MERAVIGLIOSA PROGETTAZIONE DEGLI ORGANISMI VIVENTI

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00domenica 21 gennaio 2018 19:10

La duplicazione del DNA è un meccanismo molto complesso e raffinato sostenuto dalla dnapolimerasi e da altre proteine coadiuvanti anch'esse essenziali. Come tutte le macchine molecolari anche la DNA polimerasi può commettere errori di copiatura dovuti alle più svariate cause. Si possono produrre circa 60.000 errori per ogni copiatura del DNA: gli errori nel DNA si chiamano mutazioni e l'organismo non potrebbe tollerare una simile quantità di sbagli per ogni moltiplicazione cellulare.

Per rimediare a questo inconveniente l'organismo è dotato di un sistema di correzione di errori; questo sistema riduce gli errori a uno ogni 10^9 nucleotidi copiati, un tasso di errore molto più basso. Esistono almeno 3 meccanismi di riparazione degli errori:

1)Una correzione di bozze: corregge gli errori mentre la DNA polimerasi li compie. ogni volta che l'enzima si accorge di un appaiamento sbagliato  toglie il nucleotide introdotto impropriamente  e ci riprova, per fare questo è coadiuvato da altre proteine enzimatiche.

2) dopo che il DNA è stato duplicato una serie di altre proteine esamina la molecola neoformata alla ricerca di eventuali altri errori sfuggiti alla correzione di bozze; questo meccanismo di riparazione è in grado di accorgersi che una coppia di basi, per esempio adenina-citosina non va bene, ma come fa a sapere che citosina -adenina non sono la coppia giusta? Il meccanismo di riparazione riesce a riconoscere che la coppia è sbagliata perchè un filamento di DNA appena duplicato subisce modificazioni chimiche; per esempio molte adenine vengono subito metilate, cioè viene aggiunto un gruppo metile alla molecola. Il filamento neoformato che contiene l'errore non viene subito metilato e quindi il sistema proteico di riparazione riconosce l'errore subito e lo ripara.

 3) Ma il DNA può essere danneggiato anche durante la sua vita a causa delle radiazioni ad alta energia, dei raggi ultravioletti, radicali liberi o anche per reazioni chimiche spontanee. Di questi ultimi danni si occupa il meccanismo di riparazione per escissione. Appositi enzimi ispezionano continuamente il DNA della cellula e quando trovano basi appaiate in modo improprio, basi alterate, o quando un filamento possiede più basi dell'altro con formazione di un'ansa non appaiata, tagliano via il filamento difettoso. Un altro enzima rimuove la base colpevole e quelle adiacenti, mentre la dnapolimerasi e ligasi risintetizzano il filamento mancante e lo legano al resto del DNA.

Ora facciamo alcune considerazioni: il darvinismo afferma che l'evoluzione dei viventi, sia la micro che la macroevoluzione è dovuta alle mutazioni casuali selezionate poi dalla selezione naturale: la fonte delle variazioni che determinano l'evoluzione sono però le mutazioni casuali, ma ecco che gli organismi, dai bacteri agli eucarioti hanno un sistema efficiente di riparazione degli errori di copiatura, è chiaro che questi sistemi falsificano il darwinismo perchè sono stati “creati” come sistemi che pongono rimedio agli errori di copiatura. Quindi siamo di fronte ad una grave contraddizione biologica:

da un lato si dice che l'evoluzione è dovuta ad errori di copiatura; il sistema di riparazione degli errori dice invece che gli errori di copiatura sono dannosi e vanno corretti. Sembra pure che la predisposizione ai tumori sia dovuta a mutazioni degli enzimi deputati alla riparazione degli errori e a causa di queste mutazioni questi enzimi perdono di efficienza nel correggere gli errori, gli errori si accumulano arrivando al cancro, cioè ad una cellula che non possiede più i sistemi di controllo della sua moltiplicazione che diventa illimitata. Ma sembra che anche la perdita di efficienza  dei sistemi di riparazione degli errori determini l'invecchiamento dell'organismo, sino alla sua degenerazione progressiva sino alla morte.

Questi sistemi di riparazione poi devono essere comparsi subito e anche in modo ottimale agli albori della vita; se all'inizio erano poco efficienti l'organismo non avrebbe potuto riparare gli errori in modo ottimale e gli organismi viventi sarebbero degenerati ben presto e noi non saremmo qui a parlarne.


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00lunedì 5 marzo 2018 15:58











Le proteine della fibrilla muscolare, l'unità fondamentale della contrazione muscolare sono un capolavoro di ingegneria. La proteina più importante è la miosina. E' il motore delle miofibrille, ciascuna molecola si compone di 6 subunità, di cui due identiche catene pesanti molto grandi e due paia di catene leggere, più piccole.


Le catene proteiche pesanti si intrecciano a formare una coda terminale, rigida, a spirale e due teste globose. Due catene proteiche leggere sono associate alle catene pesanti di ogni testa e determinano il movimento della testa della miosina e la sua flessibilità rispetto alla coda. Tutta la miosina con le catene leggere e pesanti fa parte dei filamenti spessi che si organizzano in modo tale da esporre le loro teste ad una estremità, mentre le code si raggruppano a modo di fascio nella regione centrale della fibrilla. La giunzione tra testa e collo della miosina è un collo flessibile chiamato cerniera che permette alle teste di flettersi durante la contrazione. Le teste globulari della miosina formano i ponti trasversali che mediano l'interazione con i filamenti sottili di actina, i quali fungono da fune. La contrazione può essere divisa in due fasi: aggancio  tra filamenti  spessi e sottili e poi scorrimento dei filamenti. L'aggancio tra la testa della miosina e i filamenti sottili dipende dall'aumento dell'attività del calcio interno alla fibra. La testa della miosina presenta una tasca deputata al legame con l'ATP e anche un enzima chiamato ATPasi che scinde l'ATP in ADP e ac.fosforico liberando energia.                                                                                                                                                


L'ACTINA.  


L'actina costituisce i filamenti sottili della cellula muscolare è una proteina globulare con forma simile ad una sfera(g-actina).Queste molecole si associano tra loro formando lunghi e sottili filamenti che si avvolgono eleicodalmente tra loro come due collane di perle, dando origine al filamento sottile. Ogni molecola di g-actina contiene un sito di legame per la testa della miosina  che in condizioni di riposo si trova bloccato da due proteine: la tropomiosina è una proteina che impedisce il contatto della testa della miosina coll'actina e copre 7 molecole di g-actina, la troponina è una molecola proteica che ha affinità per il calcio; unendosi al calcio cambia conformazione e riesce a spostare la tropomiosina dal sito dell'actina liberando il sito per il contatto colla testa della miosina. Come avviene la contrazione? A muscolo rilasciato la testa della miosina è a contatto coll'ATP che è legato strettamente alla testa della miosina: l'enzima atpasi scinde l'atp in adp + ac.fosforico; questa scissione libera energia che determina uno spostamento di 90 gradi della testa della miosina che si attacca strettamente al sito dell'actina. Il rilascio del fosfato inorganico provoca anche un cambiamento conformazionale nella testa della miosina creando il cosiddetto colpo di frusta della testa, il filo di actina viene cosi' tirato verso il centro della fibrilla muscolare, chiamata linea M. La testa della miosina rilascia anche la molecola di ADP e rimane strettamente ancorata all'actina determinando un brevissimo stato di rigor, prima che il ciclo ricominci con un nuovo legame miosina-ATP. Quindi in conclusione solo l'aumento degli ioni calcio funziona  da segnale per innestare il processo di contrazione muscolare levando le proteine regolatrici tropomiosina e troponina che  impediscono il colpo di frusta della testa della miosina sulla f-actina. L'innesco della contrazione si ha soltanto quando il muscolo scheletrico riceve il segnale dal suo nervo motore. Per la contrazione muscolare è molto importante l'esistenza del reticolo sarcoplasmatico, al suo interno esiste una grande concentrazione di ioni calcio. Il reticolo sarcoplasmatico è una struttura canalicolare a rete che avvolge completamente ogni fibra muscolare, insediandosi tra gli spazi interni tra una miofibrilla e l'altra. Nel reticolo si hanno due particolari strutture: i reticoli che sono formati da canali longitudinali che si anastomizzano tra loro per confluire in strutture più ampie chiamate cisterne terminali che concentrano il calcio per poi liberarlo al momento giusto. Poi ci sono i tubuli trasversi, i cosiddetti tubuli a T che sono invaginazioni della membrana muscolare; la membrana che li riveste, essendo associata al sarcolemma è libera di comunicare col liquido extracellulare, esterno alla cellula. La specifica struttura dei tubuli trasversi consente la propagazione rapida del potenziale d'azione all'interno della fibra muscolare. Il tubulo trasverso è regolato da una proteina recettrice voltaggio dipendente la cui attivazione, al giungere del potenziale d'azione determina il rilascio del calcio dalle cisterne. Il calcio determina lo spostamento della actomiosina e della troponina con liberazione dei siti della f-actina e quindi l'inizio della contrazione muscolare; per il rilasciamento muscolare dopo la contrazione è necessario il ripristino dell'ATP ad opera della ATP sintetasi con rilascio della testa della miosina dalla actina  con conseguente riposo muscolare. Come si può vedere questo processo è molto complesso e sofisticato ed è anche irriducibilmente complesso: mancando un solo fattore proteico, la troponina, la tropomiosina, l'actina, la miosina il recettore che scatena l'uscita del calcio, i tubuli T ecc. non potrà mai avvenire la contrazione muscolare che è un processo di grande ingegneria paragonabile ad un motore costruito dall'uomo, ma molto più sofisticato e regolato. Ci sono poi altre proteine che intervengono: per esempio esiste la titina, la più grossa proteina che esista formata da ben 25.000 aminoacidi  che è presente in tutta la lunghezza della fibra muscolare, possiede una struttura grandemente elastica che determina la flessibilità elastica passiva del muscolo che impedisce la sua rigidità, anche questa proteina è essenziale alla buona funzione del muscolo. Se non ci fosse stata questa complessità molecolare del muscolo, sia i vertebrati che gli invertebrati, non sarebbero potuti sopravvivere e muoversi per procacciarsi il cibo. Approfondiremo in seguito questo processo straordinario della contrazione muscolare volontaria.











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00lunedì 5 marzo 2018 16:00











Il problema dell'origine della vita non è stato risolto. Per la nascita della vita sulla terra si è invocata anche la panspermia, cioè la disseminazione sulla terra primordiale di bacteri inglobati in asteroidi provenienti dallo spazio profondo.


Effettivamente sono state trovate in alcuni asteroidi tracce di bacteri molto simili a quelli presenti sulla terra attuale, ma è probabile che ciò sia dovuto ad una contaminazione terrestre, giacchè i bacteri provenienti dallo spazio dovrebbero essere molto diversi da quelli terrestri perchè in 3,8 miliardi di anni i bacteri sarebbero cambiati attraverso l'evoluzione e non sarebbero quindi simili a quelli terrestri moderni.


Il problema dell'origine della vita viene quindi spostato dalla terra in altri luoghi dell'universo e quindi non risolto giacchè in tutto il resto dell'universo conosciuto sono in vigore le stesse leggi fisico-chimiche e ciò che è impossibile sulla terra è anche impossibile altrove. Infatti è stato dimostrato sperimentalmente che un bacterio, per essere autosufficiente e poter vivere di vita autonoma necessita di almeno 387 proteine con una dimensione media di 300 aminoacidi ciascuna. Sotto questa cifra non potrebbe esserci vita autonoma. Ma è possibile che per caso siano potute sorgere 387 proteine?


Anzitutto, per avere una proteina funzionale gli aminoacidi devono legarsi tutti col legame amino-peptidico, ma per ogni legame che si forma vi sono molteplici combinazioni sbagliate che potrebbero formarsi: quando sulla terra vi era la situazione ipotizzata senza vita non esistevano chimici pronti a selezionare legami errati e per lasciare solo le combinazioni corrette. E’ decisamente impossibile che proteine corrette  con legami aminoacidici giuste si siano formate per caso. Inoltre tutti gli aminoacidi presenti nelle proteine naturali sono levogiri ,cioè girano verso sinistra la luce polarizzata. Solo le proteine con tutti aminoacidi levogiri sono funzionali alla vita. Ma i legami peptidici creati artificialmente sono racemici, cioè per metà sono fatti da aminoacidi levogiri e per un'altra metà sono fatti da aminoacidi destrogiri, cosi' la proteina non risulta funzionale: la probabilità che si formi una proteina con tutti gli aminoacidi levogiri è estremamente bassa: per una proteina di 100 aminoacidi e di 1:10 ^30. Ma anche se si fossero prodotte tutte le proteine con i legami aminopeptidici  giusti e gli aminoacidi levogiri giusti, rimane l'insormontabile problema delle proteine funzionali. Cioè le proteine devono essere funzionali allo sviluppo e al mantenimento della vita: abbiamo detto che per avere vita ci vogliono 387 proteine specifiche e adatte allo scopo della sopravvivenza. La funzionalità di una proteina qualsiasi è data dal preciso allineamento di 20 diversi aminoacidi: per ottenere 387 proteine che funzionano nel modo corretto il caso cieco avrebbe dovuto trovare le proteine giuste vagliando 20^116.100 possibilità.


Anche la teoria per cui la vita primitiva era composta di RNA e non di proteine   è poco plausibile: infatti il RNA è molto instabile e per avere un ribozima, cioè una funzione enzimatica del RNA ci vorrebbero catene molto lunghe; il RNA si sfalderebbe prima, inoltre perchè il RNA possa funzionare deve avere tutti gli zuccheri nella sua molecola destrogiri e si pone quindi lo stesso problema che si poneva per le proteine con gli aminoacidi levogiri: all’origine del processo atto a creare la vita come ipotizzato nelle diverse teorie evoluzioniste servirebbe un chimico.


E poi come si sarebbe formato il codice genetico?


Infatti, senza codice genetico, tutte le proteine eventualmente prodotte dal RNA con la sua azione catalizzatrice sarebbero sempre diverse e quindi caotiche senza un codice che dica quali aminoacidi mettere e quali no. Da tenere presente che i codici sono sempre prodotti da una intelligenza. Spero di avere dato una idea delle enormi difficoltà alla nascita della vita senza prendere in considerazione un progetto all’origine.














