00 19/01/2013 08:49
Signore, a te mi presento con le mie colpe e i miei dolori. Se considero il male che ho fatto, ben poco è quello che soffro: assai più grande è il castigo che merito. Più grave è il peccato che ho commesso della croce che sopporto. Ma, pur soffrendo, non so strapparmi dalla via del peccato.
La mia debolezza è atterrita dal tuo castigo, ma la cattiva mia consuetudine non si muta; il rimorso mi tormenta, ma l’ostinazione non si piega; la mia anima sospira, ma la mia vita non si emenda. Se tu hai pazienza, non mi correggo; se tu mi punisci, non so tollerare i tuoi castighi.
Mentre mi percuoti confesso d’aver sbagliato; dopo il tuo richiamo, dimentico il male che ho pianto. Se stendi la tua mano, nel timore faccio molti propositi; appena hai sospeso la tua giustizia, più non mantengo quanto ho promesso. Se mi punisci, ti prego di perdonarmi; quando mi hai perdonato, di nuovo ti provoco con i miei peccati.
Guardami, Signore! Sono un reo che confessa tutta la sua miseria. Se tu non mi perdoni, giustamente merito d’essere dannato.
o Padre Onnipotente, che concedi ogni grazia senza alcun merito, tu che mi hai creato dal nulla, perdona i miei peccati e le mie infedeltà!