Testi ed interventi di Salvatore Martinez, presidente del RnS

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AmarDio
00lunedì 8 febbraio 2010 23:27
UNO STORICO INTERVENTO DI MARTINEZ CON LA COMPRESENZA DI DON DINO FOLIO E MARIO LANDI



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Una conferenza pregnante, articolata, che porta in sé i germi di una nuova vita all’interno del Rinnovamento nello Spirito Santo e che, per mezzo della voce del suo presidente, invita tutti i partecipanti alla Conferenza Nazionale Animatori a fare ritorno ai propri gruppi con una nuova consapevolezza, scaturita dalla fede: diventare costruttori del Regno di Dio.

La relazione conclusiva di Salvatore Martinez ha il suo incipit nella dimensione dell’ascolto, tipica della sentinella che veglia tendendo bene il suo orecchio e senza fare comunione con le tenebre. Un comportamento che lo accomuna al giovane vescovo Timoteo, neo-pastore che ascolta gli insegnamenti che l’anziano pastore Paolo gli indica nel suo combattimento per l’annuncio della Parola di Dio.

Il combattimento spirituale, cuore dell’intera conferenza; l’esercizio del discernimento, proprio dei pastori; le opere associate alla fede e declinate nei diversi ambiti della vita sociale, vengono sottolineate con decisione dal presidente Martinez. Il Battesimo, la Cresima, la Penitenza scandiscono la preparazione del guerriero che, nell’Eucarestia, trova la sua vittoria certa e definitiva: «Noi siamo più che vincitori» (Rm 8, 37). Non c’è spazio per i disertori, coloro i quali si reputano liberi ma vivono un dissidio interno tra infruttuose opere della carne e fruttuose opere dello Spirito, per i quali la legge militare prevede la prigionia.

«Noi siamo chiamati ad annunciare un Regno di Dio che è venuto e deve venire – ha affermato Salvatore Martinez – Il Regno di Dio è Dio, non c’è modo più sintetico di esprimerlo. E chi comprende questo, ha un grande obbligo e dovere: predicare la Verità». Per gli ingiusti, quelli che rinunciano alla Santità di Dio e non accettano l’amore che si dilata e dilata, c’è solo l’adesione ad un piano sottile e sistemico che vede sempre più spesso un accanimento contro il Rinnovamento nello Spirito. «Confusione, divisione e distruzione sono i tre punti di un piano ben strutturato con cui il male attacca i credenti, la Chiesa, il RnS.

La prima comunità cristiana, durante il Concilio di Gerusalemme, concluse che lo Spirito Santo doveva avere il primato su ogni cosa. Lo Spirito unisce e permette di percorrere il cammino del perdono, della riconciliazione, della correzione fraterna che nella nostra umanità non sono facili da attuare. C’è bisogno di umiltà, pazienza e discrezione per rendersi docili all’azione dello Spirito e al compimento del piano di Dio nella nostra vita, all’interno dei nostri gruppi». Diventa allora fondamentale ritornare al carisma del discernimento, alla capacità di ascoltare il Signore in una continua ricerca di conferme sugli orientamenti scelti. «Lo Spirito menzognero fa vedere il male come bene, solo il discernimento nello Spirito libera: ogni nostra scelta è per l’eternità e la coscienza non può accettare alcun tipo di compromesso tra luce e tenebra». Scelte che i pastorali dei singoli gruppi sono chiamati a fare all’interno di una realtà, il Rinnovamento nello Spirito Santo, che non è un episodio di costume ma una lezione di realismo cristiano e che, per questo, deve essere più amato, più difeso, più diffuso nella dimensione della preghiera ma anche, e in questo momento storico più che mai, in una dimensione di vita reale imperniata su Cristo. «Permettete allo Spirito di farvi diventare nuovi responsabili del Rinnovamento, allargate il cuore come fanno i piccoli e addestrate alla battaglia coloro i quali vorranno. Date agli uomini l’opportunità non solo di pregare ma di parlare di Gesù per passare dalle parole ai fatti». L’appuntamento è per la prossima conferenza animatori: «Tra un anno ci ritroveremo qui, per verificare insieme il cammino percorso. Intanto proclamiamo che il Regno di Dio è qui, nel nostro cuore, e noi ne siamo i costruttori».


Credente
00mercoledì 23 giugno 2010 13:18
Il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS),
Salvatore Martinez, ha rilasciato la seguente dichiarazione, commentando la prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, all’apertura dei lavori del Consiglio episcopale permanente:
“Un’analisi della realtà che non cerca conciliazioni nè mediazioni. Si
richiede un impegno a larghe maglie a cui nessun cattolico italiano, nè
tanto meno il laicato associato può rinunciare. È in gioco la coscienza
democratica del nostro paese: allorquando la coscienza sociale non sa più indignarsi dinanzi ai mali del tempo e confonde il male con il bene il
destino di un popolo è messo a rischio. Il presidente della CEI chiede,
pertanto, che ci si assuma il rischio del cambiamento di mentalità, intanto, e di operosità in capo alle grandi sfide dettate dalla dottrina sociale della Chiesa.
Il RnS non si sottrae a questo appello e si propone di
intensificare ogni sforzo per esprimere l’unità e l’incisività del mondo
cattolico in Italia, esperienza già vissuta con esiti assai eloquenti negli
ultimi anni. Non c’è crisi sociale e morale che non sia anche crisi
spirituale. Ecco perché il Rinnovamento ribadisce l’attualità della propria
testimonianza per riaffermare le ragioni dello Spirito vero amico dell’uomo, del progresso sociale, del bene comune”.
Credente
00mercoledì 23 giugno 2010 13:28
Credente
00venerdì 25 giugno 2010 09:17
SALVATORE MARTINEZ

Coordin.
00martedì 5 ottobre 2010 12:24
Parla Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito - “Non discutiamo più di numeri, ma di qualità” Stampa E-mail

Pontifex.Roma“L’invito della Chiesa è a impegnarsi a rinnovare la coscienza sociale, sempre più degradata e sopita” - «Il problema non è se siano pochi i cristiani in politica, ma l'impressione è che siano poco cristiani quelli che ci sono. Da loro si vorrebbe di più e meglio». Il giudizio di Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, movimento ecclesiale che conta più di duecentomila aderenti, sull'attuale situazione del mondo politico è critico. Presidente, non le sembra di essere troppo duro? La mia ovviamente è una sintesi, direi, giornalistica del mio pensiero che parte dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco in occasione dell'apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei. Come giudica quel discorso?  È un invito a risvegliarsi e a passare dal disimpegno all'impegno. È un inno al realismo cristiano, uno stimolo franco e compassionevole a non rinviare la rimozione dei paradossi sociali che angustiano l'Italia.

Un invito a tutti i laici cattolici a non disertare la storia, ma a trasfigurarla guardando in faccia questo nostro mondo con un nuovo e appassionato protagonismo.

Appunto, parliamo del richiamo ai cattolici «di buttarsi nell'agone, di investire il loro patrimonio di credibilità, per rendere più credibile tutta la politica».

Sono parole puntuali, stringenti e in sintonia con gli appelli che da Cagliari in poi Benedetto XVI ha rivolto ai cattolici. Si tratta di toni in qualche modo ultimativi nei confronti dei laici cristiani a impegnarsi, riformando e rinnovando la coscienza sociale, sempre più degradata e sopita. Allo stesso tempo è un ennesimo monito ai responsabili delle istituzioni civili e politiche a superare egoismi autoreferenziali che continuano a generare confusione, disagi e ingiustizie. La stagione delle riforme e della corresponsabilità sociale devono essere realmente avviate.

Oggi invece?

C'è un indebolimento della testimonianza e credo che questo faccia i conti più che con gli schieramenti attuali o futuri con la qualità dell'impegno della testimonianza. L'invito che viene dalla Chiesa è quello di stare in politica da cattolici, da credenti, con una laicità cristiana di proposta e non di rinuncia o di assenza. Evitando atteggiamenti minoritari o complessi di inferiorità.

Su quali direttrici va indirizzato l'impegno dei cattolici?

Vanno reclamati gli spazi che si sono determinati, rispetto ai quali si registra una certa latitanza. Bisogna rimettere a tema l'istanza del bene comune che vuole moralità, socialità dei corpi intermedi, protagonismo delle reti sociali e un'etica delle virtù. Risvegliare e riformare la coscienza sociale, sempre più degradata, e quella carità politica che i cristiani hanno sempre assicurato al Paese, ancor prima dell'Unità d'Italia. C'è una carità politica, per dirla alla Sturzo, che è esigenza di giustizia e oggi non ci si può più sottrarre di fronte a una società che si propone di vivere al di là del bene e del male.

Qual è il vostro contributo?

Noi invochiamo intanto un rinnovamento spirituale, perché soltanto un'etica delle virtù riuscirà a dare coraggio e forza laddove sembrerebbe che il cambiamento non sia possibile. Partire dalla società civile significa esprimere atti politici attraverso i quali la gente ritrova il gusto della partecipazione, della responsabilità e il coraggio di osare. L'invito è a un maggiore rigore, come ogni tempo di crisi, impone e nelle parole del cardinal Bagnasco c'è l'appello a non disertare questa stagione, ma a fare dell'impegno socio-politico una missione.

Una sfida difficile.

Da parte del Papa e del cardinal Bagnasco c'è l'invito a stare in politica da cattolici con una laicità cristiana evidente di proposta. La vera novità, come registra il presidente della Cei, sono i corpi intermedi che cominciano a ridestarsi con le reti e la sussidiarietà orizzontale.

L'associazionismo rappresenta una speranza per superre le divisioni?

Il cardinale Bagnasco esorta a riprendere la parola per diffondere la forza umanizzante del Vangelo e per affermare il valore profetico delle ricchezze proprie dei corpi intermedi, così da poter superare i divari e i disagi che vanno accentuandosi tra Nord e Sud e assumere una visione nuova e più fraterna dinanzi alle povertà emergenti.

