cellule, così da promuovere la morte cellulare programmata.

    Altro aspetto interessante correlato alle proprietà antiinfiammatorie e fibrinolitiche della Bromelina, sarebbe la capacità  di interferire con la progressione delle metastasi tumorali attraverso la riduzione dell’aggregazione piastrinica  attivata dalle cellule cancerose nei tumori maligni (questo tipo di cellule “si circondano” di piastrine per evitare di essere riconosciute dal sistema immunitario).
    La crescita delle metastasi è favorita anche dalla proliferazione dei vasi sanguigni e la Bromelina ha dimostrato un effetto anti angiogenico in varie linee cellulari tumorali.

     

    • Nel trattamento della diarrea e dismenorrea

    Studi di Mynot e coll ( 1997) riportano un effetto antisecretorio della Bromelinasull’ileo di coniglio: l’enzima sarebbe in grado di ostacolare la secrezione di fluidi mediata da secretagoghi che agiscono attraverso percorsi di segnalazione cAMP, cGMP e Ca2⁺ dipendenti. Dato che la maggior parte delle tossine che causano diarrea attiva uno di questi percorsi e che l’efficacia della Bromelina in tale studio è stata piuttosto promettente, in futuro potrebbe essere impiegata anche per trattare episodi diarroici.

    Altro meccanismo proposto per giustificare tale proprietà, dopo studi condotti su animali colpiti  da enterotosssine di Vibrio Cholera e Escherichia Coli, è un effetto “antiadesivo” della Bromelina nei confronti delle tossine batteriche, che impedirebbe  loro di interagire con specifici siti recettoriali della mucosa intestinale, modificandoli proteoliticamente.

    L’utilizzo e l’efficacia nel trattamento della dismenorrea potrebbe essere legato ad un probabile effetto miorilassante sulla muscolatura liscia.

    • Attività sinergica nelle terapie antibiotiche

    È stato dimostrato che la Bromelina può migliorare l’assorbimento di alcuni antibiotici, grazie alla capacità di aumentare la permeabilità dei tessuti : in questo modo i farmaci possono diffondersi  più agevolmente sia per via sottocutanea che intramuscolare (Maurer 2001).

    Può altresì aumentarne i livelli ematici e urinari di Amoxicillina e tetracicline potenziandone l’effetto: per questo l’utilizzo della Bromelina combinato alla terapia antisettica classica si è dimostrato più efficace nella cura di polmoniti, bronchiti e infezioni da Staphylococcus cutaneo, pielonefriti e infezioni del tratto urinario come la cistite (in questo caso l’effetto sarebbe migliore in combinazione con tripsina).

    • Uso topico

    L’impiego della Bromelinaper uso topico, si rivela efficace nel “debridement o “ sbrigliamento”, tecnica utilizzata per la rimozione di tessuto necrotico, lacerato o infetto, tipico di gravi ustioni, piaghe da decubito o infezioni da herpes zoster.

    L’applicazione di creme con base lipidica di Bromelinaal 35%  è utile per accelerare la guarigione di tale tipologia di tessuto, chiamato anche “escara”:responsabile di questo effetto è un componente della miscela enzimatica, noto come Escarase, che non ha attività proteolitica.
    Si ipotizza che la Bromelinapossa attivare la collagenasi nel tessuto vivo, in maniera che attacchi  il collagene denaturato nell’escara: in questo modo, con pochi raschiamenti è possibile rimuovere tutto il tessuto necrotico e procedere a un successivo innesto di pelle in tempi brevi.

    Utilizzando creme a base di Bromelinanel trattamento delle ustioni si ottiene di solito una formazione minima o nulla di tessuto cicatriziale e lo sbrigliamento enzimatico con Bromelina risulta migliore rispetto a quello chirurgico, che è più doloroso, può richiedere anestesia e provocare sanguinamenti.

    • Traumi da sport

    Anche in ambito sportivo vengono sfruttatele proprietà antiinfiammatorie e antiedemigene della Bromelinacome testimoniato già da un famoso studio degli anni ‘60 condotto su pugili, dove l’integrazione con questa sostanza accelerò notevolmente il tempo di guarigione da ecchimosi e tumefazioni
    Interessante è anche l’attività protettiva sul muscolo sottoposto a un allenamento intenso, con diminuzione delle concentrazioni ematiche di marcatori del danno muscolare come lattato deidrogenasi e creatina chinasi, riduzione di  intensità e durata dei DOMS.

