12/01/2014 19:22
II Curato d'Ars. - II curato d'Ars convertì degli atei. Quali ragionamenti o riflessioni conducevano a credere in Gesù Cristo colui che il Vianney invitava a inginocchiarsi? (12). Aveva visto pellegrini venuti da ogni parte per sentire un prete uscito dal nulla, senza istruzione, senza l'eloquenza e senza abilità, con la sola sua santità e bontà. L'incredulo ad Ars aveva saputo come il Curato avesse trasformato la parrocchia, e come tante anime avvicinandosi a lui erano risalite dall'abisso: peccatori divenuti virtuosi, anime volgari che ascendevano le vette dell'abnegazione, poi le predizioni avverate, castighi inverosimili annunciati prima e che più tardi s'avveravano come terribilmente reali; il segreto dei cuori svelati, gli sconosciuti chiamati per nome quando Giovanni Vianney li vedeva per la prima volta.

(12) Vedi per esempio la conversione di M. Maissiat. Trochu, Il Curato d'Ars: San Giov. Batt. Vianney. 6 ed., Marietti, Torino 1952.

Il Trochu, nei due volumi Intuitions du Cure d'Ars (13), riunì un cumulo impressionante dì questi fatti. Certamente un grande numero di essi, riportati da gente che li aveva sentiti raccontare da testimoni, potranno sembrare insufficientemente accertati a uno storico molto esigente, almeno se isolati. Ma la massa resta enorme e il complesso s'impone per la convergenza e la solidità degli elementi. Inoltre certi fatti sono attestati da quelli stessi che ne sono il soggetto, e che sono onorabilmente conosciuti: non è possibile metterli in dubbio. Cosi la riflessione dell'ateo inginocchiato davanti al curato d'Ars era fondata molto seriamente. Risultati assolutamente improbabili coi mezzi notoriamente inadatti a ottenerli; attorno ad essi santità immensa, bontà, prodigi. Di dove viene tutto questo, se non da Dio, del quale parla continuamente il povero prete e lo proclama l'Autore d'ogni bene? E questo Dio come può non essere il Dio del Vangelo annunciato da questo prete, il Dio della Chiesa alla quale egli obbedisce?

Matteo Talbot, -I santi di cui abbiamo parlato con le loro opere emanano un influsso apologetico irresistibile su ogni coscienza di buona volontà che li conosce. Altri santi con la loro situazione sociale, il carattere e le vicende, sono destinati a dare un fondamento o una stabilità alla fede di alcune classi di uomini che hanno fatto le stesse esperienze. Ecco, per esempio, " il santo del cantiere " Matteo Talbot. La casa Desclèe de Brouwer ha inaugurato una collana col titolo a La lumière ouvrière " cominciando con la biografia di que st'Irlandese (14), prima muratore, poi magazziniere in una impresa di legnami. La lettura del libro fa certamente del bene a tutti, ma sarebbe adatta per sostenere la fede vacillante d'un uomo di mondo? Invece un operaio a rivivrà " pienamente le difficoltà, gli stati d'animo, gli sforzi, le vittorie del suo
umile collega. Talbot aveva la passione del bere, spendeva alla bettola tutto il salario, avendo l'unica soddisfazione di tracannare i liquidi alcoolici, vendendo perfino le scarpe per poter bere. Finalmente fece voto di temperanza per tre mesi, voto difficile per qualsiasi bevitore, ma molto più per l'operaio che deve lasciare i colleghi nell'uscire dall'officina e passare davanti all'osteria senz'entrare mentre lo chiamano. In questi tre mesi Matteo era talmente tentato che diceva a sua madre : " Passati i tre mesi non potrò più resistere e tutto sarà finito ". Poi fece il voto perpetuo e lo mantenne.

" Una volta il sovrintendente, giudicando che gli uomini non avessero lavorato abbastanza, parlò molto duramente: Matteo Talbot, che era tra loro, ascoltò senza commuoversi. Alla fine del discorso un uomo afferrò una trivella da carpentiere per gettarla più lontano; poi improvvisamente si volse a Matteo e gli assestò un violento colpo alla testa. Talbot restò ferito, ma non fiatò e continuò il suo lavoro come se nulla fosse " (p. 64). Questo fatto letto da un sacerdote sarà un'esortazione alla pazienza, letto da un operaio sarà un argomento della verità del cristianesimo. Per giudicare la difficoltà di certi atteggiamenti e rinunce, bisogna aver vissuto la vita che li comporta. Un operaio giudicherà che gli atteggiamenti e le rinunce di Talbot sono impossibili per l'uomo attirato solo dal piacere, dall'interesse e dal conformismo. Occorre un altro ideale e una forza sconosciuta dall'operaio medio. Soltanto la fede e l'aiuto soprannaturale spiegano la condotta di Talbot.

Due volumi, Vitte, Parigi-Lione, 1931.
(13) Joseph. A. Glynn, Malt. Talbot, le Saint au ckantier (trad. frane. G. d'Ars.).
(14) Parigi, Desclée de Br., 1935. Matteo Talbot, morto nel 1925, non è canonizzato; ma ci permettiamo di parlarne dopo i santi canonizzati, perché il Card. Arcivescovo di Dublino ha ordinato l'inchiesta sulle sue virtù.