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RACCOMANDAZIONI E SALUTI

[11]Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi.
È una sintesi mirabile di come si compie il cammino della santità cristiana in seno alla comunità.
Per camminare bene, in tutta sapienza e verità, con la forza dell’amore di Cristo che ci spinge, Paolo dona queste indicazioni:
State lieti: Perché ci sia letizia occorre che nel cuore vi siano due certezze: che vi dimori la verità di Cristo Gesù, che regni Cristo Gesù con la sua verità e il suo amore, che vi sia una fede pura in Dio Padre, fede in Lui che vigila sulla nostra vita e la conduce sempre su una strada di bene verso il regno dei cieli.
Queste due certezze devono essere così ferme, forti, robuste nel cuore che nessuna prova, nessuna tentazione, nessuna creatura, né in cielo, né sulla terra, né negli inferi potrà mai scalfirle in qualche modo.
In queste due certezze il cristiano deve sempre crescere; sono esse il terreno dell’edificazione santa del suo edificio spirituale.
La letizia è la gioia del cuore. Può un uomo mantenere la gioia vivendo in un mondo di tristezza, di affanno, di lutto, di dolore, di sofferenza, di peccato?
Può, se l’amore di Cristo lo spinge, la sua verità lo illumina, la benignità del Padre lo attrae e lo conduce in una verità sempre più grande e in un amore e in una benignità che diventino la forma stessa della sua vita.
Il mondo è nella tristezza e nel dolore perché gli mancano queste due certezze. Gli mancano perché non le possiede per natura; gli mancano perché coloro che sono stati preposti a dargliele, hanno pensato che con queste certezze non si vive; credono che l’uomo abbia bisogno di materia e non di spirito.
Hanno pensato, costoro, che sia sufficiente nutrire la materia per governare lo spirito, mentre in realtà si sono sbagliati. Non sanno invece che è il nutrimento dello spirito la forza della letizia dell’uomo.
Quando lo spirito è nella gioia di Dio, tutto il resto diviene sopportabile, tutto il resto si trasforma in un inno di onore e di gloria per il Signore nostro Dio.
Cristo Gesù non ha mandato i suoi nel mondo per portare queste due certezze? Per annunziare la verità e l’amore di Cristo Signore? Per chiamare ogni uomo ad entrare in queste due certezze, la cui porta è l’accoglienza del Vangelo della pace in seguito a penitenza e a conversione?
Quando i missionari del Vangelo si ravvederanno, crederanno nel comando di Cristo Gesù, allora il mondo sarà liberato dalla sua tristezza, perché inizierà a splendere su di esso la letizia che scaturisce dal Vangelo.
Tendete alla perfezione: Il battesimo non ci fa perfetti, ci immette sulla via della perfezione. Sarà ognuno il responsabile di se stesso, sarà ognuno che dovrà animarsi di buona volontà al fine di raggiungere la perfezione, cui il Signore lo chiama.
La perfezione è il raggiungimento della forma di vita di Cristo Gesù in noi. Vivere come è vissuto Cristo, non compiendo le cose che lui ha compiuto, ma obbedendo in tutto al Padre celeste come lui ha obbedito.
Siamo chiamati a mettere in pratica ogni parola del Vangelo, anche quelle piccole, quei minimi precetti della legge evangelica che noi riteniamo non necessari, oppure non indispensabili alla nostra vita.
Dobbiamo credere che sono proprio i più piccoli precetti della legge che segnano per noi il progresso nella perfezione di Cristo.
Chi trascura le piccole regole del Vangelo non osserva neanche le grandi e a poco a poco dalla verità si trova immerso nelle tenebre. Questo deve essere detto a tutti coloro che intendono compiere un cammino nella verità e nell’amore di Cristo Gesù.
Devono costoro impegnarsi a fondo affinché nulla del Vangelo venga tralasciato, tutto sia compiuto, tutto osservato, tutto messo in pratica. Solo così si avanza verso la perfezione e si raggiunge la forma di Cristo in noi.
Fatevi coraggio a vicenda: Nel cammino verso la perfezione o l’acquisizione della forma di Cristo in noi, non siamo soli. Camminiamo insieme agli altri, formiamo una comunità, siamo un popolo in marcia verso il raggiungimento della terra promessa, che per noi è il paradiso.
In questo lungo cammino, in questa marcia, a volte dura e faticosa, è necessario che ci si sostenga a vicenda, che ci si incoraggi, che ci si offra la mano per lasciarci aiutare e per aiutare quando si è in difficoltà.
