COME "ORGANIZZARE" LA PREGHIERA

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Credente
00venerdì 4 novembre 2016 17:21
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La comunità ecclesiale, come corpo mistico di Cristo, si deve necessariamente riunire in preghiera perché noi cristiani ne facciamo parte (1 Cor 12, 12ss.), e tra noi suoi membri c’è o deve esserci coesione o unità.

Parliamo di un’unità che trae la sua forza e si mantiene nella Chiesa grazie alla partecipazione eucaristica (1 Cor 12, 22-23). È soprattutto nell’Eucaristia che rafforziamo la nostra unità, non solo tra noi, come figli di Dio, ma anche con Cristo nostro capo e in Lui con Dio Trinità.

Vivere l’Eucaristia non esclude tuttavia altri momenti di preghiera in comunità, al contrario. I gruppi di preghiera sono e devono essere sempre migliori, un prolungamento della Messa e/o una sua espressione.

I gruppi di preghiera non sono nuovi nella Chiesa. Sono nati dopo la resurrezione di Gesù Cristo, quando erano riuniti gli apostoli e 120 discepoli (At 1, 15), che “erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (At 1, 14).

Teniamo conto del fatto che queste assemblee avevano luogo ancor prima della Pentecoste (il primo e cruciale momento intenso di preghiera ecclesiale).

Da allora e fino ai nostri giorni, la Chiesa si è riunita regolarmente non solo per imparare la dottrina degli apostoli, ma anche – e soprattutto – per spezzare il pane e pregare insieme (At 2, 42-46; 4, 33; 12, 5-12).


Credente
00venerdì 4 novembre 2016 17:23

Quando preghiamo insieme, in comunità, i risultati sono evidentemente molto positivi: la preghiera in gruppo ci edifica e unifica perché condividiamo una stessa fede.


Bisogna tener conto del fatto che la fede non è solo individuale, ma soprattutto ecclesiale. È una fede viva che ci porta ad aprirci allo Spirito Santo, che prega nell’assemblea e in ogni persona (Rm 8, 26-27).


La fede vissuta in comunità ed espressa nella preghiera comunitaria aiuta a crescere a livello spirituale nel cammino di una continua conversione personale ed ecclesiale, creando inoltre un vero rapporto fraterno tra i partecipanti (Gal 3, 26).




 


Lo stesso Spirito Santo che vive in ciascuno dei credenti suscita gioia nei nostri cuori quando ascoltiamo le parole di lode dei fratelli nei confronti di nostro Signore.


La preghiera comunitaria ci offre anche altre possibilità, inclusi momenti di solidarietà nella carità, che difficilmente troviamo in un altro contesto ecclesiale.


La ricchezza più importante della preghiera comunitaria è il fatto che lo Spirito Santo si effonde attraverso persone e storie molto varie. Per questo e per molto altro, far parte di un gruppo di preghiera arricchisce così tanto.


Laddove sia possibile, è bene promuovere i gruppi di preghiera, perché sono fattori di cambiamento, forze spirituali che guidano la Chiesa e la società nelle direzioni che Dio vuole.


I gruppi di preghiera sono un segno di speranza che Dio ci offre, e sono assai importanti sia per la Chiesa che per il mondo di oggi.


L’importanza dei gruppi di preghiera è dunque evidente: ci insegnano ad essere più responsabili nei confronti della santità personale ed ecclesiale.


I gruppi di preghiera sono indiscutibilmente una grazia di Dio volta a rinnovare nella Chiesa il gusto per la preghiera, a riscoprire il senso comunitario, a credere nella forza dell’intercessione e della lode gioiosa; sono anche chiamati a trasformarsi in una nuova fonte di evangelizzazione.


Questa espressione ecclesiale della preghiera comunitaria sarà possibile se si rispettano determinate premesse e certe condizioni durante la preghiera.


PREMESSE


1. Che il gruppo di preghiera sia inclusivo (la sua composizione dev’essere eterogenea), che in esso ci sia spazio per persone di ogni condizione socio-economica. Un gruppo di preghiera non è un gruppo elitista formato da persone selezionate.


2. Un gruppo di preghiera non dev’essere mai estraneo o parallelo alla vita parrocchiale.


Credente
00venerdì 4 novembre 2016 17:24

3. I fedeli che vogliono far parte di un gruppo di preghiera devono prendere liberamente e molto sul serio la decisione di appartenervi. L’appartenenza non è una questione di imposizione o di fare bella figura, o peggio ancora di compiacere qualcuno. Quando si è membri di un gruppo di preghiera ci si assume una seria responsabilità.