    Anche dopo attività di endurance, oltre che contribuire alla prevenzione di infortuni muscolo-tendinei, la Bromelina sembrerebbe in grado di proteggere le fibre muscolari sottoposte a contrazione intensa e ridurre la concentrazione di citochine infiammatorie.

    • Cellulite e ritenzione idrica

    La cellulite non è solo un antiestetico cruccio femminile, ma una vera e propria “malattia” caratterizzata da flogosi, ristagno di liquidi, infiammazione dei piccoli vasi sanguigni e deposizione di tessuto adiposo sottocutaneo, che presenta il caratteristico aspetto a buccia d’arancia con noduli doloranti. Può manifestarsi  in vari modi e in diverse parti del corpo e la Bromelina, grazie  alle proprietà antinfiammatorie, alla capacità di facilitare il drenaggio dei liquidi e ripristinare il trofismo cellulare normalizzando la struttura del tessuto cutaneo e sottocutaneo, può contribuire alla prevenzione e cura di questo inestetismo.
    Per lo stesso motivo e per la presenza nel frutto dell’Ananas di acidi organici, quali acido citrico, malico e ossalico,  dall’effetto drenante, la Bromelina viene consigliata anche a soggetti obesi , che presentano ritenzione idrica e edema come complicanze legate all’aumento di peso corporeo.

    L’ananas fa dimagrire?

    bromelina proprietà

    Le proprietà dimagranti dell’ananas, rese celebri dalla dieta Sout Beach, sono in realtà riferite alla bromelina. Le sue proprietà antinfiammatorie e antiedemigenepossono sicuramente accompagnare un percorso di dimagrimento: l’incremento della componente extracellulare dei liquidi corporei è infatti una condizione simil-edematosa, frequentemente riscontrabile nei soggetti obesi, in parte responsabile dell’incremento ponderale e dell’evoluzione flogistica del tessuto adiposo.

    Sta di fatto che per ora non vi sono prove concrete che giustifichino un impiego specifico della Bromelinaper il controllo del peso, anche se particolarmente interessanti sono i risultati di uno studio in vitro condotto su adipociti, il quale indica che  la Bromelina potrebbe essere un potente modulatore dell’obesità, tramite la repressione della adipogenesi regolata da PPAR-y e aumento della via lipolitica e apoptotica indotta da TNF-α.
    Tale attività molecolare si tradurrebbe, nel soggetto obeso, in un miglior controllo del tessuto adiposo e in un minor rischio di sviluppare complicanze legate al sovrappeso.

    Va comunque ricordato che a prescindere dall’attività genica, è l’eccesso o il deficit energetico a far ingrassare o dimagrire. Nessuna sostanza può realmente essere efficace se non va ad influenzare questi fattori. L’ananas quindi non fa dimagrire ma al massimo fa ingrassare, visto che apporta calorie!

    Bromelina e effetti collaterali

    La Bromelinaè davvero un concentrato di virtù! Ma anche per questa sostanza esistono controindicazioni e effetti collaterali!

    La Bromelina è considerata generalmente sicura, ha bassa tossicità e pochi effetti collaterali associati.
    Le principali controindicazioni sono per soggetti affetti da disfunzioni renali o epatiche o con difetti della coagulazione. È bene non farne uso in caso di particolare sensibilità al principio attivo, dato che potrebbe scatenare reazioni allergiche cutanee, con eritema, prurito e raramente attacchi d’asma.

    È sconsigliata in caso di ulcera gastrica in atto e in combinazione con anticoagulanti e antitrombotici, in quanto potrebbe potenziarne l’attività.Anche nei bambini e in gravidanza l’impiego non è completamente sicuro.

    Dato che la Bromelina può aumentare la concentrazione ematica di antibiotici, è bene controllarne l’associazione con tali farmaci.

    Bromelina ed integrazione

    Dal processo di estrazione della Bromelina, si ottiene una polvere giallastra e commercializzata sotto forma di polvere, compresse, crema o capsule.
    Anche se alcuni  dei benefici che vengono attribuiti a questa sostanza necessitano di ulteriori evidenze scientifiche, la Bromelina viene ampiamente utilizzata nella composizione di molti integratori e di alcuni farmaci, prescritti in caso di infiammazione associata ad edema, traumi o dolori a carico dell’apparato muscoloscheletrico, urogenitale o respiratorio e per l’attività fibrinolitica.

    La Bromelinaè inserita spesso in formulazioni che favoriscono il processo digestivo o come complemento a regimi alimentari volti a correggere sovrappeso o accumuli adiposi localizzati, grazie all’effetto drenante e protettivo del microcircolo.

