00 11/08/2012 08:09
Movimento Apostolico - rito romano
Signore, abbi pietà di mio figlio!

Gesù aveva conferito ai suoi discepoli il potere di scacciare i demoni, di guarire dalle infermità, di sanare le malattie, di portare ogni altro conforto e sollievo a quanti erano oppressi, affaticati, stanchi sia nel corpo che nello spirito.
Questo potere loro conferito, non faceva di essi degli stregoni, delle persone dalla bacchetta "magica", dal cilindro "incantato". Essi non devono pensare che sia sufficiente una loro parola, un loro comando per risolvere ogni cosa in bene. Né il diavolo, né le malattie, né le infermità se ne vanno perché comandati di andarsene.
Il potere lo si deve rinnovare quotidianamente, anzi attimo per attimo, caso per caso, miracolo per miracolo, richiesta di grazia per richiesta di grazia sempre in Dio, nella sua onnipotenza, nel suo amore, nella sua carità, nella sua eterna misericordia. Questo può avvenire solo con una preghiera ricca di fede, di certezza di esaudimento da parte del Signore. Non è l'uomo che fa il miracolo. Il miracolo è sempre opera di Dio. A Dio lo si deve sempre chiedere. Dio lo compie su richiesta di una preghiera condita con una intensa, forte, robusta, sana fede. Altrimenti nessun miracolo sarà mai possibile.
I discepoli non pregano, non mettono la loro fede e il miracolo non si compie. Si ricorre a Gesù. Gesù non vuole essere visto come l'uomo che sa fare solo miracoli. La sua missione è ben più alta. Lui è venuto per fare l'altro miracolo, quello della creazione della nuova umanità. Lui deve ricreare l'uomo, rigenerandolo, rendendolo partecipe della divina natura. Deve fare un uomo che non ha più bisogno di alcun miracolo, perché è Dio il suo eterno miracolo. È Dio la sua eterna grazia. È Dio la sua perenne vita. È Dio il suo tutto. Chi ritrova Dio veramente non ha più bisogno di nulla.
Dinanzi ad un padre angosciato, in preda alla disperazione, Gesù si piega e per la sua carità senza limite compie il miracolo. Scaccia il demonio. I discepoli di meravigliano che Lui abbia potuto, mentre loro non hanno potuto e glielo chiedono. La risposta di Gesù ricorda loro la verità delle cose. Loro non sono né dei maghi, né degli stregoni. Loro, se vogliono qualcosa, la devono sempre chiedere al loro Padre celeste. Loro chiedono tutto e tutto il Padre concede. Devono però chiederlo con grande fede.
La fede deve poggiare sempre sulla virtù dell'umiltà. Nessun uomo è qualcosa. Ogni uomo è povero, manca di tutto. Dio invece è L'Onnipotente e tutto è nelle sue mani. Nella fede chi è umile diviene onnipotente come Dio, perché Dio tutto mette nelle mani dell'umile e del puro di cuore. La fede, che si intesse di umiltà, è la sola chiave che apre il cuore del Padre nel quale vi è ogni tesoro di grazia e di verità, di vita e di santità. Tutto è nel cuore del Padre e tutto si attinge con la fede.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Donna umile e ricca di fede, insegnaci l'umiltà del cuore e della mente. Angeli e Santi di Dio otteneteci una grande fede. Vogliamo servire i nostri fratelli liberandoli dal potere del diavolo e da ogni altra miseria e povertà.