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00lunedì 5 marzo 2018 16:02











Un processo altamente programmato e' la specializzazione delle cellule del corpo umano che trasformano la loro struttura e funzione per fare i più diversi compiti nell'organismo. L'emopoiesi è una di queste specializzazioni.


L'emopoiesi è quel processo che da cellule indifferenziate e totipotenti porta alla formazione delle varie cellule del sangue. Le cellule indifferenziate si chiamano cellule staminali .Sono presenti nel midollo osseo, sia nelle ossa piatte che nelle ossa lunghe e si moltiplicano continuamente per rimpiazzare le cellule del sangue a vita breve che muoiono. Ogni cellula staminale si moltiplica formando due cellule, ma solo una di queste resta staminale, l'altra si differenzia per dare luogo ad una cellula che darà luogo ad una specifica cellula ematica. La differenziazione più importante avviene subito con formazione delle cellule che daranno luogo ai linfociti  e formazione delle cellule che daranno luogo agli altri elementi nel sangue. Queste ultime si chiamano cellule staminali mieloidi che daranno luogo ai globuli rossi, alle piastrine e alle cellule della serie bianca, cioè i granulociti neutrofili, eosinofili, basofili e i monociti. A regolare la differenziazione di queste cellule ci sono diversi fattori di crescita ed ormoni e quindi è il microambiente attorno alle cellule staminali che stimola queste cellule a differenziarsi. Il microambiente attorno a queste cellule fatto da enzimi, ormoni ecc. stimolano queste cellule a trasformarsi in modo irreversibile in globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Da cellule staminali pluripotenti questi fattori presenti nel microambiente trasformano queste cellule in cellule staminali multipotenti  che si differenziano o in linfociti o in globuli rossi e bianchi: lo sterm cell factor (SCF) ne stimola la formazione: L'SCF è una proteina specifica cioè un fattore di crescita. Per la formazione degli eritrociti, cioè dei globuli rossi esiste una proteina, la eritropoietina, secreta dai tubuli renali che arriva al midollo osseo e stimola la cellula staminale a diventare globulo rosso. Invece per i globuli bianchi  il fattore GM CSF favorisce la formazione di colonie granulo monocitarie. Il fattore di crescita MCSF forma solo colonie monocitarie. Il fattore di crescite CFU forma solo granulociti basofili,e CFU e/o forma colonie di granulociti eosinofili. Invece i megagariociti  che sono i precursori delle piastrine sono stimolati dal fattore trombocitopoietina: tutti questi fattori sono proteine specifiche.


Esistono inoltre molti fattori inibitori che inibiscono la emopoiesi e quindi tutto il processo emopoietico è in continuo equilibrio tra la produzione e la inibizione, l'equilibrio si sposta in un senso o nell'altro a seconda delle esigenze dell'organismo. L'emopoiesi è quindi un processo altamente programmato: come si è formato? Non certo a piccoli passi casuali: tutti i fattori proteici specifici e i geni della trasformazione dovevano essere presenti tutti sin dall'origine, altrimenti non si poteva avere l'ematopoiesi. Si potrà approfondire questo straordinario processo prossimamente.











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00martedì 20 marzo 2018 23:04




L'eritropoiesi ovvero la formazione dei globuli rossi è un meccanismo a cascata molto complesso e rigorosamente programmato. Questo processo passa attraverso più cellule intermedie e richiede un periodo che va dai 7 ai 10 giorni circa e la produzione viene controllata dall'ossigeno che entra nel midollo osseo dove avviene: meno ossigeno è presente, più globuli rossi vengono prodotti, per un processo di feedbak. La produzione dei globuli rossi viene stimolata dalla eritropoietina, una glicoproteina che viene sintetizzata soprattutto dal rene e in minima parte dal fegato.


L'eritropoietina, giunta nel midollo osseo, effettua una selezione: elimina le cellule meno buone consentendo solo ad alcune di raggiungere la maturità e diventare eritrociti. Questo processo di selezione viene fatto attraverso l'apoptosi, ossia la morte cellulare programmata, il cui processo  è innestato dalla eritropoietina. L'eritropoietina viene secreta dalle cellule endoteliali del rene: l'anemia che si verifica spesso nei pazienti con insufficienza renale è dovuta al fatto che il rene poco funzionante secerne poca eritropoietina. I globuli rossi derivano da una cellula multipotente chiamata cellula mieloide che darà luogo ai globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le cellule staminali della linea eritroide sono le prime ad essere sensibili all'influsso dell'eritropoietina; questo ormone si lega ad un recettore specifico della cellula staminale eritroide che è stimolata a dividersi, e a produrre emoglobina, la proteina che capta l'ossigeno. La cellula si trasforma in proeritroblasto, cellula con grande nucleo, poi la cellula si trasforma in eritroblasto basofilo, senza nucleolo, poi in eritroblasto policromatofilo, in parte basofilo, in parte acidofilo. Successivamente l'eritroblasto policromatofilo si trasforma in eritroblasto ortocromatico con nucleo piccolo e finalmente da quest'ultima cellula avviene la trasformazione dell'eritrocita che è privo di nucleo allo scopo di far posto in tutta la sua superficie alla emoglobina. Il globulo rosso maturo ha una forma biconcava e in questo modo la sua superficie risulta più grande della forma sferica; questo fa si' che la superficie del globulo rosso è l'ottimale consentito per la captazione di più ossigeno possibile per la maggiore quantità di emoglobina che può essere presente in una superficie biconcava. Questa breve rassegna del processo di sviluppo eritroide fa subito pensare ad una grande programmazione a cascata di irriducibile complessità, sono necessari tutti i passaggi or ora descritti ed è necessaria l'eritropoietina. E’ anche necessario il recettore dell'eritropoietina. E’ necessario che le cellule renali possano secernere al momento giusto l'eritropoietina, è necessrio anche che a poco a poco vengano espressi tutti i geni al momento giusto dando luogo a tutte le cellule dello sviluppo eritroide, alla scomparsa del nucleo e all'attivazione del gene dell'emoglobina, E' un processo altamente complesso ed irriducibile: all’origine vi è certamente un'intelligenza




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00martedì 20 marzo 2018 23:05




 


Il gene è quella porzione del DNA a doppia elica che codifica le proteine che servono per effettuare tutte le funzioni del corpo; quindi il DNA contiene le informazioni per la costruzione del corpo umano e di tutti gli altri esseri viventi. Nel DNA sono presenti quattro basi azotate: l'adenina, abbreviata con la letteraA,la citosina(C) ,la guanina (G), e la timina(C).


Queste quattro basi sono allineate una dopo l'altra nella molecola del DNA e codificano attraverso un processo complesso per i venti aminoacidi diversi presenti nelle proteine. L'allineamento di queste 4 basi da' l'informazione per l'allineamento degli aminoacidi nelle proteine. Si sa anche che l'esatto allineamento degli aminoacidi nelle proteine determina la loro funzionalità, quindi l'allineamento delle quattro basi da' l'informazione dell'allineamento degli aminoacidi nelle proteine. Come può avvenire ciò? E' stato accertato che tre basi consecutive codificano per un determinato aminoacido; essendo quattro le basi azotate, le combinazioni diverse per quattro basi azotate sono 60:(3x 20 aminoacidi) ciò vuol dire che alcuni aminoacidi sono codificati  anche da quattro o cinque diversi appaiamenti delle quattro basi: si può dire quindi che il codice genetico è sovrabbondante. Anche questo fatto però contribuisce a rendere sempre più improbabile la nascita casuale di una proteina funzionale. Infatti il caso cieco, per dare luogo  ad una proteina funzionale, deve vagliare ben 60^300 possibilità diverse (essendo una proteina media fatta di 300 aminoacidi) e questo per un solo gene, per una sola proteina. Nel corpo umano esistono come minimo 25.000 proteine; inoltre per ogni gene esiste il cosiddetto promotore che precede il gene ed è formato da almeno 200 basi azotate allineate in modo specifico per ogni gene, in modo che certe proteine specifiche e la RNApolimerasi si possa legare al gene specifico che deve essere tradotto. Se non ci fosse il promotore la RNApolimerasi non sarebbe capace di legarsi in modo preciso all'inizio del gene e ci sarebbe quindi un grande caos e non potrebbero venir formate mai le proteine corrette. Quindi al conteggio precedentemente fatto di 60^300 si deve aggiungere 4^200 dove quattro è il numero delle diverse basi azotate e 200 è il numero delle basi allineate necessarie per combinarsi alla RNApolimersi e ad altre proteine specifiche che regolano i geni. L'improbabilità del caso cresce in modo esponenziale; tutto questo somiglia ad un perfetto  software  e il  software, come si sa dall'informatica è legato ad una intelligenza. Inoltre è sempre più accertato che la stragrande  percentuale del DNA, anche quello che non codifica per le proteine ha una funzione specifica come dimostrato dal progetto ENCODE, è molto probabile, se non certo, che si arriverà a scoprire come il 100% del DNA sia funzionale,  il DNA umano è composto di 3 miliardi e mezzo di nucleotidi: siamo di fronte ad una complessità straordinaria, incredibile.




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00venerdì 11 maggio 2018 11:07




La regolazione della pressione arteriosa è un sistema irriducibilmente complesso. Nel nostro corpo la pressione arteriosa deriva da tre fattori: la forza contrattile del cuore, la volemia, cioè il volume di liquido circolante nelle arterie e infine il calibro delle arteriole periferiche.


Più il calibro è ampio più sangue entra nelle arterie e la pressione si abbassa, perchè diminuiscono le resistenze periferiche. Esistono sistemi che regolano la pressione in modo da non farla scendere o alzare troppo; infatti una ipertensione a lungo andare provoca danni d'organo, una pressione troppo bassa non riesce a far arrivare una sufficiente quantità di sangue alla periferia, producendo egualmente gravi danni d'organo.


Come regola la pressione l'organismo?


Anzitutto esiste un controllo locale del vaso sanguigno: se infatti il metabolismo dei tessuti aumenta i livelli di ossigeno diminuiscono e quelli di anidride carbonica aumentano, in queste condizioni di ipossia e di ipercapnia il vaso si dilata permettendo un maggior rifornimento di ossigeno e una eliminazione più rapida dell'anidride carbonica, questa risposta è dovuta a dei chemiorecettori presenti nei vasi sensibili alla carenza di ossigeno e all'aumento della Co2. Inoltre esistono nei vasi dei recettori sensibili allo stiramento dei vasi sanguigni; per opera di questi ricettori i muscoli stirati si contraggono regolando cosi' il flusso sanguigno in modo che esso sia costante nel tempo. Questo riflesso allo stiramento si chiama riflesso di Bayliss.se non esistesse l'autoregolazione miogena che aumenta le resistenze arteriolari e che compensa l'aumento della pressione idrostatica in posizione eretta, si avrebbe una perdita notevole di liquidi dai vasi sanguigni e quindi notevole fuoruscita di liquido dai vasi sanguigni e di conseguenza notevoli edemi periferici degli arti. Oltre a questi riflessi chimici e meccanici locali esistono dei riflessi nervosi generali dovuti all'intervento del sistema simpatico neurovegetativo. La muscolatura liscia vasale è innervata dai neuroni postgangliari del sistema simpatico che utilizzano la noradrenalina come neurotrasmettitore. La noradrenalina causa la contrazione del muscolo dei vasi tramite l'attivazione dei recettori alfa 1 adrenergici. Essendo il sistema simpatico l'unico in grado di controllare la contrazione dei vasi esiste una attività basale che in condizioni fisiologiche mantiene i vasi parzialmente vasocostretti (tono simpatico basale). Per vasodilatazione e vasocostrizione si intendono aumenti o diminuzioni di questa attività basale, esistono inoltre sulle fibre muscolari dei vasi i recettori beta 2 adrenergicici che hanno bassa affinità per la noradrenalina e alta affinità per l'adrenalina proveniente dalla midollare surrenale. L'attivazione dei recettori B2 provoca vasodilatazione. La noradrenalina e l'adrenalina vengono prodotti insieme: sarà la diversa distribuzione dei recettori alfa 2 e beta 2 nei vari distretti del corpo a determinare quali vasi sono ristretti e quali vasi sono dilatati in vari momenti. esistono inoltre altri due ormoni che controllano la pressione arteriosa e il primo è l'angiotensina II. Nei reni viene prodotto l'enzima renina  che poi converte l'angiotensinogeno, proteina prodotta dal fegato, in in angiotensina. I  che è poi convertita in angiotensina, II dall'enzima di conversione dell'angiotensina chiamato ACE.L'angiotensina. II è un potente vasocostrittore che agisce attivando i recettori AT1 presenti sulla superficie vasale. L'altro ormone è la vasopressina (ADH) secreto dall'ipofisi posteriore che è un potente vasocostrittore. La regolazione pressoria è determinata soprattutto dalle variazioni della volemia. Quando la volemia cresce, cresce anche la pressione del sangue sulle pareti vasali. Il mantenimento di questi valori stabili è determinato principalmente dai reni con un meccanismo innestato da due ormoni: il primo è l'aldosterone, ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che aumenta l'assorbimento del sodio nel tubulo contorto distale del rene  aumentando contemporaneamente l'escrezione colle urine del potassio e degli idrogenioni, questo aumento del sodio in circolo diminuisce la diuresi provocando un aumento della volemia e quindi della pressione. L'altro ormone è la vasopressina secreto dall'ipofisi posteriore che a livello renale aumenta il riassorbimento dell'acqua nel tubulo contorto del rene in modo analogo all'aldosterone. Inoltre esiste anche il peptide natriuretico che viene rilasciato da specifici miociti presenti nell'atrio destro del cuore, questo ormone viene rilasciato quando la volemia è troppo alta e infatti esso agisce favorendo nel rene l'eliminazione colle urine del sodio e l'escrezione dell'acqua di minuendo cosi' la volemia.


