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TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE

Fratelli santi. I cristiani sono fratelli santi perché santificati dal sangue di Cristo Gesù, dal suo sacrificio, dalla sua obbedienza. Sono santi perché resi partecipi della santità di Dio in Cristo Gesù, con il quale formano un solo corpo, una sola vita, ma anche una sola santità, a condizione che rimangano sempre nell’obbedienza alla parola di vita contenuta nel Vangelo. La santità battesimale deve divenire santità obbedienziale, compimento perfetto di ogni Parola del Vangelo. È questo il cammino del cristiano e deve compierlo fino all’ultimo giorno della sua vita. Niente di ciò che è Vangelo deve essere tralasciato da lui. Tutto invece deve essere operato per una crescita in santità sempre più grande, sempre più carica di frutti di vera fede, carità e speranza.
Vocazione celeste. La vocazione è celeste perché viene dal Cielo, da Dio. Ma anche perché ci chiama al Cielo, a Dio. Non è l’uomo che si dona la vocazione. Se è l’uomo a donarsi la vocazione, questa non è vocazione. La vocazione può venire solo dal Signore. Solo Lui può stabilire di una vita perché ogni vita è sua. Se Lui è il solo Signore di ogni vita ciò significa che ogni vita gli appartiene, è sua e Lui può fare ciò che vuole e per questo chiama. Il cristiano è chiamato dal cielo per andare al cielo. Questa la sua vocazione primaria. Le altre vocazioni sono tutte in funzione di questa e senza questa le altre vocazioni sono senza finalità.
Gesù apostolo e sommo sacerdote della fede. Gesù è apostolo della fede perché Lui è la Parola della Fede e l’Annunciatore di essa. Lui è disceso dal Cielo per rivelarci tutta la volontà del Padre, ma anche per insegnarci come concretamente si obbedisce al Padre. Della fede è anche sommo sacerdote perché è proprio del sacerdote formare il popolo del Signore nella conoscenza della Parola di Dio. Cristo è la Parola del Padre, dona la Parola, sulla Parola ammaestra, la Parola insegna, spiega, annunzia, dona, predica. Il sacerdote è l’uomo della Parola e non soltanto della grazia. È l’uomo della grazia e della verità. È l’uomo della fede. Lui è insieme fede e via della fede. È Lui la Parola della fede e dona se stesso come unica Parola della fede, per ogni uomo di ogni tempo e luogo. Chi non crede in Lui, rimane escluso in eterno dalla fede. Chi abbandona Lui, abbandona semplicemente la via della salvezza. Altre vie non esistono. Altre vie sono state costituite dagli uomini, ma non da Dio. Dio ha costituito quest’unica e sola via.
L’uomo si comprende comprendendo Cristo. Cristo è l’Uomo vero. La verità dell’uomo è Lui. Chi vuole conoscere secondo verità chi è l’uomo, deve necessariamente conoscere Cristo. Chi conosce Cristo secondo verità, conosce se stesso secondo verità. Chi non conosce Cristo neanche si conosce. Ogni conoscenza che lui produce di se stesso è una conoscenza o incompleta, o erronea, o falsa, o ambigua, o semplicemente nulla. Questa verità ci dice quanto sia urgente dare Cristo al mondo intero affinché ogni uomo possa conoscere se stesso, conoscendo il mistero di Gesù Signore. Questa verità ci insegna anche che a nulla serve dare la grazia se si omette di dare la retta, santa, giusta conoscenza di Gesù Signore. Il mistero dell’uomo è tutto racchiuso nel mistero di Cristo. È il mistero di Cristo che ogni uomo è chiamato a realizzare, se vuole realizzare se stesso secondo verità.
La comprensione della verità è dalla crescita in grazia. Ogni vera comprensione del mistero di Cristo, della sua verità è per dono dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo opera nello stato di grazia dell’uomo. Più l’uomo cresce in grazia, più si eleva in santità, più dona spazio allo Spirito del Signore perché lo faccia crescere nella conoscenza del mistero di Cristo Gesù. Ogni peccato, ogni vizio, anche il più piccolo, ogni imperfezione limita l’azione dello Spirito Santo e Questi non può operare secondo l’immensità divina della sua azione. Ogni peccato, ogni vizio, ogni imperfezione diviene nell’uomo un ostacolo affinché possa consegnarsi interamente allo Spirito del Signore che deve formare Cristo e la sua verità in lui.
