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La Chiesa una dalle molte figlie, sorelle tra di loro. La Chiesa è una e indivisibile. Questa Chiesa una ha però molte figlie. Tutte costoro pur portando il nome di Chiesa, non sono la Chiesa, sono tra di loro sorelle, ma tutte figlie dell’unica Chiesa. La Chiesa intera vive in loro facendo sì che tutte siano pari tra di loro. Anche questo è il mistero della Chiesa una che interamente vive in ogni sua figlia, o Chiesa locale, senza però che alcuna la possa esaurire totalmente in sé. È tutta in loro, ma anche tutta fuori di loro, senza potersi identificare con nessuna di loro. Essa le trascende tutte, ma in tutte si incarna e vive.

CONCLUSIONE


Dalla lettura di questa Seconda Lettera dell’Apostolo Giovanni è manifestata in tutta evidenza la via che deve percorrere ogni comunità, se vuole essere e rimanere fedele a Cristo Gesù.

La fedeltà a Cristo è necessaria alla comunità affinché essa sia fedele all’uomo, cui deve sempre annunziare e manifestare la via della salvezza.

Questa via di fedeltà, di testimonianza, di vera sequela può essere sintetizzata in alcuni principi essenziali. Eccoli:

L’amore è la vita di ogni comunità cristiana. Cristo Gesù è venuto sulla nostra terra per manifestare ad ogni uomo come concretamente si ama, come realmente si deve relazionare con Dio e con i fratelli.

L’amore che ognuno è chiamato a vivere non è mai qualcosa fuori della persona. L’amore è la stessa persona. L’amore è la persona che si fa dono a Dio, perché Dio ne faccia dono, secondo la sua volontà, agli uomini.

L’amore, attraverso il quale ogni discepolo di Gesù si fa dono a Dio e da Dio viene fatto dono per il mondo intero, è la vita di ogni comunità cristiana.

Vive quella comunità nella quale ogni suo figlio sa e vuole lasciarsi fare un dono di amore. Non vive quella comunità nella quale i suoi figli rifiutano, ritardano, si pongono fuori di questo dono di amore.

Il Presbitero è il custode attento e solerte di questo amore. Chi deve vigilare affinché nella comunità si viva questo amore è il Presbitero, o l’Apostolo del Signore.

Il Presbitero, o l’Apostolo del Signore, deve agire con una doppia azione. Deve vigilare con somma attenzione, con cura solerte, saggia, intelligente, ininterrotta, circospetta, puntuale, affinché nessuna impurità venga ad introdursi nell’amore di Cristo in seno a tutta la Comunità cristiana.

Inoltre egli è stato anche rivestito del mandato si lasciarsi guidare dallo Spirito Santo verso la verità tutta intera. Man mano che lo Spirito Santo guida lui verso la verità tutta intera dell’amore di Cristo Gesù, in questa verità piena deve anche introdurre la comunità.

Dal ministero del Presbitero, o dell’Apostolo, è la vita della Comunità. Chi si pone fuori del ministero del Presbitero, chi rifiuta questo ministero, o se il Presbitero stesso si lascia fuorviare dalla tentazione e cade lui stesso nella falsità, la Comunità ne subirà un grave danno, un danno irreparabile.

L’amore è dal comandamento nuovo. L’amore che deve essere la vita della comunità e nel quale deve eccellere il Presbitero, o l’Apostolo, non è un amore qualsiasi, voluto e pensato dall’uomo, stabilito e deciso da lui. L’amore che deve guidare la comunità non viene da decisione umana, terrena. Né il Presbitero, né altra persona nella Comunità possiedono un tale potere: di decidere l’amore che li deve animare, che deve animare loro stessi e gli altri.

Questo amore è stabilito fin dall’eternità nel Cielo, è da Dio. Dio lo ha manifestato interamente in Cristo Gesù, attraverso il comandamento nuovo che Lui stesso ci ha donato.