Da questa breve descrizione della regolazione della pressione arteriosa si deduce che questo sistema regolativo molto complesso è anche irriducibilmente complesso, se manca uno solo dei componenti il sistema non può funzionare e non funziona se mancano o sono difettosi i ricettori posti nei vasi sanguigni sensibili alle variazioni della volemia dell'ossigeno e della Co2, non funziona se manca uno solo degli ormoni deputati alla regolazione della pressione. L'adrenalina, la noradrenalina, l'angiotensina, l'enzima di conversione dell'angiotensina I in angiotensina II,se manca l'aldosterone, se manca la vasopressina, la sua mancanza infatti determina una grave malattia: il diabete insipido, con perdita di enormi quantità di acqua colle urine. La mancanza dell'aldosterone provoca la malattia di Addison causata dalla carenza di funzione delle surrenali e caratterizzata  tra l'altro da grave ipotensione. Tutta questa funzione di regolazione quindi deve essere avvenuta tutta in una volta e non attraverso piccoli passi successivi casuali, altrimenti il tutto non avrebbe funzionato. Ancora una volta il darwinismo è falsificato, e viene in luce il design




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00venerdì 11 maggio 2018 11:09




l linfocita T, cosi' chiamato perchè prodotto dal timo, un organo linfatico presente nella parte antero-superiore del torace nell'uomo, è la cellula immunitaria che riconosce e distrugge gli antigeni batterici  O, virali presenti all'interno di una cellula e che quindi non possono essere distrutti dagli anticorpi solubili  prodotti dai linfociti B. Inoltre il linfocita T riconosce e distrugge le cellule tumorali,  e le cellule trapiantate.


Per fare questo è dotato di un recettore specifico posto sulla sua membrana chiamato TCR  che è un eterodimero proteico formato da due catene alfa e beta che hanno una parte variabile V e una parte costante C. La parte variabile sporge al di fuori del citoplasma del linfocita ed è pronto a riconoscere un antigene specifico che è un peptide batterico o virale accoppiato al complesso di istocompatibilità MHC di 1 e 2 classe che è presentato dalle cellule che possiedono l'antigene virale e batterico che viene processato ed esposto alla superficie della cellula deputata a questo compito insieme al complesso MHC. Soltanto se l'antigene è associato al complesso MHC può essere riconosciuto dal TRC del linfocita. I linfociti si differenziano in una quantità enorme di cloni, da 10^14 a 10^18 cloni cioè cellule che hanno CTR diversi nella loro parte variabile e possono quindi riconoscere una quantità enorme di antigeni diversi. Per avere questa varietà enorme di cloni avviene il meccanismo del ri-arrangiamento genico nei segmenti cromosomici V,D,J. Le catene alfa e beta del TCR sono espresse sulla superficie del linfocita T insieme al complesso proteico CD3 e a due catene identiche Z. Il CD3 ele le catene Z non legano l'antigene ma trasducono il segnale di attivazione quando il linfocita adatto incontra il suo antigene complementare. Ci sono poi dei corecettori che interagiscono coi ligandi espressi dal complesso MHC-peptide; questi  corecettori sono il CD4, che si lega al MHC di classe seconda, e il CD8 che si lega al dominio alfa 3 della classe 1 di MHC,.Il linfocita inoltre matura la tolleranza al self, cioè ai tessuti del proprio organismo e si differenzia anche in due sottopopolazioni specializzate: linfociti helper  CD4 e linfociti citotossici CD8. Le cellule reticolo-epiteliali del timo controllano la maturazione delle cellule T. In maggioranza i timociti , per il 90% esprimono le due catene alfa e beta, e cellule che esprimono i due coricettori  CD4 eCD8. E' notevole il fatto che il 95% dei linfociti non riesce a giungere a maturazione e muoiono per apoptosi, cioè per morte programmata. E questo accade perchè moltissimi linfociti presentano il TCR simile alla conformazione dei componenti  del proprio corpo. In questo caso scatta il meccanismo molto complesso della morte programmata. ed è per questo motivo che l'organismo in condizioni normali non produce anticorpi contro se stesso. I linfociti T inoltre producono due sottopopolazioni di linfociti molto importanti: i linfociti Helper e i linfociti citotossici. I linfociti Helper, una volta entrati in contatto con l'antigene, incominciano a secernere varie citochine che possono essere prodotte anche dalle cellule che espongono l'antigene. Le citochine sono le sostanze che producono l'infiammazione e quindi la distruzione degli antigeni alieni. Tra i linfociti Helper si differenziano anche i linfociti Helper follicolari che hanno la funzione di stimolare i linfociti B a trasformarsi in plasmacellule e quindi a secernere gli anticorpi Esiste quindi un collegamento tra i linfociti T e i linfociti B che producono anticorpi. I linfociti citotossici invece svolgono un'azione diretta distruggendo la cellula infettata dal virus o la cellula anomala. Quindi i linfociti Helper  sono come una specie di direttori d'orchestra e dirigono tutta l'immunità adattativa. I linfociti citotossici sono invece dei perfetti esecutori  e distruggono direttamente la cellula infetta o anomala. Il virus del HIV aggredisce specificamente i linfociti Helper i quali vengono a mancare con tutte le conseguenze negative per l'immunità provocando la malattia  AIDS. Anche i linfociti T, una volta attivati con l'antigene estraneo associato al complesso di istocompatibilità MHC, si moltiplicano, ma producono lo stesso identico CTR e anche  producono le cellule della memoria pronte ad agire in caso di nuovo attacco dello stesso bacterio o virus. Questa breve e sintetica descrizione che ho fatto del linfocita T e delle sue funzioni dimostra ancora una volta che tutto questo meccanismo molto complesso non può essere dovuto al caso: lo dimostrano soprattutto due cose: se per esempio il virus del HIV attacca e distrugge le cellule Helper si ha l'AIDS con gravi conseguenze fino alla morte. Quindi le cellule Helper sono essenziali alla vita. Se non ci fosse il TCR esposto sulla superficie della cellula linfocitica non potrebbe esserci l'immunità.senon ci fosse il meccanismo che distrugge  i linfociti che espongono CTR simili agli antigeni dello proprio corpo si avrebbero attacchi continui di tipo infiammatorio alle cellule e agli organi dello stesso corpo. Si avrebbero cioè le cosiddette malattie autoimmunitarie  che avvengono quando i meccanismi che sono atti alla distruzione delle cellule che espongono recettori self sono difettosi. Esiste un Intelligenza dietro tutto questa complessità




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00venerdì 11 maggio 2018 11:12




Il sistema del complemento è chiamato cosi  perchè completa e fa arrivare all'esito finale l'immunità, cioè la difesa dell'organismo contro soggetti estranei ad esso. Il sistema del complemento è formato da una trentina di proteine diverse che agiscono a cascata, una dopo l'altra, in modo molto simile al sistema della coagulazione del sangue.


Nella via classica del complemento che è la via più comune e potente; si inizia con tre proteine, la C1, la C4 e la C2 che si uniscono al complesso antigene-anticorpo: la C1 alle immunoglobuline , cioè agli anticorpi  iGg e iGm fissate ad un antigene. Il C1 è composto da tre subcomponenti il C1q, C1r e il C1s. Il C1q composto da sei catene disposte ad ombrello svolge un'azione di ricognizione legandosi alla regione FC della immunoglobulina e per attivarsi necessita del legame con due FC adiacenti. Il C1r e C1s che sono dei tetrameri svolgono invece un'azione enzimatica: il C1q attiva prima il C1r e poi il C1s. Il C1s scinde enzimaticamente il secondo componente del complemento che è il C4 e lo scinde in due frazioni: il C4a che rimane in circolo e il C4b che si lega alla membrana batterica in presenza dell'anticorpo. Il C4b a sua volta attiva il C2  in due frazioni, il C2a e il C2b. Il C2a si lega al precedente dando luogo al complesso C4b2A. Il C2b va in circolo mentre il C2a rimane attaccata al C4b. Il complesso C4b2A diventa un enzima chiamato  C3 convertasi capace di legarsi al C3 e di scinderlo. Il C3 viene scisso in C3a che è una anafilotossina che va in circolo, e il C3b capace di legarsi alla membrana batterica e al complesso C4b2A stesso dando origine alla C5convertasi. Il C5 viene ancora scisso a sua volta in C5a e C5b. Il C5a viene rilasciato in circolo, mentre il C5b lega i complementi C6 e C7 formando il complessoC5b67 che col C7 si lega alla membrana del patogeno. Successivamente giungono il complemento C8 che si lega al complesso e si lega anche alla membrana cellulare batterica. Infine giungono le molecole C9 che sono da 10 a 16 e tutto il complesso cosi' formatosi si chiama complesso di attacco alla membrana chiamato anche MAC. Questo complesso è in grado di creare un foro nella membrana batterica dentro il quale passano acqua e soluti che determinano alla fine lo scoppio della cellula batterica. Oltre a questa via classica esiste anche la via lectinica al complemento che è attivato in questo caso non dall'anticorpo ma da speciali zuccheri come il mannosio presenti nel batteri, ma non nelle cellule dei mammiferi. Esiste anche una terza via, la via alternativa che è attivata invece da specifiche proteine batteriche, ma non dalle cellule dei mammiferi che possiedono una specifica proteina che degrada la C3 non consentendo il completamento del complemento attivo che, funzionando in modo completo distruggerebbe anche le cellule dei mammiferi. Esistono inoltre potenti inibitori del complemento in modo da proteggere l'organismo ospite: la proteina C1 INH che si lega al C1 r2 e C1 s2 inibendolo; proteine inibitrici dell'assemblaggio della C3 e della C5, il fattore I, proteina capace di degradare il frammento C3b ma solo in presenza delle proteine prima descritte. Inoltre ci sono anche gli inibitori della formazione di attacco alla membrana che impedisce che il complesso di attacco alla membrana chiamato anche MAC distrugga le cellule sane vicine. L'attivazione del complemento provoca altre conseguenze biologiche; il C3b provoca la fagocitosi, il C3a e il C5a provocano un'azione infiammatoria locale.


Inoltre la fagocitosi, cioè la digestione dei batteri da parte dei granulociti neutrofili e dei macrofagi  viene attivata e favorita dai frammenti C3b e C4b che rivestono il microorganismo attivando la fagocitosi. Invece i frammenti C3a,C4a e C5a sono chiamati anafilotossine che inducono l'infiammazione nei seguenti modi: degranulano speciali cellule chiamate mastociti con liberazione di mediatori vasoattivi; aumentano la permeabilità vascolare per azione diretta sulle cellule endoteliali dei vasi sanguigni; aumentano l'espressione della Pselectina, una proteina che stimola la chemiotassi dei granulociti e il loro spostamento fuori dei vasi nel focolaio dell'infezione. La formazione di anticorpi che si legano all'antigene batterico formano immunocomplessi che possono essere molto voluminosi e quindi dannosi all'organismo ospite: il complemento legandosi a questi immunocomplessi ne favorisce la solubilizzazione e la rimozione da parte dei fagociti.


Da ultimo una proteina prodotta nella scissione del C3 si unisce ad un specifico recettore CR2  espresso sulla membrana dei linfociti B e stimola in essi la formazione e produzione degli anticorpi. Da tutta questa breve descrizione del complemento si deduce una cosa importante: è un sistema irriducibilmente complesso, anche un profano lo può vedere e se manca un solo componente il sistema non funziona più; se mancano i recettori il sistema non funziona più, se manca una sola proteina del sistema tutto siferma, se mancano gli inibitori il sistema diventa dannoso per l'organismo ospite. Tutto deve essere al posto giusto e nella giusta misura, altrimenti c'è la malattia o la morte dell'organismo. E' impossibile che questo sistema straordinario si sia formato per piccoli passi casuali a poco a poco. E' chiaro che questo sistema è stato progettato. Si potrebbe obiettare: è un sistema troppo complicato, non si sarebbe potuto trovare un sistema più semplice? Questo non si può sapere: resta il fatto chiaro e lampante della sua irriducibile complessità.




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00mercoledì 30 maggio 2018 09:49











Il collageno è la principale proteina del connettivo degli animali, ed è il 25% delle proteine del corpo degli animali e il 6% del peso totale del corpo dell'uomo. La sua composizione strutturale è costituita da una tripla elica di una proteina fibrosa chiamata tropocollagene con una massa molecolare di 285 klilodalton.


Le tre triple eliche sono di uguale lunghezza e hanno come struttura primaria la presenza di tre triplette di aminoacidi che si susseguono nella catena in una serie molto lunga con la composizione seguente:glicina-x-idrossiprolina dove X è un aminoacido generico e glicina-prolina-X dove X è un aminoacido qualsiasi. I tre filamenti di tropocollagene sono tenuti insieme da legami idrogeno. Questi legami sono possibili dalla presenza di glicina e dalle modifiche postraduzionali di lisina e prolina. La prolina è modificata a idrossiprolina dall'enzima prolilidrossilasi, mentre la lisina è modificata a idrossilisina dall'enzima lisil idrossilasi.


Queste modifiche sono necessarie per aumentare la possibilità di formazione dei legami idrogeno e per diminuire l'ingombro sterico. Le tre unità strutturali costituiscono una forma di treccia. Le varie fibre sono collegate anche da legami crociati tra due allisine o tra una allisina e una lisina. La lisina è convertita in allisina dall'enzima lisina ossidasi. La biosintesi del collagene avviene ad opera di diversi tipi cellulari a seconda del tessuto, ad esempio fibroblasti nel tessuto connettivo, osteoblasti nell'osso. Il collageno nasce come procollagene, prodotto che possiede rispetto al collagene due peptidi terminali, uno c-terminale e uno n-terminale che hanno struttura globulare. La traduzione avviene nei ribosomi a contatto col reticolo endoplasmatico rugoso. I ribosomi legati al mRNA contenente i geni del collagene si legano al reticolo endoplasmatico rugoso: esiste una sequenza segnale che facilita il legame dei ribosomi al RER e guida il trasferimento della catena polipeptidica dentro il RER.