Il problema cristologico si fa teologico: è Dio che costituisce. La questione è stata già accennata. Chi è fonte di tutto è Dio Padre. Chi opera tutto è Dio Padre. Chi vuole tutto è Dio Padre. Cristo Gesù è dal Padre. È dal Padre nell’eternità ed è dal Padre nel tempo; è dal Padre nel suo essere divino ed anche nella sua missione terrena. Se è dal Padre, tutto diviene e si fa questione teologica. Non c’è Dio e poi Cristo che si dice inviato di Dio. È Dio stesso che “dice” il Suo Figlio. Lo “dice” nell’eternità, generandolo; lo “dice” nel tempo, indicandolo come il Suo Messia, il Figlio Suo Diletto, Colui nel quale Egli si è compiaciuto. La nostra fede non è quindi in Cristo, è nel Padre che ci dona Cristo. Chi non crede in Cristo, non crede semplicemente in Dio che ci dona Cristo, che costituisce Cristo proclamandolo suo Figlio diletto.
Il sacerdote: insegnante prima, offerente dopo. Tutto nella nostra fede è finalizzato al compimento della volontà del Padre. È il compimento della volontà del Padre la nostra salvezza. È il compimento della volontà del Padre la vera adorazione, la vera glorificazione di Dio. Il Sacerdote è il ministro della Parola. In quanto ministro della Parola è anche ministro della grazia. Diviene ministro della grazia, producendo un frutto di grazia vivendo tutta la Parola. Cristo Gesù ci ha salvato per aver vissuto tutta la volontà del Padre. La grazia che ci dona salvezza è il suo perfetto compimento della volontà del Padre. La grazia è il frutto dell’obbedienza. L’obbedienza è la vita secondo la Parola. Il sacerdote dona la Parola, vive la Parola, insegna la Parola, si fa ministro di grazia per il mondo intero. Si dona come frutto di grazia per i suoi fratelli. Non vedere la grazia come il frutto dell’obbedienza e l’obbedienza come la vita secondo la Parola è il più grande oscuramento della nostra fede.
Fedele e uomo di fiducia. Gesù è fedele al Padre perché compie in ogni cosa solo la volontà del Padre. È l’uomo di fiducia di tutta la casa di Dio, perché a Lui il Signore Dio gli ha affidato l’opera della salvezza. Lui è il testimone fedele del Padre: è fedele nell’obbedienza; è fedele nel servizio; è fedele nella custodia della casa della salvezza del Padre. In Lui il Padre si compiace, perché egli agisce in tutto secondo la Sua Volontà.
Mosè servo. Cristo Signore, Servo e Costruttore. Per rapporto a Dio, Mosè è servo nella Casa del Padre. Cristo Signore invece è Servo e Costruttore. È Lui l’Autore della Casa della salvezza, ma anche Colui che serve questa Casa compiendo la salvezza a beneficio del mondo intero. Mosè è in funzione di Cristo. Egli è servo in vista di Cristo. Fermarsi a Mosè e non passare a Cristo, è fermarsi a colui che vive tutto in funzione di Cristo, che opera in vista di Cristo, il solo cui il Signore Dio ha affidato la Costruzione della Casa della salvezza del mondo. Fermarsi a Mosè è rimanere fuori di questa Casa di salvezza. Mosè è l’Antico Testamento, è la Legge. L’Antico Testamento non è la Casa della Salvezza di Dio. L’Antico Testamento guarda a Cristo e lo attende come il suo vero compimento, la sua vera perfezione.
Dio costruttore di tutto. L’asse della coscienza si sposta da Cristo a Dio. Mosè è stato costituito da Dio. Anche Cristo è stato costituito da Dio. L’uno però è servo, mentre Cristo è Figlio e Autore della Salvezza, costruttore della Casa della salvezza di Dio. Chi vuole conoscere Cristo secondo verità, deve partire da ciò che Dio ha fatto di Lui. Ciò che Dio ha fatto di Lui è tutto scritto nell’Antico Testamento. Tutto l’Antico Testamento parla di Cristo, annunzia Cristo, vede Cristo. L'Antico Testamento non è di Cristo, è del Padre, è di Dio. Se Cristo è il vero frutto di Dio, chi non riconosce questo vero frutto, non riconosce neanche l’Autore del frutto. La verità di Dio conduce alla verità di Cristo, la verità di Cristo necessariamente deve portare alla verità di Dio. Chi non riconosce Cristo, non riconosce l’Autore di Cristo. Il suo Dio non è il vero Dio, perché il vero Dio è l’Autore di Cristo, è il Padre di Cristo, è colui che ha costituito Cristo e lo ha inviato nel mondo. Cristo è dal Padre sempre nel cielo e sulla terra, nell’essere e nella missione.
