C.H. SPURGEON

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Perdonato
martedì 30 aprile 2013 12:25
COSTRINGILI AD ENTRARE

Un sermone pronunciato la domenica mattina del 5 dicembre 1858,
dal REV . C. H. Spurgeon
Presso la Music Hall , Royal Gardens Surrey

“Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, affinché la mia casa sia piena” (Luca 14:23)

Stamani sento una tale urgenza di uscire ed ubbidire al comandamento di costringere ad entrare coloro che stanno aspettando sulle strade maestre e lungo le siepi, che non posso dilungarmi a introdurre il mio messaggio e voglio subito assolvere al mio compito.

Ascoltate allora, o voi che siete estranei alla verità che è in Gesù, ascoltate il messaggio che vi ho portato. Voi siete caduti, caduti a causa del peccato di vostro padre Adamo; voi siete caduti anche a causa dei peccati che commettete quotidianamente e della vostra costante iniquità; avete provocato la collera dell'Altissimo e, poiché è cosa certa che avete peccato, altrettanto certamente Dio dovrà punirvi, se persevererete nella vostra iniquità; poiché il Signore è un Dio di giustizia e non risparmierà il colpevole.

Ma non l'avete udito? Non è ancora giunta ai vostri orecchi la notizia che Dio, nella sua infinita misericordia, ha progettato una via per mezzo della quale, senza compromettere il Suo onore, può avere pietà di voi che siete colpevoli e senza alcun merito? Dico a voi; per voi è la mia voce. Gesù Cristo, Dio vero da Dio vero, è disceso dal cielo ed ha assunto un corpo umano. È stato generato per mezzo dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria; in questo mondo condusse una vita di santità esemplare e patì le sofferenze più profonde e poi, alla fine, depose la Sua vita e morì, per i nostri peccati: "Lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio" (1 Pietro 3:18). Ed ora il piano di salvezza ci è dichiarato semplicemente: "Chiunque crede nel Signore Gesù Cristo sarà salvato"! (Cfr. Giovanni 3:16; Atti 16:31) Per voi, che avete violato tutti i precetti di Dio, ed avete disprezzato la sua misericordia e sfidato la sua vendetta, fino ad ora è proclamata la Sua misericordia, poiché: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato" (Atti 2:21). Poiché "certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo" (1 Timoteo 1:15), chiunque va a Lui non sarà cacciato fuori, perché "Egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di Lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro." (Ebrei 7:25)

Ora, tutto ciò che Dio vi chiede - e questo è anche ciò che Egli vi concede - è che vogliate guardare semplicemente al Suo Figlio che muore sanguinando, ed avere fiducia che le nostre anime sono nelle Sue mani, credendo nell'unico nome che può salvare dalla morte e dall'inferno.

Ma non ci riempie di costernazione il fatto che la proclamazione di questo Evangelo non riceva il consenso unanime degli uomini? Si potrebbe pensare che, ciascuno di voi, ascoltando che "chiunque crede avrà la vita eterna", getterebbe via i propri peccati e le proprie iniquità, comincerebbe a confidare in Gesù Cristo e a guardare solo alla sua croce. Ma, ahimè, la nostra natura è tanto disperatamente malvagia, talmente perniciosa è la depravazione del nostro carattere, che questo messaggio è disprezzato, l'invito alla festa dell'Evangelo è respinto e, quest'oggi, ci sono molti fra voi che sono nemici di Dio a causa delle opere malvagie che commettono; avversi a quel Dio che oggi vi permette di ascoltare la predicazione di Cristo; nemici di Colui che ha mandato Suo Figlio per dare la Sua vita come riscatto per molti. Questo fatto è strano e sconcertante, perché non dovrebbe essere così! Tuttavia è ciò che si verifica e, di conseguenza, è necessario che si ubbidisca al comando del testo: "Costringili ad entrare".

Figli di Dio, per voi che avete già creduto avrò poco o niente da dire questa mattina; vado dritto al mio compito: devo inseguire quelli che non vogliono venire, quelli che si trovano per le strade e lungo le siepi e Dio mi sta accompagnando. Adesso il mio dovere è di ubbidire a questo comando: "Costringili ad entrare". Prima di tutto devo trovarvi e, dopo, cercherò di costringervi ad entrare.

I. In primo luogo, devo trovarvi

Devo trovarvi e portarvi allo scoperto. Se leggete i versetti che precedono il testo troverete un ampliamento di questo comando: "Vai presto per le piazze e per le vie della città e porta qua i poveri, gli storpi, gli zoppi ed i ciechi," e poi, successivamente: "Vai fuori, per le strade", porta i mendicanti, i predoni, "e lungo le siepi", porta quelli che non hanno dove appoggiare il loro capo e si trovano sotto le siepi per riposare; porta anche loro e "costringili ad entrare".

Si, io ti vedo questa mattina, tu che sei povero. Vengo per costringerti ad entrare. Vivi in una condizione di povertà materiale, ma questa non è una barriera per il regno dei cieli, poiché Dio non ha esonerato dalla Sua grazia l'uomo che nei suoi stracci trema per il freddo e che è bisognoso perfino del pane. Infatti, se c'è qualche discriminazione, questa è a vostro beneficio: "A voi è stata mandata la Parola di questa salvezza" (Atti 13:26) e "l'Evangelo è annunziato ai poveri." (Matteo 11:5) Ma devo dirti soprattutto che tu sei povero, spiritualmente. Tu non hai fede, non hai virtù, non hai buone opere, non hai la grazia. Tuttavia, la tua peggiore povertà è che non hai la speranza. Proprio a te il Mio Maestro ha concesso un invito misericordioso. Vieni, sei il benvenuto alla festa nuziale del Suo amore. "Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita." (Apocalisse 22:17) Vieni, io ti devo invitare, sebbene tu sia sudicio e sebbene tu non abbia nient'altro che cenci lerci per coprirti; nonostante la tua stessa giustizia sia diventata come un abito sporco, tuttavia devo contare su di te, invitarti prima e poi anche costringerti ad entrare.

Ed ora ti vedo ancora. Tu non solo sei povero, ma sei anche storpio. C'è stato un tempo in cui pensavi che avresti potuto salvarti senza l'aiuto di Dio, compiendo buone opere, partecipando alle funzioni religiose per raggiungere il cielo mediante i tuoi sforzi...ma ora sei storpio! La spada della legge ha mozzato le tue mani e adesso non puoi più compiere le opere di prima; dici, con amarezza: "Ciò che di meglio la mia mano può fare, davanti al Tuo trono non può comparire".

Ti ritrovi senza alcuna forza per ubbidire alla legge; vedi che quando vorresti fare il bene, in te è presente il male. Tu sei storpio ed hai abbandonato ogni speranza e sai che tutti i tentativi per salvarti sono inutili, perché sei mutilato e non hai più le braccia. Ma ciò che è peggio ancora, è che non solo non sei in grado di costruirti la via verso il cielo, ma che non sei capace nemmeno di camminare per fede perché sei storpio anche dei piedi! Ti rendi conto che non sei capace di credere, che non riesci a pentirti, che non sei in grado di ubbidire alle richieste dell'Evangelo. Sai bene di essere completamente rovinato, impotente sotto ogni aspetto di fare qualunque cosa che può essere gradita a Dio. Infatti hai gridato a squarciagola: "Oh, se solo potessi credere, Tutto diverrebbe facile, Io lo vorrei, ma non posso, Signore aiutami, il soccorso viene da Te".

Sto venendo anche verso di te. Davanti a te innalzo lo stendardo insanguinato della croce, vengo per predicarti questo Evangelo: "Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato", a Te sto gridando: "Chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita".