Le catene del preprocollagene vengono rilasciate nel lume del RER e qui viene eliminata la sequenza segnale. Si ha la formazione di catene alfa 1 e alfa 2 precursori del collagene. Nel lume del RER le procatene vanno incontro a modificazioni posttraduzionali quali l'idrossilazione delle lisine e delle proline e della glicosilazione delle idrossiline. Dopo questi processi le procatene alfa formano procollagene un precursore del collagene la cui regione centrale a tripla elica è affiancata da tratti amino e carbossiterminali chiamati propeptidi. Si hanno inoltre legami disolfuri tra i peptidi carbossiterminali. Tutto ciò porta le catene alfa alla situazione favorevole alla formazione della tripla elica. La molecola di procollagene viene trasferita nel Golgi dove viene immessa in vescicole che si fondono colla membrana plasmatica della cellula secretrice  e il procollagene viene immesso all'esterno della cellula secretrice. Giunte all'esterno le molecole di procollagene vengono liberate dall'enzima procollagene peptidasi dai propeptidi terminali liberando cosi le molecole di tropocollagene a tripla elica. Le molecole di tropocollagene si associano spontaneamente formando delle fibrille assumendo una posizione parallela e sfalsata nella quale le molecole di collagene si sovrappongono a quelle vicine per circa 3/4 della loro lunghezza. Le fibrille di collagene cosi disposte sono il substrato ideale per l'azione dell'enzima lisil ossidasi, questo enzima catalizza la deaminazione ossidativa di alcuni residui di lisina e idrossilisina formando legami covalenti tra catene. La formazione di questi legami è essenziali per la funzione del collagene che deve avere la resistenza necessaria alla trazione per un corretto funzionamento del tessuto connettivo. Quindi qualsiasi mutazione che influisce sulla capacità del collagene di formare legami tra fibrille influenzerà la stabilità del collagene. Le fibrille poi si dispongono in fasci ondulati o paralleli per formare fibre e le fibre formano poi fasci di fibre. Esistono numerosi tipi di collagene a seconda del tessuto e della funzione. Finora sono stati descritti 28 tipi di collageno diversi. Esiste il collagene di tipo 1, il 90% del collagene totale ed è presente nella pelle, nei tendini, nelle ossa e nella cornea. Il collagene di tipo 2 forma la cartilagine, i dischi intervertebrali, e il corpo vitreo dell'occhio. Il collageno di tipo 3 ha grande importanza nel sistema cardiovascolare e nel tessuto di granulazione per riparare le ferite; viene prodotto in grandi quantità prima del collagene di tipo 1, più resistente da cui poi è sostituito. Il collageno di tipo 4 è il componente della membrana basale che separa le cellule di un tessuto dalle altre vicine. Il collagene di tipo 7 forma le giunzioni dermo-epidermiche che saldano il derma dall'epidermide , la sua cattiva funzione crea la malattia epidermolisi bollosa che stacca il derma dall'epidermide formando continue bolle cutanee; notevole è il collagene 17 che è coinvolto in patologie come la penfigoide bollosa e epidermolisi bollosa giunzionale, tutte malattie gravi della pelle. Come si può constatare da questa descrizione il collagene è essenziale per la compattezza, per la solidità di quasi tutti gli organi del corpo umano: senza di esso tutto andrebbe a catafascio ogni apparato cellulare si discosterebbe dal resto dell'organismo, in altri termini non ci sarebbe la compattezza delle ossa, la compattezza del connettivo, la compattezza degli organi.


Ma è la sua composizione in aminoacidi che determina la sua funzione e la precisa sequenza dei suoi aminoacidi: glicina, prolina idrossiprolina, una sequenza ripetitiva seriale determina la possibilità della formazione corretta delle fibre del collagene: mutazioni che rompono questa sequenza ordinata impediscono la sua funzione determinando un collagene difettoso portatore di gravi patologie. E devono essere integri, come abbiamo visto, i vari enzimi che determinano la formazione dell'idrossilisina dalla lisina, dell'idrossiprolina dalla prolina e gli enzimi che determinano la glicizzazione degli aminoacidi necessaria allo funzione di tutta la proteina. La estrema precisione della sequenza aminoacidica è quindi essenziale. A tutto questo si aggiungono le sequenze segnale che servono a trasportare il precollagene nel Reticolo endoplasmatico e per l'avvicinamento del RNA messaggero al ribosoma. Tutta questa struttura e il suo meccanismo è impossibile che sia stato prodotto dal caso: esiste una complessità irriducibile in questa proteina: questa proteina si deve essere formata tutta in una volta e non a poco a poco. In altre parole questa proteina è stata progettata.












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00lunedì 4 giugno 2018 17:12
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Tonsille



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tonsilleSe mi venisse chiesto un consiglio riguardo a far rimuovere le tonsille a un bambino o anche a un adulto, risponderei senza alcuna esitazione: NON FARLO!


Proprio non farlo, a meno che non si sia arrivati a un punto di infezione tale da compromettere la vita della persona stessa, caso davvero molto raro che succede quando davvero la cosa è stata tralasciata irresponsabilmente.


Attualmente in Italia vengono rimosse le tonsille a più di 70.000 bambini all’anno che si aggiungono ai milioni di bambini ai quali sono già state rimosse.


Il risultato di questa sconsiderata carneficina di tonsille è un grave danno a tutta la popolazione.


Il fatto che questa azione insensata venga continuamente perpetrata è un’ulteriore dimostrazione dell’ignoranza di cui la classe medica è affetta.


In presenza di una tonsillite, prova a fare dei clisteri, spesso l’infiammazione sparisce da sembrare per magia. Un corretta alimentazione farà il resto.


Cosa sono le tonsille


Ci sono diverse definizioni, per alcuni non sono altro che una massa di tessuto linfatico con il compito di proteggere le vie respiratorie superiori da eventuali microrganismi contenuti nell’aria inspirata.


Ho letto anche che contribuiscono anche a scaldare l’aria prima che raggiunga i polmoni, portandola alla giusta temperatura per il nostro organismo.


Queste sono supposizioni fatte da rappresentanti della comunità scientifica prive di qualsiasi fondamento.


È più corretto dire che le tonsille sono degli organi, ghiandole endocrine.


Ogni organo oltre a essere collegato agli altri organi tramite i vari sistemi del corpo umano, ha anche un proprio campo magnetico. I campi magnetici di tutti gli organi connessi fra loro energeticamente costituiscono il campo magnetico totale del corpo umano.


Noi esseri umani siamo collegati ad ogni altra cosa presente nel mondo fisico, per esempio, i nostri piedi poggiano sulla terra, e il nostro corpo è immerso nell’atmosfera al pari di tutti gli altri. Lo stesso avviene sul piano energetico da cui deriva il piano fisico. Le tonsille possiamo paragonarle ad accumulatori che si caricano di energia che poi distribuiscono agli altri organi del corpo quando richiesto. Le tonsille sono energeticamente collegate agli organi sessuali. Pare che questo collegamento, mai verificato dalla scienza del mainstream sia particolarmente rilevante.


Tonsillite


La tonsillite è un’infiammazione causata da microrganismi che prosperano nutrendosi delle tossine e residui derivati da un’alimentazione scorretta.


Nella comunità medico scientifica non è raro incontrare protocolli che richiedono la rimozione delle tonsille dopo un certo numero di tonsilliti, il che è assurdo dato che una tonsillite non è altro che il risultato di un’alimentazione scorretta. Pulisci gli intestini, adotta l’alimentazione corretta per l’essere umano e la tonsillite svanirà per non comparire mai più.


In Italia i fratelli Calderoli fecero degli studi sulle tonsille e i danni derivanti dalla loro rimozione, pubblicarono dei testi che furono ignorati dalla comunità scientifica, a beneficio del business delle operazioni chirurgiche e del trattamento farmacologico.


Incredibile il fatto che riprendere il materiale dei fratelli Calderoli sia stato un medico americano, il Dott. Norman Waker del quale presento un estratto dal suo libro La Salute dell’Intestino – Il Colon.


Ho studiato con molta attenzione vari libri pubblicati dai fratelli I. e G. Calderoli di Bergamo, in cui descrivono dettagliatamente i risultati di trent’anni di ricerche sulle tonsille all’università di Vienna e di Berlino. Possiedo parecchi loro libri, scritti in italiano, e li consulto spesso. Quando qualche anno fa ho incontrato il dottor Guido Calderoli a Bergamo, in Italia, abbiamo discusso a fondo su questo argomento. Gli ho chiesto se a qualche paziente che soffriva di tonsille fosse capitato di avere dolori al fianco destro sotto le costole. Il dottor Calderoli non ci aveva mai fatto caso, ma ripensandoci si era ricordato che spesso i pazienti si lamentavano di questi dolori, che spesso venivano attribuiti a qualche disturbo dell’appendice. Gli ho domandato se a qualcuno dei suoi pazienti fosse stata praticata un’appendicectomia dopo che ci si era “occupati delle tonsille”. Il medico non ricordava alcun caso del genere e ha concordato con me sul fatto che indubbiamente l’eliminazione del disturbo alle tonsille poteva aver avuto indirettamente qualcosa a che fare con il colon.


Alcuni pensano che la funzione più importante delle tonsille consista nell’impedire l’ingresso nell’organismo di germi, microbi e batteri. Simili affermazioni vengono fatte da persone che non sanno che il corpo è letteralmente pieno di germi contrastanti o che ignorano le attività più profonde delle ghiandole del nostro corpo. Le tonsille tumefatte sono fra i disturbi più famigerati dei bambini e degli adolescenti, semplicemente perché costoro non rispondono al richiamo del loro intestino e non capiscono l’importanza di un’alimentazione corretta. Gli adulti sono altrettanto inclini a trascurare questi due principi fondamentali per ottenere e conservare la salute. Non avendo studiato né il motivo per cui il Creatore ha messo le tonsille lì dove sono, né gli effetti della loro asportazione quando sono malate, la tendenza generale per varie generazioni è stata quella di toglierle.


Esiste indubbiamente una correlazione a livello di ghiandole endocrine fra le tonsille, gli organi riproduttivi e la tasca del cieco del colon, e non si può interferire con questa intima correlazione senza produrre una grave situazione di pericolo.


A una venticinquenne era stata tolta una sola ton­silla quattro anni prima; ciononostante, dopo l’operazione aveva cominciato a notare dei disturbi di cui non aveva mai sofferto prima. Aveva dei dolori alla schiena, sudava spesso e aveva sempre le mani umide; soffriva di frequenti attacchi di vertigini e se ritardava i pasti si sentiva sul punto di svenire. Aveva un sonno inquieto, con stanchezza mattutina e una sensazione generale di debolezza fisica. Si era accorta di essere diventata disordinata e trascurata nella gestione della casa e non aveva più alcuna voglia di cantare.


Dieci anni dopo l’asportazione delle tonsille, un elet­tricista di 28 anni affermava: «Devo essere nato stanco. La mia famiglia e i miei amici mi prendono in giro».


Un’indagine condotta su migliaia di operai ai quali le tonsille erano state tolte da giovani ha chia­ramente dimostrato come i disturbi che insorgono in seguito a una tonsillectomia siano tutti riconducibili a una perdita di dinamismo fisico, sessuale e mentale.


Nel 1952, l’Inghilterra importò varie centina­ia di minatori dall’Italia. Come mai? Perché circa il 60% dei giovani inglesi era privo di tonsille e quindi costantemente troppo stanco per questo tipo di la­voro. In Italia, che era il Paese europeo con la più bassa percentuale di tonsillectomie in Europa, c’era­no uomini virili e vigorosi. Trent’anni di studio in Italia hanno dimostrato che, prima o poi, l’asporta­zione delle tonsille riduce il vigore e la vitalità nei soggetti che l’hanno subita.


I due fratelli Calderoli hanno dedicato a questo tema trent’anni di ricerche approfondite, un periodo sufficientemente lungo per giungere a molte conclu­sioni incontestabili, derivanti da innumerevoli studi condotti sulle vittime della tonsillectomia. Questi studi hanno rivelato che le giovani donne che in pre­cedenza provavano una normale attrazione per I loro coetanei hanno visto capovolgersi le loro sensazi0ni, fino a non voler più avere niente a che fare con gli uomini. Mogli che un tempo avevano evidenziato qualità amorevoli e premurose all’interno delle loro fa­miglie, occupandosi con affetto di figli, mariti e altri parenti, avevano cominciato a irritarsi facilmente e a prestare minori attenzioni alle esigenze dei loto fami­liari, se non a ignorarle del tutto. I doveri domestici venivano trascurati e tutto quello che riguardava l’or­ganizzazione della casa perdeva qualsiasi importanza.


Uomini d’affari che avevano subito una tonsillecto­mia da adulti trascuravano il lavoro, perdevano interes­se ai contatti sociali e provavano una stanchezza insop­portabile. Le conclusioni inequivocabili di trent’anni di ricerche in questo campo mi hanno convinto che quanto ho avuto modo di osservare nei pazienti non fa che rispecchiare questa tendenza naturale.


Le tonsille sono indiscutibilmente in relazione con la sessualità e con gli organi riproduttivi, le go­nadi (testicoli e ovaie). I fratelli Calderoli hanno di­mostrato che uomini e donne privi di tonsille e di età inferiore ai 28 anni sono rispettivamente meno virili e meno femminili.


Da una ricerca fisiologica e clinica più vasta è emersa l’esistenza di un’intima correlazione fra le tonsille e le ovaie. L’asportazione delle prime può ra­pidamente incidere sulla frequenza e sul volume delle mestruazioni, un fatto che dovrebbe allarmare le donne. In casi simili più di una madre si è spaventata non solo per l’abbondante emorragia durante le me­struazioni della figlia, ma anche per le perdite bian­che patologiche che spesso si verificano fra un ciclo e l’altro a causa di un’infezione vaginale o uterina.


Come ho già cercato di sottolineare, spesso nelle giovani donne la perdita di sensibilità sessuale è una conseguenza della rimozione delle tonsille, che le ha rese frigide. A molte di loro è stato chiesto per quale motivo si sono sposate e la risposta è stata: «Perché lo fanno tutte. In più il matrimonio mi conferisce un ruolo sociale». Questi matrimoni sfociano imman­cabilmente in un divorzio o in sciagure ancora peg­giori. Queste donne perdono la capacità di godersi la vita e di tenere alti l’interesse e lo spirito del marito e della famiglia.


All’epoca in cui il dottor Calderoli scrisse il suo libro Popoli Senza Tonsille, in Italia c’erano tre grandi istituti rieducativi femminili e tutti e tre rifiutavano l’ammissione alle ragazze che erano state sottoposte a tonsillectomia. I direttori di quegli istituti motivava­no la loro decisione con queste parole: «In generale, l’asportazione delle tonsille le rende pigre, il loro ca­rattere risulta cambiato in seguito alla tonsillectomia, e la loro visione della vita è degenerata».


Il risultato finale della rimozione delle tonsil­le era una ridotta attività e vivacità nei bambini, meno buonumore negli adolescenti e una generale apatia negli adulti. La stanchezza viene riscontrata negli studenti, nella vita matrimoniale, all’interno della famiglia e nelle attività sociali. E probabile che le giovani donne private delle tonsille perdano l’in­clinazione a una normale vita sessuale e sviluppino un’avversione nei confronti della maternità. I fa­mosi fratelli Calderoli hanno dimostrato oltre ogni dubbio che le tonsille sono così essenziali nella vita dell’individuo che la loro asportazione può avere ef­fetti frustranti e devastanti, come pure ripercussioni per tutto il resto della vita della persona.