4. Nei fedeli che vogliono far parte di un gruppo di preghiera dev’esserci una disposizione fondamentale: il desiderio profondo di essere trasformati dal Signore. Non bisogna mai assistere come spettatori o critici. Coloro che si riuniscono in preghiera devono essere persone che hanno coltivato la preghiera a livello personale, altrimenti la partecipazione diventa un’attività artificiale, posticcia, vuota.


5. Ogni gruppo di preghiera ha un animatore indiscutibile, lo Spirito Santo, ma questa verità non esclude un animatore “umano”, che anzi è importantissimo. Chi anima (auspicabilmente il parroco) dev’essere una persona di virtù provata, di esperienza nella vita di preghiera, con una spiritualità solida e in perfetta comunione con la Chiesa. Dev’essere una persona che animi davvero il gruppo e vegli sul buon ordine della preghiera.


6. La frequenza delle riunioni può essere settimanale, e la durata di ogni incontro di preghiera può oscillare tra mezz’ora e tre quarti d’ora, anche se questo periodo di tempo non è tassativo.


7. Si richiede la puntualità; potrebbe essere dannoso vedere la gente che arriva col contagocce una volta iniziata la preghiera.


8. Si cerchi di evitare che tra i membri di un gruppo di preghiera ci siano tensioni emotive, perché questo ostacola la serenità e la spontaneità del gruppo. Qualsiasi conflitto dev’essere risolto prima di iniziare un nuovo incontro.


9. La fedeltà al proprio gruppo è molto importante. Nelle parrocchie ci sono vari tipi di gruppi di preghiera; bisogna aderire a un gruppo in base al proprio carisma, all’età, all’affinità apostolica, ecc..


10. Anche se un elemento importante della preghiera in gruppo è la spontaneità dei partecipanti, negli incontri di preghiera ci deve o ci può essere spazio anche per le preghiere ufficiali della Chiesa: adorazione del Santissimo, canti, liturgia delle ore, Rosario, Via Crucis (soprattutto in Quaresima), novene, ecc.. Bisogna anche tener conto del fatto che queste preghiere si possono integrare tra loro, ovviamente con criterio.


11. La preghiera in gruppo non dev’essere qualcosa di sostitutivo né della preghiera personale né della Messa (e men che meno della Messa di precetto), quanto piuttosto un complemento.


12. La preghiera, idealmente, deve svolgersi davanti al Santissimo, quindi il gruppo di preghiera si potrà riunire nella chiesa parrocchiale. Se non è possibile, si può utilizzare qualsiasi altro luogo che favorisca il silenzio e il raccoglimento.


13. È bene che la preghiera di gruppo si svolga con una struttura stabilita, e quindi si richiede un ordine nella partecipazione. Per mantenere l’interesse dei membri del gruppo di preghiera, la cosa migliore sarà pianificare le preghiere in anticipo. Per questo è necessario uno schema, altrimenti la preghiera in comune diventa un ostacolo che blocca l’azione trasformatrice di Dio (1 Cor 14, 33; 1 Cor 14, 40). Le persone hanno bisogno di guida, limiti e direzione per sentirsi a proprio agio; in questo modo saranno più aperte e disposte a partecipare attivamente.


CONDIZIONI DURANTE LA PREGHIERA DI GRUPPO


1. Bisogna tener conto del fatto che lo Spirito Santo abita in noi e si esprime attraverso di noi; per questo, quando un membro del gruppo sta pregando dobbiamo far nostre le sue parole o le sue intenzioni.


2. Non bisogna dimenticare che come nella preghiera personale c’è un dialogo tra Dio e ogni persona, nella preghiera comunitaria l’interlocutore di Dio è un “noi”. Non basta pregare insieme agli altri o per gli altri, bisogna pregare all’unisono con gli altri.


3. Durante la preghiera in gruppo ci dev’essere allegria, visto che la gioia è uno dei frutti dello Spirito Santo (Gal 5, 22). È la gioia di lodare Dio, di sperimentare come famiglia ecclesiale l’allegria della sua presenza vicina e sperimentata con la forza del suo amore che trasforma la nostra vita. Ma attenzione: non è una gioia esterna provocata con mezzi umani, né il gioire di una sana amicizia o convivenza né tantomeno un “sentimentalismo” da esaltati che contagia.



