00 11/01/2012 23:04
CAPITOLO SESTO





I DANNI DELL’APOSTASIA
[1]Perciò, lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio, [2]della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno.
Per procedere con ordine e senza sbandamenti, è più che giusto entrare nel pensiero dell’Autore e puntualizzarlo con la più grande precisione possibile.
Ci sono alcune cose che lui ritiene non dover affrontare e che quindi è più che opportuno omettere di trattare.
Ora lui lascia da parte l’insegnamento iniziale su Cristo. Noi però non sappiamo in che cosa consistesse questo insegnamento iniziale.
Possiamo solamente immaginarlo, partendo dalle forme di annunzio contenute negli Atti degli Apostoli: è la presentazione di Cristo come vero Messia di Dio, unico Salvatore del mondo, morto per i nostri peccati, risorto per la nostra giustificazione, asceso alla destra del Padre, costituito Giudice dei vivi e dei morti.
In ogni annunzio di Pietro e di Paolo, questo insegnamento è sempre dato. È sufficiente per questo leggere il primo discorso di Pietro, subito dopo la discesa dello Spirito Santo, in Atti 2, 22-41:
“Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi. Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione. Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!
All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Che cosa dobbiamo fare, fratelli? E Pietro disse: Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro. Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: Salvatevi da questa generazione perversa. Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone”.
Senza dubbio è questo l’insegnamento iniziale su Cristo Gesù. Sono le verità principali sul suo mistero, sulla sua missione, sulla sua Persona, sulla sua storia.
Tralascia tutto questo per passare a ciò che è più completo e ciò che è più completo nel contesto della Lettera è con sicura certezza il suo sacerdozio.
Questa tematica diverrà pertanto l’unico argomento. Gli altri entreranno nella trattazione, solo se saranno ritenuti utili, o necessari per dare maggiore valore e più ampio respiro “a ciò che è più completo”.
Per questo motivo omette anche di gettare di nuovo le fondamenta:
della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio
della dottrina del battesimo,
dell’imposizione delle mani,
della risurrezione dei morti
del giudizio eterno.
Come si può constatare non sono tematiche secondarie. Esse riguardano il fondamento stesso del nostro essere cristiani: conversione e santificazione (rinunzia alle opere morte), battesimo, confermazione, risurrezione finale, giudizio eterno di Dio. E prima ancora fede in Dio.
Tutto questo deve essere tralasciato per una ragione di fede. A che serve conoscere queste verità, se la verità prima della nostra santa fede non è conosciuta secondo ogni pienezza?
La verità prima è il sacerdozio di Cristo, perché è per mezzo di esso che la salvezza e la santificazione si compiono e ogni altro dono di grazia ci è donato.
Per l’Autore niente conserva il suo valore, se si smarrisce la verità sul Sacerdozio di Gesù Signore, dal quale ogni altra verità riceve la sua consistenza e ogni suo vero contenuto di verità e di dottrina. Niente rimane puro nella fede, se la fede in Cristo Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza diventa impura, meno pura, macchiata da qualche imperfezione sia nella formulazione che nella comprensione.
Ha visto bene l’Autore, a differenza di noi che vediamo male, tanto male da escludere Cristo dal nostro annunzio in nome di un valore morale insito nella coscienza e che l’uomo è invitato ad osservare senza la fede in Cristo e la sua grazia.
La visione di vera fede dell’Autore è uno schiaffo morale a tutti noi impelagati e traviati da una questione morale nella quale non c’è posto né per Cristo, né per la Sua Parola.
Questi due primi versetti sono la condanna esplicita, formale di tutta una pastorale nella quale il mistero di Cristo è scomparso, in nome di un’antropologia da salvare senza il suo unico e solo Salvatore.
L’Autore sceglie bene, perché sceglie la sorgente dalla quale scaturisce ogni verità, ogni dottrina, ogni grazia, ogni relazione con Dio e con gli uomini.
L’Autore sceglie bene, perché non si lascia governare dalla speranza di un risultato immediato, di una toppa messa dinanzi ad una grande falla. Lui sceglie di sanare ogni cosa partendo dalla radice, dalla quale ogni altra cosa riceve la sua verità e la sua falsità.
Questa sua scelta implica un rischio: di perdere qualche anima, anziché perderle tutte.
