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IV

LE GARANZIE DI DIO

Ed eccoci ora alla domanda centrale: QUALI GARANZIE Dio ci dà che il Cristia­nesimo è veramente la religione divina?

Diciamo subito che le prove che Dio ci offre non sono così travolgenti da co­stringere il lettore ad aderivi. SI tratta piuttosto di segni validi, anzi validissi­mi, ma che richiedono, per essere accet­tati, la disponibilità personale di chi li esamina.

Il proverbio: «non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere», qui calza a pen­nello. Dio infatti si mostra solo a chi lo vuole sinceramente vedere e si nasconde a chi non vuol saperne di Lui.

Al lettore di buona volontà che si è messo sinceramente alla ricerca di Dio, noi esporremo ora alcuni di questi «segni», ognuno dei quali ha certamen­te le caratteristiche di uno speciale intervento divino, ma la cui forza pro­bante appare completa quando venga considerato insieme con gli altri.


1 - Il «segno» dell'Antico Testamento

Tra le esperienze religiose dell'umani­tà ce n'è una che si stacca nettamente da tutte le altre: l'esperienza religiosa del popolo d'Israele.

Mentre infatti tutti gli altri popoli della storia esprimono religiosità che col tempo degradano e si fossilizzano, quasi contenessero in sé i germi della decomposizione, il popolo d'Israele vive una religione che non solo si conserva intatta nel tempo, ma che si perfeziona e si spiritualizza sempre più.

QUESTA ASSOLUTA ORIGINALITÀ DELLA RE­LIGIONE D'ISRAELE, testimoniata dai libri dell'Antico Testamento, si manifesta soprattutto così:

1) nella fede che questo popolo ha in un unico Dio, fede che conserva intatta nel corso dei secoli pur in mezzo a mille tentazioni di idolatria.

2) nell'attesa, crescente nel corso dei secoli, che si realizzino le promesse divi­ne, specialmente quella del Messia, cioè del Cristo salvatore (1).

(1) Per una lettura facile e dell'Antico Testamento, rac­comandiamo il volume: Lettura Catechistica dellAntico Testameno, edito dalla Mimep-Docete di Pessano, cura­to da Mons. Enrico Galbiati, dove sono messi in rilievo i progressivi sviluppi storici e profetici dell'Antico Testamento.


Tutto ciò è espresso in modo semplice e quasi plastico da un grande biblista italiano (2),

(2) Galbiati-Piazza, Pagine difficili della Bibbia, Bevilacqua e Solari, Genova, 1954, pagg. 26-28.


al quale cediamo la parola, certi di affidare il lettore a un maestro che per la immensa cultura biblica e il profondo senso della storia merita la sua fiducia e la sua piena adesione.

«Supponiamo di controllare dall'alto di una collina, per lungo tratto, il corso di un fiume. Il fiume scorre largo e lento, e noi distinguiamo sulla superfi­cie delle acque tronchi, rami frondosi divelti dalla bufera e detriti di ogni genere.

Tutto questo materiale si muove nella stessa direzione: la direzione della corrente. Di tanto in tanto qualche colpo di vento fa oscil­lare tronchi, rami e detriti: si urtano, sembrano retrocedere per un momen­to, qualcuno va ad arenarsi in un'insenatura e vi rimane come in riposo, mentre gli altri continuano il loro corso fatale, sempre nella stessa direzione, sempre alla deriva. È naturale, c'è la forza dell'acqua che li spinge: non può avvenire diversamente.

Ma ecco che fissando lo sguardo vediamo ap­parire, giù infondo dove vanno scomparendo i i tronchi e i detriti, un punto nero che avanza in direzione contraria e sta avvicinandosi lentamente. Che è mai ciò? Come può muoversi, non per qual­che istante, ma con movimento sicuro e continuo, sempre in direzione contraria alla corrente, aggirando abilmente gli ostacoli?

Non c'è che una risposta: quella zat­tera, o barca che sia, è guidata da un essere intelligente, capace di risalire la corrente, perseguendo una meta ben definita».

Dall'immagine, il biblista passa ora alla sua significanza storica:

«È cosi che scopriamo l'indizio non equivoco dell'avvenuto intervento divino nella storia religiosa dei popoli. Noi li vediamo deviare nei millenni sempre secondo le stesse direzioni fatali: la magia, la consuetudine, l'indifferenza morale. Di tanto in tanto c'è qualche oscillazione: qualcuno scopre un fram­mento di verità: il monoteismo di certi pensatori, l'amore degli Stoici per la virtù, la brama di purificazione del Platonismo, il disprezzo dei valori terreni presso i filosofi indiani. Ma nulla si oppo­ne efficacemente all'universale degrada­re del senso religioso delle masse. Di tanto in tanto qualche tronco si arena e arresta il suo corso: sono le religioni con­suetudinarie, fossilizzate in uno stato di quiete, senza rimorsi e senza speranze.