    L’attività dell’estratto viene standardizzata e quantificata utilizzando diverse Unità Enzimatiche: Unità Rorer (RU), unità di dissoluzione della gelatina (GDU), unità di coagulazione del latte (MCU) e unità di idrolisi della caseina (FIP). Più alta è l’attività enzimatica, maggiore sarà l’attività proteolitica.
    (1 grammo di Bromelina standardizzato a 2000MCU, è approssimativamente uguale a 1 grammo con 1200 GDU di attività o 8 grammi con 100000RU).

    Nelle formulazioni in commercio, generalmente la Bromelinaha attività compresa tra 1200 e 1800 MCU e i dosaggi utilizzati vanno da 200 a 1500-2000mg, da dividere in più somministrazioni, lontano dai pasto o dopo mangiato a seconda che venga utilizzata come antiinfiammatorio o per le proprietà digestive.

    Dopo somministrazione orale la Bromelina è assorbita dall’intestino per il 40%, esercita la sua attività in un intervallo di pH tra 3 e 9,5, con emivita plasmatica di circa 9 ore.

    Conclusioni finali

    L’elenco delle proprietà e della possibilità di impiego della Bromelina per diversi scopi terapeutici con buoni risultati e un profilo di sicurezza elevato è davvero interessante, anche se alcune peculiarità nei suoi meccanismi d’azione non sono ancora perfettamente chiarite.

    Di sicuro vi sono grandi aspettative soprattutto su quelle riguardo il suo impiego a supporto delle terapie oncologiche.

    …e allora via libera al consumo della “dolcissima Ananas” e dell’estratto prezioso del suo gambo!


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    00 29/05/2020 16:53

    Infuso di foglie di Olivo: Proprietà e benefici



    Infuso di foglie di Olivo: Proprietà e benefici


    Come curarsi al naturale con l’infuso di foglie di Olivo. Tutti i benefici, le proprietà terapeutiche e la ricetta per prepararlo da soli in casa.


    Indice dell’articolo:



    1. Curarsi con le foglie d’Olivo


    2. Come fare l’infuso di foglie di Olivo

    3. Dove si comprano le foglie per fare l’infuso

    4. Controindicazioni ed effetti collaterali

    5. Curiosità




    Curarsi con le foglie d’Olivo


    L’ulivo è da sempre presente nella storia della medicina e dell’erboristeria dell’area Mediterranea. Tutte le civiltà che si sono succedute lo hanno utilizzato e non soltanto come pianta alimentare, o come fornitore di combustibile e per illuminazione, ma anche come pianta medicinale.


    Infatti l’olio d’oliva, oltre ad essere un popolarissimo medicamento, è sempre stato impiegato come componente fondamentale di numerosissime preparazioni erboristiche.


    E allo stesso tempo anche le foglie di olivo sono sa sempre utilizzate a scopo curativo.


    In seguito però, col passare del tempo, le foglie di olivo, come è stato per molti altri semplici rimedi naturali, sono cadute sempre più in disuso, fino a rimanere confinate al campo della medicina della tradizione popolare.


    Oggi però, grazie alle numerose ricerche scientifiche, effettuate a partire dagli anni ’60, le foglie di olivo sono tornate alla ribalta.


    Scopriamo dunque il motivo per cui oggi vengono considerate così preziose.


    >> Scopri il nostro tè di foglie di Olivo


    Le proprietà delle foglie di Olivo


    Gli studi effettuati negli ultimi anni sulla pianta d’ulivo hanno portato alla scoperta di diversi principi attivi presenti nei frutti (le olive) e soprattutto nel fogliame dell’ulivo.


    Una delle sostanze più importanti, scoperte dai ricercatori, è l’oleuropeina.


    L’oleuropeina è un polifenolo dal gusto amaro, presente in concentrazioni elevatissime nelle foglie di olivo e in minor misura nelle olive. Questa sostanza, per effetto dell’idrolisi, all’interno del nostro organismo si scinde in diverse molecole:


    infuso foglie olivo per dimagrire



    • Acido oleanolico: secondo una ricerca pubblicata sul British Journal of Pharmacology, si tratta di una potente molecola con azione antinfiammatoria ed immunomodulatoria, estremamente utile nel trattamento di patologie autoimmuni e perfino di sclerosi multipla. I risultati dello studio sono stati pubblicati in Italiano anche sul sito del Sole 24 Ore.

