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Capitolo 3: METAFISICHE CRITICABILI


1. Non c’è certezza nella scienza.

2. La ragione in etica può fare molto, ma non può fondare i valori ultimi.

3. Non esiste la legittimazione assoluta di una teoria politica, la società è aperta e non perfetta.

4. Ogni azione porta con sé conseguenze inintenzionali, dunque il futuro non può essere progettato.

La storia della filosofia è la storia di affermazioni e teorie ritenute vere, come verificare ciò? Esse sono estranee alla verifica dei fatti delle teorie scientifiche.

Ma spesso sono le idee metafisiche (realismo, l’ordine, comprensibilità del mondo, atomismo, meccanicismo, evoluzionismo etc.) a guidare la ricerca scientifica.

Queste idee sono nell’ambito del possibilmente vero che non coincide con il fattualmente controllabile, l’anti-metafisicità del neopositivismo è ormai scomparsa.

Queste teorie metafisiche ci informano sulla realtà pur non essendo teorie scientifiche, ma come verificarle?

Se non c’è una verifica dei fatti le teorie metafisiche sono infalsificabili (sono non scientifiche e quindi non falsificabili) e sono comunque teorie razionali, perciò la razionalità non si esaurisce con le teorie scientifiche.

Mentre allora la razionalità delle teorie scientifiche consiste nella loro confutabilità fattuale, la razionalità delle teorie metafisiche consiste nella loro criticabilità.

Ogni teoria mira a risolvere dei problemi così si verifica come una teoria metafisica lo faccia (Popper), da qui una necessaria e continua criticità: pancriticismo (Bartley).

Per esempio il marxismo (con il suo impianto del materialismo storico e materialismo dialettico) è una teoria razionale perché è possibile criticarla, se sia valida o no lo stabilisce la forza delle critiche, così è per il giusnaturalismo, per l’idealismo, per lo storicismo che pretendeva di aver colto le regole dello sviluppo della storia umana.

Perciò “dobbiamo tentare di dissentire su ogni teoria scientifica e filosofica e proporre alternative, giacché nella scienza e nella filosofia nessuno è infallibile e nulla vi è di infallibile” (64).

Inoltre vi possono essere teorie metafisiche indecidibili a partire da determinati presupposi.

Per esempio partendo dalla convinzione kantiana che il principio dei causalità valga solo per i fenomeni, per l’immanenza, si conclude che l’esistenza di Dio non è possibile in questo modo, dato che Dio è trascendente, allo stesso modo anche l’ateismo, come appunto il teismo, è una teoria metafisica razionalmente indecidibile.

Questa situazione apre lo spazio della fede, Kant afferma nella prefazione alla seconda ed. della Critica alla ragion pura di aver qui soppresso il sapere per sostituirlo con la fede.