Nelle generazioni passate, e fino ai nostri giorni, le tonsille erano considerate organi di difesa e di pro­tezione. Si riteneva che la loro funzione fosse limita­ta e circoscritta alla cattura dei germi e dei microbi che passano attraverso il naso e la bocca. Se fosse un fatto inconfutabile, allora tutti, ma proprio tutti, sa­rebbero afflitti dalla malattia prevalente in un deter­minato momento. Le cose tuttavia non stanno così. Sono le condizioni dell’organismo, come illustrato da ciò che avviene nel colon, a far sì che le tonsille emettano i loro avvertimenti.


Le tonsille e le condizioni del colon devono sempre essere considerate e interpretate come fattori di allarme.


Oltre all’importanza delle tonsille stesse, ci sono motivi chiari, evidenti ed espliciti per prestare una meticolosa attenzione al colon. Nessun altro può es­sere responsabile del vostro colon: siete voi a dovervene occupare. A mio parere le irrigazioni coloniche sono la fase più vitale nella cura del corpo: la rimo­zione degli scarti nocivi dal colon elimina o riduce automaticamente l’occlusione di gola, cavità nasali o qualsiasi altro punto in cui abbiano origine i proble­mi con le tonsille.


La ricerca ha dimostrato che l’asportazione delle tonsille sta avendo serie conseguenze e gravi riper­cussioni sulla vita civile delle nazioni. Se si consi­derano le statistiche nazionali, non c’è da stupirsi nell’apprendere che circa un terzo delle persone spo­sate negli Stati Uniti, in Europa e nei Paesi scandi­navi non ha figli, mentre un terzo ne ha uno solo. Questo fenomeno potrebbe in effetti essere dovuto agli strascichi delle tonsillectomie di massa.


Per quanto mi riguarda, nel mio contatto diretto con le persone ho sempre riscontrato che i disturbi delle tonsille vengono risolti con i clisteri e le irriga­zioni del colon.



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00lunedì 4 giugno 2018 17:23
DENTI DEL GIUDIZIO: A cosa servono?

Temutissimi, fastidiosissimi ma sempre meno diffusi. I denti del giudizio sono in via di estinzione. “Meno male” penseranno molti di voi. Il 35% della popolazione italiana non li ha più e le proiezioni fanno intendere come questi denti siano destinati a sparire del tutto nel corso delle prossime generazioni.

Tendenzialmente i denti del giudizio si fanno sentire tra i 18 e i 25 anni. Molti italiani avvertono dolore e diversi disturbi quando questi molari emergono e spesso, i dentisti decidono di rimuoverli. Se non ci sono disturbi specifici o problemi di allineamento, non c’è motivo di agire chirurgicamente. Se invece questi denti non emergono bene o restano fermi per mancanza di spazio, possono provocare infiammazioni anche gravi.

Già in giovane età è possibile prevedere il comportamento di questi denti. Usciranno? Lo faranno per bene? Spesso una radiografia può chiarire il concetto. Semmai non ci fossero problemi, i denti del giudizio restano in bocca. Cosa farsene di questa eredità inutile? Una funzione c’è. Questi molari possono infatti rivelarsi utili da anziani quando potrebbero fungere da “aggancio” in caso di apparecchio dentale. Un tempo, invece, servivano a masticare i cibi più duri: questo è il motivo per cui anche i denti del giudizio sono stati previsti per far da corredo alla nostra dentatura e offrirci anche un mezzo in più per avere a disposizione dei denti più attrezzati e anche più longevi degli altri denti.
Credente
00domenica 19 agosto 2018 21:55




Sessanta anni fa, all'epoca dei miei studi universitari, la cellula del corpo umano  era considerata come una specie di sacco pieno di una sostanza gelatinosa, con un nucleo di cui non si conosceva nemmeno la funzione. Con l'avvento del microscopio elettronico e di altri strumenti di precisione che indagano la struttura molecolare lo scenario è completamente cambiato e si è scoperto che la cellula è tutt’altro che semplice, ma è di una straordinaria complessità. Immaginando la cellula ingrandita con le dimensioni di un
astronave nella sua superficie si possono vedere migliaia e migliaia di boccaporti che si aprono e si chiudono facendo entrare o uscire materiali; entrati in uno di questi boccaporti al suo interno si può vedere un mondo di alta tecnologia e di estrema complessità.

Possiamo vedere corridoi e condotte in reti altamente organizzate che si diramano in ogni direzione dal perimetro della cellula. Alcuni corridoi conducono alla "banca dati" del nucleo passando dentro altri boccaporti che si aprono e chiudono anch'essi per fare entrare e uscire altre sostanze .Altri corridoi portano ad altre stanze o reparti di assemblaggio o di trattamento dei vari materiali. Altri corridoi ancora portano al reparto che funge da centrale energetica della cellula. Il nucleo che è a forma di cupola geodesica, che ha un diametro di un chilometro con l'ingrandimento immaginato, contiene, come abbiamo già detto la banca dati che serve a programmare tutta l'attività della cellula: la banca dati è fatta da nastri lunghissimi (il DNA) avvolti in pacchi ordinati e confezionati. Lungo i numerosi corridoi
si muovono delle proteine motrici, specie di robot molecolari dotate di gambe (proprio cosi'), di un corpo e di una teste sopra la quale sono letteralmente appiccicate le sostanze da trasportare nei vari reparti: le proteine motrici si chiamano kinesina e dineina: la kinesina
trasporta i materiali dal centro alla periferia della cellula e la dineina li trasporta dalla periferia al centro. 

Le  sostanze trasportate, in genere proteine, sono etichettate, hanno cioè una specie di vero e proprio codice fatto da una sequenza chimica: questa sequenza chimica viene esaminata da un'altra proteina “robot” posta in prossimità della porta di un determinato scompartimento: se il" codice" è quello giusto la porta si apre e la proteina entra per fare il suo lavoro nello scompartimento; se per caso è avvenuto un errore nella sequenza il carico non viene riconosciuto, la porta si chiude e il carico non può entrare nel reparto di lavorazione. Inoltre la cellula possiede la capacità di duplicarsi attraverso complessi meccanismi, sia il nucleo col DNA sia il resto degli scompartimenti; è come
se un'astronave avesse i meccanismi automatici per la sua duplicazione con la formazione di un'astronave figlia. Da questa breve descrizione si deduce, e mi pare evidente, che tutta questa complessità incredibile è stata progettata. Certo il progettista non si vede e per questo molti ritengono che il progettista non esista. Io penso invece che  esista ma non si faccia vedere.......perchè forse è umile.


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00venerdì 28 settembre 2018 21:34



         Qualche giorno fa ascoltavo una nota trasmissione tv di divulgazione medica;si parlava dell'articolazione dell'anca e l'ortopedico parlava della perfezione di tale articolazione che rende possibili tutti i movimenti degli arti inferiori dell'uomo;ad un certo punto ,sia l'ortopedico ,sia il presentatore si sono messi a dire che la natura ha messo qualche milione di anni per realizzare tale meraviglia


.A mio avviso questo è il solito errore concettuale grave che il darvinismo diffonde e che ormai sembra acquisito dal mondo scientifico ,anche da persone preparate e colte nel loro campo.E' assodato che le mutazioni casuali non producono ordine,ma disordine,e queste mutazioni ,a lungo andare ,provocano un collasso del sistema biologico,come è dimostrato dalla vecchiaia,che deriva da accumulo di mutazioni deleterie che si accumulano progressivamente.E' come credere che il motore di una panda si possa trasformare in motore di una ferrari dopo qualche milione di anni di modifiche casuali del motore della panda:noi sappiamo benissimo che un automobile dopo un certo periodo di tempo,anche breve ,si deteriora sempre di più e deve essere sostituita da un'altra auto nuova.Non esiste alcun modo di perfezionarla attraverso meccanismi spontanei,casuali:per trasformare il motore della panda in motore della ferrari ci vuole l'intervento dell'intelligenza dell'ingegnere.Non vedo come questo non possa valere anche per le macchine biologiche.




Credente
00venerdì 28 settembre 2018 21:35




Prendendo spunto da un articolo del microbiologo Olen Brown, professore emerito all'università del Missouri, affermo che l'evoluzione non riesce a spiegare come è sorto il primo enzima,. o che sia stato modificato nei 75.000 enzimi esistenti nel corpo umano o nei 10 milioni di diversi enzimi che esistono nella vita terrestre.


Per spiegare come possano essere venuti alla luce questi diversi enzimi è necessario esercitare la logica. La stessa logica matematica che usano i fisici come Einstein per spiegare in termini matematici le leggi fisiche dell'universo. Gli enzimi hanno la proprietà di accelerare enormemente le reazioni chimiche necessarie alla cellula, anche se non creano di per se' reazioni chimiche nuove. Per esempio un particolare enzima per produrre RNA e DNA velocizza enormemente il processo. Senza l'enzima questa reazione avrebbe necessità di 78 milioni di anni prima che si possa ottenere per caso. Un altro enzima necessario a produrre l'emoglobina, cioè eme contenente ferro più globina, oppure la clorofilla delle foglie impiega qualche millisecondo per fare la reazione; ma senza l'enzima sarebbero necessari 2,3 miliardi di anni perchè avvenga la reazione. E' come confrontare il diametro di una cellula batterica colla distanza che c'è tra la terra e il sole. Un altro esempio è questo: nella cellula è necessario sempre rigenerare l'ATP, la molecola energetica senza la quale non può esistere vita, come ha scritto Laurence Krauss: l'uomo medio umano usa quasi 420 chili al giorno di ATP per svolgere le sue attività. In qualsiasi momento ci sono nel corpo solo 50 grammi di ATP: questo comporta un enorme riciclaggio e ogni molecola di ATP deve essere rigenerata almeno 4000 volte al giorno. Ciò significa che 7x10^18 molecole di ATP sono generate al secondo.


Per rigenerare in modo efficiente una molecola di ATP occorre un enzima specifico. Creare ex novo una molecola di ATP è ancora più complesso: quindi deve intervenire tra l'altro anche il ciclo dell'acido citrico che viene completato da ben otto enzimi diversi  che devono funzionare in sequenza. L'assenza di un qualsiasi enzima interrompe il ciclo e quindi rende impossibile la creazione di nuovo ATP. Come possano originare i passaggi interdipendenti è senza spiegazione.


La spiegazione evoluzionista è morta in questo caso specifico, lo stagno caldo che ha causato l'evoluzione non è mai esistito. Mancano completamente le prove scientifiche che gli enzimi siano sorti per caso, anche se una soluzione primordiale con solo i 20 aminoacidi delle proteine e non i geni per tradurre le proteine. Il premio nobel George Wald ha scritto:


"i biologi moderni, dopo avere preso atto dell'impossibilità della generazione spontanea, e negando a priori l'ipotesi creazionista, non hanno più nulla."


Poi però aggiunge :


"basta aspettare, il tempo fa miracoli e rende l'impossibile possibile”.


Però credere a questo è credere ai miracoli. Anche la duplicazione genica di un iniziale enzima non dà luogo ad un'altra funzione enzimatica, ma solo a piccole modifiche insignificanti della primitiva funzione.


Forse il punto di partenza è la convinzione che  le leggi in biologia che sembrano progettate sono in realtà progettate”.


E' da questo concetto che si deve partire se si vuole capire la biologia: come si parte dai concetti matematici per spiegare e descrivere le leggi naturali come la gravità ecc. Perchè non può accadere anche per la biologia? 




Credente
00venerdì 28 settembre 2018 21:37




La regolazione della pressione arteriosa è un sistema irriducibilmente complesso. Nel nostro corpo la pressione arteriosa deriva da tre fattori: la forza contrattile del cuore, la volemia, cioè il volume di liquido circolante nelle arterie e infine il calibro delle arteriole periferiche.


Più il calibro è ampio più sangue entra nelle arterie e la pressione si abbassa, perchè diminuiscono le resistenze periferiche. Esistono sistemi che regolano la pressione in modo da non farla scendere o alzare troppo; infatti una ipertensione a lungo andare provoca danni d'organo, una pressione troppo bassa non riesce a far arrivare una sufficiente quantità di sangue alla periferia, producendo egualmente gravi danni d'organo.


Come regola la pressione l'organismo?