C'è, tuttavia, un'altra categoria che devo raggiungere: voi che siete zoppi e che vi state dibattendo fra due opinioni. Tu, che spesso ti senti fortemente attratto dalla vita di fede e che, dopo un po', la gaiezza mondana ti trascina via dalla chiesa. Quei piccoli progressi che fai nella religione non sono altro che i passi di uno zoppo. Tu hai poca forza, così poca che la tua andatura è tanto lenta quanto il progresso che fai è penoso. Ah, fratello zoppicante, questa parola di salvezza è anche per te. Sebbene ti ritrovi a zoppicare nella tua indecisione, il Maestro mi manda a te con questo messaggio: "Fino a quando zoppicherete dai due lati? Se il Signore è Dio, seguitelo; se invece lo è Baal, seguite lui." (1 Re 18:2) Rifletti sulle tue vie: "Dà i tuoi ordini alla tua casa; perché tu morrai; non guarirai" (2 Re 20:1). "Poiché farò questo contro di te preparati, Israele, ad incontrare il Tuo Dio!"(Amos 4:12). Non continuare a zoppicare, ma deciditi per Dio e per la Sua verità.

Vedo un'altra categoria: i ciechi. Si, voi che non siete in grado nemmeno di vedervi, che vi credete buoni mentre siete pieni di male, che chiamate l'amaro dolce e dolce l'amaro e scambiate il buio con la luce e la luce con il buio. Per voi io sono stato mandato. Voi, anime cieche che non potete vedere il vostro stato di perdizione, che non potete credere quanto il peccato sia estremamente oltraggioso verso Dio e che non volete persuadervi che Dio è giusto e retto. A voi sono stato mandato. Anche a voi che non siete in grado di vedere il Salvatore, che non scorgete la Sua bellezza che lo rende desiderabile; a voi che non conoscete il pregio della virtù e non attribuite nessuna gloria alla religione, che non sapete nulla della felicità di chi serve Dio e non conoscete il piacere di essere un Suo figliuolo; a voi, anche a voi sono stato mandato. Chi sono coloro ai quali non sono stato mandato secondo il mio testo? Questa parola supera qualunque individualizzazione e giunge a diventare un invito universale quando afferma: "Va' fuori per le strade e lungo le siepi". Qui s'intendono racchiusi tutti gli uomini di tutte le classi sociali: tanto il nobile che cammina a cavallo per le strade, quanto la donna che si affatica nel suo lavoro, che il ladro che tende un agguato al passante. Questa è la gente che si trova per le strade e tutti costoro devono essere costretti ad entrare. E poi, laggiù, lungo le siepi, giacciono alcune anime bisognose a cui sono venuti a mancare i loro rifugi di menzogna e che sono alla ricerca di un luogo dove appoggiare il loro capo stanco... anche a voi sono stato mandato questa mattina. Questo è il comando universale: "Costringili ad entrare."

Adesso, bisogna che mi fermi un attimo e dopo aver descritto le varie caratteristiche di coloro che sto cercando, devo considerare il grande compito che mi accingo a svolgere. Disse bene Melantone (Teologo protestante tedesco del XVI secolo, amico di Martino Lutero; compose la famosa confessione di fede protestante detta "Confessione Asburgica") quando affermò: "Il Vecchio Adamo è troppo forte per il giovane Melantone". Quali speranze ha un ragazzino che faccia affidamento sulle proprie forze di costringere Sansone a seguirlo? Tante quante ne ho io nel cercare di guidare un peccatore alla croce di Cristo! E tuttavia il mio Maestro mi ha affidato questa commissione. Ecco, vedo davanti a me la grande montagna della corruzione umana e della sciocca indifferenza, ma per fede io grido: "Chi sei tu, o grande montagna? Davanti a Zorobabele tu diventerai pianura." (Zaccaria 4:7) Il mio Maestro dice: "Costringili ad entrare"? Ebbene, nonostante il peccatore abbia la forza di Sansone ed io quella di un bambino, riuscirò a trascinarlo con una cordicella! Se Dio mi dice di farlo io, per fede, ci provo e sarà fatto! E se quest'oggi, col cuore, con le mie lacrime e con tutte le mie forze cerco di costringere i peccatori a venire a Cristo, la dolce sollecitazione dello Spirito Santo accompagnerà ogni parola, ed alcuni saranno costretti ad entrare.

II. E adesso all' opera, direttamente all' opera

Ed ora, al lavoro: senza nessun indugio! Uomini e donne non convertiti, non riconciliati, non rigenerati, sto per COSTRINGERVI AD ENTRARE. Permettetemi, prima di tutto, di affiancarvi lungo le vostre vie di peccato e di dirvi ancora una volta qual è il mio incarico. Il Re del cielo, questa mattina, vi manda un invito misericordioso. Egli dice, "Com'è vero ch'io vivo - dice Dio, il Signore - io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva." (Ezechiele 33:11) e ancora: "Venite e discutiamo - dice il Signore - anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana" (Isaia 1:18).

Caro fratello, il mio cuore si rallegra solamente nel pensare che ho tale buona notizia per te e tuttavia confesso che la mia anima è turbata perché tu non la consideri affatto una buona notizia e volti con indifferenza le spalle a colui che te la porge. Permettimi di raccontarti quello che il Re ha fatto per te: Egli ha conosciuto la tua colpa, ha previsto che ti saresti rovinato. Sapeva che la sua giustizia avrebbe richiesto il tuo sangue ma, in modo che tutto ciò potesse essere evitato, affinché la giustizia potesse avere il suo corso e che tu potessi essere salvato, Gesù Cristo è morto. Guarda, anche solo per un istante, questa scena: vedi quell'Uomo sulle sue ginocchia, è nel giardino del Getsemani e suda gocce di sangue. Guarda ancora: vedi quel misero legato ad un palo e frustato da terribili flagelli, finché le ossa della spalle non divengono che bianche isole in mezzo ad un mare di sangue. Guarda questa terza scena; è lo stesso Uomo, sospeso alla croce con le sue braccia aperte e con i piedi inchiodati saldamente, mentre muore, languente, sanguinante... ma ascoltalo anche parlare, Egli dice: "È compiuto." (Giovanni 19:30). Gesù Cristo di Nazareth ha fatto tutto ciò, in modo che Dio, senza oltraggiare la Sua giustizia, potesse perdonare il peccato; e il messaggio per te questa mattina è: "Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato" (Atti 16:25). Questo significa aver fiducia in Lui, rinunziare alle tue opere, alle tue vie e affidare il tuo cuore alle mani di quest'Uomo, che diede se stesso per i peccatori.

Bene fratello, ti ho dato il messaggio, cosa risponderai? Mi volterai le spalle? Mi dirai che non ti riguarda, che non puoi ascoltarlo; che vi presterai attenzione a poco a poco, ma che, intanto, seguirai le tue vie quest'oggi e te ne andrai al tuo podere e al tuo commercio? Fermati fratello, io non ti sto parlando semplicemente per dirti qualcosa e poi tornare alle mie normali occupazioni. No, ti parlo per costringerti ad entrare e voglio aggiungere, prima che io vada oltre - e Dio mi è testimone questa mattina - che ho un fervente desiderio che tu obbedisca a questo comando di Dio. Puoi anche disprezzare la salvezza della tua anima, ma io ce l'ho a cuore; potrai anche andartene e dimenticare tutto ciò che avrai udito, ma ci tengo che tu sappia che le cose che sto per dirti mi costano tante pene e non mi è certo facile metterle davanti a te. È dalla parte più intima del mio essere che ti sto parlando e ti supplico, per Colui che fu morto e che adesso vive e vivrà per sempre: considera il messaggio che il Maestro mi ha ordinato di annunziarti.

Ma continui a disprezzarlo? Lo rifiuti ancora? Allora, per qualche minuto devo cambiare il mio tono. Non ti rivolgerò più il messaggio d'invito, farò di più. Peccatore, in nome di Dio, ti ordino di ravvederti e di credere! Mi chiedi da dove viene questa mia autorità? Io sono un ambasciatore del cielo. Alcune delle mie credenziali sono nascoste e si trovano nel mio cuore, altre, invece, sono davanti ai tuoi occhi e costituiscono il suggello del mio ministerio: sono tutti coloro che siedono e che sono in piedi in questa sala, che il Signore si è compiaciuto di donarmi come ricompensa. E poiché Dio, l'Eterno, è Colui che mi ha dato l'incarico di predicare il Suo Evangelo, io ti ordino di credere nel Signore Gesù Cristo; non per la mia propria autorità, ma per quella di Colui che dice, "Andate per tutto il mondo e predicate l'Evangelo a ogni creatura" (Marco 16:15) e che aggiunge a questo solenne proclama: "Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato." (Marco 16:16) Respingi pure il mio messaggio, ma ricorda: "Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio"? (Ebrei 10:28). Un ambasciatore non è certo inferiore a coloro con i quali parla, anzi, ha una grande dignità. Se il ministro sceglie di assumere il posto che gli compete, allora, rivestito dell'onnipotenza di Dio, unto della sacra unzione, comanderà agli uomini e parlerà loro con autorità per costringerli ad entrare: "convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza." (2 Timoteo 4:2).

