OLTRE LE UMANE CONOSCENZE

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Coordin.
00venerdì 27 agosto 2010 18:13
    Nella storia umana vi sono fatti, o documenti che lasciano presupporre delle conoscenze che all'epoca di riferimento era impossibile avere.

    Cercheremo di portare delle evidenze che mostrano come l'uomo non sia rimasto abbandonato a se stesso, ma accompagnato da una sapienza di cui egli non poteva essere detentore.
Coordin.
00venerdì 27 agosto 2010 18:16
Hélek, un'unità di tempo sorprendente...

 L' Hélek è un'unità di tempo ebraica che corrisponde a 1/1080 di ora.
Hélek significa testualmente "parte" e si scrive: Halakim al plurale. Si pronuncia hay'- lek (da non confondere con "Hellek" che significa "essere malato" o "rendere malato". È la suddivisione dell'ora in 1080 che permette delle semplificazioni di calcolo giacché questo numero è divisibile per 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, etc. In più, l' Hélek è un unità di tempo elementare che permette di esprimere la lunazione in un numero intero di unità.

Tutte le operazioni necessarie allo stabilimento del complesso calendario ebraico si fanno dunque in numeri interi, senza errori di arrotondamento possibili. L'origine del calendario e delle unità di tempo. Gli egiziani dell'Antichità utilizzavano una divisione della notte in 12 ore. In seguito, essi hanno diviso anche il giorno in 12 ore; secondo le stagioni, queste ore erano più o meno lunghe. Si può pensare che fare 12 suddivisioni permetteva di dividere facilmente la giornata in terzi, in quarti, in sesti. In più, 12 era già utilizzato per suddividere l'anno in mesi o lunazioni, per l'osservazione dei cicli lunari nel corso dell'anno (vedere storia della misura del tempo).

 È infatti molto probabile che la divisione si facesse in funzione dell'osservazione della posizione del sole nel cielo, a occhio nudo o con uno strumento. La posizione del sole serviva anche a orientarsi su terra e su mare. D'altra parte, tra i Babilonesi, l'unità di misura del tempo corrispondeva all'incirca al periodo delle pulsazioni cardiache a riposo, facili da contare, e apprezzata anche in seguito per la definizione del ritmo in musica. L'ora contava allora circa 3600 secondi che era facile dividere in multipli di 60, che è anche un multiplo di 12.

 Il simbolismo del numero 12 avrebbe dunque condotto alla creazione del sistema sessagesimale per dividere l'ora in minuti e secondi uguali e interi, data la facilità di dividerlo per 2, 3 o 4, e la facilità di dividere il minuto e l'ora per 5, permette in questo sistema di utilizzare solo degli interi. Una giornata comprende generalmente 24 ore di 60 minuti o 3600 secondi. Tuttavia la durata di certi giorni del calendario può differire da questa durata di più o meno 1 secondo, in funzioni degli aggiustamenti che possono essere decisi secondo l'evoluzione della rotazione terrestre e che, secondo i casi, allungano o accorciano la durata dell'ultimo minuto della giornata calendarica.

 La durata dell'ultima ora di questi giorni (generalmente il 30 giugno e il 31 dicembre) può dunque variare di più o meno un secondo. L'origine del Hélek I testi della Torah Giudea ci insegnano che sul monte Sinai, Dio insegnò a Mosè che la lunghezza del mese lunare è di 29 giorni, 12 ore e 793 halakim. E che la Luna non può rinnovarsi in meno di 29 giorni e mezzo, 2/3 d'ora e 73 halakim. Secondo la Torah, la durata di una lunazione è al minimo di 29,5 giorni 2/3 d'ora 73 halakim. Calcoliamo: 2/3 d'ora: 2/3 x 1080= 720 halakim in totale: 720 + 73 = 793 halakim 793/1080 = 0,734259 ore ossia: 0,734259/24= 0,03059 giorni ai quali si aggiungono i 29,5 giorni in totale: 29,5 + 0,03059 = 29,53059 giorni Cosa dice la scienza?: Carl Sagan, ricercatore capo all'istituto spaziale americano, deduce dalle sue ricerche che la durata di rinnovamento della Luna è di 29,530588 giorni, la stessa cifra ottenuta nella Torah.

 D'altra parte, per altri ricercatori, appare in maniera flagrante che l' Hélek sarebbe l'unità di tempo meglio adattata per i calcoli precisi delle distanze spaziali senza errori di arrotondamento poiché corrisponde all'unità della velocità della luce... (dunque all'unità ideale per viaggiare nello spazio).
 Questi risultati strabilianti ci portano dunque ad altre questioni.

Come, un allevatore di pecore come Mosè, avrebbe potuto inventare questa unità di misura temporale? E soprattutto, che bisogno avrebbe avuto di utilizzare una frazione di tempo così precisa come l' Hélek a un'epoca in cui nessuno si sognava di spaccare il minuto?
Coordin.
00venerdì 27 agosto 2010 19:10

Norme sanitarie nel Vecchio Testamento degne delle più recenti acquisizioni della scienza medica


È lecito pensare che sarebbe stato arduo da parte di alcuni illuminati, nei tempi remoti,

convincere l’uomo della salubrità di alcuni modi di comportamento o della

pericolosità di invisibili germi e batteri, peraltro sconosciuti. E' perciò lecito pensare che il Signore volendo chiedere al suo popolo di osservare le norme igieniche e sanitarie, che sarebbero state comprese e applicate solo molti secoli più tardi, abbia fatto ricorso a rigorosi dettati religiosi.