Anzitutto esiste un controllo locale del vaso sanguigno: se infatti il metabolismo dei tessuti aumenta i livelli di ossigeno diminuiscono e quelli di anidride carbonica aumentano, in queste condizioni di ipossia e di ipercapnia il vaso si dilata permettendo un maggior rifornimento di ossigeno e una eliminazione più rapida dell'anidride carbonica, questa risposta è dovuta a dei chemiorecettori presenti nei vasi sensibili alla carenza di ossigeno e all'aumento della Co2. Inoltre esistono nei vasi dei recettori sensibili allo stiramento dei vasi sanguigni; per opera di questi ricettori i muscoli stirati si contraggono regolando cosi' il flusso sanguigno in modo che esso sia costante nel tempo. Questo riflesso allo stiramento si chiama riflesso di Bayliss.se non esistesse l'autoregolazione miogena che aumenta le resistenze arteriolari e che compensa l'aumento della pressione idrostatica in posizione eretta, si avrebbe una perdita notevole di liquidi dai vasi sanguigni e quindi notevole fuoruscita di liquido dai vasi sanguigni e di conseguenza notevoli edemi periferici degli arti. Oltre a questi riflessi chimici e meccanici locali esistono dei riflessi nervosi generali dovuti all'intervento del sistema simpatico neurovegetativo. La muscolatura liscia vasale è innervata dai neuroni postgangliari del sistema simpatico che utilizzano la noradrenalina come neurotrasmettitore. La noradrenalina causa la contrazione del muscolo dei vasi tramite l'attivazione dei recettori alfa 1 adrenergici. Essendo il sistema simpatico l'unico in grado di controllare la contrazione dei vasi esiste una attività basale che in condizioni fisiologiche mantiene i vasi parzialmente vasocostretti (tono simpatico basale). Per vasodilatazione e vasocostrizione si intendono aumenti o diminuzioni di questa attività basale, esistono inoltre sulle fibre muscolari dei vasi i recettori beta 2 adrenergicici che hanno bassa affinità per la noradrenalina e alta affinità per l'adrenalina proveniente dalla midollare surrenale. L'attivazione dei recettori B2 provoca vasodilatazione. La noradrenalina e l'adrenalina vengono prodotti insieme: sarà la diversa distribuzione dei recettori alfa 2 e beta 2 nei vari distretti del corpo a determinare quali vasi sono ristretti e quali vasi sono dilatati in vari momenti. esistono inoltre altri due ormoni che controllano la pressione arteriosa e il primo è l'angiotensina II. Nei reni viene prodotto l'enzima renina  che poi converte l'angiotensinogeno, proteina prodotta dal fegato, in in angiotensina. I  che è poi convertita in angiotensina, II dall'enzima di conversione dell'angiotensina chiamato ACE.L'angiotensina. II è un potente vasocostrittore che agisce attivando i recettori AT1 presenti sulla superficie vasale. L'altro ormone è la vasopressina (ADH) secreto dall'ipofisi posteriore che è un potente vasocostrittore. La regolazione pressoria è determinata soprattutto dalle variazioni della volemia. Quando la volemia cresce, cresce anche la pressione del sangue sulle pareti vasali. Il mantenimento di questi valori stabili è determinato principalmente dai reni con un meccanismo innestato da due ormoni: il primo è l'aldosterone, ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che aumenta l'assorbimento del sodio nel tubulo contorto distale del rene  aumentando contemporaneamente l'escrezione colle urine del potassio e degli idrogenioni, questo aumento del sodio in circolo diminuisce la diuresi provocando un aumento della volemia e quindi della pressione. L'altro ormone è la vasopressina secreto dall'ipofisi posteriore che a livello renale aumenta il riassorbimento dell'acqua nel tubulo contorto del rene in modo analogo all'aldosterone. Inoltre esiste anche il peptide natriuretico che viene rilasciato da specifici miociti presenti nell'atrio destro del cuore, questo ormone viene rilasciato quando la volemia è troppo alta e infatti esso agisce favorendo nel rene l'eliminazione colle urine del sodio e l'escrezione dell'acqua di minuendo cosi' la volemia.


Da questa breve descrizione della regolazione della pressione arteriosa si deduce che questo sistema regolativo molto complesso è anche irriducibilmente complesso, se manca uno solo dei componenti il sistema non può funzionare e non funziona se mancano o sono difettosi i ricettori posti nei vasi sanguigni sensibili alle variazioni della volemia dell'ossigeno e della Co2, non funziona se manca uno solo degli ormoni deputati alla regolazione della pressione. L'adrenalina, la noradrenalina, l'angiotensina, l'enzima di conversione dell'angiotensina I in angiotensina II,se manca l'aldosterone, se manca la vasopressina, la sua mancanza infatti determina una grave malattia: il diabete insipido, con perdita di enormi quantità di acqua colle urine. La mancanza dell'aldosterone provoca la malattia di Addison causata dalla carenza di funzione delle surrenali e caratterizzata  tra l'altro da grave ipotensione. Tutta questa funzione di regolazione quindi deve essere avvenuta tutta in una volta e non attraverso piccoli passi successivi casuali, altrimenti il tutto non avrebbe funzionato. Ancora una volta il darwinismo è falsificato, e viene in luce il design




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00lunedì 15 ottobre 2018 21:46

Per spiegare come possano essere venuti alla luce questi diversi enzimi è necessario esercitare la logica. La stessa logica matematica che usano i fisici come Einstein per spiegare in termini matematici le leggi fisiche dell'universo. Gli enzimi hanno la proprietà di accelerare enormemente le reazioni chimiche necessarie alla cellula, anche se non creano di per se' reazioni chimiche nuove. Per esempio un particolare enzima per produrre RNA e DNA velocizza enormemente il processo. Senza l'enzima questa reazione avrebbe necessità di 78 milioni di anni prima che si possa ottenere per caso. Un altro enzima necessario a produrre l'emoglobina, cioè eme contenente ferro più globina, oppure la clorofilla delle foglie impiega qualche millisecondo per fare la reazione; ma senza l'enzima sarebbero necessari 2,3 miliardi di anni perchè avvenga la reazione. E' come confrontare il diametro di una cellula batterica colla distanza che c'è tra la terra e il sole. Un altro esempio è questo: nella cellula è necessario sempre rigenerare l'ATP, la molecola energetica senza la quale non può esistere vita, come ha scritto Laurence Krauss: l'uomo medio umano usa quasi 420 chili al giorno di ATP per svolgere le sue attività. In qualsiasi momento ci sono nel corpo solo 50 grammi di ATP: questo comporta un enorme riciclaggio e ogni molecola di ATP deve essere rigenerata almeno 4000 volte al giorno. Ciò significa che 7x10^18 molecole di ATP sono generate al secondo.

Per rigenerare in modo efficiente una molecola di ATP occorre un enzima specifico. Creare ex novo una molecola di ATP è ancora più complesso: quindi deve intervenire tra l'altro anche il ciclo dell'acido citrico che viene completato da ben otto enzimi diversi  che devono funzionare in sequenza. L'assenza di un qualsiasi enzima interrompe il ciclo e quindi rende impossibile la creazione di nuovo ATP. Come possano originare i passaggi interdipendenti è senza spiegazione.

La spiegazione evoluzionista è morta in questo caso specifico, lo stagno caldo che ha causato l'evoluzione non è mai esistito. Mancano completamente le prove scientifiche che gli enzimi siano sorti per caso, anche se una soluzione primordiale con solo i 20 aminoacidi delle proteine e non i geni per tradurre le proteine. Il premio nobel George Wald ha scritto:

"i biologi moderni, dopo avere preso atto dell'impossibilità della generazione spontanea, e negando a priori l'ipotesi creazionista, non hanno più nulla."

Poi però aggiunge :

"basta aspettare, il tempo fa miracoli e rende l'impossibile possibile”.

Però credere a questo è credere ai miracoli. Anche la duplicazione genica di un iniziale enzima non dà luogo ad un'altra funzione enzimatica, ma solo a piccole modifiche insignificanti della primitiva funzione.

Forse il punto di partenza è la convinzione che  le leggi in biologia che sembrano progettate sono in realtà progettate”.

E' da questo concetto che si deve partire se si vuole capire la biologia: come si parte dai concetti matematici per spiegare e descrivere le leggi naturali come la gravità ecc. Perchè non può accadere anche per la biologia?


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00giovedì 18 ottobre 2018 17:46




A mio avviso lo sviluppo embrionale umano è la cosa più straordinaria che esista al mondo. Descriviamo brevemente questo processo: quando lo spermatozoo maschile si unisce all'ovulo femminile si forma il cosiddetto zigote, la prima cellula embrionale. Da questa prima cellula si inizia una serie impressionante di moltiplicazioni cellulari, decine di migliaia al secondo. Alla fine il bambino nascerà dotato di circa 15 trilioni di cellule (l'individuo adulto ne avrà circa 75 trilioni).


Ma la caratteristica fondamentale dello sviluppo embrionale è che le cellule che si formano non sono tutte uguali ma si differenziano con delle specializzazioni specifiche, in modo che alla fine si abbiano ben 200 tipi diversi di cellule specializzate per compiere diverse funzioni: per esempio ci sono le cellule contrattili muscolari, ci sono le cellule di rivestimento, le cellule del connettivo, le cellule del sangue ecc.


Tutte queste cellule specializzate non si raggruppano alla rinfusa, ma si riuniscono in maniera ordinata a formare tessuti ed organi che formano strutture coordinate tra loro per formare un tutto unico che è l'organismo. L'informazione per tutto questo è presente nel DNA della cellula zigote, il quale quindi non possiede solo l'informazione per i vari tipi di cellule ma anche quella per distribuire in modo ordinato i vari tessuti ed organi. Questo è una cosa notevole e indica già il design. Entro il sedicesimo giorno il cuore inizia a battere. A trenta giorni l'embrione sarà cresciuto sino a 10.000 volte le dimensioni dell'uovo fecondato. A sette settimane l'embrione ha sviluppato tutti gli organi ad esempio fegato, intestino, milza, organi sessuali. A otto settimane il cervello e il midollo spinale sono presenti. Le cellule nervose incominciano a migrare: ogni minuto  250.000 neuroni si spostano per arrivare al posto giusto nel cervello differenziandosi in cellule visive, uditive, sensitive, motorie ecc.


Rispetto alle loro dimensioni lo spostamento di neuroni può essere paragonato allo spostamento degli umani per vari chilometri. A dodici settimane i polmoni sono ancora pieni di liquido amniotico. Tra 18 e 20 settimane i sensi per il dolore sono già presenti, infatti già a questo stadio il bambino ritira i piedi in seguito ad uno stimolo irritante. A 28 settimane il bambino seguirà una torcia elettrica posta sulla pancia della madre e sembra che impari a riconoscere la voce della mamma. Quando il bambino decide di venire al modo manda milioni di prodotti chimici al cervello della madre, in seguito a questi stimoli il cervello della madre manda innumerevoli segnali chimici all'utero che è aumentato di 5 volte la sua dimensione normale, questi segnali chimici inducono il l'utero della madre a prepararsi al parto con le contrazioni ,dapprima piccole e deboli, ma in grado di rompere le acque e poi più forti che inducono all'espulsione del bambino.


Appena il bambino è uscito deve subito respirare con i suoi polmoni, cosa lo induce a respirare non è ancora chiaro. Forse lo stimolo dell'ossigeno dell'aria alla sua narice, il fatto è che incomincia a respirare subito e se respirasse in anticipo mentre è ancora nel canale del parto morirebbe asfissiato. Se respirasse con ritardo avrebbe gravi lesioni cerebrali da ipossia o morirebbe. Quindi la tempistica deve essere rapida e precisa. Inoltre deve succedere un altro fatto: il dotto arterioso, che è una arteria simile ad una valvola che nella vita fetale fa bypassare i polmoni, si chiude ed allora incomincia a funzionare l'arteria polmonare che porta sangue venoso ai polmoni che inviano ossigeno al circolo polmonare. Certe volte il dotto arterioso non si chiude ed allora il bambino può morire asfissiato perchè non riceve ossigeno o se sopravvive deve essere operato d'urgenza per chiudere il dotto arterioso. La nascita di un bambino con tutti gli eventi coordinati che si verificano per il suo sviluppo non può essere frutto del caso, attraverso tentativi ed errori. Il tutto deve essere perfetto sin dall'inizio, se non fosse perfetto non potrebbe esserci nemmeno sopravvivenza. Tutto deve essere stato progettato e se è stato progettato deve esistere una straordinaria Intelligenza che ha pensato tutto questa meraviglia.




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00domenica 20 gennaio 2019 18:59
IL NOSTRO CERVELLO

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00martedì 22 gennaio 2019 22:43




             


         Qualche giorno fa ascoltavo una nota trasmissione tv di divulgazione medica;si parlava dell'articolazione dell'anca e l'ortopedico parlava della perfezione di tale articolazione che rende possibili tutti i movimenti degli arti inferiori dell'uomo;ad un certo punto ,sia l'ortopedico ,sia il presentatore si sono messi a dire che la natura ha messo qualche milione di anni per realizzare tale meraviglia


.A mio avviso questo è il solito errore concettuale grave che il darvinismo diffonde e che ormai sembra acquisito dal mondo scientifico ,anche da persone preparate e colte nel loro campo.E' assodato che le mutazioni casuali non producono ordine,ma disordine,e queste mutazioni ,a lungo andare ,provocano un collasso del sistema biologico,come è dimostrato dalla vecchiaia,che deriva da accumulo di mutazioni deleterie che si accumulano progressivamente.E' come credere che il motore di una panda si possa trasformare in motore di una ferrari dopo qualche milione di anni di modifiche casuali del motore della panda:noi sappiamo benissimo che un automobile dopo un certo periodo di tempo,anche breve ,si deteriora sempre di più e deve essere sostituita da un'altra auto nuova.Non esiste alcun modo di perfezionarla attraverso meccanismi spontanei,casuali:per trasformare il motore della panda in motore della ferrari ci vuole l'intervento dell'intelligenza dell'ingegnere.Non vedo come questo non possa valere anche per le macchine biologiche.

fonte 
http://www.origini.info/argomento/biologia/460-vecchiaia,-anca,-darwinismo,arti.html


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00martedì 22 gennaio 2019 22:45




Esiste, in tutte le membrane delle cellule del corpo un enzima, la pompa sodio-potassio che possiede la notevole proprietà di regolare contro gradiente il flusso degli ioni sodio e potassio tra l'interno della cellula e l'esterno contribuendo così a mantenere costante il contenuto idrico della cellula e il gradiente di concentrazione del sodio all'esterno della cellula che è di 143 Mmole e di 43 Mole all'interno e il potassio che all'interno è 14 volte maggiore.


Questa differenza di concentrazione dei due soluti determina un gradiente elettrico che si chiama potenziale di membrana che è di meno 70 millivolt. Questo potenziale di membrana servirà per tutte le funzioni della cellula, per la contrazione muscolare, per l'eccitazione nervosa.


Come funziona la pompa? All'interno della cellula l'enzima ha due siti, uno per L'ATP e uno per il sodio. Tre ioni sodio si uniscono al sito e un Atp si unisce al suo sito: l'atp si scinde per azione dell’ enzima in adp e ac. Fosforico. L'energia che si sviluppa determina un cambio di conformazione dell'enzima che sposta il sito del sodio dall'interno all'esterno rilasciando gli ioni sodio all'esterno che hanno anche nel frattempo diminuito la loro affinita' per il sito. Nello stesso tempo due ioni potassio si combinano al sito per il potassio all' esterno della cellula provocando la defosforilazione di un atp e cambio di conformazione del sito del potassio che viene esposto all' interno della cellula: l'affinita' per il potassio diminuisce e il potassio viene rilasciato all' interno. Tutto questo meccanismo è di irriducibile complessità. Se manca uno solo dei componenti ed anche il cambio di conformazione della proteina che espone all'esterno e all'interno i siti per il sodio e per il potassio, il tutto non può funzionare. La nascita dell'enzima deve essere avvenuta subito tutta intera. La probabilità che sia avvenuta col caso questa struttura complessa è nulla.
FONTE:
http://www.origini.info/argomento/biologia/467-sodio,potassio,enzima,aiso,creazionismo.html


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00mercoledì 23 gennaio 2019 11:24






Il fegato e' un organo capace di rigenerarsi velocemente in poche settimane per il 70% del suo volume. Come avviene? 