Noi abbiamo deciso di perderle tutte, perché abbiamo scelto una pastorale che si accontenta di colmare qualche falla, lasciando però che tutta la nave affondi, perché sommersa dalle onde della falsità e dell’errore.
L’Autore vede bene perché ha deciso di mettere la vera Cristologia a fondamento di tutto il suo insegnamento.
La vera Cristologia è la via dell’unica pastorale percorribile, oggi, domani, sempre.
[3]Questo noi intendiamo fare, se Dio lo permette.
L’Autore è intenzionato a parlare solo di Cristo per dire di Lui ciò che è più completo.
Questo è il suo intendimento. La realizzazione di ogni cosa non è però nelle sole mani dell’uomo, è anche nella volontà di Dio, nella sua permissione, nel suo aiuto, nella sua grazia.
Se Dio lo permette può avere pertanto una molteplicità di significati:
Se Dio mi aiuta, mi sostiene, mi dà la forza.
Se Dio vuole che questo sia fatto. Se vuole altro, farò di certo altro.
Se Dio mi illumina e mi dona l’intelligenza per capire il mistero di Cristo Gesù secondo completezza e pienezza di verità.
Se Dio ha pietà di noi tutti e ci concede questa ulteriore grazia di conversione e di santificazione mediante la conoscenza più completa di Cristo Gesù e del suo altissimo e unico mistero di redenzione.
Tanti possono essere i significati della frase dell’Autore. Ognuno può cogliere altre sfumature, una cosa però deve essere chiara ad ogni mente: chi scrive vive di vera, autentica, mentalità di fede. Costui sa che nulla un uomo può fare senza l’aiuto, il sostegno, la grazia di Dio.
Tutto è da Dio, ma anche tutto è per il Signore ed è per il Signore se è secondo la Sua santissima volontà.
La fede si trasforma in preghiera per chiedere al Signore tutti quegli aiuti di grazia e di verità perché possa trasformare la sua intenzione in un concreto aiuto perché i suoi fratelli di fede non solo rimangano nella verità, ma producano anche frutti di grazia e di verità.
[4]Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo
L’illuminazione avviene e si compie nel sacramento del Battesimo.
È in esso che un uomo viene liberato dal potere delle tenebre ed introdotto nel regno della luce.
La luce è Cristo. La luce di Cristo è la sua verità. La verità di Cristo è la sua Parola, che dona all’uomo la vera conoscenza di Dio e dell’uomo.
È in questo sacramento che l’uomo viene trasformato in un essere di luce, per questo il Vangelo di Matteo non teme di chiamare i discepoli di Cristo “Luce del mondo e sale della terra” (Cfr. Mt 5,13-16).
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
Se leggiamo questo passo del Vangelo secondo Matteo alla luce di quanto avviene nel battesimo, dobbiamo concludere che l’appellativo di “luce e di sale”, non è solamente morale, è prima di tutto ontico, investe cioè tutto l’essere dell’uomo.
È il suo essere che è trasformato in luce e in sale. Poiché la sua nuova natura è luce e sale, egli deve produrre secondo la luce che è in lui. Da qui l’altra affermazione di Cristo Gesù (cfr. Mt 6,22-23):
“La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!”.
Il battesimo non è solo il sacramento della rigenerazione dell’uomo nuovo, della nascita dell’uomo luce, del figlio della luce, in esso si compiono altri grandi misteri.
In esso si gusta il dono celeste – dice l’Autore –. Ma qual è questo dono celeste?
Il dono celeste è prima di tutto il Signore. Il cristiano è divenuto sale, è trasformato in “sapienza” da Dio, di sapienza viene ricolmato.
Ora è proprio della sapienza il gusto della verità, della santità, della bellezza, della maestà di Dio, di Dio stesso nel suo mistero e nella manifestazione della sua gloria.
Gustando Dio, si gusta anche ogni suo altro dono, si gusta tutto il cielo e tutta la terra, perché la si vede come opera sua.
Chi gusta Dio e le sue opere si allontana da ogni gusto peccaminoso, di male, delle cose di questo mondo.
Il fatto che l’uomo oggi corre affannosamente verso il gusto delle cose di questo mondo e per di più aggiungendoci orrendi e tristi peccati, alcuni dei quali portano alla sua degradazione e distruzione, è segno che nel suo cuore si è perso totalmente il gusto di Dio.