Un compito abbastanza difficile.

Non c'è soltanto la rappresentanza politica e i partiti che fanno la storia di un Paese, ma esiste anche una vitalità, una ricchezza che ancora va espressa, raccontata e che tiene in piedi il nostro stato sociale.

Credente
00venerdì 29 ottobre 2010 23:17
Dal Palacongressi di Rimini, a poche ore dall’inizio della 34° Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), che vedrà riuniti oltre 4 mila animatori e responsabili per il tradizionale appuntamento di formazione, il presidente nazionale RnS, Salvatore Martinez, con viva soddisfazione commenta gli Orientamenti pastorali della CEI “Educare alla vita buona del Vangelo" per il decennio 2010-2020: «Esprimiamo vivo consenso e gratitudine per il linguaggio, i contenuti e le prassi riscontrabili nei nuovi Orientamenti pastorali CEI. La Chiesa, nonostante i tentativi improvvidi di offuscarne la bellezza, si ripropone ancora agli uomini come impareggiabile “maestra di una vita buona”. Nel tempo della crisi, non è in crisi la verità sull’uomo! I Vescovi italiani rilanciano la sfida di un “umanesimo integrale e trascendente”, la sola possibile via per una vita piena, giusta, fraterna, felice, quella che ogni uomo intimamente desidera per sé e per i propri cari; e lo fanno con la saggia umiltà di chi, da duemila anni, educa le nuove generazioni all’amore generoso, gratuito, intelligente, responsabile. Procedendo nella lettura del testo viene da chiedersi: sapranno gli uomini distratti e contratti da mille mali, ogni giorno denunciati e sofferti come insopportabili, porsi senza preconcetti in ascolto di questo “benefico appello alle coscienze”, perché un sussulto di speranza creatrice si traduca in un nuovo impegno a servizio del bene comune, di tutti, per tutti?

E ancora: sapremo noi cristiani del terzo millennio vincere quell’“ateismo del sacrificio” che sta portando molti ad abdicare ad altri il coraggio della coerenza, impoverendo questo nostro mondo sempre più bisognoso dell’idealismo del Vangelo e di una vita formata secondo lo Spirito di Dio?

Ci attende un arduo ed entusiasmante lavoro, certi che le buone prassi educative e rieducative di cui il nostro Paese dispone, grazie alle nostre Comunità ecclesiali e alle tante realtà associative in esse contenute, rappresentano il “potenziale educativo” più efficace e risolutivo per le mille emergenze sociali in atto. Pertanto, in sintonia con i nostri Vescovi, volentieri ci candidiamo ad essere “collaboratori della gioia degli uomini” assumendone ancor più sofferenze e aspirazioni».

Il RnS è un Movimento ecclesiale che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità. Ulteriori informazioni su rns-italia.it

Credente
00mercoledì 3 novembre 2010 14:14

“Nel nome del tuo santo servo Gesù” (At 4, 30b)

Sintesi della relazione conclusiva di Salvatore Martinez

 

«Preghiamo uniti per contaminare di Spirito Santo questo nostro tempo». Questo l’invito che Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, ha rivolto agli animatori e responsabili del Movimento nella relazione conclusiva della XXXIV Conferenza Nazionale Animatori.

Parlando di un mondo che conosce il martirio, Martinez ha sollecitato l’assemblea a maturare la coscienza dei tempi ultimi per essere, proprio come gli apostoli, protagonisti di un miracolo che si realizza con l’unico nome che salva: Gesù. Nel Libro degli Atti, al solo pronunciare questo nome, lo storpio si mette in piedi e gli apostoli, costituiti servi, riconoscono la grazia di pronunciare il Suo nome. «A niente servono le strategie più perfette se non adoriamo il Santo di Dio» ha detto Martinez. Riprendendo il messaggio di mons. Crociata al Rinnovamento, il Presidente richiama «la necessità di affrontare il servizio in termini spirituali, quindi con gli occhi chiusi, per vedere l’opera dello Spirito, sia in termini pastorali, dunque ad occhi aperti per sapere leggere le necessità dei nostri gruppi».

Come diceva Sant’Agostino «Dio non ha bisogno di servi ma sono i servi che hanno bisogno di Dio». Questa apparente contraddizione, ha spiegato Martinez nel suo intervento, trova una risposta nel Vangelo di Giovanni: “Dove sono io, là sarà anche colui che mi serve”. «Mai potremmo avere una volontà diversa da quella del nostro Padrone se realmente vogliamo essere obbedienti alla Parola del Salvatore. Padre sia fatta la tua volontà: questa è la preghiera del servo scelto da Dio e fatto servo da Lui. Non basta essere scelti se non siamo stati fatti anche servi».

Nel corso dell’intervento è risuonato da parte del Presidente nazionale un richiamo a maturare nella coscienza di essere “servi inutili”. In questa inutilità «non c’è niente di nuovo o di più rispetto all’obbedienza che dobbiamo in quanto servitori» ha sottolineato Martinez.

Signore puoi scegliere me? Se non io, chi? Se non ora, quando? «Queste sono le suppliche che dobbiamo rivolgere al nostro Dio. E prima di sentirci servi, dobbiamo riconoscere di servire il Signore per fare la sua volontà in cielo e sulla terra. Con l’animo del servitore si riparte da Rimini. Responsabili – ha aggiunto Salvatore Martinez introducendo il tema dei rinnovi degli organismi pastorali - non si diventa con le elezioni ma lo si è già quando si aderisce alla Parola di Dio, quando si è fedeli e pronti nell’adesione alla sua volontà. I carismi precedono l’elezione, poi la comunità li riconosce e la grazia di stato li rafforzerà. Di elezione in elezione formiamo il corpo, una comunità di uomini che diventano servi e ricevono il titolo nel cuore prima ancora di essere eletti».

Servire diventa, allora, ha spiegato Martinez proseguendo la sua relazione, un “ridire la fede”, «ripartire dalla bontà di Dio che atterra gli atei e vince il male. La fede è il vocabolario della bontà divina e deve essere proclamata oggi con un’intelligenza e una creatività nuova». Ma servire è anche “ridare la speranza”. «Il miracolo si compirà – ha spiegato il Presidente - se avremo un cuore misericordioso tale da toccare le miserie del mondo e ridare la speranza che non può deludere». Infine servire è anche “rifare la carità”. Per questo occorre un «nuovo concetto spirituale di giustizia che significa combattere l’egoismo per rigenerare l’uomo e rifare il tessuto cristiano della storia in un mondo scomposto e desacralizzato, tra una folla di solitudini che genera “inquietudini incontrollabili”. In questo contesto – ha esortato Salvatore Martinez – dobbiamo essere un’anima ecclesiale che genera adorazione, stupore, una volontà d’amore che vince la negazione di Dio e le miserie sociali».

Nel corso dell’intervento il Presidente ha osservato che il piano di Dio sul Rinnovamento, sulla Chiesa e sul mondo non può essere ritardato e ha evidenziato, in vista delle prossime elezioni degli organi pastorali, cinque caratteristiche fondamentali della figura del responsabile, utili a trasformare il carisma in missione. Per prima cosa sono richiesti uomini di fede che non hanno paura di andare avanti di fronte ad ogni difficoltà. Non può mancare, poi, il rigore morale di uomini integri che si fanno esempio in una condotta di vita retta. Il terzo aspetto è quello del discernimento culturale, necessario per avere un giudizio netto su quanto accade nel mondo e su come bisogna operare per diffondere la Cultura di Pentecoste. A questo si aggiunge la capacità carismatica per far fruttificare i carismi che lo Spirito ci dona abbondantemente. Infine, l’ultimo elemento è riconosciuto nello spirito di servizio a Dio, alla Chiesa e agli uomini.

«Servizio come partecipazione ad un corpo che combatte per una svolta d’amore e per un’espressione autentica di fede nella politica, nell’economia, nella cultura, nelle famiglie. Abbiamo bisogno – ha affermato Salvatore Martinez – di una fede che si mette in movimento per insegnare agli uomini ad essere papà e mamme, per accompagnare i sacerdoti nel loro ministero, per aiutare ogni uomo ad essere pienamente tale, nella sua dignità. Mi piacerebbe – ha concluso il Presidente – parlare di Rinnovamento “umano” nello Spirito Santo. È l’uomo che si rinnova e così diventa adoratore, missionario, servo, politico, uomo di cultura, lavoratore. Prega, implora perché il Signore ti faccia meritare presto le ricchezze celesti».

A conclusione dell’intervento, in un clima partecipato, è stato proposto il rinnovo del Patto d’amore, un segno di responsabilità e di adesione personale in capo alle necessità del RnS. Al termine di questo momento, Salvatore Martinez ha rivolto a nome di tutta l’assemblea il suo grazie a tutti i responsabili e a quanti, nei quattro anni trascorsi, hanno donato la propria vita in un’offerta gratuita d’amore.

Credente
00giovedì 8 marzo 2012 15:03


Pontifex.RomaCon Salvatore Martinez, presidente per l'Italia di Rinnovamento nello Spirito Santo, parliamo del senso della Quaresima. 

Presidente Martinez, ci dia una indicazione su come vivere degnamente questo tempo forte dell'anno liturgico: "la Quaresima è un periodo quanto mai favorevole e propizio per arrivare alla conversione del cuore e capire la gloria della Pasqua. Nella Quaresima abbiamo la possibilità di tornare davvero a Dio, quindi penso che sia giusto operare un cambiamento di mentalità ed anche attuare una netta conversione del cuore ed anche dei pensieri, spesso non confacenti alla dignità di Dio". Insomma, una conversione che associ cuore e mente: "è proprio questo l'itinerario che dobbiamo compiere. Mutare il cuore in sintonia con la mente. Se non agiamo in questa direzione, il cammino quaresimale diventerà insignificante ed anche inconcludente". Auspicabile, pertanto, un rinnovamento spirituale: "mai come oggi,  in un tempo di crisi dei valori e nel quale primeggiano veri controvalori, abbiamo la necessità, come cattolici, di rimanere forti nella fede. Il nostro compito, nella carità, sia quello di annunciare la Verità, per sconfiggere e respingere le insidie del mondo".