Credente
00venerdì 4 novembre 2016 17:25

4. Ogni membro deve mettere con umiltà al servizio dei fratelli il carisma personale che ha ricevuto dal Signore.


5. Nella preghiera dev’esserci sincerità. La partecipazione al gruppo di preghiera non dev’essere motivata da sentimenti di vanità. La preghiera non dev’essere strumentalizzata per mostrare una superiorità intelettuale, che si abbia o meno. Gesù ci ha messi in guardia contro questo atteggiamento esortandoci a non essere protagonisti ipocriti (Mt 6, 5).


6. La partecipazione dei membri del gruppo, al di fuori del canto, non dev’essere simultanea, ma ordinata e alternata. Nonostante la libertà in cui si deve sviluppare la preghiera di gruppo, va sempre svolta con ordine e armonia.


7. Nessun gruppo di preghiera deve escludere momenti di silenzio. Il silenzio servirà per lasciar agire lo Spirito Santo nei cuori.


8. Si deve favorire la partecipazione, in un modo o nell’altro, di tutti i membri, ma dev’essere spontanea, non forzata, breve, sotto la mozione dello Spirito Santo (Gv 14, 16-17; Gv 14, 26) e naturale. In questo caso vanno evitate frasi dette a memoria o stereotipate.


9. Non bisogna dimenticare che il motivo dell’incontro è la preghiera, nella quale si possono armonizzare molti elementi: momenti di silenzio, canti, meditazioni da condividere, ecc.. Ma attenzione: la preghiera di gruppo non deve diventare, ad esempio, uno spettacolo di musica o canto, una sessione di terapia, un ciclo di conferenze di vario tipo, un momento di discussione o di euforia colettiva, un’occasione per protagonismi personali (sfoghi, racconto di esperienze personali, momenti di critica…).


10. Dopo la preghiera comunitaria, sarebbe bene recuperare l’agape fraterna per trascorrere insieme un momento piacevole condividendo qualcosa da bere e da mangiare. Questo unisce ancor di più il gruppo e lo motiva. Il termine “agape” inizialmente significava affetto o amore gratuito, ma attualmente viene utilizzato per indicare il pasto fraterno dei primi cristiani per rafforzare l’unità.


[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]



Credente
00giovedì 15 dicembre 2016 14:43

Risultati immagini per intercedere


come adottare spiritualmente una persona a noi cara pregando per lei




Quando ero bambina, i preparativi per il Natale iniziavano già alcune settimane prima del Giorno del Ringraziamento. La mia famiglia aveva una serra, e producevamo di tutto: vendevamo ghirlande all’ingrosso, corone, e piante per la copertura delle tombe. Arrivavamo al Natale sempre presi da mille cose, senza riuscire a concentrarci spiritualmente sull’Avvento e sull’arrivo del Messia.

Il giorno di Natale per me era sinonimo di “pile di scatole ben incartate sotto l’albero”. Una volta che tutti i pacchetti erano messi lì, noi bambini potevamo aprire quelle scatole tutti insieme, rivelando i doni nascosti.

Spesso non riuscivo ad esprimere il mio entusiasmo. Non che da bambina non fossi grata per quei regali, anzi; ma ero piuttosto sopraffatta dal carattere “eccessivo” di quella tradizione.

Alcune volte mi sono allontanata dal rituale dell’apertura dei regali, sedendomi sulla poltrona ad osservare gli altri. Mi piaceva ammirare la loro gioia, e aspettavo di vedere se tizio o caio avesse aperto il mio regalo. Fare un regalo mi dava un senso di calma. Ne ero come rinnovata.

Oggi, fare dei regali in modo anonimo – partecipando al gioco del “Secret Santa” insieme agli amici più stretti — mi dà una gioia particolare.

Considerando il mio ruolo attivo nella preghiera di intercessione, sono particolarmente legata all’idea dell’anonimato.

Preferisco pregare per un’altra persona “adottando” quell’anima per un anno. All’inizio l’ho fatto per un mese, ricercando il perdono in situazioni particolarmente difficili nella speranza di portare guarigione alle nostre anime. Era un atto deliberato di fede, un modo per affermare che – sebbene una situazione fosse terribilmente indimenticabile – saremmo potuti andare avanti.


LEGGI ANCHE: Come pregare quando qualcuno ti fa soffrire?


