Gesù era uno zelota?

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Ettore.87
00venerdì 24 novembre 2017 11:09

ERA GESÙ UNO ZELOTA?


 di Vincenzo Russillo - Nicola Martella



1.  LE QUESTIONI: Caro Nicola, all’esame di storia del diritto canonico ho avuto una discussione con il mio professore. Egli asserisce che i primi cristiani furono perseguitati dai Romani per motivi religiosi. Gli ho fatto notare che Stefano, il primo martire, fu ucciso dai Giudei e non dai Romani. Allo stesso tempo, ha affermato che Gesù probabilmente era uno Zelota. So che hai già scritto al riguardo nella tua opera «Offensiva intorno a Gesù»; voglio trarne delucidazioni, per poi mandare una bella lettera al mio professore!

2.  UN IMPROBABILE ZELOTA (Nicola Martella): Ognuno vuol tirare Gesù da una certa parte: chi lo vuole «Esseno», chi «Fariseo», chi «Zelota» e così via. Gesù non era nulla di tutto ciò.

     ■ Gli Zeloti: Tali «ferventi» (così il significato del loro nome) erano Farisei, e cioè appartenevano all’ala integralista di tal movimento; essi intendevano forzare l’avvento del regno di Dio mediante interventi di rappresaglia partigiana contro i Romani. Essi credevano che, quando il popolo si sarebbe sollevato contro le forze occupanti, Dio sarebbe certamente intervenuto a loro favore e avrebbe restaurato il regno di Davide.

     ■ Contrasti rispetto agli Zeloti: Ciò, che Gesù disse contro i Farisei (in tutte le loro sfumature) sta in Matteo 24. Gesù si sottrasse ai giochi politici del suo tempo, rifiutò di farsi fare re, non si schierò contro Cesare (cfr. le tasse) e non insegnò ai suoi seguaci di far ricorso alla violenza, anzi insegnò a porgere l’altra guancia, a pregare per i propri nemici e a fare loro del bene. Tutto ciò stava in contrasto con il programma degli Zeloti.

     ■ Gesù o Barabba?: Alla fine, dinanzi a Pilato stavano Gesù e Barabba. Giovanni spiegò: «Or Barabba era un ladrone» (Gv 18,40). Non si pensi che egli fosse un comune brigante o malvivente. Il termine greco lēstēs «corsaro, pirata», designava allora anche ciò, che noi chiamiamo «partigiano»; visto che partigiano significa «chi si schiera da una parte», ciò mostra che i termini vengono a significare tecnicamente altro rispetto al concetto di base. Figure come Robin Hood, che combattono la tirannia mediante la guerriglia, attirano le simpatie in ogni cultura. Barabba era un «noto carcerato» (Mt 26,16), una sorta di eroe nazionale, e questo spiega la richiesta corale della sua liberazione (vv. 20s). Marco lo qualificò nel seguente modo: «Ora, c’era uno, chiamato Barabba, che era imprigionato insieme ai suoi compagni sediziosi, i quali durante la sedizione avevano commesso un omicidio» (Mc 15,7; cfr. Lc 23,19). I Giudei, richiedendo la sua liberazione a Pilato, rifiutarono Gesù quale Messia promesso e scelsero la via politica. Presto, l’incitamento proprio dei «profeti» zeloti avrebbe portati i Giudei alla totale disfatta (70 d.C.).

     ■ Dissacratori del tempio: Inoltre, furono proprio gli Zeloti, durante l’assedio romano di Gerusalemme, ad adempiere la seguente predizione di Gesù: «Quando dunque avrete veduta “l’abominazione della desolazione”, della quale ha parlato il profeta Daniele, “posta in luogo santo” (chi legge vi ponga mente), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti…» (Mt 24,15ss). Ora, tale contaminazione del santuario fu perpetuata dapprima proprio dagli Zeloti, quando fecero del tempio il loro quartier generale.

