00 12/01/2012 08:15
Movimento Apostolico - rito romano
Lo voglio, sii purificato!

Oggi si incontrano la santità di Gesù e la lebbra dell'uomo. In natura è la lebbra che contagia chi è sano. Per questo il lebbroso doveva sempre stare a distanza e avvisare della sua impurità, in modo che nessuno venisse a contatto con lui. Era una disposizione di grande carità. La lebbra era a quei tempi malattia difficile, quasi sempre incurabile. Non vi era alcuna medicina efficace. L'unico rimedio era quello di impedire ogni contatto. Amare è anche evitare, prevenire, quando non si può curare.
Gesù è il Santo di Dio. La sua "malattia divina che è la santità" è più forte di qualsiasi malattia della terra. Chi viene a contatto con la santità di Gesù, da essa viene contagiato, guarito, sanato, purificato, mondato. Anche i morti a contatto con la santità di Gesù risuscitano e riprendono la loro vita. Questa è la forza della santità. Per questo al cristiano niente è più necessario della santità. Un discepolo di Gesù che si fa santo, che nella santità cresce, diviene la salvezza del mondo, perché si fa guarigione per ogni peccato, vizio, imperfezione. La santità è anche lo strumento della conversione.
Gesù però non è venuto per sanare i corpi. Lo fa anche, ma solo come segno, attestazione, testimonianza che il Regno di Dio è presente nel seno dell'umanità. Lui è venuto per guarire il cuore dell'uomo, il suo spirito, la sua anima. È venuto per mostrare visibilmente all'uomo e per dirgli udibilmente tutta la volontà del Padre, dalla quale è ogni vita, anche quella dei corpi e non solo quella delle anime. Il miracolo del corpo lo fa anche, ma per compassione, pietà, grande carità. Non vuole però che gli uomini vadano a Lui solo per il corpo, dimenticandosi dell'anima e dello spirito.
La carità di Gesù è grande, la sua pietà è infinita, la sua misericordia estesa quanto i cieli. Guarisce il lebbroso, gli comanda però che nessuno venga a saperlo. Che la cosa rimanga tra loro due soli. Invece il lebbroso sanato se ne va e diffonde la notizia in tutta la regione .Qual è l'effetto di questa testimonianza? Gesù non può più entrare pubblicamente in nessuna città. Tutto il mondo della malattia e della sofferenza corre dietro di Lui. Deve rimanere in luogo deserti, isolati. Ma anche qui, accorrono da ogni parte. Quasi sempre vengono però per la sola guarigione del corpo.
Gesù si dispiace di questo uso improprio della sua santità. Questa non deve solo servire per sanare i corpi, molto di più deve essere usata per guarire l'anima e lo spirito. Solo che la malattia del corpo tutti la vedono e avvertono i limiti da essa imposti. Quella dell'anima e dello spirito nessuno la vede. Per questo occorre la parola della rivelazione, quella luce divina che ci mette dinanzi agli occhi la nostra malattia spirituale, in modo che noi chiediamo al Signore la sua immediata e pronta guarigione. È la malattia dell'anima la vera tristezza, il vero limite dell'umanità. Oggi questa malattia è divenuta un vero cancro letale e tuttavia tutti la ignorano e fingono che essa non ci sia. Addirittura si trovano per essa rimedi di vera stoltezza ed insipienza, tanto grande è la nostra cecità morale, spirituale, intellettuale.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, sanateci da ogni cecità.