Ben presto questa pratica mi portò a sviluppare un profondo senso di pace. Iniziò a sembrarmi un atto d’amore, più che un’opera da dover compiere. La gioia di accompagnare l’anima (anzi, l’intera persona) in un viaggio spirituale era un dono che davo con gioia a Nostro Signore. Un modo per ringraziare Dio per benedizione del poter pregare per un’altra persona. Essere intercessori significa avanzare delle richieste per un’altra persona, un futuro santo, in un’intensa comunione di preghiera; in qualsiasi situazione stiamo affrontando nella nostra vita.

La preghiera che unisce i frutti dello Spirito all’adozione spirituale, è un frutto che cresce con facilità nel giardino dell’anima.

Innanzitutto devi aprirti ai bisogni di una persona in particolare, per poter pregare per lei. Adotta soltanto una persona (vivente) all’anno. Potrebbe essere una madre con delle sfide particolari, un’amica affetta da una malattia cronica, il tuo meccanico che è assillato da dubbi sulla religione, un immigrato che sta cercando di trovare la sua strada, o forse uno studente “senior” che sta per intraprendere un nuovo corso di studi.

Una volta che lo Spirito Santo ti indica come discernere la persona giusta, scegli un giorno che abbia un significato particolare (che sia ogni anno lo stesso) per iniziare l’adozione. Potrebbe essere Natale, il primo giorno dell’anno liturgico, il Capodanno, il giorno del tuo santo patrono oppure, come ho fatto io, Ognissanti.

In un anno l’anima che hai adottato spiritualmente sarà parte della tua vita quotidiana, che si sposa bene con l’idea del “pregare incessantemente“. Ecco alcuni suggerimenti, ma sono sicura che te ne verranno altri in mente:

  • Inserisci la persona alle tue preghiera mattutine e serali.
  • Recita una decina (o un rosario intero) per lui o lei.
  • Quando visiti una chiesa che ha delle candele votive, accendine una per la persona che hai adottato spiritualmente.
  • Quando stai facendo le tue faccende, offri una rapida preghiera giaculatoria, come  “Gesù, benedicilo/la con la Tua grazia”.
  • Di tanto in tanto, quando ti viene in mente quella persona, recita il Memorare includendo il suo nome alla fine; “…Non volere, o Madre del Verbo,disprezzare le mie preghiere [per _____], ma ascoltami benevola ed esaudiscimi…”
  • E le offerte? Sì, dona al Signore per conto della persona adottata spiritualmente.
  • Immagina quell’anima accompagnarti durante l’Adorazione.

Raramente dico alle persone di averle adottate spiritualmente. Ci sono state alcune occasioni in cui ho sentito dentro di me che quelle persone avevano bisogno di sapere che qualcuno le sostenesse. In questi casi condivido con loro le mie intenzioni, chiedendo loro di aggiornarmi sulle loro esigenze nel periodo in questione.


LEGGI ANCHE: Vuoi che Gesù ti insegni ad avere empatia per gli altri?


In questo modo si sviluppo un’amicizia speciale, che supera lo spazio e sfocia nell’eternità. È un modo per aiutare una persona ad aumentare il desiderio di accogliere l’altro, di cooperare con la volontà di Dio.

C’è l’anticipazione della gioia che queste persone sentiranno quando un giorno entreranno nell’eternità e sarà svelato il loro dono segreto. E conservo la speranza che gli amici che ho adottato spiritualmente si rallegreranno davanti alle preghiere segrete che li hanno portati più vicini a Dio.


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00martedì 11 luglio 2017 18:28

Abitudini per coltivare la vita di preghiera



Rimanere tutto il giorno uniti a Dio è più semplice e spontaneo di quanto immaginiamo

AL MATTINO

1 – Alzatevi presto

Oltre a dare una disposizione fisica molto migliore, svegliarsi presto è un modo per garantire dai 5 ai 30 minuti di preghiera silenziosa al mattino, il che offre anche una migliore disposizione spirituale nella giornata. Programmate la sveglia presto, e quando suona alzatevi immediatamente. Fate di questo la prima preghiera della vostra giornata: l’offerta spirituale a Dio del sacrificio di scuotervi dal sonno! Provate per un mese: in genere è un periodo sufficiente per creare un’abitudine!

