LO SPIRITO SANTO: impariamo a conoscerLo di più

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Credente
00giovedì 28 giugno 2012 17:01

O Spirito Santo, 

vieni nel mio cuore:
per la tua potenza
attiralo a te, o Dio,
e concedimi la carità
con il tuo timore.

Liberami, o Cristo,
da ogni mal pensiero:
riscaldami e infiammami
del tuo dolcissimo amore,
così ogni pena
mi sembrerà leggera.

Santo mio Padre,
e dolce mio Signore,
ora aiutami
in ogni mia azione.
Cristo amore,
Cristo amore. AMEN.

[SANTA CATERINA DA SIENA]





Credente
00giovedì 28 giugno 2012 17:02
LO SPIRITO SANTO, IL GRANDE SCONOSCIUTO 

La mano di Dio non si è accorciata (cfr Is 59, 1):
oggi Dio non è meno potente che in altri tempi, né il suo amore per gli uomini è oggi meno vero. La nostra fede ci insegna che tutta la creazione, il movimento della terra e degli astri, le azioni rette delle creature e ciò che esiste di positivo nel corso della 
storia, tutto insomma viene da Dio e a Dio è ordinato.

L'azione dello Spirito Santo può passare inosservata ai nostri occhi, dato che Dio non ci mette al corrente dei suoi piani, e dato anche che il peccato di noi uomini intorbida e offusca i doni divini. Ma la fede ci ricorda che Dio agisce incessantemente: è Lui che ci ha creati e ci mantiene nell'essere; è Lui che con la sua grazia conduce la creazione tutta verso la libertà della gloria dei figli di Dio (cfr Rm 8, 21).

Giustamente la tradizione cristiana ha perciò riassunto in una sola idea l'atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti dello Spirito Santo: docilità. Docilità significa essere sensibili a ciò che lo Spirito divino suscita intorno a noi e in noi: sensibili ai carismi che distribuisce, ai movimenti e alle istituzioni che promuove, agli affetti e alle decisioni che fa nascere nel nostro cuore. Lo Spirito Santo realizza nel mondo le opere di Dio; Egli è, come dice l'inno liturgico, datore dei doni, luce dei cuori, ospite dell'anima, riposo nella fatica, conforto nel pianto. Senza il suo soccorso nulla vi è nell'uomo che sia innocente e valido, perché è Lui che purifica ciò che è contaminato, sana ciò che è malato, accende ciò che è gelido, riconduce sulla retta via chi si è smarrito e avvia tutti gli uomini verso il porto della salvezza e della gioia eterna (dalla sequenza Veni Sancte Spiritus, della Messa di Pentecoste).

Ma questa nostra fede nello Spirito Santo deve essere piena e completa: non basta una vaga credenza nella sua presenza nel mondo, è necessaria una riconoscente accettazione dei segni e delle realtà alle quali in modo particolare ha voluto legare la sua forza. Quando verrà lo Spirito di verità — ha annunciato Gesù — mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà (Gv 16, 14). Lo Spirito Santo è lo Spirito inviato da Cristo per operare in noi la santificazione che Egli ci ha meritato sulla terra. Pertanto non ci può essere fede nello Spirito Santo se non c'è fede in Cristo, nella dottrina di Cristo, nei Sacramenti di Cristo, nella Chiesa di Cristo. Non è coerente con la fede cristiana e non crede veramente nello Spirito Santo chi non ama la Chiesa, chi non ha fiducia in essa, chi si compiace solo di denunciare i difetti e i limiti di coloro che la rappresentano, chi la giudica dall'esterno ed è incapace di sentirsi suo figlio. Pensate un momento a tutta la grandezza meravigliosa e sovrabbondante dell'opera del divino Paraclito quando il sacerdote, celebrando sull'altare la Santa Messa, rinnova il sacrificio del Calvario.