Ma forse continui a non ascoltare e dici che non vuoi accettare ordini? Allora cambierò ancora una volta il mio tono. Se questo metodo non funziona, bisogna tentare tutti gli altri. Fratello mio, vengo con una semplice espressione per esortarti a correre a Cristo. O fratello mio, non sai quanto sia amorevole Cristo? Lascia che con tutta l'anima mia ti dica ciò che io so di Lui. Anch'io un tempo lo disprezzai. Bussò alla porta del mio cuore e rifiutai di aprirgli. Egli venne a me, un numero infinito di volte, mattina dopo mattina e sera dopo sera; toccò la mia coscienza e mi parlò per mezzo del Suo Spirito e quando, alla fine, i tuoni della legge fecero udire il loro fragore nella mia coscienza, pensai che Cristo fosse crudele e spietato. Non potrò mai perdonarmi di aver pensato una cosa tanto malvagia su di Lui. Ma quale amorevole accoglienza ebbi, quando andai a Lui. Credevo che mi avrebbe percosso, ma la Sua mano non si chiuse dalla collera per colpirmi, ma si aprì offrendomi la sua misericordia. Avevo pensato che dai Suoi occhi sarebbero schizzate delle saette di giudizio che mi avrebbero colpito, mentre erano pieni di lacrime. Egli si getto al mio collo e mi baciò; tolse i miei stracci e mi rivestì della Sua giustizia e fece cantare a squarciagola la mia anima dalla gioia mentre, nella casa del mio cuore e nella casa della Sua chiesa, cominciarono la musica e le danze perché il figlio che era perduto era stato ritrovato e colui che era morto era tornato a vita. Io ti esorto, dunque, a guardare a Gesù Cristo e ad essere illuminato. Peccatore, non rimpiangerai mai - te lo garantisco a nome del mio Maestro - non desidererai mai più tornare alla tua condizione di condanna; uscirai dall'Egitto, entrerai nella terra promessa e vi troverai che lì vi scorrono il latte e il miele. Vedrai che le prove della vita cristiana saranno pesanti, ma scoprirai che la grazia le renderà leggere. E se ti sto mentendo riguardo alle gioie e al diletto che è goduto da coloro che sono figli di Dio, tu potrai rinfacciarmelo nei giorni che verranno. Se solo vorrai gustare e vedere quanto il Signore è buono, sono certo che non solo Lo troverai buonissimo, ma anche molto meglio di quanto qualunque bocca umana possa descriverlo.

Non so quale argomento debba usare con te. Mi appello al tuo amor proprio. O povero amico mio, non è meglio per te essere riconciliato con il Dio del cielo che essergli nemico? Cosa pensi di ottenere opponendoti a Dio? Credi d'essere più felice essendogli nemico? Rispondimi, o tu che ricerchi il piacere: hai trovato qualche diletto in quella coppa? Rispondimi, tu che credi di essere giusto: hai trovato riposo per le piante dei tuoi piedi in tutte le tue opere? Tu che cerchi di stabilire la tua giustizia, ti sfido a lasciare parlare la tua coscienza. Puoi dirmi che si tratta di un sentiero felice? O amici miei: "Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!" (Isaia 55:2). Io vi esorto per quanto c'è di più sacro e di più caro, per ogni cosa che è importante ed eterna: salvatevi la vita, non voltatevi indietro, non rimanete nella pianura. Non datevi pace finché non avrete provato e scoperto la preziosità del sangue di Gesù Cristo, quel sangue che ci purifica da ogni peccato.

Sei ancora freddo ed indifferente? Il cieco non mi permetterà di condurlo fino alla casa del banchetto? Il mio fratello storpio non metterà la sua mano sopra la mia spalla per seguirmi fino alla sala della festa? Il povero non vorrà venire con me? Devo usare parole ancora più forti. Devo usare qualche altro argomento per costringervi ad entrare? Peccatori, questa è l'unica cosa di cui sono certo stamani: se non sarete salvati, non potrete presentare nessuna scusa! Voi, che avete i capelli grigi, ed anche voialtri che siete ancora dei bambini: tutti voi! Se quest'oggi non vi afferrate a Cristo, il vostro sangue ricadrà solamente sul vostro capo. Se fosse in potere di un uomo portare alla salvezza il suo compagno, (come si verifica quando c'è l'aiuto dello Spirito Santo) se Dio m'aiuta, quel potere l'eserciterò stamattina.

Vieni, i tuoi rifiuti non mi scoraggiano: se le mie esortazioni non bastano, proverò qualcos'altro. Fratello mio TI SUPPLICO, ti supplico di fermarti a riflettere. Ti rendi conto cosa tu stia rigettando questa mattina? Tu sai respingendo Cristo, il tuo unico Salvatore: "Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto" (1 Corinzi 3:11), "Poiché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).

Fratello mio, non posso sopportare questo tuo atteggiamento, poiché io so ciò che tu stai dimenticando: che sta per arrivare il giorno in cui avrai bisogno di un Salvatore! Presto i mesi faticosi avranno fine e il tuo vigore comincerà a declinare; il tuo polso diverrà sempre più debole, le forze se ne andranno gradualmente e ti troverai a faccia a faccia con quel mostro che è la morte. Cosa farai tra i flutti impetuosi del Giordano senza un Salvatore? I letti di morte sono una desolazione se non c'è il conforto del Signore Gesù Cristo. Morire non è facile per nessuno; anche colui che ha la migliore speranza e la fede più trionfante, sperimenta che la morte non è una cosa di cui ci si può beffare. È cosa terribile passare dal mondo visibile a quello invisibile, dal mortale all'immortale, dal tempo all'eternità. Come farai a oltrepassare le porte di ferro della morte senza l'aiuto degli angeli che ti conducono fino all'ingresso del cielo? Sarà una cosa tremenda morire senza Cristo. Non posso evitare di pensare a te. Ti vedo, stamani, mentre stai tentando il suicidio e mi immagino in piedi al tuo capezzale; sentendo le tue grida e sapendo che stai morendo senza speranza, non posso rassegnarmi. Mi vedo accanto alla tua bara adesso, mentre sto guardando la tua faccia fredda e pallida e dico: "Quest'uomo ha disprezzato Cristo e ha rifiutato la Sua grande salvezza". Io penso che verserò le lacrime più amare in quel momento se dovrò ammettere di essere stato infedele verso di te e se quegli occhi, ormai serrati dalla morte, mi ammoniranno dicendo: "Pastore, sono stato nella sala dove predicavate, ma non siete mai stato sincero con me; mi avete fatto trascorrere delle ore piacevoli quando predicavate, ma non mi avete mai scosso con le vostre suppliche. Non avete mai imparato cosa intendesse Paolo quando diceva: "Come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio" (2 Corinzi 5:20).