A volte è sufficiente una parola, un ammonimento, un rimprovero, un richiamo, un incoraggiamento, perché l’altro non si stanchi, non si abbatta, non si scoraggi, non torni indietro, non rallenti semplicemente il passo nostro e degli altri.
L’incoraggiamento deve essere un frutto di amore che sgorga dal nostro cuore pieno di Cristo Gesù. Se Gesù non è nel nostro cuore, non possiamo incoraggiare. Se l’amore di Cristo non sovrabbonda in noi, l’incoraggiamento potrebbe rivelarsi deleterio per l’altro, perché potrebbe essere visto come una condanna, potrebbe essere interpretato male dall’altro, come un giudizio severo, o peggio, come una umiliazione.
Mentre quando l’amore di Cristo sovrabbonda in noi, l’altro lo vede, lo coglie, può lasciarsi salvare da esso, riprendendo il cammino della perfezione verso il raggiungimento della salvezza.
Abbiate gli stessi sentimenti: Gli stessi sentimenti sappiamo quali sono, anzi quali devono essere. Sono quelli che erano nel cuore di Cristo Gesù.
Cristo Gesù ebbe un solo sentimento: quello di farsi obbediente a Dio fino alla morte e alla morte di croce. Quello di annientare se stesso, nella più grande umiltà, povertà in spirito, misericordia, purezza del cuore.
Il cristiano è chiamato a riproporre la vita di Cristo nel mondo. Può proporla solo se fa regnare in lui tutta l’obbedienza al Padre celeste nella forma più alta delle beatitudini che colmarono di amore il cuore di Cristo Gesù e lo resero crocifisso dagli uomini, proprio da quegli uomini ai quali ha manifestato e rivelato tutto l’amore e la misericordia del Padre.
Il sentimento di Cristo è uno solo: essere tra i fratelli colui che serve, non colui che è servito, occupando sempre l’ultimo posto, secondo la volontà di Dio.
Perché questo sentimento possa essere vita del cristiano, è necessario estirpare dal suo cuore la concupiscenza e la superbia che fanno sì che lui cerchi solo se stesso, facendo degli altri uno sgabello per la sua gloria.
Il sentimento di Cristo si realizza attraverso due modalità sempre da tenere presenti: la prima è quella della chiarezza veritativa. Il cristiano sa che deve farsi umile e obbediente a Dio fino alla morte e alla morte di croce, annientando se stesso. La seconda è quella della graduale realizzazione. Ogni giorno deve esaminare il suo cuore, la sua mente, i suoi sentimenti e farli crescere in questa verità di salvezza, che è anche la perfezione cui è chiamato da Dio, in Cristo Gesù, per mezzo dello Spirito Santo.
Vivete in pace: Della pace si è più volte parlato in questa trattazione. Non c’è Lettera di Paolo che non affronti questo tema, che non risuoni di questo invito, che non sia un appello accorato alla pace.
C’è la pace che è il dono di Dio che si compie in noi attraverso la riconciliazione battesimale, o il sacramento della penitenza, per coloro che l’hanno perduta dopo il battesimo.
C’è l’Eucaristia che è la modalità più alta, divina, quella cristica, di vivere la pace ed è il perdono e la riconciliazione con il mondo intero, nell’offerta della nostra vita (è questa la pace eucaristica) perché tutti quelli che sono nemici di Dio possano trovare la via della giustificazione e dalla salvezza.
In questo caso si tratta di un appello di Paolo che invita i cristiani a vivere in pace.
La pace è dono di Dio, ma come ogni dono, essa è posta nella volontà dell’uomo, il quale deve essere lui a volere conservare la pace che Dio ha posto nel cuore; ad essere un operatore di pace; ad offrire la sua vita in sacrificio al Signore, in tutto come Cristo Gesù, perché la pace scenda nel mondo e lo conquisti a Dio.
La volontà deve essere quotidianamente fortificata perché si disponga sempre alla pace attivamente, responsabilmente, operativamente.
La pace che è dono di Dio diviene così opera dell’uomo.
Perché uno possa essere operatore di pace è necessario che sia disposto a offrire la sua vita all’amore, alla verità, al servizio, alla missione, all’evangelizzazione, al dono di Cristo ai cuori secondo la sua Parola storica, il Vangelo della salvezza.
Vivere in pace significa vivere di Cristo, con Cristo, per Cristo. Chi vuole portare la pace in questo mondo deve trasformarsi in un uomo tutto cristico e dare Cristo ad ogni uomo, annunziandogli il suo glorioso Vangelo, offrendogli l’esempio e il modello di come esso si vive e di come si crede realmente in Cristo Gesù, poiché lo si è fatto il centro del nostro cuore e l’alito della nostra vita spirituale.