MA ECCO, IMPROVVISAMENTE, SPUNTA L'I­DEA MONOTEISTA in un piccolo clan, in una famiglia di seminomadi che fa la spola tra il deserto Siriaco e il sud della Palestina.

«Nessuna meraviglia - qualcuno commenta - e un caso, ma passerà: quel piccolo clan finirà per assorbire le idee dei suoi vicini...».

Ma dopo qualche secolo il clan è diventato un piccolo popolo ed ha anco­ra la stessa idea; in più ha una Legge, imperniata su quell'idea; un decalogo morale, e un luogo di culto. Qualcuno commenta:

«Strano! ma passerà; il contatto po­litico e culturale con i grandi popoli dell'Asia anteriore farà andare alla deriva anche Israele...».

Se non che, dopo qualche secolo ancora, in seno a quel popolo appaiono e Profeti. Altro fenomeno psicologico inspiegabile! Non è uno, non sono pochi sognatori; è una serie che si protrae nei secoli, svariatissima nei soggetti, sem­pre coerente e progressiva nell'idea.

La religione monoteistica è salva ed è ormai ben delineata: Provvidenza divi­na, impegno morale, retribuzione, mes­sianismo.

FINALMENTE VIENE CRISTO: arriva come una persona attesa da secoli, col lieto messaggio della Redenzione uni­versale, coll'onda vivificatrice della Grazia, col sublime programma della Carità.

Il patrimonio religioso di Israele non solo è salvo ma potenziato ed impre­ziosito fino all'inverosimile, parte alla conquista del mondo».

Ed ecco infine l'interpretazione di questo fenomeno storico: «Domandiamoci ora lealmente: per­ché questa idea ha camminato contro corrente, procedendo sempre nella medesima direzione, come per seguire un piano prestabilito? Donde questa continuità di disegno in un viaggio mil­lenario? Perché questa idea religiosa non fu travolta nella comune deriva?»

E risponde:

«E’ DIO CHE HA PARLATO! E’ DIO CHE SI E’ INSINUATO NELLA STORIA DEGLI UOMINI!»


2 - Il «segno» del Vangelo

Il Vangelo - come sappiamo - è la narrazione, scritta da testimoni oculari o da persone che hanno interrogato i testi­moni oculari, di quello che Gesù Cristo ha fatto ed ha detto. Il Vangelo è quindi prima di tutto un libro storico (1).

(1) Invitiamo il lettore che volesse avere qualche basi­lare notizia sulla Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) come documento storico, a leggere l'Appendice.


Usando quindi il Vangelo come docu­mento che riferisce fatti realmente avve­nuti, vogliamo mettere in evidenza DUE ASPETTI STRAORDINARI DELLA FIGURA DI CRISTO, inspiegabili senza riconoscere l'in­tervento divino a suo favore: e cioè l'avve­ramento in lui delle profezie antiche e il carattere unico della sua personalità.

1) IN GESÚ SI SONO AVVERATE LE PROFE­ZIE DELL'ANTICO TESTAMENTO.

Il primo fatto straordinario (inspiega­bile umanamente e unico nella storia) è che l'Antico Testamento annuncia con anticipo di secoli la venuta di un uomo - il Cristo - nel quale «saranno bene­dette tutte le nazioni della terra» (Genesi, 22,18).

Di questo uomo l'Antico Testamento profetizza con precisione molti partico­lari che non avrebbero mai potuto esse­re realizzati a bella posta, perché indi­pendenti dalla volontà umana (come il luogo e il tempo della nascita e le circo­stanze della morte), ma che di fatto si realizzarono in Gesù Cristo.


1) IL LUOGO DELLA NASCITA: BETLEMME Michea 5,2 Luca 2,1-7

2) IL TEMPO DELLA NASCITA Aggeo 2,7 Luca 2,1-7 Daniele 9,24-27 Luca 2,1-7 Malachia 3,1; 4,5 Luca 2,1-7