Viviamo in un clima quanto mai secolarizzato:

"ritengo che la secolarizzazione della vita e dei costumi, sia un rischio molto serio e la sfida dei cattolici oggi sia quello di contrastare il secolarismo e il relativismo. Anche la Chiesa cattolica è prima al centro di questo combattimento. I cattolici siano nel mondo, ma senza farsi contagiare dallo spirito del mondo".

La tendenza a fare vincere il mondo esiste quando si pretende da parte della politica di sopprimere di fatto la domenica lasciando i negozi aperti:

"il primo Comandamento è quello che chiede di rispettare ed onorare il giorno del Signore, la Domenica. Di fronte alla violazione del primo comandamento, i cattolici facciano sentire la loro voce. Il riposo, per altro verso, è necessario, anche al fine di onorare Dio".

Credente
00lunedì 19 marzo 2012 16:57
Roveto Ardente animato da Salvatore Martinez - Perugia, Piazza San Francesco al Prato

Coordin.
00domenica 27 maggio 2012 15:54

Saluto al Papa del Presidente del RnS

Pubblicata domenica 27 maggio 2012, 14.35

Saluto al Papa del Presidente del RnS

Santo Padre, 
«mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovarono tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano... e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 1-4). 

Sì, Santo Padre. Quel "ciclone spirituale" della Pentecoste che investì la Chiesa nascente, non si è arrestato. La parola degli Atti degli Apostoli non è rimasta lettera morta nella storia della Chiesa e nella nostra storia di contemporanei di Cristo. 

Pentecoste è festa che non può finire, perché è il respiro della Chiesa, è il cuore del mondo, sempre reclama testimoni, ambasciatori di una nuova "cultura della Pentecoste" per dare a questo nostro mondo nuovi impulsi spirituali, soprannaturali, interiori. 

Il "ciclone spirituale" della Pentecoste ci ha svegliati da un cristianesimo rassegnato all'impotenza, da una appartenenza ecclesiale percepita come marginale, da una vita familiare votata all'indifferenza, da una partecipazione sociale sentita come estranea al Vangelo. 

Santo Padre, finché il fremito di questa vita nuova si agiterà nel nostro petto, nello Spirito continueremo a gridare che "Gesù è il Signore!". 

Oggi vogliamo rallegrare il Vostro cuore e dirVi che l'effusione dello Spirito Santo ha cambiato il nostro modo di pensare e di vivere, ha fatto di noi un popolo felice, a cui la vita non ha certo risparmiato prove e fatiche, ma che non si è stancato di raccontare la gloria di Dio e di esperimentarne bellezza ed efficacia nella pratica vitale dei sacramenti, dei carismi, della preghiera comunitaria, dell'ascolto interiorizzato della Parola. Sono questi i nostri "anticipi di Cielo" sulla terra! 

Qui, dinanzi a Vostra Santità, è il Rinnovamento nello Spirito Santo, nel 40° anniversario della nascita in Italia. Siamo convenuti in rappresentanza dei 1900 Gruppi e Comunità d'Italia e delle otto nostre missioni che sono nel mondo. Portiamo al Vostro cospetto il nostro cammino, i diversi ambiti di animazione e di evangelizzazione, i progetti di redenzione umana e sociale, le Scuole di formazione, opere queste che si sono accresciute nel corso degli anni e che caratterizzano la vita e la vitalità del nostro Movimento. 

Stretti al Successore di Pietro, in questo meraviglioso "Cenacolo a cielo aperto" e in accordo con gli auspici dei Vostri amati Predecessori, uniti ai nostri Pastori, ancora una volta gridiamo: "Vieni, Spirito Santo! Rinnova i prodigi come di una nuova Pentecoste con una nuova potente effusione di doni e di carismi sulla nostra Chiesa pellegrinante verso il Cielo e su questo nostro mondo assetato d'amore e di giustizia!". 

Santo Padre, è davvero inesprimibile la nostra gioia! Vorremmo dirVi tutto l'affetto filiale, la riconoscenza sincera, lo stupore e l'ispirazione continue che il Vostro Magistero e la Vostra guida saggia ogni giorno ci procurano. 

La questione della fede, di una fede viva, imbevuta di intelligenza spirituale e di forte passione per il Vangelo di Cristo, sono cardini del Vostro Pontificato. Anno dopo anno, di grazia in grazia, sono divenuti per noi, mediante un attento lavoro di formazione e una conveniente condotta da parte dei responsabili, elementi fondanti del nostro cammino e del nostro impegno ecclesiale e sociale: o Cristo c'è, e il suo Spirito "si vede e si sente", o tutto perisce, s'involve, muore! 

Più volte Voi avete invocato il bisogno "di persone che parlino a Dio per potere parlare di Dio" (cf Discorso Aula Paolo VI, 15 ottobre 2011). Noi lo percepiamo come indispensabile missione, come una verità da insegnare alle nostre famiglie e con la quale allenare i nostri giovani. 

Senza preghiera non c'è evangelizzazione! Perché chi sa pregare, sa anche parlare. Chi ha il linguaggio spirituale, è il vero sapiente, può interpretare tutte le lingue con cui si esprime il nostro essere uomini. Ecco perché crediamo che l'apatia, l'amnesia, l'afasia di Cristo, in questo nostro tempo, siano tutti deficit di vita spirituale. 

A Sidney, ai giovani, Voi gridavate che "il mondo ha bisogno di rinnovamento" e che "anche la Chiesa ha bisogno di rinnovamento". Umilmente riteniamo di essere un esaudimento di questa Vostra invocazione. Esistiamo per essere segno che, per grazia, nello Spirito Santo tutto può rinascere, tutto può cambiare, tutto può compiersi. 

Noi non esistiamo per farci un nome, ma perché il nome del Signore Gesù da tutti sia confessato, celebrato, testimoniato nell'unzione dello Spirito. Noi non abbiamo nulla di nuovo da dire e da dare - ci chiamiamo, infatti, "Rinnovamento" - ma abbiamo gioia da ridire a quanti non trovano Cristo, compassione da ridare a quanti soffrono, amore da ridire e da ridare alla Chiesa, specie quando altri la giudicano, la abbandonano, la feriscono. 

Questa nostra disponibilità, in ultimo, è rappresentata dall'impegno di realizzare il Centro Internazionale della Famiglia a Nazareth, da Voi stesso annunciato in occasione del Viaggio pastorale in Terra Santa, quando benediceste la prima pietra di questo Centro. A Milano, fra pochi giorni, in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, sarà data notizia dell'avvio dei lavori. Con questa Opera saremo ancora più intimamente legati ai desideri del Vostro cuore nella diffusione del Vangelo della Famiglia. 

Santo Padre, rinnoviamo la promessa di non lasciarVi solo, mai! Alzeremo ancora di più le nostre mani al Cielo, come "muro di fuoco della preghiera", per difendere il Vostro ministero, le nostre Chiese, il destino di Cristo tra gli uomini. 

Vogliate benedirci e confermarci nella fede con la Vostra parola. 

Alleluja! 
Salvatore Martinez

Credente
00giovedì 28 novembre 2013 14:23
Un punto di non ritorno!
Editoriale di Salvatore Martinez

Chiesa comprendi te stessa? Comprendi le agitate questioni del tempo a partire dalle tue inadempienze e dalle resistenze allo Spirito di Dio che ti muove a conversione? Evangelii Gaudium ci riporta a quell’ansia di rinnovamento conciliare che permeò il cuore dei credenti, che mise in auge la nozione di popolo di Dio, che intravide nella coessenzialità del profilo gerarchico e carismatico la più eloquente risposta al bisogno di corresponsabilità del destino di Cristo e del suo Vangelo tra gli uomini. La lettura dell’esortazione post sinodale Evangelii Gaudium ci dice che la Chiesa esiste fisiologicamente e diviene storicamente nello Spirito Santo, nell’esperienza permanente di un amore libero da sovrastrutture concettuali e materiali; di un amore che per essere davvero creduto e credibile implica tanti “sì” e altrettanti conseguenziali “no”. Senza rinvii, senza alterazioni del sensus fidei, senza manierismi istituzionali che raffreddano la fede nel petto e consegnano alla storia un’immagine alterata del volto di Cristo, capo della Sua Chiesa. Papa Francesco usa termini talvolta esigenti e disarmanti, mai accomodanti, eppure sempre profondamente veri e parametrati alla portata della sfida che si è assunto a nome dei Padri conclavisti. È in atto il Pontificato dell’autenticità cristiana, a ben vedere invocata dal beato Giovanni Paolo II nel suo documento programmatico per il terzo millennio Novo Millennio Ineunte, ed esplicitato e applicato alla modernità corrente da Benedetto XVI in Caritas in Veritate. Non tenerne conto è come destarsi da un letargo e non essere ancora entrati nel nuovo secolo di storia cristiana! Evangelii Gaudium cade dal cielo come una manna, non come un fulmine a ciel sereno, ma indica un punto di non ritorno per la Chiesa e rivela la stagione della Provvidenza nel tempo della crisi. Per questo Papa Francesco parla di un “improrogabile rinnovamento ecclesiale”, che imprima alla storia contemporanea il volto umano della fede. Una fede umanizzante. Una speranza dialogante. Una carità risanante. I cristiani di ogni tempo sanno di essere una riserva di misericordia e di giustizia, specie quando la speranza si fa affanno e delusione; sanno, per esperienza, che la storia è il palcoscenico dello Spirito di Dio e che la vita umana è lo spazio di innumerevoli miracoli. Quelli che lo Spirito vuole operare nel cuore di coloro che sottomettono a Cristo il proprio cuore, la propria volontà, il proprio destino. Evangelii Gaudium è il ritratto di un pontificato dipinto dalle mani dei piccoli del Regno, dai cercatori di Dio, dalle anime belle e nascoste che attraggono ancora sulla terra benedizioni; di un cristianesimo che se è “storia d’amore oltre il limite”, deve sempre fare i conti con la capacità di dare e di non trattenere amore. È un omaggio a quella “teologia dell’esperienza” spesso trascurata dal primato di un razionalismo che disdegna le novità dello Spirito, che non conduce per mano dentro l’originalità cristiana. Papa Francesco sta inondando il mondo del profumo della misericordia, legge materna dell’umanità che tutti intendono e vogliono parlare. E lancia a se stesso e alla Chiesa tutta la sfida più grande: ritrovarne il gusto, tra originalità e fedeltà. Il passo che Papa Francesco propone dice non audacia, ma realismo; parla di un mondo già trasfigurato dall’amore di Cristo che non può essere sfigurato dai suoi discepoli, da quella accidia e arrendevolezza che può rallentare il cammino missionario di chiese e comunità. Un passo che reclama nuova passione, per Dio e per l’uomo.