2 – Offrite a Dio la vostra giornata

Quando vi alzate inginocchiatevi, fate il segno della croce e offrite la vostra giornata a Dio. Richiede solo pochi secondi ma fa una grande differenza in tutta la giornata. Recitate la preghiera che preferite: può essere spontanea o una della tradizione della Chiesa. Un esempio di preghiera di offerta a Dio è questo:

“O mio Gesù, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria ti offro tutte le mie preghiere, il lavoro, le gioie e le sofferenze di questa giornata, per tutte le intenzioni del tuo Sacro Cuore, in unione con il Santo Sacrificio della Messa offerto in tutto il mondo, in riparazione dei miei peccati e di quelli di tutti e per tutte le intenzioni del Santo Padre. Il tutto per il Sacro Cuore di Gesù, mediante il Cuore Immacolato di Maria, in unione con San Giuseppe. Amen”.

3 – Recitate una preghiera mentale per la mattinata

Scegliete il momento migliore. Molti preferiscono prima fare una doccia e vestirsi, per essere ben svegli e aver già provveduto all’igiene personale. Definite un posto adeguato della vostra casa, o quando state andando al lavoro o dopo aver lasciato i bambini a scuola passate in una chiesa o in una cappella, se possibile di adorazione eucaristica. Non c’è una durata stabilita: possono essere cinque minuti o mezz’ora. Recitate una preghiera silenziosa e personale, conversando con Dio. Parlate con Lui delle vostre necessità e dei vostri sogni, ma ringraziate anche, riconoscete i doni che Egli ci concede nelle cose semplici di ogni giorno, intercedete per chi ne ha bisogno, chiedete perdono per il vostro egoismo, i vostri errori, i vostri peccati… Lodatelo, adoratelo, contemplate la sua grandiosità, i suoi misteri, la sua misericordia, la sua capacità di dirci qualcosa anche attraverso le grandi sfide che ci permette di affrontare. Meditate su qualche passo delle Sacre Scritture o sugli scritti spirituali di qualche santo: Sant’Agostino, San Francesco di Sales, Santa Teresa di Gesù, Santa Teresina… Grazie a Dio non mancano le opzioni!

DURANTE LA GIORNATA

4 – Conversate con Dio almeno una volta ogni ora

Egli è con voi tutto il tempo, basta solo ricordarsene! Può essere semplice quanto guardare un crocifisso e dire “Sia fatta la tua volontà!”, o “Gesù, misericordia e grazie di cuore per tutto!”, o ancora “Vieni, Spirito Santo!” Parlate anche con Maria!

5 – Recitate qualche salmo nel corso della giornata

È raccomandabile imparare qualche salmo a memoria. Se ne memorizzate quattro o cinque vedrete com’è facile recitarli in raccoglimento spirituale nel corso di vari momenti della giornata: entrando in macchina, camminando fino al posto di lavoro, lavandosi le mani… Questi salmi memorizzati forniranno anche un materiale eccellente per la meditazione. Ecco alcuni salmi per cominciare:

Salmo 1: “Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi…”
Salmo 23: “Il Signore è il mio pastore…”
Salmo 24: “Del Signore è la terra e quanto contiene…”
Salmo 27: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?”
Salmo 43: “Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata…”

6 – Abbracciate la Croce

Tutti i giorni portano sofferenze e prove, alcune grandi, altre piccole. Non le sprecate! Unitele al Sacrificio di Gesù e offritele amorevolmente a Dio. È un altro modo per pregare incessantemente!

 

7 – Abbracciate il silenzio

Provate a evitare di sentire la radio in macchina. Cercate di eliminare musica, televisione e i tanti rumori di tutti i giorni. Abbracciate il silenzio. All’inizio può essere difficile, ma imparare a godersi il silenzio è liberatore e rivelatore. Se vogliamo ascoltare Dio, dobbiamo prima mettere a tacere le cose. In genere Dio non parla ad alta voce…

8 – Quando provate inquietudine e agitazione rivolgetevi a Dio

Sant’Agostino ha scritto una delle frasi più famose della storia del cristianesimo: “Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te”.

Quante volte al giorno controlliamo il telefono cellulare? E quante volte al giorno ci rivolgiamo a Dio? Anziché guardare tutto il tempo le cose, proviamo a volgerci un po’ di più a Dio. Ricordiamoci di una cosa: “Solo in Dio trova riposo l’anima mia” (Salmo 62, 1).

