Nella Bibbia ci sono contraddizioni?

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Perdonato
00mercoledì 1 maggio 2013 21:24

In tutta la storia dell'umanità dagli inizi fino ai giorni d'oggi vi sono stati sempre uomini che in un modo o nell'altro hanno schernito la parola di Dio. I modi in cui le Sacre Scritture sono state calpestate e insultate sono stati i più svariati. Chi l'ha rinnegata come parola ispirata di Jahveh, chi l'ha accusata di essere priva di ogni potenza, ma solo ricolma di parole vuote. Addirittura vi sono stati e ci sono tutt'ora individui i quali la considerano addirittura antiquata, sorpassata e non più adatta ai giorni nostri. Però una delle accuse tanto classiche quanto inconsistenti è questa:

“LA BIBBIA SI CONTRADDICE”

Arrivando poi addirittura a citare fino ad una miriade interminabile di versetti i quali secondo tali critici si contraddirebbero provando la loro tesi blasfema. In questo studio ne riporterò molti anche se non ho la pretesa di averli esaminati e fatti esaminare tutti. Incominciamo ad esaminare il problema partendo dalle Scritture ebraiche e aramaiche, più comunemente dette Vecchio Testamento. Partirò prima con la presunta contraddizione, poi vi sarà una Risposta, la quale la confuterà chiarendo, almeno lo spero, ogni possibile dubbio a riguardo.
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Chi era la moglie di Caino?

Genesi 3:17

Questa è una delle domande più comuni sulla Bibbia. Ma stranamente, è anche una delle più facili a cui rispondere. Ovviamente, Caino dovette sposare una sua sorella, o possibilmente una nipote che era figlia di un fratello e una sorella di Caino. Gen 5:3-5 dice che oltre a Caino, Abele e Set, Adamo e Eva ebbero altri figli e figlie, quindi c'erano delle sorelle. Inoltre, l'omicidio di Abele successe "qualche tempo" dopo la nascita di Abele (Gen 4:3), e Set, che era considerato un tipo di sostituto per Abele, nacque 130 anni dopo la creazione (Gen 4:25; 5:3). Quindi è possibile che Caino abbia ucciso Abele quando avevano circa 100 anni, che lascerebbe molto tempo per la nascita delle figlie ad Adamo (ed anche per altre generazioni di discendenti). Infatti Gen 4:14 suggerisce che c'erano diverse altre persone, come pure il comando ad Adamo di moltiplicarsi e riempire la terra (Gen 1:28).

Un'obbiezione è che era proibito sposare la propria sorella o altro parente stretto, per cui Dio non l'avrebbe permesso. Ma tali matrimoni erano proibiti da Dio solo dalla legge di Mosè in poi (Lev 18; 20). Possibilmente mentre il numero degli umani sulla terra era piccolo, Dio permetteva tali matrimoni, ma dopo quando ce ne erano di più, non era più necessario permettere ai parenti di sposarsi. Un'altra supposizione per spiegare perché la regola contro il matrimonio con famigliari non era necessario all'inizio è che Adamo e Eva erano perfetti, anche nei geni, e avere un figlio con la propria sorella non aveva il rischio di problemi genetici. Ma con il passare del tempo, gli errori degenerativi (a causa delle mutazioni) crescono, e adesso (e presumibilmente dal tempo di Mosè) due parenti hanno una probabilità più alta di figli malformati.

Un'altra obbiezione è che alcuni dicono che Caino trovò sua moglie a Nod, che indicherebbe degli umani in un altro posto. Però è possibile che alcuni dei discendenti di Adamo si siano trasferiti a Nod anni prima, siccome c'era il comando di riempire la terra. Ma in ogni caso la Bibbia non dice che Caino si sposò a Nod. Dice invece che si stabilì a Nod, dove la moglie concepì e partorì Enoc, il loro figlio. È probabile che fossero già sposati prima di andare a Nod.

Perdonato
00mercoledì 1 maggio 2013 22:17

Dio cambia? Si pente di quello che fa?

SI:
Genesi 6:6 "Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo".

NO:
Giacomo 1:17 "ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento".

Giacomo afferma che non c'è variazione o mutamento in Dio, e in Mal 3:6 Dio dice di non cambiare. Vedi anche Num 23:19. Dall'altro lato, ci sono dei brani in cui sembra che Dio cambi idea o in cui è scritto che Dio si pente di una decisione (per esempio Gen 6:6; Es 32:14; 1Sam 15:11; Ger 15:6; 26:3,13,19; Gion 3:10).