rns-italia
Credente
00lunedì 3 agosto 2015 21:24
Credente
00venerdì 13 novembre 2015 14:49
Martinez:
Chiesa italiana chiamata a toccare il cuore della gente


La Chiesa italiana dopo il Convegno nazionale di Firenze si appresta a vivere una nuova pagina della sua storia. Ma verso quale meta è chiamata a camminare? Ascoltiamo Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, al microfono del nostro inviato Luca Collodi:
R. – Dove il suo Signore Gesù Cristo gli ha sempre chiesto di andare e cioè al cuore della gente, al cuore della storia, e a questo cuore sempre più malato, sempre più solo e sempre più bisognoso di misericordia, guardare non in modo indifferenziato, ma con una parola che sappia farsi “tu”, con una gestualità che sappia assumere i tanti mali di questo nostro tempo. E’ la Chiesa in uscita di cui parla Papa Francesco, perché lascia entrare dentro di sé un nuovo amore per gli uomini del nostro tempo, una Chiesa incarnata, una Chiesa che vive nella storia, in un tempo complesso. La capacità della Chiesa è quella di saper leggere i segni dei tempi ed entrare dentro la complessità. E la ricchezza di cui certamente questo nostro tempo dispone è provvidenziale per la nuova evangelizzazione, che è tutta da reinterpretare, alla luce dei bisogni degli uomini di oggi.
D. – Nel dialogo di questi giorni, all’interno dei delegati, dei pastori, dei vescovi, dei sacerdoti, emerge una divisione tra vecchia Chiesa italiana e nuova Chiesa italiana?
R. – Grazie a Dio, in Gesù Cristo, Antico e Nuovo Testamento si saldano, e così - vorrei dire - siamo dentro una storia. Il Beato Paolo VI pose una grande domanda: quale Chiesa per il terzo millennio? Giovanni Paolo II: quale uomo? E Benedetto XVI: quale fede? E adesso Papa Francesco: quale amore, quale misericordia, quale capacità di dire e di dare ad ogni uomo Gesù Cristo? Ecco, siamo quello che siamo per grazia - vorrei dire con Papa Francesco - ma guardando indietro dobbiamo davvero apprezzare in quanti modi abbiamo salutato l’avvento, l’alba di un nuovo millennio con Pontificati che hanno fortemente segnato la nostra storia. Adesso Papa Francesco ci dice di puntare all’essenziale, ad un umanesimo cristiano che profumi di Spirito Santo, cioè di grazia, di miracolo, di una fede che non si arrende davanti al male. E’ quell’arte di amare che reimpariamo sempre, soprattutto se sappiamo stare in mezzo alla nostra gente.
D. – Firenze può segnare il rilancio del laicato cattolico nel sociale?
R. – A condizione che facciamo discendere il sociale dallo spirituale. Papa Francesco è molto chiaro: si può stare dalla parte degli ultimi – Gesù nella sinagoga di Nazareth individua l’uomo in quattro grandi categorie: i prigionieri, gli oppressi, i poveri, i ciechi – a condizione che ci lasciamo rigenerare interiormente dallo Spirito Santo. Altrimenti parleremo di moralità, di immoralità, parleremo di crisi sociali, senza ribadire che la più profonda delle crisi è proprio spirituale. Se avremo maggiore fiducia – come ha detto il Papa – nello Spirito Santo e nella creatività dello Spirito Santo, anche il nostro protagonismo ritornerà ancora più incisivo e la grande ricchezza carismatica sarà la migliore lezione di generosità che possiamo offrire a questo nostro mondo disorientato. Si può ripartire da Firenze, si deve ripartire da Firenze, con una maggiore fiducia nella grazia e nella dimensione dello Spirito.
Per una sintesi delle tematiche emerse dai gruppi di lavoro al V Convegno nazionale della Chiesa italiana a Firenze, ascoltiamo il servizio di Luca Collodi:

Domanda di spiritualità
Dai giovani del Convegno della Chiesa italiana a Firenze, emerge la proposta di una fede che comprenda esperienze di preghiera, di formazione e accompagnamento spirituale. “C’è una domanda di interiorità, di preghiera, che però non sembra trovare risposte soddisfacenti nelle scelte di educazione alla fede nelle Chiese locali”. Le parrocchie sembrano riservare più attenzione “all’aggregazione e all’animazione, mentre la domanda di spiritualità sembra più forte all’interno delle associazioni e dei movimenti ecclesiali”.
Mettere al centro l’ascolto del Vangelo
Vari gruppi sottolineano “l’importanza della conoscenza della parola di Dio”. Occorre rimettere al centro della vita della Chiesa “l’ascolto del Vangelo, elemento di unione e di aggregazione”. Ma occorre “saperlo attualizzare” a partire dalla “liturgia” perché esso generi “un profondo processo di conversione personale, comunitaria e pastorale”.
Attenzione a poveri e famiglie ferite
Sul fronte dell’educazione, l’attenzione si è soffermata sulla fragilità della famiglia. La proposta è di formare persone da affiancare a realtà con situazioni educative difficili con volontari in aiuto a famiglie con anziani e disabili. Partendo dall’invito del Papa alla Chiesa italiana di rileggere e applicare l’Evangelii Gaudium, si guarda ad una “Chiesa capace di mettere in cattedra i poveri, i malati, i disabili, le famiglie ferite; ‘periferie’ che, aiutate attraverso percorsi di accoglienza, possano diventare centro, e quindi soggetti e non destinatari di pastorale e testimonianza”. Molti gruppi di lavoro, sottolineano l’esigenza di “allargare” i protagonisti dell’evangelizzazione; in particolare le famiglie “vanno colte come soggetto di annuncio”.
Maggiore coinvolgimento dei laici
Importanti i percorsi di sostegno alla genitorialità, dove comunicare l’emergenza educativa, ma anche la gioia di educare. “Occorre inoltre un sempre maggiore coinvolgimento dei laici nelle varie forme di annuncio del Vangelo”. Si chiede “maggiore comunione tra sacerdoti e laici”, coltivando la fiducia reciproca, senza corporativismi. Si chiede inoltre di avviare all’interno della Chiesa italiana linee di azione per giungere ad “un processo sinodale”. “Strada maestra per crescere nell’identità di Chiesa in uscita, capace di mettersi in movimento creativo, innovando con libertà dentro un orizzonte di comunione e di preghiera”.
Uscire dalla fortezza
“L’annuncio del Vangelo non deve essere offerto come una summa dottrinale o come un manuale di morale”, ma anzitutto come una testimonianza sulla persona di Cristo, attraverso un volto amichevole di Chiesa tra le case e nelle città. “Si tratta di non limitarsi ad assumere l’atteggiamento delle sentinelle, che rimanendo dentro la fortezza osservano dall’alto ciò che accade attorno, bensì coltivare l’attitudine degli esploratori, che si espongono, si mettono in gioco in prima persona, correndo il rischio di incidentarsi e di sporcarsi le mani”.
Credente
00lunedì 7 dicembre 2015 22:47

Il Papa con Salvatore Martinez - OSS_ROM


Papa a RnS: animare città secolare.
Martinez: con la novità dello Spirito



"Camminare in novità di vita e, resi fecondi dalla preghiera carismatica personale e comunitaria, contribuire con la forza rinnovatrice del Vangelo all'animazione cristiana della città secolare". Questa l’esortazione di Papa Francesco rivolta al Rinnovamento nello Spirito, riunito al Palacongressi di Rimini per la trentanovesima Conferenza degli animatori. Su queste parole ascoltiamo Salvatore Martinez, presidente nazionale del movimento, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Siamo in un cammino: in un cammino di Chiesa. Il Papa ci diceva nel luglio scorso, in occasione della nostra convocazione in Piazza San Pietro: un cammino che si deve esprimere in una novità di vita. E quando si ha a che fare con lo Spirito Santo, tutto è nuovo, incessantemente nuovo o rinnovato e quindi la dimensione della vita nuova nello Spirito ci appartiene, non soltanto nel linguaggio ma proprio nella nostra sensibilità. Ci raduniamo nel nome del Signore ma per sperimentare ogni volta l’originalità del Vangelo, la novità di ciò che lo Spirito costantemente ci suggerisce. E il Papa indica un metodo: è proprio la preghiera comunitaria carismatica, cioè questa preghiera vissuta nello Spirito Santo, mediante lo Spirito come dice il tema di questa conferenza, che è capace di determinare il dinamismo, il cammino, la novità e poi – dice il Papa – la forza: questa forza innovatrice che è la forza della prima comunità cristiana, è la forza del bene dinanzi al male, che è la forza di questi carismi che sono proprio gli attrezzi dello Spirito attraverso i quali noi facciamo vedere l’efficacia del Vangelo.