Dio non è nel cuore, perché il peccato e il male si sono impossessati di esso per condurlo nelle tenebre e nel gusto del peccato e della morte.
Il Salmo 33 ci mostra in modo chiaro ed inequivocabile la gioia che nasce dal cuore, pensando e cercando il Signore:
“Di Davide, quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui scacciato, se ne andò.
Alef Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Bet Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino.
Ghimel Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Dalet Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato.
He Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.
Zain Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce.
Het L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva.
Tet Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia.
Iod Temete il Signore, suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono.
Caf I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
Lamed Venite, figli, ascoltatemi; v'insegnerò il timore del Signore.
Mem C'è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?
Nun Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde.
Samech Sta’  lontano dal male e fa’ il bene, cerca la pace e perseguila.
Ain Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Pe Il volto del Signore contro i malfattori, per cancellarne dalla terra il ricordo.
Sade Gridano e il Signore li ascolta, li salva da tutte le loro angosce.
Kof Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti.
Res Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore. Sin Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato.
Tau La malizia uccide l'empio e chi odia il giusto sarà punito. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi, chi in lui si rifugia non sarà condannato”.
Tutto è nel Signore. Il battesimo è il sacramento del dono che il Signore fa di sé stesso ad un uomo. Tutto Dio si dona ad un uomo, in tutta la sua vita.
Questo dono gusta il battezzato e in questo gusto deve crescere per tutti i giorni della sua vita.
All’Illuminazione si aggiunge il gusto di Dio, al gusto di Dio l’essere divenuti partecipi dello Spirito Santo.
Chi legge la Scrittura sa che il dono dello Spirito veniva dato a tutti coloro che erano stati chiamati da Dio a compiere la sua opera di salvezza in favore del suo popolo, di ogni uomo.
Lo Spirito del Signore è dato in ordine al compimento dell’opera di salvezza, per dimorare nella volontà di Dio e per condurre ogni altro nella stessa volontà divina.
È nella misura in cui si resta nello Spirito di Dio che si diviene capaci di compire l’opera della salvezza di Dio.
Essere divenuti partecipi dello Spirito Santo si riveste di un duplice significato:
il cristiano ha ricevuto lo Spirito di Dio con il quale può e deve compiere tutto il cammino della propria santificazione;
ma anche: il cristiano può e deve compiere la stessa missione di Cristo Gesù. Divenendo partecipe dello Spirito di Cristo, egli diviene partecipe della sua missione. Può e deve compierla allo stesso modo del Signore Gesù: offrendo al Padre la sua vita in riscatto per la remissione dei peccati del mondo.
Il cristiano è missionario per il fatto stesso di aver ricevuto il battesimo, perché in esso è divenuto partecipe dello Spirito Santo.
È questo il grande dono che Dio gli ha fatto, ma anche la grande missione di cui lo ha investito.
Egli è chiamato ad essere santo e a santificare il mondo intero.
[5]e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro.
Vengono ancora enumerati come doni battesimali: il dono della Parola e l’eredità del Paradiso.
Si gusta la buona parola di Dio, gustando la bontà di Dio che dona la sua Parola.
La Parola di Dio è tutto per l’uomo credente. È sufficiente leggere il Salmo 18 per comprendere quanta bontà è nascosta nella Parola che il Signore fa risuonare tra noi.
“Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono. Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore.
La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore”.
L’Autore conosce la magnificenza nascosta nella Parola e ne celebra le lodi nel suo cuore. Il battesimo donando il gusto di Dio al cristiano, dona anche il gusto della buona parola di Dio.
In questo gusto però è giusto che lui cresca ogni giorno, altrimenti con il peccato lo si può anche perdere e smarrire per sempre, lasciandosi conquistare da altri gusti che non appartengono al cristiano.
Lui deve ormai vivere gustando solo il Signore e quanto è suo dono. La Parola di Dio è dono del Signore e in questa Parola lui si deve deliziare ogni giorno.
Dalla Parola nasce la vita per lui, la vita della verità e quella della grazia.
Altro dono del battesimo è il gusto delle meraviglie del mondo futuro, di ciò che ci attende nel cielo.
Il Signore lo ha rivestito di una speranza nuova, che non riguarda più le cose della terra, bensì quelle del cielo, quelle future che si compiranno per lui dopo la sua morte.