I ricercatori dell'Illinois  hanno scoperto una proteina specifica che entra in azione dopo la nascita legandosi al Rna e creando uno splicing alternativo: in questo modo si creano le proteine che servono al fegato adulto per la sua attivita'. Quando il fegato viene danneggiato l'attivita' di questa proteina viene diminuita fortemente ed allora subentra automaticamente l'azione molecolare del fegato embrionale con lo splicing RNA volto a sviluppare le proteine che determinano la moltiplicazione cellulare e quindi la crescita del fegato tipiche dell'embrione. Quando ci si addentra nella struttura molecolare del corpo e' ancora  piu' evidente il progetto e la complessità specifica.


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00domenica 10 marzo 2019 21:53




Il fegato e' un organo capace di rigenerarsi velocemente in poche settimane per il 70% del suo volume .Come avviene? 


 


I ricercatori dell'Illinois  hanno scoperto una proteina specifica che entra in azione dopo la nascita legandosi al Rna e creando uno splicing alternativo: in questo modo si creano le proteine che servono al fegato adulto per la sua attivita'. Quando il fegato viene danneggiato l'attivita' di questa proteina viene diminuita fortemente ed allora subentra automaticamente l'azione molecolare del fegato embrionale con lo splicing RNA volto a sviluppare le proteine che determinano la moltiplicazione cellulare e quindi la crescita del fegato tipiche dell'embrione. Quando ci si addentra nella struttura molecolare del corpo e' ancora  piu' evidente il progetto e la complessità specifica.

fonte: http://www.origini.info/argomento/biologia/466-fegato-riproduzione,antidarwin,creazionismo,aiso.html


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00mercoledì 15 maggio 2019 21:40




A mio avviso lo sviluppo embrionale umano è la cosa più straordinaria che esista al mondo. Descriviamo brevemente questo processo: quando lo spermatozoo maschile si unisce all'ovulo femminile si forma il cosiddetto zigote, la prima cellula embrionale. Da questa prima cellula si inizia una serie impressionante di moltiplicazioni cellulari, decine di migliaia al secondo. Alla fine il bambino nascerà dotato di circa 15 trilioni di cellule (l'individuo adulto ne avrà circa 75 trilioni).


Ma la caratteristica fondamentale dello sviluppo embrionale è che le cellule che si formano non sono tutte uguali ma si differenziano con delle specializzazioni specifiche, in modo che alla fine si abbiano ben 200 tipi diversi di cellule specializzate per compiere diverse funzioni: per esempio ci sono le cellule contrattili muscolari, ci sono le cellule di rivestimento, le cellule del connettivo, le cellule del sangue ecc.


Tutte queste cellule specializzate non si raggruppano alla rinfusa, ma si riuniscono in maniera ordinata a formare tessuti ed organi che formano strutture coordinate tra loro per formare un tutto unico che è l'organismo. L'informazione per tutto questo è presente nel DNA della cellula zigote, il quale quindi non possiede solo l'informazione per i vari tipi di cellule ma anche quella per distribuire in modo ordinato i vari tessuti ed organi. Questo è una cosa notevole e indica già il design. Entro il sedicesimo giorno il cuore inizia a battere. A trenta giorni l'embrione sarà cresciuto sino a 10.000 volte le dimensioni dell'uovo fecondato. A sette settimane l'embrione ha sviluppato tutti gli organi ad esempio fegato, intestino, milza, organi sessuali. A otto settimane il cervello e il midollo spinale sono presenti. Le cellule nervose incominciano a migrare: ogni minuto  250.000 neuroni si spostano per arrivare al posto giusto nel cervello differenziandosi in cellule visive, uditive, sensitive, motorie ecc.


Rispetto alle loro dimensioni lo spostamento di neuroni può essere paragonato allo spostamento degli umani per vari chilometri. A dodici settimane i polmoni sono ancora pieni di liquido amniotico. Tra 18 e 20 settimane i sensi per il dolore sono già presenti, infatti già a questo stadio il bambino ritira i piedi in seguito ad uno stimolo irritante. A 28 settimane il bambino seguirà una torcia elettrica posta sulla pancia della madre e sembra che impari a riconoscere la voce della mamma. Quando il bambino decide di venire al modo manda milioni di prodotti chimici al cervello della madre, in seguito a questi stimoli il cervello della madre manda innumerevoli segnali chimici all'utero che è aumentato di 5 volte la sua dimensione normale, questi segnali chimici inducono il l'utero della madre a prepararsi al parto con le contrazioni ,dapprima piccole e deboli, ma in grado di rompere le acque e poi più forti che inducono all'espulsione del bambino.


Appena il bambino è uscito deve subito respirare con i suoi polmoni, cosa lo induce a respirare non è ancora chiaro. Forse lo stimolo dell'ossigeno dell'aria alla sua narice, il fatto è che incomincia a respirare subito e se respirasse in anticipo mentre è ancora nel canale del parto morirebbe asfissiato. Se respirasse con ritardo avrebbe gravi lesioni cerebrali da ipossia o morirebbe. Quindi la tempistica deve essere rapida e precisa. Inoltre deve succedere un altro fatto: il dotto arterioso, che è una arteria simile ad una valvola che nella vita fetale fa bypassare i polmoni, si chiude ed allora incomincia a funzionare l'arteria polmonare che porta sangue venoso ai polmoni che inviano ossigeno al circolo polmonare. Certe volte il dotto arterioso non si chiude ed allora il bambino può morire asfissiato perchè non riceve ossigeno o se sopravvive deve essere operato d'urgenza per chiudere il dotto arterioso. La nascita di un bambino con tutti gli eventi coordinati che si verificano per il suo sviluppo non può essere frutto del caso, attraverso tentativi ed errori. Il tutto deve essere perfetto sin dall'inizio, se non fosse perfetto non potrebbe esserci nemmeno sopravvivenza. Tutto deve essere stato progettato e se è stato progettato deve esistere una straordinaria Intelligenza che ha pensato tutto questa meraviglia.




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00lunedì 3 giugno 2019 11:42




Sin dall'età' di quaranta anni, studiando le proteine per motivi professionali , ho avuto l'intuizione della falsità' del darwinismo,  della vita nata dal caso e dalla selezione naturale. Infatti ,studiandole ho appreso che la loro funzione specifica di macchine molecolari per svariate funzioni,  dipende dall'esatto allineamento di venti tipi diversi di aminoacidi nella catena molecolare della proteina: molto spesso anche la sostituzione di un solo aminoacido con un altro distrugge la sua funzione.


E ho capito allora che esse sono dotate di una informazione di tipo alfabetico come avviene negli scritti o componimenti creati dalla mente umana. La sostituzione delle lettere a caso fa diventare incomprensibile il tutto. Per cui per analogia si può' dire che le proteine nel loro allineamento preciso  sono state create da una Intelligenza. Se si crea una proteina a caso non verrà' mai fuori una funzione come non verrà' fuori un significato di un componimento battendo a caso le lettere dell'alfabeto in  una determinata lingua. Senza le proteine non può' esistere la vita come noi la conosciamo. Tutte le funzioni della vita in massima parte sono fornite dalle proteine, quindi la vita è' stata progettata.




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00sabato 8 giugno 2019 14:58

Aristotele e la finalità nelle opere della natura




 
 
di Umberto Fasol*
*preside e docente di scienze naturali in un liceo scientifico

 

La seconda prova della maturità classica di quest’anno è stata di greco.  Il brano scelto dal Ministero è preso daAristotele e presenta un buon livello di difficoltà per la traduzione: gli studenti non ne sono rimasti entusiasti. Vorrei in questa sede offrire a tutti i nostri lettori la possibilità di gustare la bellezza e la profondità di quanto afferma questo grandissimo personaggio del quarto secolo a.C., parlando di un tema che ci sta particolarmente a cuore: il rapporto tra le parti e il tutto, all’interno del mondo animale.

«Non infatti il caso, ma la finalità è presente nelle opere della natura, e massimamente: e il fine in vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Se poi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbe giudicare anche quella di se stesso; non è infatti senza grande disgusto che si vede di che cosa sia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e simili parti. Similmente occorre ritenere che quando si discute intorno a una parte o a un oggetto qualsiasi non si richiama l’attenzione sulla materia né si discute in funzione di essa, bensì della forma totale: si parla, per esempio, di una casa, ma non dei mattoni, della calce, del legno; e allo stesso modo – quando si tratta della natura – si parla della totalità sintetica della cosa stessa, non di quelle parti che non si danno mai separate dalla cosa stessa cui appartengono» (Aristotele, De partibus animalium).

Io credo che valga la pena sottolineare l’accento che Aristotele pone sulla “totalità sintetica della cosa stessa” piuttosto che sulle parti che “non si danno mai separate dalla cosa stessa”: penso allo studio della singola cellula, ma anche alla sua biochimica o ancora meglio a qualunque organismo. Non c’è dettaglio di un essere vivente che non acquisti senso se non all’interno del sistema: perfino il cuore, quello stupendo organo a quattro cavità che pulsa nel nostro mediastino circa centomila volte al giorno, spontaneamente e a ritmo, isolato dal contesto, strappato di tutti i suoi cavi naturali e posto sul nostro tavolo, diventa assolutamente inutilizzabile.

Se il cuore, invece, viene invece studiato nella sua location, con tutti i suoi collegamenti di vasi e di nervi (del simpatico e del parasimpatico) diventa “di più” di quello che vediamo. Difficile escludere quindi, per conto mio, l’evidenza di un “progetto”, nella vita, che assegna ad ogni parte un ruolo che non le compete per la natura della sua materia, ma che emerge dal suo collegamento con le altre.

Rimangono aperte, oggi come allora, ai tempi di Aristotele, la sfida della ricerca della base materiale di questo progetto-finalità e la sfida della sua possibile evoluzione.

fonte UCCR


Credente
00sabato 8 giugno 2019 15:01

L’embriologia, l’evoluzione e l’evidenza del “progetto”



  
di Umberto Fasol*
*preside e docente di scienze naturali in un liceo scientifico

  

L’embriologia è sempre stata un grandissimo spettacolo per i biologi, ma anche per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di vedere qualche filmato o qualche ecografia in gravidanza. Forse è veramente il “più grande spettacolo dopo il big bang”, come giustamente canta Jovanotti.  L’embrione è il motore di tutti i processi che portano alla sua formazione: non si può spiegare né la spermatogenesi né la ovogenesi con il suo meraviglioso ciclo mensile se non a partire dal nuovo essere che prende il via dall’incontro tra due cellule uniche che dimorano in due corpi diversi e che non conoscono nemmeno l’esistenza l’una dell’altra. Questo è veramente misterioso!

Ciascuno di noi ha iniziato l’avventura della vita a partire da un incontro tra due cellule che non si conoscono e che dovrebbero anche, in teoria, respingersi a vicenda, come accade nei contatti tra xeno tessuti.  Lo spermatozoo penetra la cellula uovo come un ago che entra nel dito: perché lo può fare?  E’ un caso unico tra le cellule del nostro corpo e tra le cellule in generale del mondo animale. Eppure il richiamo della vita nuova è insopprimibile: bisogna creare un figlio.  Non si può invecchiare ed estinguersi. Poi accade il più grande spettacolo dell’Universo: in poche settimane, quaranta nel nostro caso, da una cellula sferica si formano miliardi di cellule, tutte al loro posto, costruendo un essere capace di piangere, di ridere, di mangiare, di scaricare, di pensare e di … farsi amare! Da uno a 254 tipi di cellule diverse. Com’è possibile tutto questo?

La moderna evo-devo, ovvero evolutionary developmental biology, ce lo spiega. «Gli interruttori genetici funzionano come sistemi GPS.  Proprio come questi calcolano la posizione della vettura integrando diversi stimoli, gli interruttori integrano informazioni spaziali nell’embrione rispetto a longitudine, latitudine, altitudine e profondità e definiscono le aree in cui i geni sono attivati e disattivati.» (pag. 109, Sean Carroll, “Infinite forme bellissime”, Codice 2006).  Questa è l’immagine centrale del moderno pensiero della “nuova scienza dell’Evo-Devo”, come recita il sottotitolo del bello libro del genetista Carroll: gli interruttori genetici sono i registi occulti della vita che, a seconda della sinfonia che dirigono, determinano una forma bellissima piuttosto che un’altra e, al contempo, la possono trasformare l’una nell’altra, senza mai interrompere la musica. Sono addirittura potenti e intelligenti come il Global Positioning System! I due massimi problemi della biologia teorica, l’ontogenesi e l’evoluzione, sono risolti con un solo termine, “il gene interruttore”: la forma della vita è la manifestazione visibile della sua regia e l’evoluzione della vita è il suo flusso ininterrotto nel tempo, per mutazione.

Sean Carroll è professore di Genetica all’University of Wisconsin e la sua attività scientifica è considerata fondamentale per la comprensione della nuova versione dell’evoluzione, la “Evo-Devo”.  Questo libro ne è una importantissima sintesi per il grande pubblico e porta infatti la prefazione di Telmo Pievani.  Vediamo il problema dell’ontogenesi. Ogni organismo deriva da una cellula sola, sferica e omogenea.  Dove si trovano le istruzioniper il montaggio di tutti gli organi di cui è fatto l’animale? Come fa la testa a prendere la forma che ha e come fa ad assumerla in quella posizione? E la stessa domanda vale per i denti, per gli occhi, per il cuore, per i piedi, per le unghie, ecc… E ancora: ciascuna cellula di ogni tessuto (oltre 200 tipi nel corpo umano) possiede gli stessi geni di tutte le altre, eppure la cellula dell’occhio ha un metabolismo molto diverso da quello della cellula del femore o ancora della cellula di un nefrone; questo accade grazie all’attività di alcuni geni e al silenziamento di altri.  Ma chi o che cosa decide questa scelta? Ecco la scoperta di Carroll: gli interruttori sono i responsabili ultimi di ciascuna fase dello sviluppo dell’embrione e sono attivati tra loro a cascata: quelli ora attivi sono stati indotti da altri precedenti e a loro volta ne stimoleranno nuovi. Ma cosa c’è all’inizio di tutto? Qual è la prima mossa nell’uovo fecondato? E’ la definizione di due poli nella sfera dell’uovo. E’ la creazione dell’asse principale, quello cefalo-caudale.