D. – Il Rinnovamento nello Spirito come si prepara a vivere il Giubileo della Misericordia?

R. – Credo proprio con le parole che il Papa ci consegna nel messaggio: cioè, tutto questo che abbiamo ricordato deve poi avere uno sbocco, e cioè l’animazione cristiana della città secolare, quell’umanesimo cristiano che il Pontefice ha ricordato a Firenze, alle nostre Chiese d’Italia. Insomma, c’è bisogno che la forza dello Spirito si avverta nella storia. Questa inclusione sociale che tanto ci sta a cuore guardando ai poveri, agli ultimi, deve poterci far dire che spiritualmente nessuno dev’essere eslcuso: allora diventa Giubileo, diventa gioia, allora diventa racconto della misericordia. In un intervento dicevo: dobbiamo essere misericordiosi più che “mistericordiosi”, cioè troppo mistero sembra aleggiare introno alla fede. La fede non è un teorema, la fede non è una dottrina astratta: la fede è un’esperienza. E “giubilo” parla di gioia, di qualcosa di estremamente concreto; “misericordia” parla di cuori, di cuori che sono immersi nell’amore di Dio, nella compassione di Dio. Ecco, tutto questo – il Papa dice – dev’essere animazione, e cristiana, cioè alla maniera di Cristo, e deve entrare nella storia. Si apre questa porta della misericordia, questa porta giubilare, e il Rinnovamento non solo non vuole stare nelle retrovie, ma deve davvero segnare in modo importante, significativo – ed è la nostra grande attesa, la nostra grande speranza – questo Giubileo della Misericordia.

D. – Papa Francesco compie mille giorni di Pontificato: cosa sta portando il suo ministero alla Chiesa?

R. – Uno sguardo così profondo, così incarnato, così appassionato, capace di entrare nella vita della gente, che continua a sorprendere. Sorprende i vicini e sorprende i lontani: talvolta disarma, altre volte manda profondamente in crisi strutture di pensiero, strutture organizzative … E in questo non si può non sentire un soffio rinnovatore, riformatore. Lo diceva già Paolo VI, siamo a 50 anni dal Concilio ecumenico Vaticano II: “Sì, potremmo rinnovare tutte le strutture della Chiesa, ma attenzione a non rinnovare l’anima della Chiesa!”. E l’anima è lo Spirito Santo. Come ho avuto modo di dire più volte, anche al Pontefice, quando ne ho avuto la possibilità, il suo è davvero un Pontificato improntato alla libertà dello Spirito e dove c’è libertà questa è libertà libera, quindi una libertà liberante. Gesù è più vicino alla gente, lo si percepisce, lo si avverte nel sentimento, nell’emozione, nella decisione, nella volontà e di tutto questo dobbiamo rendere grazie al Signore perché in questi 50 anni post-conciliari, partendo da Paolo VI, giungendo a Papa Francesco, abbiamo visto in quanti modi lo Spirito sta parlando alla Chiesa, in che modo profondo continua a rinnovarla, a renderla sempre più vicina agli uomini come strumento di salvezza e quante meraviglie ordinariamente, ogni giorno noi possiamo testimoniare, accertare, quindi raccontare. Il Vangelo è vivo, e Papa Francesco ne è una dimostrazione eloquente.


Credente
00sabato 29 aprile 2017 12:31
CONVOCAZIONE DI RIMINI 2017

PREGHIERA COMUNITARIA



RELAZIONE CONCLUSIVA

Credente
00mercoledì 5 settembre 2018 15:01

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A fare il punto della 41ª Convocazione nazionale è il presidente, Salvatore Martinez, che sul tema scelto per l'edizione 2018, incentrata sulla parabola evangelica del buon Samaritano, aveva dichiarato: “Prendersi cura dei fratelli contribuisce a sconfiggere l’egoismo del mondo diffondendo la solidarietà che viene dall’amore, la sola che genera fraternità e amicizia durature tra gli uomini”




(Pesaro) Dal 1997 è il primo laico alla presidenza di un movimento ecclesiale che in Italia conta oltre 250mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità. Con nove missioni all’estero (tra cui Repubblica Moldova e Transinistria, Israele e Giordania), scuole di formazione, una casa editrice, una fondazione per la promozione di progetti di utilità sociale e una società di servizi per l’organizzazione di eventi, Rinnovamento nello Spirito si conferma un’attraente realtà carismatica capace di attirare, ogni volta, una massiccia partecipazione. A fare il punto della 41ª Convocazione nazionale, iniziata sabato 28 aprile e che si concluderà domani, 1° maggio, è il presidente, Salvatore Martinez, che sul tema scelto per l’edizione 2018, incentrata sulla parabola evangelica del buon Samaritano, aveva dichiarato: “Prendersi cura dei fratelli contribuisce a sconfiggere l’egoismo del mondo diffondendo la solidarietà che viene dall’amore, la sola che genera fraternità e amicizia durature tra gli uomini”.


Presidente, nonostante gli assestamenti logistici lo spostamento dell’annuale convocazione da Rimini a Pesaro non ha certo “disorientato” gli animi: 10mila presenze per questa edizione 2018 rappresentano un bel numero per RnS. Possiamo tracciare un bilancio di questa quattro giorni?
La 41ª Convocazione indica una lunga e bella storia ecclesiale; al contempo di fraternità e d’interazione del profilo sacramentale e carismatico. Ogni luogo è sempre valido per sperimentare tutto questo e, al di là di qualche ragionevole apprensione sul piano logistico, oggi possiamo affermare che ogni perplessità è stata fugata dall’ottima sinergia tra i responsabili del movimento, le istituzioni locali e lo staff organizzativo, assieme alla buona volontà di quanti hanno desiderato ritrovarsi per fare, prima di tutto, esperienza di Dio. Perciò, al disorientamento dettato dal cambio di location fa seguito il sentirsi comunque “in famiglia”: l’impianto e la finalità di questo evento nazionale non cambiano, la spiritualità prevale di certo sull’allestimento. Sul piano della resa del programma, ritengo comunque siano stati giorni di grande intensità spirituale.

Rinnovamento nello Spirito, lo vediamo anche da questo appuntamento a Pesaro, ha un “volto” giovane: che segnale rappresenta per la Chiesa italiana?
Il movimento viene salutato da Paolo VI come “espressione della giovinezza della Chiesa” e nasce proprio grazie all’impegno di alcuni giovani universitari americani. Io stesso avevo 25 anni quando divenni coordinatore regionale della Sicilia RnS e 31 quando divenni coordinatore nazionale del RnS. Il RnS vuole ancora essere il volto di una Chiesa giovane, che non vuole invecchiare e che trova nei giovani la misura di quella passione, di quella capacità di voler osare e di assumersi responsabilità che mi sembra rappresentino un ottimo viatico al superamento di tanta sfiducia, quella stanchezza e immaturità che si registrano nei nostri figli.

Sui giovani, ancor prima sui bambini, abbiamo posto sempre grande attenzione,

anche qui all’interno della Convocazione, con una pedagogia che li accompagna e li educa a mettere a frutto i doni di Dio ponendosi a servizio del prossimo.

Tra l’altro, è prevista anche una proposta pensata proprio in proiezione del Sinodo di ottobre rivolto ai giovani…
Abbiamo salutato con gioia la notizia di un Sinodo dei giovani che fa seguito a due Sinodi sulla famiglia; ci siamo resi disponibili come movimento a supportare la realizzazione di questo grande evento. I giovani non sono solo l’espressione più audace delle nostre comunità, ma all’interno del Rinnovamento nello Spirito individuano un ambito di evangelizzazione loro dedicato, a partire dalle diocesi. Dunque, c’è un vero protagonismo dei giovani all’interno del RnS. Tutto questo abbiamo cercato di travasarlo nel lavoro propedeutico del Sinodo dei giovani e cercheremo anche di testimoniarlo nella preparazione immediata che avverrà in Umbria, a Perugia, e che sfocerà nell’appuntamento pensato dalla Chiesa italiana per i giovani del nostro Paese. Questa è una tradizione che si rinnova, perché la nostra collaborazione, ad esempio alle Giornate mondiali della gioventù, è ormai storicizzata.

Rimanendo sul tema giovanile, che assieme a quello legato ai sacerdoti e alle famiglie costituisce uno degli ambiti centrali su cui si concentra l’opera di evangelizzazione del movimento, vogliamo raccontare l’esperienza di “Labora”, un progetto molto caro a RnS, volto a valorizzare l’offerta formativa delle giovani eccellenze cristianamente orientate?
Giovani, famiglie e sacerdoti indicano una soggettività sacramentale e sociale da cui non si può prescindere e a cui, come movimento, dedichiamo prioritaria attenzione nell’elaborazione dei nostri programmi.

“Labora”, nel tempo della crisi, rappresenta una risposta sistemica e interdisciplinare, capace di raccogliere e promuovere le tante ricchezze presenti nella vita delle nostre comunità locali.

Si tratta di un progetto creativo per costruire insieme, con rinnovato slancio, un autentico umanesimo cristiano, in sintonia con quanto auspicato dal Santo Padre. Partendo dai territori, dunque, in accordo con i vescovi, i giovani individuati vengono messi in contatto con testimoni autorevoli di diverse aree professionali, per determinare, secondo modelli cristianamente ispirati, processi generativi che permettano ai ragazzi stessi di maturare una leadership di servizio sociale e politico nei luoghi dove la Provvidenza li condurrà.