    • Acido elenolico: si tratta di un glucoside con un fortissima azione antiossidante. Questa molecola mostra infatti una spiccata capacità nel contrastare i radicali liberi. Inoltre facilita la circolazione del sangue e in vitro si è dimostrato un potentissimo antibatterico ed antivirale. Da ulteriori ricerche è emerso che questa molecola ha anche proprietà cardiotoniche ed antiaritmiche, ipoglicemizzanti, vasodilatatrici ed antimicotiche.

    • Idrossitirosolo: è un polifenolo e si tratta di uno degli antiossidanti più potenti presenti in natura, in grado di rallentare il processo di invecchiamento cellulare del nostro organismo. Gode inoltre di proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie e benefiche sul sistema cardiovascolare. Riduce gli effetti negativi dell’ossidazione del colesterolo cattivo e ha una potente azione neuroprotettiva. Oltre che nelle foglie di oliva, è presente in quantità elevate anche nell’olio extravergine d’oliva.

    • Rutina (vitamina P): è un glicoside flavonoico presente anche in altre piante, come il grano saraceno, la menta piperita, l’eucalipto, ecc. Questa sostanza svolge un ruolo importante come antiossidante, nel contrastare l’azione dei radicali liberi (ha un’azione antiossidante 2,5 volte superiore a quella delle vitamine C ed E). La rutina rafforza la parete dei capillari, riducendo i sintomi di sanguinamento come quelli legati ad ematomi ed emorroidi. Migliora la circolazione sanguigna e linfatica, contrastando gli edemi. Riduce gli effetti legati all’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL), riducendo il rischio di patologie cardiache. Aiuta a prevenire i coaguli di sangue da inibizione dell’aggregazione piastrinica. Infine possiede un’importante attività antistaminica.

    • Tirosolo: si tratta di un polifenolo dalle indiscusse proprietà benefiche. E’ un potente antiossidante ed antinfiammatorio, stimola il sistema immunitario, migliora il profilo lipidico riducendo il colesterolo cattivo LDL e contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa e la glicemia. E da recenti studi risulta che abbia la facoltà di prevenire e rallentare l’insorgere della demenza senile, nonché del temibile morbo di Alzheimer.


    Nelle foglie di olivo torviamo inoltre:



    • Secoiridoidi (4-7%): oleoside, oleoside-11-metiletere, oleuropeina, ligstroside, excelsioside, ligustaloside B , morroniside, oleaceina;

    • Triterpeni (2-4%): glucosidi dell’acido oleanolico, dell’acido maslinico, eritrodiolo;

    • Lignani: (-)-olivil-4′-glucoside, (+)-acetossipinoresinolo e derivati, cicloolivile;

    • Flavonoidi: luteolin-4′-glucoside, luteolina, olivina, rutina, apigenina e derivati;

    • Alcaloidi: cinconidina, cinconina;

    • Sesquiterpeni: aromadendrene, eudesmina;

    • Chinoni: tannini; acidi polifenolici.


    La sinergia di tutte queste sostanze ha un’azione benefica sull’organismo a diversi livelli.


    Benefici dell’infuso di foglie di olivo


    Bevendo un semplice infuso di foglie di olivo, è possibile godere appieno di tutti i benefici che può offrirci questa pianta. Vediamo quali sono i più importanti:



    1. Riduce la pressione arteriosa: una delle proprietà che hanno reso “celebre” l’estratto acquoso di foglie di olivo (infuso), è la sua spiccata azione ipotensiva. Diversi studi hanno infatti confermato che i principi attivi contenuti nelle foglie d’ulivo, in particolare l’oleuroposide, sono in grado di ridurre la pressione sanguigna, sia favorendo la vasodilatazione periferica, sia agendo sul metabolismo del rame (contenuto in alcuni enzimi coinvolti nel controllo della pressione arteriosa).

    2. Riduce il colesterolo cattivo: l’infuso di foglie di olivo svolge anche un’importantissima azione ipolipemizzante e anti-aterosclerotica. Questo grazie al contenuto di tirosolo e di acidi grassi polinsaturi, infatti, l’olivo è in grado di ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) responsabile della formazione di placche e trombi, e aumentare quello di colesterolo buono (HDL) che invece si comporta da spazzino ripulendo i vasi dagli accumuli di LDL e altri scarti lipidici.

    3. Riduce la glicemia: le foglie di olivo godono anche di proprietà ipoglicemizzanti. Infatti alcuni dei suoi principi attivi si sono mostrati in grado di ridurre i livelli di glucosio nel sangue e si sono dimostrati ottimi coadiuvanti nel trattamento delle forme diabetiche lievi non insulino-dipendenti.

