LIBRI IN VETRINA

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00venerdì 17 febbraio 2012 10:30

 

Dalla Scienza alla Fede

Tipo: Libro
Autore: Anna Maria Cenci
Lingua: Italiano
Casa Editrice: Piero Gribaudi Editore
Link Internet: http://www.gribaudi.it
Numero pagine: 143

Prezzo: € 10,00

 

L’autrice ha a lungo contrastato l’evoluzionismo, sia attraverso una rubrica che tuttora ha su Radio Maria, sia con il precedente libro I sei giorni della creazione, la cui prima edizione risale al 1986. Questa nuova opera non è però un rifacimento della precedente, ma semmai un suo allargamento e approfondimento.
“Dalla scienza alla fede” vuol significare che ambedue le fonti negano l’evoluzionismo e spingono a credere che il mondo è frutto di una creazione. Nella prima parte ci sono numerose citazioni di studiosi noti e meno noti, ma molto pertinenti e efficaci. “Dalla scienza” si passa poi “alla fede”, riportando per esteso numerosi passi biblici (Antico e Nuovo Testamento) che fanno vedere la contraddizione di chi dice di credere nella Parola di Dio e poi accetta l’evoluzionismo. Viene fatto notare l’esempio di Gesù, che moltiplicava i pani e trasformava l’acqua in vino istantaneamente, dando una incontrovertibile testimonianza dell’immediatezza della creazione originaria, realizzatasi proprio per mezzo di Gesù (Giovanni 1:3; Colossesi 1:16).
L’opera si caratterizza per la fermezza e la passione con la quale argomenta, aggiungendo un tono evangelistico nella parte finale. È un libro che i “buongustai” antievoluzionisti metteranno volentieri nella loro biblioteca, ma adatto anche per raggiungere molti lettori che per la prima volta si introducono nella controversia evoluzione-creazione.

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00venerdì 17 febbraio 2012 10:32
cod.87

 

 

 

 

 

Il Mistero delle origini dell'universo e dell'uomo

Tipo: Libro
Autore: M.Georgiev, M.H.J.De Groot, G.Castello, L.Gaudio
Lingua: Italiano
Casa Editrice: Editrice Ecclesiae Domus
Link Internet: 
Numero pagine: 133

Prezzo: € 18,00

 


  

 

 Il libro raccoglie il materiale presentato durante il ciclo di conferenze sul Mistero delle Origini, promosse dalla Comunità Cattolica Ecclesiae Domus, presso la Cappella dell’Università di Napoli, nella primavera del 2003. Le conferenze sono state ispirate dall’Enciclica di Giovanni Paolo II Fides et Ratio e dal libro del Cardinale Joseph Ratzinger Creazione e Peccato.

Il libro – primo ed unico del genere nel panorama editoriale italiano – vede la partecipazione di scienziati e specialisti in campi diversi come la matematica, astrofisica, genetica, biologia, medicina e teologia. In più, l’argomento delle origini è trattato da posizioni diverse e talvolta opposte che vanno dalla visione materialista ed atea, alla lettura del racconto biblico in chiave storiografica, alla lettura esegetica del racconto del Genesi.
Un viaggio trascinante tra le principali ipotesi sulle origini dell’universo e dell’uomo, ipotesi che sono parte preziosa delle radici della cultura millenaria dell’Occidente.

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00martedì 21 febbraio 2012 22:55

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

 

 

Martini Carlo M.

Martini Carlo M.

 

San Paolo Edizioni

(176 pagine - febbraio 2012)

Sconto 15%
16,00 € → 13,60 €
 

Per oltre vent'anni pastore di una grande città come Milano, il card. Carlo Maria Martini ha avuto numerose... (continua)

Amorth Gabriele, Rodari Paolo

Amorth Gabriele, Rodari Paolo

 

Piemme

(288 pagine - febbraio 2012)

Sconto 15%
16,50 € → 14,02 €
 

All'età di 86 anni, padre Gabriele Amorth esegue ancora dagli 8 ai 10 esorcismi al giorno, compresi le domeniche e...(continua)


 

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00lunedì 26 marzo 2012 23:20

Pontifex.RomaQuesto testo offre un'analisi dell'autenticità dei miracoli di risurrezione (sono davvero avvenuti? Erano i morti veramente morti?), del fine e del significato dei miracoli secondo gli insegnamenti della Chiesa; descrive anche altri miracoli fisici dei santi cattolici, come la levitazione, l'ubiquità, l'assoluta astinenza da acqua e cibo naturali, l'attraversamento di fiumi sul mantello e la prodigiosa sopravvivenza al calore intenso. Inoltre, sono incluse le prove della Risurrezione di Nostro Signore, la Dottrina Cattolica sulla risurrezione del corpo e sul Giudizio Universale (con la separazione finale dei dannati dagli eletti). Il testo contiene anche una critica delle moderne esperienze "successive alla morte clinica" alla luce degli insegnamenti cattolici. Si tratta di un libro eccezionale per il mondo intero, perché perfino nei circoli cattolici questi resoconti di miracoli di risurrezione sono rimasti per lo più sepolti in antichi testi, oggigiorno rari e difficili da  reperire.

Padre Herbert ha fatto un considerevole servizio alla Chiesa disseppellendo questi fatti e portandoli alla luce, molti dei quali volutamente censurati per ragioni di comodo.

Ricco di vicende affascinanti e di solida Dottrina, questo libro è una miniera di informazioni e d'ispirazione - che dimostra la gloria di Dio e della sua santa Chiesa, e fornisce anche un'anticipazione di quegli eventi di notevole rilievo ai quali chiunque abbia mai vissuto dovrà prendere parte alla fine del mondo.

Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti? ". (Atti 26,8)

***

Pontifex.Roma

***

Padre Albert J. Herbert, S. M. (Società di Maria - Maristi) è stato soldato, religioso, e prete. Nato a New Orleans nel 1913, da laico fu membro di varie organizzazioni laiche cattoliche inclusa la Catholic Evidence Guild of New Orleans (Corporazione della testimonianza Cattolica di New Orleans) fondata dall'ultimo Reverendissimo Joseph Buckley, S. M.; questo apostolato comportava parlare agli angoli delle strade di New Orleans.

Dopo aver prestato servizio come Sergente di Stato Maggiore nelle Forze Aeree ottava e nona durante la Seconda Guerra Mondiale nel teatro europeo delle operazioni, studiò al Collegio Mariano e all'università cattolica di Washington, D.C., e fu ordinato nel 1954.

Padre Herbert ha prestato servizio nelle parrocchie cittadine di Wheeling, West Virginia e a New Orleans, e nelle parrocchie missionarie in Georgia e in West Virginia; ha anche insegnato alla scuola superiore Chanel a Bedford (Cleveland), Ohio.

Attualmente risiede presso la parrocchia di S. Anna a Sorrento, Louisiana (la diocesi di Baton Rouge).

Padre Herbert è autore di diversi libri e ha collaborato a periodici cattolici con articoli e poesie; ha anche contribuito con delle liriche a diverse antologie. Compare inoltre nell'International Who's Who in Poetry.

Testo reperibile presso la Libreria Coletti

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00domenica 1 aprile 2012 18:31
Io ci credo

Io ci credo

Perché con la fede non mi sono arreso mai

di Albano

Prezzo online:

€ 13,60

 (€ 16,00 -15%)
 


Pontifex.RomaAlbano Carrisi, il noto cantante di Cellino San Marco in provincia di Brindisi, ha da poco pubblicato per la Piemme un bel libro dal titolo "Io ci credo", ed è un suo sfogo, molto accorato, sul tema della fede. Forse per la prima volta, con lo zampino sapiente di un noto vaticanista, Albano si imbatte in una produzione che apertamente lo mette davanti al mistero di Dio. Albano, perché questo libro? "lo sentivo e lo volevo. Come ho scritto anche nell'introduzione, una sera a Roma, durante la veglia per la beatificazione di Giovanni Paolo II, il vaticanista de La Stampa, Tornielli mi ha domandato: perché non parli di te? E lo ho fatto, a modo mio. Spero bene". Benissimo, ma perché Dio? "perché spesso ce ne dimentichiamo. O meglio, lo invochiamo quando le cose vanno male, ma nei momenti felici, se tutto gira come dovrebbe, resta in secondo piano. Non funziona così. Dio deve avere sempre il primo posto nella nostra esistenza". Richiami, nel testo, la ...

... necessità di riscoprire quella che si chiama la fede dei semplici:

"io credo in questo tipo di fede, senza fronzoli e senza tante manie di intellettualismo. Generazioni di fedeli sono cresciute credendo nella semplicità e nel rispetto della tradizione. Il Vangelo esalta i semplici e non ci chiede particolari esercizi di dottrina o intelligenza. Nella religione non è detto che si debba sempre capire tutto. Basta credere nel nostro Dio con fiducia e dedizione".

Sempre nel testo parli di un angelo:

"io credo negli angeli. Sono creature celesti che ci mettono in contatto con Dio ed ognuno di noi ha il suo angelo custode. Il mio mi ha salvato tante volte da scelte impulsive o da vie sbagliate che non avevano senso. E'stato davvero il mio custode".

Il Papa ha ultimamente invitato i giovani a domandarsi chi è Cristo per loro:

"ha fatto bene, molto bene. Poco alla volta, questa società sta cercando di allontanare Dio sostituendolo con idoli ingannevoli quali il potere, il successo, l'assenza di calore, i vizi. Siamo davanti ad un neo paganesimo. Ecco perché è urgente tornare a Dio nelle scelte di vita di ogni giorno".

 

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00lunedì 2 aprile 2012 13:19

Se la crisi dell’uomo moderno nasce dal protestantesimo

Recentemente è apparsa su “La Bussola Quotidiana” la prefazione del nuovo libro di Gianfranco AmatoI nuovi unni. Il ruolo della Gran Bretagna nell’imbarbarimento della civiltà occidentale (Fede & Cultura, Verona 2012). Il testo, a cura di mons. Luigi Negrivescovo di San Marino-Montefeltro, presenta la nuova fatica di Amato, avvocato bioeticista, editorialista di Avvenire, collaboratore di CulturaCattolica.it e di altre testate giornalistiche, come «un interessante saggio», la cui «divisione in due sezioni [...] consente da una parte di capire le ragioni storico-culturali che hanno portato all’attuale decadimento della società del Regno Unito, e dall’altra di avere un’impietosa fotografia di ciò che accade nella banale realtà del quotidiano, attraverso la raccolta cronologica di articoli».

Ma cosa sta quindi alla base della moderna barbarie bioetica, sociale e culturale che dalla Gran Bretagna invade il mondo? Nient’altro che la cosiddetta Riforma protestante. È proprio -come spiega Amato e riprende il vescovo- con i principi luterani della Sola Gratia, Sola Fide e Sola Scriptura che s’insinua «il germe di quel soffocante individualismo che sarà destinato a caratterizzare in particolare la società inglese». Quello stesso germe che, espansosi a macchia d’olio, avvelena oggi tutta la civiltà occidentale.