DI SERA

9 – Fate un esame di coscienza

Ogni sera, prima di andare a letto, mettetevi alla presenza di Dio ed esaminate la vostra coscienza con calma, serenità, fiducia, umiltà e onestà. Non nascondetevi le cose. Ripercorrete nella vostra mente i Dieci Comandamenti e i sette peccati capitali. Cosa si può migliorare? Fate un atto di contrizione. Se avete commesso qualche peccato grave, riproponetevi di confessarvi. Abbracciate Dio con fiducia, chiedendo scusa e implorando la sua grazia – non come un servo che ha paura, ma come un figlio che nutre gratitudine e fiducia nella misericordia, nella comprensione e nell’aiuto del Padre!

Può essere positivo anche fare l’esame di coscienza serale con il proprio coniuge, e perfino con i figli. Ma fate un passo per volta: iniziate esaminando voi stessi, da soli con Dio, di fronte alla vostra coscienza.

10 – Recitate tre Ave Maria mentre posate la testa sul cuscino

È una pratica tradizionale cattolica e un ottimo modo per concludere la giornata. Il vostro primo atto della giornata è stata una preghiera, lo sia anche l’ultimo! “Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”. Maria ascolterà sempre la preghiera di un figlio!

11 – Andate a dormire ogni sera a un orario stabilito

Abituatevi a definire un orario per andare a dormire, pensando ad essere ben riposati la mattina dopo per svegliarvi presto. Le abitudini stabili sono ottime per la salute dell’anima e anche del corpo!

Adattato dal sito One Peter 5


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00martedì 11 luglio 2017 18:34


8 chiavi che cambieranno il tuo modo di pregare





di Becky Roach


La preghiera dovrebbe essere il modo con cui comunichiamo con Dio. È un dono, ma a volte diventa un compito, un peso, o una parte monotona della nostra routine quotidiana. Potremmo addirittura vivere periodi di aridità spirituale e cominciare a sentirci disconnessi dal Dio che ci ama così profondamente. E dopo un po’, spesso, rinunciamo del tutto a cercare di parlare con Dio.


Se una di queste cose descrive ciò che pensi della preghiera, ti esorto a fare un altro tentativo. Comincia con pochi minuti all’inizip della giornata, e da lì costruisci il resto. Trova uno stile di preghiera che va bene per te. Alcuni parlano con Dio proprio come si farebbe con un amico, altri ancora preferiscono pregare un rosario. Leggere la Bibbia (in particolare i Salmi) può essere un ottimo modo per condurci in preghiera. Questi 8 chiavi per la preghiera ti aiuteranno a centrare il bersaglio. Non lasciare che questo dono speciale ti scivoli via!


La preghiera è luce dell’anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile. – San Giovanni Crisostomo




8 chiavi per la preghiera


8 Keys to Prayer


1. La preghiera è espressione di vita interiore, e questa consiste nel dirigere le forze dell’anima (memoria, intelligenza e volontà) e le sue facoltà (conoscere e amare) verso lo Spirito Santo, che abita dentro di noi, collegandoci così a Dio Padre e a Dio Figlio.


2. Quanto tempo pregare? Conta più la qualità della quantità, a livello di forma e di tempo. Ad esempio, valgono più cinque minuti ben fatti che due ore in cui si fa tutto tranne che pregare.


3. La persona che non ha pregato o che non è abituata a farlo non può pretendere di passare subito ore prostrata davanti al Signore. Bisogna cominciare gradualmente.


La Quaresima, momento ideale per recuperare la tua vita di preghiera

E se in questo momento ti dicessi che, nei 40 giorni di Quaresima, la tua vita di preghiera potrebbe diventare straordinaria? E se ti dicessi che nella tradizione della fede cattolica ci sono tutti gli strumenti che consentono di ricevere lo Spirito Santo e di sperimentare Dio Padre come una presenza dolce, amorevole, profonda e personale? E se Gesù si mostrasse davvero per ciò che è? E se lo Spirito Santo non fosse solo un concetto astratto, ma un’autentica forza di ispirazione, una vera presenza, una travolgente gioia nella tua vita? Sembra alquanto sorprendente, non è vero? Benvenuti in Pray40Days.

Che tu sia un principiante nella preghiera, abbia il desiderio di crescere nella tua vita di preghiera, o che tu abbia una vita di preghiera molto avanzata, gli esercizi in Pray40Days vi aiuteranno a sperimentare Dio, ” per davvero”.