Anche questa speranza è persa oggi dal cristiano. La sua attesa è solo per le cose di questo mondo.
Ciò ha un solo significato e una sola possibile lettura: il cristiano è caduto dal “gusto” del suo Dio. Verso di Lui non cammina, Lui non ama più, Lui non cerca, Lui non desidera come unico bene dell’anima sua.
Manca nel cristiano di oggi la ricerca del Volto di Dio sulla terra che si compirà nel cielo, quando lo vedrà faccia a faccia.
Gli manca quanto è descritto nel Salmo 41:
“Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core. Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? Le lacrime sono mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: Dov'è il tuo Dio? Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: attraverso la folla avanzavo tra i primi fino alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa. Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. In me si abbatte l'anima mia; perciò di te mi ricordo dal paese del Giordano e dell'Ermon, dal monte Misar. Un abisso chiama l'abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Di giorno il Signore mi dona la sua grazia di notte per lui innalzo il mio canto: la mia preghiera al Dio vivente. Dirò a Dio, mia difesa: Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico? Per l'insulto dei miei avversari sono infrante le mie ossa; essi dicono a me tutto il giorno: Dov'è il tuo Dio? Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio”.
I beni futuri, o le meraviglie del mondo futuro, sono gustati nella speranza, attesi con vivo desiderio, con ardente zelo.
Di questa attesa esempio mirabile è San Paolo (cfr Fil 3,1-21):
“Per il resto, fratelli miei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose: guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere! Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia nella carne, sebbene io possa vantarmi anche nella carne.
Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge. Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.
E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea. Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose”.
La speranza nuova è stata versata, il gusto di essa anche. È questa la novità grande che si è compiuta nel battesimo.
Questa speranza, virtù teologale, dono infuso nel cuore dallo Spirito Santo nelle acque del Battesimo, dallo stesso Spirito dovrà ogni giorno essere alimentata.
Questo avviene se cresce in noi lo Spirito e lo Spirito cresce se noi cresciamo nell’ascolto e nell’osservanza della Parola di Dio.
Tutto è nella vita secondo la Parola e senza la Parola non c’è vita nei cuori. Chi cade dalla Parola, cade anche dalla speranza teologale. In lui si estingue ogni anelito di eternità.
Tutto ricomincia a vivere nel momento in cui ritorna a vivere la Parola in noi. La Parola è la vita e la via della vita.
[6]Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia.
L’affermazione dell’Autore merita un’attenzione tutta particolare. Oggi è proprio su questa affermazione che è avvenuto lo sfacelo non solo in campo strettamente teologico, quanto anche morale, spirituale, ascetico.
Oggi si afferma una salvezza senza l’osservanza della Parola. L’osservanza del Vangelo – si dice – non serve alla salvezza, dal momento che tutti siamo salvati.
L’Autore invece dice esattamente il contrario. Anzi, dice l’opposto e tante cose in più, che richiedono di essere considerate, vagliate con maggiore rigore.
Seguiamolo nel suo ragionamento, che per noi è anche rivelazione, in quanto testo ispirato.
Attraverso la predicazione, lo Spirito Santo tocca il cuore e lo muove a conversione, immettendo in esso il dono della fede nella verità della Parola ascoltata.
All’inizio di questo capitolo – cosa che è stata trattata con molta dovizia di particolari – ci ha rivelato tutti i beni spirituali che vengono a noi mediante la rigenerazione nelle acque del Battesimo.
Tutti questi doni producono frutti di vera santità in noi – la santità è lo sviluppo e la crescita in noi della fede, della speranza, della carità – se noi rimaniamo nella Parola, se la Parola osserviamo in ogni sua più piccola manifestazione della volontà di Dio.
Cadendo dalla Parola, cadiamo anche dai doni divini. Essi sono in noi, ma rimangono in uno stato di “letargo”, di “sonno spirituale”. Ci sono, ma non operano. Non possono operare perché la nostra anima è nella morte a causa del peccato nel quale siamo caduti e si cade sempre in peccato quando si abbandona la via della Parola di Gesù Signore.
L’Autore ora dice: “Tutti quelli che furono una volta illuminati [...] e che tuttavia sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione”. E aggiunge: “dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia”
La prima affermazione deve essere interpretata a partire dalla seconda.
Chi cade dalla Parola crocifigge di nuovo il Figlio di Dio e lo espone all’infamia.