    4. Combatte gotta, artrite ed artrite reumatoide: l’infuso di foglie di olivo sembra dare ottimi risultati nella riduzione del dolore alle articolazioni dovuti a gotta, artrite ed artrite reumatoide.
      La gotta è causata dall’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, i sottoprodotti di recidivazione ridotta del DNA e dell’RNA nelle cellule. In un meccanismo identico a quello dell’allopurinolo (terapia farmacologica utilizzato per la gotta), è stato provato che l’oleuropeina riesce ad impedire l’accumulo di acido urico inibendo la xantina ossidasi, l’enzima responsabile della conversione del DNA e dell’RNA in acido urico.
      L’oleuropeina è stata testata anche nella prevenzione e nel trattamento dei sintomi dell’artrite reumatoide. Quando somministrato ai primi segni di artrite, su modelli animali, l’oleuropeina impediva che i sintomi si sviluppassero, producendo un notevole miglioramento del tessuto articolare di questi animali. Quando somministrato dopo che l’artrite era completamente sviluppata, si sono registrati miglioramenti significativi dell’infiammazione delle articolazioni, rispetto agli animali non trattati.
      In un successivo studio l’oleuropeina ha dato benefici simili anche per l’osteoartrosi. Nei modelli animali affetti da questa malattia articolare degenerativa, l’estratto di foglie di oliva ha ridotto il gonfiore articolare, ha migliorato l’aspetto microscopico dei tessuti articolari e ha impedito la produzione di citochine infiammatorie.
    5. E’ un antintumorale: uno studio del 2011 ha messo in risalto le proprietà antitumorali ed antiproliferative di alcuni dei principi attivi presenti nelle foglie di olivo. Lo studio, effettuato su topi da laboratorio, ha dimostrato che il fitocomplesso è in grado di inibire la proliferazione delle cellule tumorali nei casi di cancro al seno e di melanoma. In entrambe le situazioni, il fitochimico ha contrastato lo sviluppo delle cellule tumorali e, in alcuni casi, le ha addirittura distrutte.
    6. Previene l’osteoporosi: un altro studio, effettuato dai ricercatori Spagnoli, ha mostrato che l’oleuropeina, sostanza presente in ottime quantità nelle foglie di olivo, agisce stimolando la produzione di osteoblasti, ovvero quelle cellule presenti nelle ossa, responsabili della formazione di matrice ossea, riducendo la perdita di densità ossea e quindi riducendo il rischio di osteoporosi.
    7. Aiuta a dimagrire: l’estratto di foglie di olivo è un ottimo rimedio naturale per dimagrire, in quanto aiuta l’organismo a bruciare il grasso addominale in eccesso. Lo sostiene una ricerca dell’University of Southern Queensland (Australia), diretta dalla professoressa Lindsay Brown e pubblicata dal “Journal of Nutrition”. Lo studio è stato condotto su dei topi da laboratorio, precendentemente nutriti con molti carboidrati e grassi. Questi ratti presentavano problemi metabolici, quali sovrappeso con eccesso di grasso addominale, ipertensione e fegato grasso. I ratti a cui è stata somministrato l’estratto di foglie di olivo, hanno avuto evidenti miglioramenti cardiovascolari, miglioramenti della salute del fegato e una marcata riduzione del grasso addominale.
    8. Preventivo cardiovascolare: grazie alla presenza dell’oleuropeina, le foglie di olivo agiscono sul sistema vascolare su più livelli, riducendo il rischio cardiovascolare. Innanzitutto riduce l’ossidazione delle particelle LDL, note per l’elevata aterogenicità. Ha un’elevata azione antitrombotica, esercitata attraverso l’inibizione dell’aggregazione piastrinica. Infine ha un effetto antinfiammatorio e protettivo nei confronti dei vasi e dei capillari.
    9. Previene l’alzheimer: l’oleuropeina, presente nelle foglie e nell’olio d’oliva è un potente neuroprotettivo, in grado di prevenire la demenza senile e l’alzheimer. Ne sono convinti i ricercatori italiani dell’Università di Firenze, che sulle proprietà benefiche di questa molecola hanno pubblicato diversi studi in questi anni, l’ultimo dei quali sul “Journal of Alzheimer’s Disease”. Gli animali studiati in laboratorio, a cui è stato somministrata l’oleuropeina, mantengono più a lungo le loro capacità cognitive e hanno nel cervello meno placche di proteine anomale – spiega Massimo Stefani, che coordina il team di biochimici fiorentini -. Questa molecola, infatti, è in grado di stimolare l’autofagia cellulare”. In pratica, la cellula consuma quelle proteine che potrebbero accumularsi pericolosamente, portando alla formazione di aggregati tossici. Come le placche della proteina beta-amiloide tipiche dell’Alzheimer.
    10. Anti-virale, anti-batterico ed antifungino: l’infuso di foglie di olivo svolge una marcata azione antivirale, antibatterica ed antifungina, proprietà utili per supportare il sistema immunitario, tanto nella prevenzione quanto nella cura di numerose malattie. Questo grazie alla presenza dell’oleuropeina, dell’idrossitirosolo e dell’acido elenolico, che agiscono in sinergia, aggredendo i patogeni localizzati nell’intestino e nell’apparato respiratorio. Ecco alcuni dei microorganismi patogeni dove l’estratto di foglie di olivo si è dimostrato efficace: Candida albicans, Campylobacter jejuni, Helicobacter pylori, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Bacillus cereus, Aspergillus flavus, Aspergillus parasiticus, Moraxella catarrhalis, Salmonella typhi, Vibrio parahaemolyticus, Vibrio cholerae, Vibrio alginolyticus, Mycoplasma hominis, Mycoplasma fermentans, Mycoplasma pneumoniae e Mycoplasma pirum e l’Idrossitirosolo inattiva il virus dell’herpes, del raffreddore e dell’influenza A di tipo H1N1, H3N2, H5N1 e H9N2.
    11. olife evergreen lifeCombatte la stanchezza cronica: negli Stati Uniti l’estratto di foglie di ulivo sta riscuotendo un grande successo nella lotta alla Sindrome da Stanchezza Cronica. Una malattia che recentemente è stata associata a un particolare virus, l’Epstein-Barr, lo stesso che provoca la mononucleosi infettiva. Le foglie di olivo sembrano in grado di inibire la crescita di questo virus, riducendo di conseguenza anche i sintomi da stanchezza cronica.
    12. In caso di emorroidi: l’infuso di foglie di olivo è un ottimo rimedio naturale per il trattamento delle emorroidi. Grazie alla presenza della rutina, l’infuso agisce rafforzando la parete dei capillari, e riducendo quindi i sintomi di sanguinamento delle emorroidi.
    13. Rallenta l’invecchiamento cellulare: come abbiamo visto molte delle sostanze presenti nelle foglie di olivo esercitano una forte azione antiossidante, neutralizzando l’azione nociva dei radicali liberi e rallentando quindi il processo di invecchiamento cellulare.
    14. Riduce la febbre: in passato l’infuso ricavato dalle foglie di olivo veniva utilizzato come febbrifugo, dato che così come la china, le foglie favoriscono una riduzione della temperatura corporea.
    15. Aiuta in caso di reflusso e gastrite: anche se non ci sono ancora studi in tal senso, molte persone che soffrono di gastrite, o di reflusso gastroesofageo, affermano di sentirsi meglio bevendo uno o due cucchiai di infuso di foglie di olivo subito dopo i pasti. Questo infuso sembra avere un effetto anti-acido tale da migliorare la sintomatologia di questi disturbi.

