V
IL MIO INCONTRO CON CRISTO
Il «centro» del Cristianesimo è dunque Cristo, Dio fattosi uomo.
Ma come può avvenire il nostro (il mio!) incontro con Lui?
Diciamo subito che questo incontro è qualcosa di unico nella vita di un uomo, proprio perché è l'incontro con Dio, e come tale si realizza in modo del tutto singolare.
Vediamone le linee maestre:
1) Nell'uomo nasce dapprima l’INTERESSE PER CRISTO.
Non però un interesse puramente intelletuale, di erudizione, ma personale, interiore, vitale.
Si ha l'intima percezione che Cristo è per noi, per me, colui che fin'ora c'è mancato e nel quale soltanto troveremo la soluzione di ogni nostro problema umano.
Questo interesse è suscitato in noi da Dio stesso: è un dono di Dio, è il primo appello alla fede.
2) A questa prima fase fa seguito (ma anche può sovrapporsi; i tempi, infatti, non contano in questo processo: possono essere lunghi o brevissimi) LA RICERCA DI CRISTO, non certo sui libri, ma nel popolo in cui Egli vive, ciò nella Chiesa.
C'è infatti un popolo che ha già incontrato Cristo, che già crede in Lui e già vive la Sua vita divina: ed è lì che bisogna cercarLo. È un popolo di uomini ancora peccatori ma che cammina sulla via di Dio, guidato da coloro (il Papa e i Vescovi) che fin dall'inizio Cristo ha stabiliti come continuatori della Sua missione divinizzatrice.
3) Se la ricerca sarà umile e sincera, se saprà, sotto la cenere delle debolezze che incontrerà, nella Chiesa, scoprire il fuoco della Parola e della Vita di Dio; si sarà perseverante nella preghiera, allora certamente avverà L'INCONTRO CON CRISTO.
Come avvenga questo incontro non è possibile dirlo in modo compiuto, ma solo adombrarlo:
L'uomo, per dono gratuito di Dio, INTUISCE CHI È GESU’, l'onnipotente ed eterno Dio che si è fatto uomo per lui e che per lui è morto e risorto.
In quello stesso istante l'uomo RICONOSCE IN CRISTO IL SUO UNICO MAESTRO la cui parola, proprio perché parola di Dio, è da lui accettata con assoluta certezza come la Verità. Una luce nuova, proveniente da Dio, illumina la sua intelligenza che ora vede la realtà attraverso gli occhi di Cristo (1).
(1) La fede cristiana è uindi prima di tutto Fede in Cristo-Dio e, solo attraverso Cristo, in tutte le altre realtà divine da Lui rivelate.
Proprio perché la fede è un modo di vedere «divino», è cioè un dono di Dio che scende dall'alto, l'uomo non può meritarla, ma solo chiederla ed accettarla in ginocchio, nella preghiera.
E quello di PREGARE è proprio l'ultimo invito che rivolgiamo al lettore.
Tanti uomini (e tanti filosofi) sono rimasti o sono ritornati nel buio perché hanno voluto cercare da soli, irrigidendosi in piedi: se avessero piegato le ginocchia e chiesto aiuto, come il bimbo chiede aiuto alla mamma, sarebbero certamente «entrati nel regno dei cieli» (Matt. X8,3).
Amico lettore, se queste pagine sono valse a rompere il velo della indifferenza e della sfiducia che forse prima avvolgeva la sua anima, compia ora il gesto più bello e più dignitoso che un uomo possa compiere: si metta in ginocchio, e preghi almeno così:
«Signore, se ci sei, parlami al cuore, perché io ho bisogno di Te».
O ripeta con il povero padre del povero ragazzo che chiede a Gesù di guarirlo: «Signore, io voglio credere, ma Tu aiuta la mia incredulità!» (Marco, 9,24).
E poi si presenti a un buon Sacerdote che a nome di Cristo chiarisca i suoi dubbi, ma soprattutto le doni, col perdono misericordioso di tutti i peccati, l'amicizia e la Vita divina con la quale Gesù ardentemente desidera infiammare il suo cuore (Luca, 12,49).
Dopo questo, dimentichi pure tutto quello che ha letto fin qui, e prosegua nell'umile preghiera, finché «Colui che sta alla porta e bussa» (Apoc. 3,20) sia entrato a prendere definitivo possesso dell'anima sua.