E il Dio dell'amore e della pace sarà con voi: Se il cristiano farà tutto questo, avrà come ricompensa la dimora di Dio nel suo cuore.
Dio è con chi è con Lui. Dio si offre per primo; se l’uomo gli apre la porta, egli rimane nel suo cuore e nella sua vita e diviene vita della sua vita e cuore del suo cuore.
Se invece l’uomo gli chiude la porta, e gliela può chiudere in ogni momento, Dio abbandona la sua dimora e al suo posto subentra satana che prende posto nel cuore dell’uomo e lo dirige verso il male.
C’è una verità che oggi viene dimenticata quasi da tutti, anzi quasi tutti predicano il contrario, dichiarando questa verità non cristiana, non biblica, non evangelica, non facente parte del deposito della sana dottrina e della rivelazione che manifesta in tutto la volontà di Dio.
Si dice oggi che Dio è sempre con l’uomo, anche se l’uomo non è con Dio. Si dice inoltre che l’uomo sarà eternamente con Dio, anche se veritativamente e moralmente egli ha abbandonato il suo Dio e lavora contro di lui.
La Scrittura invece è di altro avviso; altra è la verità che essa annunzia. Dio è con l’uomo, se l’uomo è con Dio. Se l’uomo sceglie Dio come suo Signore, il Signore cammina con l’uomo e lo conduce di verità in verità, lo immette su sentieri di pace e di amore.
L’uomo è con Dio, quando è nella sua Parola. Se esce dalla Parola storica che è il Vangelo della salvezza, Dio non è più con l’uomo, perché l’uomo è nell’altro regno; non è nel regno della luce, ma delle tenebre; non è nella giustizia, ma nell’ingiustizia; non è nella verità, ma nell’errore.
Questa è verità rivelata della nostra fede. Crederla con profonda convinzione della mente e del cuore equivale a dare una svolta radicale alla nostra esistenza.
Sapremmo che è illusione pensare che Dio sia con noi, nel nostro cuore e nella nostra vita, quando noi non siamo, non vogliamo essere, non facciamo nulla per ritornare nella sua Parola, nel Vangelo della salvezza, nella Parola di Cristo Gesù, che la chiesa custodisce gelosamente, preservandola da ogni falsità e da ogni riduzione al nulla che molti uomini quotidianamente fanno al fine di propagandare i loro pensieri e di insegnare le loro dottrine.
[12]Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
Il bacio è santo quando è casto, puro, mondo, senza malizia. È santo quando nasce da un cuore senza concupiscenza e senza secondi fini.
Quando esprime solo l’amore che Gesù ha avuto ed ha per noi.
Per essere santo deve essere manifestazione di affetto di un santo. Se non è il santo che lo dà, esso sicuramente non sarà puro, non sarà casto, non sarà mondo. Ci sarà sempre quel lievito della carne che lo farà fermentare di ipocrisia, di malizia, di inganno, e anche di seduzione al male e al peccato.
Poiché si è assai carenti di santità, allora è più che giusto astenersi dal baciare gli altri.
Specie nelle Chiese certe manifestazioni di affetto non devono mai esistere. Occorre sempre quella pudicizia e quel rispetto per gli altri e per se stessi, affinché non si cada in qualcosa di sconveniente, di poco morale, se non in qualcosa di immorale.
Chi conosce la seduzione di satana sa che è bene guardarsi sempre da certe effusioni di affetto. Tra un bacio e l’altro potrebbe insinuarsi la tentazione e alla tentazione seguire il peccato. La prudenza in questo caso non è mai troppa.
Chi saluta i Corinzi assieme a Paolo sono tutti i santi. Abbiamo già detto che i santi sono i cristiani. Sono santi per vocazione. Sono santi per immersione nelle acque del battesimo che li ha mondati da ogni macchia di peccato e li ha elevati all’altissima dignità di figli adottivi di Dio, il tre volte Santo, il Santissimo Dio ad immagine del quale siamo stati fatti, ma anche rifatti, attraverso la rigenerazione a nuova vita per opera dello Spirito Santo.
Assieme a questa santità che viene data a modo di granellimo di senapa ed è una santità incipiente, occorre l’altra santità, che è cammino perfetto nella volontà di Dio attraverso una vita evangelica, osservante delle beatitudini e di ogni altra parola che è uscita dalla bocca di Cristo Gesù.