3.  ALCUNE ALTRE OSSERVAZIONI (Vincenzo Russillo)

     ■ I fatti storici degli Evangeli: Gli evangelisti avevano un grande interesse per il fatto storico; si veda in proposito che l’incipit di Luca (Lc 1,1-4) è simile alle introduzioni storiche di autori come Tucidide. Lo stesso Luca, dopo aver esposto le vicende di Gesù, ha voluto proseguire narrando le vicende della chiesa e dei primi discepoli, per soddisfare evidentemente l’istanza di completezza, tipica dell’approccio storico. Ciò detto, bisogna sottolineare che gli Evangeli non sono trattati storici in senso moderno, perché raccolgono, assieme ai fatti, anche l’interpretazione, che degli stessi era stata data dalla primitiva comunità cristiana. Gli evangelisti avevano sicuramente finalità di proclamazione (kerygma) e istruzione (catechesi); ma queste prendevano corpo e forma dal dato storico, cui essi si riferiscono.

     ■ Il reato di sedizione: Gesù non era un guerrigliero anti-romano e non fu condannato per motivi politici. A questo scopo basti considerare il fatto che i seguaci di Gesù non furono condannati insieme al Maestro. Per i Romani il reato di sedizione era, per natura, collettivo e non personale: se il motivo della condanna fosse stato, quindi, di tipo politico, anche gli apostoli e i discepoli sarebbero stati giustiziati. Questo non è avvenuto, perché le motivazioni erano altre.

     ■ Punti di contrasto: Molto indicativo è anche il rapporto di Gesù coi pubblicani. Gesù era notoriamente «amico dei pubblicani e delle prostitute»: ora i pubblicani erano gli odiati collaboratori dei Romani, e mai una Zelota (o qualcuno con un pensiero politico simile) avrebbe intrattenuto contatti con loro. Inoltre tutti i contenuti del messaggio di Gesù vanno radicalmente in direzione opposta alla tesi di un predicatore violento; si pensi ad esempio all’amore per il nemico o al «date a Cesare ciò che è di Cesare» (Mt 22,21).

 


Ettore.87
00venerdì 24 novembre 2017 11:21

ERA GESÙ UNO ZELOTA? PARLIAMONE


 a cura di Nicola Martella


Qui di seguito diamo occasione di discutere l’articolo «Era Gesù uno Zelota?». Alcuni pensano che Gesù di Nazareth appartenesse al zelotismo; altri lo ascrivono ad altri movimenti (Esseni, Farisei, ecc.). Come mostrano, però, gli scritti del NT il Nazareno era un tipo particolare, che non si faceva facilmente inscatolare in uno degli schemi del tempo; egli era una categoria a sé.


     Bisogna capire che nel NT greco per il termine «zelante» esiste un significato generale (fervente, diligente) e uno specifico (zelota), che caratterizzava l’affiliato a tale movimento giudaico rivoluzionario.


     ■ Zelante: Il termine greco zēlōtēs esprimeva l’impegno particolare per qualcosa (At 21,20 per la legge; 22,3 per la causa di Dio; 1 Cor 14,12 per le spiritualità [o carismi spirituali]; Gal 1,14 delle tradizioni dei padri; Tt 2,14 nelle opere buone) o per qualcuno (Gal 4,17 verbo: «essere zelante [fervido, impegnato, interessato] per qualcuno»). Tale termine corrispondeva a spûdaios «attivo, diligente, zelante», che in alcuni brani troviamo in alternativa a zēlōtēs (2 Cor 8,22 per la raccolta della colletta a pro dei credenti poveri della Giudea) e a mimētēs«imitatore, seguace» (1 Pt 3,13 del bene). Tutti e tre tali termini sono tradotti in italiano nei brani indicati con «zelante».


     ■ Zelota: Nel NT il termine zēlōtēs non fu mai usato direttamente per caratterizzare un membro dello zelotismo, neppure nel caso di Barabba (Mt 27,16ss), di Teuda o di Giuda il Galileo (At 5,36s), capi rivoluzionari, che intendevano combattere i Romani e liberare Giuda. Questo accadde o per evitare commistioni (il termine era ambiguo) o perché gli Zeloti erano considerati semplicemente come Farisei estremisti e vennero trattati, quindi, come tali.