RnS e il mondo della missione, oltre a quello delle carceri e degli ospedali. Nell’”ospedale da campo” a cui ci richiama papa Francesco per sanare la “cultura dello scarto”, qual è il vostro impegno a favore della promozione umana?

Da sempre il Rinnovamento ha mostrato propensione verso il contesto ospedaliero e carcerario, perché è decisivo vivificare, attraverso lo Spirito, gli spazi di sofferenza e di morte sempre più crescenti intorno a noi. A queste forme di povertà si sono aggiunte nuove dimensioni di disagio, pensiamo all’immigrazione, alle frammentazioni familiari. La cultura di Pentecoste è una delle sfide a cui più guardiamo da molti anni come sostanziale replica alla “cultura dell’indifferenza”, da coltivare con impegno. Ci sono molte iniziative strutturate a livello nazionale, ma è importante sottolineare come tantissima gente avverta il desiderio di essere realmente protagonista della Chiesa “in uscita” e spingersi fino ai luoghi di missione più inconsueti. Quando questo accade c’è da rallegrarsi: vuol dire che lo Spirito Santo, allenatori dei martiri, è all’opera e, quanto più le situazioni sembrano essere contraddittorie tanto più si manifesta quell’audacia che viene dalla fede e che si trova nel popolo di Dio.

È del gennaio scorso la sua nomina a rappresentante personale della presidenza italiana dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) 2018 per la Dimensione 3 “Diritti umani”. Cosa rappresenta questo suo ulteriore incarico?
Ogni anno uno dei 57 Paesi membri dell’Osce è chiamato a ricoprire la presidenza. Il 2018 è l’anno della presidenza italiana. Attraverso questa nomina ho potuto constatare quanto sia decisiva per la nostra Europa “la cultura del dialogo e dell’incontro” a cui costantemente ci richiama il Pontefice.

Molte forme d’intolleranza e di discriminazione, che talvolta riguardano anche i cristiani, sono generate dalla difficoltà di trovare una “grammatica morale comunitaria”, un ethos globale nella promozione umana che unica tutti, e non solo i credenti, attorno al tema della dignità dell’uomo, che va preservata sempre.

Il 2018 è anche l’anno del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, con al centro la delicata questione della libertà religiosa. Siamo in attività, attendiamo ovviamente il prossimo Governo, ma il lavoro avviato è certamente prezioso.

Guardando alle prospettive future, quali sono gli orientamenti (e gli auspici) del Rinnovamento nello Spirito?
Il domani germoglia sempre nel presente che vogliamo e costruiamo. Diventa difficile stare nei panni dello Spirito Santo: lui ci introduce nell’avvenire della fede; noi possiamo pregare e umilmente lasciarci condurre da lui. I gruppi, le comunità, la nostra gente ci interpella, chiedendo soluzioni per anticipare un futuro buono e giusto in un presente faticoso.

Il mio auspicio allora è che il Rinnovamento sia vero Rinnovamento,

che non ci siano sconti di grazia, di abitudine, del “già fatto” che ci facciano perdere la parresìa, l’entusiasmo, la passione di dire ancora che siamo a servizio di Dio e dell’uomo a partire dai carismi che il Signore ci ha elargito. Certo, nell’immediato, le prospettive riguardano la dimensione missionaria, così che tutti i nostri servizi e ministeri si percepiscano in un nuovo dinamismo. Le “parole chiave” ce le ha suggerite Papa Francesco, al Circo Massimo, lo scorso anno: effusione dello Spirito, lode e servizio dell’uomo. Così si fanno la storia della Chiesa e la storia del mondo; così si può intravedere il bene che filtra nelle pieghe del male e riscatta tanti figli di Dio perduti, rigenerati da quell’esperienza di misericordia che trova nella comunità cristiana la propria forza.


Credente
00mercoledì 5 settembre 2018 15:05
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La crisi della famiglia e la preghiera come antidoto

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“La famiglia cristiana è tenerezza ferita, ma ostensione del sacramento della tenerezza divina. Fin quando sarà sulla terra, la famiglia cristiana sarà sempre in segreta empatia con la sofferenza umana”. Lo ha detto Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito e presidente della Fondazione vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, intervenuto oggi all’incontro mondiale delle famiglie in corso a Dublino. Nelle sue parole anche un messaggio di speranza: “Una famiglia cristiana che vive dello Spirito Santo non perderà mai il coraggio; ogni impresa le sembrerà possibile. Non ci perdiamo d’animo, allora, e facciamo di Amoris laetitia, della gioia dell’amore in famiglia, il nostro Vangelo per il mondo”. Guardando alla crisi attraversata dalla famiglia, Martinez la considera una “crisi spirituale”. “Oggi è in crisi l’arte di vivere l’amore, perché è in crisi l’esperienza di Dio che facciamo nelle nostre case – ha aggiunto –. I nostri figli non muoiono per mancanza di pane o di lavoro; soffrono e muoiono per mancanza di amore”. Secondo il presidente della Fondazione vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, sono due le implicazioni di ciò: “è andata in crisi l’educazione cristiana in famiglia ed è in crisi la trasmissione della fede nelle nostre case”. Ma “la famiglia vive, è viva ed è destinata a dare vita al mondo”. “È viva se si rigenera spiritualmente senza arrendersi dinanzi al male, ai tanti mali che ogni giorno la colpiscono”, ha affermato Martinez. E per riuscirci, a suo avviso, è necessaria “come antidoto” una “rigenerazione spirituale” e, in particolare, “la preghiera in famiglia”. “La presenza dello Spirito, in famiglia, si alimenta pregando, permettendo a Dio di visitarci nelle nostre case, ogni giorno. Non c’è modo migliore, più efficace, che pregare e pregare insieme. La famiglia, quando prega, è vigilante, profetica, innamorata, incarnata, in comunione”.


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00venerdì 28 settembre 2018 18:53
Pellegrinaggio famiglie a Pompei: Martinez (RnS), “la crisi spirituale che le attraversa non è irreversibile”

15 settembre 2018 @ 19:31

“A pochi giorni dall’Incontro Mondiale delle Famiglie con Papa Francesco a Dublino, la famiglia cristiana torna a ribadire il suo impegno come Chiesa domestica, luogo di trasmissione della fede e di incontro con Dio Amore”. Lo ha detto Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, oggi, in occasione dell’undicesimo “Pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia”, a Pompei. “La crisi spirituale che sta attraversando la famiglia cristiana non è un processo irreversibile come molti vorrebbero farci credere”, ha aggiunto Martinez. Il presiedente della Fondazione vaticana, intervenuto anche a Dublino, ha segnalato anche che “oggi è in crisi ‘l’arte di vivere l’amore’, perché è in crisi l’esperienza che di Dio si fa nelle nostre case, nella quotidianità dei piccoli gesti che edificano la famiglia e la rigenerano. Ma, in quanto cristiani, abbiamo la più potente delle armi: la preghiera, che origina unità nella fede”. Spiegando così “il senso del pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia”, il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo lo ha indicato anche come “gesto corale di preghiera, capace di dimostrare quel progetto di bellezza e sacralità che è la famiglia cristiana”. “Una famiglia cristiana che vive dello Spirito Santo non perderà mai l’entusiasmo di realizzare il sogno di Dio e ogni impresa le sembrerà possibile. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, invita a riscoprire la gioia dell’amore in famiglia. La famiglia è viva se si rigenera spiritualmente senza arrendersi dinanzi al male, attraverso la preghiera di nonni, genitori e figli. Una famiglia che prega genera unità e amore”.


Credente
00domenica 18 novembre 2018 09:46
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Conferenza animatori RnS: Martinez (presidente),
“generare tramite i giovani una leadership di servizio”

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(Pesaro) “Nel luglio 2015, in occasione della Convocazione nazionale, abbiamo consegnato a Papa Francesco una risposta fondamentale: la Bibbia, che non costituisce un talismano bensì uno strumento basilare da ‘consumare’ perché il deficit della Parola di Dio che accusiamo va colmato”. Lo ha ricordato Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, parlando stasera agli animatori e responsabili (circa 4mila le presenze, tra laici e religiosi, registrate all’Adriatic Arena e provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero), riuniti fino a domani a Pesaro per la 42ª Conferenza nazionale. Ripercorrendo, attraverso i momenti e le date più salienti, il cammino tracciato in questi anni dal movimento carismatico, Martinez ha indicato nel gennaio 2016 l’approvazione dello statuto della Fondazione vaticana “Centro internazionale Famiglia di Nazareth”, che ha permesso di “portare in tutto il mondo il Vangelo della famiglia”. A suscitare un applauso della platea, la memoria dell’iniziativa lanciata mentre il Parlamento “disquisiva di utero in affitto”: fu allora, infatti, che il RnS propose “l’idea di una Veglia dedicata a tutte le donne e madri nei santuari e basiliche di tutta Italia, portando un fiore alla Vergine Maria”. Quindi, sempre due anni fa, il Giubileo della Misericordia, la Gmg a Cracovia e, nel 2017, il grande Giubileo d’oro, “con più di 120 Paesi presenti al Circo Massimo, per ringraziare e portare il nostro contributo di giubilo per questa corrente di grazia”. Sempre nello stesso anno, a luglio, venne “consacrato” il progetto Lab.Ora, strutturato per “generare tramite i giovani una leadership di servizio”. “Se nel cuore dei cattolici non torna la testimonianza cristiana, anche fossimo in condizione di fondare un partito dei cattolici si tratterebbe di un partito senza cattolici – ha spiegato Martinez -. A nulla, infatti, serve preparare il cambiamento se poi non esistono attori pronti ad attuarlo. Occorre inventarsi, dunque, nuove formule di aggregazione”.