Ti supplico, lascia che questo messaggio penetri nel tuo cuore per un'altra ragione. M'immagino ai piedi della corte di Dio. Come è vero che il Signore vive, sta per venire il giorno del giudizio! Lo credi? Tu non sei un infedele; la tua coscienza non ti permette di dubitare della Scrittura. Forse hai creduto di poterlo fare, ma non puoi. Tu sai bene che dovrà esserci un giorno in cui Dio giudicherà il mondo con giustizia. Ti vedo in piedi, in mezzo a quella moltitudine e l'occhio di Dio è fisso su te. Ti sembra che non stia guardando da nessun'altra parte, ma solo te, ti chiama davanti a Sé, legge i tuoi peccati e grida: "Vai via, maledetto, nel fuoco eterno, all'inferno!" (Cfr. Matteo 25:41). O preziosa anima che ascolti, non posso sopportare di pensarti in quello stato; mi si rizzano i capelli in testa nel pensare che anche uno solo di voi che mi state ascoltando sarà dannato. T'immagini in quella condizione? La parola è già stata pronunciata: "Vai via, maledetto". Vedi la fossa come si apre per inghiottirti? Senti le grida e le urla di coloro che ti hanno preceduto a quel luogo d'eterno tormento? Invece di immaginare la scena, mi rivolgo a te con le parole del profeta ispirato e ti dico: "Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante? Chi di noi potrà resistere alle fiamme eterne?" (Isaia 33:14). Oh, fratello mio, non posso permettere che tu metta via la religione in questo modo: no, io penso a ciò che avverrà dopo la morte. Sarei il peggiore degli uomini se, vedendo una persona che sta per avvelenarsi, non le strappassi di mano la coppa per buttarla via; o se vedessi un altro sul punto di gettarsi dal London Bridge (Un famoso ponte di Londra) e non glielo impedissi; e sarei peggio del demonio se adesso, con tutto l'amore, la gentilezza e la sincerità che possiedo non ti supplicassi: "Afferra la vita eterna" (1 Timoteo 6:12), "adoperati non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna." (Giovanni 6:27).

Qualche "ipercalvinista" mi dirà che sto sbagliando a predicare così. Non posso farci niente. Lo devo fare. Poiché, nell'ultimo giorno, dovrò presentarmi davanti al mio Giudice e sento che non darò una piena prova del mio ministerio se non supplico con molte lacrime quelli che vogliono essere salvati e che vogliono guardare a Gesù Cristo per ricevere la sua gloriosa salvezza.

Ma, nemmeno tutto questo giova? Tutte le nostre suppliche cadono a vuoto su te; fai il sordo? Allora cambio un'altra volta il mio tono. Peccatore, io ti ho supplicato come un uomo può supplicare un suo amico e se anche si trattasse della mia propria vita non avrei potuto parlare con maggiore serietà di quanto ho fatto questa mattina per la tua. Io ho a cuore la salvezza dell'anima mia, non meno di quanto l'abbia di quella di coloro che stamani mi ascoltano; e quindi, se proprio non bastano le mie suppliche, ho qualcos'altro: devo minacciarvi. Non avrete sempre simili avvertimenti. Viene il giorno in cui tacerà la voce di ogni ministro dell'Evangelo...almeno per te; poiché le tue orecchie saranno gelate e irrigidite dalla morte. Niente può essere più spaventoso, sarà l'adempimento di tutte le intimidazioni. A quel punto non ci sarà più alcuna promessa, nessuna possibilità di perdono o di misericordia; non ci sarà più il sangue di Cristo che parla di pace, ma ti ritroverai nel luogo dove il giorno del riposo ha lasciato il posto alle notti eterne della sofferenza e dove la predicazione dell'Evangelo è vietata perché sarebbe inutile. Allora, ti ammonisco, ascolta la voce che sta parlando alla tua coscienza; poiché se no, Dio ti parlerà nella sua ira e ti dirà nel suo ardente furore: "Poiché, quando ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quando ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso" (Proverbi 1:24-26). Peccatore, ti minaccio di nuovo. Ricorda che per poco tempo ancora potrai udire avvertimenti come questi. Pensi che la tua vita sarà lunga; ma non sai quant'è breve? Hai mai riflettuto su quanto sei fragile? Hai mai visto un corpo umano sezionato dall'anatomista? Hai visto quanto è meravigliosamente strutturato il corpo dell'uomo?

"Strano... un'arpa a mille corde, che rimane accordata per così tanto tempo". Infatti, lascia che si spezzi anche una sola di quelle corde, lascia che un boccone di cibo vada di traverso e sei in pericolo di morire. L'evento più insignificante può spedirti dritto al cimitero, quando Dio lo vorrà. Gli uomini più forti sono stati uccisi a causa di incidenti ridicoli e questo potrebbe accadere anche a te. Perfino in chiesa, nella casa di Dio, degli uomini sono morti. Quanto di frequente sentiamo di uomini che, mentre camminavano per la strada, sono colpiti all'improvviso e rotolano dal tempo all'eternità. Sei sicuro che il tuo cuore sia perfettamente sano? Che la tua circolazione sanguigna funziona alla perfezione? Sei sicuro di tutto ciò? E se è così, per quanto tempo durerà? Probabilmente ci sono alcuni tra noi che non arriveranno a Natale, ed è probabile che il decreto sia già stato promulgato: "Dà i tuoi ordini alla tua casa; perché tu morrai; non guarirai". Potrei dirvi con esattezza quanti, di coloro che frequentavano questa grande congregazione, ne sono morti nell'ultimo anno; ed è certo che non ci sarà più un'altra assemblea identica a questa di oggi. Alcuni di noi, forse due o tre, se ne andranno prima che cominci il nuovo anno. E allora, fratello mio, ti ricordo che la porta della salvezza potrebbe chiudersi e che ti potresti ritrovare lontano dal luogo dove si trovano le porte della misericordia. Vieni, allora, lascia che almeno le minacce ti persuadano. Non ti dico queste cose per impaurirti senza motivo, ma nella speranza che sia almeno una minaccia a spingerti ad entrare nel luogo dove Dio ha preparato il banchetto dell'Evangelo. Ed ora, devo proprio andarmene lasciando ogni speranza? Ho esaurito tutti gli argomenti? No, io verrò a te di nuovo. Dimmi cos'è, fratello mio, che ti tiene separato da Cristo. Ho sentito qualcuno dire: "È perché mi sento troppo colpevole". Non può essere, amico mio, non può essere questo il motivo. "Ma, predicatore, sono il primo dei peccatori." Amico, non lo sei! Il primo fra i peccatori è morto ed è andato al cielo molti anni fa; il suo nome era Saulo da Tarso, che poi fu chiamato l'Apostolo Paolo, era lui il primo dei peccatori perché si definì proprio così quando affermò: "Gesù Cristo è venuto per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo". Ma tu continui a dire: "No, io sono anche indegno." Eppure non puoi essere più vile del primo dei peccatori. Al massimo potresti essere al secondo posto. E perfino ammettendo che tu sia il peggiore dei peccatori viventi, rimani sempre al secondo posto perché è stato lui il primo. Ma, seppure sei il peggiore, non è proprio per questa ragione che tu dovresti venire a Cristo? Più un uomo è malato, più velocemente dovrebbe recarsi all'ospedale o andare dal medico. Più povero sei, maggiormente accetterai la generosità del tuo prossimo. Ora, Cristo non sta cercando i vostri meriti. Egli dona gratuitamente. Il peggiore è il più gradito. Ma lascia che ti faccia una domanda: "Pensi che migliorerai tenendoti lontano da Cristo"? Se credi questo, conosci veramente poco o niente della via della salvezza. Nossignore, più il tempo passa, peggio diventi; la tua speranza s'indebolirà, la tua disperazione diverrà più forte; i legami coi quali Satana ti ha inchiodato a terra saranno stretti sempre di più e perfino la speranza ti lascerà del tutto. Vieni, ti supplico, riconosci che non c'è niente da guadagnare indugiando; anzi, sappi che è per avere indugiato che molti hanno già perso tutto.

Ma un altro grida: "Io non riesco a credere." Amico mio, non crederai mai se continui a guardare alla tua fede. Fai attenzione, io non sono venuto per invitarti alla fede, ma sono venuto per invitarti a Cristo. Mi dirai: "Qual è la differenza? Eccola qua: se dici "voglio credere a questa cosa", ti assicuro che non ci riuscirai mai! La tua prima domanda deve essere: "Cos'è questa cosa in cui io sto per credere? "Allora la fede verrà come una conseguenza alla tua ricerca. La cosa principale non è conoscere cos'è la fede, ma sapere chi è Gesù Cristo. E allora, ti prego, vieni sul monte Calvario e vedi la croce. Guarda: il Figlio di Dio, Colui che ha fatto i cieli e la Terra sta morendo per i tuoi peccati. Guarda a Lui. Non c'è in Lui la forza necessaria per salvarti? Guarda il suo volto così pieno di compassione. Nel Suo cuore non c'è amore a sufficienza per dimostrarti che vuole salvare proprio te? Sicuramente, o peccatore, la visione di Cristo ti aiuterà a credere. Non devi credere prima di andare a Cristo, perché quella fede sarà una cosa senza valore; vai a Cristo senza alcuna fede e gettati su di Lui, sia che tu stia affondando o che tu stia nuotando.