È al protestantesimo che bisogna guardare se si cerca il responsabile «della frattura insanabile tra fede e ragione»,  della deificazione della ragione che «ha relegato la fede negli angoli angusti della propria coscienza» e condannato l’uomo alla solitudine di un rapporto personale con Dio, «estraniandolo dalla dimensione comunitaria e [...] salvifica della Chiesa». E ancora, è stata la dottrina di Lutero arelativizzare la verità e «impedendo alla fede di diventare cultura» consegnandola a chi «detiene il potere ideologico o politico».

È da questo insieme, che nasce l’attuale crisi dell’uomo moderno, di cui Amato trova il perfetto paradigma nella Gran Bretagna, spiegando come e perché proprio questa, sia diventata il caso più limpido dove «i frutti velenosi della Riforma» hanno cancellato Dio «dall’attuale orizzonte culturale». L’opera, infatti, non limita sé stessa «ad una denuncia intellettuale», ma offre prove tangibili e quotidiane di quanto porta a tesi ed è per questo che, conclude mons. Negri, «merita certamente di essere letta».

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00giovedì 5 aprile 2012 00:05

Recensione del libro: “Il Vangelo oltre le parole”

«Con questo articolo diamo avvio alla collaborazione con Valentina Sciubba, psicologa e psicoterapeuta, laureata in Psicologia e Medicina, conseguite entrambe all’Università “La Sapienza” di Roma. Si occupa di diverse tipologie di disturbi, dai problemi relazionali fino ai disturbi mentali e psicosomatici, esegue corsi di preparazione al parto, consulenze e terapie individuali, di coppia e familiari. Ha svolto anche attività di ricerca, pubblicando vari articoli su riviste scientifiche. Gestisce il sito web www.valentinasciubba.it e recentemente ha pubblicato il libro: “Il Vangelo oltre le parole” (ed. Youcanprint 2011), che presenterà qui sotto»

 

di Valentina Sciubba*
*psicologa e psicoterapeuta

 

Come lo psicologo cerca di capire significati “oltre le parole” del cliente tramite l’osservazione del Linguaggio Non Verbale dei gesti, della postura, della voce ecc. che accompagna il linguaggio verbale, così è possibile cercare analoghi significati nascosti nel linguaggio scritto. Infatti ognuno di noi ha un personale stile di scrittura e la scelta, la collocazione delle parole, la punteggiatura ecc. sono indicatori di significati non espliciti, emozionali, spesso inconsci, che rivelano qualcosa della psiche dello scrittore e ampliano e rendono più comprensibili i significati espressi.

E’ presumibile inoltre che poiché con il Linguaggio Non Verbale del corpo è molto difficile se non impossibile mentire, l’analogo del linguaggio scritto riveli contenuti profondi e difficilmente dissimulabili che possono non coincidere con l’informazione esplicita. L’opera “Il vangelo oltre le parole” è un esempio di analisi psicologica del testo applicata agli scritti degli evangelisti, una sorta di “Metavangelo” che ci guida nella comprensione del linguaggio utilizzato dagli evangelisti per raccontare la vita di Cristo e prova a svelarcene i significati inconsci e più reconditi.

L’interpretazione e l’analisi psicologica si fa bisturi e cerca di farci entrare nella psiche del linguaggio. Il risultato è la scoperta di un sentiero interpretativo che è frutto di uno studio psicodiagnostico dei vangeli stessi dove l’analisi psicologica è strettamente ancorata al testo ma allo stesso tempo lo sopravanza scoprendo una trama unificante e logica. L’autrice, utilizzando un linguaggio semplice ed accessibile per qualsiasi neofita della materia, ci conduce per mano in questa indagine che apre inequivocabilmente unaoriginale prospettiva sul legame tra psiche umana e ispirazione divina.

E’ possibile acquistare il libro e visualizzarne l’anteprima sul sito dell’editore. E’ possibile acquistarlo anche in librerie internet e tradizionali e visualizzarlo sul sito www.valentinasciubba.it

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00venerdì 20 aprile 2012 16:47

disfatta_evoluzionista_550

Così un darwinista ha seppellito DARWIN
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«La disfatta evoluzionista», un libro di Maurizio Blondet

Nel corso dei decenni – coerentemente con le sue premesse ideologiche – l’evoluzionismo stesso «si è evoluto». Molte delle concezioni originarie di Darwin sono state riviste e in certi casi tacitamente abbandonate dai suoi sostenitori. Il darwinismo ottocentesco tuttavia continua a vivere nelle trasmissioni di Piero Angela, che a sua volta attinge dagli affascinanti documentari della BBC. L’idea che tanti piccoli ominidi si mettano in fila e che l’ultimo della fila sia l’Homo Sapiens Sapiens; l’idea che il Neanderthal sia un vecchio nonno defunto (un «caro estinto» verrebbe da dire) continuano ad essere divulgate al popolo dei telespettatori e anche agli studenti. Quando si supera l’ambito della divulgazione le cose si fanno più complesse. La fila evolutiva degli ominidi si sparpaglia come una fila di studenti discoli in gita sco-lastica; si scopre che il Neanderthal non è un nostro progenitore e che in passato sono esistiti tanti diversi modi di umanità.

L’Homo Sapiens Sapiens si è affermato perché meno «specializzato», meno adattato a una singola nicchia biologica. Il Sapiens Sapiens non ha sviluppato armi naturali, ma fin dall’inizio ha posseduto la prodigiosa capacità di produrre cose nuove, riflesso di una intelligenza singolare. Eppure egli è indifeso: nella corsa, nello scontro corpo a corpo con i predatori difficilmente compete. I suoi stessi tratti somatici conservano qualcosa di infantile (è ciò che gli etologi chiamano «neotenia»), al contrario lo scimpanzé e i gorilla ci appaiono come esseri «senili», caduti in una misteriosa vecchiaia biologica.

Tra i darwinisti, uno dei più importanti dell’ultima generazione, Stephen J. Gould ha introdotto delle riforme significative rispetto alla teoria originale. Gould ha affrontato con chiarezza uno dei problemi più drammatici della dottrina: la mancanza di anelli di congiunzione. Il celacanto che si supponeva essere il trait d’union tra pesci e anfibi si è rivelato essere un pesce… delle profondità marine. L’Archeopterix che doveva portare i rettili in cielo, così come l’Uomo di Piltdown si sono rivelati astuti prodotti di manifattura (vale a dire frodi scientifiche). Nel repertorio di fossili più vicini alla nostra famiglia, alcuni appaiono «umani, troppo umani» sia pur selvaggi e primitivi; altri ricadono ineluttabilmente nel pianeta delle scimmie. Gould ne prende atto ed elabora la teoria degli «equilibri punteggiati»: a lunghi periodi di «ordine» in cui le specie rimangono immutate e in equilibrio tra di loro, seguono fasi di tumultuosa trasformazione. All’ordine statico succede la rivoluzione ed esplodono forme nuove.

Ma possono piccole mutazioni graduali sedimentarsi e produrre alla cieca forme completamente diverse? La questione del darwinismo è tutta qui. Ed è una questione ancora aperta. Maurizio Blondet nel suo saggio La Disfatta dell’Evoluzionismo, pubblicato da pochi giorni dalla casa editrice Effedieffe, ritiene che Gould nel corso della sua esistenza di ricercatore (conclusasi nel 2002 con la morte) sia giunto al punto di massima revisione del darwinismo: è stato così neo-darwiniano da risultare alla fine «post-darwiniano». «Il Gorbaciov del darwinismo» lo definisce Blondet. Come Gorbaciov voleva solo revisionare il motore del socialismo realizzato e invece produsse il crollo finale dell’Unione Sovietica, così Gould pensava di poter pun-tellare l’edificio ottocentesco della teoria darwiniana e forse ha posto le premesse di un cambio di paradigma scientifico.

Lo sviluppo della scienza ha radicalmente cancellato l’idea che la vita microscopica sia una vita «semplice», elementare. Anche il più piccolo batterio è più complesso di un’astronave. La sua complessità è irriducibile: tutte le proteine di un batterio devono essere perfettamente disposte fin dall’origine se il batterio vuole vivere, sopravvivere e riprodursi. Il Dna d’altra parte non è una catena di perline che si infilano una alla volta, ma è un sistema: paragonabile al software informatico. Esso peraltro contiene in sé un programma di autocorrezione che elimina nel giro di qualche generazione gli «errori di trascrizione».

Darwin conserverà sempre un posto importante nella storia delle idee, insieme a Marx, a Freud, testimoniando il livello di coscienza di un epoca, la mentalità che ha segnato la civilizzazione occidentale in un momento cruciale della sua storia. Ma se la scienza del Duemila si allontana da molti presupposti darwiniani, quale è l’alternativa? I creazionisti dell’Alabama?

Quelli che non aggiungono un giorno ai sette della Genesi? Anche qui Blondet attesta una «evoluzione» ideologica. Alla vecchia schiera dei creazionisti è succeduta una giovane generazione di scienziati che padroneggiano la fisica, il calcolo delle probabilità, l’informatica oltre che la biologia. Sono i teorici dell’ «intelligent design»: scorgono negli organismi viventi l’impronta di un «progetto». Non dicono che lo ha creato il Dio della Genesi, in sette giorni. Ma fanno notare che tale «design» è espressione di una «irriducibile complessità». E contro gli adoratori del Caso fanno appello a una delle certezze fondamentali della Fisica contemporanea: il secondo Principio della Termodinamica, quello per cui in natura ogni cambiamento casuale evolve verso l’entropia e il massimo disordine. E più aumenta il tempo a disposizione, più il disordine aumenta.

Prendete un’opera. Il Don Chisciotte di Cervantes. Cervantes scriveva con la penna d’oca. Poi l’opera è stata stampata e si è mantenuta intatta nei secoli. Ma oggi viviamo nell’epoca dei programmi word e il don Chisciotte può diventare il file di un computer. Mettiamo una scimmia alla tastiera di quel computer e lasciamole battere a caso i tasti del computer. Dopo un’ora il Don Chisciotte sarà migliorato? Avrà un finale diverso? No, sicuramente sarà stato deturpato da errori senza senso: le mutazioni indotte dalla scimmia. Diamo più tempo alla scimmia, moltiplichiamo anche le scimmie. Gli errori frutto delle casuali digitazioni aumenteranno. Fondare l’edificio della vita sulle sabbie mobili della mutazione e del caso, dopo due secoli di tentativi, non è una impresa di facile realizzazione.

Alfonso Piscitelli

Fonte >
 Secolo d’Italia

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00sabato 19 maggio 2012 20:18
foto copertina ipotesi su gesù 
 
 
Notizie, novità e appuntamenti

"Vittorio Messori è uno scrittore e un giornalista coscienzioso, colto, documentato, che parla soltanto di ciò che conosce: uno degli spiriti più liberi che io conosca, che si appoggia sempre su una documentazione impressionante... 