In questa situazione di crocifissione di Cristo e di esposizione all’infamia diventa impossibile poterli di nuovo portare alla conversione per essere rinnovati una seconda volta.
Chi è morto da sé non può ritornare in vita. Né esiste sulla terra qualcuno che possa aiutarlo perché ritorni nella condizione di un tempo.
Umanamente questo è impossibile. Per lui si aprono le porte della dannazione eterna, a motivo dei peccati nei quali ha condotto e conduce la sua vita.
Questa verità è assoluta, non ammette deroghe. Tutti sono soggetti ad essa.
Non c’è allora più possibilità di salvezza, di giustificazione, di redenzione.
La possibilità della salvezza c’è, ma non nell’uomo. Essa è solo nella misericordia di Dio e qui entriamo però nel mistero della grazia e del suo dono che conosce solo Dio e nessun altro.
A noi non resta che pregare con intensità perché il Signore si mostri compassionevole, lento all’ira e conceda la grazia della conversione.
Assieme alla preghiera deve essere aggiunta una predicazione forte, sostanziosa, ricca di verità, di ammonimento, di richiamo al peccatore perché anche lui invochi il Signore, anzi perché tutta la comunità insieme a lui invochino il Signore perché si mostri compassionevole, ricco di pietà e di misericordia e conceda una seconda grazia di giustificazione, di redenzione, di salvezza.
Tutti gli errori della pastorale odierna risiedono in questo equivoco: rimanere nel peccato e pensarsi già salvi.
È questa la più grave e la più disastrosa di tutte le eresie che sono nate in seno alla Chiesa.
Essa distrugge ogni germe di vita morale nei cuori e anche ogni incipiente sentimento di conversione nello spirito.
Essa giustifica ogni peccato, ogni trasgressione, perché li avvalora con una parola falsa, di uomo, non certo di Dio.
Questo avveniva anche con i falsi profeti di un tempo. Ce ne dona un saggio il profeta Ezechiele (cfr. 13, 1-23). È una parola forte che merita di essere ascoltata:
“Mi fu rivolta ancora questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, profetizza contro i profeti d'Israele, profetizza e dì a coloro che profetizzano secondo i propri desideri: Udite la parola del Signore: Così dice il Signore Dio: Guai ai profeti stolti, che seguono il loro spirito senza avere avuto visioni. Come sciacalli fra le macerie, tali sono i tuoi profeti, Israele. Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore. Hanno avuto visioni false, vaticini menzogneri coloro che dicono: Oracolo del Signore, mentre il Signore non li ha inviati. Eppure confidano che si avveri la loro parola! Non avete forse avuto una falsa visione e preannunziato vaticini bugiardi, quando dite: Parola del Signore, mentre io non vi ho parlato?
Pertanto dice il Signore Dio: Poiché voi avete detto il falso e avuto visioni bugiarde, eccomi dunque contro di voi, dice il Signore Dio. La mia mano sarà sopra i profeti dalle false visioni e dai vaticini bugiardi; non avranno parte nell'assemblea del mio popolo, non saranno scritti nel libro d'Israele e non entreranno nel paese d'Israele: saprete che io sono il Signore Dio, poiché ingannano il mio popolo dicendo: Pace! e la pace non c'è; mentre egli costruisce un muro, ecco essi lo intonacano di mota.
Dì a quegli intonacatori di mota: Cadrà! Scenderà una pioggia torrenziale, una grandine grossa, si scatenerà un uragano ed ecco, il muro è abbattuto. Allora non vi sarà forse domandato: Dov'è la calcina con cui lo avevate intonacato? Perciò dice il Signore Dio: Con ira scatenerò un uragano, per la mia collera cadrà una pioggia torrenziale, nel mio furore per la distruzione cadrà grandine come pietre; demolirò il muro che avete intonacato di mota, lo atterrerò e le sue fondamenta rimarranno scoperte; esso crollerà e voi perirete insieme con esso e saprete che io sono il Signore. Quando avrò sfogato l'ira contro il muro e contro coloro che lo intonacarono di mota, io vi dirò: Il muro non c'è più e neppure gli intonacatori, i profeti d'Israele che profetavano su Gerusalemme e vedevano per essa una visione di pace, mentre non vi era pace. Oracolo del Signore. Ora tu, figlio dell'uomo, rivolgiti alle figlie del tuo popolo che profetizzano secondo i loro desideri e profetizza contro di loro. Dirai loro: Dice il Signore Dio: Guai a quelle che cuciono nastri magici a ogni polso e preparano veli per le teste di ogni grandezza per dar la caccia alle persone. Pretendete forse di dare la caccia alla gente del mio popolo e salvare voi stesse? Voi mi avete disonorato presso il mio popolo per qualche manciata d'orzo e per un tozzo di pane, facendo morire chi non doveva morire e facendo vivere chi non doveva vivere, ingannando il mio popolo che crede alle menzogne.