Credente
00domenica 18 novembre 2018 09:48
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Conferenza animatori RnS: Martinez (presidente),
“aprirsi a nuove strade”

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(Pesaro) “Comunità, pastoralità e missionarietà”. Così Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), ha illustrato oggi tre parole chiave della missione del movimento ai circa 4mila animatori e responsabili dei Gruppi e delle Comunità riuniti fino a domani a Pesaro per la 42ª Conferenza nazionale. “La comunità ci consente di metterci in relazione e di servire nel nome di Gesù. È l’individualismo – ha aggiunto Martinez – il male del secolo, perché la globalizzazione sta mortificando la vita dell’uomo e la sua spiritualità”. In quest’ottica, secondo il presidente del RnS, “lo Spirito può diventare soggetto di ‘riconciliazione’, perché quando parliamo di gruppi del RnS ci riferiamo a gruppi comunitari che riproducono le dinamiche del Corpo di Cristo”. Poi, Martinez ha evidenziato che “il nostro impegno serve non solo alla Chiesa: noi siamo sacramento per il mondo e l’antidoto è rappresentato dalla fraternità e dalla comunione”. Guardando al “valore del tempo con cui intraprendere gli impegni”, il presidente Martinez ha affermato che va “ottimizzato e ricentrato nella giusta grazia”. “La comunità nasce dal desiderio di costruire qualcosa insieme, è un cammino generato e generativo, e tutto dipende dalla qualità della vita che esso racchiude”. Infine, Martinez ha messo in guardia dal rischio del “parrocchialismo” e del “clericalismo dei laici”. Guardando al futuro l’auspicio di “un cammino che deve tendere alla comunità: quello è il rinnovamento – ha concluso -, ossia aprirsi a nuove strade”.


Credente
00domenica 18 novembre 2018 09:49
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Conferenza animatori: Martinez (RnS),
“favorire per cerchi concentrici la comunione”

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(Pesaro) La sintesi del cammino inizia dalla memoria, e in particolare da quella post conciliare e da una delle sue figure fondanti, Paolo VI che, nell’udienza datata 1951 nella basilica di San Pietro, ascoltanto il canto “Alleluja internazionale” ebbe a dire al cardinale Suenens: “Questa è l’anticamera del Paradiso!”. È il ricordo con cui Salvatore Martinez, presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo, ha chiuso a Pesaro i lavori della 42ª Conferenza nazionale per gli animatori e i responsabili dei Gruppi e delle Comunità. Nella sua relazione finale, il percorso, a ritroso, dei cinquant’anni di storia del movimento ecclesiale – “un racconto di salvezza che va moltiplicato” – e per il quale ringraziare lo Spirito, “per quanto ci dice, oggi, attraverso le parole di Papa Francesco”. Parole che il presidente del RnS più volte riprende, a partire da quelle usate per il Documento finale del Sinodo sui giovani, esperienza vissuta, scrive lo stesso Santo Padre, “camminando insieme e ponendoci in ascolto della voce dello Spirito”. Proprio come accaduto fin dalle origini e accade tuttora nel Rinnovamento. Per spiegarlo meglio all’assemblea, Martinez riparte, declinandola in dodici punti, dall’immagine evangelica dei discepoli di Emmaus, “straordinariamente efficace per riassumere ciò che è stato fatto e ciò che lo Spirito chiede di fare”. A ben vedere infatti c’è tutto, prosegue il presidente, “a partire dai pilastri della vita comunitaria, oltre alla testimonianza e all’evangelizzazione, tramite i verbi ‘hanno visto, udito, toccato’ il Verbo della vita”. Dopo la verifica in chiave associativa, è infatti il tempo delle prospettive che attendono il prossimo quadriennio di servizio del RnS, articolato in “comunità carismatiche missionarie”, con “uno statuto inclusivo e una capacità generativa” in cui il “metodo” si concretizza nel “condividere, realizzare insieme e favorire per cerchi concentrici la comunione”.


Credente
00mercoledì 28 novembre 2018 14:53
Tolleranza religiosa: Martinez (Cifn) al summit di Dubai,
“La pace si costruisce alimentando ideale umano di libertà e giustizia”



“La crisi spirituale che il mondo vive, necessita di un sussulto di responsabilità da parte degli uomini religiosi, in special modo di quanti hanno una responsabilità sociale e politica. Servono, pertanto, nuove sintesi, nuove forme di dialogo, nuove piattaforme di collaborazione che vedano le tre religioni monoteiste andare in discontinuità testimoniale con il passato”. Lo ha detto ieri Salvatore Martinez intervenendo, in qualità di presidente della Fondazione vaticana “Centro internazionale Famiglia di Nazareth” (Cifn), al “World Tolerance Summit”, intitolato “Prosperare dal pluralismo: abbracciare la diversità attraverso l’innovazione e la collaborazione” e che si conclude oggi, in concomitanza con l’International Day of Tolerance. Davanti a una platea di 1.500 partecipanti, tra i quali molti leader governativi provenienti da ogni parte del mondo, Martinez nella sua relazione tenuta su “Il ruolo dei governi nell’incoraggiare la tolleranza attraverso la coesistenza pacifica e la diversità”, ha sottolineato che “la pace si costruisce alimentando l’ideale umano della libertà e della giustizia, due dimensioni che promuovono e preservano la ‘tolleranza’ tra i popoli. Questo summit di Dubai, il primo del genere in Medio Oriente, al quale cristiani e occidentali partecipiamo, seppure in numero ridottissimo rispetto alla componente musulmana, pone le basi per un futuro che ponga al centro l’uomo, la sua dignità integrale e trascendente, il protagonismo dei giovani e il valore della donna”.

Credente
00mercoledì 19 dicembre 2018 21:46
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Martinez (Laudato Si’), “ridare slancio alla ‘laicità cristiana’, la più potente nelle trasformazioni”


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“Il mondo è cambiato e il nostro tempo è dominato dalla crisi che cela la paura dell’uomo contemporaneo e che chiede un’ermeneutica per il futuro”. Cita le parole di Papa Francesco Salvatore Martinez, presidente dell’associazione “Laudato Si’” e del Rinnovamento nello Spirito Santo, intervenendo al convegno “Fisiologia di una crisi. Una risposta sistemica” a Roma. Per Martinez è in crisi “l’arte di vivere”, in questo “tempo pervaso da una vera e propria siccità di valori spirituali che contraddistinguono uomini anche credenti incapaci, però, di dare risposte di senso”. “C’è, talvolta, tra noi – ha proseguito – una sorta di complesso d’inferiorità dinanzi all’ineluttabile male che si accanisce sulla storia, un’inquietudine che ci assale dinanzi al tentativo corrente di privare l’idealismo cristiano di ogni rilievo pubblico. Istituzioni, associazioni, comunità hanno bisogno di un nuovo ethos, che segni una profonda stagione di conversione, che ridia slancio alla ‘laicità cristiana’, la più potente nelle trasformazioni, nei progressi civili, nei processi di umanizzazione della storia”. L’impegno, secondo Martinez, è quello di “non sfuggire a questa responsabilità. Crediamo che si possa, si debba ripartire da don Luigi Sturzo e, in occasione dell’imminente centenario, dal suo Appello, ai liberi e forti dai 12 punti che lo tradussero in programma condiviso di azione comune. Non solo è ancora attuabile, è tremendamente attuale”.


Credente
00mercoledì 19 dicembre 2018 21:48
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Carceri: Martinez (RnS), “dire ‘buttare la chiave’ è insopportabile”


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“Dio può far sorgere figli dalle pietre, anche i cuori più duri possono aprirsi”. Lo ha sottolineato Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, per il quale quando si parla di carceri “dire ‘buttare via la chiave’ è insopportabile”. “In una società in cui tutto si capitalizza e si consuma, dove si diffonde la cultura dello scarto, in cui chi investe sull’uomo è un perdente”, è necessario “includere la dimensione dell’amore” e “fare un lavoro sistemico che supplisca alla carenza degli ordinamenti”. “Non è un compito solo dello Stato, ma è dovere della società civile”, ha scandito Martinez, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione de “L’Altra Cucina… per un Pranzo d’Amore”, l’iniziativa promossa in occasione delle festività natalizie da Prison Fellowship Italia onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS per offrire a 2.000 detenute e detenuti di tredici carceri italiane pasti gourmet, preparati da chef ‘stellati’ e serviti da numerosi testimonial del mondo dello spettacolo, della musica, della stampa e dello sport. Quest’iniziativa rappresenta “una provocazione di grandissima portata per il nostro tempo”, ha rilevato Martinez, ricordando che questa tuttavia è la punta dell’iceberg di un “cammino ordinario, talvolta nascosto e poco raccontato”. Anche a fianco delle famiglie dei carcerati: “l’80% di quelle che hanno in carcere il padre, non ha reddito e all’educazione dei bambini ci pensa la mafia che fidelizza la famiglia”. Ecco perché, ha spiegato, “prendersi cura delle famiglie significa interrompere una catena di trasmissione del male, della violenza, dell’ingiustizia e del rancore”.