"Da qui nasce la serie di questi 216 frammenti, piccoli capolavori cesellati e affilati. Ma essi non costituirebbero il prezioso colier che è questa Sfida se, all'interno di ognuno, non fosse rintracciabile il filo di una fede profonda, lucida, coraggiosa, che ne assicura l'unità... 

"Le riforme in campo politico, morale e istituzionale sono necessarie. Ma su quale base, si chiede Messori, stiamo tentando di ricostruire l'uomo e la società? Prendere come fondamento valori " laici " vorrebbe dire rifare un'esperienza drammatica... 

"Alla fine, il nostro secolo lascerà dietro di sé la scia più sanguinante più disumana che abbia mai tracciato la storia... 

"Ecco perché, sebbene agnostico, quale dichiaro di essere, condivido pienamente l'insieme delle tesi sostenute da Messori: per salvare valori che ci sono cari, i soli ai nostri occhi capaci di riscattare l'uomo dalla miseria indicibile della quale è caduto ... "

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00giovedì 24 maggio 2012 13:58

 

 

Pontifex.Roma



Rovina, massacro, distruzione, terrorismo, stregonerie, stupri, sacrifici umani. E poi la geopolitica del XXI secolo, i divi di Hollywood, la bomba atomica asiatica. Cosa unisce tra loro questi elementi apparentemente sconnessi? La risposta che offre Contro il buddismo, appena uscito per i tipi di Fede & Cultura, è inedita e sconcertante: è proprio la religione di Budda, una cultura in larghissima parte sconosciuta agli occidentali nelle sue pieghe e nelle sue diverse scuole, eppure protagonista proprio in Occidente di un’esplosione di popolarità. Ma, è una delle tesi del libro, divenuto popolare in virtù dei suoi aspetti più superficiali ed erroneamente attrattivi, e anche a causa dell’ambiguità dei suoi fondamenti. Questo saggio si propone di raccontare il lato oscuro di questa dottrina, indagarne la radice filosofico-spirituale improntata a un radicale nichilismo e documentarne le innumerevoli zone d’ombra. Un libro senza precedenti, che mina dal profondo ...

... il mito di una “religione pacifica e innocente”.

Come recita la quarta di copertina di Contro il buddismo, «Vi si narrano fatti oscuri e raccapriccianti, ignoti al grande pubblico sempre più abituato a pensare al buddismo come alla religione della pace e del bene. Testi del buddismo tibetano che teorizzano lo stupro e la pedofilia; la figura controversa del Dalai Lama e i suoi progetti di buddistizzazione del pianeta; i massacri in Sri Lanka ad opera di un esercito buddista; gli attentati al gas nervino ed i piani di annientamento globale del santone giapponese Shoko Asahara; l’interminabile martirio nei secoli dei cattolici in Oriente; i calcoli propagandistici dei bonzi vietnamiti che contribuirono all’escalation della guerra in Vietnam; i corposi scambi tra il buddismo e l’estrema destra europea; le persecuzioni dei cristiani in Tibet; la controversa conversione al buddismo dei divi di Hollywood; la geopolitica mondiale che passa attraverso le decisioni di “oracoli” posseduti dagli spiriti...».

Ma oltre alle cronache, odierne e antiche, è la radice filosofica su cui si basa l’intera dottrina buddista a occupare capitoli di centrale importanza nell’analisi: e in particolare la sua natura radicalmente nichilista, che predica l’estinzione dei sentimenti e conseguentemente dell’umanità della persona, arrivando così a indicare come traguardo la distruzione dello stesso concetto di individuo su cui viceversa si fondano la cultura e la civiltà dell’Occidente.

Puntuale e documentato attraverso un fitto ricorso a fonti internazionali, è un libro che indaga fatti mai presentati in modo sistematico al pubblico italiano: prezioso anche per comprendere l’ora presente, in cui l’Asia proietta la sua ombra sul mondo intero, e nuovi demoni si agitano sulla scena della Storia.

Roberto Dal Bosco (Vicenza 1978) vive e lavora a Milano. Si occupa di audiovisivi. Giornalista pubblicista, ha collaborato con Vogue, L’Uomo Vogue, Anna, Zero. Si interessa da anni ai luoghi e alle culture dell’Asia.

Scheda del libro

Titolo: Contro il buddismo
Sottotitolo: Il volto oscuro di una dottrina arcana
Autore: Roberto dal Bosco
Editore: Fede & Cultura

Collana: Saggistica 54
Pagine: 160
Dimensioni: 21x15
Tipo di copertina: brossura
ISBN: 978-88-6409-135-8
Prezzo: 15 €

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00giovedì 24 maggio 2012 14:11


Pontifex.Roma “ Quando parlo col diavolo
scritto da don Gianni Sini ed  edito dalla prestigiosa casa editrice Sugarco di Milano ed arrivato in pochi mesi già alla seconda edizione.

L’autore del libro è un mio caro amico sacerdote e ho contribuito pure io perché fosse stampato dalla Sugarco che ha un’ottima distribuzione anche nelle librerie laiche.  Don Gianni Sini è stato ordinato sacerdote nel 1980. Ha svolto il suo ministero pastorale come parroco, insegnate al Liceo Classico, formatore in Seminario e cappellano nelle carceri per oltre dieci anni. Dal 1996 è assistente ecclesiastico regionale dell’Unitalsi. E’ direttore del periodico diocesano Gallura e Anglona e responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi. Attualmente è parroco della parrocchia Nostra Signore  de La Salette in Olbia. Svolge il ministero di esorcista dalla fine degli anni Ottanta. Nel suo bel libro ci presenta diversi casi di presenze demoniache tra cui quello di Michela e scrive: “ Michela fu il primo caso di cui mi occupai alla fine degli anni Ottanta. La ragazza , ancora adolescente,aveva quattordici anni,mostrò i primi sintomi in casa e poi in compagnia delle sue amiche. Visti da un estraneo sembravano solo capricci o atteggiamenti di una ragazza viziata, tra l’altro figlia unica, tanto che il suo parroco, chiamato dai genitori, più volte si recò in casa e tranquillizzò i familiari con una battuta: “Passerà, perché è un fatto dovuto allo sviluppo”.

Mutarono anche i suoi interessi, tanto che, dopo qualche settimana, venni interpellato dai familiari della ragazza. Notai che erano alquanto preoccupati, gli dissi che era per lo meno strano che certi fenomeni potessero essere ricondotti ad un fatto fisico legato alla crescita e al periodo dell’adolescenza. Gli feci notare  che, se tutte  le ragazze che passano attraverso l’adolescenza dovessero subire queste prove, i genitori avrebbero certamente di che preoccuparsi.

In questi casi, la domanda che i genitori pongono al sacerdote è sempre la stessa: “Non le può fare nulla? Se non lo può fare lei, a chi ci possiamo rivolgere?”. Più volte, mi recai a casa di Michela, anche in orari piuttosto insoliti, trattenendomi con i familiari fino alle prime ore del mattino. Questo “pendolarismo” durò per alcuni mesi, ma loro chiedevano continuamente che io intervenissi oppure che facessi arrivare il vescovo per rendersi conto personalmente della gravità del caso. Avvenivano dei mutamenti improvvisi in lei: umore, incostanza nel portare a termine un’attività, una forma di nervosismo continuo, mancanza di concentrazione. Ricordo che prendeva in mano la settimana enigmistica e , dopo qualche minuto, all’improvviso, buttava via con violenza la rivista o contro una parete o contro qualcuno. Ironizzava anche sul fatto che io andassi a trovarla, ma non avevo alcun potere su di lei.

Una volta mi disse: “Capirai! Mons. Pietro Meloni ha mandato in casa don Gianni Sini per fare…merda! Finalmente il vescovo accettò di incontrare la ragazza. Arrivò la sera tardi, anche per non destare curiosità o chiacchiere inutili tra i vicini. Il vescovo le si avvicinò per stringerle la mano e ricordarle che, appena qualche anno prima, era stato lui ad impartirle il sacramento della Cresima. Non ne volle sapere. Si alzò di scatto e corse via in un’altra stanza. Inutili furono tutti i tentativi di stabilire un dialogo o capire di che cosa avesse bisogno.

Il vescovo invitò la famiglia a pregare più frequente e ad aver fede. Congedandosi disse: “Voglio essere informato continuamente della situazione”.

La situazione non cambiò di una virgola.

La ragazza diventava sempre più violenta, sia con i genitori sia con i parenti. Gli estranei quasi mai si presentavano  per chiedere informazioni, anche per non are l’idea alla famiglia che fossero animati da curiosità morbose. Michela avvertiva il mio arrivo già alcuni minuti prima, quando ero ancora lontano alcuni chilometri, si innervosiva e diceva: “Sempre quello lì in mezzo!”. Sapeva benissimo distinguere l’acqua normale dall’acqua benedetta.. Intuiva quando portavo in tasca delle immagini benedette oppure quando, le lasciavo sul sedile della macchina.

Aveva, nei momenti di crisi, un forza superiore almeno quattro volte a quella dei ragazzi della sua età e della sua costituzione fisica. Gridava in un modo così forte e continuo che, una volta, si fermò davanti a casa sua una pattuglia di carabinieri per chiedermi se avessi necessità di aiuto per ricoverarla in ospedale, perché, in questi casi, i  carabinieri erano autorizzati a fare tale servizio. Dissi che non  c’era bisogno di ricoverarla in ospedale perché non si trattava di un male fisico. Ricordo che andarono via un po’ perplessi. Intanto la situazione degenerava.

Una mattina, mi recai in episcopio e , in modo perentorio, dissi al vescovo: “Eccellenza, la famiglia lo chiede espressamente, con insistenza, lei ha visto la gravità, o interviene lei oppure mi dà l’autorizzazione per procedere all’esorcismo”. Il vescovo acconsentì e mi disse: “Tienimi informato”. Fu per me il battesimo da esorcista.

Per alcuni mesi dovetti ripeterlo più volte finché, una sera, appena concluso l’esorcismo nella forma imperativa, cadde a terra, come morta, vi rimase per qualche minuto, poi si alzò completamente trasformata nel volto, serena e distesa. Mi sembrava una persona diversa da quella che, per mesi, avevo seguito con tanta attenzione e cura. I familiari non avevano parole per ringraziarmi, ma spiegai, subito, che niente era avvenuto per mio merito, ma per la Misericordia Divina.

La ragazza non ricordava più nulla, né dei nostri incontri di preghiera né delle mie frequenti visite, tanto che, sorpresa, chiedeva ai genitori: “Dove l’abbiamo conosciuto questo prete?”. Loro rispondevano: “Sono stati i nostri parenti che le hanno invitato qui a casa”.

Solo qualche anno più tardi lei  seppe, dalle amiche, che, per un certo periodo, era stata male, ma non immaginava neppure le sofferenze che le erano state inferte durante il periodo della possessione.