 

Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:36
LO SPIRITO SANTO (1)
Meditazione di don Franco Locci

LO SPIRITO, QUESTO SCONOSCIUTO
Quando Paolo arriva ad Efeso, i pochi discepoli che vi incontra gli dicono di non aver mai inteso parlare dello Spirito Santo. Non ne ignorano l’esistenza perché l’Antico Testamento ne fa menzione. Ma non avevano fatto l’esperienza della sua presenza attiva. Sarebbe esagerato affermare che, a distanza di duemila anni, Paolo riceverebbe oggi la stessa risposta? Come minimo, la nostra percezione dello Spirito è spesso molto confusa! Non sappiamo come chiamarlo. Non sappiamo come rappresentano. Non conosciamo bene come opera nella nostra vita... In linguaggio moderno, la parola “spirito” può spesso significare una forza impersonale o un ideale. Per esempio, la gente dice di avere “lo spirito del coraggio” o di fare qualcosa nel “giusto spirito”. Il nuovo Testamento non parla dello Spirito Santo in questo modo impersonale, come se fosse solo una forza. I primi cristiani consideravano lo Spirito una vera e propria persona divina, che dirigeva la Chiesa primitiva.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:38

 di don Franco Locci

LO SPIRITO NELL’ANTICO TESTAMENTO

Nell’antico Testamento, l’opera dello Spirito di Dio era limitata. Il suo compito era quello di dare alla gente la forza di Dio per dire o fare qualcosa che non sarebbero stati in grado di compiere senza l’aiuto di Dio.

Per esempio, Dio disse al profeta Geremia di riferire al popolo di Israele che lo avrebbe punito lasciando che i dominatori stranieri conquistassero la sua terra. Chi avesse portato un messaggio simile sarebbe stato considerato un traditore, e Geremia aveva bisogno della forza di Dio per avere il coraggio di proclamarlo.

Quindi lo Spirito veniva dato a coloro che venivano chiamati a svolgere un compito speciale per Dio. Operò solo in pochi individui e per un limitato lasso di tempo. Alcuni dei profeti dell’Antico Testamento aspettavano con ansia il momento in cui Dio avrebbe dato il suo Spirito a tutto il suo popolo e per sempre. Ezechiele espresse questa speranza in una famosa profezia: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.(Ez. 36,26-27) Dando il suo Spirito agli uomini, Dio non si limitava a dire di obbedirlo, ma si offriva anche di aiutarli a fare ciò.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:40
di don Franco Locci

GESU’ E LO SPIRITO

I quattro autori dei Vangeli presentarono Gesù come una persona la cui vita intera fu vissuta sotto il segno dello Spirito di Dio.
Luca, per esempio, dice che Gesù fu concepito per opera dello Spirito Santo.

Durante il suo battesimo lo Spirito apparve sotto forma di colomba, dando a Gesù la forza di Dio per affrontare tutto ciò che lo aspettava. Gesù disse anche che poteva cominciare a realizzare il regno di Dio perché gli era stata data questa forza: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio.”(Lc. 4,18)

Un’altra volta, quando i farisei dissero che egli scacciava i demoni con il potere di Beelzebul (nome ebraico per indicare il diavolo), Gesù rispose: “Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il Regno di Dio”. (Mt. 12,28)
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:41
don Franco Locci

I DISCEPOLI E LO SPIRITO
Gesù disse ai suoi discepoli che presto avrebbero ricevuto lo Spirito Santo e avrebbero avuto in sé la potenza di Dio: “Se voi dunque che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”. (Lc. 11,13) Comunque è nel Vangelo di Giovanni che troviamo il più esplicito insegnamento di Gesù riguardo alla venuta dello Spirito. Durante l’ultima cena, Gesù disse ai discepoli che presto li avrebbe lasciati, ma che Lui e il Padre celeste avrebbero mandato lo Spirito Santo, perché restasse sempre con loro, come avevano sperato i profeti dell’Antico Testamento. Lo Spirito si sarebbe servito di loro per continuare ad estendere l’opera iniziata da Gesù. Chiamando lo Spirito “il Consolatore”, Gesù disse queste parole: “lo pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce”. (Gv. 14,16-17)
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:42
 don Franco Locci