Segue immediatamente la determinazione degli altri due assi, quello ventre-dorsale e quello latero-laterale.  Sembra che gli assi si creino attraverso la distribuzione a gradiente di una o più proteine (tra cui la cordina nei vertebrati). Una volta determinate le coordinate fondamentali (le tre dimensioni dello spazio) dell’embrione entrano in azione i geni Hox, che costituiscono il kit degli attrezzi per il suo montaggio. I geni Hox sono unapietra miliare nell’Embriologia contemporanea.  Nella Drosophila sono otto, tutti co-lineari con le strutture anatomiche che si sviluppano lungo l’asse cefalo-caudale, ovvero il primo, lab, crea le labbra e l’ultimo, Abd, crea il segmento anale. La parte homeobox  (sequenza di Dna) dei geni della Drosophila si ritrova pressochè identica anche nel topo o nella rana, manifestando per di più la stessa colinearità e la stessa organizzazione in cluster. Questo significa che le diverse forme animali sono solo varianti dello stesso tema: non sono disegni nuovi e diversi tra loro. Quello che importa è che questi geni costituiscono il Kit degli attrezzi per il montaggio degli animali e sembrano essere abbastanza universali.

La prima mossa, si diceva, è la determinazione dei poli, la successiva, quella degli assi. Segue un altro passaggio incredibile per la complessità: lasuddivisione del corpo embrionale in spicchi di longitudine e latitudine (come accade per la Terra), di dimensioni via via più piccole. Ad ogni spicchio viene quindi assegnata un’identità precisa (un somite, un cuore, uno stomaco,…).  La formazione dell’organo specifico procede ora attraverso una ridefinizione di un nuovo “micro-mondo” con poli, meridiani e paralleli… e avanti di nuovo! Ogni cellula sa quello che deve fare in funzione della sua posizione nell’embrione. E’ l’unico modo per spiegare la morfogenesi, il più grande spettacolo sulla Terra: contemporaneamente si sviluppano ex novo tutti gli organi di cui è fatto l’organismo, a partire da un uovo indifferenziato, tutto uguale e privo di qualunque minima bozza di ciò che sarà dopo qualche settimana! Tutto procede “come se” il prodotto finito (l’embrione sviluppato) agisse attirando a sé ogni cellula, assegnandole il compito che deve svolgere nel tempo: è “come se” la vita non si costruisse per tentativi, ma sapesse chiaramente quello che deve fare con assoluta certezza, istante per istante e posizione per posizione. Tutto questo fa pensare.

Vediamo ora il problema dell’evoluzione. La chiave dell’evoluzione consiste  nelle mutazioni a carico dei geni interruttori, che creano nuove geografie di accensione dei geni; a queste nuove geografie corrispondono più somiti o più appendici o diverse appendici come le ali rispetto agli arti. Non ho lo spazio per dilungarmi su questo tema, ma è già stato detto molto per tirare qualche conclusione: bellissimo il libro, complimenti a Carroll e a tutta la squadra di ricercatori più o meno noti che hanno lavorato per mesi o talora per anni per scoprire la funzione anche di un solo gene. I dati sono tutti merito loro; le loro interpretazioni, ora, si devono discutere insieme: è così che la scienza progredisce. Vorrei riprendere l’immagine iniziale del GPS: paragonare il nostro DNA ad un sistema integrato high tech significa attribuirgli una complessità ed una intelligenza che non sono attributi riferibili ad una molecola.  E’ fin troppo evidente la sproporzione tra un interruttore e l’animale che bisogna costruire. L’acido desossiribonucleico non è capace di “integrare informazioni spaziali e trasformarle in ordini esecutivi differenziati e direzionati”, perché è solo un acido.  E’ il suo “codice” che lo rende intelligente e quindi capace di ricevere e di trasmettere informazioni.  Ma che cos’è questo codice e da dove viene?

Si potrebbe fare un piccolo passo di logica e riconoscere che nei geni interruttori giace un surplus di “istruzioni” che è distinguibile dalla materia, così come accade in ogni comunicazione, dove il suo “senso” è separabile dalla materia che la veicola. Quindi, la causa ultima deve precedere i geni interruttori, per poterli informare. Spiace inoltre, lo devo confessare, che in tutte le 300 pagine del libro, a fronte di descrizioni di fenomeni veramente meravigliosi e stupefacenti come la formazione di animali, di organi e di arti (vi è forse qualcosa di più grande che i nostri occhi possono contemplare?), non si ricorra mai ai concetti che affiorano ovunque:  il ”progetto” e la “finalità”. Personalmente, dopo anni di riflessioni sulla biologia, ritengo che la causa ultima dei processi che si snodano mirabilmente, dalla fecondazione in poi, senza soluzioni di continuità, senza sforzi, senza ripensamenti, per forze solo interne, senza errori, sia proprio l’obiettivo da raggiungere: il corpo dell’animale. I geni interruttori agiscono in modo corretto solo se sono “consapevoli” del progetto completo, di cui costituiscono solo che una parte: ogni cellula conosce le proprie coordinate geografiche e in base a queste sa quello che deve fare. La cellula non procede per tentativi (“vediamo quello che succede”) ma per scelte decise tra infinite possibilità!

Sono “le chiavi in mano” del prodotto finito a determinare tutto il flusso di informazioni che gorgoglia dall’uovo fecondato, in una modalità che, secondo me, percepiamo solo a tratti. A tratti, perché la “consapevolezza del progetto” non può essere racchiusa in un pezzo di DNA, così come in altre molecole. Più si studia la “vita” e più ci si accorge che è qualcosa di grande, che deborda sempre dai confini che le abbiamo disegnato intorno: è fatta di cellule ma si serve di queste, le muove e le organizza come un vero e proprio manager che sa quello che vuole. I Fatti mostrati dell’embriologia sono che la consapevolezza del progetto comprime lo spazio della casualità e dilata lo spazio dell’informazione.  Il campo morfogenetico, ovvero il paesaggio che canalizza tutte le mosse dello sviluppo precede ogni evento. Come le leggi della fisica precedono il comportamento della materia, così le leggi dello sviluppo precedono i processi dell’embrione, che sono destinati alla perpetuazione del modello di specie cui appartiene. Le forze interne che costringono le infinite mosse del processo morfogenetico sono fortemente stabilizzate e non consentono variazioni di alcun tipo, pena la malformazione o l’aborto.

Non si vede dove possa collocarsi lo spazio per la trasformazione di un piano di sviluppo in un altro, in modo repentino, come afferma il saltazionismo degli equilibri punteggiati di Gould e di Eldredge. Il gradualismo nell’evoluzione appartiene ormai al passato (eccetto che nei libri di testo scolastici); ma il saltazionismo non trova alcuna complicità nello sviluppo dell’embrione, come invece vorrebbe la moderna teoria dell’Evo-Devo. Tutte le mutazioni dei geni Hox che conosciamo in Drosophila portano a “mostri” o comunque a varianti non significative dal punto di vista dell’evoluzione. L’origine dei paesaggi morfogenetici tipici di ciascuna specie rimane ancora un grande mistero e la ricerca rimane aperta, più di prima. In conclusione: tutto accade nella “vita” come se ci fosse un “protagonista” invisibile… tant’è vero che  pensa addirittura a riprodursi (!)… ma certamente non per la decisione di un gene-interruttore.

Da: “Evoluzione: i fatti e le teorie
fonte UCCR


Credente
00domenica 14 luglio 2019 22:32




Molti critici del progetto intelligente affermano che invocare Dio o una intelligenza che ha progettato la vita non e' corretto perché domani sarà certamente possibile comprendere la legge naturale per spiegare la complessità e l'apparente progettazione della vita.


 


E' già capitato altre volte, ad esempio il moto dei Pianeti era stato attribuito direttamente a Dio e poi si sono scoperte le leggi della gravitazione. Ma nel caso della vita queste obiezioni non reggono.


La vita e' fatta da una quantita' enorme di macchine molecolari integrate una con l'altra per creare una struttura perfettamente funzionale. Somiglia moltissimo alle macchine costruite dall'uomo ma la vita e' enormemente piu' complessa.


Ora non esiste nessuna legge fisica o chimica che obblighi tutte le parti, per esempio di un automobile ad assemblarsi insieme. Come non esiste nessuna legge fisica o chimica che obblighi le lettere dell'alfabeto italiano ad assemblarsi a formare, per esempio la divina commedia.


Ci vuole l'intelligenza dell'ingegnere o il genio di Dante nel caso della Divina Commedia. Gli scienziati ad orientamento darwiniano sostengono che il meccanismo naturalistico che crea le strutture della vita consiste nelle mutazioni casuali fissate dalla selezione naturale.


Ma la selezione naturale puo' fissare solo le strutture funzionali gia' presenti e non quelle che verranno in seguito alle mutazioni.


Riguardo poi alle mutazioni casuali gli studi di D. Axe hanno dimostrato che solo due o tre mutazioni convergenti per una funzione nuova hanno il tempo sufficiente per avvenire. Ma le strutture della vita richiedono in genere centinaia di mutazioni e non c'e' il tempo sufficiente dalla nascita della vita ad oggi perche' possano avvenire. Tutto questo dimostra che e' scientifico supporre un progettista nel caso della vita.

fonte
http://www.origini.info/argomento/biologia/462-dio,-origini,vita,intelligente,darwin,antievoluzione,aiso.html


Credente
00giovedì 12 settembre 2019 11:31





Siamo in alto mare sulla origine naturalistica della vita. La sua origine  naturalistica e' un pregiudizio  filosofico piu' che scienza realistica. Infatti tutti gli esperimenti scientifici  che creano in provetta tutte le componenti essenziali della vita e il loro assemblamento per creare le  condizioni necessarie alla la vita, sono artificiali e si creano  solo mediante procedimenti complessi e guidati dalla  intelligenza degli sperimentatori.

Queste componenti possono essere aminoacidi, lipidi basi puriniche e pirimidiniche, RNA,. Se si mescolano a caso in una provetta queste componenti è impossibile che nasca una cellula vivente: solo per creare una membrana cellulare  non basta  avere fosfolipidi e colesterolo, ma devono essere nella dose giusta, inoltre la membrana è costituita da innumerevoli proteine specifiche che hanno funzione di pompa, per fare passare gli elementi chimici utili alla cellula, e per pomparli contro gradiente, canali fatti di proteine specifiche che fanno passare sodio, potassio , glucosio, aminoacidi, fosfolipidi. Tutto questo è evidente che non può avvenire per vie naturali,  ci vuole una intelligenza dietro. Inoltre il citoplasma di una cellula, anche quello di una cellula batterica è complicatissimo , con i ribosomi che sono macchine molecolari che fabbricano le proteine, i mitocondri , grazie a loro la cellula respira  bruciando l’ossigeno introdotto dall’esterno per bruciare le sostanze organiche cioè zuccheri, lipidi ed aminoacidi per scinderli, sviluppando energia che viene poi immagazzinata creando ATP che contiene l'energia immagazzinata ; questo avviene per opera di una proteina estremamente complessa chiamata ATP. Un altro organo della cellula è l'apparato del Golgi, una struttura con membrane che racchiudono vescicole che si scindono in altre vescicole più piccole che viaggiano attraverso dei filamenti fatti  da proteine specifiche allungate come dei binari ; queste vescicole contengono varie sostanze chimiche, in particolare ormoni aminoacidi , proteine destinate ad essere portate fuori dalla  cellula , oppure destinate ad andare in altri scompartimenti cellulari per svolgere funzioni specifiche. Come si può vedere la  cellula è di una complessità enorme: a  questo si aggiunge nella cellule eucariote il nucleo che racchiude il DNA che è la centrale di direzione e programmazione della cellula contenente tutti geni necessari alla costruzione della cellula .Il nucleo è rivestito da una membrana con dei pori che fanno passare varie sostanze chimiche o si chiudono per non farne passare altre. Infine esiste il più grosso problema per il darwinismo secondo il quale tutta la costruzione della cellula è determinata dal caso e dalla necessità (vedi Monod, lo scienziato autore del libro “il caso e la necessità”).In realtà gli elementi fondamentali della cellula sono le proteine: queste sono polimeri più o meno lunghi formati da una serie di venti tipi di aminoacidi diversi: ma la cosa importante è questa: per svolgere tutte le importanti funzioni(enzimatiche, strutturali, ecc.) è necessario che ci sia un esatto allineamento di vari aminoacidi :se cambia l'allineamento in punti critici della molecola, anche un solo aminoacido, la proteina, non funziona più, diventa perfettamente inutile. E’ come se si cambiassero a caso le lettere di un componimento: esso diventa incomprensibile. Si è tentato di mettere a caso gli aminoacidi in una proteina nella speranza che ne uscisse fuori qualcosa di funzionale. Purtroppo ne è uscito fuori o proteine instabili che cambiano conformazione continuamente oppure proteine stabili ma senza nessuna funzione utile alla cellula. In conclusione solo una intelligenza è capace di mettere assieme le giuste proteine per la cellula e poi la cellula stessa con tutte le proteine collegata per le moltissime sue funzioni.

fonte http://www.origini.info/


Credente
00venerdì 3 luglio 2020 11:46





 


Il chimico brasiliano Marcos Eberlin nell suo ultimo libro ":la vita rivela pianificazione e scopo " mette in evidenza la sfida che la pianta carnivora flytrap di Venere rappresenta per la teoria evoluzionistica darwiniana.


Il dott.Eberlin illustra il problema: Venus è una pianta pigliamosche e possiede un apparato sofisticato di cattura delle mosche ed inoltre un sistema digestivo enzimatico per la loro digestione Ora ,se fosse vera una evoluzione a piccoli passi casuali la pianta non avrebbe avuto nessun vantaggio selettivo ad avere per prima cosa il sistema acchiappa mosche se non si fosse formato contemporaneamente il sistema digestivo, e anche viceversa. Si sarebbero dovuti evolvere contemporaneamente per dare un vantaggio selettivo alla pianta ,e come, .dato che se non sono presenti tutti insieme tutte le strutture complesse  la pianta non avrebbe potuto avere un vantaggio selettivo. E come sarebbe potuto accadere simile vantaggio evolutivo anche in altri quattro generi di piante carnivore che hanno lo stesso sistema? Ancora una volta ,ma si possono fare altri mille esempi, la teoria darwiniana viene messa in crisi da queste stupefacenti strutture




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