Infatti i primi insegnamenti di corretti stili di vita li ritroviamo sotto forma di precetti religiosi nel Vecchio Testamento:

• “Voi circonciderete la carne del vostro prepuzio e questo sarà il segno del patto fra

me e voi”; non è difficile riconoscere una norma igienica volta a prevenire fimosi e

balanopostiti in un’epoca in cui gli antibiotici erano al di là da venire.

• “Non mangiate alcun grasso né di bove, né di pecora, né di capra. Il grasso di una

bestia morta da sé, o sbranata da una fiera si potrà adoperare a qualunque altro uso,

ma non ne dovete mangiare affatto. non mangiate sangue né di uccelli, né di bestiame”.

In climi caldi il grasso tende a deteriorarsi e facili sono da immaginare le conseguenze

di assunzione di cibi avariati, per tale motivo viene proibito il consumo di

carni di animali morti per cause sconosciute.

• “Questi sono gli animali che potete mangiare fra tutti quelli che sono sulla terra:

ogni animale che ha il piede forcuto, l’unghia spaccata e rumina, potete mangiare.

Fra gli animali che vivono nelle acque, ecco quali voi potete mangiare: quelli che

hanno pinne e scaglie, sia nel mare che nei fiumi. Tra tutti gli uccelli, ecco quali non

dovete mangiare: l’aquila, l’avvoltoio, tutte le qualità di corvi e il pipistrello. Sia per

voi abominevole ogni insetto alato che cammini con quattro piedi”. In questo versetto

si elencano gli animali commestibili e si escludono quelli che si nutrono di carogne.

Come poteva conoscere Mosè, che non aveva avuto esperienza di un popolo nel deserto il concetto della prevenzione per il diffondersi delle zoonosi?

• “Qualunque cosa sulla quale cadrà parte del corpo morto di questi animali, sia

impura: il forno, il fornello siano distrutti”. Come sapeva Mosè che le carogne

potessero veicolare malattie, quando non esisteva ancora il concetto di contagiosità?

• “Chiunque soffra di scolo nella sua carne sarà impuro. Chiunque tocca il suo letto,

lavi le sue vesti e se stesso e sia impuro sino a sera”. Geniale intuizione, o Rivelazione di contagiosità

della patologia?

• “Quando una donna avrà il suo flusso rimarrà nella sua impurità mestruale per

sette giorni”. In un’epoca in cui sulla terra vi erano poche decine di milioni di esseri

umani era vantaggioso “concentrare” i rapporti sessuali nel periodo di fecondità,

praticamente un metodo Ogino-Knaus al contrario, ma come faceva Mosè a saperlo?

• “Ordina di mandar via dal campo tutti i lebbrosi, tutti i malati di gonorrea, tutti i

contaminati per contatto di un morto”. Profilassi e quarantena. (Ancora oggi si usa mettere in quarantena per certe malattie contagiose)

• “Avrai pure un luogo fuori dal campo dove andare per i tuoi bisogni, devi pure avere

una pala, con la quale scavare una buca in terra e poi, dopo esserti seduto, coprire i

tuoi rifiuti”. Norme di igiene pubblica per le malattie a trasmissione oro/fecale, di cui è difficile pensare che Mosè potesse averne cognizione.

• “Ricordati di santificare le feste. Iddio il giorno settimo cessò da ogni opera e benedì

questo giorno e lo santificò”.

Anche il riposo può essere considerato un elemento di prevenzione e di cura.


Nel 600 d.C. tali dettami vennero ripresi da una nuova religione ed enunciati nel

Corano. Anche in questo caso ritroviamo indicazioni sull’igiene degli alimenti e indicazioni

per prevenire la diffusione di patologie. Molti versetti sono pressoché identici

al Vecchio Testamento, a riprova di una origine comune e di una validità universale

delle buone norme sanitarie.

• “Vi è proibita la bestia morta, il sangue, la carne di maiale”. Già commentata

nel Vecchio Testamento.

• “Nei due (il vino e il gioco d’azzardo) vi è gran peccato, nei due vi è qualche vantaggio,

ma il peccato è più grande dell’utilità”. Morigeratezza dei costumi.

• “È una molestia (le mestruazioni). Separatevi dalle vostre mogli durante le mestruazioni e avvicinatevi a loro quando si saranno purificate”. Anche questo è simile al Vecchio Testamento.

• “Credenti, quando vi preparate alla preghiera, lavatevi il viso e le mani sino ai gomiti,

passate le mani bagnate sulla testa, lavatevi i piedi sino alle caviglie”. Normalmente

il credente prega due volte al giorno, mentre nel Ramadam, che cade nel periodo più

caldo dell’anno, prega tre volte al dì, quindi già nel 600 d.C. veniva riconosciuto il

valore dell’igiene personale, mentre nella “civilissima” Europa dell’Illuminismo, lavarsi

era pratica desueta e/o disdicevole (da qui il fiorire di belletti, parrucche e profumi).

• “Mangiate e bevete senza eccedere, poiché Egli non ama chi eccede”. Anche qui

ritroviamo un invito alla morigeratezza.


Dovevano passare altri sei secoli, siamo nel 1200 d.C. circa, prima che quanto sinora detto, lasciasse i dogmi religiosi per rivestire carattere di norme sanitarie a cui attenersi, non tanto per far contento il Signore, quanto piuttosto per prevenire le nostre malattie, che il Signore si era dato premura di farci evitare donandoci quelle norme, quando ancora la scienza medica non era in grado di sapere dell'esistenza di microrganismi patogeni e della trasmissibilità delle malattie.

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