La parola usata per il ravvedimento di Dio (נָחַם, naḥam) ha il senso di essere dispiaciuto, di addolorarsi, oltre al ravvedimento. È una risposta di tristezza a quello che si vede succedere. Così nei brani che parlano del ravvedimento di Dio, c'è un dispiacere da parte di Dio per quello che gli uomini fanno, un dispiacere che crea un cambiamento nel piano rivelato da Dio verso gli uomini. È quello che viene chiamato un antropomorfismo, cioè l'attribuzione a Dio di una caratteristica umana. A volte la parola è inadeguata, e non dobbiamo attribuire a Dio tutto il senso della parola. In questo caso, non dobbiamo pensare al ravvedimento di Dio come se avesse capito di aver sbagliato e avesse deciso di cambiare strada, come è il caso nel ravvedimento umano. La Bibbia esclude la possibilità di un Dio che sbaglia. Invece, come detto qui sopra, il ravvedimento di Dio è limitato ad un dispiacere per l'azione umana, e un cambiamento nel piano rivelato all'uomo. Infatti, non è neanche giusto parlare di un cambiamento nel piano divino, né di un cambiamento di idea. Il piano sovrano di Dio è deciso dall'eternità, ma quello che vediamo di questo piano può cambiare. Così in Gen 6:6 Dio sapeva che l'uomo avrebbe peccato, ma lo creò comunque. Si addolorò di questo peccato quando si realizzò, ma non era uno sbaglio da parte di Dio. Dio accettò questo dolore quando creò l'uomo, perché c'era un risultato più glorioso (l'esaltazione di Gesù Cristo, come in Ef 1:9-10).

Un altro esempio è in 1Sam 15:11, che dice che Dio si pentì di aver stabilito Saul re, ma 1Sam 15:29 dello stesso capitolo dice che Dio non mente né si pente. La spiegazione della "contraddizione" fra questi due versetti nello stesso capitolo è che l'eterno piano di Dio non cambia mai, e questo piano era di stabilire Saul come re e poi toglierlo per sostituirlo con Davide. Ma questo piano fu rivelato gradualmente nella storia, per cui quello che noi vediamo è quello che sembra un cambiamento nel piano di Dio (prima Saul come re, poi Davide).

Un'altra considerazione è che le promesse e le minacce di Dio sono condizionali, anche quando non è esplicito. [Alcune promesse invece non sono condizionali, soprattutto quando Dio fa un patto con l'uomo, perché dipendono solo dalla fedeltà di Dio e non dalla risposta umana.] Questo è detto in Ger 18:7-10. Quando dopo un avvertimento di giudizio una nazione si converte a Dio, Dio si pente della condanna, nel senso che non manda più il giudizio. Sembra dal punto di vista umano che Dio abbia cambiato piano e atteggiamento verso la nazione, ma in realtà l'avvertimento era condizionale sul fatto che continuava a peccare (anche se non era esplicito). E il suo piano eterno era di avvertire la nazione affinché si convertisse e non venisse distrutta, per cui Dio non è cambiato in sé, solo nella sua rivelazione all'uomo. Questo spiega anche Gion 3:10; 4:2.

Il linguaggio di ravvedimento sottolinea che Dio non è un robot, non è immobile senza poter rispondere alle persone. Invece risponde interiormente e nelle sue azioni a quello che noi facciamo, anche se non cambia nel suo carattere o piano.

Perdonato
00giovedì 2 maggio 2013 12:59

Dio mantiene le promesse?

SI
Genesi 17:8 “A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio»”.

NO
Atti 7:5 “In esso però non gli diede in proprietà neppure un palmo di terra, ma gli promise di darla in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, quando egli non aveva ancora nessun figlio”.

SI
Ebrei 11:8-9 “Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa,”

NO
Ebrei 11:13 “Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra”.

Risposta:

Iniziamo a confutare quest'altra “contraddizione” degli oppositori della Bibbia incominciando ad esaminare il passo di Genesi 17:8.

Genesi 17:8
“Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio»”.

Atti 7:5; ed Ebrei 11:3; non contraddicono affatto i due passi che li precedono. Il verso di Atti comunque afferma che Dio avrebbe dato ad Abramo la terra promessa, anche se in futuro, mentre in Ebrei si parla di un altro tipo di eredità la quale non riguarda certamente la Palestina.

Oltretutto è interessante notare quanto segue:
Abraamo avrebbe avuto quel paese di cui parla Jahveh in Genesi 17:8; perchè la sua discendenza sarebbe appunto stata la "proprietaria di quel paese" quindi si può dire che questo era il luogo dato ad Abraamo anche se lui era solo "straniero" in esso.