Ma sento un'altra voce, "O pastore, voi non sapete quante volte sono stato invitato e quante volte ho rifiutato il Signore!" Io non lo so e non voglio saperlo; tutto ciò che so è che il mio Maestro mi ha mandato per costringerti ad entrare e per questo sono venuto. Tu potresti aver rifiutato mille volte l'invito, non rifiutare il milleunesimo! Sei venuto spesso nella casa di Dio e l'unico effetto è stato che il tuo cuore si è indurito sempre di più all'Evangelo. Non vedo nemmeno una lacrima nei tuoi occhi; vieni fratello mio, non essere insensibile al sermone di questa mattina. Oh, Spirito del Dio vivente vieni e sciogli questo cuore poiché non è mai stato sciolto e costringilo ad entrare!

Io non posso lasciarti andare con delle inutili scuse come queste, se hai vissuto tanti anni ignorando Cristo, ci sono tante ragioni per cui, ora, non dovresti più farlo. Ma, ti sento sussurrare che questo non è il tempo opportuno? E quando sarà mai il momento opportuno? Sarà quanto ti ritroverai già all'Inferno? Sarà quello il momento opportuno? Sarà quando giacerai sul tuo letto di dolore, mentre la morte ti soffoca già la gola? Verrà allora? O sarà quando il sudore della febbre brucerà sulla tua fronte; o quando conoscerai cosa sia il sudore freddo dei morenti... sarà allora il momento opportuno? Quando i dolori divengono lancinanti, ti fanno ansimare per la fatica e ti senti sul margine della tomba? No, non sarà allora! Questa mattina è il tempo opportuno! Possa Dio far sì che lo sia. Ricorda, io non ho nessuna autorità per dirti di venire a Cristo domani. Il Maestro non ti ha invitato per il prossimo Martedì. L'invito è: "Oggi se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione" (Ebrei 3:15), poiché lo Spirito dice "oggi", "venite e discutiamo assieme," perché dovresti rimandare? Potrebbe essere l'ultimo avvertimento. Rimandatelo e non piangerete mai più in chiesa. Potreste non avere mai più la possibilità di udire un discorso simile a questo in cui con solennità e amore siete stati supplicati di andare a Cristo. Potrete andarvene via e costringere Dio a dire: "Si è unito agli idoli, lascialo!" (Osea 4:17). Egli potrà lasciare andare le tue briglie e allora sarai libero di seguire il tuo corso, si, libero di andartene in perdizione e alla eterna distruzione.

Ed ora di nuovo, è tutto invano? Non vuoi ancora venire a Cristo? Allora cosa posso fare di più? Ho un'altra risorsa e anche questa proverò. Posso piangere e pregare per te. Puoi farti beffe di un tal modo di predicare, puoi schernire il predicatore, puoi anche definirlo un fanatico, puoi farlo, se lo vuoi; io non ti sgriderò, né porterò alcuna accusa contro di te davanti al grande Giudice. La tua trasgressione, per quanto mi riguarda, fin d'ora, è perdonata prima che sia commessa; ma ricordati che stamattina stai rifiutando un messaggio che viene da uno che ti ama e che ti è dato dalle labbra di uno che ti ama. Puoi anche pensare di perdere la tua anima scherzando con il diavolo, puoi anche ritenere che la questione non ha nessuna importanza, ma ti assicuro che qui c'è qualcuno che ci tiene sul serio alla tua anima e uno che prima di venire qua ha lottato con il suo Dio per ottenere la forza di predicarti questo messaggio e che, quando se ne sarà andato da questo luogo non si dimenticherà di coloro che lo hanno ascoltato questa mattina. Te lo ripeto: quando le parole ci vengono meno aggiungeremo le nostre lacrime, poiché le parole e le lacrime sono le armi con cui i ministri del vangelo costringono gli uomini ad entrare. Tu non sai e suppongo che non possa credere, come un uomo che Dio ha chiamato al ministerio senta il peso e sia preoccupato del bene della sua congregazione e specialmente per alcuni fra loro.

Qualche giorno fa ho saputo di un giovane che per lungo tempo ha frequentato questo luogo e che la speranza di suo padre era che egli fosse attratto a Cristo. Eppure, egli fece lega con un inconvertito e, adesso, trascura i suoi doveri e vive quotidianamente nel peccato. Ho visto il volto pallido di quel povero padre e non ho potuto nemmeno chiedergli i particolari della storia poiché mi rendevo conto che il suo dolore si acuiva e che stavo riaprendo una ferita; temo che quel buon uomo si approssimerà alla tomba con la pena nel cuore. Giovani, voi non pregate per voi stessi, ma le vostre madri lottano per voi. Non volete curarvi della vostra anima, ma vostro padre è ansioso per voi. Sono stato a certi incontri di preghiera ed ho sentito le preghiere d'intercessione dei figlioli di Dio; vi assicuro che non avrebbero potuto pregare con maggior zelo, intensità e angoscia nemmeno se stessero cercando la salvezza della loro stessa anima. E non è strano che ci sia qualcuno pronto a muovere il cielo e la Terra per la tua salvezza, mentre tu non ti dai alcun pensiero per te stesso e non ti curi affatto delle cose eterne?

Infine, mi rivolgo per un momento ad un'ultima classe. Ci sono alcuni fra voi, che sono membri di chiese Cristiane, che si professano dei credenti ma, a meno che io mi sbagli - e sarei felice di errare in questo - la vostra professione di fede è una menzogna. Non state vivendo sopra ad essa, la state disonorando; non potete continuare a vivere nella consuetudine di assentarvi dalla casa di Dio, se non in peccati ancora peggiori di questo. Ora, io chiedo a voi che non onorate la dottrina di Dio nostro Salvatore: immaginate che potete chiamarmi vostro pastore e che la mia anima non gemerà e piangerà per voi nel segreto? Ancora, dico che voi potete anche considerare cosa di poco conto il modo in cui contaminate la testimonianza cristiana, ma per i veri discepoli di Cristo è una cosa molto grave e piangeranno e sospireranno a causa dei peccati di coloro che si professano cristiani e non lo sono. E ora, cos'altro rimane da fare al ministro se non piangere e pregare? Si, c'è un'altra cosa. Dio non ha dato ai suoi servi il potere di produrre la rigenerazione, ma ha concesso loro qualcosa di simile. Nessun uomo è in grado rigenerare il suo prossimo; e allora, come si verifica la nuova nascita degli uomini? L'apostolo Paolo, non ci dice di qualcuno che egli aveva "generato" nelle sue catene? (Filemone 10). Dio ha dato il potere, ai Suoi ministri, di essere considerati come padri e madri da coloro che sono nati da Dio, poiché l'apostolo dice che era di nuovo in doglie finché Cristo non fosse stato formato in loro (Gal. 4:19). Cosa possiamo fare, allora? Ormai possiamo solamente appellarci allo Spirito Santo. So di avere predicato l'Evangelo, che l'ho predicato ardentemente; adesso è il mio Maestro che deve onorare la sua promessa! Ha promesso che la Sua parola non tornerà a vuoto e così sarà. Quest'opera è nelle Sue mani e non nelle mie.

Io non posso costringerti, ma tu o Spirito di Dio che hai la chiave del cuore, tu puoi costringere. Di certo avrete osservato, in quel capitolo dell'Apocalisse, che la stessa Persona che dice: "Ecco, io sto alla porta e busso", pochi versi prima, è descritta come Colui "che ha la chiave di Davide". Così se il suo bussare non gioverà, Egli ha le chiavi e potrà e vorrà entrare. Perciò, se per conquistarti non basterà il bussare di un ministro zelante, rimane ancora quella misteriosa apertura del cuore che può compiere lo Spirito Santo, in modo che tu sarai costretto ad entrare.