    Come fare l’infuso di foglie di olivo

    In realtà è sbagliato parlare di infuso di foglie di olivo, perché con le foglie bisogna preparare un decotto.

    Come si prepara?

    E’ importante utilizzare le foglie di una pianta coltivata biologicamente, quindi senza trattamenti chimici. Se possiedi una tua pianta d’ulivo puoi usare le foglie fresche, oppure puoi decidere di essiccarle ed utilizzarle più tardi, in caso di necessità.

    decotto foglie olivo ricetta fai da teSe non hai una pianta, puoi sempre chiederle a qualche amico che le possiede, accertandoti però che la pianta non abbia subito trattamenti chimici di alcun tipo. In alternativa puoi sempre acquistare le foglie essiccate già pronte.

    Il decotto si prepara in questo modo:

    1. Servono 5 g di foglie di olivo essiccate (10 g se le foglie sono fresche) per un quantitativo d’acqua pari ad una tazza (circa 250 ml);
    2. Metti le foglie in un pentolino con l’acqua fredda e porta l’acqua ad ebollizione. Quando l’acqua inizia a bollire, abbassa la fiamma e lascia sobbollire per altri 15 minuti. Infine filtra l’infuso e lascialo stiepidire un po’.
    3. A questo punto l’infuso (o meglio il decotto) è pronto per essere bevuto.

