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Annalena Tonelli

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Annalena Tonelli (Forlì2 aprile 1943 – Borama5 ottobre 2003) è stata una missionaria italiana cattolica. Fu insignita dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati del prestigioso premio Nansen per l'assistenza ai profughi (Nansen Refugee Award), il 25 giugno 2003[1]. Spese circa trentatré anni della sua vita come volontaria in Africa prima di venir uccisa il 5 ottobre 2003 da un commando islamico nel centro assistenziale che dirigeva in Somalia.

Nata a Forlì nel 1943, dopo il liceo classico e la laurea in giurisprudenza, e dopo "sei anni di servizio ai poveri di uno dei bassifondi della mia città natale, ai bambini del brefotrofio, alle bambine con disabilità mentale e vittime di grossi traumi di una casa-famiglia"[2], nel 1969 la venticinquenne Annalena Tonelli si sposta in Africa grazie alle attività del Comitato per la lotta contro la fame del mondo di Forlì, che aveva contribuito a fondare, e che ancora oggi è attivo[3].Biografia 

Inizialmente lavora come insegnante in una scuola superiore governativa a Wajir, nell'estremo nord-est del Kenya, regione semidesertica ove risiedono popolazioni di origine somala. Le precarie condizioni igienico-sanitarie locali la spingono ad approfondire le sue conoscenze mediche: consegue certificati e diplomi di controllo della tubercolosi in Kenya, di medicina tropicale e comunitaria in Inghilterra, di cura della lebbra in Spagna.

Già nel 1976 Annalena Tonelli diviene responsabile di un progetto pilota dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la cura della tubercolosi nelle popolazioni nomadi: invita i nomadi tubercolotici ad accamparsi per la terapia di fronte alRehabilitation Centre for Disabled (Centro di Riabilitazione per Disabili), dove essa lavorava insieme ad altre volontarie che nel frattempo le si erano unite nella cura dei poliomielitici, ma che accoglieva anche ciechi, sordomuti, disabili fisici e mentali. Il sistema garantisce lo svolgimento della terapia per i circa sei mesi necessari; quest'ultima è stata poi adottata dall'OMS col nome di DOTS (Directly Observed Therapy Short)[4].

Nel 1984, a seguito di lotte politico-tribali intestine, l'esercito del Kenya compie azioni repressive sulle tribù somale intorno a Wajir [5]. Le denunce pubbliche di Annalena Tonelli aiutano a fermare le uccisioni. Arrestata e portata davanti alla corte marziale, si sente dire che l'essere scampata a due imboscate non era garanzia di sopravvivere anche alla seguente, ed è costretta ad abbandonare il Kenya.

Annalena Tonelli si sposta allora in Somalia, prima a Merca (dove nel 1995 fu assassinata la dottoressa della Caritas Italiana Graziella Fumagalli) e poi a Borama, nel Somaliland. Qui le sue attività includono un ospedale con 250 posti letto (centro di riferimento di tutta la regione, Etiopia e Gibuti compresi), una scuola di Educazione Speciale (263 studenti)[6] per bambini sordi, ciechi e disabili (unica in tutta la Somalia), un programma contro le mutilazioni genitali femminili (infibulazione), cura e prevenzione HIV/AIDS, assistenza ai fuori casta, orfani, poveri.

Nel giugno 2003, Annalena Tonelli è insignita dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati del prestigioso premio Nansen per l'assistenza ai profughi (Nansen Refugee Award).

Il 5 ottobre 2003, nell'ospedale da lei stessa fondato a Borama, in Somalia, Annalena Tonelli è uccisa a colpi d'arma da fuoco da un commando islamico somalo (chiamato Al-Itihaad al-Islamiya)[7].

Due settimane dopo lo stesso gruppo di fuoco assassina gli operatori umanitari britannici Dick e Enid Eyeington all'interno della scuola dove lavorano, SOS Sheikh Secondary, nel nord-ovest della Somalia[8]

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  1. ^ UNHCR - Italian woman wins Nansen Refugee Award for work in Somalia
  2. ^ http://www.centroannalenatonelli.it/pdf/tonelli.pdf
  3. ^ Comitato .html
  4. ^ WHO | Pursue high-quality DOTS expansion and enhancement
  5. ^ US and UK Government International Intervention Since 1945: Kenya
  6. ^ Awdalnews
  7. ^ Bandits murdered two aid workers, BBC (23 December, 2005)
  8. ^ issue 200