Ho cercato di compiere il mio dovere per costringerti ad entrare come se dovessi farlo solo con le mie forze; ma adesso lascio tutto nelle mani del mio Maestro. Certamente Egli non permetterà che, dopo aver sofferto i dolori del parto, non nasca nemmeno un figlio spirituale. Questo spetta a Lui; Egli è padrone del cuore e il tempo rivelerà, che alcuni fra voi, costretti dalla grazia sovrana, sono divenuti prigionieri volontari di Gesù, il grande conquistatore e che i vostri cuori gli si sono sottomessi dopo avere ascoltato il sermone di questa mattina.

Perdonato
mercoledì 8 maggio 2013 11:32
TUTTO PER GRAZIA

di C. H. Spurgeon

Sermone pubblicato giovedì, 7 Ottobre 1915 consegnato da C. H SPURGEON,
al Metropolitan Tabernacle, Newington.

"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede e ciò non viene da voi,
è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori"
(Efesini 2:8-9)

Delle cose su cui ho predicato a voi per molti anni questa ne è la somma. Nell'assortimento delle mie argomentazioni ho mantenuto la mia teologia, principalmente intorno alla salvezza degli uomini. Sono felice di ricordare che anche quelli che della mia famiglia erano ministri di Cristo, prima di me e in mia presenza hanno predicato questa dottrina e nient'altro. Mio padre che ancora può dare la sua testimonianza personale per il suo Signore, non conosce altra dottrina e anche suo padre lo ha fatto prima di lui.

Sono condotto a ricordare questo per il fatto che una circostanza abbastanza singolare, registrata nella mia memoria ha stabilito una connessione di questo testo tra me e mio nonno. Ora sono passati tanti anni. Fui incaricato di predicare in una città di un certo paese nelle Contee Orientali. Non mi accade spesso di essere in ritardo, perché sento che la puntualità è una di quelle piccole virtù che possono prevenire grandi peccati. Tuttavia non abbiamo colpa se il treno fa ritardo o che si guasti e fu così che accadde che arrivai notevolmente in ritardo al luogo su nominato.

Come tutte le persone assennate, loro avevano già cominciato la loro adorazione e avevano già cominciato con il sermone. Come mi avvicinavo alla chiesa, percepivo che qualcuno era salito sul pulpito a predicare e chi avrebbe immaginato che il predicatore era il mio caro e venerabile nonno! Appena però lui mi vide entrare dalla porta anteriore e camminare per tutto il percorso del corridoio centrale, subito esclamò: "Adesso continuerà mio nipote! Lui sa predicare l'Evangelo meglio di me, anche se lui non può predicare un Evangelo migliore; lo puoi Charles?" Dopo aver fatto il mio viaggio tra la folla, risposi: "Tu puoi predicare meglio di me. Prega ancora." Ma lui non l'avrebbe accettato. Dovevo continuare il sermone e così andando sullo stesso soggetto, ritornai dove lui aveva interrotto.

"Ebbene" disse lui, "stavo predicando su: "Voi, infatti, siete stati salvati per Grazia". Stavo mettendo tutti avanti alla fonte e alla sorgente della salvezza; e ora sto loro mostrando il canale di essa, attraverso la fede. Ora tu riprendi da qui e va avanti".

Io giocavo in casa con queste verità gloriose, perché non avrei potuto provare alcuna difficoltà nel riprendere dal filo della dissertazione di mio nonno e congiungendo il mio filo al suo, potetti continuare senza alcuna interruzione logica. Il nostro accordo nelle cose di Dio ci fece facilmente essere un solo predicatore dello stesso discorso. Andai sul punto in cui dice: "Mediante la fede" e poi procedetti al punto successivo: "Ciò non viene da voi". Su quest'argomento stavo spiegando la debolezza e l'impossibilità della natura umana e la certezza che la salvezza non potesse venire da noi, quando mi sentii tirare la coda del mio frac e il mio benamato gran signore prese di nuovo a dire: "Quando ho parlato della nostra depravata natura umana" proseguì il vecchio buon uomo, "so molto su questo, cari amici"; e così lui prese a parlare di una parabola e nei successivi cinque minuti fece una solenne e umiliante descrizione della nostra perduta fortuna, la depravazione della nostra natura e la morte spirituale nella quale noi fummo trovati.

Quando lui aveva esposto le sue argomentazioni in una maniera molto graziosa, il suo nipote si permise continuare, con grande gioia del caro vecchio uomo; perché ora e allora lui direbbe, in tono gentile, "Bene! Bene!" Una volta lui disse: "Diglielo di nuovo, Charles" ed io ovviamente glielo ripetei. Era per me un gradito esercizio portare la mia azione in testimonianza ad una verità di così vitale importanza, che è così profondamente impressa nel mio cuore. Mentre sto annunciando questo messaggio, mi sembra di sentire ancora quella cara voce che mi dice: "Diglielo di nuovo". Non sto contraddicendo la testimonianza degli antenati che ora sono con Dio. Se mio nonno potesse ritornare sulla terra, mi troverebbe dove mi ha lasciato, costante nella fede e attaccato a quella forma di dottrina che fu consegnata una volta per sempre ai santi.

Maneggerò brevemente il testo, in modo da ricavare alcune asserzioni. La prima asserzione è contenuta chiaramente nel testo:

I. LA SALVEZZA È ATTUALE

L'apostolo dice: "Voi siete salvati". Non "voi sarete", o "voi potete essere"; ma "voi siete salvati". Lui non dice: "Voi siete salvati in parte" e neppure "pieni della speranza di salvezza"; ma "per Grazia voi siete salvati". Permetteteci di essere chiari su questo punto così com'è e permetteteci di non scordare che noi sappiamo che noi siamo salvati. In questo momento noi o siamo o non siamo salvati. Questo sia chiaro. A che categoria apparteniamo? Spero che, mediante la testimonianza dello Spirito Santo, noi possiamo essere così rassicurati della nostra salvezza da poter cantare: "Il Signore è la mia forza e la mia canzone; lui è divenuto anche la mia salvezza." Su questo non mi dilungherò, ma passerò a fare attenzione al prossimo punto.

II. LA SALVEZZA ATTUALE DEVE ESSERE RICEVUTA PER GRAZIA

Se possiamo dire di qualsiasi uomo, o di qualsiasi genere di persone: "Voi siete salvati", noi dobbiamo farlo ma premettendo le parole "per Grazia". Non c'è altra salvezza attuale a meno che cominci e finisca "per Grazia". Non penso che qualcuno in questo grande mondo pretenda di predicare o di possedere una salvezza attuale e poi ometta di dire che quelli che credono di essere salvati lo siano solamente per Grazia. Nessuno nella Chiesa di Roma proclama di essere salvato subito, completamente e per l'eternità. Tale professione di fede sarebbe giudicata eretica. Pochi cattolici possono sperare di entrare nel cielo quando muoiono, ma la maggior parte di loro ha, davanti agli occhi, la misera prospettiva del purgatorio. Noi vediamo le continue richieste di preghiere per le anime trapassate e questo non avverrebbe se quelle anime fossero salvate e glorificate col loro Salvatore. Messe in suffragio per il riposo dell'anima, indicano l'incompletezza della salvezza che Roma ha da offrire. Per buono che possa essere, da quando la salvezza Papale è mediante le opere e anche se la salvezza per le buone opere fosse possibile, mai nessun uomo potrebbe essere sicuro di aver compiuto abbastanza per assicurarsi la sua salvezza.

Fra quelli che indugiano in mezzo a noi, troviamo molti che sono nello stesso tempo estranei alla dottrina della Grazia e questi non sognano mai di possedere una salvezza attuale. Probabilmente loro hanno fiducia di poter essere salvati quando muoiono; hanno una mezza speranza, dopo anni d'attenta santità, loro possono, forse, infine essere salvati; ma, per essere salvati ora e per sapere che sono salvati, la salvezza è completamente lontana da loro e anzi pensano che ciò sia una presunzione.

