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Capitolo 11: CATTOLICI ANTI-KANTIANI CONTRO CATTOLICI KANTIANI: COME Kant DIVISE IL MONDO CATTOLICO TEDESCO


E’ vero che la Critica della ragion pura nega la possibilità di una dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio, ma è anche vero che essa nega che si possa dimostrare la sua non esistenza.

Dunque quel testo può essere usato contro l’ateismo e le pretese razionali dei negatori della fede.

Nel 1788 era uscito l’Anti-Kant del gesuita Benedikt Stattler che liquida Kant come distruttore della fede, pasticcione ciarlatano e pericolo per la fede.

Peter Miotti, Uber Falschheit und Gottlosigkeit des kantischen Systems, Vienna, 1801: il sistema di Kant è un astuto tessuto di falsi principi, è un dogmatico perché costruisce il suo sapere su presupposti che ritiene veri a priori (forme dell’intelletto, categorie etc.) e che invece sono campati in aria e annientano la religione.

Joseph Weber, sacerdote cattolico, matematico e fisico Versuch die harten Urtheile uber die kantische Philosophie zu mildern, Wurzburg, 1793, scritto in favore di Kant la cui filosofia non contiene tutti quei pericolosi principi per la fede che qualcuno aveva creduto di trovare.

Così per Weber il pensiero di Kant è il miglior supporto e difesa della verità religiosa e della moralità.

L’impianto kantiano meglio di tutto fa vedere come la fede sia esigita dalla ragione e sia soggettivamente necessaria.

Weber finì però condannato e dovette rinnegare Kant.

Andreas Metz, cattolico, Kurze und deutliche Darstellung des kantidchen Systems, Bamberg, 1795, scritto in favore di Kant, la sua filosofia costituisce la migliore difesa della fede cristiana.

Sebastian Mutschelle, gesuita, professore di teologia morale a Monaco, Philosophische Gedanken und Abhandlungen, meist moralischen Inhalts, auch mit Rucksicht auf Kritische Philosophie, Pest, 1791-1792. Scritto in favore di Kant e sottolineatura della uguaglianza dell’insegnamento evangelico dell’amore del prossimo e di quello dell’imperativo categorico.

Nel complesso l’attacco contro i filokantiani cattolici tedeschi fu però tale che la loro posizione risulta dimenticata nelle storie della filosofia.

Nel nostro secolo una ripresa kantiani si ebbe con E. Przywara, B. Lotz e J. Marechal.


Capitolo 12: IL PROGRAMMA DI MATERN Reuss e dei cattolici kantiani tedeschi: una eredita’ di cui vergognarsi o un tesoro da riscoprire ?


Il senso di una ripresa oggi della questione è fondamentale nel rapporto tra fede e ragione.

La ragione forte che dimostra i fondamenti della fede, garantisce la fede ?

la ripresa di un Kant liberato dagli eccessi, propone una ragione debole che però no rigetta la razionalità della fede basata non su una prova certo, ma sull’esigenza della fede per una vita sensata, che eviti l’assurdo, che risponda all’esigenza di assoluto.

Si deve stabilire se la scelta prioritaria della scolastica contro Kant abbia senso ancor oggi, se la fede debba essere legata ad una filosofia particolare.

La ripresa di Kant oggi riterrebbe conquista l’aver posto dei limiti alla ragione e valida la via della morale per cogliere l’esistenza di Dio.

Limitando la ragione si costruisce uno spazio per la fede, si distruggono le pretese razionali dell’ateismo e del materialismo, si propone la riflessione morale come preminente sulla riflessione teorica, qui inconcludente in quanto limitata dai sensi.

La soluzione è che “dobbiamo postulare Dio se non volgiamo che la vita dei singoli, l’intera storia umana e lo stesso universo fisico piombino nell’assurdo” (192).

La critica a Kant al soggettivismo, per Antiseri, non regge dopo che la ragione ha rinunciato ad una teoria metafisica certa, visto che le teorie sono razionali se sono criticabili.

Il Kant mal compreso e il dopo-Kant (metafisiche idealistiche che praticano l’abuso sistematico della ragione) non si possono accettare.

E allora la fede ha bisogno della ragione forte, essa si fonda su Aristotele o su Cristo?

Davvero il cristianesimo è una favola se prima non si è dimostrata l’esistenza di Dio e dell’immortalità dell’anima?

Non è difendibile apologeticamente senza questi supporti?


Parte quinta: DOMANDA METAFISICA E RISPOSTE RELIGIOSE: COME LA RAGIONE APRE ALLA FEDE


Capitolo 13: MAURICE CLAVEL E LA VIA REGALE DI Kant


Il compito oggi razionale e possibile di una filosofia è quello di prepararci ed essere disponibili all’apparizione di Dio, la filosofia ci porta al bivio oltre il quale si sceglie: o con Dio o contro Dio, la ragione non può essere ambasciatrice dell’al di là, e neppure della sua negazione, queste sono questioni di fede.

Clavel: la fede non è sapere, esclude il sapere metafisico, possiamo conoscere Dio solo attraverso Dio, la rivelazione esclude una filosofia cristiana.

Così per Clavel la filosofia deve liberare gli uomini da tutti gli errori della cultura, e ciò fece mirabilmente Kant (Kierkegaard: la via regale di Kant) che non parlò di uno Sconosciuto, ma di un Inconoscibile per la ragione e comprensibile per altra via (la fede).

Dunque bisogna passare per il fideismo, come fece Abramo, la fede per essere tale necessita di un salto, di un salto assoluto.

Il problema di Lessing è la questione del rapporto tra un fatto storico-contingente ed un qualcosa di assoluto, tra tempo ed eternità, per cui una verità storica non può essere prova di una verità eterna.

Il cristianesimo è paradosso perché fa il salto tra le due dimensioni nell’incarnazione (Kierkegaard), il problema di Lessing si risolve solo nella fede (la fede in un Dio incarnato in un uomo, Dio in un fatto storico), davanti a Dio, al momento della scelta siamo tutti uguali, tutti ignoranti.

“La scienza che vuol provare Dio è ipocrita e la scienza che lo vuol negare si illude” (207).

Ha fallito chi, come Hegel ha cercato di adattare il cristianesimo alla filosofia.