I nostri rapporti d’amicizia con la famiglia si intensificarono e, ancora oggi, a distanza di oltre vent’anni, rimangono saldi”.  

Il famoso sociologo delle religioni Massimo Introvigne che ha curato la presentazione del testo di don Gianni scrive che Don Sini, affronta qui un argomento molto delicato, che provocherà, forse, scetticismo e sarcasmo in molti. Parlare del diavolo è scomodo, perché richiama memorie medioevali, in un Terzo Millennio dominato da un pensiero illuministico e materialistico.

Del diavolo, però, si parla dappertutto: nei salotti televisivi, nei film , nei libri. Si parla di magia, di satanismo, di occultismo, perché non dovrebbe parlarne un esperto in materia, un sacerdote incaricato dalla Chiesa, in sintesi, un “esorcista”?

Il libro si basa sulla Rivelazione e sulla Tradizione della Chiesa, con riferimento costante alla Sacra Scrittura e ai documenti del Concilio. La maggior parte delle persone, che si sono rivolte all’esorcista, proviene da esperienze con il mondo dell’occultismo, della magia e dello spiritismo, che hanno favorito l’ingresso di satana nella loro vite che, a volte, si sono ritrovate vittime inconsapevoli di fatture e malefici procurati da altri, nascosti persino tra i regali di nozze. Tali esperienze, seppur dolorose, sono sempre transitorie, perché l’esorcista, grazie alla forza del ministero affidatogli dalla Chiesa, aiuta ad uscire vincitori dai legami col Maligno presentando Cristo come unica via di salvezza.

Don Marcello Stanzione

Credente
00mercoledì 30 maggio 2012 16:46

Recensione del libro “Gesù e i testimoni oculari”

 Marco C., laureato in Archeologia presso l’Università di Bari, membro del corso di specializzazione presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e la Scuola di Specializzazione in Archeologia presso l’Università la Sapienza di Roma, ha lavorato in diversi scavi in Italia e all’estero, si occupa prevalentemente di cristianizzazione delle aree rurali nell’età tardoantica e altomedievale. In questo articolo presenterà un libro recentemente pubblicato: “Gesù e i testimoni oculari (Edizioni GBU 2010, pp. 720, euro 28) di Richard Bauckham. L’esperto si è reso anche disponibile a rispondere a domande, dubbi ed eventuali critiche che potranno essere postate nei commenti sotto l’articolo.

 

di Marco C.*
*archeologo

 I Vangeli sono documenti storici, non libri di favole e gli eventi in essi narrati sono verità storiche, non miti. La loro autenticità è garantita dall’autorevolezza dei “testimoni oculari”, i cui racconti hanno fornito la “materia prima” su cui sono stati costruiti i racconti evangelici. La tesi di Richard Bauckham, professore emerito di Studi Neotestamentari presso l’Università di St. Andrews in Scozia, non è nuova, ma trae nuova linfa vitale grazie al suo ultimo lavoro, tradotto in italiano con il titolo di “Gesù e i testimoni oculari“: i fatti narrati dagli evangelisti sono vicini alla narrazione originale che ne fecero i testimoni oculari e, sebbene mediati dalle realtà culturali delle prime comunità a cui afferivano gli evangelisti, presentano una narrazione vivida e diretta degli eventi che segnarono la vita pubblica di Gesù Cristo.

La testimonianza dei discepoli svolge, dunque, un ruolo chiave nella redazione dei testi evangelici: i loro racconti, diffusi immediatamente dopo la morte e la resurrezione di Gesù, sarebbero circolati per anni, grazie all’infaticabile predicazione degli apostoli, che rimasero in attività per molti anni, dedicandosi all’evangelizzazione e alla costruzione delle prime comunità cristiane. Ed il lavoro di Bauckham, in questo senso, è illuminante, ribattendo colpo su colpo alla teoria della critica delle forme, identificata nella figura del pastore evangelico Rudolf Bultmann, che invece voleva i racconti evangelici frutto non di una testimonianza diretta ma di un coacervo di tradizioni ebraiche e paleocristiane, presentate nel loro sviluppo primitivo, ad uso e consumo delle prime comunità allo scopo di fornire un testo guida per l’edificazione morale dei primi adepti alla nuova religione cristiana.

Lo studioso scozzese, riprendendo vecchie critiche a questa posizione, asserisce che il divario cronologico tra il Gesù storico e la redazione dei Vangeli (che è un fatto acclarato) sia stato colmato dalla tradizione orale che avrebbe sicuramente manomesso o distorto alcuni episodi (come si evince dalle peculiarità narrative di ciascun Vangelo), ma avrebbegarantito l’originalità e la “freschezza” del messaggio messianico di Gesù di Nazareth. Lungi dal considerare la trasmissione orale un elemento di delegittimazione della verità storica (tesi più volte confutata), Bauckham individua proprio in questo mezzo l’elemento decisivo per la diffusione della Novella nelle prime comunità e per la formazione dei testi evangelici, traendo spunto non da una tradizione comune ma dalla testimonianza oculare di coloro che vissero l’avventura terrena di Gesù e ne seguirono la predicazione: questi testimoni continuarono a diffondere il Verbo dopo la loro morte, permettendo non solo di coagulare intorno a sè le prime comunità ma fornendo anche una tradizione, prima orale e poi scritta, su cui fondare la futura Chiesa universale.

In questo link l’introduzione originale dell’autore del libro.

Credente
00venerdì 1 giugno 2012 22:59


Pontifex.RomaIl Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV-TR) dell'American Psychiatric Association (APA) distingue i Disturbi Correlati alla Cannabis in Disturbi da Uso di Cannabis e Disturbi Indotti da Cannabis. I criteri per definire le manifestazioni di Abuso e Dipendenza da Cannabis sono i medesimi delle altre sostanze. Secondo il DSM IV-TR, negli effetti acuti la caratteristica essenziale dell’intossicazione da cannabis è la presenza di modificazioni comportamentali disadattive o psicologiche clinicamente significative, che si sviluppano durante, o poco dopo, l’assunzione di cannabis. Il THC e il suo metabolita attivo, agendo sul Sistema Nervoso Centrale e modificando il turnover di molti neurotrasmettitori quali la noradrenalina, la dopamina, la serotonina e l’acetilcolina, inducono i seguenti effetti: un senso di benessere (con cui tipicamente inizia l’intossicazione); aumento del tono dell’umore, euforia con risate; loquacità; ...

... sedazione; rilassamento; letargia; disturbi delle capacità cognitive (ad esempio, memoria a breve termine, capacità critica, problem solving); disturbi motori; disturbi delle abilità psicomotorie (ad esempio, la compromissione della coordinazione dei movimenti e l’aumento del tempo di reazione che interferiscono con la prestazione alla guida di un’automobile); disturbi delle capacità percettive sensoriali (alterata percezione dello spazio, sensazione di rallentamento del tempo, e in genere aumentata sensibilità verso gli stimoli esterni: fa vedere nuovi dettagli e fa sembrare i colori più brillanti); modificazione dello stato di coscienza (il mondo viene visto come in sogno, il fluire delle idee aumenta); può presentarsi una psicosi tossica acuta con alterazioni gravi delle percezioni (illusioni e allucinazioni); possono verificarsi stati d’ansia e attacchi di panico (i consumatori occasionali senza esperienza hanno maggiori probabilità di avvertire sintomi d’ansia rispetto ai consumatori abituali); occasionalmente si verificano disforia (alterazione dell’umore in senso depressivo, accompagnato da agitazione e irritabilità) o ritiro sociale.

Quando la cannabis viene fumata, il THC passa rapidamente dagli alveoli polmonari al flusso sanguigno, che lo porta agli organi di tutto il corpo, incluso il cervello, così l’intossicazione si sviluppa entro pochi minuti e l’effetto è più intenso. Se la sostanza viene assunta per via orale, gli effetti acuti possono essere visibili dopo qualche ora.

L’intensità e la qualità delle modificazioni psicologiche o comportamentali dipendono: dalla dose; dalle altre sostanze assunte in associazione (ad esempio, alcol o altre droghe); dalle caratteristiche individuali del soggetto, come il tasso di assorbimento, la tolleranza e la sensibilità agli effetti della sostanza.

Quando sono assunti in dosi elevate i cannabinoidi producono effetti psicoattivi che possono essere simili a quelli degli allucinogeni (ad esempio, LSD), e i soggetti che utilizzano cannabinoidi possono sperimentare effetti mentali avversi che assomigliano ai bad trips, espressione gergale che si riferisce agli effetti spiacevoli e negativi conseguenti all’assunzione di sostanze allucinogene.

Questi effetti variano da livelli moderati di ansia a gravi reazioni ansiose che assomigliano agli attacchi di panico.

Si possono manifestare sospettosità e deliri con allucinazioni. Sono stati riferiti anche casi di depersonalizzazione (sensazione di distaccamento o estraneità a se stessi) e di derealizzazione (sensazione di percepire in maniera distorta il mondo esterno al soggetto e, a volte, di percepire gli individui conosciuti come estranei).

Fabio Bernabei 
Presidente Centro Culturale Lepanto

Capitolo tratto dal testo "Cannabis medica" edito dalla Sugarco.

Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro

CONSIGLIAMO A TUTTI, SPECIALMENTE AI GENITORI, LA LETTURA DEL TESTO

Coordin.
00sabato 23 giugno 2012 08:41

GRANDE PROMOZIONE ESTIVA 2012!!!

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Evoluzione. Un trattato critico. Reinhard Junker, Siegfried Scherer

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 Per finirla con l'evoluzionismo Daniel Raffard de Brienne http://www.origini.info/libro.asp?id=73 € 24,00 invece di € 39,50

 Cultura e Bibbia Fernado De Angelis http://www.origini.info/libro.asp?id=106 € 26,00invece di € 46,00

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Per prenotare e/o informazioni: redazione@origini.info

Con il contributo di:

Coordin.
00martedì 24 luglio 2012 09:13

Pontifex.RomaE stato pubblicato un piccolo libricino dalla editrice Segno di Udine, che si  intitola "A TE CHE NON CREDI" ed è una sorta di lettera aperta che l'autore dedica a tutti i non credenti ed anche ai cattolici non praticanti;

Siccome riguarda molto da vicino ciò che ci siamo prefissi di conseguire in questo nostro gruppo riportiamo un estratto di questo prezioso opuscolo:

***

Non ci credi, vero?

Prova a guardare indietro alla tua vita passata; che tu abbia vissuto pochi o molti anni non importa, scopri quante situazioni felici o dolorose hai vissuto, quante esperienze che ti hanno fatto crescere e ti hanno dato soddisfazione, ma anche sofferenza.

Ricorda le scelte che hai fatto e il coraggio che hai avuto per cercare di costruire la tua vita e il tuo mondo come desideravi.