La discendenza qui menzionata non si riferisce certo agli ebrei carnali che manifestarono mancanza di fede in Dio, quella generazione non ottenne il riposo che egli aveva promesso loro. Al contrario, perirono nel deserto. Non capirono che in qualità di discendenti di Abraamo erano strettamente legati alla volontà di Dio di benedire tutte le nazioni della terra. (Genesi 17:7, 8; 22:18) Anziché operare in armonia con la volontà di Dio, furono completamente presi dai loro desideri materiali ed egoistici. Il patto abraamico ebbe anche un adempimento spirituale.
Questa promessa ha un adempimento maggiore che non sarebbe stato evidente prima della venuta di Gesù. È la Parola di Dio che ce lo spiega. Paolo scrive: “Ora le promesse furono dichiarate ad Abraamo e al suo seme. Non dice: ‘E ai semi’, come nel caso di molti, ma come nel caso di uno solo: ‘E al tuo seme’, che è Cristo”. — Galati 3:16.
Sì, il seme sarebbe venuto da un’unica linea di discendenza, o famiglia, e fu così per Gesù, ebreo di nascita, discendente letterale di Abraamo. (Matteo 1:1-16; Luca 3:23-34) Paolo continuò indicando che Dio avrebbe ‘moltiplicato il seme di Abraamo’ nell’adempimento spirituale. Egli scrisse: “Se appartenete a Cristo, siete realmente seme di Abraamo, eredi secondo la promessa”. (Genesi 22:17; Galati 3:29)

Perdonato
00giovedì 2 maggio 2013 13:30

Che età aveva Terach quando è morto?

205 anni.

Genesi 11:32. “Il tempo che Tera visse fu duecentocinque anni; poi Tera morì in Caran”.

145 anni (70+75):

Genesi 11:26 “Tera visse settant'anni e generò Abramo, Naor e Aran”.

“Allora egli lasciò il paese dei Caldei, e andò ad abitare in Carran; e di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese, che ora voi abitate”. Atti 7:4

“Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran”. Genesi 12:4.

Risposta:

L'errore dei critici è qui facile da dimostrare. Essi vedendo che Abraamo viene menzionato per primo pensano che sia stato il primogenito di Tera, partendo da questo malinteso essi iniziano dai settant'anni di Terah e ad essi ne aggiungono altri settantacinque strumentalizzano passi come Atti 7,4; Genesi 12,4. ma ciò è falso. Infatti la genealogia di Abraamo presente in Genesi 11:26; viene fatta tenendo conto dell'importanza del personaggio e non dell'ordine cronologico di nascita...

Un episodio per comprendere meglio la cosa lo possiamo trarre dal libro biblico di I Cronache 1:28; leggiamolo: “I figli di Abraamo furono: Isacco e Ismaele”. In questo passo nel quale vengono menzionati i due figli di Abraamo, notiamo il nome di Isacco viene evidenziato per primo, eppure Ismaele è il primogenito di Abraamo, ci fa comprendere come in tal caso la genealogia del primo patriarca d'Israele viene fatta in base all'ordine di importanza e non all'ordine di nascita, lo stesso vale per Genesi 11:26.

Tenendo conto quindi di tali fatti che ci aiutano indubbiamente a intendere nel modo giusto il verso di Genesi, capitolo undici citato poco prima, possiamo concludere che Tera generò Abramo a 130 anni, visto che quando morì aveva 205 anni, mentre Abramo ne aveva 75 (130+75=205).

Perdonato
00giovedì 2 maggio 2013 13:48
La Bibbia sbaglia - Risposte ad alcuni scrittori
Perdonato
00lunedì 6 maggio 2013 18:04

Dove fu seppellito Giacobbe?

Macpela:

Genesi 50:13 “lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre”.

Sichem:

Atti 7:15-16 “Giacobbe discese in Egitto, dove morirono lui e i nostri padri; poi furono trasportati a Sichem, e deposti nel sepolcro che Abraamo aveva comprato con una somma di denaro dai figli di Emmor in Sichem”.

Risposta:

Semplice, Macpela era un campo presente nella città di Sichem.

Quando gli israeliti, i discendenti di Giacobbe, giunsero nella Terra Promessa dopo essere stati per oltre due secoli in Egitto, seppellirono le ossa di Giuseppe “a Sichem, nella parte del campo che Giacobbe aveva comprato dai figli di Chemor”. (Giosuè 24:32) Tuttavia, nella sua difesa di fronte agli ebrei, Stefano disse che Giuseppe era stato sepolto “nel sepolcro che Abraamo aveva comprato . . . figli di Emmor (Chemor) in Sichem”. Atti 7:16; (parole fra parentesi mie). Forse la dichiarazione di Stefano era ellittica. Colmando l‟ellissi, le parole dell‟apostolo potrebbe essere lette in tal modo: “Giacobbe scese in Egitto, e decedette; e così i nostri antenati, e furono trasferiti a Sichem e posti nella tomba che Abraamo aveva comprato a prezzo con denaro d‟argento [e in quella comprata] dai figli di Emmor, a Sichem”. (At 7:15, 16) Inoltre è possibile che, essendo Giacobbe nipote di Abraamo, l‟acquisto possa essere stato attribuito ad Abraamo, il capo patriarcale. Questo sarebbe un uso del nome di un antenato al posto di quello dei discendenti, come in seguito fu fatto con il nome di Israele (Giacobbe) e di altri. — Confronta. Osea 11:1, 3, 12; Matteo 2:15-18.

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