     ■ Casi controversi: Uno dei discepoli di Gesù si chiamava Símōn ho kalûmenos Zēlōtēs«Simone, chiamato Zelante / Zelota» (Lc 6,15) o, semplicemente, Símōn ho Zēlōtēs««Simone lo Zelante / lo Zelota». Non viene sufficientemente spiegato, se Simone fosse un ex-Zolota o, semplicemente, un discepolo particolarmente fervente (cfr. anche Simone detto «Sasso»; Giacono e Giovanni detti «figli del tuono», ecc.). Matteo lo chiamò col nome aramaico: Símōn ho Kananítēs ««Simone il Kananita»; tale termine non è da tradurre «cananeo», ma è semplicemente il corrispondente aramaico di zēlōtēs. Tale termine proviene dal sostantivo ebraico qine’āh «passione, gelosia, zelo, invidia», ed è usato nel senso di «zelo» dapprima per Fineas (Nu 25,11.13), a cui gli Zeloti si spiravano come figura (cfr. anche Jehu in 2 Re 10,16).


Ettore.87
00venerdì 24 novembre 2017 11:28

  1.  {Samuel Leumas} 


 Contributo: [Era Gesù uno Zelota?] A mio parere no, anche se è innegabile che all’interno della cerchia degli apostoli e dei discepoli ci fossero zeloti


 Risposta 1 (Nicola Martella): Come ho scritto all’inizio di questo tema, solo uno dei discepoli fu chiamato per soprannome zēlōtēs / kananítēs: Simone chiamato lo Zelante / lo Zelota (Lc 6,15; At 1,13) o il Kananita (aram. = zelante / zelota; Mt 10,4; Mc 3,18). Come abbiamo visto, tale termine è ambiguo, significando «fervente, zelante». È difficile pensare che uno Zelota fosse discepolo di Gesù e rimanesse tale, visto che gli insegnamenti del Maestro erano antitetici rispetto a tale ideologia politico-religiosa (p.es. amare i propri nemici; pagare i tributi). Tale soprannome proveniva probabilmente dal fatto che Simone era un ex-Zelota o era particolarmente zelante per le cose di Dio.


 Replica 1 (Samuel Leumas): Beh, però, Nicola, del Getsemani Pietro tagliò l’orecchio di uno; e poi si legge che almeno due apostoli erano armati


 Risposta 2 (Nicola Martella): Ciò non li rendeva membri di un movimento politico-religioso ben delineato, chiamato «zelotismo». Pietro aveva interpretato male le parole di Gesù, credendo che fosse venuto il momento d’instaurare il regno messianico; Gesù lo rimproverò. Che qualcuno, ad esempio, abbia rubato qualcosa in un momento di debolezza, non lo rende automaticamente affiliato alla mafia.


     Il zelotismo era simile a movimenti integralisti dell’Islam tipo «Al Qaeda»; il famoso termine jihad «sforzo, impegno» ben descrive ciò, che lo zelotismo intendeva esprimere con «zelo».


     Come già ricordato, gli insegnamenti di Gesù era agli antipodi rispetto a quello degli Zeloti, che volevano la rivoluzione. Una particolare fazione degli Zeloti era chiamata quella dei «sicari», a causa di un piccolo pugnale detto «sica», con cui facevano fuori nella folla o in imboscate non solo i Romani, ma ad anche i loro connazionali, che collaboravano con le forse di occupazione.


     Oltre a Pietro, chi era il secondo discepolo fra i fedeli, che era armato? È scritto che i discepoli presentarono a Gesù due spade, dopo il suo singolare discorso, ma lui rispose scocciato: «Basta!» (Lc 22,36ss). Solo uno di loro la sfoderò (Mt 26,51ss; Mc 14,47; Lc 22,49s), ossia Pietro (Gv 18,10s).


     Del traditore Giuda non fu detto che fosse armato, ma fu detto solo che «con lui [c’era] una gran turba con spade e bastoni» (Mt 26,47; cfr. v. 55).


Credente
10venerdì 24 novembre 2017 11:42
Se Gesù fosse stato uno zelota, la comunità da lui fondata si sarebbe certamente scontrata con le forze romane e avrebbe suscitato eccidi di massa. Insomma sarebbero state carneficine a catena, che non sarebbero sfuggite a uno storico come Giuseppe Flavio o un Tacito.