    Come usarlo?

    Si possono bere da una a tre tazze di questo decotto al giorno.

    Se il sapore ti sembra troppo amaro, puoi diluirlo con dell’acqua, oppure dolcificarlo con un po’ di miele, con della stevia, o con dello zucchero di canna.

    Si può scegliere di preparare anche 1 litro o più di decotto, da imbottigliare e conservare in frigorifero. Per un litro d’acqua ci voglino all’incirca 20 g di foglie essiccate, o 40 g di foglie fresche.

    Dove si comprano le foglie per fare l’infuso

    L’azienda agricola Erbe di Mauro, con sede a Fermo, coltiva da anni ulivi in modo del tutto biologico, senza l’ausilio di alcun trattamento chimico. Le foglie di olivo vengono raccolte e poi essiccate per qualche giorno all’ombra.

    Una volta essiccate, sono pronte per essere impacchettate e spedite al cliente, che le utilizzerà per preparare i propri infusi.

    Ecco dove acquistare nostro prodotto:

     

    Controindicazioni ed effetti collaterali

    Non ci sono controindicazioni degni di nota, tranne per chi assume alcuni tipi di farmaci. In particolare l’infuso di foglie di olivo è sconsigliato a chi assume farmaci ad azione ipotensiva, in particolare di quelli ad azione vasodilatatoria, in quanto l’infuso andrebbe a potenziare eccessivamente l’azione del farmaco.

    In caso si assumano farmaci, è sempre meglio consultarsi con il proprio medico.

    Effetti collaterali: alcune persone allergiche ai derivati dell’Ulivo e alle altre piante appartenenti alla famiglia delle Oleaceae, possono manifestare reazioni allergiche cutanee anche generalizzate, di tipo essenzialmente orticarioide, talora accompagnate da rinite allergica e da asma allergica.

    Curiosità

    Lo sapevi che con il nome di “foglie di ulivo” si identifica anche un tipo di pasta?

    Trattasi di una pasta tipica della Puglia, chiamata così proprio per la forma somigliante ad una foglia d’ulivo.


    [Modificato da Credente 29/05/2020 16:55]
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    Credente
    00 27/06/2020 10:07

    Estratto di foglie di olivo: i benefici



    Estratto di foglie di olivo: i benefici


    Dell'ulivo siamo abituati a consumare olive e olio, perché ricchi di sostanze benefiche per il nostro organismo, ma sapete che in erboristeria viene utilizzato anche l’estratto dalle foglie, che rappresenta un rimedio naturale utile per alleviare diversi disturbi? Il loro uso a scopo terapeutico risale a tempi molto antichi, anche se forse non è un rimedio fra i più noti.


    Scopriamo le sue proprietà.





    Le proprietà delle foglie di ulivo


    Fra le piante comuni nel bacino del Mediterraneo c’è sicuramente l’olivo (o ulivo, che dir si voglia), una delle più care alla nostra cultura non solo per i simboli di cui è portatore, ma anche per le olive e l’olio che si ottengono, che sono alla base della nostra alimentazione.


    Appartenente alla famiglia delle Oleaceae, ad oggi esistono circa 500 varietà diverse di olivo che vengono coltivate solo in Italia. L’uso dei frutti, le olive, da cui si ricava l’olio, risale a tempi immemori. Così come antico è l’uso dell’estratto e dell’infuso ottenuto dalla macerazione delle sue foglie, che in erboristeria viene usato per diversi scopi terapeutici, grazie alle sue proprietà di pianta medicinale.





    Il fitocomplesso delle foglie di olivo contiene, fra le altre sostanze, oleuropeina, un polifenolo, che ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antimicrobiche e antivirali.





    Altre sostanze utili che troviamo nelle foglie sono:



    • tirosolo, una sostanza con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti,

    • acido oleanolico che ha azione immunomodulatoria e antinfiammatoria,

    • acido elenolico dalla potente azione antiossidante, antibatterica e antivirale,

    • rutina (o vitamina P) e idrossitirosolo, due potenti antiossidanti.


    Questi composti fanno sì che l'estratto possa essere utilizzato in maniera molto trasversale, per alleviare diversi problemi di salute.


    Vediamone alcuni.



    I benefici delle foglie di olivo


    La tradizione fitoterapica attribuisce a questa pianta diverse proprietà, fra le quali:



    • febbrifuga,

    • ipoglicemizzante,

    • diuretica,

    • ipotensivante.