È il comandamento nuovo la Legge dell’amore cristiano. È il comandamento nuovo la via sulla quale la Comunità di Cristo Gesù deve sempre incamminarsi, progredire, avanÿÿre vÿÿso la pienezÿÿ, la totalità, la perfezione.

ÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿmento nuovo è quello di Cristo Gesù. Il comandamento nuovo è solo quello di Cristo Gesù nella forma e nell’essenza secondo le quali lo ha insegnato e vissuto Gesù Signore.

Cristo Gesù è il modello perenne, eterno di questo amore. Nessuno, se vuole amare secondo verità, giustizia, santità, si deve distaccare da questo unico e solo modello.

È la Croce la sintesi perfetta di esso. È il Crocifisso il modello insuperabile di come realmente, effettivamente si ama.

Chi vuole imparare come si ama secondo pienezza di verità, di santità, o semplicemente come si ama secondo Dio, deve iniziare a studiare Cristo Gesù. Il libro eterno per lo studio di Gesù Signore è quello della Croce.

Il comandamento nuovo è la Parola di Cristo Gesù. Questo libro che è la croce lo si legge lasciandosi aiutare dalla Parola dello stesso Cristo Gesù.

Così, allo stesso tempo, Gesù è il Libro da studiare e il Maestro che ci guida nello studio, nella comprensione, nell’intelligenza del suo mistero di amore.

Il Vangelo, la Parola di Gesù è l’interpretazione eterna, stabile, immortale, per i secoli dei secoli, del comandamento nuovo dell’amore.

Nessuno, se vuole amare secondo la forma e l’essenza di Cristo, può prescindere dalla Parola del Vangelo.

La Parola del Vangelo deve essere il punto di riferimento perenne, mai modificabile, mai da cambiare, mai da abbandonare. Chi abbandona il Vangelo, perde immediatamente la chiave di interpretazione e di comprensione del mistero di Cristo Gesù.

Una Comunità cristiana che desidera, brama amare secondo la forma e l’essenza di Gesù Signore, deve fare del Vangelo l’unico libro dal quale sempre partire, l’unico libro al quale sempre ritornare per la verifica della verità del comandamento nuovo che essa è chiamata a vivere e a mostrare come si vive al mondo intero.

La tentazione di ogni comunità: separarsi da Cristo Gesù. C’è però una tentazione sempre presente, pronta, in posizione di attacco, mai in stato di sonno, dalle diverse forme: nascosta, invadente, palese, subdola, silenziosa, eclatante, di protesta, di lamento, di scontento, di critica, di mormorazione, di falsità, di inganno, di minaccia, il cui scopo è uno solo: separare il cristiano da Cristo, separare la comunità da Cristo.

Quando si compie questa separazione è la fine della Comunità cristiana. Essa non è più nel mondo segno e presenza di Cristo Gesù.

Essa non è più strumento, o sacramento della salvezza operata da Gesù Signore.

Questa separazione si compie in un modo semplice. È sufficiente che essa si separi dal Presbitero per non essere comunità di Cristo Gesù.

È sufficiente che si affermi di seguire Dio, e non più Cristo Gesù, perché non si è più comunità del Signore Gesù.

Cristo Gesù, il Presbitero, Dio sono una sola verità in ordine alla Comunità. La separazione di questa unità, la scelta di uno a discapito degli altri, è porsi fuori della comunità di Gesù Signore.

Dio è nella dottrina di Cristo. Dio si è posto tutto in Cristo Gesù. Chi non ha Cristo, non ha Dio, perché la dottrina di Dio è quella di Cristo Gesù.

Non ci sono due dottrine di salvezza, autonome, in parallelo, che l’uomo può scegliere indifferentemente.

C’è una sola dottrina di Dio, una sola salvezza di Dio, una sola Parola di Dio, una sola Rivelazione di Dio.

Dottrina, salvezza, Parola, Rivelazione di Dio sono quelle di Cristo Gesù.