Relazione tra mistero, verità, volontà, intelligenza. Il mistero viene rivelato, annunziato, proclamato, predicato. Il mistero è portatore di una verità eterna che riguarda direttamente Dio e l’uomo, fatto ad immagine e a somiglianza del suo Dio e Signore. La verità è affidata all’intelligenza perché ne penetri la profondità, l’altezza e la larghezza, per quanto è consentito ad una creatura. L’intelligenza affida la verità compresa alla volontà perché la realizzi nella propria vita, faccia della verità conosciuta la propria esistenza . È questo un processo che deve durare per tutta la vita. Mai deve essere interrotto. Chi lo interrompe, interrompe la vita di se stesso e del mondo intero.
Metodologia: dalla Scrittura a Cristo. La Scrittura Antica invita a guardare oltre se stessa. La Scrittura Antica non è fine a se stessa. Essa è tutta finalizzata, orientata al dono di Cristo. Chi la legge con spirito di libertà, di sicuro troverà in essa Cristo, a Cristo passerà. Se la Scrittura Antica dona Cristo, non passare a Cristo sarebbe la più grande forma di tradimento di essa. La si dichiarerebbe semplicemente falsa. Tutti coloro che si fermano all’Antico Testamento senza passare a Cristo, non si fermano al Dio che esso contiene, al vero Dio che indica Cristo e ce lo dona. Tutti costoro sono falsi lettori di esso. Cristo è il fine della Scrittura Antica. Privare un’opera del suo fine, è dichiararla semplicemente inutile, vana, sterile, inoperosa. Questa Scrittura semplicemente non serve.
Cristo Figlio nella Casa. La Casa siamo noi. Viene ribadita la differenza tra Cristo e Mosè in ordine alla Casa di Dio. Cristo è il Figlio, Mosè è il servo. Mosè indica Cristo, guarda a Cristo, prepara la strada a Cristo. Anche Lui attende la salvezza dal Figlio, anche Lui è servo di quella Casa nella quale Cristo solo è il Figlio del Padre. La Casa di Dio siamo noi. La Casa di Dio sono tutti coloro che attraverso la fede si aprono a Cristo e vivono secondo la sua Parola. In questa Casa si entra per la fede in Cristo, si rimane per la fede in Cristo, si progredisce per la fede in Cristo.
Conservare la speranza e la libertà. Si è nella Casa di Cristo se si conserva la speranza e la libertà. La speranza riguarda la salvezza piena che Cristo ci ha portato e che si compirà per noi in Paradiso. La libertà invece è la fede piena nella sua Parola. Senza la Parola di Cristo accolta e vissuta non c’è né speranza e né libertà. Si conserva la speranza e la libertà mantenendo ferma la nostra professione di fede, senza vacillare in essa.
Il cuore perverso e senza fede. Il cuore è perverso e senza fede, quando abbandona la via di Cristo e della sua Parola e si attacca all’Antica Scrittura, a Mosè. Si rinnega Cristo, per fermarsi a Colui che ci indica Cristo, ma senza il Cristo che Lui, Mosè, ci indica. Chi fa questo manifesta al mondo semplicemente che il suo cuore è perverso e senza fede.
Cosa è in verità l’idolatria? L’idolatria è: il non passaggio dalla Legge alla Grazia e alla Verità di Gesù. Il non passaggio dalla dottrina alla Parola. Essere fuori del Cristo Vivente. Ogni forma di teismo. Ogni religione che non professa la Beata Trinità e l’Incarnazione del Verbo della vita. Ogni indurimento che nasce dal peccato. Tutto questo è idolatria perché è esclusione di Cristo e della sua Parola come unica via di salvezza, di redenzione, di giustificazione, di santificazione per il mondo intero. È idolatria ogni vanità di pensiero e di opera. Anche la teologia rischia di essere opera di idolatria, se chiude se stessa nei suoi sistemi e non si apre alla perenne novità dello Spirito Santo, che guida la Chiesa verso la verità tutta intera.
Esortazione: tutti verso tutti. La fede nasce, cresce, si purifica, produce veri frutti di salvezza se essa viene portata avanti da un’azione corale. Tutti sono responsabili della fede di tutti. Se uno solo si assopisce, interrompe l’opera della sua responsabilità, il cammino della fede si arresta, si interrompe e molti ritornano nel buio, nelle tenebre, nel peccato.
Quanto dura l’oggi della grazia divina? Da parte di Dio durerà fino alla consumazione del mondo. Da parte dell’uomo finisce l’oggi della grazia nello stesso momento in cui cade nel peccato contro lo Spirito Santo. Questa verità deve essere per tutti un severo monito a non lasciare cadere invano la grazia di Dio. Chi non accoglie con prontezza la grazia del Signore, indebolisce la propria natura e questa andando di peccato in peccato, potrebbe anche giungere al peccato contro lo Spirito Santo ed è la fine della sua salvezza.