Non ci può essere salvezza attuale a meno che non si fondi su punta base: "Per Grazia voi siete salvati". È una cosa molto singolare che a nessuno sia venuta in mente di predicare una salvezza "attuale" mediante le opere. Suppongo che sarebbe stato troppo assurdo. Essendo le opere non ancora terminate, la salvezza sarebbe incompleta; oppure, essendo completa la salvezza, il motivo principale del legalista, assertore della salvezza per opere, sarebbe concluso.

La salvezza deve essere per Grazia. Se un uomo si è perso per il peccato, come può essere salvato se non attraverso la Grazia di Dio? Se lui ha peccato, lui è condannato; e come può lui, da se stesso, invertire quella condanna? Supponi che lui si attenesse alla legge per tutto il resto della sua vita, lui avrà fatto solo allora quello che avrebbe dovuto fare prima e lui sarà ancora un servitore inutile. Che ci deve fare del suo passato? Come potrà cancellare i vecchi peccati? Come potrà essere ritrattata la vecchia rovina? Secondo le Sacre Scritture e secondo il senso comune, la salvezza potrà essere solamente concessa mediante il libero favore di Dio.

La salvezza nel tempo presente deve venire dal favore gratuito di Dio. Le persone possono contendere per la salvezza per opere, ma tu non sentirai che chiunque sostenga il suo proprio argomento dicendo: "Sono salvato per quello che ho fatto". Quella sarebbe una vanità di bricconeria alla quale pochi uomini andrebbero. L'orgoglio potrebbe afferrarlo non appena lui si vanta in modo così stravagante. No, se siamo salvati, deve essere per la libera Grazia di Dio. Nessun uomo professa di essere un esempio di salvezza da un punto di vista contrario a quello offerto dalla salvezza per Grazia. La salvezza, per essere completa deve essere mediante la Grazia gratuita. I santi, quando sopraggiunge la morte, non concludono mai le loro vite sperando nelle loro buone opere. Quelli che invariabilmente hanno maggiormente vissuto vite sante e utili, guardano alla libera Grazia nei loro momenti conclusivi. Non sono mai stato al capezzale del letto di un uomo devoto che riposasse una qualsiasi fiducia nelle sue proprie preghiere, o nel pentimento, o nella religiosità. Ho sentito uomini molto santi che citano in morte le parole: "Gesù Cristo entrò nel mondo per salvare i peccatori." Infatti, gli uomini che si avvicinano maggiormente al cielo e i più preparati a ciò, i più semplici mettono la loro fiducia nei meriti del Signore Gesù e più intensamente aborriscono ogni fiducia in loro stessi. Se ciò accade nei nostri ultimi momenti, quando il conflitto è quasi al di sopra di noi, molto più dobbiamo sentirlo essere così mentre noi siamo nel mezzo della lotta, cioè durante la vita. Se un uomo è completamente salvato in questo tempo di guerra, come può essere se non per Grazia. Mentre lui deve piangere sul peccato che sovrabbonda in lui, mentre lui deve confessare innumerevoli deficienze e trasgressioni, mentre il peccato è presente in tutto ciò che fa, come può credere di essere completamente salvato se non la gratuita Grazia di Dio?

Paolo parla di questa salvezza come se appartenesse agli Efesini: "Per Grazia voi siete salvati." Gli Efesini si erano dati ad arti esoteriche curiose e ad opere di divinazione. Avevano fatto in pratica un'alleanza coi poteri delle tenebre. Ora se proprio questi furono salvati, ciò deve essere solo per Grazia. Così è anche con noi: la nostra condizione originale e il carattere rende certo il fatto che, se salvò tutti, noi lo dobbiamo attribuire alla libera Grazia di Dio. So che è così proprio nel mio caso; e credo che la stessa regola regga bene anche per il resto dei credenti. Chiarito sufficientemente quest'argomento, passiamo ad un'altra osservazione:

III. L'ATTUALE SALVEZZA PER GRAZIA DEVE AVVENIRE MEDIANTE LA FEDE

Una salvezza attuale deve avvenire mediante la Grazia e la salvezza per Grazia deve avvenire attraverso la fede. Tu non ti puoi impadronire della salvezza per Grazia, mediante altri mezzi se non per fede. Hai bisogno delle auree pinze della fede per portare via questo carbone vivente posto sull'altare. Suppongo che sarebbe stato possibile, se Dio l'avesse voluto, che quella salvezza potesse essere concessa per opere, invece che per Grazia; perché se Adamo avesse rispettato perfettamente la legge di Dio, lui avrebbe ancora fatto quello che a lui fu concesso di fare; ma anche così, se Dio l'avesse ricompensato, la ricompensa stessa sarebbe dovuta essere secondo la Grazia, in quando il Creatore non deve nulla alla creatura. Questo sarebbe stato un sistema molto difficile per lavorare, mentre l'oggetto di ciò era perfetto; ma nel nostro caso non funzionerebbe per tutti. La salvezza nel nostro caso vuole dire liberazione dalla colpa e dalla rovina e questo non poteva fondarsi sopra una misura di buone opere, in quando noi non siamo nella condizione di compierne alcuna. Supponi che io ti predichi che tu come peccatore devi fare certi lavori e che poi tu saresti salvato; e supponi che tu potessi compierli; tale salvezza non potrebbe essere considerata come una Grazia, ma come un debito. Appreso in tale maniera, ciò ti sarebbe ricompensato come la ricompensa di un'opera fatta e tutto il suo aspetto sarebbe stato cambiato. La salvezza per Grazia può solo essere afferrata dalla mano di fede: il tentativo di sovrapporre su di essa il fare certi atti di legge causerebbe l'evaporazione alla Grazia: "Perciò, è mediante la fede che interviene la Grazia." "Se è per Grazia, allora non è più per opere: altrimenti la Grazia non è più la Grazia. Ma se è per opere, allora non c'è più la Grazia: altrimenti le opere non sono più opere."

Alcuni tentano di sovrapporre alla salvezza per Grazia, l'uso di cerimonie; ma non è così. Tu sei battezzato da bambino, confermato e spinto a ricevere "il santo sacramento" da mani sacerdotali, oppure Tu sei battezzato da adulto, iscritto ad una chiesa e partecipi alla cena del Signore: questo ti porta la salvezza? Ti chiedo: "Ce l'hai la salvezza?" "Come osi chiedermelo?" Se tu proclamassi un tal genere di salvezza, allora io sono sicuro che non ci sarebbe nella tua mente la salvezza per Grazia.

Di nuovo, tu non può basare la salvezza per Grazia attraverso i tuoi sentimenti. La mano di fede è costruita per afferrare una salvezza attuale per Grazia. Ma le sensazioni non sono adatte per quello scopo. Se tu vai dicendo: "Devo sentire che sono salvato. Devo sentire prima molto dolore e poi molta gioia oppure non ammetterò che sono salvato", tu troverai che questo metodo non risponderà. Come tu non puoi sperare di vedere col tuo orecchio, o assaggiare col tuo occhio, o sentire col tuo naso, così non puoi credere sentendo: è l'organo sbagliato. Dopo che tu hai creduto, tu puoi godere la salvezza sentendo le sue influenze paradisiache; ma sognare di afferrarla con i tuoi propri sentimenti è così sciocco come tentare di afferrare la luce del sole col palmo della mano, oppure il vento del cielo tra le ciglia dei tuoi occhi. C'è un'assurdità essenziale in tutto questo discorso.

Inoltre, l'evidenza prodotta per le sensazioni è diversa da persona a persona. Quando i tuoi sentimenti sono pacati e deliziosi, essi sono subito sconvolti e sopraggiungono agitazione e tristezza. Il più incostante degli elementi, le più deboli creature, le circostanze più spregevoli possono affondare o possono elevare il tuo spirito: uomini esperti vengono a pensare sempre meno delle loro attuali emozioni, man mano che loro riflettono sullo scarso affidamento che si può avere tramite di esse. La fede riceve la legge di Dio concernente il Suo modo di perdono gratuito e così porta salvezza all'uomo credente; ma sentendo, riscaldandosi in seguito ad appassionati appelli, conducendosi ai limiti del delirio verso una speranza che sfida ma non esamina, si conducono in giro in un genere di ballo del mendicante arabo "derviscio" fatto di eccitamento e tutto è in agitazione, come il mare agitato che non può rimanere. Dalle sue ebollizioni e dalle sue furie tempestose, le sensazioni sono adatte per lasciarsi andare a tiepidezza, abbattimento, disperazione e a tutti i mali simili. Le sensazioni sono una sorta di oscuri e tempestosi fenomeni, nei quali non può fondarsi alcuna fiducia circa le verità eterne di Dio.