Hai creduto negli altri e in te stesso e in qualche modo i tuoi desideri si sono realizzati, oppure come accade, purtroppo, dopo aver sudato e faticato, qualcosa non è andato come volevi e forse il tuo sogno si è sgretolato e ora sei una persona insoddisfatta, arrabbiata con gli altri e con te stessa.

Comunque sia la tua vita, sono sicuro che un'idea si è formata nella tua mente: ti sei convinto che Dio non esiste o lo immagini come un qualcosa e non riesci a vederlo come un Qualcuno. Penso che tu creda anche che Gesù è stato solo un grande personaggio morto e sepolto, che i suoi miracoli e la sua vita sono solo racconti popolari. Nulla di più, Gesù secondo te non è risuscitato.

Eppure il Vangelo ti dice: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!” (Lc 24,38).

Se talora ammetti l’esistenza di Dio, lo percepisci forse lontano e severo, dato che non fa nulla per fermare le guerre, non fa crescere il grano nei luoghi dove si muore di fame, non fulmina gli assassini e i violenti e, per di più, non li punisce.

Quindi potresti annoverarti tra coloro che giudicano Dio per quello che succede di grave nel mondo.

Forse non ti piace che Dio esista per il fatto che non accetti che ci sia Qualcuno al di sopra di tutti e a cui dovresti rendere conto, dato che vuoi essere una persona libera da ogni comandamento o dogma religioso e da ogni giudizio di Dio sul tuo conto e, poiché non fai del male a nessuno, pensi di non aver bisogno di un Dio che ti dovrebbe dire quello che devi o non devi fare.

Forse sei scandalizzato per i comportamenti incoerenti di tanti cristiani e di persone consacrate.

Giudichi la Chiesa come una sorta di organizzazione che vuole soggiogare con la paura dell’inferno per affermarsi con un potere politico ed economico; credi che nasconda o mistifichi tutta la verità su Gesù e i suoi Apostoli, per il fatto che consideri Gesù semplice creatura come tutti noi e mai risorto.

-------------------

Queste e tante altre sono le tue perplessità, che ti tengono lontano da Dio o forse contro di Lui.

Abbiamo voluto aprire questo gruppo anche per te che non credi, pensando che sei un figlio di Dio come noi che crediamo e che abbiamo avuto le tue stesse perplessità prima di volgerci verso il nostro Creatore che ci ha atteso come un Padre paziente ed amorevole.

Per questo abbiamo cercato di raccogliere, soprattutto per te che ancora non credi, tutto ciò che può spingerti ad aderire alla fede e portarti ad una vita rinnovata e piena.

Coordin.
00lunedì 12 novembre 2012 08:18
1.
Benedetto XVI
Gesù di Nazaret vol. 3 L'infanzia di Gesù (Libreria Editrice Vaticana, 2012)
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2.
Francesco Testaferri
Credo, aiutami nella mia incredulità (Mc. 9, 24). Una fede (Cittadella, 2012)
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n. 44 copie subito disponibili !!
 
3.
Bruno MaggioniGianfranco Ravasi
La Bibbia pocket. Versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana(San Paolo Edizioni, 2012)
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n. 8 copie subito disponibili !!
 
4.
Simonetti ManlioPrinzivalli Emanuela
Storia della letteratura cristiana antica (EDB, 2010)
Prezzo scontato: € 44,00  (Libro in offerta!)
Anzichè il prezzo di copertina: € 49,60
n. 1 copia subito disponibile !
Coordin.
00sabato 24 novembre 2012 08:09

BENEDETTO XVI

Il cuore della Storia

 

21/11/2012 - È uscito il nuovo libro del Papa. La figura di Maria, il contesto storico, la notte di Natale, l'incontro con i dottori del Tempio... Ecco alcuni brani da "L'infanzia di Gesù" (Rizzoli)

«Colei in cui avviene un nuovo inizio» 
Maria che, in realtà, è un nuovo inizio e relativizza l’intera genealogia. Attraverso tutte le generazioni, tale genealogia [il Papa sta parlando di quella descritta da Matteo nel suo vangelo] aveva proceduto secondo lo schema: «Abramo generò Isacco…». Ma alla fine compare una cosa ben diversa. Riguardo a Gesù non si parla più di generazione, ma si dice: «Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo» (Mt 1,16). Nel successivo racconto della nascita di Gesù, Matteo ci dice che Giuseppe non era il padre di Gesù e che egli intendeva ripudiare Maria in segreto a causa del presunto adulterio. E allora gli viene detto: «Ciò che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo» (Mt 1,20). Così, l’ultima frase dà una nuova impostazione dell’intera genealogia. Maria è un nuovo inizio. Il suo bambino non proviene da alcun uomo, ma è una nuova creazione, è stato concepito per opera dello Spirito Santo. La genealogia rimane importante: Giuseppe è giuridicamente il padre di Gesù. Mediante lui, Egli appartiene secondo la Legge, «legalmente», alla tribù di Davide. E tuttavia viene da altrove, «dall’alto» – da Dio stesso. Il mistero del «di dove», della duplice origine, ci viene incontro in modo molto concreto: la sua origine è determinabile e, tuttavia, è un mistero. Solo Dio è nel senso proprio il «Padre» suo. La genealogia degli uomini ha la sua importanza riguardo alla storia del mondo. E, ciononostante, alla fine è Maria, l’umile vergine di Nazaret, colei in cui avviene un nuovo inizio, ricomincia in modo nuovo l’essere persona umana. 
Dal capitolo 1, «Di dove sei tu?» (Gv 19,9), pp 15-16


«Avvenga per me secondo la tua parola»
Bernardo di Chiaravalle, in una sua omelia di Avvento, ha illustrato in modo drammatico l’aspetto emozionante di questo momento. Dopo il fallimento dei progenitori, tutto il mondo è oscurato, sotto il dominio della morte. Ora Dio cerca un nuovo ingresso nel mondo. Bussa alla porta di Maria. Ha bisogno della libertà umana. Non può redimere l’uomo, creato libero, senza un libero «sì» alla sua volontà. Creando la libertà, Dio, in un certo modo, si è reso dipendente dall’uomo. Il suo potere è legato al «sì» non forzato di una persona umana. Così Bernardo mostra come, nel momento della domanda a Maria, il cielo e la terra, per così dire, trattengono il respiro. Dirà «sì»? Lei indugia... Forse la sua umiltà le sarà d’ostacolo? Per questa sola volta - le dice Bernardo - non essere umile, bensì magnanima! Dacci il tuo «sì»! È questo il momento decisivo, in cui dalle sue labbra, dal suo cuore esce la risposta: «Avvenga per me secondo la tua parola». È il momento dell’obbedienza libera, umile e insieme magnanima, nella quale si realizza la decisione più elevata della libertà umana. Maria diventa madre mediante il suo «sì». I Padri della Chiesa a volte hanno espresso tutto ciò dicendo che Maria avrebbe concepito mediante l’orecchio – e cioè: mediante il suo ascolto. Attraverso la sua obbedienza, la Parola è entrata in lei e in lei è diventata feconda. In questo contesto, i Padri hanno sviluppato l’idea della nascita di Dio in noi attraverso la fede e il Battesimo, mediante i quali sempre di nuovo il Logos viene a noi, rendendoci figli di Dio. Pensiamo, per esempio, alle parole di sant’Ireneo: «Come l’uomo passerà in Dio, se Dio non è passato nell’uomo? Come abbandoneranno la nascita per la morte, se non saranno rigenerati mediante la fede in una nuova nascita, donata in modo meraviglioso ed inaspettato da Dio, nella nascita dalla Vergine, quale segno della salvezza?» (Adv. haer. IV 33, 4; cfr. H. Rahner, Symbole der Kirche, p. 23). 
Dal capitolo 2, L’annuncio della nascita di Giovanni Battista e della nascita di Gesù, pp. 46-47


«Nel quadro della grande storia universale»
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra» (Lc 2,1). Con queste parole Luca introduce il suo racconto sulla nascita di Gesù e spiega perché essa è avvenuta a Betlemme: un censimento con lo scopo di determinare e poi riscuotere le imposte è la ragione per cui Giuseppe con Maria, sua sposa, che è incinta, vanno da Nazaret a Betlemme. La nascita di Gesù nella città di Davide si colloca nel quadro della grande storia universale, anche se l’imperatore non sa nulla del fatto che questa gente semplice, a causa sua, è in viaggio in un momento difficile e così, apparentemente per caso, il bambino Gesù nascerà nel luogo della promessa. Per Luca il contesto storico-universale è importante. Per la prima volta viene registrata «tutta la terra», l’«ecumene» nel suo insieme. Per la prima volta esiste un governo e un regno che abbraccia l’orbe. Per la prima volta esiste una grande area pacificata, in cui i beni di tutti possono essere registrati e messi al servizio della comunità. Solo in questo momento, in cui esiste una comunione di diritti e di beni su larga scala e una lingua universale permette ad una comunità culturale l’intesa nel pensiero e nell’agire, un messaggio universale di salvezza, un universale portatore di salvezza può entrare nel mondo: è, difatti, «la pienezza dei tempi». 
Dal capitolo 3, La nascita di Gesù a Betlemme, pp. 71-72


«Un cantare, in cui tutto lo splendore della grande gioia annunciata si fa percettibilmente presente»
L’angelo del Signore si presenta ai pastori e la gloria del Signore li avvolge di luce. «Essi furono presi da grande timore» (Lc 2,9). L’angelo, però, dissipa il loro timore e annuncia loro «una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10s). Viene loro detto che, come segno, avrebbero trovato un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. «E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del [suo] compiacimento”» (Lc 2,12-14). L’evangelista dice che gli angeli «parlano». Ma per i cristiani era chiaro fin dall’inizio che il parlare degli angeli è un cantare, in cui tutto lo splendore della grande gioia da loro annunciata si fa percettibilmente presente. E così, da quell’ora in poi, il canto di lode degli angeli non è mai più cessato. Continua attraverso i secoli in sempre nuove forme e nella celebrazione del Natale di Gesù risuona sempre in modo nuovo. Si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino ad oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata. 
Dal capitolo 3, La nascita di Gesù a Betlemme, pp. 87-88


«L’uomo assunto da Dio vale più dell’universo intero» 
Nel mondo antico, i corpi celesti erano guardati come potenze divine che decidevano del destino degli uomini. I pianeti portano nomi di divinità. Secondo l’opinione di allora, essi dominavano in qualche modo il mondo, e l’uomo doveva cercare di venire a patti con queste potenze. La fede nell’unico Dio, testimoniata dalla Bibbia, ha qui operato ben presto una demitizzazione, quando il racconto della creazione, con magnifica sobrietà, chiama il sole e la luna – le grandi divinità del mondo pagano – «lampade» che Dio, insieme con tutta la schiera delle stelle, appende alla volta celeste (cfr.Gen 1,16s). Entrando nel mondo pagano, la fede cristiana doveva nuovamente affrontare la questione delle divinità astrali. Per questo, nelle Lettere dalla prigionia agli Efesini e ai Colossesi, Paolo ha fortemente insistito sul fatto che il Cristo risorto ha vinto ogni Principato e Potenza dell’aria e domina tutto l’universo. In questa linea sta anche il racconto della stella dei Magi: non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il Bambino guida la stella. Volendo, si può parlare di una specie di svolta antropologica: l’uomo assunto da Dio – come qui si mostra nel Figlio unigenito – è più grande di tutte le potenze del mondo materiale e vale più dell’universo intero. 
Dal capitolo 4, I Magi d’Oriente e la fuga in Egitto, pp. 118-119


