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LA FAMIGLIA
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17/03/2012
21:08
«Volete fare una cosa buona per Dio?»
di Francesca Mortaro
Klimt, ''L'abbraccio''.
«Il rapporto tra un uomo e una donna è una via alla santità. La particolarità del matrimonio è che, a differenza di tutti gli altri sacramenti,
si può ricevere solo in due. Questo è il bello
». In una domenica soleggiata, nella chiesetta di San Cristoforo sulla riva del Naviglio, padre Przemyslaw Kwiatkowski parla ad una platea numerosa. Sguardo sorridente e furbo, una faccia di quelle che ti diventano subito famigliari e amiche. È polacco e a Roma è teologo e
docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e sulla famiglia
. Al centro del convegno, organizzato in preparazione del VII incontro mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno, il tema: «Famiglia intima comunità di vita e di amore: una buona notizia per il mondo».
Padre Kwiatkowski spiega, attraverso foto e lettere, che «
Giovanni Paolo II ha scritto molto sulla famiglia, sulla sessualità, sul rapporto uomo-donna
. Forse è stato il papa che più ha scritto su queste tematiche». E non per far rispettare le regole o per un moralismo. «Le sue riflessioni sono nate tutte dal rapporto con gli amici, con le coppie che andavano da lui a cercare conforto e aiuto sui problemi della convivenza. Infatti,
Amore e responsabilità
, lo ha scritto grazie ad una conversazione avuta in treno con una coppia che tornava dal ritiro in preparazione al matrimonio». Da questa trama di rapporti e dall’esperienza di figlio, di fratello e di amico, fatta nella sua vita, Giovanni Paolo II arriva alla “Teologia del corpo”. «L’amore che noi sperimentiamo ogni giorno, passa attraverso il corpo, perché Dio è entrato nel corpo», spiega padre Kwiatkowski,
«Nella differenza sessuale, dentro l’atto coniugale si percepisce che c’è qualcosa che va oltre quell’uomo e quella donna: c’è il segno di Dio»
. Ma che cos’è la legge del corpo? «È volersi bene dentro tutto. Noi siamo sempre corpo nelle azioni quotidiane, negli sbalzi d'umore, nelle carezze, nel rapporto con i figli». Nel matrimonio il disegno divino si attualizza nell’amore umano: «È il sacramento del corpo in cui si capisce che noi siamo stati creati come dono l’uno all’altra. Questo tipo di amore è sempre fecondo, genera, apre alla vita. È il segno che Dio vuole fare qualcosa di buono con noi e in mezzo a noi».
Si prosegue sul tema della fecondità. Le associazioni che hanno dato l’avvio a questo incontro,
La bottega dell’orefice
e la
Fondazione C.A.Me.N. ONLUS
, si occupano di metodi di regolazione naturale della fertilità. Questi Metodi si basano sulla conoscenza dei processi biologici per cui una gravidanza può essere ricercata o evitata, grazie all’osservazione dei segni e dei sintomi della fase fertile del ciclo della donna, senza l’uso di contraccettivi artificiali.
«Sono una possibilità per capire qualcosa in più di se stessi»
, sottolinea la dottoressa Maria Boerci, ginecologa, «Un modo con cui la donna prende in mano se stessa per capire e scoprire la sessualità assieme al marito. Aspettare, astenersi, conoscere il proprio corpo è un rispetto di sé che travalica l’atto in quanto tale. Io utilizzo quello strumento, non ne sono schiavo. Così il bene non sta nello strumento, ma nella persona consapevole e responsabile».
Il professor Franco Marabelli, docente presso l’Università degli Studi di Pavia racconta la sua storia. Cristina, sua moglie, è morta la scorsa estate e lo ha lasciato con quattro figli. «Lei mi ha fatto conoscere questa realtà, era un’insegnante di metodi naturali. Non avrei mai pensato di fare un’esperienza del genere. Mi sono affidato totalmente a lei. Ho imparato a rispettarla e ho capito meglio cosa sono io e cos’è l’amore. Con i metodi si introduce un oggettivo esterno, c’è una bellezza che è indipendente da te nello stare con la persona che ami. È un’altra vita». Cosa c’entra con l’esperienza di castità che si può vivere nel matrimonio? «La castità è il richiamo al fatto che tra una donna e un uomo c’è di mezzo qualcosa d'altro.
Quel distacco che uno si trova a vivere fa maturare ancora di più il desiderio.
Così niente è scontato. Si va oltre la distrazione e la banalità».
«In tutto ciò che è umano si può scoprire Dio. L’atto coniugale è un grido, come quello di Dio quando ha creato l’uomo e la donna e ha detto che era una cosa molto buona», aggiunge padre Kwiatkowski,
«Volete fare una cosa buona per Dio? Fate bene l'amore. È questo quello che chiede nel matrimonio.
La verità di Dio è nelle cose più banali, quando ti accarezzo, quando devo stare a distanza: io comunico Dio. La dimensione fisica della sessualità coinvolge tutta la persona. Questa comunione si apre a una comunione più grande, che unisce e genera insieme». E conclude: «In quell’unione c’è lo Spirito Santo e non si può vivere quell’esperienza senza di Lui. La vita carnale e spirituale non è dettata da un buon proposito, ma dall’accoglienza dello Spirito. Così tutta la vita diventa grande».
[
Modificato da Coordin. 18/03/2012 15:05
]
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