3) NASCERÀ DA UNA VERGINE Isaia 7,14 Luca 1, 26-38

4) CIRCOSTANZE PARTICOLAREGGIATE CHE ACCOMPAGNANO LA SUA MORTE:

a) sarà flagellato, coronato di spine, sputacchiato Isaia 50,6 Giovanni 19, 11 Matteo 27, 27-30

b) subirà una ingiusta condanna a morte Isaia 53, 7-12 Luca 23, 20-25

c) le sue mani e i suoi piedi saranno perforati Salmo 21,17 Marco 15, 22-25

d) berrà fiele ed aceto Salmo 68, 22 Giovani 19, 28-30

e) nei suoi dolori sarà deriso Salmo 21, 8-9 Matteo 27, 39-44

f) le sue vesti saranno tirate a sorte e divise Salmo 21, 19 Giovanni 19,023-24

g) sarà trafitto da una lancia Zaccaria 12, 10 Giovanni 19, 31-37

5) RISORGERÀ DALLA MORTE Salmo 15, 8-11 Matteo cap. 28 (Mc. 16, Luca 24; Gv. 20).


A prova di ciò, nella pagina 48 abbia­mo elencato, nella colonna di sinistra, alcune di queste profezie dell'Antico Testamento, e nella colonna di destra la loro realizzazione in Gesù Cristo, come ci è testimoniata dai Vangeli.

A questo proposito ci piace qui ricor­dare ciò che quel grande genio che fu Biagio Pascal lasciò scritto nei suoi cele­bri "Pensieri": «Gesù è stato preannun­ciato, Maometto no. Per questo io credo in Gesù!» (Pensieri, n. 599).

2) GESÙ CRISTO È LUI STESSO GARANZIA DELLA SUA ORIGINE DIVINA.

Il secondo aspetto straordinario che accompagna la figura di Gesù è Lui stesso.

a) Coloro che hanno conosciuto Gesù (e furono moltissimi!) ce lo hanno descritto come un uomo perfetto, ed ancor oggi noi stessi, leggendo i Vangeli, non possiamo sottrarci al fascino del suo equilibrio, della sua bontà, del suo senso di giustizia, della sua profonda onestà e sincerità, della sua straordinaria unione con Dio: in una parola, della sua santità.

b) Ma c'è di più. Dalla bocca di Gesù è uscito un inse­gnamento che ha veramente risolto gli eterni problemi dell'uomo: da quello della sua origine a quello del suo desti­no, da quello dei rapporti con i propri fratelli a quello dei rapporti con Dio.

Anche i misteri del dolore e della morte cessano di esser indecifrabili e quadrano perfettamente nel suo inse­gnamento come tessere di un grande mosaico che, per la prima volta, ci rivela la nostra grandezza di uomini.

c) Ma c'è ancora di più. Durante la propria vita (e le prove sto­riche sono schiaccianti) Gesù ha operato meravigliosi gesti di potenza (i "segni miracolosi") che testimoniano l'inter­vento di Dio in suo favore: Gesù domina e comanda alle forze cieche della natura, guarisce i malati, fa risorgere i morti; soprattutto fa risorger sé stesso dalla morte; e tutto questo alla presenza non solo di amici, ma anche di nemici che mai hanno potuto negare e neppur dubi­tare della verità storica dei fatti.

Questi «gesti meravigliosi di poten­za», tutti volti al bene degli uomini spe­cialmente dei più sfortunati, non solo sono in perfetta armonia con tutto l'in­segnamento di Gesù, ma sono compiuti proprio in appoggio al suo insegna­mento, specialmente alla sua dichiara­zione di essere Lui, Gesù di Nazaret, il Figlio stesso di Dio fattosi uomo!

Davanti a un uomo che assomma in sé tanta santità, tanta sapienza, tanta misericordiosa potenza, come non «intuire» che li, in Lui, è la Verità che cerchiamo?

3 - La convergenza dei «segni»

Se ora consideriamo tutti insieme i «segni» che abbiamo descritto, e cioè:

- la storia religiosa del popolo d'Israele che da secoli attende il Cristo Salvatore,

- le profezie dell'Antico Testamento e la loro particolareggiata realizzazione in Cristo,

- l'equilibrio umano e la santità della Persona di Cristo,

- la novità e sublimità inarrivabile del suo insegnamento,

- la rivelazione per l'uomo di un destino (il più alto possibile!) di divina felicità,

- la garanzia dei «segni miracolosi», ci accorgiamo che tutti convergono in un'unica testimonianza a favore di Cristo.

Ripetiamo: se questi segni, presi iso­latamente, possono anche non avere per tutti una forza risolutiva, LA LORO CON­VERGENZA IN FAVORE DI CRISTO non può non lasciare pensosa un'anima retta e amante della verità.

Non siamo ancora alla fede, ma siamo alla consapevolezza che la fede in Cristo non solo è ragionevole e possibile, ma che è ormai divenuta la meta di una ricerca personale alla quale io non posso più, in coscienza, sottrarmi.