IL GIORNO DELLA PENTECOSTE
I discepoli erano rimasti a Gerusalemme dopo l’Ascensione come Gesù aveva detto loro di fare. Circa dieci giorni dopo l’Ascensione, ebbe luogo la festa ebraica della Pentecoste, che celebrava il termine del raccolto dell’orzo ed era un momento di gioia e di ringraziamento. In quell’occasione molti pellegrini si radunavano ogni anno a Gerusalemme. Nel giorno della festa, i discepoli ricevettero la forza dello Spirito Santo e il dono di proclamare la buona notizia di Gesù in tutte le lingue parlate dai pellegrini che li ascoltavano. Prima che ciò accadesse erano terrorizzati all’idea dell’opposizione che avrebbero potuto incontrare, ma da quel momento in poi furono disposti a rischiare la vita predicando e vivendo l’insegnamento dì Gesù. E’ talmente importante il fatto della Pentecoste nella vita della Chiesa che ho pensato di sunteggiare i brani che nel libro degli atti degli apostoli ce la raccontano.
“Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro; ed essi furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti, e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo parlare la nostra lingua nativa?.”…Tutti erano stupiti e perplessi chiedendosi l’un l’altro: “Che cosa significa questo?”. Altri invece li deridevano e dicevano: “Si sono ubriacati di mosto”. Allora Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici parlò ad alta voce così: “Uomini di Galilea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accade invece quello che disse il profeta Gioele: negli ultimi giorni, dice il Signore, io effonderò il mio Spirito sopra ogni creatura; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni.” Uomini di Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò tra voi per opera sua, come voi ben sapete — dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere... Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che gli aveva promesso, lo ha effuso come voi stessi potete vedere e udire. Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: “Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.” Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!
All’udire tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli apostoli:
“Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” E Pietro disse: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signor nostro”.
Con molte altre parole li esortava: “Salvatevi da questa generazione perversa”. Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.” (At 2,1-8. 12-17. 22-24. 33-41)

Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:43
don Franco Locci

Come abbiamo già visto è difficile dare una definizione dello Spirito Santo. E’ solo con il cammino del pensiero della Chiesa che si è arrivati alle definizioni che noi affermiamo nel Credo. Giustamente la Sacra Scrittura ricorre a delle immagini per indicarci chi sia lo Spirito e come agisca in noi.


IL VENTO
L’immagine dello Spirito che agisce come un vento impetuoso, non era nuova. Nell’Antico Testamento la parola ebraica per indicare lo Spirito era “ruach” che significa “vento” o “respiro”. E’ questo il vento che agita le acque (Sal. 18,11) dalle quali esce la creazione. Come l’aria che respiriamo ci porta la vita, così lo Spirito ci porta la vita di Dio: ci fa conoscere Dio e ci dà la forza necessaria per rispondergli in modo positivo. Un giorno, il profeta Ezechiele ebbe una visione di una valle coperta di ossa umane. Dio disse ad Ezechiele di chiamare il vento affinché soffiasse vita nuova in coloro che erano morti. Questa visione significava che Dio avrebbe soffiato nuova vita e speranza in coloro che avevano perso la fiducia in Lui. Allo stesso modo, lo Spirito Santo portò nuova vita ai discepoli nel giorno della Pentecoste.


IL FUOCO
Giovanni Battista disse una volta a proposito di Gesù: “Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma Colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt. 3,11). L’immagine del fuoco era usata nell’Antico Testamento per mostrare la necessità che il male fosse distrutto. Gli idoli dovevano essere bruciati e i metalli raffinati per mezzo del fuoco. Il profeta Isaia si servì dell’immagine del fuoco per simboleggiare qualcosa che distrugge il male, e se ne servì per dimostrare che Dio può togliere i peccati. Allo stesso modo lo Spirito tolse ai discepoli i loro peccati, le loro paure e li rese pronti ad affrontare il compito che Dio affidava loro.