[13]La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
È l’augurio finale di Paolo, che è anche una preghiera. Questo augurio, o preghiera, è divenuto saluto iniziale nella santa messa.
Dio deve essere con il cristiano sempre, deve essere con ogni cristiano:
La grazia del Signore Gesù Cristo: La grazia del Signore Gesù Cristo è la sua vita offerta in sacrificio per noi, è il suo corpo e il suo sangue divenuti olocausto d’amore da offrire al Padre celeste per la remissione dei nostri peccati.
La grazia del Signore Gesù Cristo è il dono dello Spirito Santo che Egli ha effuso sulla sua Chiesa, con il mandato di effonderlo sopra ogni carne.
La grazia del Signore Gesù Cristo sono i sacramenti della salvezza nei quali si riceve la remissione dei peccati e la vita eterna, vita eterna che poi l’uomo deve far fruttificare in sé, portandola al massimo della sua crescita, fino a farla divenire albero grande, grandissimo, dai numerosi frutti.
È obbligo del cristiano rimanere in questa grazia; si rimane nutrendoci di essa quotidianamente attraverso la preghiera e la celebrazione dei sacramenti.
La grazia del Signore Gesù Cristo è Cristo stesso che si è fatto dono d’amore per noi, si è consegnato a noi, si è fatto nostra vita, nostro corpo, nostro cibo, nostra bevanda, perché noi fossimo interamente assimilati a Lui e in Lui trasformati.
L’amore di Dio Padre: L’amore del Padre non è una cosa, ma una Persona, è Cristo Gesù, nel quale ci ha creati, ci ha redenti, ci ha salvati, ci chiama alla vita eterna, ci ha fatto suoi figli di adozione.
Essere nell’amore del Padre significa essere in Cristo Gesù, fare con lui una sola vita. Questo amore è Dio che deve darcelo costantemente, sempre. Se il Padre non ci desse più suo Figlio, noi saremmo tutti morti per sempre nei nostri peccati. Saremmo come coloro che giacciono nella morte; non potremmo appartenere al regno dei viventi. Senza Cristo saremmo privi dell’amore che ci costituisce in vita, che ci fa vita.
L’amore del Padre è la sua volontà eterna che ci ha chiamato in vita, creandoci. Il suo amore ha voluto l’Incarnazione del suo Figlio Unigenito per la nostra redenzione, giustificazione, salvezza.
Siamo, esistiamo solo per l’amore del Padre. Dobbiamo prendere coscienza di questa verità e metterci umilmente in preghiera per chiedere che Egli voglia sempre avvolgerci di questo suo amore, altrimenti la nostra esistenza esce dalla vita ed entra nella morte.
L’amore di Dio è vita, datore di vita eterna. L’amore di Dio dona all’uomo l’esistenza e la sussistenza. Dopo il peccato dona anche la redenzione e la giustificazione.
Tutto per noi sgorga dall’amore eterno del Padre che non ha risparmiato il suo Figlio Unigenito, anzi lo ha dato per noi, perché noi fossimo liberati dalla condizione di morte ed entrassimo nella vita per sempre.
L’amore del Padre è volontà costante di ricerca dell’uomo, perché ritorni all’ovile di Cristo e faccia parte del suo gregge.
Chi legge la storia antica, chi conosce la vita di Cristo, sa cosa è l’amore del Padre. È il dono di tutto se stesso, in Cristo Gesù, dono fino alla morte di croce del suo Figlio Unigenito, perché la vita ritornasse a splendere nel mondo, sull’umanità.
La comunione dello Spirito Santo: La comunione dello Spirito Santo è duplice: nella verità e nella grazia.
Se manca la comunione nella verità, la comunione nella grazia diviene infruttuosa, alla fine si rivela anche inutile.
La comunione nella verità è data dalla comprensione piena, perfetta della Parola storica di Cristo Gesù.
Dio non ha altre parole da dire all’uomo, non ha altre rivelazioni da fare. Tutto quello che aveva da dirci, ce lo ha detto in forma piena, definitiva, ultima, chiusa.
Con Cristo Gesù non c’è altra verità da annunziare, da svelare, da comunicare. È opera dello Spirito Santo inserire i credenti in Cristo in una conoscenza sempre più piena della Parola della salvezza. La sua opera è quella di condurci nella pienezza della verità, o come dice lo stesso Cristo Signore: di condurci nella verità tutta intera.
Se manca la comunione nella verità tra due cristiani, è il segno manifesto che lo Spirito del Signore non aleggia su di loro, oppure potrebbe aleggiare su uno e non sull’altro.
