12/01/2014 19:44
Questa rapida scorsa nei secoli potrebbe fermarsi qui; intanto sappiamo che la Chiesa cattolica è accompagnata ovunque e sempre dai segni con cui Dio suggellò il ministero degli Apostoli. Per finire non con una visione, ma con fatti materiali, inspiegabili con le leggi fisiche, rechiamoci in Piemonte dall'oratoriano Sebastiano Valfrè, uno dei patroni di Torino, morto nella prima metà del secolo XVIII. Quest'uomo fu il Vincenzo de' Paoli del suo paese: l'esercizio della sua carità venne aiutato da splendidi miracoli. Ne citeremo due. Il conte d'Hustberg, venuto a Torino a presentare le condoglianze per la morte della duchessa di Baviera, sorella di Carlo Emanuele II, cadde gravemente ammalato. Il P. Valfrè lo visitava ogni giorno. Nella notte del 23 aprile del 1676, mentre il conte dormiva, e due valletti che lo vegliavano ed un certo Claudio Carrera, capo-cuoco della duchessa madre di Vittorio Amedeo II, si videro improvvisamente davanti Sebastiano Valfrè arrivato non si sa di dove, perché avevano chiuso tutte le porte, e tenevano le chiavi in tasca. Il caso pareva loro così strano che Carrera scese alla porta d'ingresso per accertarsi se fosse chiusa e un valletto ogni tanto andava verso la camera del conte per ascoltare che cosa facesse il Padre. Il malato s'era svegliato e vedendo il Valfrè diceva: " Padre, Dio vi ha mandato per me ". Mori sul finire della notte (44).

L'altro miracolo venne raccontato al processo di canonizzazione dal teologo Salino, prevosto di Cavaglià, che lo seppe da un amico. Questi accompagnava il Valfrè al monastero della Carità, dove visitava i malati. Passando da una camera all'altra, il compagno s'arrestò spaventato: i muratori avevano tolto l'impiantito e davanti alla porta si apriva una voragine. Ora il Valfrè, aperto la porta, attraversò la stanza camminando per aria (45).