«L’obbedienza che condurrà alla Croce e alla Risurrezione»
Ma come? Mi avete cercato? Non sapevate dove deve essere un figlio? Che cioè deve trovarsi nella casa del Padre, «nelle cose del Padre» (Lc 2,49)? Gesù dice ai genitori: mi trovo proprio là dove è il mio posto – presso il Padre, nella sua casa. In questa risposta sono importanti soprattutto due cose. Maria aveva detto: «Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Gesù la corregge: io sono presso il Padre. Non è Giuseppe mio padre, ma un Altro – Dio stesso. A Lui appartengo, presso di Lui mi trovo. Può forse essere espressa più chiaramente la figliolanza divina di Gesù? Con ciò è direttamente connessa la seconda cosa. Gesù parla di un «dovere» al quale Egli si attiene. Il figlio, il bambino deve essere presso il padre. La parola greca deî, che Luca qui usa, ritorna sempre nei Vangeli là dove viene presentata la disposizione della volontà di Dio, alla quale Gesù è sottomesso. Egli «deve» soffrire molto, essere rifiutato, venire ucciso e risorgere, come dice ai discepoli dopo la professione di Pietro (cfr. Mc 8,31). Questo «deve» vale già anche in questo momento iniziale. Egli deve essere presso il Padre, e così diventa chiaro che ciò che appare come disobbedienza o come libertà sconveniente nei confronti dei genitori, in realtà, è proprio espressione della sua obbedienza filiale. Egli è nel Tempio non come ribelle contro i genitori, bensì proprio come Colui che obbedisce, con la stessa obbedienza che condurrà alla Croce e alla Risurrezione. 
Dall’epilogo, Gesù dodicenne nel Tempio, pp. 143-144


«A tu per tu col Padre, egli vive alla sua presenza»
Da una parte, nella risposta del dodicenne si è reso evidente che Egli conosce il Padre - Dio - dal di dentro. Egli solo conosce Dio, non soltanto attraverso persone umane che lo testimoniano, ma Egli lo riconosce in se stesso. Come Figlio, Egli sta a tu per tu con il Padre. Vive alla sua presenza. Lo vede. Giovanni dice che Egli è l’Unico che «è nel seno del Padre» e perciò può rivelarlo (Gv 1,18). È proprio ciò che diventa evidente nella risposta del dodicenne: Egli è presso il Padre, vede le cose e gli uomini nella sua luce. Tuttavia è anche vero che la sua sapienza cresce. In quanto uomo, Egli non vive in un’astratta onniscienza, ma è radicato in una storia concreta, in un luogo e in un tempo, nelle varie fasi della vita umana, e da ciò riceve la forma concreta del suo sapere. Così appare qui, in modo molto chiaro, che Egli ha pensato ed imparato in maniera umana. Diventa realmente chiaro che Egli è vero uomo e vero Dio, come s’esprime la fede della Chiesa. Il profondo intreccio tra l’una e l’altra dimensione, in ultima analisi, non lo possiamo definire. Rimane un mistero e, tuttavia, appare in modo molto concreto nella breve narrazione sul dodicenne – una narrazione che così apre al tempo stesso la porta verso il tutto della sua figura, che poi ci viene raccontato dai Vangeli. 
Dall’epilogo, Gesù dodicenne nel Tempio, pp. 146-147

 
 
Credente
00venerdì 11 gennaio 2013 17:09

MA CHE C'ENTRA DARWIN 

Un dialogo amichevole sull'evoluzione

Robert C. Newman, John L. Wiester, Janet & Jonathan Moneymaker

Edito da Alfa & Omega e AISO

Prezzo € 12,50 -Pagine 153

 

 

 Dibattito fra due professori sull'evoluzione e su quanto la scienza riesca a spiegare sulla vita. Scoprite cosa c'entra la logica. Verificate se le variazioni nelle dimensioni del becco dei fringuelli delle Galapagos provano il darwinismo. Scoprite le avventure entusiasmanti dei supereroi, Mutaman e Selecta. C'è più di quanto pensate dietro tutto ciò!

Coordin.
00martedì 16 aprile 2013 08:12

La fede, dentro i rivoli della vita

di Walter Muto

10/04/2013 - L'ultimo libro di Jonah Lynch spazia su molto: scienza, musica, fede, ragione. Con una serie di "deviazioni" che riporta sempre al tema principale: «L'uomo è un mistero, spiegato solo da un amore debordante»

Mi si perdoni il gioco di parole iniziale, ma un musicista non improvvisato sa bene cosa significhi improvvisare. Tutto il contrario di quello che normalmente si intende per «lasciare le cose all’improvvisazione». Occorre conoscere profondamente l’armonia, la concatenazione degli accordi del pezzo per poter creare melodie estemporanee - cioè composte nel momento in cui si suona - senza lasciar spazio a note stonate. 

È quello che accade nell’ultimo libro di Jonah Lynch, Egli canta ogni cosa, che nel sottotitolo recita proprio Improvvisazione libera su Dio, la musica, la scienza e l’amore.L’improvvisazione è libera, sì, ma il tessuto armonico è ben solido, costruito su una fede che tiene conto di tutti gli aspetti razionali della scienza e che al tempo stesso comprende che la vera musica del cosmo è l’amore.

I grandi temi della vita vanno affrontati in maniera lineare. Come quando si insegna: se si esce dalla strada maestra, bisogna essere in grado di tornarci - con una spinta uguale e contraria, si potrebbe aggiungere -, altrimenti si rischia di perdere la via. Così Lynch, molto americano, come sottolinea Paolo Cevoli nella prefazione, compie un volo alto ed ampio su tutta una serie di particolari della vita umana senza mai staccarsi dal tema principale. Molto americano, e quindi molto concreto. Una fede astratta non interessa. Un Cristo solo idea non attrae. La fede è concreta, il Signore assume il corpo degli amici che gli scrivono chiedendo un consiglio. E a cui lui risponde, non con un consiglio, ma con una vita testimoniata; con una domanda incessante che dà forma al cuore; con una fede amorosa che mette nella giusta luce anche tutte le conquiste scientifiche e tutti i dubbi umani. 

Una serie di detour, di circonlocuzioni diremmo noi italiani complicando la stringatezza anglosassone. Detours che però non sono deviazioni, ma semmai convergenze; tornando alla terminologia musicale, diremmo variazioni che riportano all’unico grande tema: la vita umana è un mistero, che può essere spiegato solo da un amore debordante. L’amore incarnato del Creatore, che sorride mentre canta ogni cosa. 
In definitiva, e per concludere: di che cosa parla il libro? Di scienza, di musica, di fede, di ragione. Di Destino e di domanda. Di incontri che fanno ritenere possibile ed auspicabile la strada che da soli non si sarebbe deciso di prendere.Il libro parla di che cosa è essere uomini in rapporto con un Destino più grande e buono. Questo è il tema, le variazioni sono tutti i rivoli della vita in cui si incarna. 

Jonah Lynch 
Egli canta ogni cosa
2013 Lindau
pp. 132 - € 10

Coordin.
00domenica 16 giugno 2013 07:48

«Il mio regno non è di quaggiù»

di Alessandro Banfi

13/06/2013 - Esce l'ultimo libro del filosofo Massimo Borghesi, con a tema la distinzione tra "fede e spada" e i rischi di una teologia politica. Una riflessione che va dal “De civitate Dei” di sant'Agostino al Concilio Vaticano II, fino ai giorni nostri

Sembra a volte che la società secolarizzata si sia lasciata alle spalle la questione emersa nel drammatico dialogo fra Pilato e Gesù Cristo, in una delle scene finali della sua vita terrena. E invece, in un certo senso, tutto torna lì. Tutta la storia, anche del pensiero politico occidentale, prende le mosse da quelle parole. Dice Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Parole che «segnano una distinzione fra la fede e la spada, che nessuna teologia politica può eliminare». 

Da questa riflessione, potente anche esteticamente, prende le mosse l'ultima fatica di Massimo Borghesi che dedica un saggio ricchissimo, e pieno di spunti fecondi, proprio al tema della teologia politica. L'autore da cui scatta l'analisi di Borghesi è sant'Agostino e in particolare l'Agostino del De civitate Dei, scritto anche come risposta alle critiche dei pagani dopo il sacco di Roma da parte dei Goti guidati da Alarico nel 410 dopo Cristo. Un sant'Agostino riscoperto a fondo da don Giacomo Tantardini, alla cui memoria è dedicato il libro.

I padri della Chiesa nei primi quattro secoli hanno chiara la distinzione tra Chiesa e Stato, cristianesimo e mondo. Il Concilio Vaticano II «nel ritorno all'orizzonte patristico» dialoga con la modernità, riprendendo questa concezione originaria. Ma Borghesi legge nella tensione fra chi favorisce una teologia della politica (come Agostino) e chi invece vuole una teologia politica la costante di tutto il pensiero politico europeo-occidentale fino ai nostri giorni. «La teologia politica», spiega «rappresenta una forma di secolarizzazione», arrivando fino al pensiero di Carl Schmitt (una forma di teomanicheismo, una teopolitica gnostica, secondo la definizione di Eric Voegelin). Proprio per Schmitt, infatti, «non c'è teologia politica se non c'è nemico». Viene subito da pensare quanto bisogno del nemico c'è nel pensiero politico contemporaneo...

Brillanti sono i collegamenti attraverso la storia e il pensiero che Borghesi stabilisce sulla base di una solida e attenta ricerca. Mostrando come anche l'insegnamento dei Papi sia in linea con questa lettura. Dal Giovanni Paolo IIche non approva l'invasione dell'Iraq nella logica teocon dello scontro tra civiltà dopo l'11 settembre, fino alBenedetto XVI che condanna il “messianismo” in politica, come nel discorso di Ratisbona: «Il cristianesimo si è sempre impegnato a lasciare il politico nella sfera della razionalità e dell'etica».

Massimo Borghesi
Critica dell teologia politica
Marietti
pp. 350 - € 28

Coordin.
00venerdì 5 luglio 2013 08:32

I nuovi perseguitati

I nuovi perseguitatiIndagine sulla intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del martirio.
250 milioni di cristiani rischiano la vita ogni giorno. Il bilancio è tragico: 160.000 vittime all’anno in America Latina, Nord Africa, Paesi Arabi e Asia, 604 missionari trucidati dal 1990 a oggi in Messico, Colombia, Algeria, Arabia Saudíta, Pakistan, India, Cina e Birmania. All’alba del terzo millennio i cristiani subis cono ancora persecuzioni cruente, costanti e diffuse. Si tratta di massacri perpetrati per ragioni politiche oppure in nome della fede? Un reportage giornalistico avvincente che fa il punto sulla situazione internazionale cogliendo i nessi fra politica, economia e cultura con lucidità ed efficacia.