Padre Michael Denk introdurrà il suo programma Pray40Days nella conferenza online “6 Ways to Draw Closer to God this Lent” (“6 modi per avvicinarsi a Dio questa Quaresima”). Lo scopo della conferenza è aiutarti a crescere nella tua vita di preghiera, affinché tu possa conoscere Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo in modo profondo e personale.

Nella tradizione della Chiesa esiste una gerarchia di preghiere: la preghiera vocale, la preghiera meditativa, e la preghiera contemplativa. La maggior parte dei cattolici non è mai andata oltre la preghiera vocale. In questa conferenza on-line, gli spettatori potranno imparare a pregare in modo meditativo e contemplativo.

Impareranno i modi più efficaci per impostare un’abitudine quotidiana di preghiera, e saranno loro presentate le risorse che la Chiesa ha sempre offerto attraverso i mistici. Solo che adesso – con l’aiuto di Padre Denk – sarà più concreto, fattibile e accessibile. Molte persone che lo sperimentano per la prima volta dicono: “Wow, non ho mai sperimentato nulla di simile prima d’ora”. Con le lacrime agli occhi diranno: “Mi sentivo come se Gesù fosse lì con me”. Anche i bambini hanno detto : “Per la prima volta nella mia vita non c’era stress… mi sentivo come sospeso in aria, sorretto da Dio”.

Durante il webinar, i partecipanti saranno guidati attraverso sei diversi tipi di meditazione e di contemplazione: pregare con l’immaginazione, pregare con i sensi, la lectio divina, la preghiera contemplativa, dialogare con Dio e rilassarsi con la Scrittura.

 


Credente
00martedì 11 luglio 2017 18:38

Che momento e che luogo scegliere? Quali parole usare?


La preghiera è un incontro personale e vero di amore fedele. Ti rinnova, ti cambia, ti dà vita. Tutto il resto è un di più.


10 chiavi per una preghiera profonda ed efficace


 

1. La preghiera è espressione di vita interiore, e questa consiste nel dirigere le forze dell’anima (memoria, intelligenza e volontà) e le sue facoltà (conoscere e amare) verso lo Spirito Santo, che abita dentro di noi, collegandoci così a Dio Padre e a Dio Figlio.


2. Quanto tempo pregare? Conta più la qualità della quantità, a livello di forma e di tempo. Ad esempio, valgono più cinque minuti ben fatti che due ore in cui si fa tutto tranne che pregare.


3. La persona che non ha pregato o che non è abituata a farlo non può pretendere di passare subito ore prostrata davanti al Signore. Bisogna cominciare gradualmente.


4. Cosa “dire” a Dio? Bisogna parlargli come si fa con un amico. Dio come Padre ci ama, ma è anche il nostro più fedele e migliore amico. Non bisogna usare parole ricercate, basta essere spontanei.


5. In quale momento? Dio, in modo ideale, concreto e reale, ci aspetta nel tabernacolo, e per questo ci si può avvicinare ad esso in qualsiasi momento, ma se si è in un altro luogo basta disporre il proprio cuore, perché “il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero” (Sal 145, 18). Pregare davanti al Santissimo Sacramento è come parlare a tu per tu con la persona amata, mentre pregare il Signore in un altro luogo è come, se mi passate il paragone, parlare con la persona amata attraverso il telefono cellulare.

6. Quando preghiamo abbiamo bisogno di concentrarci, e per concentrarci dobbiamo aiutarci scegliendo ciò che conviene maggiormente a livello di ambiente, ora, luogo, atteggiamento, ecc. E per concentrarci dobbiamo disciplinarci.

7. Più si prega, più si facilita la concentrazione e più si forma l’abitudine al raccoglimento.

 
8. Se si vuole concentrare tutta l’attenzione su Dio e ci sono stimoli che attirano e distraggono (vedersi attirati da un’altra cosa che attrae con più forza), bisogna far valere la volontà e fare ciò che si vuole fare.

9. Il silenzio è importante.

10. Saper ignorare le inevitabili distrazioni che vogliono farci abbandonare la preghiera. Quando qualcosa ci distrae o ci deconcentra, non bisogna dargli alcuna importanza. Bisogna ignorare la distrazione nel modo più sereno possibile e riprendere il filo della meditazione o contemplazione attraverso un dialogo con Dio molto naturale. “Andare a caccia delle distrazioni equivarrebbe a cadere nel loro tranello, mentre basta tornare al nostro cuore: una distrazione ci rivela ciò a cui siamo attaccati” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 272


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