L’ACQUA
Giovanni riporta queste parole di Gesù: “Chi ha sete venga a me, beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv. 7,37-38). Quindi l’evangelista commenta: “Questo Egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato”(Gv. 7,39). L’acqua era spesso considerata nell’Antico Testamento come un ristoro mandato da Dio. In una terra che mancava di risorse idriche, questa era un immagine vitale. Geremia descrisse Dio come “una sorgente di acqua viva” e Ezechiele disse che Dio aveva promesso di “versare” il suo Spirito sul suo popolo.


FORZE Dl CAMBIAMENTO
Nella natura, vento, fuoco ed acqua sono potenti forze di cambiamento, sia che operino violentemente o in modo lento e tranquillo. Anche lo Spirito è una forza di cambiamento poiché porta la potenza di Dio ad operare nel mondo.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:44
don Franco Locci

LO SPIRITO E IL CRISTIANO
Lo Spirito fu mandato nel mondo dopo l’Ascensione di Gesù per portare a termine la sua missione. Prima di lasciare i suoi discepoli Gesù aveva detto che c’erano cose che essi non potevano ancora comprendere, ma che lo Spirito le avrebbe insegnate loro. Gesù visse solo trentatré anni e non uscì mai dai confini del suo paese, ma lo Spirito continuò la sua opera in tutto il mondo. Lo Spirito Santo non fu mandato a sostituire Gesù, ma a completare la sua opera e a donare agli uomini la pienezza della sua presenza. Gesù non disse: “Io me ne vado, ora lo Spirito farà il mio lavoro!”; parlò piuttosto di mandare il “suo” Spirito, lo Spirito del “Padre suo”. Quindi lo Spirito Santo venne per “cristianizzare” i cristiani. Ma il vero problema è:
“I cristiani permettono allo Spirito di fare questo?”. Spesso la gente non ci critica perché siamo cristiani, ma perché non siamo ‘sufficientemente’ cristiani. Dobbiamo lasciarci modellare e colmare dallo Spirito, lasciandoci svuotare da noi stessi. Prima di parlare dei doni dello Spirito, dobbiamo parlare del donatore; il donatore infatti è più importante dei doni. Dopo aver messo ben in chiaro questo, possiamo mettere in evidenza i doni più importanti dello Spirito, che sono la fede, la speranza e la carità.
Lo Spirito Santo dà a ciascuno di noi una vocazione speciale. Non direi che ha un progetto su di noi, perché la parola ‘progetto’ suona come qualcosa di troppo arido e programmato. Direi piuttosto che Dio ha un sogno per ciascuno di noi. Ogni cristiano è chiamato ad imitare alcuni aspetti della vita di Gesù: nessuno può riassumerli tutti. Un cristiano metterà in luce ad esempio l’amore del Signore per i poveri: penso a Madre Teresa di Calcutta. Altri metteranno in evidenza altri aspetti. I cristiani operano in modo complementare e, come diamante illuminato dalla luce del sole riflettono la figura di Gesù in mille sfaccettature diverse. Tutto questo è opera dello Spirito.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:45
don Franco Locci

COME AGISCE LO SPIRITO?
Gesù non fornì dettagli su come lo Spirito Santo avrebbe continuato l’opera da lui iniziata. Ma il Nuovo Testamento ci dice come agisce lo Spirito.


IL FRUTTO DELLO SPIRITO
Paolo parlò di ‘frutto’ dello Spirito, cioè degli effetti dello Spirito sul nostro comportamento individuale: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22—23).
L’insegnamento di Gesù sta davanti a noi come un ideale, e sappiamo bene che gli ideali sono difficili da tradurre in realtà. Ma lo Spirito realizza la speranza dell’Antico Testamento, operando in noi per aiutarci a compiere la volontà di Dio. Questo non significa che possiamo sederci e non far nulla, mentre Dio porta avanti la sua opera, ma vuol dire che non dobbiamo lottare da soli. Lavoriamo con Dio per produrre i frutti dello Spirito.
Quando Paolo elenca i frutti dello Spirito, non fa che descrivere la persona di Gesù e il suo modo di vivere su questa terra. Gesù amava tutti, era paziente con i suoi discepoli e sapeva essere vicino ai più deboli. Quando gli altri cominciano a vedere in noi queste qualità, significa che stiamo crescendo nella vita cristiana, il compito dello Spirito è di riprodurre in noi la vita di Gesù, rendendoci sempre più simili a Lui.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:47
don Franco Locci