Coordin.
00mercoledì 18 dicembre 2013 08:04

Ecco mia Madre. Maria nell’esperienza di una vita





Dal monito di papa Francesco all’ultimo libro di Rosanna Brichetti Messori, una testimonianza personale della necessità di Maria nella vita dell’uomo di oggi




 


cop_ecco_mia_madre_webRicevendo in udienza migliaia di volontari e assistiti dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali, papa Francesco ha caldamente raccomandato di riscoprire «le ragioni più profonde» della spiritualità che fa riferimento alla Vergine Santa.


IL LIBRO. È proprio dell’esperienza quotidiana della vicinanza alla Madonna che Rosanna Brichetti Messori ci parla nel suo ultimo libro, Ecco mia Madre. Maria nell’esperienza di una vita (Fede & Cultura, Verona 2013, pp. 128, € 12), nel quale presenta la devozione alla Vergine Maria come la via privilegiata per risvegliare ed esprimere oggi la fede cristiana. Sì, a maggior ragione in tempi come gli attuali caratterizzati dall’iper-tecnologizzazione, dall’individualismo e dall’aridità, perché non è un caso che sono così affollati i pellegrinaggi a Lourdes, Fatima, Medjugorje e Guadalupe, «luoghi pieni di vita perché attestano la presenza tuttora operante della Madonna che si esprime in guarigioni fisiche ma soprattutto spirituali». L’autrice racconta quindi la propria personale esperienza di quest’amore liberante e presenta spunti di riflessione sui temi mariani, per spiegare come Maria operi concretamente nel nostro cuore per aprirlo verso l’alto, attraverso il suo amore materno, e interceda presso il Padre per ottenere tutte quelle grazie di guarigione di cui abbiamo bisogno.


LA TRADIZIONE MARIANA. La Brichetti raccoglie in questo libro molti dei contributi pubblicati nella rubrica “La tradizione spirituale”, curata mensilmente per il mensile il Timone, recando con il suo scrivere caldo e confidenziale una testimonianza personale e coinvolgente di come la Vergine Maria operi nella vita di ciascuno intercedendo in favore di tutti i cristiani. Dopo essersi laureata in giurisprudenza all’università di Milano l’autrice si è specializzata in sociologia a Roma e in teologia ad Assisi. Collaboratrice di giornali e riviste, con esperienza di editing per importanti editori, ha finora pubblicato diversi saggi di spiritualità, fra i quali per le edizioni Sugarco di Milano Credere per vivere. Alla riscoperta della fede cristiana (2007), con un Preambolo del marito Vittorio Messori, Mi chiamo «sì». Raccolta di scritti di suor Maria Estella Gregorat (2009) e Fede: un incontro non una teoria. Sulla via di Emmaus per ritrovare Gesù (2009).


DEVOZIONE POPOLARE. Nella collana I Quaderni de “il Timone” ha scritto invece due veri e propri “vademecum” per la devozione popolare come La Medaglia miracolosa (2011), dedicato alla spiritualità inaugurata nel 1830 dalle apparizione mariane a santa Catherine Labouré (1806-1876) e Sacri cuori di Gesù e di Maria. Che cosa ha voluto dirci il cielo? (2012), sulle straordinarie apparizioni di Gesù e di Maria a Paray-le-Monial, Rue du Bac, Lourdes, Pellevoisin, Fatima ed all’“apostola della Divina Misericordia”, suor Faustina Kowalska (1905-1938).



Credente
00sabato 1 febbraio 2014 23:28
La nuova alleanza tra Scienza e Fede

Pasquale Maria Mainolfi


La nuova alleanza tra Scienza e Fede
Le lezioni di Antonino Zichici a Benevento. La scienza non è nemica della Fede, essa nasce dalla capacità umile, creaturale di porre domande rigorose a Colui che ha fatto il mondo. Contiene inserto fotografico a colori


Prezzo
€ 10,00

Codice ISBN: 9788861387140


Coordin.
00sabato 8 febbraio 2014 07:51

Corti Eugenio - Il cavallo rosso



Il cavallo rosso Titolo Il cavallo rosso
Autore Corti Eugenio
Prezzo
Outlet - 50%
€ 12,00
(Prezzo di copertina € 24,00 Risparmio € 12,00)
Dati 2007, 1280 p., 24 ed.
Editore Ares  (collana Opere di Eugenio Corti)

Normalmente disponibile per la spedizione entro 3 giorni lavorativi


   
       
     
     
Descrizione
Uscito nel Maggio 1983, "Il cavallo rosso" è stato subito accolto dai lettori e dai critici non condizionati da ideologie, come un grande caso letterario; tale si è confermato con il succedersi delle edizioni. Le sue vicende romanzesche e insieme vere, si intrecciano inestricabilmente con i grandi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974. Catturato dalla trama densissima, il lettore compie di pagina in pagina l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: gioisce, soffre, ride, piange, cresce insieme ai protagonisti e gli altri personaggi del romanzo e, nel contempo, si accorge di diventare più chiaro a sè stesso, più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.
Credente
00domenica 6 aprile 2014 14:10

Dolto Françoise - I vangeli alla luce della psicoanalisi. La liberazione...



I vangeli alla luce della psicoanalisi. La liberazione del desiderio Titolo I vangeli alla luce della psicoanalisi. La liberazione del desiderio
Autore Dolto Françoise
Prezzo
Sconto 15%
€ 17,00
(Prezzo di copertina € 20,00 Risparmio € 3,00)
Dati 2012, 285 p., brossura
Traduttore Prezzo R.
Editore et al.   

Normalmente disponibile per la spedizione entro 3 settimane

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"Vedevo l'educazione cosiddetta cristiana, che è quella di tanti nostri pazienti, come nemica della vita e della carità, in totale contraddizione con ciò che una volta mi era apparso nei Vangeli un messaggio di amore e di gioia. Allora li ho riletti ed è stato uno shock." Una psicoanalista tra le più note e autorevoli, cattolica, indaga le inesauribili implicazioni del messaggio dei Vangeli, trovando che essi "illustrano e chiariscono le leggi dell'inconscio" scoperte da Freud. 
Ripercorrendo le scene e le parabole evangeliche, la vicenda umana di Gesù e la sua missione di salvezza sono lette come un processo di liberazione del desiderio: Gesù, proprio come fa uno psicoanalista, "insegna il desiderio e trascina a esso", afferma Françoise Dolto. 
I Vangeli, quindi, non instaurano una morale, ma accendono il piacere della comunione, della comunicazione creativa, inducono a una trasformazione di sé, grazie alla quale si giunge davvero ad amare. Le interpretazioni ricche e originali, sostenute dagli insegnamenti freudiani e da una viva sensibilità religiosa, acquistano nella struttura dialogica del libro una straordinaria chiarezza e immediatezza che coinvolgono anche il lettore meno familiare con il lessico della psicoanalisi. Prefazione di Gérard Sévérin.
Descrizione

Coordin.
00mercoledì 14 maggio 2014 08:23

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Nato nel luglio del 1934, padre Raniero Cantalamessa continua a girare il mondo per predicare la Parola di Dio: conosciuto in Italia soprattutto come volto televisivo, grazie ai suoi commenti alle letture domenicali che per anni ha portato sul piccolo schermo, all’estero il suo nome è dovunque sinonimo di predicazione, e non solo tra i cattolici. Proprio in vista del traguardo dei suoi ottant’anni, Àncora Editrice pubblica “
Il bambino che portava acqua. Una vita a servizio della Parola”.

Un libro-intervista, in cui le domande del giornalista Aldo Maria Valli accompagnano padre Raniero nel racconto della sua vita, intessuta con il filo rosso della chiamata ad essere “il portatore dell’acqua viva della Parola di Dio”. La metafora nasce da un’immagine scolpita nella sua memoria e nel suo cuore: il piccolo Vinicio (così si chiamava allora), che nelle campagne marchigiane porta l’acqua ai mietitori.
 

«Durante l’estate, quando ero bambino, ero incaricato di portare acqua ai mietitori. Al vederci, tutti raddrizzavano le loro schiene, si asciugavano il sudore della fronte e tracannavano d’un fiato intere caraffe d’acqua. In una delle mie prime prediche in presenza di Giovanni Paolo II, ho ricordato come in realtà io abbia continuato a fare per tutta la vita l’umile mestiere che facevo da bambino: portare acqua ai mietitori. Sono cambiati solo i mietitori, che ora sono gli operai nella vigna del Signore, e l’acqua che porto, che ora è la Parola di Dio». P. Raniero Cantalamessa


Scorrendo le pagine della vita di padre Raniero, si può rileggere un periodo intenso e straordinario della “svolta” del Concilio Vaticano II, di cui è stato testimone ma anche protagonista, grazie alla sua sensibilità ecumenica, alla sua attenzione ai segni dello Spirito e alla dedizione al servizio della Parola. Come predicatore della Casa Pontificia, a partire dal 1980 padre Cantalamessa ha rivolto le sue meditazioni a tre papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco), attraversando fasi decisive della vita recente della Chiesa. Ha predicato a un papa santo, al papa entrato nella storia per la scelta umilissima della rinuncia al papato, al primo papa sudamericano, gesuita e di nome Francesco. Un vero recordman.

Il dialogo tra intervistato e intervistatore – che ha coinciso con i primi mesi di pontificato di papa Francesco – si rivela un’esperienza preziosa non solo per approfondire la conoscenza di un grande uomo di fede e grande comunicatore, ma anche per entrare meglio nell’insegnamento del papa arrivato dall’altra parte del mondo. Strada facendo infatti, nella storia e nella testimonianza di padre Raniero si scopre una sorprendente identità tra il suo pensiero e i passi compiuti finora da Francesco, in particolare su un punto: la centralità dell’annuncio, che con il suo messaggio di speranza precede l’obbligo morale che ne può derivare. Nonostante possa apparire un’ovvietà, se si considera lo “scollamento” tra insegnamento della Chiesa e la vita della gente, dovuto proprio a secoli di predominio della dottrina sull’annuncio di salvezza, questo passaggio rappresenta una rivoluzione. O, come sostiene padre Raniero, una “regressione”, nel senso migliore del termine: per il cristiano il vero atto rivoluzionario consiste sempre e soltanto nel tornare a Gesù e alla radicalità evangelica.

