12/01/2014 19:21
Don Bosco. -Il destino di Don Bosco fu annunciato quand'egli era ancora seminarista dallo stesso Cottolengo! (11), che palpando il panno della sottana del giovane gli disse: " Oh più tardi dovrai portare abiti di stoffa più forte, se non vuoi che te li strappino ". Allusione, allora inspiegabile, ai ragazzi di strada che giocheranno con il loro apostolo e amico, familiarmente e chiassosamente. Anche D. Bosco previde la sua opera, più tardi: quando appena essa nasceva, ne annunciò l'estensione contro ogni verosimiglianza; anche lui passò per pazzo con le sue iniziative irragionevoli. Ricordiamo la graziosa scena dei canonici che vengono a cercarlo, per portarlo in una casa di salute, ed egli gentile e rispettoso : " Salite per primi, signori canonici " dice e, quando si sono accomodati nella vettura: " Andatel " dice al cocchiere, indicando la direzione del manicomio.

Più che annunci sulla sua opera complessiva, Giovanni Bosco per molti anni ricevette da Dio comunicazioni sul suo avvenire, in sogno, e da principio è ben inteso che non ci credeva. Dopo aver veduto tante volte realizzati i sogni premonitori, si decise a prenderne nota e ne riempì dei quaderni, e il suo biografo, il Lemoyne, cita avveramenti straordinari dei suoi sogni.

(10) E' su questo carattere che insiste Bergson, neH'Evolutitm créatrice, e più ancora Ed. Le Roy, in L'exigence idealisti et lefait de l'éoolution.

(11) G. B. Lemoyne, S. Giovanni Bosco, a volL, ed. a cura di A. Amadei, S. E. I. Torino.

Ancor più straordinarie sono le apparizioni del figlio d'un amico di Don Bosco e benefattore delle sue opere, che morì come un predestinato nel fiore dell'adolescenza, divenendo in seguito il confidente e il consigliere del fondatore di congregazioni. Alle volte il vecchio prete e il piccolo angelo s'intrattengono per ore; ma una volta, mentre Don Bosco celebra la messa a Hyéres, il giovane gli annuncia che l'America del Sud attende i suoi missionarii e che egli deve ammettere i fanciulli alla Comunione precoce. Abbiamo citato questi fatti solo a titolo d'esempio, scegliendoli a caso, ma tutti sanno che Don Bosco fu un taumaturgo, e nelle sue biografie si possono raccogliere i miracoli a bracciate.

Tutto questo però solo per condurci alla sua vita interiore e alla sua attività di santo, che fu distribuita in molte e diverse direzioni e fu talmente tesa in ogni istante per trame il massimo rendimento, che ci possiamo chiedere se la caratteristica della Società Salesiana non sia il buon impiego del massimo lavoro per servire Dio. Anche se D. Bosco avesse dato questa sola lezione, di fare cioè tutto il lavoro possibile, di santificare e utilizzare tutti i lavori, sarebbe già un insegnamento di primaria importanza nel secolo materialista del macchinismo e del proletariato. Ma anche qui, dall'uomo che ha composto un manuale d'aritmetica all'uomo che ha costruito chiese, si passa attraverso una serie inaudita d'iniziative diverse. Intanto le opere dell'Oratorio e la fondazione delle due Società salesiane danno un nuovo metodo d'educazione popolare e cristiana e d'apostolato missionario, metodo questo che ci sembra esprimere l'originalità soprannaturale di Don Bosco. Molto più di Gian Giacomo Rousseau e senza perdersi nelle sue utopie, il prete torinese praticò e fece praticare un'educazione attraverso l'attrattiva e la gioia, che trova le sue risorse nell'affetto e nelle confidenze, con un risultato straordinario che s'afferma sempre più. Oggi ancora si moltiplicano le fondazioni: in Francia, nel Belgio, in Italia, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Spagna, nel Brasile, nel Venezuela, in Cina, nel Siam; nel solo 1934 ci furono 33 fondazioni, oltre 72 posti di missione, scuole primarie e una chiesa nel Congo Belga.

Come per il Cottolengo, la vita e l'opera di Don Bosco sono lo sviluppo e l'espansione d'un'idea e d'un programma. Questo figlio di poveri contadini piemontesi è stato il principio di un immenso movimento di pensiero, di lavoro, d'educazione, d'apostolato, d'amore di Dio: i suoi ventimila religiosi educano centinaia di migliaia di fanciulli; da lui deriva una vita spirituale a milioni di anime. Finalità dinamica, come quella che dirige la formazione d'un feto o la nascita d'una specie; finalità dinamica, di cui si vede il significato studiando la vita interiore di Don Bosco, poiché questa è la forza che ha messo in moto i suoi lavori. I prodigi attestano che la vita interiore era santa e la forza sovrumana.

Mi basta adoperare i miei occhi e poi analizzarne gli elementi e il funzionamento per capire che sono fatti per vedere; cosi dopo che sono penetrato un po' nell'anima di Don Bosco, capisco il senso della sua esistenza e della sua opera, e so che Dio ne è l'autore, perché Don Bosco non ne dubitò mai. Io spiego i suoi miracoli e i suoi sogni; le sue ispirazioni e le realizzazioni, mediante la Verità vivente con la quale era in rapporti familiari.