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00sabato 19 gennaio 2019 17:02
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Nuovo statuto RnS: Martinez (presidente),
“slancio evangelizzatore e missionario”

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“Siamo grati ai nostri vescovi che hanno voluto ratificare le novità che il nostro cammino di Rinnovamento ha registrato in questi ultimi anni, con un forte concorso di volontà da parte di tutti i responsabili del RnS. Si riaffermano, così, il grande dono di comunione ecclesiale e lo slancio evangelizzatore e missionario che caratterizzano la vita del Movimento, ad intra e ad extra”. Lo ha dichiarato con soddisfazione Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Il Consiglio permanente della Cei, infatti, ha approvato il nuovo Statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Dopo 12 anni dal precedente aggiornamento – era il 2007, sotto il Pontificato di Benedetto XVI e la Presidenza Cei del card. Angelo Bagnasco – giunge ora con Papa Francesco e con la Presidenza del card. Gualtiero Bassetti il nuovo testo statutario. Lo statuto dell’Associazione RnS vide la sua prima stesura e approvazione nel 1996, con san Giovanni Paolo II e con il card. Camillo Ruini alla presidenza dei vescovi italiani. Tre, in particolare, gli aspetti su cui s’incentrano le novità dello Statuto: il rafforzamento della dimensione diocesana; la proiezione sociale e missionaria del RnS, mediante la ministerialità carismatica; un ampliamento della corresponsabilità a livello nazionale.

fonte: https://www.agensir.it/quotidiano/2019/1/16/nuovo-statuto-rns-martinez-presidente-comunione-ecclesiale-e-slancio-evangelizzatore-e-missionario/


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00martedì 29 gennaio 2019 18:08
Martinez ai gruppi del Rinnovamento nello Spirito

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00lunedì 11 febbraio 2019 13:15
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Papa negli Emirati Arabi Uniti: Martinez (Fondazione Famiglia di Nazareth), “pellegrino di pace”


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“La speranza è che la visita del Santo Padre apra i cuori e le menti di molti al vero cambiamento”. Lo dice Salvatore Martinez, presidente della Fondazione vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, che parteciperà alla visita del Papa negli Emirati Arabi Uniti, dove si è recato per un incontro tra leader delle diverse confessioni religiose. “Le tre religioni monoteiste non saranno in grado di resistere alla sfida della modernità atea se non dimostrano un atteggiamento fraterno secondo reciproca accettazione e accoglienza”. Martinez ha aggiunto che la decisione del Papa di visitare Abu Dhabi “ha sorpreso tutti”. “L’Anno della Tolleranza promosso dal governo degli Emirati Arabi Uniti è arricchito dalla presenza di Francesco, un pellegrino di pace – aggiunge il presidente della fondazione vaticana -. È difficile dire se altri Paesi saranno visitati, ma è facile prevedere che il bene promosso dal Santo Padre andrà oltre i confini degli Emirati Arabi”.



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00martedì 23 aprile 2019 20:37
“Vogliamo un movimento che sogna di fare cose grandi”


(da Rimini) “Puntare in alto. Non vogliamo un RnS che abbia paura o vergogna paralizzanti. Quando sappiamo che vogliamo vedere Gesù, come Zaccheo, dobbiamo essere sicuri di quale direzione prendere: non ci possiamo prendere il lusso di far diventare il Dio della gioia il Dio dell’infelicità”.

Così il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, ha chiuso ieri, a Rimini, la 42ma Convocazione nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS). Tre giorni di incontri e preghiera vissuti sulla figura di Zaccheo, l’esattore, e racchiusi nel tema “Oggi per questa casa è venuta la salvezza. A Gesù il potere di salvare, all’uomo la gioia di servire”. Davanti a oltre 15mila persone, provenienti dai 1.900 gruppi e comunità RnS, sparse in Italia che radunano più di 200mila aderenti, Martinez ha detto: “Noi non vogliamo un Rinnovamento di bassa statura, ma un movimento che sogna di fare cose grandi, di salire sul sicomoro per non perdere di vista Gesù, di essere all’altezza. Nessuno può dirsi di bassa statura”.

Citando il passo del Vangelo che narra la vicenda dell’esattore, Martinez ha ricordato che “Gesù doveva fermarsi a casa di Zaccheo: se da 42 anni si ferma nel Rns vuol dire che qui ci sono i suoi amici, i suoi Zaccheo che portano Gesù nella vita rinnovando l’esperienza della salvezza. Ecco la convocazione, ecco la nostra storia”. Una storia che deve continuare: “Gesù deve solo rimanere. La più grande tristezza – ha sottolineato il presidente RnS – sarebbe una falsa partenza, che non si cammini, che tutto rimanga qui. Un pianto di gioia, di emozioni, sentimenti meravigliosi e poi tutto finisce. C’è bisogno di stabilità, di carismi, la fede ha bisogno di stabilità: è il segno che Gesù si è fermato nella nostra vita”.

Da qui l’esortazione a “spogliarci di tutto e dare noi stessi, questa è la prima prova dell’effusione dello Spirito. I beni e le ricchezze non ci rendono liberi. Zaccheo è un giustificato, è entrato sotto l’effetto della grazia. Dobbiamo separarci dalla radice del peccato e ricevere la giustizia di Dio”. “La storia dell’incontro di Gesù con Zaccheo è la storia del Rinnovamento – ha rimarcato Martinez -. Di questo ci sarà chiesto conto. Niente ci deve impaurire, scoraggiare. Dobbiamo correre e scegliere in fretta: non bisogna avere paura”. Nel suo intervento il presidente del RnS ha voluto, in conclusione, ringraziare Papa Francesco, “che è stato presente” attraverso la partecipazione del suo Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, mons. Guido Marini, e il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, “per la fiducia dimostrata rinnovando lo Statuto” del RnS.
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00martedì 25 giugno 2019 22:14
nuova cittadinanza all’umanesimo ordinato secondo lo spirito cristiano

“Rileggere insieme l’Appello ai Liberi e Forti indica già un impegno, come un primo frutto di questo Centenario: la volontà nostra di dare nuova cittadinanza a quell’umanesimo ordinato secondo lo spirito cristiano, fortemente voluto e testimoniato dal prete di Caltagirone. Un umanesimo spirituale e sociale insieme, che prima che essere scritto in un Appello fu testimoniato nell’esperienza civile e politica del prosindaco di Caltagirone don Luigi Sturzo”. Così Salvatore Martinez, presidente del Polo di Eccellenza della Promozione umana e della solidarietà “Mario Sturzo” e della Fondazione “Casa museo Sturzo” in Caltagirone, parlando del “Metodo sturziano per un nuovo dialogo culturale e sociale”, ieri sera, in apertura del Convegno internazionale in occasione del centenario dell’Appello di don Luigi Sturzo “a tutti gli uomini liberi e forti”. “E’ bene non tacere che siamo immersi in una profonda crisi spirituale” – ha detto, facendo riferimento alla “crisi antropologica, morale, culturale, sociale, politica, economica che gli uomini e i credenti del nostro tempo soffrono” e che ne sono “sono solo una diretta conseguenza”. Parlando anche a nome del Comitato promotore – scientifico dell’evento in corso di svolgimento a Caltagirone, ha aggiunto: “Non può esserci ‘sciopero della speranza’, anche quando disperare è facile; sperare, invece, e costruire seminando speranza creatrice, è d’obbligo”. E ha proseguito: “Non è lecito rassegnarsi a una sorta di ‘recessione dello spirito’. Oggi non basta cercare di rimuovere le ‘diseguaglianze sociali’ per creare una società più giusta. Nell’era della globalizzazione la sfida è altra: non mortificare le differenze ma esaltarle nella fraternità, riconciliando gli opposti e dando nuova ‘soggettività sociale’ a coloro che fino a ieri erano solo “oggetto” di politiche assistenziali o clientelari. Rifare il tessuto spirituale della società umana rimane ancora oggi la nostra grande missione”.
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00lunedì 15 luglio 2019 22:38
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Luigi Sturzo: Martinez, “vogliamo onorare tutti i mondi di derivazione sturziana che, cento anni dopo, dimostra ancora la sua efficacia”


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“L’obiettivo è fare di Caltagirone la capitale morale del nostro Paese: questo don Luigi Sturzo fece negli anni di prosindacatura. Verranno a Caltagirone i rappresentati massimi del mondo europeo e questo format verrà esportato sulla base di una genesi bene precisa: onorare tutti i mondi di derivazione sturziana che, cento anni dopo, dimostra ancora la sua efficacia”. Così Salvatore Martinez, presidente del Polo di eccellenza della Promozione umana e della solidarietà “Mario e Luigi Sturzo” e della Fondazione Casa Museo Sturzo, durante la conferenza stampa di presentazione del convegno internazionale “L’attualità di un impegno nuovo” che si terrà nella città calatina dal 14 al 16 giugno prossimi per ricordare l’attualità dell’impegno e del pensiero di don Luigi Sturzo.
Martinez ha sottolineato come “condividiamo un grande lavoro di preparazione, collaborazione e aiuto reciproco che insieme alla parola amicizia rimandano pienamente al pensiero sturziano. Ed è doveroso dire grazie per questa originalissima sintesi che definiamo ‘metodo sturziano’. Si può appartenere a partiti diversi ma non smettere di amarsi cristianamente. Dirsi cristiani significa rendere socialmente visibile e agibile il contenuto morale della nostra fede”.
Secondo Martinez, “questo tempo di crisi di idealismo nella politica ci sta facendo bene, in fondo, mettendoci in condizioni di dialogare e di incontrare le nostre comunità attraverso il protagonismo dei laici”. “Intendiamo riprendere lo stesso metodo e rimettere al centro le parole chiave dell’Appello ai Liberi e ai Forti”, ha evidenziato, sottolineando che “i grandi temi che stanno dietro l’Appello stesso, di fatto, sono parole che interessano la nostra gente, la nostra democrazia”. “Abbiamo convocato attorno ad ogni tema i nomi più rappresentativi del nostro Paese”, ha confermato Martinez, annunciando che “per l’evento è stata creata un’apposita e costantemente aggiornata WebApp (www.centenariosturzo.org)”.
Nel fitto programma, il 14 giugno una sessione europea, con la presenza del card. Angelo Bagnasco. Sabato 15 giugno, spazio ai dodici tavoli per riflettere sui dodici punti con, nel pomeriggio, un messaggio da parte del card. Gualtiero Bassetti alla città. Domenica 16 giugno, le conclusioni da parte dei membri del Comitato promotore e scientifico “con la dichiarazione finale, nel segno – ha spiegato Martinez – del dialogo sociale e culturale per una visione prepolitica che vuole istituire un nuovo sviluppo del pensiero”.


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