LA CRESCITA RICHIEDE TEMPO
Il frutto dello Spirito, come ogni frutto, richiede tempo per crescere e maturare. Le messi non maturano in un paio di settimane. Ci vuole un anno di attenta pianificazione e di duro lavoro per produrre un buon raccolto. All’inizio dell’anno agricolo, la dura terra viene arata per permettere la semina. il suolo viene fertilizzato e quando le messi cominciano a crescere all’inizio della primavera, il terreno dovrà essere sarchiato. Si spruzzano sostanze sulle piante per proteggerle dagli insetti. Col passare dei mesi, con molto lavoro e clima favorevole, il grano matura fino ad essere pronto per il raccolto. Quando vediamo il cibo in vendita, è facile dimenticare il tempo e lo sforzo che sono stati necessari per produrlo. Allo stesso modo, i cristiani assumono a poco a poco il carattere di Gesù crescendo nell’amore e seguendolo. Non è una cosa che si realizza in un momento. Lo Spirito Santo ci dà il dono della pazienza, egli stesso è paziente con noi durante questa crescita, che spesso è lenta e faticosa.

Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:47
don Franco Locci
LA CHIESA HA BISOGNO DELLO SPIRITO
Come i singoli cristiani, così la Chiesa ha bisogno dell’azione dello Spirito Santo. Senza lo Spirito la Chiesa è come un esercito senza armi. Possiamo elaborare i nostri progetti e le nostre strategie, possiamo avere leader brillanti e oratori persuasivi, ma senza lo Spirito non approderemo a nulla. Lo Spirito fornisce alla Chiesa gli strumenti necessari per la sua missione nel mondo. Non possiamo darci da soli questi strumenti, come un esercito non può creare le armi dal nulla. Lo Spirito non solo vivifica, ma anche unisce la Chiesa. Sin dai primi tempi ci furono disaccordi e discussioni tra i cristiani. Ma c’era ugualmente unità, perché lo Spirito univa la chiesa nell’amore. Non appena distogliamo lo sguardo dall’azione dello Spirito nella chiesa, subito insorgono contrasti e divisioni. Come opera dunque lo Spirito nella Chiesa?


I DONI DELLO SPIRITO
Molti brani del Nuovo Testamento parlano dei doni che lo Spirito fa alla Chiesa. Sono chiamati “doni”, perché sono elargiti da Dio e non sono talenti o abilità nostre. C’è il dono della “profezia” attraverso cui Dio impartisce particolari direttive in una determinata situazione della chiesa. C’è il dono delle “lingue” che consiste soprattutto nel riuscire a farsi comprendere, a trasmettere il messaggio di Gesù a persone che normalmente non capirebbero. Ci sono i doni della fede, della guarigione, dell’insegnamento e molti altri.
in una delle sue lettere, Paolo dice che la Chiesa è come un corpo composto di parti diverse. Nella Chiesa le diverse capacità date da Dio si completano a vicenda per il bene di tutti. Paolo continua dicendo che bisogna usare questi doni con attenzione, finalizzandoli alla crescita della chiesa nell’amore. Nessuno deve usare questi doni egoisticamente, e la Chiesa non deve servirsene solo per se stessa. La Chiesa esiste per continuare la missione di Gesù Cristo, e i doni le sono elargiti per aiutarla a svolgere questo compito.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:49
don Franco Locci
“E’ IL SIGNORE E DA’ LA VITA” NEGLI SCRITTI DEL NUOVO TESTAMENTO
“Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita..” così i cristiani pregano ogni domenica recitando la professione di fede. E l’abitudine, forse, non permette loro di comprendere il “Vangelo”, l’annuncio di salvezza e di pace contenuto in queste brevi e misteriose parole. Il capitolo ottavo della lettera di S. Paolo ai Romani può aiutare a capire il significato e la bellezza di questa frase del Credo, rivelando quanto lo Spirito Santo di Dio sia presente ed operante nella vita di ogni credente.