Ora facciamo un passo che ci porterà ancora più lontano:

IV. LA SALVEZZA PER GRAZIA, ATTRAVERSO LA FEDE, NON VIENE DA NOI

La salvezza e la fede e tutte le opere della Grazia, non vengono da noi. Innanzi tutto loro non sono dovuti a nostri antichi meriti: loro non sono la ricompensa di antichi buoni tentativi. Nessuna persona non "nata di nuovo" ha vissuto così bene che Dio è costretto a dargli un'ulteriore Grazia e dargli la vita eterna; in altre parole non è più lontano dalla Grazia, ma dal debito. La Salvezza c'è data, non guadagnata da noi. La nostra prima vita è sempre come un vagabondaggio lontano da Dio e la nostra nuova vita di ritorno a Dio è sempre un'opera di misericordia immeritata, riversata su quelli che grandemente ne hanno bisogno, ma che non lo meritavano mai. Non viene da noi, nel più ancestrale significato, cioè che non proviene dalla nostra bravura dimostrata in origine. La salvezza viene dall'Alto; non è mai prodotta in mezzo a noi. Può la Vita eterna essere prodotta dalle costole nude della morte?

Alcuni ci sfidano a dire che la fede in Cristo e la nascita nuova, sono solamente la conseguenza di buone opere, che si producono segretamente in noi per natura; ma in questo, come il loro padre, parlano di se stessi.

Signori, se un erede di collera produce buone opere, diventerà sempre più buono per andare... nel luogo preparato per il diavolo e i suoi angeli! Tu puoi prendere un uomo non nato di nuovo e lo istruisci nel modo migliore, ma lui rimane e deve rimanere per sempre, morto nel peccato, a meno che un potere più alto entrerà in lui e lo salverà da lui stesso. La Grazia apporta dentro il cuore un elemento completamente estraneo. Non migliora e non perpetua; uccide e vivifica. Non c'è continuità tra lo stato di natura e lo stato di Grazia: l'uno è oscurità e l'altro è luce; l'uno è morte e l'altro è vita. La Grazia, quando viene a noi, è come un tizzone lasciato cadere nel mare, dove si sarebbe certamente spento, non era esso di una certa qualità miracolosa che impedisce le inondazioni e sovrappone il suo regno di fuoco e di luce nelle profondità.

La salvezza per Grazia, attraverso la fede non viene da noi nel senso che essa è il risultato del nostro potere. Noi siamo obbligati a vedere la salvezza come un atto divino, cioè come una creazione, o una provvidenza, o una risurrezione. Ad ogni punto del processo della salvezza questa frase è adatta: "Non viene da voi". Dal primo desiderio di salvezza al pieno ricevimento di essa mediante la fede, ciò è sempre e solo da Dio e non da noi. L'uomo crede, ma quella fede è solamente un risultato di un più forte impianto di vita divina in mezzo all'anima dell'uomo ad opera di Dio Stesso. Anche la maggiore volontà di essere salvati per Grazia non viene da noi, ma è il dono di Dio. Qui sta il nocciolo della questione. Prendiamo un uomo che non crede per niente in Gesù: sarebbe un suo dovere ricevere Gesù, che sarebbe Colui che Dio ha mandato come propiziazione per peccati del mondo. Ma quell'uomo non crederà mai in Gesù; lui preferisce qualsiasi cosa alla fede nel suo Redentore. Quell'uomo non ha il cuore per credere in Gesù a vita eterna, a meno che lo Spirito di Dio non lo convinca di giudizio e costringa la sua volontà. Chiedo che qualche persona salvata guardi indietro alla sua conversione e spieghi come avvenne. Tu ti rivolgesti a Cristo e credesti nel Suo Nome: questi erano i tuoi atti e le tue azioni. Ma che cosa ti causò questa conversione? Quale forza sacra ti convertì dal peccato alla rettitudine? Attribuisci a te questo rinnovamento singolare, oppure all'esistenza di un qualche cosa migliore di te che non è ancora stato scoperto nel tuo prossimo inconvertito? No. Confessa, che tu saresti stato quello che lui ora è, se non ci fosse stato qualche cosa di potente che ti comunicò la primavera della Sua volontà, illuminò la tua comprensione e ti guidò ai piedi della croce. Con gratitudine noi confessiamo l'episodio; è stato così. La salvezza per Grazia, attraverso la fede non è da noi e nessuno di noi si sognerebbe di portare qualsiasi gloria a noi in seguito alla nostra conversione, o a qualsiasi altro effetto della Grazia che è fluito dalla prima causa divina. Ultima considerazione:

V. "PER GRAZIA VOI SIETE SALVATI MEDIANTE LA FEDE; E CIÒ NON VIENE DA VOI: È IL DONO DI DIO"

La salvezza può essere chiamata "Theodora" o "dono di Dio": e qualche anima salvata può essere soprannominata Dorotea, che è un'altra forma della stessa espressione. Moltiplica le tue frasi e chiamala come vuoi, ma la vera salvezza ha tracciato in te la sua benedizione che è tutta contenuta nel dono ineffabile, che è costituito dalla gratuita e smisurata benedizione di amore divino.

La salvezza è il dono di Dio, in opposizione a una retribuzione. Quando un uomo paga a un altro il suo salario, lui fa quello che è giusto; e a nessuno viene in mente di lodarlo eccessivamente per questo. Ma noi lodiamo il nostro Dio Gesù Cristo per la salvezza che ci ha donato, perché essa non è il pagamento di un debito, ma il dono della Grazia. Nessun uomo può entrare a vita eterna sulla terra, o in cielo, come un debito di Dio, ma come un dono. Noi diciamo: "Nulla è più gratuito di un dono". La salvezza è anche così, semplicemente e completamente un dono di Dio, tanto che nulla potrà mai essere più gratuito. Dio la concede perché lui sceglie di darla, secondo quel grande passo biblico: "Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, avrò compassione di chi avrò compassione." Tu sei del tutto colpevole e condannato e il grande Re perdona colui che vuole fra di voi. Questa è una sua prerogativa reale. Lui salva nella Sua infinita sovranità della Grazia. E Lui vuole che tutti voi siate salvati. La salvezza è il dono di Dio: ciò è da dire completamente così, in opposizione alla teoria della crescita spirituale. La salvezza non è una naturale produzione fra di noi: è portata da una terra straniera e piantata nel nostro cuore da mani paradisiache. Salvezza è nella sua interezza un dono proveniente da Dio. Se tu desideri di averla, essa è là, completamente. Desideri averla come un dono perfetto? Tu risponderai: "No; la produrrò nella mia officina." Tu non puoi contraffare un'opera così rara e costosa per la quale proprio Gesù spese il Sangue della Sua Vita.

Qui c'è un indumento senza linea di giunzione, tessuta da cima a fondo: la tunica. Ti coprirà e ti renderà glorioso. Desideri averla? Tu risponderai ancora: "No; sederò al telaio e mi confezionerò una veste da solo!" Sciocco e orgoglioso che non sei altro! Tu filatore di ragnatele! Tu tessitore di sogni! Oh! Che tu possa prendere liberamente quello che Cristo sulla croce dichiarò essere compiuto! È il dono di Dio: ovvero, è eternamente sicuro in opposizione ai doni degli uomini che passano presto via. "Non come il mondo dà, io ti do", dice il nostro Signore Gesù.

Se il mio Signore Gesù del Dio ti dà la salvezza in questo momento, Tu ce l'hai e ce l'hai per sempre. Lui non se la riprenderà mai indietro; e se lui non la prende da Te, chi potrà togliertela? Se lui ora ti salva attraverso la fede, tu sei salvato e tanto salvato che Tu non perirai mai, né qualcuno potrà strapparti dalla Sua mano. Possa essere così di ognuno di noi!

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