Cristo Gesù e Dio sono una unità perfettissima, inseparabile, indivisibile in eterno. Chi divide e separa, non possiede né Cristo e né Dio. È senza Dio chi decide di essere senza Cristo.

È senza la salvezza di Dio chi rifiuta la dottrina di Dio che è tutta in Cristo Gesù.

Dio è nella verità di Cristo. La dottrina di Dio che è dottrina di Cristo Gesù ha un contenuto di verità eterna.

È Cristo la verità della dottrina di Dio. È Cristo non solo la rivelazione della verità di Dio, ma è Lui stesso la verità di Dio, del Padre.

Rifiutare la verità di Cristo, abbandonare Cristo verità di Dio, è non possedere Dio. Il Dio nel quale si dice di credere è un parto della nostra mente, un frutto di pensieri umani, anche se rivestiti di parole di Vangelo.

Chi vuole conoscere chi è Dio nella sua divina essenza, nella sua eterna verità, nella sua natura divina, nel suo amore per gli uomini deve conoscere Cristo, perché è Cristo l’eterna verità del Padre. Cristo è la visibilità della verità del Padre, oltre che il dono della verità di Dio. Questa unità, o unicità di verità, è il fondamento della verità cristiana. Senza questo fondamento, non c’è cristianesimo.

Dio è nella vita di Cristo. Cristo Gesù è anche la vita del Padre. Chi vuole avere la vita del Padre non solo deve attingerla in Cristo Gesù, deve attingere Cristo, deve divenire con lui una cosa sola, perché in Cristo è la vita del Padre, ma anche Cristo è la vita del Padre.

È la vita nell’eternità e nel tempo. È la vita della conversione, della rigenerazione, della santificazione. È la vita dell’inizio e della fine. È anche la vita che inizia in noi ma che mai finirà.

Anche questa è verità che deve fissarsi nel nostro cuore, scrivendola con caratteri indelebili. Da questa unità è la nostra salvezza, la nostra eternità.

Cristo è regola unica di discernimento. Così Cristo Gesù è l’unica regola di discernimento della verità, o della falsità che si professa sul Padre, su Dio. Chi non ha la verità di Cristo non possiede Dio. Ma anche chi non possiede la vita di Cristo, non ha in sé la vita di Dio. Senza Cristo si è nella morte.

È questo il grande mistero che deve essere conservato intatto in ogni cuore, in ogni comunità, fino alla consumazione dei secoli.

Ma può questo mistero essere conservato intatto? È conservato intatto se:

Il Presbitero esercita secondo pienezza di verità e di santità il ministero della mediazione di grazia e di verità di Dio e di Cristo. Tutto è dal ministero del Presbitero. Se Lui esercita bene, secondo la volontà di Cristo, nella forma di Cristo, il suo ministero di mediazione nella verità e nella grazia, la comunità si conserva nella verità, nella dottrina, nella vita di Dio che è in Cristo Gesù.

Se invece il Presbitero si abbandona lui stesso alla falsità, oppure la comunità cristiana si distacca dalla sua mediazione, la comunità è simile ad un ramo reciso dal suo tronco. È un ramo senza vita. Questa sarà la sorte inesorabile di chiunque o per sua colpa, o per colpa altrui, viene a trovarsi senza la mediazione di verità e di grazia del Presbitero.

La Vergine Maria, Madre della Redenzione, vigili con la sua solerte attenzione e cura affinché mai la comunità si separi dal Presbitero, mai il Presbitero si separi da Cristo e dalla pienezza della sua grazia e verità.

Cristo Gesù, Pastore supremo del gregge del Padre, susciti nella Chiesa Presbiteri fedeli alla sua verità, dottrina e Parola, perché le Comunità che portano il suo nome, rimangano sempre unite vitalmente al ramo, dal quale ricevere ogni vita di grazia e di verità.

 

COMMENTO A CURA DEL MOVIMENTO APOSTOLICO

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