“Lo Spirito ci ha liberato dalla legge del peccato e della morte (Rom. 8,1-13).
Guidati dallo Spirito, gli uomini possono vivere liberi dal male e da ogni forma di egoismo. Il futuro dell’umanità non è più la morte, ma la vita e la pace.

“Lo Spirito ci assicura che siamo figli di Dio..., eredi di Cristo” (Rm. 8,14-17).
Gli uomini non sono più fragili creature in balia al destino, sotto il giogo del peccato. Hanno Dio per “papà!” E il loro destino è la risurrezione. Proprio come Gesù.

“Siamo salvati, e soltanto nella speranza” (Rm. 8,18-25).
Lo Spirito Santo dà la forza per lottare ogni giorno contro il male e il peccato. Con tutto l’universo, l’umanità è in cammino verso la piena e perfetta libertà, con la forza di affrontare e superare ogni difficoltà.

“Lo Spirito prega per noi” (Rm. 8,26-30).
La preghiera è dono dello Spirito. E’ il dialogo che lo Spirito di Gesù fa nascere nel cuore degli uomini con l’Onnipotente; è la scoperta, sempre nuova e gioiosa, che ogni uomo e figlio, chiamato a vivere e ad essere simile al Figlio

“Niente e nessuno ci potrà separare dall’amore di Dio...” (Rm. 8,31-38).
Lo Spirito di Cristo rivela e comunica l’amore di Dio. E’ la vita di Dio che pulsa nelle vene di ogni credente! Niente e nessuno davvero può ormai fare paura.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:50
don Franco Locci

QUALE’ L’ATTIVITA’ DELLO SPIRITO
L’attività dello Spirito si manifestò molto chiaramente il giorno di Pentecoste. Non appena ebbero ricevuto la forza dello Spirito, i discepoli si misero a predicare alla folla che si era radunata: il risultato fu che tremila persone si unirono quel giorno alla prima comunità cristiana. Dal momento in cui lo Spirito si mise alla guida della Chiesa, i cristiani cominciarono a rivolgersi verso l’esterno, considerando come loro primo compito quello di diffondere la buona notizia.


L’OSSESSIONE DELL’ORDINE
La Chiesa spesso agisce nel seguente modo: ogni cosa è organizzata con cura; abbiamo i nostri gruppi, le nostre affermazioni dottrinali, la nostra liturgia e le nostre tradizioni. Tutto è tenuto sotto controllo e funziona in modo perfetto. A volte la Chiesa si preoccupa maggiormente della propria organizzazione che di seguire le direttive dello Spirito. Ma anche se cerca di fare in modo che tutto sia in ordine si sente che manca qualcosa.
L’aria che si respira è viziata e pesante.


APRIRE LE FINESTRE
Poi Dio apre le finestre della Chiesa, e per un po’ assaporiamo aria fresca e vita nuova. Ma, come il vento, lo Spirito è imprevedibile. Non sembra preoccuparsi di noi nell’ordine prestabilito. Comincia con lo sconvolgere alcune delle idee e delle abitudini che ci sono care. Allora noi ci sentiamo minacciati, perché perdiamo il controllo della situazione. Allora ci si precipita a chiudere le finestre e lo Spirito rimane tristemente fuori. O accettiamo l’idea che la Chiesa deve essere guidata da Dio, oppure chiudiamo le finestre sottraendoci all’azione vitale dello Spirito.