Partecipi di Cristo. È questa la più grande grazia della salvezza. Dio ci ha elevato alla grande dignità di renderci partecipi di Cristo, della sua vita, dei suoi doni, della sua verità, della sua grazia, della sua morte, della sua risurrezione, della sua eternità. Lui ci ha fatto una cosa sola in Cristo, ci ha fatto suo corpo. In Lui ci ha fatti anche suoi figli di adozione. In Lui ci dona l’eredità eterna. A causa di questa partecipazione di Cristo, la questione della santità non è più morale, ma ontologica. Siamo chiamati a divenire Cristo. Siamo Cristo. Viviamo la vita di Cristo. Cristo e noi, noi in Cristo, Cristo in noi siamo una sola vita. Non due vite, ma una sola vita. Questa sola vita deve essere santa, perché Cristo è santo.
Saldi nella fiducia dell’inizio. La fede è sempre esposta a tentazione. Ognuno è chiamato a conservare integra, pura la fiducia riposta in Cristo fin dall’inizio, quando è divenuto credente. Può conservare integra e pura questa fiducia, può essere saldo in essa, chi quotidianamente cresce nella conoscenza della verità di Cristo e si irrobustisce nella grazia. Quando vi è perdita di fiducia, quando non si è più saldi in essa, è il segno che si è caduti dalla grazia e dalla conoscenza. Si è interrotto il cammino della crescita e il vento del male sta per sradicarci dalla fonte della nostra salvezza. Chi vuole restare ancorato a Cristo, deve crescere in Cristo, nella sua grazia e nella sua verità. Questa è la legge della fede e della vita. Questa legge mai potrà essere disattesa. Chi la disattende inesorabilmente cade, si perde.
Il Figlio è la Parola di Dio. Il Figlio è la Parola ultima, definitiva di Dio in ordine alla fede e alla salvezza dell’umanità intera. Da puntualizzare: il Figlio non è Parola di salvezza accanto all’altra Parola, quella che Dio ha proferito nell’Antico Testamento, o in concomitanza con essa. Il Figlio è la Parola eterna di Dio. Dio non parla se non per indicarci il Figlio, non ci parla se non attraverso il Figlio, non ha altra parola da dirci se non il suo Figlio diletto. La conclusione non può essere che una sola: Chi esclude il Figlio, si esclude dalla Parola di Dio. Senza il Figlio, Dio per lui è muto. Senza il Figlio, chi adora Dio, adora un Dio muto. Questa è vera idolatria. La vita di Dio è nella Parola di Dio che è Cristo Gesù. Questa è la verità eterna della nostra fede.
Salva la Parola detta oggi. Oggi il Signore parla. Oggi si deve ascoltare. Si deve ascoltare oggi, perché oggi il Signore manifesta la sua volontà. Il mistero è uno. Il mistero è Dio. La Parola ci manifesta la volontà di Dio. Ci dice come il Signore vuole che ognuno di noi storicamente compia il mistero, lo realizzi nella sua vita. Il mistero da realizzare è uno. Le vie e i modi sono tanti, molti. La salvezza diviene così compimento del mistero secondo la volontà attuale di Dio sulla singola persona. Il cristiano deve per questo preparare il suo cuore, la sua mente, la sua volontà, il suo spirito ad ascoltare il Signore che parla. Raggiunge la perfetta santità chi è capace di ascoltare il Signore e di mettere in pratica ogni sua Parola, ogni manifestazione della sua volontà.
La Parola dono attuale di Dio. La verità dono attuale dello Spirito Santo. La Parola diviene così dono attuale di Dio. Dono fatto alla persona in un tempo determinato per una realizzazione della divina volontà secondo indicazioni puntuali, precise. La Parola del Signore, portatrice di una verità eterna viene resa comprensibile alla nostra intelligenza dallo Spirito Santo, che ci conduce verso la verità tutta intera. Verità tutta intera nella comprensione dell’unico mistero, ma anche verità tutta intera della Parola del Signore che nel corso della storia ci manifesta la divina volontà da attuare e da realizzare.
L’oggi di Cristo è l’oggi dello Spirito Santo. L’oggi di Cristo è l’oggi dello Spirito Santo perché è lo Spirito Santo che ci dona la comprensione sia del mistero di Dio che di ogni parola storica che ci guida verso la sua realizzazione nella vita personale di ogni singolo credente. Senza lo Spirito Santo non c’è vera comprensione e l’uomo rimane ancorato ad un passato che non è la sua vita. Perché lo Spirito ci guidi e ci conduca di verità in verità è necessario che noi lo invochiamo, ma anche che viviamo in perenne stato di grazia santificante. La santità è il cammino del credente nella perenne attualità dello Spirito del Signore.