La comunione viene creata nei cuori quando lo Spirito aleggia sull’uno e sull’altro, poiché insieme l’uno e l’altro sono alla ricerca della volontà di Dio e desiderano conoscerla secondo la pienezza portataci da Cristo Gesù.
Chi vuole crescere nella comunione di verità deve crescere nello Spirito Santo e si cresce in Lui crescendo in santità.
Questo spiega perché i Santi possiedono la conoscenza vera della Parola storica di Cristo, mentre chi non è santo non conosce la Parola di Cristo Gesù, al massimo può conoscere ciò che gli altri hanno detto della Parola, ma lo conosce nel suo tenore letterale, perché lo ha appreso dai libri, ma non lo conosce secondo il suo significato spirituale, perché questo significato lo dona solo lo Spirito del Signore.
Solo Lui può farci conoscere il pensiero di Dio, che è Cristo Gesù, perché in Dio è Lui la comunione di verità e di amore tra il Padre e il Figlio.
L’altra comunione è nella grazia. La grazia è la creazione in noi della vita eterna che è Dio in se stesso.
Dallo Spirito Santo siamo resi partecipi della divina natura ed è sempre per sua opera che noi rimaniamo partecipi di essa, crescendo fino alla completa perfezione.
È lo Spirito Santo che deve sempre alimentare la grazia dentro di noi. L’alimenta attraverso i sacramenti, ma anche per mezzo della preghiera e dell’obbedienza nostra alla Parola di Gesù.
La comunione dello Spirito è creatrice, rinnovatrice, rigeneratrice. Essa feconda i nostri cuori di Cristo e di Dio Padre, come ha fecondato il seno della Vergine Maria, Madre della Redenzione, del Verbo della vita, quando si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Se lo Spirito non ci feconda di verità e di grazia, noi resteremo sterili. Il lievito della vita eterna non è in noi e quanto noi facciamo dimostra la nostra incapacità di generare altri figli a Dio, rivela la nostra nullità pastorale.
Perché lo Spirito del Signore possa creare la sua comunione il cristiano deve invocarlo ogni giorno, ogni giorno pregarlo, ma soprattutto ogni giorno lasciarsi muovere da lui. La prima comunione con lo Spirito Santo è comunione con lo stesso Spirito Santo. Siamo in comunione con lui quando da lui ci lasciamo muovere. Cristo Gesù è entrato in comunione di verità e di grazia con noi perché nel cielo visse tutta la comunione di vita con il Padre nello Spirito Santo. Fu per questa comunione di amore che il Padre chiese al Figlio l’Incarnazione e fu per questa stessa comunione che il Figlio accolse il volere del Padre e gli diede esaudimento.
Sulla terra fu sempre per questa mirabile comunione con lo Spirito Santo che Gesù si mise in comunione di verità e di grazia con noi uomini, portandoci il cielo sulla terra e riversando nei nostri cuori tutta la verità e la grazia, che lo Spirito Santo deve mettere nei nostri cuori, perché siano in perfetta comunione con il Padre, il Figlio e con ogni altro uomo che vive su questa terra.
Quando la nostra comunione con lo Spirito Santo, che è frutto della sua comunione con noi, non cresce, non si fortifica, non diviene albero grande e maestoso, anche la nostra comunione con Dio si raffredda e di conseguenza viene a raffreddarsi la comunione nella verità e nella grazia con ogni uomo. Quando un uomo si distacca dalla retta comprensione della verità è il segno che lui non è in comunione con lo Spirito Santo; è il segno che non è nella santità di Cristo Gesù; non è nella volontà obbedienziale al Padre.
È facile sapere chi cammina con lo Spirito, chi è nella sua comunione, chi cresce in grazia e in verità. È sufficiente osservare il grado di comprensione che egli ha della Parola storica di Cristo Gesù.
Oggi il mondo è senza verità. È il segno che è senza la Parola; è senza la comunione con lo Spirito Santo. Soprattutto è il segno che coloro che si dicono nella comunione con lo Spirito Santo neanche essi vi sono.
Questo augurio, questa preghiera, questo saluto è essenziale per il cristiano. Tutto è dalla grazia di Cristo Gesù, tutto dall’amore di Dio Padre, tutto dalla comunione dello Spirito Santo.
Tutto inizia dalla comunione dello Spirito Santo e tutto finisce nella comunione dello Spirito Santo. Questa è la verità della nostra fede che noi professiamo con coscienza retta e con cuore indiviso (25.02-2001-04.07.2002) (30.07.2001).