CHIAMATI ALLA MISSIONE
Durante la sua vita terrena, Gesù si rivelò spesso una persona scomoda. Anche lo Spirito Santo che ci mette in contatto con Gesù, può essere una presenza scomoda nella nostra vita. Lo Spirito ci spinge ad abbandonare le nostre tranquille abitudini, il ripiegamento su noi stessi e le sicurezze del nostro ambiente ristretto, per immergerci nel mondo. Lo Spirito Santo è spirito di missione. Non opera per farci sentire sicuri e comodi nella Chiesa, ma per mandarci a cercare nuovi discepoli che vogliano seguire Gesù.
Credente
00martedì 13 novembre 2012 16:51
don Franco Locci

LO SPIRITO NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
Possiamo osservare come lo Spirito agisca in questo senso leggendo il libro degli Atti. Gesù aveva detto ai suoi discepoli che sarebbero stati suoi testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini del mondo. Questo significa che dovevano allargare la loro opera fino a portare in tutto il mondo il messaggio di Gesù Cristo. Il libro degli Atti è il racconto di questa espansione; ad ogni tappa lo Spirito è colui che spinge sempre più avanti la chiesa primitiva, che da Gerusalemme non tarda a raggiungere Roma. Quindi lo Spirito non si preoccupò tanto di dare alla Chiesa una buona organizzazione, ma piuttosto di mobilitarla per la diffusione della buona notizia.


MOSSI DALLO SPIRITO
Nel corso dei secoli, la Chiesa ha assunto atteggiamenti diversi nei confronti dell’azione dello Spirito Santo. Si possono individuare tre modelli fondamentali.

Primo: la Chiesa va in missione senza la forza dello Spirito, cercando di fare con i propri mezzi quello che solo Dio può fare, ed è un disastro!

Secondo: la Chiesa accoglie la forza dello Spirito, ma si rifiuta di servirsene per la missione chiudendosi egoisticamente nella propria vita interna e nella propria esperienza ed è un’altra grande contro testimonianza.

Terzo: la Chiesa riceve la forza dello Spirito e accetta di essere inviata nel mondo a proclamare Gesù e diventa così segno evangelico di liberazione e di gioia. Queste scelte si presentano anche oggi. Se vogliamo che la Chiesa cresca e si sviluppi secondo il piano di Dio, dobbiamo seguire l’esempio della Chiesa primitiva, ascoltando lo Spirito e lasciando che ci mandi in mezzo alla società in cui viviamo. Gesù disse una volta: “Dalle bocca esce ciò di cui è pieno il cuore”. Se uno porta un bicchiere pieno e viene urtato, rovescerà il contenuto del bicchiere. Allo stesso modo, negli urti della vita quotidiana uscirà dalla nostra bocca quello che abbiamo dentro di noi. Se siamo pieni di avidità o di presunzione, non saremo capaci di non riversarle sugli altri nei momenti di tensione. Ma se siamo pieni di Spirito Santo, se siamo stati trasformati da Lui e resi più simili a Gesù, allora comunicheremo spontaneamente tutto questo agli altri. Parlare della buona notizia di Gesù non è una cosa che si possa fare meccanicamente; dovrebbe venire in modo naturale, perché si è pieni di Gesù e del suo Spirito, lo Spirito che invia in missione. Solo quando lo Spirito ci avrà cambiati potrà cambiare gli altri attraverso di noi.
Credente
00lunedì 17 luglio 2017 13:52

La differenza tra stare con lo Spirito Santo e senza




 


Breve riflessione del patriarca Ignazio IV Hazim di Costantinopoli


Senza lo Spirito Santo:


Dio è un essere distante,
Cristo è un personaggio del passato,
il Vangelo è lettera morta,
la Chiesa è una semplice organizzazione,
l’autorità è dominazione,
la missione è propaganda,
il culto è evocazione,
l’agire cristiano è una morale da schiavi.

 

Ma con lo Spirito Santo e nello Spirito Santo:

l’Universo è elevato e supplica l’avvento del Regno di Dio,
la presenza del Cristo Risorto è riconosciuta,
il Vangelo è vita e potere,
Chiesa significa comunione trinitaria,
l’autorità è un servizio che libera,
la missione una Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione del mistero,
l’agire umano è divinizzato.

Ignazio IV Hazim di Costantinopoli (1920-2012)
Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente e primate della Chiesa di Antiochia dal 1979


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