 

«Noi non siamo una ‘religione’ di idee, di pura teologia, di cose belle, di comandamenti. No, noi siamo un popolo che segue Gesù Cristo e dàtestimonianza». Papa Francesco – Omelia a Santa Marta, 6 maggio 2014


Interrogato sul rischio che il messaggio di papa Bergoglio possa essere banalizzato dai media e ridotto a un superficiale buonismo di stampo progressista, padre Cantalamessa va al cuore della sfida che la Chiesa è chiamata oggi a sostenere: « Con questo papa torna in modo prepotente la sfida più grande che la fede cristiana lancia a tutti: credere che Dio si sia fatto uomo e sia morto e risorto per ciascuno di noi. Spiritualmente, la maggior parte di noi vive ancora nell’Antico Testamento: la legge prima di tutto. Ma la legge da sola non può nulla e anzi rischia di inaridire l’uomo. Quando l’intera società era cristiana, non c’era bisogno di mettere in primo piano la fede, cioè la ragione profonda del comportamento morale, ma adesso, in una realtà postcristiana che è molto simile a quella precristiana, occorre tornare alle radici. Gli apostoli a Pentecoste non ricevettero lo Spirito Santo perché erano fervorosi, ma diventarono fervorosi per aver ricevuto lo Spirito Santo!».

 

«Una cosa è certa: qualunque sarà la durata del suo papato, non sarà facile tornare indietro. E io aggiungo: per fortuna!». P. Raniero Cantalamessa


Che si tratti di una chiacchierata tra pochi amici, di una trasmissione televisiva con milioni di spettatori o di una meditazione davanti al papa e alla curia romana, padre Raniero conquista sempre chi gli sta di fronte le stesse armi: la verità, la sincerità, l’autenticità e quella libertà che gli consente, nel corso dell’intervista, di rivelare anche qualche rimpianto (come, ad esempio, quello di non aver dato a suo tempo importanza a Padre Pio e non averlo per questo mai incontrato personalmente) e di aver cambiato idea più di una volta nella sua vita, anche su questioni di un certo rilievo per un religioso. La stessa libertà di giudizio che dimostra quando, parlando del cammino ecumenico, non nasconde la sua ammirazione per Lutero in quanto uomo di fede e sottolinea l’assurdità di alcune controversie che continuano a dividere Oriente e Occidente, Chiesa di Roma e Riforma protestante.

Sant’Agostino, Pascal, Kierkegaad, Angela da Foligno: questi alcuni dei maestri “conosciuti” da padre Raniero durante la sua esperienza di studioso e docente universitario prima, e di predicatore poi. Ma lungo il suo cammino troviamo anche grandi amici, vecchi e nuovi: Giuseppe Lazzati e Carlo Maria Martini, incontrati durante gli anni di Milano all’Università Cattolica, dove il cappuccino ha vissuto il tempo dello studio e della ricerca prima di intraprendere la strada della predicazione e di quello che lui stesso definisce il suo secondo battesimo, con l’ingresso nel Rinnovamento. E poi, oggi, la grande amicizia con Andrea Bocelli, iniziata quando il cantante lo contattò per la prima volta dopo aver ascoltato una sua meditazione sulla povertà e la ricchezza per proporgli un incontro, una sorta di “duetto”: da una parte la predicazione, dall’altra la musica.

 

«Dietro la voce di Andrea Bocelli non c’è solo un cuore, c’è anche una mente. Forse favorito anche dalla sua situazione di non vedente, ha sviluppato un mondo interiore insospettato al pubblico che lo applaude. Il successo non gli è davvero salito al cervello, come succede spesso. Andrea Bocelli non è solo un cantante; è un educatore, un uomo di profonda e vissuta fede. A modo suo, è un filosofo». P. Raniero Cantalamessa


Se questi incontri hanno approfondito la sua fede e arricchito il già immenso bagaglio culturale di padre Cantalamessa, le sue risorse più importanti rimangono però quelle interiori, alimentate dalla meraviglia inesauribile che continua a provare davanti al volto di Gesù e alle Scritture. Un amore per l’annuncio che ha “dirottato” padre Raniero “dalla cattedra al pulpito”, dallo studio alla predicazione per seguire quella che lui stesso definisce la sua vocazione. Nel cuore, sempre quel bambino che portava acqua, ma che continua ancora – sempre – ad aver sete.

 

«Ecco, con un uomo così, coltissimo ed eloquente ma capace di prendere le distanze da se stesso, si sta bene. E c’è da ringraziare il Signore per averlo donato non solo alla Chiesa, ma alla cultura intera e alla grande divulgazione» Aldo Maria Valli



Padre Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, è originario della provincia di Ascoli Piceno. Laureato in Teologia e in Lettere classiche, già professore ordinario di Storia delle origini cristiane presso l’Università Cattolica di Milano, membro della Commissione Teologica Internazionale fino al 1981, nel 1979 ha lasciato l’insegnamento accademico per dedicarsi interamente alla predicazione in varie nazioni del mondo, con spiccata sensibilità ecumenica. Dal 1980 è Predicatore della Casa Pontificia. Con Àncora ha pubblicato molti libri di successo, tradotti in tutto il mondo.

Aldo Maria Valli è vaticanista al Tg1, dopo esserlo stato a lungo al Tg3. Collabora con diverse riviste e ha scritto numerosi libri, alcuni dei quali editi da Àncora, specie sul Vaticano e sui pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

 
 

Credente
00sabato 17 maggio 2014 15:27

Il libro del matematico Aczel:
“La scienza non smentisce Dio”

Why science does not disprove godAmir D. Aczel è un noto matematico e divulgatore scientifico israeliano naturalizzato americano, docente in varie università, dalla dalla California all’Alaska, dalla Grecia all’Italia, prima di approdare come docente di Matematica alla Bentley University del Massachusetts, con un visiting scholar in Storia della Scienza presso l’Università di Harvard.

Il suo nuovo libro ha già fatto il giro del mondo perché tocca una corda che per molti intellettuali laici è decisamente tesa. Il titolo è chiaro: ““Why Science Does Not Disprove God, ovvero “Perché la scienza non smentisce Dio”. Una sfida diretta al principale cavallo di battaglia deifondamentalisti atei -da Dawkins a Odifreddi, da Lawrence Krauss a Dennett-, contenuto in tutti i loro libri degli ultimi dieci anni.

Una recensione dell’“intelligente e stimolante” libro è stata pubblicata sul “Washington Post” in cui si spiega che è frequente la presa di mira degli autori ateo-scandalistici che abbiamo citato poco sopra, i quali «usano la scienza moderna per sostenere che Dio non è solo inutile, ma può difficilmente esistere. C’è un certo fervore religioso in tutti questi libri». Aczel «tenta di dimostrare che le analisi dei “nuovi atei” sono ben lungi dal confutare l’esistenza di Dio. Egli accusa queste persone di macchiare l’impresa scientifica piegandola alla loro scura missione. “Lo scopo di questo libro è quello di difendere l’integrità della scienza”, scrive nella sua introduzione».

La missione di Aczel, invece, è quella non solo di sfatare gli argomenti dei “nuovi atei”, ma anche di suggerire che i risultati della scienza in realtà indicano l’esistenza di Dio, anche attraverso diverse interviste a dozzine di eminenti scienziati, undici premi Nobel e teologi. Un capitolo riguarda la cosmologia, un altro l’archeologia, un altro la biologia e l’evoluzionismo e così via.


Coordin.
00mercoledì 9 luglio 2014 07:25

NOVITA' EDITORIALE


distribuzione A.I.S.O.


Editore Azzurra7


Leggere un buon libro è sempre qualcosa di utile alla propria persona e se il libro contribuisce anche a rendere consapevolezza sulla nostra esistenza allora la sua lettura è obbligatoria. Ecco allora un buon motivo per leggere l’ultimo lavoro di Pierangelo Calvirani dal titolo


LA TEORIA DELL'EVOLUZIONE - La sopravvivenza del migliore: C'è qualcosa di molto, molto meglio all'orizzonte!”.



Un nuovo testo nella ormai vasta letteratura scientifica che ha confutato l’ipotesi del naturalista inglese Charles Darwin; Il testo è un possente lavoro di analisi scientifica con riferimento alle ultime scoperte e ai diversi commenti di moltissimi studiosi. Il Calvirano è molto attento e scrupoloso nel dare sostegno alle sue tesi e le citazioni riportate sono sempre specifiche ed autorevoli.


Il percorso con cui vengono presentate le motivazioni per cui si evidenzia come la tesi evoluzionista non sia scientifica sono consistenti e si sviluppa presentando prove oggettive esaminate scrupolosamente; inoltre viene presentata un’ampia documentazione di carattere scientifico a sostegno della creazione senza cadere nei dogmi religiosi e pseudo-scientifici del creazionismo e senza mettere in discussione la scienza. È plausibile un’origine soprannaturale dell’universo e soprattutto della vita sulla Terra? Se sì, non si tratta soltanto di una questione di valenza accademica, perché l’argomento ha implicazioni fortemente pratiche.


Infatti, se un Ente Supremo  non esistesse, la vostra esistenza non sarebbe diversa da quella degli animali, ma se Dio davvero esiste, come Creatore deve avere senz’altro un obiettivo nell’aver creato l’uomo ed il primo passo per conoscere questo grandioso progetto è quello di esaminare con serenità di giudizio i fatti (che sono ampiamente esposti in questa ricerca) che riguardano la vita e la presenza umana su questo pianeta.”


Fabrizio Fratus


Leggi l'intera recensione su http://www.origini.info/argomento/fisica/130-libri,-gaylord-simpson.html         


         Prezzo € 17,00 - pagine 456                                       


          Prenotazioni: redazione@origini.info


 


Credente
00venerdì 18 luglio 2014 16:20


La copertina del libro

Descrizione geografica, storica e archeologica di Galilea e Golan nel volume di Pietro A. Kaswalder





La Galilea è una regione poco menzionata nell’Antico Testamento: nel libro di Isaia è detta “terra delle genti”, cioè terra pagana, eppure il profeta stesso annuncia che da essa sorgerà la luce capace di illuminare tutta la storia. Profezia che si è compiuta nel Nuovo Testamento (Mt 4,12-17), facendo della Galilea “terra della luce” per tutte le nazioni. 


 L’Autore, Pietro A. Kaswalder, ha una lunga esperienza d’insegnamento “sul campo”: da anni, infatti, guida i suoi studenti nella lettura della Bibbia percorrendo i luoghi stessi in cui essa è stata rivelata e laddove, da sempre, grazie al contesto naturale e alle antiche testimonianze storiche e archeologiche, parla a ogni generazione di credenti. Il volume coniuga, quindi, lunghi anni di studio con l’esperienza diretta. Ne risulta un’opera di notevole interesse, capace di fornire informazioni dettagliate e precise.


 Per ogni località esaminata è fornito un inquadramento storico-geografico fondamentale, la cronologia e la situazione attuale degli scavi, un esame della relativa letteratura (biblica e non) e una descrizione delle rimanenze in situ. Il testo è inoltre corredato da un ricco apparato iconografico e cartografico.




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