Perciò dice il Signore Dio: Eccomi contro i vostri nastri magici con i quali voi date la caccia alla gente come a uccelli; li strapperò dalle vostre braccia e libererò la gente che voi avete catturato come uccelli. Straccerò i vostri veli e libererò il mio popolo dalle vostre mani e non sarà più una preda in mano vostra; saprete così che io sono il Signore. Voi infatti avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l'avevo rattristato e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse. Per questo non avrete più visioni false, né più spaccerete incantesimi: libererò il mio popolo dalle vostre mani e saprete che io sono il Signore”.
È questa la tragedia di un popolo senza verità, perché senza la Parola vera di Dio. Chi vuole la salvezza del popolo, sappia che essa è nella Parola da donare, spiegare, insegnare, ammaestrare.
Dalla Parola è la vita, perché la vita è nella Parola annunziata, proclamata, evangelizzata, accolta, creduta, vissuta.
Da puntualizzare un’altra verità: il cristiano che commette il peccato continua a crocifiggere il Figlio di Dio e lo espone all’infamia.
Lo crocifigge perché il peccato è generatore di morte. Lo espone all’infamia perché il peccato del cristiano rende non credibile Cristo Gesù e quindi lo fa deridere dal mondo intero.
Questa esposizione all’infamia è oggi, come ieri, come sempre, una delle più grandi cause del rallentamento del cammino della fede nel mondo.
A che serve credere in Cristo, se coloro che vi credono commettono peccati più grandi di coloro che non credono? È questo il grande peccato dello scandalo, che diviene crocifissione e contro testimonianza.
Il peccato non si ferma mai in chi lo commette; esso travalica i confini personali del trasgressore e raggiunge il mondo intero. Le sue conseguenze sono inarrestabili.
[7]Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio;
La similitudine è facile da capire, semplice da comprendere.
La pioggia è la grazia di Dio. Questa grazia è donata spesso, cioè in continuazione.
Da quando Gesù è morto ed è risorto, la Chiesa altro non fa che seminare nei cuori la verità e la grazia di Cristo Gesù.
Se a questa abbondante semina corrisponde un raccolto ricco di frutti, Dio risponde con la sua benedizione e la benedizione arricchisce la persona della capacità di produrre un nuovo raccolto ancora più abbondante.
La benedizione di Dio è tutto per un uomo. La benedizione è vita, è la vita di Dio che si fa vita dell’uomo.
[8]ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!
Se la stessa terra, irrorata di grazia e di verità, produce pruni e spine, cioè peccato e trasgressione della legge, diviene senza valore. È una terra inutile, che provoca solo dispendio di energia preziosa.
Questa terra è vicina alla maledizione: la maledizione è morte. La morte è quella eterna. Questo significa: “sarà arsa dal fuoco”.
Se la Parola di Dio non genera vita, essa produce morte. O benedizione, o maledizione. Non c’è un terreno neutro, senza né vita, né morte.
Ognuno pertanto è obbligato ad esaminarsi se è nella vita, o benedizione, o se nella morte, o maledizione, pronto ad essere arso con il fuoco.
Sia il libro del Levitico, che quello del Deuteronomio, come anche il profeta Isaia insegnano quali frutti produce la benedizione, la maledizione, la Parola del Signore.
Anche se alcuni passi sono lunghi, penso che ne valga proprio la pena riportarli, perché vengano da tutti meditati con attenzione.
Il Signore mai parla invano. Leggiamo, ma con grande fede:
Dal Levitico 26,1-46: “Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele, né permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio. Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono il Signore.
Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li metterete in pratica, io vi darò le piogge alla loro stagione, la terra darà prodotti e gli alberi della campagna daranno frutti. La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; avrete cibo a sazietà e abiterete tranquilli il vostro paese. Io stabilirò la pace nel paese; nessuno vi incuterà terrore; vi coricherete e farò sparire dal paese le bestie nocive e la spada non passerà per il vostro paese. Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. Io mi volgerò a voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò e confermerò la mia alleanza con voi. Voi mangerete del vecchio raccolto, serbato a lungo, e dovrete metter via il raccolto vecchio per far posto al nuovo. Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e io non vi respingerò. Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese d'Egitto; ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare a testa alta.
Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi, se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza, ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita. Seminerete invano il vostro seme: se lo mangeranno i vostri nemici. Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua. Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame. Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti. Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati. Manderò contro di voi le bestie selvatiche, che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte. Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati. Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico.
Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e mangerete, ma non vi sazierete. Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie. Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e io vi avrò in abominio.
Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e non aspirerò più il profumo dei vostri incensi. Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi prenderanno dimora, ne saranno stupefatti. Quanto a voi, vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò con la spada sguainata; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte. Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; allora la terra si riposerà e si compenserà dei suoi sabati. Finché rimarrà desolata, avrà il riposo che non le fu concesso da voi con i sabati, quando l'abitavate. A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costernazione, nel paese dei loro nemici: il fruscìo di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua. Precipiteranno uno sopra l'altro come di fronte alla spada, senza che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici. Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà.
Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici, si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle iniquità dei loro padri periranno. Dovranno confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri: per essere stati infedeli nei miei riguardi ed essersi opposti a me; peccati per i quali anche io mi sono opposto a loro e li ho deportati nel paese dei loro nemici. Allora il loro cuore non circonciso si umilierà e allora sconteranno la loro colpa. Io mi ricorderò della mia alleanza con Giacobbe, dell'alleanza con Isacco e dell'alleanza con Abramo e mi ricorderò del paese.
Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati delle mie leggi. Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici, io non li rigetterò e non mi stancherò di essi fino al punto d'annientarli del tutto e di rompere la mia alleanza con loro; poiché io sono il Signore loro Dio; ma per loro amore mi ricorderò dell'alleanza con i loro antenati, che ho fatto uscire dal paese d'Egitto davanti alle nazioni, per essere il loro Dio. Io sono il Signore. Questi sono gli statuti, le prescrizioni e le leggi che il Signore stabilì fra sé e gli Israeliti, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè.
Dal libro del Deuteronomio 28,1-69: Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore tuo Dio ti metterà sopra tutte le nazioni della terra; perché tu avrai ascoltato la voce del Signore tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni:
Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna. Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.
Benedette saranno la tua cesta e la tua madia. Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci. Il Signore lascerà sconfiggere davanti a te i tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per sette vie fuggiranno davanti a te. Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano; ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti.
Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore tuo Dio e se camminerai per le sue vie; tutti i popoli della terra vedranno che porti il nome del Signore e ti temeranno.
Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti. Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti.
Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica, e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dei e servirli.
Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni: sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna. Maledette saranno la tua cesta e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore. Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.
Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage per avermi abbandonato. Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro. Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto. Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro; diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra. Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà. Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire.
Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà. Ti fidanzerai con una donna, un altro la praticherà; costruirai una casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti. Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai; il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te; il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà. I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano. Un popolo, che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno; diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.
Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ulcera maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo. Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi avete conosciuto; là servirai dei stranieri, dei di legno e di pietra; diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto. Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta la divorerà. Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà. Avrai oliveti in tutto il tuo territorio, ma non ti ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature.
Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia. Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d'insetti. Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso. Egli presterà a te e tu non presterai a lui; egli sarà in testa e tu in coda.
Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato. Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio.
Poiché non avrai servito il Signore tuo Dio con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa, servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa; essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché ti abbiano distrutto.
Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come aquila: una nazione della quale non capirai la lingua, una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né avrà compassione del fanciullo; che mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue pecore, finché ti avrà fatto perire. Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese cadano le mura alte e forti, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutto il paese che il Signore tuo Dio ti avrà dato.
Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.
L'uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono, per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli delle quali si ciberà; perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.
La donna più raffinata e delicata tra di voi, che per delicatezza e raffinatezza non si sarebbe provata a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio il proprio marito, il figlio e la figlia e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che deve ancora partorire, mancando di tutto durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.
Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio, allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.
[Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te. Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto. Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio.
Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi; sarete strappati dal suolo, che vai a prendere in possesso. Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino all'altra; là servirai altri dei, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dei di legno e di pietra. Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi; là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e angoscia di anima.
La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; temerai notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita. Alla mattina dirai: Se fosse sera! e alla sera dirai: Se fosse mattina!, a causa del timore che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno. Il Signore ti farà tornare in Egitto, per mezzo di navi, per una via della quale ti ho detto: Non dovrete più rivederla! e là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà.
Queste sono le parole dell'alleanza che il Signore ordinò a Mosè di stabilire con gli Israeliti nel paese di Moab, oltre l'alleanza che aveva stabilito con loro sull'Oreb.
Da libro del profeta Isaia 55,1-13: O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco l'ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà.
La mentalità religiosa e di fede è sicuramente quella dell’Antico Testamento. La verità invece contenuta nei passi riferiti travalica tempi e luoghi e raggiunge il cuore di ogni uomo. La verità è una sola: nella Parola di Dio osservata c’è la vita; nella parola dell’uomo non c’è vita, c’è solo morte, perché la vita è solo nella Volontà di Dio.
Possiamo leggere tutto questo anche trasferendolo nella mentalità di fede del Nuovo Testamento. La parabola del figliol prodigo riportata da Luca (cfr c. 15) ci dice quale morte si abbatte sul figlio che si allontana dalla casa del Padre. Leggiamo il passo centrale dove vengono descritte le due fasi: della morte – lontano da Dio; della vita - con il ritorno nella casa del Padre. (Cfr. Lc 15, 11-24):
“Disse ancora: Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Ognuno preghi il Signore perché gli dia l’intelligenza di scoprire la verità rivelata e nascosta in questa sua Parola. Le modalità storiche cambiano, le mentalità religiose si modificano, ciò che non cambia e non si modifica è la verità nascosta nella Parola di Dio.
Due verità devono essere affermate con sicurezza:
Chi cade dalla Parola non è nella vita.
Chi cade dalla Parola ritorna in vita nella conversione alla Parola.
Questa conversione è per dono di Dio, non per volontà dell’uomo.
Il dono di Dio è ridonato ascoltando la Parola della predicazione e pregando che Dio abbia misericordia di chi è caduto.
Si rimane nella Parola crescendo ogni giorno in ogni genere di frutti di Parola.
Anche la crescita è un dono di Dio che bisogna ottenere nella preghiera.
Tutto è grazia e tutto è dalla grazia e tutto è per grazia.
La grazia si accoglie e si fa fruttificare. Questo appartiene alla volontà dell’uomo.
Ultima puntualizzazione è questa: la benedizione è oggi nella Parola che Cristo Gesù ha fatto risuonare per noi, Parola che ci annunzia il suo mistero, che ci rivela la Sua Persona e la Sua Missione, che ci annunzia nella Sua morte e nella Sua risurrezione la nostra salvezza eterna.
Si compie così la promessa che Dio ha fatto ad Abramo, chiamandolo dalla Terra di Ur dei Caldei:
“Il Signore disse ad Abram: Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra. Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran” (cfr. Gn 12,1-4).
In te significa: nella Tua discendenza. La discendenza di Abramo è Cristo Gesù.
Ce lo dice Gesù stesso nel Vangelo secondo Giovanni:
“Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere? Rispose Gesù: Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E` nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò. Gli dissero allora i Giudei: Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo? Rispose loro Gesù: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono. Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio” (cfr. Gv 8,53-59).
Chi esce da questa visione di fede, nulla ha compreso dell’Antico Testamento, nulla comprende del Nuovo: la Parola di Cristo è la via della vita, perché in essa Dio ha posto la nostra benedizione. Chi vuole vivere, oggi lo potrà, ascoltando, convertendosi, credendo al Vangelo, compiendo ogni Parola che è uscita dalla bocca di Cristo Gesù.
Questo ci insegna Cristo Gesù nella parabola della Casa costruita sulla roccia, la roccia è la sua Parola:
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi” (Cfr. Mt 21-29).
Entra nel regno dei cieli colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli? Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica.
La “volontà del Padre mio” è la “Parola di Gesù Signore”. La Parola di Gesù Signore è oggi la benedizione di Dio per ogni uomo.
Questa è la verità che dona salvezza sulla terra e nel cielo.