00 29/10/2012 08:31
Eremo San Biagio
Commento su Luca 13,11

"C'era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta".
Lc 13,11

Come vivere questa parola?

La donna curva nel Vangelo di oggi, è l'immagine di chiunque si trovi curvo sotto il peso del peccato e della propria umanità. Non si ha la forza di raddrizzarsi e guardare in alto, non si ha il potere (la fede) di vedere il Padre che si china verso di noi per abbracciarci.

Dio si è fatto uomo per venire incontro ad ogni persona; in Gesù, Dio ha sofferto con noi e per noi, fino alla morte in croce, salvandoci così dalle conseguenze distruttive del male. Il male esiste ma non è altro che la negazione del bene. Di solito noi lo sperimentiamo nella concretezza di una malattia, della violenza, delle calamità e cerchiamo di evitarlo a tutti i costi.

Gesù ha già vinto il male (Gv 16,33) e ci insegna che la realtà più pervertita, più rischiosa per l'uomo è la perdita della propria eredità da figlio di Dio: la vita eterna. La parola di Gesù risana e riempie il vuoto, il nulla con la bontà, l'amore misericordioso: "Donna, sei liberata dalla tua malattia".

Oggi nella mia pausa contemplativa, rileggo questo episodio in cui Gesù prende l'iniziativa, va incontro alla donna e la chiama a sé; Gesù mi guarda con amore, mi vede come sono nell'intimo, mi chiama a sé ?

Signore Gesù, davanti a Dio, sono cosciente dei miei peccati ma sono consapevole del Tuo amore per me. Toccami e risanami!

La voce di un grande psicologo del nostro tempo

Non bisogna sottrarsi alla sofferenza, ma relazionarsi con essa, cercando di capire che cosa Dio voglia da noi. Le sofferenze vengono per dirci qualcosa. Nascondono sempre un tesoro. Informazioni preziose e sconosciute su di noi. Sono portatrici di cambiamento. Ci offrono sempre la possibilità di crescere. Sono un'opportunità.
Valerio Albisetti