    Vediamo i principali.








    Infuso di Foglie di Olivo


    Utile per regolare la pressione arteriosa.








    Avendo proprietà diuretiche, le foglie di ulivo aiutano a regolare la pressione arteriosa favorendo anche la vasodilatazione periferica delle vene, dovuta al rilassamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi. L'estratto interviene, infatti, direttamente sulle cellule muscolari lisce della parete vasale. 


    Può essere utile per le donne che hanno un aumento di pressione in menopausa e anche nei casi di aterosclerosi.


    Avendo proprietà vasodilatatoria, può essere utile per prevenire le malattie cardiovascolari.


    2. Regola glicemia e colesterolo


    Oleuropeina e acido elenolico sono utili per tenere sotto controllo i livelli degli zuccheri nel sangue, contribuendo anche ad abbassare i livelli di insulina, migliorando la tolleranza la glucosio.


    Sul colesterolo ha un effetto analogo, poiché, essendo ricco di acidi grassi polisaturi, le foglie di olivo riducono i valori di colesterolo cattivo (LDL) e migliorano quelli di colesterolo buono (HDL), che agisce da spazzino ripulendo i vasi dagli accumuli di colesterolo cattivo e da altri scarti lipidici.


    3. Riduce l’accumulo lipidico


    Agendo sul metabolismo lipidico e glucidico, l'estratto della pianta può aiutare quanti devono perdere peso, perché permette all'organismo di bruciare più rapidamente il grasso addominale in eccesso, contribuendo alla perdita di peso. Un corretto stile di vita e un'alimentazione bilanciata è comunque imprescindibile per una corretta dieta dimagrante.


    4. Mantiene la funzionalità cerebrale


    L’oleuropeina presente nelle foglie di olivo può contribuire a prevenire la demenza senile e l’Alzheimer; alcuni ricercatori dell’Università di Firenze hanno somministrato oleuropeina ad alcuni animali in un test di laboratorio, concludendo che gli animali hanno mantenuto le loro capacità cognitive più a lungo di coloro a cui non era stata somministrata.


    Le foglie di ulivo promuovono anche il miglioramento delle attività metaboliche intellettuali (migliorano la memoria e la concentrazione) contribuendo anche a migliorare il tono dell'umore, soprattutto in coloro che soffrono di depressione.


    5. Ha azione antibatterica e antivirale


    L'estratto rinforza il sistema immunitario, aiutando a prevenire diverse malattie. Contrasta i virus dell’herpes, dell’influenza e del raffreddore.


    Aiuta inoltre ad abbassare la febbre in maniera naturale.


    I benefici delle foglie di olivo non finiscono qui, perché possono avere effetto:



    • antiossidante: contrastano la formazione dei radicali liberi dovuti a un eccesso di stress ossidativo e allo stesso tempo, migliorano la salute della pelle, grazie alla presenza di tannini che sono utili per alcune malattie della pelle come invecchiamento, dermatiti, eritemi e danni causati dall’esposizione solare;

    • antinfiammatoria: sono utili per ridurre i dolori articolari derivati da artrite, artrite reumatoide e gotta;

    • energizzante: l'estratto aiuta infatti ad alleviare la stanchezza cronica.



    La naturopata consiglia: Olive, il fiore di Bach


    Dai fiori della pianta, il dottor Bach ricavò il rimedio floreale Olive, utile per alleviare la stanchezza psicofisica.


    Il rimedio è indicato per tutti coloro che hanno sofferto un esaurimento psico-fisico tale, da essere rimasti senza energie, e la sola idea di fare uno sforzo, li fa sentire incapaci di agire. 


    Afferma Bach che la stanchezza impedisce a queste persone di svolgere qualsiasi attività quotidiana, anche piacevole. 


    Olive è indicato anche per coloro che faticano a riprendersi da una malattia e hanno una convalescenza lunga.


    Può essere indicato anche per il recupero dopo una lunga malattia, dalla quale si fatica a riprendersi. 











    Controindicazioni











    Le foglie di ulivo non hanno particolari controindicazioni. Se state già assumendo farmaci per i disturbi elencati, informate il vostro medico prima dell'assunzione.


    Non è indicato per chi soffre di allergie provocate dai derivati dell'ulivo o delle piante del genere Oleaceae.


    Non è consigliato in gravidanza e allattamento, per mancanza di studi clinici che ne attestino la sicurezza.


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