Ma nulla da parte loro che faccia pensare a simili connotazioni di Cristo e dei cristiani suoi seguaci.
Ettore.87
00venerdì 24 novembre 2017 12:03
Giusto... Gesù è stato uomo di pace, anzi è definito, tra l’altro, il «Principe della pace» (Isaia 9,5). Egli disse ai suoi discepoli: «Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi» (Giovanni 14,27). E ancora: «Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo» (Giovanni 16,33). No, Gesù non era uno Zelota, era ed è il Figlio di Dio, venuto non per salvare i Giudei dalla schiavitù di Roma, ma per liberare tutti gli uomini dalla schiavitù del peccato. Dio ci benedica.
Credente
00lunedì 9 luglio 2018 17:00


Alcuni cercano di demolire la figura e l'insegnamento di Cristo, sostenendo che Egli fosse uno zelota e come tale un rivoluzionario politico.
E affermano distorcendo i Vangeli che vi sarebbero notevoli punti di contatto tra i principi di Gesù e quelli di Giuda detto il "galileo" fondatore del gruppo degli zeloti.
Ecco le loro "dimostrazioni" sui supposti punti di contatto fra Gesù il galileo e Giuda il galileo:

  • la politica di obiezione fiscale: Giuda invitava gli ebrei a non pagare le tasse ai romani, poiché ciò sarebbe stato sacrilego, in quanto avrebbe riconosciuto all'imperatore romano una sovranità su Israele che spettava esclusivamente a Yahweh;

  • la denominazione: il fatto che i suoi componenti erano definiti "galilei";

  • gli obiettivi: l'ambizione messianica (che fu coronata da uno dei figli di Giuda, Menahem, il quale, durante la terribile guerra del 66-70 d.C., riuscì, seppure per breve tempo, ad indossare la veste messianica in Gerusalemme);

  • le azioni: il fatto di incitare il popolo alla rivolta e di avere acceso, più volte, focolai di ribellione;

  • le conseguenze: praticamente tutti i suoi leader sono stati condannati a morte per la loro attività messianica;

  • la provenienza: Gamla.

E aggiungono che non possono fare a meno di notare una curiosa serie di corrispondenze coi punti suddetti, che sembrano mettere in relazione il movimento di Giuda il galileo con quello di Gesù:

1) 
la politica di obiezione fiscale: anche Gesù, come Giuda, è stato accusato per questioni relative all'obiezione fiscale ("Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re" Lc XXIII, 2). Si noti la perfetta coincidenza delle tre accuse coi temi del movimento di Giuda;

2)la denominazione: anche il movimento di Gesù era conosciuto col nome "i galilei" ("In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo." Lc XXII, 59; "....Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!"..." Mc XXVI, 69);

3)gli obiettivi: anche Gesù vantava una ambizione messianica, ovverosia il diritto al trono di Israele, al punto da essere definito "figlio di Davide" per numerose volte nella narrazione evangelica. Inoltre tutta la sua famiglia, anche molto dopo la sua morte, continuava a vantare un diritto dinastico ("...Quando lo stesso Domiziano ordinò di sopprimere i discendenti di Davide, un'antica tradizione riferisce che alcuni eretici denunciarono anche quelli di Giuda (che era fratello carnale del salvatore) come appartenenti alla stirpe di Davide e alla parentela del Cristo stesso. Egesippo riporta queste notizie, dicendo testualmente: "Della famiglia del Signore rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide").Questo passo di Eusebio di Cesarea (Historia Ecclesiastica) mostra in modo fin troppo chiaro due cose: che Gesù aveva dei fratelli carnali, e che costoro e i loro discendenti, dopo la morte di Gesù, continuarono a perseguire la medesima causa dinastica, per la quale furono perseguitati dai romani;

4)
le azioni: anche Gesù è stato accusato per azioni sovversive ("Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, ... e affermava di essere il Cristo re" Lc XXIII, 2);

5)le conseguenze: anche Gesù è stato giustiziato dai romani per attività messianica ("...Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei..." Mc XV, 25);

6)la città di Gesù, secondo la descrizione lucana, deve trovarsi nelle strette vicinanze di un precipizio, caratteristica questa che manca del tutto a Nazareth mentre calza a perfezione su Gamla.
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RIspondiamo a queste infondate osservazioni.

Cerchiamo di dimostrare invece come i suddetti  supposti punti di contatto sono del tutto erronei e tendenti a demolire la figura, l'opera e l'insegnamento di Cristo.

