24/10/2015 22:22
Nel mese di Aprile 1679 Elena Cipriani, romana, dama di D. Giustina Boncompagni, duchessa di Sora, giaceva a letto oppressa da acuta febbre maligna. I suoi genitori non tralasciarono nessun umano rimedio per farle recuperare la salute. Ma tutto fu invano perchè i medici, crescendo la forza del male, la diedero per spedita. Giunti alla disperazione, i parenti della moribonda ricorsero con fiducia alla Madonna della Neve, ma per allora la Vergine sembrò non esaudire le loro suppliche. La fanciulla qualche giorno dopo morì lasciando nella disperazione i poveri genitori che non facevano altro che ripetere: «Elena mia, Elena mia!».Era tutto pronto per i funerali e già stava per essere condotta al sepolcro quando proprio i genitori, forse interiormente ispirati, fecero nuovamente ricorso alla intercessione della Vergine con ferma speranza di veder vivere la morta.
Il loro desiderio non andò defraudato poiché, fra lo stupore di tutti, la fanciulla aprì gli occhi e lei stessa disse che la Vergine della Neve di Frosinone le aveva restituito la vita mediante il voto da lei fatto con i genitori quando era inferma.
Si può immaginare il gaudio di tutti i presenti. Pochi giorni dopo andarono tutti, con la rediviva fanciulla, a rendere grazie alla cappella dove lasciarono in memoria di un prodigio così stupendo un quadro riportante il fatto e l'iscrizione.

Nello stesso anno 1679 ai signori Antonio Capitani di Subiaco e Porzia sua moglie nacque una bambina che chiamarono Anna Antonia. La bambina aveva solo dieci giorni quando rimase priva di vita. Non pensavano i genitori che la loro creaturina fosse morta ma che fosse stata sorpresa da qualche mancanza di respirazione; ma quando ogni rimedio usato non diede alcun esito positivo si diedero ad un dirotto pianto.
Una zia della bambina: Angela, esortò tutti affinché con viva fede facessero voto alla miracolosa Madonna della Neve per ottenere un miracolo.
Fatto il voto ed avere la grazia fu un tutt'uno. I genitori, felici per tale grazia ottenuta, andarono ad ossequiare la prodigiosa immagine di Maria conducendo con sé la figlioletta e lasciando in memoria del fatto un voto d'argento rappresentante una bambina in fasce.