Partendo dall'ultima obiezione su quanto dice Luca 4,28 ss parlando di Nazareth : All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò., 

Che Nazareth fosse situata su un monte, collima con quanto affermato dall'archeologo Ehrman  e cioè che «...analogamente ad altri villaggi e cittadine di quella parte della Galilea,
 era stata edificata sul fianco della collina, nei pressi delle future tombe scavate nella roccia. 
Quindi è anche comprensibile che da un fianco di quella collina montuosa, vi fosse un ciglio roccioso che si affacciava su un dirupo, dal quale, secondo Luca, i conterranei di Gesù volevano gettarlo giù. 
I dati evangelici sono compatibili con i dati archeologici. 
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Coloro che cercavano capi di accusa contro Gesù volevano farlo come agitatore, sobillatore, bestemmiatore e usurpatore del potere romano . 
Ma tutto ciò, come dimostrano  Vangeli non corrisponde a quanto Gesù fece ed insegnò. 
Infatti ecco cosa ci fanno sapere i Vangeli, gli unici documenti di cui, o ci fidiamo, oppure cade ogni discorso, perchè a quel punto si può sostenere di tutto, ma senza poter provare nulla
.

Gesù non impedì che venissero versati i tributi a Cesare sia nell'insegnamento che nei fatti.
Questo si dice in Mt 17,24 Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?». 25 Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?». 26 Rispose: «Dagli estranei». E Gesù: «Quindi i figli sono esenti. 27 Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te». Ancor più calzante è la domanda specifica riguardante il tributo ai romani oppressori:

Mt.22,17 Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? 19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». 21 Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

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 Gesù fu definito "galileo" da una serva che accusava anche Pietro di essere tale, probabilmente dal loro territorio di provenienza, ma tale soprannome non fu mai attribuita da altri nè a Gesù nè a Pietro nè al seguito di Gesù, soprattutto  perchè tale nomea , se riguardava gli zeloti, certamente non riguardava Gesù e gli apostoli che non avevano nulla in comune. E anche la Chiesa da lui fondata non ebbe mai nessuna connotazione che richiamasse nè questa definizione nè quella degli zeloti, nè agli inizi nè dopo.

Invece Gesù veniva nominato "Nazareno" e tale fu anche l'iscrizione della sua condanna. Ecco le tante attestazioni della sua comune definizione:
Mat 2,23 e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Mat 26,71 Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno».

Mar 1,24 «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio».

Mar 10,47 Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Mar 14,67 e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».

Mar 16,6 Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.

Lu 4,34 «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».

Lu 18,37 Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».

Lu 24,19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;

Giov 18,5 Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.

Giov 18,7 Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».

Giov 19,19 Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».


Se fosse stato condannato per appartenenza al gruppo degli zeloti avrebbe avuto altra connotazione e la sua colpa sarebbe stata individuata da Pilato, che invece non trovò colpe in Gesù, come specificato in Gv 18,33: Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». 34 Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». 35 Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». 36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 

A ulteriore dimostrazione che Gesù non cercasse un regno mondano tendente a scalzare il governo romano, troviamo:

Giovanni 6,15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Quindi la condanna di Gesù come re dei giudei in opposizione a Cesare non fu digerita da Pilato perchè si rendeva conto che era solo un capo di accusa rivolta dai giudei per far crocifiggere Cristo.


3) Ciò dimostra anche che l'appartenenza alla discendenza davidica non significava che Gesù rivendicasse per se un trono terreno nè un governo terreno, ma di poter regnare in eterno su un popolo rinnovato dalla Spirito.

 

Non si registrano nei vangeli incitamenti alla rivolta da parte di Gesù, anzi il contrario; infatti non troviamo mai alcun invito a combattere facendo uso di armi, o ricorso alla forza o alla violenza. Troviamo anzi inviti ad accettare persecuzioni e perfino uccisioni senza opporsi, addirittura pregando per i nemici ed amandoli.
Ecco le parole di Gesù in Luca 6,27:... Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 

Insomma tutto il contrario di come si sarebbero dovuti comportare gli zeloti.

Un'ultimo aspetto che contraddistingueva gli zeloti era che non si sarebbero mai potuti mettere a mensa con dei pagani.
Mentre sappiamo da Marco 2,14: E, passando, vide Levi, figlio d'Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, alzatosi, lo seguì. 15 Mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch'essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n'erano molti che lo seguivano. 16 Gli scribi che erano tra i farisei, vedutolo mangiare con i pubblicani e con i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori?» 


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